MARINA DI LESINA

 

La storia della torre Fortore, il Bosco Isola, la spiggia.

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IL NOSTRO TERRITORIO
Marina di Lesina
La duna, da Torre Fortore a Punta Pietre Nere, presenta un’ampia spiaggia, costeggiata da una fitta boscaglia, ricca di vegetazione e profumata di piante particolari.
Un’unica strada carrabile da Lesina conduce alla Torre e lì si ferma. Per attraversare il bosco e giungere all’Acquarotta o ai vari casolari dispersi nella fitta vegetazione, è necessario percorrere stradine in terra battuta, ricavate dai vari sentieri che penetrano nel bosco.
La spiaggia, una volta deserta e solitaria, si riempiva di vita e di colori nei mesi di luglio e agosto, quando la gente dei paesi limitrofi la popolava. Per sostare anche di notte, la gente costruiva per l’occasione delle baracche di canne. Alcune assumevano forme caratteristiche, dovuto ad un modo semplice di costruzione. Si sollevavano le stanghe dei carretti, si ricoprivano di teloni molto spessi e pesanti per formare una tettoia, a riparo del sole e dell’umidità della notte. Per creare ambienti interni si servivano di lenzuola per formare un séparé. Si creavano anche piccoli reparti per la conservazione delle provviste.
Per gli spiaggisti giornalieri era sufficiente un lenzuolo legato a quattro pali per formare un riparo dal sole.
Uno o due bar, come ritrovo e punto d’incontro, erano costruiti da tavole e pali con tettoia di canne ed erano tenuti in piedi per tutta l’estate.
Marina di Lesina
Mancava la luce elettrica e le bevande, per tenerle fresche, erano riposte in grossi bidoni ricoperti da blocchi di ghiaccio.
Lanterne ad olio o a benzina illuminavano per qualche ora questi locali improvvisati e le varie baracche. La caratteristica più bella erano i falò che, accesi la sera, permettevano a tanta gente di cantare, ballare al suono di chitarre e di fisarmonica.
Durante il giorno la spiaggia si colorava di ripari improvvisati, che davano un po’ d’ombra ai turisti che si fermavano solo poche ore.
Il sabato e la domenica la spiaggia era molto più popolata, perché consentiva anche, a chi lavorava l'intera settimana, di raggiungere con facilità il mare. La gente si fermava sulla spiaggia l’intera giornata e, sotto le tende al riparo dal sole, consumava un’abbondante colazione a sacco, precedentemente preparata.
La località di Marina di Lesina, a pochi chilometri dall’abitato del comune di Lesina, è diventata negli ultimi anni uno dei siti balneari più frequenti nel periodo estivo dai residenti e dagli abitanti dei comuni limitrofi.
Moderna cittadina, satellite di Lesina, poggiata come per magia sulla macchia mediterranea, in riva al mare, conserva tutto il fascino selvaggio delle dune coperte di aromi e spezie della vasta pineta e della laguna.
Il mare, limpido e pulito, bagna chilometri di spiaggia sabbiosa e incontaminata a ridosso della pineta e delle dune tra mare e lago.
Come località turistica, Marina di Lesina sorge negli anni ’60 ad opera di un gruppo di imprenditori romagnoli, che, in accordo con il comune di Lesina, prevedono la realizzazione di insediamenti a carattere prevalentemente turistico-residenziale su un’area che si estende su una superficie totale di 1.199.267 mq, di cui solo 652.720 mq edificabile .
Mi piace riportare integralmente la stipulazione della convenzione tra gli imprenditori e il comune di Lesina, tratta dall’argomento della tesi della sig.na Annachiara Giuliani:
- la costruzione di una rete pedonale, caratterizzata da piccoli complessi di servizi necessari e di attrezzature sportive distribuite per tutto il comparto;
- la dotazione di un grande Park – Way e di aree destinate ai giochi per i bambini e soste all’aperto;
- una viabilità studiata in modo da separare il traffico automobilistico da quello pedonale con percorsi paralleli ma indipendenti;
- la realizzazione di parcheggi coperti e scoperti, zone riservate a negozi, centri acquisti e centri sportivi, stazione di servizio automobilistico;
- la costruzione di attrezzature balneari a carattere stagionale e di alberghi, motel e pensioni in cui sarebbero stati ospitati gli abitanti nonché la realizzazione di zone residenziali a basso indice di densità e dotate di vasti spazi verdi condominiali;
- la progettazione di un piano di sistemazione floristica e la realizzazione di appositi vivai per la conservazione e l’arricchimento del patrimonio boschivo al fine di integrare organicamente paesaggio e ambiente al sistema urbanistico;
- la realizzazione di un porto, dove, in un’ampia darsena avrebbero trovato riparo l’aliscafo per le isole Tremiti, motoscafi e imbarcazioni dei turisti amanti dello sport nautico; e una zona portuale per le barche da pesca in modo che il villaggio potesse essere fornito giornalmente di pesce fresco.
Nel corso degli anni, tuttavia, la configurazione urbana si è modificata espandendosi notevolmente. Le aree destinate ai motel si sono progressivamente trasformate in lotti per l’edificazione di case a schiera, a torre e residences. Tra le modifiche apportate all’originario piano regolatore della località, si era preventivata anche l’introduzione di spazi di verde pubblico e la realizzazione di strutture di quartiere .
La chiesa Stella Maris ha una forma di un poligono irregolare e si trova all’incrocio di tre importanti viali: Viale dei Platani, Viale Pietra Maura e Viale del Sole.
Il suolo per l’edificazione della Chiesa fu donato alla Diocesi di San Severo dalla Soc. Pietra Maura, che nell’anno 1974 aveva lottizzato Marina di Lesina.
Il vescovo di San Severo e Lucera, Mons. Angelo Criscito, s’interessò molto alla località di Marina di Lesina, perché voleva realizzare in quel luogo un centro liturgico polivalente.
Mons. Criscito, uomo colto e sensibile ai problemi della comunità, fu sempre disponibile al dialogo con la gente e sempre pronto ad intervenire dove c’era bisogno della sua parola e dei suoi consigli.
Mons. Criscito e l’architetto Francia idearono insieme la costruzione di una Chiesa in Marina di Lesina, perché potesse essere centro di vita ecclesiastica e di autorità religiosa di tutto quel versante del Gargano, come lo era stato Lesina per il passato.
Dopo aver ottenuto i pareri favorevoli delle autorità competenti, fu iniziata, verso la metà del 1981 l’opera, che fu portata a termine nel 1988.
Giancarlo Francia così descrive la chiesa di Marina di Lesina: “E’ interamente realizzata con strutture in cemento armato sia in fondazione che in elevazione e in conformità alle norme antisismiche”.
“L’accesso avviene dal fronte principale, con la facciata rivolta verso il viale dei Platani, mediante larga scalinata e dal fronte laterale mediante una rampa pedonale di larghezza variabile da un minimo di m. 2,00 a un massimo di m. 3,50, onde diminuire ogni barriera architettonica fino a raggiungere un largo portico dal quale, tramite un ampio portone, si accede direttamente alla Sala di Culto in cui sono disposte panche con inginocchiatoio per circa trecento persone”.
“L’aula di Culto ha forma interna simile ad un calice o ad una tazza. Mons. Angelo Criscito, invece, ne ravvedeva l’immagine di un cuore. Ha una copertura inclinata verso l’altare e sostenuta tra due grandi travi a sezione variabile e puntoni di contrafforte”.
“…lateralmente alla sala di culto si trovano Sacrestia, Ufficio del parroco, archivio, zona di soggiorno – pranzo con servizi; al piano superiore con accesso da larga scalinata a chiocciola ci sono alcune stanze da letto con servizi, al piano superiore ancora, retrostante alla loggia campanaria, punto più alto dell’intero complesso parrocchiale, un ampio e alto sottotetto con possibilità di creare ulteriori camere dormitorio”.
Questo complesso, una volta completato in ogni sua parte, potrà essere in grado di alloggiare circa una trentina di ospiti .
I primi insediamenti alberghieri di Marina di Lesina sono stati L’Hotel Lesina e L’Hotel California, oggi è diventato pensione California. In un secondo tempo fu edificato l’Hotel Maddalena.
In questa zona piena di verde, di sole e di aria pura sorge Marina di Lesina, ripetutamente premiata tra le località turistiche italiane per la purezza delle sue acque.
L’Hotel Maddalena Club, centro turistico balneare, è un nuovo insediamento in stile mediterraneo, che sta assumendo importanza turistica nazionale. Vicino al lago di Lesina, all’ingresso del Gargano. È comoda base di partenza per gite storico-culturali nei vicini luoghi di notevole interesse archeologico sia preistorico che romano e medioevale.
Dal 1989 è entrato in funzione un moderno impianto di giochi ad acqua munito di scivoli e piscine.
L’hotel, con 200 posti letto, situato ai bordi di una grande piscina, è un moderno complesso che sorge a 500m. dal mare, dotato dei più moderni comfort che offrono all’ospite la possibilità di godere una vera vacanza.
Nel 1986 si è iniziata la costruzione di un centro vacanze, l’Albatros, un complesso che prevedeva la recettività di 3500 ospiti alloggiati in tenda, in roulottes e in bungalows .
Il complesso è situato a 800 m. da marina di Lesina ed è costituito da 198 bungalows in muratura, arredati in modo funzionale. Dispone, inoltre, di un’ampia gamma di servizi per i suoi ospiti e propone svariate attività sportive, consentendo a tutti di costruirsi una vacanza su misura, secondo le proprie esigenze.
Adiacente al residence è situato “AcquaPark”, un favoloso parco acquatico con acquascivoli giganti, multipista, kamikaze, idromassaggio, piscina ad onde, bar, self-service e discoteca.
Questa località non ha ancora raggiunto quello sviluppo che si era prefisso negli anni passati. Il progetto iniziale non è stato ancora realizzato.
Il comune di Lesina si sta adoperando molto per rendere piacevole il luogo ai turisti, che ogni anno lo affollano. L’ingorgo delle strade si è abbastanza affievolito. Le lunghe e tranquille passeggiate non corrono più il rischio di essere disturbati da autisti indisciplinati.
Per favorire il decongestionamento del traffico, la viabilità è stata pianificata attraverso la realizzazione di strade a senso unico, per rendere più semplice l’afflusso e il deflusso delle vetture.
Operando in questo modo, si è potuto realizzare una serie di viali alberati con pista ciclabile.
Attualmente ci sono quattordici impianti balneari, quattro strutture ricettive e numerosi punti di ristoro .
Oggi, il villaggio turistico di Marina di Lesina, nei periodi di luglio e agosto, può ospitare oltre trentamila turisti con punte massime di circa 50.000. I turisti sono il 95%. Il resto degli abitanti, quasi tutti esercenti o artigiani, proviene dalla vicina Lesina o dai comuni limitrofi.
Nonostante ciò, la cultura contadina della minoranza locale è molto percettibile.
I viali principali, di giorno affollati di bagnanti, di sera si popolano di bancarelle, su cui fanno bella mostra le squisitissime verdure locali.
I pendolari concorrono ad accrescere sempre più il numero dei residenti.
La cucina, il vero punto di forza dell’ospitalità offerta dai diversi locali, offre una larga varietà di proposte con l’uso di prodotti tipici e genuini della terra e del mare di Puglia.
Antipasti di frutti di mare, brodetto di scampi, risotto alla marinara, grigliata di pesce.
Il comune di Lesina gestisce in loco un ufficio turistico a disposizione dei villeggianti per informazioni d’ogni genere. Nel periodo estivo è, inoltre, attivo un servizio di pronto soccorso .
Marina di Lesina, insomma, è dotata di tutti i servizi indispensabili per una confortevole vacanza: stabilimenti balneari, area di approdo per piccole barche, supermercati, distaccamento di polizia municipale, alberghi e negozi per lo shopping.
Su tutta la spiaggia e negli impianti balneari esistono momenti di vera allegria, lasciando comunque libero l’ospite di gestire a suo gradimento il soggiorno.
Il Lido Rosa è nato nel 1967 a conduzione familiare ed è stato uno dei primi lidi di questa spiaggia.
E’ situato come tutti gli altri nel Parco Nazionale del Gargano e si presenta con una lunga spiaggia di sabbia chiara, a ridosso di una grande pineta dotata di aree pic-nic e attrezzata per passeggiate a piedi, in bicicletta e a cavallo.
Il mare degrada dolcemente, senza raggiungere grandi profondità nei primi metri dalla riva.
Il Lido, oltre ad un moderno snack-bar pizzeria, offre appartamenti, parcheggio, servizio navetta, spogliatoio, servizi igienici, doccia calda e fredda, parco giochi, video giochi, ping-pong, calcio balilla, campo da beach volley, da beach tennis e da bocce, servizio assistenza bagnanti, pedalò, mini club, animazione, aerobica e balli di gruppo in spiaggia e in acqua, serate danzanti, tornei sportivi ed elezione delle miss. Possibilità di escursioni alle Isole Tremiti e giro guidato nel lago di Lesina.
Si può ben dire che la zona costiera di Lesina, Marina di Lesina, non è diventata un luogo dove s’incontra un turismo disordinato e dominato da una violenta esasperazione, perché il lesinese, temprato da un carattere forte e paziente , dovuto all’attaccamento degli usi e costumi tradizionali, ha saputo selezionare un turismo rispettoso e non invadente.
Vale come esempio il periodo di ferragosto, quando si raggiungono le punte massime d’affluenza di turisti. A Marina di Lesina si respira un’aria di tranquillità e sereno relax, dovuto anche alle sterminate distese di verde che circonda tutto l’abitato.
A pochi chilometri dal villaggio di Marina di Lesina è sorto da qualche annoil “Parco della Laguna.
E’ uno scenario incantevole. Le sale ricevimenti adibite a nozze di prestigio, meeting e coctail party sono circondate da un meraviglioso parco che offre una vista panoramica del lago di Lesina, cui fa da sfondo il suggestivo promontorio del Gargano. Il servizio è curato da personale altamente qualificato, grazie al quale è possibile assaporare la cucina mediterranea ed internazionale, degustando vini pregiati.
Spiaggia e pietre nere
Il Bosco
Bosco Isola
Cespuglio di cistus salvifolius
Chiesa del Cuore di Gesù in Poggio Imperiale
Pescare al mare
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Le torri dell'istmo di lesina
Torre Scampamorte
CONOSCERE IL TERRITORIO
 www.virgilio.it
Torre Mileto
Torre Mileto
Spiaggio di Torre Mileto
Torre Fortore
Torre Fortore agli inizi del '900
Torre Fortore
Spiaggia di Torre Mileto verso la Foce Schiapparo
 www.supereva.it
La lunga fascia costiera, che forma l’ampia spiaggia circondata da fitta vegetazione, inizia dalla foce del fiume Fortore, continua per un lungo tratto di costa fino a Punta Pietre Nere ed è interrotta dal canale Acquarotta. Riprende, poi, per un lungo tratto, e giunge alla Torre Scampamorte dov’era la foce del canale S. Andrea, oggi interrata. Prosegue ancora per un tratto fino alla foce del canale Schiapparo e termina subito dopo a Torre Mileto. Questa fascia rappresenta una vasta zona di pregio naturalistico e ornitologico, comprende, infatti, un ambiente umido e molto adatto alla sosta ed al rifugio di numerosi uccelli migratori. Lungo la duna, chiamata anche BOSCO ISOLA, si conserva una vegetazione lussureggiante, simile a quella di tutto il Gargano, dove vegetano querce, elci, cerase, corbezzoli, pino d’Aleppo, l’olivastro, il lauro, il lentisco, il mirto, il ginepro, il rosmarino, le mortelle ed offre buon pascolo ai bovini, ai bufali, ai cavalli e alle capre.
“Vi è un superbo bosco tra il lago e il mare” scriveva Ferdinando IV di Borbone.
Parte di quell'antico mondo vegetale è presente lungo l’Isola, la lingua di terra che separa la laguna dal mare.
Quest’ambiente è unico a livello nazionale, perché comprende un’estensione di macchia mediterranea con piante tipiche molto rare come il Cisto di Clusio.
Proprio percorrendo questa striscia boscosa ricca di fitta vegetazione, che unisce il verde degli alberi all’azzurro del cielo e alla limpidezza del mare, solcato da granelli di sabbia dorata, si svolgerà un itinerario per rappresentare il teatro di civiltà scomparse.
“… in questi mille ettari di paradiso, per quattordici chilometri di arenile intatto, scrive Fulco Pratesi, il tempo pare si sia fermato.”
Nonostante a tratti, lungo il percorso, si notano baracche a Torre Mileto e alcune palazzine multipiani e residences presso la Torre Fortore, dovute ad una sempre crescente speculazione edilizia, non sono scomparse le vestigia del passato. Ancora oggi, esse rappresentano l’importanza che ebbero in questa costa dell’Adriatico, che le conserva, anche se rovinate dal tempo.
Gli argomenti che saranno trattati in questo lavoro svilupperanno l’itinerario, che inizia dalla foce del Fortore fino a Torre Mileto. Partendo dala foce, si procede attraverso il bosco, rasentando la spiaggia, dove s’intrecciano sentieri di terra battuta. Si giunge alla Torre Fortore importante per gli avvenimenti che hanno caratterizzato un periodo di storia del nostro territorio. La sua origine risale al 1485, quando il re Ferdinando d’Aragona conferiva a Riccardo d’Orefice la facoltà di costruire una torre a difesa del porto e della spiaggia del Fortore.
Il percorso continua attraverso l’abitato di Marina di Lesina, fino ad arrivare alla Punta delle Pietre Nere, dove sono presenti le uniche e più antiche rocce della Puglia risalenti al triassico. Si costeggiano le paludi, habitat naturale della gallinella d’acqua e il porciglione, fino ad arrivare davanti la Torre Scampamorte, risalente all’epoca del viceregno spagnolo, secolo XVI. S’imbocca il sentiero che attraverso una superba macchia di rosmarino, lentischi, corbezzoli e ginepri porta alla foce Schiapparo. Dopo un lungo tratto di spiaggia, costellata da case abusive e locali variopinti, aperti solo due mesi l’anno, attraverso l’abitato di Torre Mileto, si giunge alla Torre.
Saranno presenti in tutto il libro argomenti di carattere storico, ma anche curiosità locali.
Cercherò di portare l’attenzione di questo percorso alle autorità competenti, primo, per impedire che questo millenario ambiente sia distrutto da spregiudicati speculatori, vincolare come monumento quelle torri che esistono lungo il percorso e, secondo, conservare integra tutta la macchia mediterranea che vi vegeta.
Sarà arduo questo mio compito, ma spero almeno di poter dare un piccolo contributo a “legambiente”, perché possa adoperarsi per salvare e meglio custodire questo paesaggio dalle caratteristiche uniche.
La Cappella di San Nazario M.
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Del magico Gargano certamente non è stato scritto tutto ciò che lo splendido sperone può far ancora dire e ispirare. Ancora oggi il sacro monte si presenta al visitatore e al viaggiatore, come apparve a Pasquale Soccio, una delle sue più grandi zolle erranti, come un’anomalia.
Anomalo è, infatti, questo promontorio per la sua conformazione, per i suoi aspetti fisici, per le sue piante e per le sue erbe, per le caratteristiche dei suoi abitanti e delle sue città, per essere contemporaneamente terra e mare: mare infinito e terra dura e tenace con foreste, che segnano i suoi confini inaccessibili e magici.
E il Gargano rimane anche terra di magia e di magie, di grandi santi e di misteriose apparizioni: le grotte di Monte Sant’Angelo e di Pulsano, abitate da frati eremiti, con tutti i loro tormenti spirituali e morali, come in un'eccezionale tebaide, vicina all’infinito; alcuni suoi borghi dimenticati, visitati e abitati a distanza di molti secoli da due santi tra i più grandi dell’intera cristianità: San Michele Arcangelo e padre Pio, che proprio qui scelsero la loro terrena dimora, segnandola con la loro presenza per aprirsi al fascino dell’eternità religiosa.
La terra resta sempre avvincente nel corso dei secoli in ogni suo angolo, fonte inesauribile di scoperte e di presenze, oggetto di visite illustri, di scrittori e letterati affascinati dal grand tour, ma anche di cacciatori avventurosi alla ricerca di un angolo di terra selvaggia.
Di un angolo di questa terra ora Alfonso Chiaromonte, già noto e valente scrittore di cose patrie, autore di apprezzati studi su Poggio Imperiale di cui ha descritto minutamente la breve ma intensa storia, collaboratore assiduo di giornali e riviste, ci offre uno studio esaustivo in un prezioso volume che vede dal mare un tratto importante di costa garganica, compreso tra la foce del Fortore e Torre Mileto. Chiaromonte lo osserva nella luce della storia della sua origine più antica, nella sua evoluzione nel tempo, attraverso le opere dei suoi descrittori e dei suoi visitatori. E ricorda anche l’illustre visita di Ferdinando IV nel 1797, a caccia in quelle paludi, nell’attesa di Maria Clementina d’Austria, promessa sposa del figlio Francesco I impalmata a Foggia dopo pochi giorni in giornate e con fasto memorabili.
Ricorda la visita di Ferdinando II Borbone nel 1844, quando gli antichi cittadini di Serracapriola con il marchese Maresca a capo improvvisarono un singolare sit-in per ottenere un ponte sul Fortore che di fatto fungeva da confine tra le terre pugliesi e quelle molisane.
Ma ancora Chiaromonte con molta accortezza e con mano felice descrive il paesaggio agreste, parla del fascino della fauna e della flora spontanea di cui dà un complesso inventario, richiamando una varietà faunistica del tutto singolare.
Nel libro sappiamo anche della nascita di Marina di Lesina, propaggine estiva della omonima cittadina, con i suoi viali e con la sua chiesa; ammiriamo la descrizione attenta dell’istmo tra lago e mare, un istmo-isola che deve conservare il fascino della riserva naturalistica; e poi ci lasciamo affascinare dalla storia delle torri costiere, volute già in epoca aragonese e poi dagli spagnoli fino ai Borboni, e costruite per infittire la costa garganica, sguarnita di difese, quale sicura guardia contro le incursioni di terribili ladroni e di crudeli e temutissimi corsari.
Ma ancora, il libro è un valido saggio di demo – antropologia con riferimenti ai cibi, alla cucina locale e alla piccola e quotidiana civiltà materiale dei popoli che su quelle coste vivono da secoli.
Il recupero attento dell’identità di questo tratto di costa invita tutti e a gran voce, alla necessità di una tutela attenta, di una lotta all’abusivismo, al degrado, alla sopraffazione in zone di singolare bellezza ambientale.
Un paesaggio che restò immutato nei secoli, amato dalle specie ornitologiche di passo e della fauna ittica, non deve essere deturpato.
Un impegno che fa onore a Alfonso Chiaromonte, perché dimostra di avere bene appreso il significato della storia e della cultura, nei suoi elementi più variegati, e di averle così rese strumento di riflessione per un futuro migliore.

Giuseppe TRINCUCCI
Società di Storia Patria per la Puglia
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