TESTIMONIANZE DI VITA CRISTIANA



sito ufficiale del cammino neocatecumenale

Domus Galileae International Center

Noticias Catolicas


aiuto alla vita nascente

I segni dei tempi

se hai bisogno di parlare con un prete cattolico... scrivimi

attualità, cultura, politica: il mio blog

che val la vita se ono per essere data?


Il Granellino, un piccolo grande evangelizzatore


Giornata Mondiale della Gioventù

Forum Famiglie

Darfur... la guerra dimenticata


Ti ringrazio per aver visitato questo blog
e ti invito a visitare il mio sito personale


www.vincenzotopa.net
SITO PERSONALE DI VINCENZO TOPA


Se vuoi testimoniare da queste pagine
quello che Cristo ha compiuto nella tua vita,
senza fronzoli, nella semplicità,
puoi scrivermi...
topenz@virgilio.it


... E PER FINIRE, ALTRE BREVI TESTIMONIANZE


IN RICORDO DI SALVATORE E ACHILLE
Salvatore aveva incontrato Gesù Cristo quindici anni fa, quando gli sembrava che tutto stesse andando a rotoli. E aveva sperimentato come quell'incontro gli aveva cambiato la vita. Abbandonati gli idoli di un tempo, il suo matrimonio era rifiorito, benedetto con quattro figli. Nella piccola casa di Salvatore si respira la presenza di Cristo. Quante volte ha cantato tra quelle mura, con il suo vocione imponente, il salmo: "Se il Signore non costruisce la casa invano lavorano i costruttori..."! Quante volte ha benedetto Dio per i doni ricevuti, insieme alla nostra comunità (di cui era il "responsabile"), cantando: "... non manco di nulla"!
Così, per gratitudine, perché diventa impossibile tenersi dentro un Amore così grande, come catechista ha portato tanti a Cristo. Tanti uomini e donne, oggi, possono benedire il giorno in cui il Signore ha messo questo fratello, Salvatore di nome e di fatto, sulla loro strada. Aveva la quinta elementare, ma quando parlava di Dio poteva penetrare indifferentemente dal cuore del professore universitario a quello dell'ultimo spazzino!
Due anni fa Salvatore, insieme alla moglie, si era reso disponibile ad andare in qualunque parte del mondo Dio lo avesse chiamato a impiantare la Chiesa. E Dio, che lo ha trovato già pronto, a 48 anni, gli ha dato un posto privilegiato nell'evangelizzazione. In cielo era il suo posto. E di lì, in questo misterioso disegno d'amore, continuerà a guidare la sua famiglia, la sua comunità, la sua parrocchia. Grazie, Signore, per avermi donato la sua amicizia! Anzi, mi hai dato molto di più... mi hai donato di diventare suo fratello in Cristo!

Oggi, 26-4-2009, è nato al cielo. Appena un anno fa aveva scritto questa testimonianza:

Sono il quinto di sette figli e sono cresciuto in un ambiente povero ed umile. I miei genitori, emigrati dalla Sardegna, si trasferirono a Napoli dove, dopo poco, nacqui io. Ho vissuto fino a 22 anni in quello che allora era un paesino stupendo: Pianura. Lì sono cresciuto nella Chiesa, grazie all’aiuto e alla formazione dei Padri Vocazionisti. Ricordo ancora i tanti seminaristi che passavano per il paese: com’era bello seguirli, pregando insieme durante la passeggiata! Porto sempre nel mio cuore un sacerdote: don Nicola Verde. Questi era un uomo bassino, con i capelli brizzolati e tanta voglia di annunciare l’Amore di Cristo con fatti concreti. Ricordo che alcune volte noi del “gruppo chiesa” non riuscivamo a comprendere le sue parole. Forse per noi, ancora giovani nella fede, erano ancora un cibo troppo solido! Grazie a questo sacerdote avevamo costituito un gruppo che, ogni domenica, partecipava attivamente alla SS. Messa. Così con l’aiuto di Suor Nunzia, avevamo formato anche il coro. Ricordo, ancora, don Peppe Di Fusco, il quale ogni domenica, dopo la celebrazione, ci regalava le caramelle se ci eravamo comportati bene, altrimenti erano solo “carocchie”... E quante ne ho prese io! Ma il tempo passò e tutti, diventati “grandi”, presero la loro strada. Cominciarono le prime scelte importanti della vita, le prime cadute.
Ricordo con grande emozione la storia di un mio carissimo amico: Achille Lanzaro. Era un ragazzo molto timido, ma con un cuore davvero grande. Questi, lasciata la scuola, iniziò a lavorare in una fabbrica di borse e poi in un negozio di abbigliamento, dove trovò la sua realizzazione personale, ma dove lo aspettava la sua debolezza. Cominciò, infatti a frequentare persone che facevano uso di sostanze stupefacenti. Così, un po’ per scherzo, un po’ per dimostrare agli altri di essere “uomo”, entrò in un vortice di sofferenza e di morte, e finì in carcere. Mentre si trovava in cella ad Isili, in Sardegna, ricevette moltissime lettere da tutti noi, che cercavamo di fargli sentire la nostra presenza.
Io nel frattempo, vivendo un po’ da lontano questi fatti, decisi di sposare Susy, che dopo pochi mesi dovette affrontare la morte della madre. Fu in quel momento che iniziarono le nostre tribolazioni. Ci allontanammo dalla chiesa e mia moglie divenne testimone di Geova. Dopo la nascita dei nostri primi due figli, le incomprensioni tra di noi stavano portando alla rottura della famiglia…
Ma proprio nel momento più buio della mia vita, in questa notte oscura, Dio si manifestò con la Sua potenza. Sapete come? Attraverso quei miei amici del “gruppo chiesa” di tanti anni prima. E in prima linea c’era proprio lui, Achille, che diventò nel frattempo sacerdote. Ho letto da qualche parte che non esistono più i miracoli… E questo non è un miracolo?
Un uomo, distrutto dalle scelte sbagliate della sua vita, non solo ha il coraggio e la forza di lasciarsi alle spalle tutto il passato, ma entra nella Chiesa, incomincia un cammino serio di conversione e, addirittura diventa sacerdote! Achille lasciò tutto per seguire Cristo, ovunque la Chiesa lo avesse mandato. Evangelizzò prima come seminarista nei paesi europei e poi come sacerdote in Giappone, dove grazie a lui, una Cattedrale, che doveva essere chiusa, è oggi ancora aperta.
Oggi ricordo il giorno in cui egli si presentò a casa mia, dicendomi, per darmi coraggio, le parole del salmo: “Amo il Signore, perché ascolta il grido della mia preghiera”. E’ vero. Dio ha ascoltato il mio grido! Allora oggi voglio testimoniare a tutti questo grande miracolo: Mia moglie non è più testimone di Geova. Anche noi abbiamo intrapreso un cammino di conversione alla riscoperta del battesimo, il cammino neocatecumenale, e dopo 14 anni posso dire con certezza che il mio matrimonio e la mia famiglia l’ha salvata Cristo! Dio ci ha donato, dopo i due maschi, anche due bimbe, e Achille, che ora è salito al Padre, ci segue ogni giorno e intercede per noi.
Salvatore Casu, 2-1-2008



LA BELLEZZA DELL'AMORE CASTO
Mi chiamo Maria Cristina, ho 50 anni e sono sposata con Alberto. Abbiamo due bambine di 10 e 8 anni e uno in cielo. Vorrei dare anch'io la mia testimonianza per rendere lode e grazie a Dio per tutto quello che mi ha donato dal momento che si è manifestato alla mia vita fino ad ora.
Io sono la quinta di 11 figli e fin da piccola molto del mio tempo l'ho vissuto in canonica, perchè la nostra casa combaciava con la Chiesa parrocchiale. Ho sempre avuto timore del giudizio di Dio, in quanto spesso mi veniva ripetuto che se non mi fossi comportata come mi veniva chiesto Lui mi avrebbe mandato un castigo. Non vi dico quanto era pesante il mio impegno per poter andare avanti senza permettermi di sbagliare! Così, poco a poco, cresceva il mio giudizio nei confronti di quanti, fratelli o amici, commettevano qualcosa che, secondo me, non andava bene.
Arrivata all'età di 18 anni non ne potevo più di sottostare alle regole e ai divieti che venivano da parte dei miei genitori (soprattutto da mia madre) e decisi che avrei fatto di tutto per trovarmi un fidanzato, uscire di casa e, finalmente, poter avere tutta la libertà che avevo sempre sognato e invidiato agli altri... E infatti, dopo vari tentativi, riuscii nel mio intento. Non mi interessava che il mio uomo non frequentasse la Chiesa, mi bastava che accettasse di sposarmi e condividere con me il fatto che mi sarei sposata in Chiesa con tanto di abito bianco (segno della mia castigata purezza). Finalmente ero libera di gestire la mia vita come meglio credevo.
Purtroppo, però, già dal viaggio di nozze cominciarono dei grossi problemi (e non solo quelli) tra di noi. Così tutto quello che avevo sognato cominciò ben presto ad andare in frantumi e, quel che è peggio, non potevo tornare indietro, perchè sapevo che mia madre non avrebbe mai approvato una eventuale separazione. Dopo 12 anni di forzata (da parte dei miei famigliari) convivenza e dopo aver conosciuto un altro uomo, trovai alla fine la forza di andarmene di casa e di chiedere il divorzio.
All'inizio mi sembrava tutto meraviglioso. Non ero tornata a casa dei miei genitori ma avevo trovato ospitalità presso una mia zia, la quale si accontentava di dividere le spese e di un po' di compagnia. Ho vissuto con lei per quattro anni, mentre la mia relazione andava avanti a gonfie vele e decisi di traslocare in un mini appartamento per poter essere più libera di fare quello che volevo senza rendere conto a nessuno. Nel frattempo avevo iniziato una causa per il riconoscimento della nullità del matrimonio presso la Sacra Rota. Lavoravo, mi potevo permettere di andare in ferie, l'uomo che amavo viveva gran parte del suo tempo con me, eravamo quasi dei conviventi, perchè era più il tempo che trascorreva con me che non a casa propria. A questo punto si potrebbe supporre che "andava alla grande". Invece...
Invece più i giorni passavano e più cresceva un'angoscia profonda dentro di me. Alla sera ero felice perchè lui stava con me, ma al mattino mi svegliavo e mi veniva da piangere per come stavo male! La mia causa di annullamento, dopo una prima perizia psichiatrica, sembrava sbloccarsi e invece ho dovute farne altre due, perchè la controparte non collaborava... Credevo di essere alle "stelle" (e volendo farlo credere agli altri mi forzavo di essere felice) e invece ero alle "stalle"... Mi sembrava che il mondo mi crollasse addosso. Sentivo il bisogno di riavvicinarmi alla Chiesa, ma avevo paura del giudizio. Andavo a confessarmi, mi veniva chiesto di vivere in castità (così avrei potuto accostarmi al Sacramento dell'Eucarestia), ma non ne ero capace... Avevo paura sempre del giudizio e del castigo di Dio. Ho vissuto per anni sotto la Legge del Vecchio Testamento, giudicando Dio perchè pensavo che, dopo anni di sofferenza, avevo trovato la persona giusta per me e Lui non mi permetteva di essere felice anzi, mi faceva sentire in colpa.
Ma un giorno, poi, il Signore ci mandò un Angelo... Noi lo definiamo ancora "il nostro Mosè". Ci siamo conosciuti per motivi di lavoro e così, parlando, ci ha invitato ad andare ad ascoltare la Santa Messa in una chiesa vicino a dove abitavamo. In quella Messa non vi dico il nostro stupore nel sentire l'esperienza di una donna che non conoscevamo e nel vedere la gioia con cui raccontava di come Dio era intervenuto nella sua vita, invitando tutti quelli che ne avessero accolto la richiesta ad andare, la sera dopo, perchè sarebbe iniziata una Catechesi per Adulti.
Ci siamo guardati e tutti e due abbiamo pensato che, dopotutto, potevamo provare. Non veniva chiesto nessun impegno, solo ascoltare. La sera dopo, puntuali, siamo andati all'incontro ed alle parole dette "Dio ti ama", il nostro cuore ha avuto un sussulto e ci siamo sentiti come se finalmente avessimo ritrovato la strada. Fin dalla prima serata abbiamo preso la decisione che io sarei rimasta da sola nel mio appartamento e che lui sarebbe ritornato a casa sua. L'ascolto di quelle catechesi, l'assiduità alla Parola di Dio e all'Eucaristia, il dono di una comunità di fratelli, ognuno con la sua storia, ci ha donato la forza di poter vivere in castità. Man mano, in questo cammino di Fede, l'angoscia che ci opprimeva svaniva. Pregavamo insieme e, alla fine, fu riconosciuta la nullità del precedente matrimonio... Dopo tre anni ci siamo sposati.
Oggi posso dire che quei tre anni di castità sono stati i più belli della mia vita, perchè mi sentivo amata non per quello che davo al mio uomo, ma per quello che ero. Il Signore ci colmava di gioia ed il giorno del nostro matrimonio è stato davvero bellissimo! Finalmente stavo riscoprendo il Dio Padre (e non Padrone), mi sentivo amata e, dopo alcuni anni, il Signore mi ha fatto un altro grande dono, quello di potermi riconciliare con la mia storia, di poter chiedere perdono al mio padre naturale (che ho sempre giudicato, pensando che non fosse il padre giusto per me), di potergli stare accanto nella sua malattia, di poter pregare assieme a lui e, dalle sue stesse labbra, sentirmi dire prima che morisse che mi voleva bene e che me ne aveva sempre voluto. Come non poter ringraziare il Signore! Per non parlare poi dell'enorme dono dei figli, avuti anche se l'età era avanzata, della Sua provvidenza materiale e spirituale, di poter veramente ricevere il centuplo dalla vita!
Grazie, Signore! A Te la lode e la gloria.
Maria Cristina Tacchella, 13-1-2010



IL MIRACOLO SPIRITUALE
Mi chiamo Eleonora, ho 55 anni, sono sposata con Sergio da 32 anni e abbiamo 4 figli. Il primogenito, all’età di 6 anni, è nato al cielo. Provengo da una famiglia cattolica che, comunque, non mi ha trasmesso la Fede, quello che contava era il lavoro e la vita spirituale non era argomento di cui parlare. Ora, davanti alla Chiesa voglio rendere gloria a Dio e testimoniare l’amore e la pazienza che il Signore ha avuto con me e con la mia famiglia, rendere lode a Colui che può trasformare anche il più grande dei dolori e ridonare al cuore la pace.
Quando è nato il mio primo figlio, Michele, provai una gioia immensa. Era un bambino sano e bellissimo, vivevo questa mia prima esperienza di madre con entusiasmo e facevo grandi progetti. All’età di 9 mesi, però, mio figlio fu colpito da un virus, una malattia molto rara, malattia che ha causato dopo 5 mesi, all’improvviso (perché sembrava fosse guarito), un infarto miocardico acuto. Michele fu salvato per miracolo da un arresto cardiaco e si riprese. Anche la nostra vita riprese, sempre però per i 5 anni successivi con l’angoscia che ogni giorno poteva essere l’ultimo. E' dura guardare tuo figlio che apparentemente cresce bene, intelligente e vivace, con il pensiero che probabilmente non ha un futuro! Il suo cuore era danneggiato gravemente e solo un trapianto poteva salvarlo.
All’età di 6 anni, dopo due mesi di ricovero, Michele è salito al cielo. E' stato un dolore devastante.
Questa era la situazione in cui mi trovavo quando il Signore mi ha raccolto. Mi avvolgeva una tristezza che copriva con il suo manto nero tutto quello che ancora di bello avevo nella vita. Dopo tre mesi, passeggiando davanti ad una chiesa con mio marito e il nostro secondogenito Matteo, ho calpestato un foglio di carta bianca, non so perché mi sono chinata a raccoglierlo e l’ho girato. In quel foglio c’era l’invito ad andare a delle catechesi che si sarebbero svolte in parrocchia, ad ascoltare cioè la Buona Notizia che Gesù è morto ed è risuscitato e che mi amava. Iniziare cioè un cammino di fede per conoscerlo. Ecco, io, pur nella grande ribellione in cui mi trovavo in quel momento, ho sentito subito il desiderio di andarci, di capire perché questa creatura che mi era stata donata poi mi era stata tolta in maniera così dolorosa, di capire e di conoscere questo Dio che aveva permesso tutto questo, che aveva permesso che un innocente soffrisse in quel modo. Sì, volevo conoscere quel Dio...
Ora rendo lode a Dio perché, mentre Michele cresceva, ha messo nel mio cuore il desiderio di un secondo figlio e mi ha donato Matteo, che è stato veramente provvidenziale, un’ancora di salvezza, un motivo per cui valesse ancora la pena di vivere quando Michele ci ha lasciato. Rendo lode a Dio per il desiderio che ha messo dentro di me di credere ancora nella vita e di avere, dopo tre anni da questo tragico avvenimento, il terzo figlio, Enrico, un bravo ragazzo che vive le sue difficoltà appoggiato alla fede e alla preghiera. Ho visto poi in modo chiaro la presenza del Signore anche nella quarta gravidanza, arrivata all’età di 41 anni. Avevo un desiderio profondo, dopo 3 maschi, di avere una bambina... e il Signore ha voluto donarmi anche questa grande gioia nel darmi Francesca, una figlia bella e sana, con la quale mi ha donato anche una grande energia per far fronte a tutti i miei impegni di madre.
Il Signore mi ha curata piano piano e nel 2001, durante un pellegrinaggio a Medjugorje, è successo per me un miracolo spirituale. Durante una Santa Messa, e precisamente al momento dell’Eucarestia, ho fatto per la prima volta un atto di offerta di mio figlio a Dio Padre, ho dato a Lui il mio dolore e la mia rabbia repressi per lunghi anni, l’ho fatto con grande fede e fiducia, piangendo lacrime liberatorie, lacrime che mi purificavano dentro. A quel punto ho avvertito la presenza di Dio sentendo una mano misericordiosa appoggiarsi sul mio capo, con la percezione quasi visiva di una spina che veniva tolta dal mio cuore. E' stato un momento intensissimo, così forte da non potersi descrivere, è stato veramente un incontro, l’incontro della creatura con il suo Creatore, seguito subito da una grande pace. Una grande gioia è entrata allora nel mio cuore, mi sono sentita sanata, guarita. E' vero che la preghiera fatta con fede salva la vita! Ho avvertito la forza dell’amore verso di me da parte di Colui che è venuto a farsi carico del mio dolore e delle mie fragilità e le ha portate sul legno della croce. Così ho sperimentato, dopo quel lungo Venerdì Santo, la gioia della Risurrezione.
Ho trovato la pace nel momento in cui ho capito che mio figlio è stato si strappato alla vita, ma non all’eternità.
C’è una chiave d’oro che ho imparato a portare sempre con me e che mi ha aiutata e sostenuta molte altre volte, questa chiave è, in ogni sofferenza, in ogni incomprensione, in ogni prova, in ogni croce della vita dire: "Ah! Sei tu Gesù!" E abbracciarla! Abbracciare la croce con Gesù, con amore, perché lì, in quella situazione, c’è Gesù presente! Se tu lo abbracci passi oltre, oltre il dolore, oltre la sofferenza... e la ferita viene sanata, non soffri più, perché la porti con Gesù e sei nella risurrezione.
Il Signore veramente mi ha soccorso e consolato, mi fatto ritrovare la gioia di vivere e di rendermi conto come dalla croce fossero scaturite per la mia famiglia grandi grazie, di capire che veramente la vita è un cammino verso l’eternità e gli avvenimenti acquistano, alla luce della fede e della conoscenza della Parola di Dio, un senso e uno scopo, perché quello che sembra umanamente perduto in realtà non lo è, perché lo ritroveremo. A volte Dio ci prova con la sofferenza ma, come è successo a me, è stato per correggermi e farmi guardare al cielo.
Matteo, il mio secondogenito, sempre in quel 2001, è entrato in Seminario e il prossimo anno, a Dio piacendo, sarà ordinato sacerdote. Questo lo vedo veramente come un grande dono e una benedizione per la nostra famiglia.
Ho visto la presenza del Signore anche nel mio matrimonio perché mio marito, che era lontano dalla Chiesa, ha iniziato con me il cammino neocatecumenale e questo ci ha aiutato molto a rivedere molti nostri errori o atteggiamenti sbagliati a correggerci e perdonarci.
Ho visto la presenza di Dio Padre nella mia vita, perché il cammino intrapreso mi ha permesso di educare e trasmettere la fede ai miei figli, trasmettere loro quei valori che non sarei altrimenti stata in grado di dare. Questa fede ora cerco di trasmetterla anche ai bambini del catechismo in questa parrocchia che sto preparando per la prima comunione. Ecco, sono emozionata nel dare questa testimonianza, perché sto rendendo lode a Dio in questa Chiesa, la stessa Chiesa dove molti anni fa ho ricevuto il battesimo, gli altri sacramenti e in cui ho salutato mio figlio. Il Signore ha voluto ridonarmi la gioia di vivere, perché un cristiano che ha fiducia in Gesù, che sa che questa vita è un passaggio verso la vita eterna, è nella gioia è nella pace, nonostante le prove, appoggiato sempre in Gesù Cristo. Ecco mi sento questa sera di testimoniare che soltanto avendo questa fede nel cuore la vita ha un senso e uno scopo.
La prova dunque non è stata un male per me, ma un bene, un segno dell'amore del Signore, è stata la condizione per crescere nella fede, per incontrarlo e ricevere grazie preziose, illuminata dalla luce della Sua Resurrezione che ha dato un senso profondo alla mia vita e una grande speranza.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, benedetto il nome del Signore.
Eleonora Dallan, 16-3-2009



FIGLIA DI RAGAZZA MADRE
Mi chiamo Giovanna: questo nome ha un significato molto profondo (vuol dire "dono di Dio") e potrebbe sembrare quasi una beffa del destino il fatto che sia proprio io a portarlo… Infatti sono figlia di ragazza madre: una donna che non ha mai trovato la forza, né i mezzi necessari per tenermi... Così ho passato i primi 12 anni della mia vita tra vari istituti di suore, in alcuni casi ospite saltuaria di conoscenti di mia madre e, per periodi più lunghi, di una zia, sorella della mamma...
Ho conosciuto ben presto la solitudine, che è stata mia fedele compagna di viaggio per tutta l’adolescenza, ho abbandonato in poco tempo ciò che mi era stato insegnato dalle suore, per il credo di chi mi stava educando… Sentivo spesso maledire il giorno in cui sono nata dalle persone che mi stavano accanto... Avevo anche conosciuto un ragazzo, all’età di 16 anni, e sono stata costretta a lasciarlo perché, dicevano, la responsabilità era troppa per coloro a cui ero stata affidata... Non “frequentavo” più il Signore, ma mi era sempre rimasto dentro, fin dall’acerba età, il pensiero che un giorno saremmo risorti e che esiste l’Eternità, ma non potevo parlarne con nessuno... A 14 anni ho incominciato a lavorare e, contemporaneamente, a studiare. Diciamo che il divertimento o la distrazione non hanno preso molta parte nella mia vita!
All’età di 19 anni, per motivi di lavoro, ho trovato sulla mia strada il ragazzo che avevo dovuto lasciare, che abitava a 300 km da me e che io non avevo mai dimenticato! Ci siamo rimessi insieme e da qui è incominciata una nostra nuova vita, non certo priva di difficoltà di ogni genere, ma quelle che più mi hanno dato dolore sono state le persecuzioni che ci venivano da parenti e da esterni per il fatto che stavamo insieme… Il nostro percorso è iniziato con un convivenza “forzata” dovuto al fatto di salvare per la seconda volta il nostro rapporto, ma avevamo dentro al cuore la tacita promessa di far mettere a Dio un sigillo sul nostro amore, con il matrimonio in Chiesa.
In attesa che passasse un anno per arrivare a coronare, anche a livello pratico, il nostro sogno, ci ha colti una profonda crisi esistenziale: il senso di essere dimenticati dal mondo, ma più che altro da Dio... e tutto questo lavorava nelle parti più imperscrutabili all’occhio umano. Il desiderio di morire si era fatto talmente grande che stavo meditando il suicidio, anche nei piccoli particolari... Poi la preparazione al matrimonio ha attutito il senso di questa non vita, ma c’era una cosa che proprio non eravamo riusciti a superare: ci eravamo ripromessi che non avremmo mai messo al mondo figli, per evitare che altri soffrissero come noi! E questo ce lo siamo portati dentro per più di anno dopo il matrimonio...
Poi, un bel giorno, il Signore ci ha mandato degli angeli che ci hanno fatto un annuncio: "Cristo è risorto! Dio è nostro Padre... Da sempre ci ha pensati ed amati!" Accogliere questo Kerigma ci ha salvato la vita! Così entrammo in un percorso di conversione, attraverso una comunità neocatecumenale, che ci ha aiutati a scoprire che il più delle volte il male è dentro di noi e che però, se attendiamo al bene, anche il male che ci circonda lo possiamo combattere e vincere!
Oggi sono una donna di 41 anni con quattro splendidi figli adolescenti, avuti con quattro cesarei (penso in sconto dei miei peccati), a cui abbiamo avuto la grazia, io e mio marito, di poter trasmettere la fede…
All’età di 34 anni c’è stato un evento importante nella mia vita: l’incontro con il mio padre terreno, che ho cercato e conosciuto grazie all’aiuto di un sacerdote (che benedico), che ha ascoltato e creduto alla mia storia... A quest'uomo ho portato il mio perdono, pur non nascondendogli tutto il dolore e lo svantaggio che ho avuto dal mio mancato riconoscimento. Non ho pretesa alcuna, se non quella che lui possa salvarsi ed incontrare il Signore, come è successo a me!
Nel Natale 2007 infine, qui da noi, per la prima volta è venuta a trovarmi mia madre, che ho potuto, in circa due settimane, conoscere un po’ meglio... Anche se sapere tante cose, tutte insieme, mi ha provocato parecchia sofferenza!
Concludo dicendo che viviamo ancora in molte difficoltà, ma vissute nel Signore, tutte hanno un senso! Ringrazio Gesù perché ha fatto, a me e a Luca, il dono grande di trasformare la nostra acqua in vino nuovo! Ho ancora molto da imparare e cerco di farlo attraverso le persone che il Signore mette sulla mia strada. Tra i miei alti e i miei bassi, ho imparato una cosa che tengo ben stampata nel cuore e nella mente: La vita è un dono che non bisogna gettare via… mai!
Giovanna Tedesco, 20-4-2008



PER GRAZIA RICEVUTA
Mi chiamo Stella, e navigando in internet mi sono imbattuta per caso in questo sito. Scrivo per rendere testimonianza di una grazia ricevuta dalla Santa Famiglia di Nazareth. Per molto, troppo tempo, la mia famiglia è stata colpita da litigi e divisioni. In particolare, mia madre e mio fratello non si parlavano più, e questo per più di un anno!
Io soffrivo tantissimo per questa situazione e chiedevo al Signore, nelle mie preghiere, la pace per tutte le famiglie del mondo. Poi, un giorno, ho cominciato a pregare la Santa Famiglia, le ho offerto una novena chiedendo pace, pace, pace...
Non è passato neanche un mese dalla fine delle mie preghiere, quando un giorno mi chiama mia madre e mi dice che sta partendo per Milano (dove vive mio fratello), per vedere lui ed i nipotini.
Che gioia!
Ringrazio con tutto il mio cuore San Giuseppe, la Madonna e Gesù, per questa grazia che mi hanno concesso, e spero con tutta la mia anima, che tutte le persone che riceveranno questa mia testimonianza, si rivolgano con fiducia alla Santa Famiglia, e certamente verranno esauditi. Grazie per avermi dato la possibilità di far conoscere questi prodigi.
Stella Caponetto, 4-3-2008

LA PACE SIA CON TE





Loading



NetCrim - Risorse Cristiane on line


E' possibile ordinare a domicilio i libri di Vincenzo Topa. Per farlo puoi andare sul sito dell'editore (Lulu.com), registrare una tua e-mail e procedere.
Puoi pagare le spese di stampa e spedizione con PostaPay, PayPal o Carta di Credito (Visa, MasterCard, American Express, Discover/Novus).
Clicca qui sotto per iniziare:

Lulu.com: il Print On Demand

Vincenzo Topa © 2007/2012 - All Rights Reserved