R01) Le parti principali di un tornio parallelo sono: il banco o bancale, la testa motrice, la controtesta, il carrello portautensili e gli organi per la trasmissione dei movimenti.

 

R02) Si possono eseguire le seguenti lavorazioni: torniture cilindriche e coniche, troncature, sfacciature, smussi, filettature,...Sia esterne sia interne.

Ad ogni lavorazione corrisponde un certo utensile.

In generale si possono lavorare solidi di rivoluzione (sezione perpendicolare all'asse: forma circolare).

 

R03) Si riconoscono i seguenti movimenti:

-          movimento o moto di taglio che ha il pezzo: di tipo circolare;

-          movimento o moto di alimentazione o di avanzamento che ha l'utensile: di tipo rettilineo (può essere longitudinale o trasversale); l'insieme dei due si chiama moto di lavoro. Poiché in un tornio parallelo il moto di alimentazione è a velocità molto più bassa rispetto a quella di taglio, si approssima il moto di lavoro a quello di taglio;

-          movimento o moto di appostamento o di posizionamento o di registrazione che ha l'utensile e che definisce la profondità di passata: di tipo composto.

Il motore assorbe potenza soltanto durante i moti di taglio e di avanzamento.

 

R04) Il pezzo viene fissato:

-          a sbalzo (utilizzo dell'autocentrante);

-          a sbalzo con utilizzo anche della contropunta;

-          fra punta e contropunta;

-          con utilizzo di spina fissa o espandibile;

-          con particolari attrezzature per eventuali lavorazioni speciali.

 

R05) Secondo lo scopo i torni possono essere suddivisi in: paralleli, frontali, verticali, a torretta, automatici, a copiare, a spogliare, a comando numerico,...

 

R06) I fattori che influiscono sulla precisione delle macchine utensili sono di tipo geometrico, di tipo elastostatico (rigidità), di tipo elastodinamico (smorzamento), di tipo meccanico (usura).

 

R07) Il banco o bancale è la struttura di sostegno e di collegamento dei vari organi della macchina.

 

R08) Le caratteristiche principali che deve possedere il banco sono: buona capacità di smorzamento e notevole rigidità sia statica sia dinamica.

 

R09) Il banco viene costruito con:

-          ghisa ad elevata resistenza e stabilizzata;

-          elementi di acciaio saldato riempito di materiale neutro ed antivibrazioni;

-          granito sintetico e cioè beton polimerico costituito da una resina (10% circa) caricata con una preponderante quantità di materiale quarzitico (85% circa) e da induritori ed additivi vari.

 

R10) Le guide sono necessarie per il movimento longitudinale del carrello, della controtesta e per i vari movimenti realizzati sul carrello portautensili

 

R11) Le guide debbono soddisfare le seguenti esigenze:

-          meccanica: cioè resistere alle sollecitazioni in gioco;

-          geometrica: cioè garantire i corretti movimenti.

 

R12) Le caratteristiche meccaniche e geometriche delle guide dipendono dal materiale con cui sono costruite, dalla forma, dalle dimensioni, dalla lavorazione, dalla rugosità, dalla lubrificazione, dai sistemi di protezione, ...

 

R13) Le guide debbono possedere le seguenti proprietà:

-          basso coefficiente di attrito sia statico sia dinamico;

-          resistenza all'usura e alla abrasione;

-          resistenza alla compressione;

-          durezza elevata.

 

R14) Le guide possono essere ricavate direttamente dai bancali e dunque essere di ghisa o di acciaio e trattate con tempra superficiale oppure possono essere riportate ed allora i materiali sono:

-          acciaio: cementato, temprato, rettificato;

-          laminato plastico cristallino (omopolimero acetalico);

-          resina fluorocarbonica (PTFE) con l'aggiunta di particolari cariche rinforzanti.

 [viene spalmato semisolido sulle guide preventivamente preparate e quando è essiccato (dopo 24¸36 ore) viene lavorato];

-          nitruro di titanio depositato sulle guide.

 

R15) Le rugosità superficiali degli elementi a contatto debbono essere diverse per evitare un bloccaggio fra le due parti causato da una eccessiva levigatezza delle superfici.

 

R16) Per aumentare la resistenza ad usura delle guide si ricorre ad ampie superfici di appoggio tecnicamente piane, a superfici di scorrimento indurite, ad una adeguata finitura superficiale.

 

R17) Le forme più utilizzate per le guide di scorrimento ad attrito radente sono: a coda di rondine, piane, prismatiche (dette anche guide a V), miste.

 

R18) Per i primi le piane, per i secondi le prismatiche, per gli ultimi le guide miste prismatiche e piane.

 

R19) Si può passare dalle guide ad attrito radente a quelle ad attrito volvente usando i cuscinetti a rulli per slitte, con l'eliminazione quasi totale dell'attrito di primo distacco (naturalmente la disposizione dei cuscinetti dipende dalla forma delle guide).

 

R20) Il principio è quello di interporre fra le superfici della guida e della slitta in movimento una intercapedine di un fluido in pressione (esempio: olio). Tra i vantaggi: usura nulla, ottimo smorzamento, coefficiente di attrito minimo ed indipendente dalla velocità e dal carico. Tra gli svantaggi: spessore non trascurabile, difficile regolazione dell'intercapedine del fluido e modesta rigidezza.

 

R21) La testa motrice, detta anche toppo fisso, sostiene il mandrino che imprime il moto rotatorio al pezzo in lavorazione, contiene i cambi per i moti di taglio e di alimentazione e gli organi di collegamento al motore.

 

R22) Per poter fissare gli organi accessori per il montaggio a sbalzo dei pezzi e per consentire la lavorazione delle barre. Vi è inoltre una sede conica interna dove alloggia la punta conica, se necessaria.

 

R23) Il mandrino viene costruito in acciaio carbocementato, temprato e rettificato.

 

R24) L'asse del tornio si individua congiungendo idealmente la punta e la contropunta.

 

R25) La controtesta o toppo mobile serve a sostenere i pezzi che debbono essere torniti tra le punte. Inoltre la controtesta si deve poter muovere oltre che longitudinalmente anche trasversalmente sia per poter correggere gli eventuali errori di cilindricità, sia per permettere la tornitura conica (con piccola inclinazione). Infine può essere sede di utensili quali le punte elicoidali od altro, per poter eseguire operazioni di foratura od altro.

 

R26) Sul carrello portautensili vi sono quattro slitte sovrapposte:

-          la prima slitta (longitudinale) scorre sul banco;

-          la seconda slitta (trasversale) scorre su guide opportunamente ricavate sopra la prima slitta;

-          la terza slitta (piastra girevole) poggia sulla seconda slitta e può ruotare attorno ad un asse verticale;

-          la quarta slitta (portautensili) è sulla terza, con il relativo supporto con torretta girevole attorno ad un asse verticale.

Il movimento della prima e della seconda slitta si può effettuare manualmente o automaticamente, mentre la rotazione della terza e la traslazione della quarta si eseguono manualmente.

Con queste slitte l'utensile può muoversi lungo una traiettoria qualsiasi.

 

R27) Il movimento automatico del carrello portautensili viene eseguito per mezzo della barra di comando dell'alimentazione (barra scanalata perché costituita da un albero scanalato) o per mezzo della vite conduttrice detta comunemente vite madre (è un albero filettato da impiegare preferenzialmente nella costruzione di viti). La vite madre trasmette soltanto il moto longitudinale, mentre la barra scanalata sia il moto longitudinale sia quello trasversale.

 

R28) Il movimento automatico del carrello portautensili viene derivato dal mandrino mediante ruote dentate facilmente intercambiabili.

 

R29) Il grembiale è il corpo che sorregge le varie parti del carrello portautensili.

 

R30) Il movimento del mandrino alla barra o alla vitemadre viene trasmesso attraverso il:

-          gruppo di inversione (a rapporto invariabile);

-          gruppo di rapporto (detto comunemente quaterna e formata da ruote intercambiabili e dunque con rapporto di trasmissione variabile );

-          cambio di velocità (variatore continuo o discontinuo).

 

R31) La trasmissione del moto al carrello portautensili tramite la vitemadre avviene nel seguente modo: la vitemadre viene "abbracciata" da una madrevite a ganasce (chiocciola), fissa al carrello. La chiusura e l'apertura della madrevite, costituita da due meta' (semichiocciole), si ottiene con una leva posta sul carrello stesso.

 

R32) La lavorazione tra le punte si compie sostenendo il pezzo tra le punte (di solito con contropunta rotante) alloggiate nei fori opportunamente praticati nelle due superfici terminali del pezzo. Se il pezzo e' molto lungo si fa ricorso alla lunetta che può essere fissa o mobile ed a centratura automatica.

Per eseguire gli incavi sono impiegate delle punte speciali dette punte per fori da centro.

Se il pezzo ha un foro assiale si può lavorare fra le punte montandolo su una spina leggermente conica; per assicurare maggiore aderenza si impiegano delle spine espandibili.

 

R33) L'operazione si chiama intestatura e per le lavorazioni di serie si effettua per mezzo di apposite macchine intestatrici-centratrici.

 

R34) Il pezzo è posto in rotazione essendo collegato al mandrino per mezzo di un trascinatore la cui costituzione è oltremodo varia: dal tradizionale disco menabrida (girabrida) e brida ai trascinatori a platorelli o lame.