SPECIALE FEDERICO MOCCIA E NON SOLO
 
TUTTO QUESTO E'...
SPECIALE FEDERICO MOCCIA ...E NON SOLO...
logo della sezione
SITO UFFICIALE DI TRE METRI SOPRA IL CIELO - 3MSC
SITO UFFICIALE DI HO VOGLIA DI TE - HVDT
SITO UFFICIALE DI SCUSA MA TI CHIAMO AMORE - SMTCA
TRAILER DI HVDT E ALTRI MOMENTI...
 
ULTIMO AGGIORNAMENTO 29 APRILE 2007

"Con Muccino nemmeno più amici"
Chiatti parla dal balcone di Giulietta
Laura Chiatti è single e lo dichiara nientemeno che dal balcone di Giulietta. "Con Silvio Muccino non siamo ormai nemmeno più amici - rivela da Verona, dove ha inaugurato il festival Schermi d'Amore -. Avevamo entrambi troppi impegni". Dopo essersi presi e lasciati più volte, i due non si vedono più insieme da molto e la dichiarazione di Laura suona come un appello al grande amore che ancora non c'è. Insomma, anche se lei gioca a fare la Giulietta dei nostri tempi, Romeo non si chiama più Silvio. E riprendendo il tormentone di "Ho voglia di te", in cui affiancava Riccardo Scamarcio nel ruolo della nuova fiamma, la Chiatti ha ribadito l'appello al suo misterioso amore, attaccando un lucchetto al portone del celebre palazzo veronese del XIII secolo, noto come "Casa Capuleti". Quanto a Scamarcio, dopo aver spifferato a sorpresa un vecchio flirt con lui duranto una notte, Laura spazza via ogni insinuazione. "Riccardo è una persona tenera e meravigliosa, ma ha già la sua Giulietta". Nulla da fare anche in questo caso: alla Chiatti Shakespeare non porta proprio bene.

"Come Step, infrango le regole"
Videointervista a Massimiliano Varrese
A teatro ha restituito a Step di Tre metri sopra il cielo il suo lato più fragile. "E' un bullo, un duro quando sta in famiglia, ma è romantico nei suoi incontri con Babi". Massimiliano Varrese, impegnato in questi giorni a Milano con il musical tratto dal romanzo cult di Federico Moccia, ci ha raggiunti in redazione. Si siede e incrocia le gambe, quasi a rilassarsi in posizione yoga, fa scivolare una mano sulla testa rasata come per chiamare a raccolta le idee e poi si lascia andare. E' pacato, Massimiliano. Si vede che ha tutto un mondo dentro, sul quale, a momenti, apre alcuni squarci per poi richiuderli subito dopo, quando la riservatezza prende il sopravvento. "Come Step, anch'io amo a volte infrangere le regole, mi piace andare controcorrente".
"Sono cresciuto in provincia - ricorda - dove i giovani si buttano per strada e possono compiere passi falsi. La danza e il canto per me sono stati un antidoto a tutto questo", rivela l'attore che nella serie Carabinieri interpreta Antonio Baldi. "Vedrete, finalmente il mio personaggio si scioglierà", anticipa. Varrese rivela di essere felicemente fidanzato con Eleonora di Miele. Per loro, Cupido, aveva già cominciato a lavorare ai tempi di Carramba, ma è stato sul set di Carabinieri che la freccia è scoccata con profitto...

PICCOLO SCAMARCIO?
il divo di 3MSC E HVDT riccardo scamarcio 27 anni aspetterebbe un figlio dalla compagna e attrice valeria golino 41 anni. attendiamo conferme...

STEP E BABI IN MUSICAL
3MSC è diventato un musical. debutta il 19 aprile al teatro della luna, a milano. il protagonista maschile è interpretato da massimiliano varrese mentre il ruolo di babi è interpretato dalla bionda martina ciabatti, cantante e attrice di musical alla prima esperienza da professionista.

FEDERICO MOCCIA
Raccontarsi è attraversare se stessi.
E poi dirlo agli altri, senza imposizione alcuna, solo con la voglia di conoscersi e condividere.
Chi sono... domanda difficile.
Domanda bellissima.
Io sono le parole che amo, le storie che racconto, gli amici più cari che mi accompagnano in questa vita.
Sono nei colori di un fiore che cresce ostinato
al bordo di una strada asfaltata.
Vivo dentro al cielo, quando al tramonto si tinge d'arancio, sempre diverso, sempre se stesso.
Sono nei quadri che dipingo, nella penna che uso quando scrivo, in un piccolo regalo che scelgo per fare una sorpresa.
Sono nel piacevole tepore di un maglione d'inverno e nella libertà di una maglietta estiva, nel caldo sole d'agosto.
Mi ritrovo nelle pagine degli scrittori che amo, nei fotogrammi di un film che mi commuove.
Mi perdo negli occhi di chi amo e mi ritrovo in quelli di chi mi fa sorridere e sa ridere di sé.
Sono le cose che amo: l`amicizia e la lealtà, la solitudine e la compagnia degli amici, il silenzio e lo scoppio improvviso di una risata.
Correre in moto, quando la visiera del casco è
alzata ed entra il vento.
Parlare senza dire niente, perché gli occhi hanno già svelato tutto.
Mangiare una brioche calda alla crema, bere una buona birra.
Nuotare nel mare: quello salato d'estate e quello turbolento e dolce dei sentimenti.
Penso che le persone siano onde: mai né vincenti né perdenti.
Solo onde.
Che mi portano via, mi affascinano, mi spingono e
sollevano.
E non so mai a quale spiaggia mi faranno arrivare. Ognuna delle
persone che incontro è un'onda in cui mi tuffo volentieri.
E mi piace chi sogna, chi sorride, chi vive e non sopravvive, chi non perde fiducia ed entusiasmo, chi pensa che un tramonto non sia una fine ma un inizio.
E tutto questo non è questione d'età.
Amo la curiosità quando è voglia di conoscere e non invadenza.
Sono curioso "come una donna", dicono a volte i miei amici.
E io rido.
Ma credo che la curiosità sia una cosa bella, e comunque, che non appartenga ad una sola categoria.
Amo il darsi del "Tu": è come darsi del "Lei". Dipende sempre e solo da come lo si fa.
Poi, come diceva J. Prevert, "non volermene se ti do del tu: io do del tu a tutti quelli che si amano anche se non li conosco."
Amo il mio essere adulto oggi, perché è frutto del ragazzo che ero ieri.
Che ha provato dolore, gioia, solitudune, delusione, voglia di reagire, speranza.
Nessuno ti ascolta se non sei credibile.
E sei credibile quando non nascondi il tuo universo. Amo i brividi che mi attraversano quando qualcuno mi ha capito e si ritrova in ciò che scrivo.
K.Gibran affermava che "il significato di un uomo non va ricercato in ciò che egli raggiunge, ma in ciò che vorrebbe raggiungere."
Ed io ci credo.



Federico Moccia è nato a Roma nel 1963.
Lavora per il cinema come sceneggiatore e per la televisione come autore di testi per grosse produzioni dell'area intrattenimento.

Federico Moccia
Presentazione dell'edizione tedesca del libro "Ho voglia di te”
24/04/2007, 19:30
Istituto italiano di cultura, Universitaestrasse 81 Colonia (D )
con la partecipazione di: Andrea Wildgruber .

Federico Moccia
Presentazione dell'edizione tedesca del libro "Ho voglia di te”
27/04/2007, 18:30
Istituto italiano di Cultura, Hildebrandstrasse 2 Berlino (D )
con la partecipazione di: Andrea Wildgruber .

15/04/2007
BASSANO DEL GRAPPA, ore 17.00, Libreria Palazzo Roberti, via Jacopo da Ponte 34, presentazione del libro “Scusa ma ti chiamo amore” di Federico Moccia. Sarà presente l’autore.

In breve
“Lei era una ragazza romantica, lui un tipo violento. Il destino un giorno li fece incontrare e cominciarono i guai per tutti…” (dalla quarta di copertina dell’edizione Ventaglio, Roma 1992). La “versione del 1992”, pubblicata in edizione speciale nel 2005 e ora riproposta in Universale Economica.
Il libro
Il successo di Tre metri sopra il cielo è una bella realtà. È diventato un libro di culto, il “primo libro” di un numero sterminato di giovani, il libro che ha fatto da ponte a generazioni diverse. E il titolo è diventato uno slogan comparso sui muri di moltissime città: “Io e te tre metri sopra il cielo”. Federico Moccia ha raccontato ai suoi lettori la storia del romanzo: che fu pubblicato in poche migliaia di copie nel 1992 e che poi ha circolato in fotocopia e che infine è stato aggiornato e parzialmente riscritto. Una storia che ha creato curiosità e attesa. Ebbene questa è la “versione del 1992”, pubblicata in edizione speciale nel 2005 e ora riproposta in Universale Economica. Questa versione ha settanta pagine in più rispetto al romanzo pubblicato in Super UE nel 2004. Ci sono più sfumature, più episodi, ed è viva tutta l’atmosfera della fine degli anni ottanta. È integra come se Step e Babi ricominciassero a vivere là dove sono nati, nel loro tempo, nella loro stagione indimenticabile.

In breve
Lo avevamo lasciato con una domanda: riuscirò mai a tornare lì, dove solo gli innamorati vivono, tre metri sopra il cielo? E le risposte stanno per arrivare...
Il libro
Arriva l’attesissimo seguito di Tre metri sopra il cielo. Perché nessuna storia finisce mai davvero. E a volte si trasforma in ciò che non avresti mai potuto immaginare. Step è partito e sta per tornare. Sta per scoprire che niente è mai uguale a come lo avevi lasciato. O meglio, a come ricordavi che fosse. Così tutto cambia e rivela la sua vera faccia. Step sulla sua moto per le strade di Roma, ritrova la banda dei Budokani, cresciuta e forse diversa. Schello, Lucone e gli altri, sempre ribelli ma un po’ più consapevoli… Il dolore lascia dei segni dentro, prima ancora che sulla pelle. Anche Babi troverà delle risposte. Step imparerà che non sempre, in amore, sappiamo ciò che vogliamo davvero. Anche quando ci sembra d’essere sicuri. Scopriremo che il perbenismo è solo il tentativo inutile di rendere perfetto ciò che non lo è, che non può esserlo in nessun modo. Lo capirà sulla sua pelle la famiglia Gervasi. Scopriremo anche che il rapporto interrotto tra un figlio e sua madre può riservare risvolti inaspettati. E se tutto esplode e non va come doveva, c’è sempre spazio per un sorriso e per ricominciare. Federico Moccia torna col suo stile diretto e intenso a mostrarci come il presente si intreccia sempre al passato, prima di diventare futuro. Un futuro non scontato. Perché nemmeno l’amore lo è mai.
Approfondimento
“Tornano Babi e Step. Tornano perché la distanza ha senso solo se poi ci si guarda di nuovo negli occhi. E per qualche risposta in più che ora hanno in tasca, ci sono mille nuove domande che arriveranno. Babi, Step, Pallina, Daniela, Raffaella, Paolo... nomi che conosciamo bene. E che tornano ora, per mischiarsi con altri, nuovi. Perché il gioco della vita non si ferma. Non si deve fermare. E l’amore ha le sue regole, bellissime e sempre diverse da come le avevi sognate.”
Federico Moccia.
In breve
Un anno con Step e Babi, per confessare e condividere rabbie, amore, passioni. Un diario da scrivere e da leggere, perché la tua vita è un libro da inventare ogni giorno. Un libro unico, perché nessuno è come te.
Il libro
Ci siamo. Il diario è arrivato. Pagine libere in attesa delle tue parole, pagine che si riempiranno di racconti, scritte colorate, ricordi, sogni, assurdità e bellezza. Dodici mesi con Step e Babi, due che forse già conosci o che, invece, non hai mai incontrato. Non importa. Ciò che conta è che ti somigliano, parlano la stessa lingua del tuo cuore e in testa girano un po´ le stesse cose. Ogni pagina un cielo. Ogni cielo un pensiero, uno sguardo, una canzone da dedicare o un'altra che fa pensare, un libro appena letto, un sogno nel cassetto. Babi e Step saranno con te attraverso le loro parole. Parole sincere, di due che l'amore lo hanno conosciuto davvero, parole nate dalla loro storia, ma che raccontano anche un po' della loro vita di adesso. Lontani eppure uniti nel cuore. Hanno scelto di abitare per un anno questi spazi azzurri con pensieri, emozioni, lune storte e sorrisi. Ognuno avrà il suo cielo, il suo spazio a cui affidare un frammento d'anima. È così che Step e Babi mischieranno il loro mondo col tuo. A volte riderete insieme, altre starete in silenzio, vicini e lontani nello stesso tempo. Come accade nell'amicizia e nell'amore, che ci fanno sentire vicini nel profondo anche sotto cieli diversi. Magari vi aiuterete a vicenda o invece vi guarderete solo da lontano. Il bello sarà comunque camminare insieme... Ma la meta, quella no, non si sa. Il gusto sta nell'inventarsela. Per questo nelle prime pagine troverai una mappa che ti mostrerà le tappe del viaggio di questo diario Tre metri sopra il cielo. Una mappa che è come una cartina. E le cartine non impongono nulla, indicano solo delle possibilità. Leggila con la fiducia nel cuore e la voglia d'andare negli occhi. Perché questo diario è una scoperta continua di cui tu sarai protagonista. Ed alla fine, quando arriverai all'ultima pagina, avrai creato qualcosa di speciale ed irripetibile. E se ci pensi, è sempre così: ogni viaggio è più bello della sua destinazione. Il diario è già lì, in cartoleria e libreria, sta solo aspettando di partire con te...
Federico Moccia.

In breve
Un libro di culto che è circolato in versione fotocopiata fra i giovani romani. Una grande storia d’amore. Da una parte i giovani, la vita di gruppo, le moto, le sfide, dall’altra i vuoti e i silenzi di famiglie infelici. Un microcosmo di vite arrabbiate che cerca di staccarsi da terra.
Il libro
Le ragazze vestono Onyx, o qualunque sia l’ultima marca in fatto di body, parlano di Avant, di Marsan e delle mode dell’ultimo minuto. I ragazzi invece girano con il loro "Vitarino" o meglio con la Bmw lunga, magari fregata al papà. Le ragazze si preparano a incontrare il ragazzo della loro vita. I ragazzi si sfidano in prove di resistenza fisica, di velocità, di rischio. Fino all’ultimo respiro. Sullo sfondo di una frenetica vita di clan, di banda (il mitico gruppo dei budokani: Schello, Pollo, Lucone), Step e Babi si incontrano. Babi è un’ottima studentessa, Step (Stefano) è un violento, un picchiatore, uno che passa i pomeriggi in piazza davanti al bar con gli amici o in palestra e la sera sulla moto o nella bisca dove si gioca a biliardo. Appartengono a due mondi diversi, ma finiscono per innamorarsi. Non è un rapporto facile perché nessuno dei due cede facilmente. Eppure si trasformano. Babi sembra irriconoscibile agli occhi dei genitori. Step rivela aspetti che ben poco collimano con la sua immagine – faticosamente costruita – da superduro. E in effetti muscoli palestra e violenza nascondono un trauma, un nodo irrisolto che getta un’ombra scura sulla vita familiare di Step e sulla tormentata love story con Baby.

Nel segno del romanticismo il debutto a teatro, il 19 aprile, di Tre metri sopra il cielo .
Ci saranno il ponte con la scritta Io e te, tre metri sopra il cielo, la musica degli anni 80 e quella di oggi, i valori dell’amore e dell’amicizia, nel musical ispirato al romanzo cult di Federico Moccia, che debutterà il 19 aprile al teatro della Luna di Assago. Nei panni di Step, Massimiliano Varrese, impegnato nel confronto a distanza con Riccardo Scamarcio, lanciato nel 2004 proprio dal film di Luca Licini, sempre tratto dal libro dell’autore romano.
“Quando mi hanno proposto il ruolo - racconta Varrese, lanciato dalla fiction Grandi domani - la mia prima domanda è stata “E Scamarcio?”, perché se il pubblico pensa a Step pensa a lui. Era la mia paura, ma questo non è cinema: io canto e recito dal vivo”. Per
tirare fuori il “suo” Step, il trentunenne ha letto i due romanzi di Moccia, ha parlato con lo Scrittore e si è convinto che il suo personaggio “non è il classico teppistello in moto, ma un ragazzo dolce, che ha sofferto, un timido che si nasconde dietro una corazza, ma che con Babi e la famiglia è romantico. Se tiro fuori quello Step - si augura tra gli applausi del cast - ho vinto”. Accanto a lui, nei panni di Babi, la ventunenne toscana Martina Ciabatti, scelta tra centinaia di aspiranti, nonostante non fosse bionda, per gli occhi azzurri e una voce, pare, incantevole.
Il romanticismo sembra il leit motiv del musical prodotto da Palazzo Irreale e diretto da Mauro Simone, che non lo ha voluto ambientare a Roma, come nell’originale, “ma in una qualunque città italiana, perché “3msc” è un messaggio d’amore per tutta la nazione: ovunque si vada, cè una scritta che lo ricorda”. “Del libro - anticipa - abbiamo ripreso i punti salienti: l’amicizia, la famiglia, l’amore e la morte”.
Tra le caratteristiche del musical, anche il fatto di essere tutto italiano, come sottolineato dallo stesso Moccia: “E una bella sfida che, da un testo italiano, nasca - dice lo scrittore - un musical italiano”. Nonostante Moccia abbia lasciato libertà interpretativa al regista, il legame con il libro sarà sottolineato da fotocopie delle sue pagine, che decoreranno quinte e boccascena. Le musiche, scritte su misura degli interpreti, passeranno dagli anni 80 al rock più attuale, così come le coreografie ondeggeranno dallo stile contemporaneo a quello del decennio in cui è ambientato il romanzo, cui si rifanno anche i costumi. Ad accompagnare il debutto, l’uscita del libro 3Msc - Emozione e sogno, con copione e prefazione di Moccia, che annuncia un seguito per Step e Babi.
Anche il musical, dopo Milano dove, dopo le preview stile Broadway dal 13 aprile, sarà ufficialmente in scena dall’9 aprile al 6 maggio, riprenderà il suo cammino da ottobre, con 150 repliche, tra cui un mese al teatro Olimpico di Roma.
Per lanciare le collezioni dedicate a Tre metri sopra il cielo, che avranno per testimonial Varrese e Ciabatti, lo sponsor Tribe By Breil ha proposto ai ragazzi milanesi di lanciare sotto forma di palloncini, dalla terrazza del casello ovest di Porta Venezia, le loro promesse d’amore.

Federico Moccia: Crescere non è una scommessa .
Eventi esterni, passati e presenti non direttamente dipendenti da noi influenzano questo complesso percorso. Lo disegnano. E può diventare difficile. Hesse diceva che si ha paura di mille cose, dei dolori, dei giudizi, del proprio cuore, del risveglio. della solitudine, del freddo, della pazzia. della morte. Ma tutto ciò è maschera e travestimento. In realtà c’è una cosa sola della quale si ha paura: del lasciarsi cadere. del passo incerto, del breve passo sopra tutte le assicurazioni esistenti”. Ecco il punto: crescendo, proprio quando dovresti lasciarti andare alla scoperta del mondo, ti vengono a mancare le certezze, I ragazzi: trapezisti incerti in equilibrio precario sul filo. Non vedono reti di protezione. Problemi familiari. contrasti emotivi forti, incomprensioni e situazioni ancor più al limite si trasformano da disagio meramente interiore a rabbia. E la rabbia nei casi più gravi si traduce in violenza. Fisica e psicologica. Lo chiamano bullismo. Atto a tre che ha per protagonisti bullo. vittima e gruppo. Forza, competitività. aggressività. Alle spalle un disagio familiare, da non intendersi necessariamente e sempre come una situazione di precarietà sociale, abbandono o evidente marginalità. Disagio è anche dove mancano dialogo e confronto. Qualcosa che noi adulti dovremmo ricordare, senza voler per forza cadere nel “giustificazionismo sociale”. Bullismo: parolacce. atteggiamenti spacconi, botte e danni contro una vittima da parte di un’altra vittima, divenuta carnefice. Quasi un riscatto per una felicità negata, dimenticando che nulla ci e dovuto ma tutto può essere (ri)costruito. Vittima che non accetta di assumersi alcuna responsabilità in merito e cerca l’appoggio di un gruppo che gli dia forza e lo “assolva”. Ma io credo nell’evoluzione e nel miglioramento. Credo che, al di là di quale sia il punto di partenza, il traguardo non sia segnato. Credo alle cause e alle soluzioni, non alle scuse. Crescendo ci si deve guardare attorno. Non limitarsi agli scenari immediatamente vicini, ma spostare lo sguardo più in là. Per trovare gli strumenti e cambiare rotta. La salvezza si chiama scelta. E la scelta può essere dolorosa, perché implica rottura e cambiamento. Quando tutto sembra ineluttabile. dialogo e presa di coscienza somigliano a parole vuote. E invece no. Fanno parte, e tanto, del nostro personale vocabolario. E puoi essere povero, ricco, emarginato, pienamente integrato, donna, uomo. sud, nord, est. ovest. piccolo, anziano, puoi essere bianco, nero o arcobaleno: quella lingua sai parlarla. O puoi impararla. E un dovere di ciascuno di noi, Prima che la maschera del carnefice aderisca così tanto alla faccia da diventare una seconda – o prima – pelle. E dopo toglierla sarà più difficile.

Speciale Ho voglia di te, il film .
Avevamo lasciato Step con una domanda: “Riuscirò mai a tornare lì, dove solo gli innamorati vivono, tre metri sopra il cielo?” Le risposte stanno per arrivare... anche al cinema!
Il film
Dopo aver trascorso due anni negli Stati Uniti, Step (Riccardo Scamarcio) torna a Roma per affrontare tutto quello che aveva cercato di gettarsi alle spalle: il dolore per l'amico che non c'è più, il difficile rapporto con la madre, un futuro "da grande" tutto da inventare e l'ingombrante etichetta di "mito" con cui fare i conti.
Molte cose sono cambiate e l'incontro con la travolgente ed irresistibile Gin (Laura Chiatti) catapulterà Step verso emozioni e sensazioni che credeva d'aver provato solo per Babi (Katy Saunders), il primo grande amore il cui ricordo, però, non si è mai spento...
Lo speciale dietro le quinte con interviste ai protagonisti e alcuni momenti della lavorazione, il trailer, il cast, una galleria d’immagini del film Ho voglia di te, tratto dal libro omonimo di Federico Moccia, lo speciale lucchetti e il filmato del “delirio” delle fan di Riccardo Scamarcio, protagonista di Ho voglia di te e il suo saluto da una terrazza della Galleria di Milano dove l’attore era ospite di una nota trasmissione televisiva.

Il cast artistico e tecnico del film

Il cast artistico:
Riccardo Scamarcio
Laura Chiatti
Katy Saunders
Filippo Nigro
Claudio Bigagli
Galatea Ranzi

Il cast tecnico:
Regia: Luis Prieto
Sceneggiatura: Teresa Ciabatti, Federico Moccia
Costumi: Sabina Maglia
Scenografia: Sarah Webster
Suono: Pompeo Iaquone
Fotografia: Manfredo Archinto
Montaggio: Fabrizio Rossetti
Organizzatore Generale: Luigi Patrizi
Produttore delegato: Francesca Longardi
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia
Produzione: Cattleya
Prodotto da: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz

Intervista a federico moccia:
"Un gergo per ogni paese, così parla l'Italia dei ragazzi". Intervista a Federico Moccia

"Fede, 6 mitico!". "Grazie x aver scritto il libro ke più mi rappresenta". "Il tuo libro m'ha lasciato sott'acqua!". Straripa di commenti entusiasti il blog di Federico Moccia, romano di 42 anni, dopo l'uscita di Ho voglia di te, da un mese in testa alle classifiche. Al Festival di Sanremo è stato perfino omaggiato dai suoi amici della band Zero Assoluto: "Proprio ora che / camminiamo tre metri sopra il cielo...", hanno gorgheggiato. Piace molto ai teenagers, Moccia. Merito loro se Tre metri sopra il cielo, uscito per una piccola casa editrice nel '92 e subito esaurito, è stato copiato, fotocopiato e fatto marciare nel tempo: fino a che, proprio in una copisteria, l'ha scovato il produttore Riccardo Tozzi e ne ha fatto un film omonimo (2003, regia di Luca Lucini) che ha spinto la Feltrinelli a ripubblicare il libro. Un successone. Bissato, adesso, da Ho voglia di te.

Moccia, i giovani si riconoscono nelle situazioni che lei racconta, soprattutto nel linguaggio. Come raccoglie il suo materiale?
Attraverso i provini per i casting televisivi. Ho lavorato anni per Paolo Bonolis, intervistavo 1400 persone l'anno di ogni età e fascia sociale. Quando scrivo chiudo gli occhi e risento quel parlato, le espressioni più colorite che danno immagini. Commenti tipo "È forte Luca Laurenti, m'acchiappa un casino", bestemmie ripulite come "porca trota", espressioni surreali come "mannaggia alla trota salmonata".
Girando per l'Italia per promuovere i libri, mi sono accorto che ogni piccolo paese ha il suo gergo: in Puglia marinare la scuola si dice "fare x" (dal gesto di cancellare un giorno dal calendario, a Sannicandro), "bruciare la scuola" a Maglie, a Bari "fare pane" ("Domani che fai, fai pane?").

Dal 92 a oggi, come è cambiato il linguaggio dei giovani?
Innanzitutto subisce la corrente Internettiana, con termini del mondo del 'micro', dei lead e dei chip, un gergo informatico e omologante. Tutto è abbreviato: questi ragazzini digitano sulla tastiera tagliando, come una sorta di stenografi da computer. Oggi le ragazze di 14 anni si costruiscono da sole il loro blog, una piccola piattaforma per trovare amici e considerazione. Ma è tutto virtuale, finto, e rivela una grande solitudine.

Poi ci sono i tormentoni della Tv. Dal "brodo primordiale" di Arbore a "Bella, frate'!"...
"L'effetto della tv è sempre più immediato, quando accade qualcosa di nuovo subito si trasferisce nei comportamenti e nel vocabolario. Penso a 'bella padella' di dj Francesco, a 'tricche e ballacche' con relativo gesto dell'ombrello, coniato alla Fattoria".

E il look dei giovani, come si è trasformato nel tempo?
Negli anni '70-'80 il vestire era molto più selettivo e preciso. Oggi tutto è più confuso e omologato: Renzo Rosso, il boss della Diesel, veste come un ragazzo di borgata. È un look più interclassista e trans-età. A Genova una ragazza è venuta a invitarmi a parlare nella sua scuola, aveva il bianchetto sulle palpebre, un top e gonna jeans con volant di pizzo a vita bassa. Le ho risposto che avrei dovuto parlare prima con la prof. E lei, serafica: "Ma la prof sono io!".

Federico Moccia risponde al questionario di “io donna" .
Il tratto principale del suo carattere?
L'istintività.

La qualità che preferisce in un uomo?
La chiarezza.

E in una donna?
La femminilità.

Il suo migliore amico?
I "budokani”, la banda di ragazzi del mio romanzo.

Il suo principale difetto?
L'intolleranza.

La persona a cui chiederebbe consiglio in un momento difficile?
Mio padre.

Il suo sogno di felicità?
La felicità stessa e la leggerezza

Il suo rimpianto?
Qualche errore.

L'ultima volta che ha pianto?
Mi commuovono certi film ultimamente ho rivisto Il soldato Ryan.

Il giorno più felice della sua vita?
Quando avrò un figlio.

E il più infelice!
Quando ho perso i nonni.

La persona scomparsa che richiamerebbe in vita?
Mi piacerebbe rivedere i miei nonni.

La materia scolastica preferita?
Italiano.

Città preferita?
Roma.

Il colore preferito?
Blu.

Il fiore preferito?
La margherita.

L'uccello preferito?
Il gabbiano.

Bevanda preferita?
La birra chiara.

Il piatto preferito?
Bistecca fiorentina.

Il suo primo ricordo?
Io e mio padre che rincorrevamo mia madre scherzando e ridendo.

Se avesse qualche milione di euro?
Mi comprerei una casa dove poter arrivare lasciando il motorino o la macchina aperta in giardino, senza dover cercare un parcheggio.

Libro preferito?
Martin Eden di Jack London.

Autore preferito in prosa?
Francis Scott Fitzgerald.

Poeta preferito?
Giacomo Leopardi.

Cantante preferito?
Eros Ramazzotti.

Sport preferito?
Pallone.

Il suo eroe?
Ne sono alla ricerca L'ultimo è stato un professore di italiano delle scuole medie.

Il suo pittore preferito?
Sante Monachesi.

La trasmissione televisiva più amata?
Oggi quella di Fabio Volo, "Lo spaccanoci", ma Raffaella Carrà è sempre stata un mio mito.

Film preferito?
Pretty woman.

Attore preferito?
Robert De Niro.

Canzone che fischia più spesso sotto la doccia?
Un 'altra lei di Eros Ramazzotti.

Se dovesse cambiare qualcosa nel suo fisico, che cosa cambierebbe? Vorrei avere più capelli.

Personaggio storico più ammirato?
Senz'altro Giuseppe Garibaldi.

I nomi preferiti?
Uno solo: Andrea.

Quel che detesta di più?
La stupidità.

Se potesse parlare a quattr'occhi con l'uomo più potente del mondo, che cosa gli direbbe?
Rallentiamo tutto e organizziamoci meglio.

Il dono di natura che vorrebbe avere?
Saper cantare.

Il regalo più bello che abbia mai ricevuto?
Un orologio Bulova da mio padre.

Come vorrebbe morire?
Felice e sereno.

Stato d'animo attuale?
Tranquillo.

Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?
Credo nella libertà di sbagliare in buona fede o per incoscienza

Il suo motto?
Gente allegra il ciel l’aiuta.
Tre metri sopra il cielo, la storia“vera”. Intervista a Federico Moccia.
Il nuovo romanzo cult dell'adolescenza. Tre Metri sopra il cielo è stato il fenomeno editoriale del 2004. Ha venduto oltre 400 mila copie, polverizzato le classifiche di autori italiani e superato ogni ottimistica previsione. Ma soprattutto ha stregato un'immensa platea giovanile che non ha saputo fare a meno di immedesimarsi nella romantica storia d'amore (di ambientazione romana) tra una giovane liceale di buona famiglia (Baby) e un sognatore ribelle tutto muscoli e palestra (Step). Pubblicato per la prima volta nel 1992 da un piccolo editore con una tiratura limitata, subito esaurita, il romanzo ha continuato a circolare in forma di fotocopia grazie al passaparola di lettori entusiasti, fino a quando Feltrinelli, in concomitanza con la distribuzione del film, non ha deciso di ripubblicarlo, aggiornandolo secondo i gusti e le tendenze delle nuove generazioni. Ad un anno dall'uscita del testo, è in libreria l'edizione originale, più lunga e con episodi più legati agli anni in cui Federico Moccia, romano, scrittore e autore televisivo, ha ambientato il suo racconto di "ribelli senza causa".

Che effetto fa rileggere un testo che avevi scritto più di dieci anni fa?
Effettivamente è strano, molte cose non le ricordavo più. Viviamo seguendo ritmi talmente frenetici che ti dimentichi in fretta delle esperienze passate.

Quali sono le differenze sostanziali tra i due libri?
Direi che quest'ultimo ha un ritmo narrativo diverso, più legato alle atmosfere della fine degli anni Ottanta, che sono poi quelle che hanno ispirato tutto il racconto. Cambiano i ricordi, le mode, i luoghi.

Confrontandoli, emergono due generazioni a confronto. Hai delle preferenze?
Forse la generazione precedente aveva più carattere, si dispiaceva di più per cose importanti per le quali era giusto dispiacersi. Inoltre era più attenta e rispettosa nei confronti dei genitori e degli insegnanti.

Categorie che hanno dimostrato di apprezzare il tuo libro.
È vero. Ho riscosso successo non solo tra i giovani ma anche tra i quarantenni. Nella versione del '92 c'è un commento di una professoressa che dice: mi sono emozionata e ho pianto che perché rivedevo me stessa a 16 anni e mia figlia che sta crescendo. In questo senso è un libro che appartiene a tutte le generazioni.

Come mai il film non è andato altrettanto bene?
Non basta un viso, anche se di un buon attore, per rendere verosimili le emozioni e le inquietudini di un ragazzo. Forse è per questo che i lettori si appassionano ai miei personaggi, perché riescono a cogliere le sfumature, i piccoli risvolti.

Dopo l’estate uscirà il seguito. È vero che sono stati i giovanissimi a richiedertelo?
Ho avuto il consenso di molti di loro, alcuni mi hanno addirittura consigliato sulle evoluzioni della storia, per cui mi sembrava giusto continuare. Mi piacerebbe rispondere alla domanda finale del libro, quando Step si chiede se riuscirà mai più a trovarsi lì, dove solo gli innamorati vivono, tre metri sopra il cielo.







D'amore non si muore ma si cresce. Intervista a Federico Moccia
“In Tre metri sopra il cielo ho raccontato una storia romantica che qualcuno ha la fortuna di vivere, un primo amore che pensiamo non possa mai essere sostituito da un secondo. In Ho voglia di te, invece, affronto la realtà. Avevo lasciato Step, alla fine del romanzo precedente, che si chiedeva: ‘Tornerò mai lassù dove tutto sembra più bello?’, e nello stesso istante in cui se lo chiede purtroppo sa già la risposta.” Così lo scrittore romano Federico Moccia parla del suo libro da un milione di copie uscito due anni fa, Tre metri sopra il cielo, e del seguito Ho voglia di te che si è immediatamente piazzato in testa alla classifica del più venduti, scalzando pezzi da novanta come Camilleri e Dan Brown. Miracolo dell'amore adolescenziale che sa far battere i cuori al ritmo di un motore della Ferrari, o sapiente ribollita narrativa che mescolando trepidazioni, romanticismi ed erotismo ha saputo costruire un nuovo modello di romanzo giovanile?
Quello che è indubbio è che, nonostante le critiche, immancabIli di fronte a un simile successo, per qualcuno inspiegabile, Moccia (classe 1963, figlio di Giuseppe, Il noto Pipolo che con Castellano forma la coppia di sceneggiatori più famosa del cinema italiano) ha una pregevole tecnica di scrittura e una strategia narrativa capace di fare breccia nel cuore dei giovani. La storia di Step e Babi, i due diciassettenni innamorati alle prese con tante traversie, rispecchla la vita di ragazzi e ragazze di ogni tempo, perche ogni adolescente affronta sempre le stesse difficoltà, sia pure con comportamenti e linguaggl diversi. Il travolgente successo di Tre metri sopra Il cielo decretato dai giovani col passaparola dei messaggi che rimbalzavano da un cellulare all'altro, nonche del film che ne è stato tratto e che ha trasformato l'attore Riccardo Scamarcio in una star, ha imposto all'autore di scriverne il seguito, che, va riconosciuto, è dignitoso, passionale al punto giusto e coinvolgeme anche per chi i 17 anni li ha passati da un pezzo.
“Spero che nessuno dei miei lettori dice Moccia - resti deluso della piega presa dagli avvenimenti che racconto, ma se per qualcuno la delusione fosse inevitabile, voglio ricordare che c'è un tipo di amore che ci è dato di conoscere solo da adolescenti e che se quando cresciamo tante cose cambiano, non è delto che siano men o belle, anzi forse sono ancora più belle. Non dobbiamo rimanere legati agli anni bellissimi dell'adolescenza: le difficoltà vanno affrontate. Poiché non voglio anticipare il contenuto di Ho voglia di te, mi limito a dire che anche quando si cresce ci sono ancora i bei tramonti, gli amici e tante altre cose splendide.”

Lei ha definito questo suo secondo libro un thriller sentimentale. Cosa intende con questa espressione?
Quando riaffiorano in noi dei ricordi improvvisi, resuscitati da chissà quali processi mentali, proviamo sempre qualcosa di indefinibile, di bellissimo e pauroso nello stesso tempo. Le emozioni possono generare ansia e in questo senso uso il termine thriller. È quello che accade al mio protagonista, il quale ricorda l'amore bellissimo che ha avuto la fortuna di vivere. La caratteristica dell'amore è che, così come sboccia senza un perché, senza un perche può finire. Step ha passato due anni in America pensando sempre alla sua Babi che l'ha mollato e deluso. E ora ritorna, con lei sempre nel cuore. Una bella spina. Lentamente si reinserisce nella realtà, ma non è facile.

Quanto c'è di autobiografico nei suoi romanzi?
Sono state soprattutto le cose che sono successe a me da ragazzo a farmi scrivere Tre metri sopra il cielo, e poco importa che ormai i miei diciassette anni siano solo un ricordo, le mie sensazioni da uomo maturo sono rimaste uguali a quelle di allora. Ci sono delle cose che restano impresse nella memoria più di altre, come ad esempio Sabaudia e le sue spiagge dove ho ambientato una scena di Tre metri sopra il cielo, anche se spesso i paesaggi dei miei libri sono un parto della mia fantasia. Per uno scrittore forse è più facile dipingere scenari immaginari che descriverne di veri.

In Tre metri sopra il cielo ha raccontato la nascita e la fine di un amore, in Ho voglia di te, invece, segue i passi di un giovane che cresce. Vuole forse dire che c'è un tempo per soffrire pene d'amore, ma poi bisogna riprendersi, cercare altre possibilità?
La sofferenza, il vuoto che ci attanaglia quando finisce una storia, è un'esperienza solitaria, che nessuno può condividere, nemmeno l'amico più caro, che può solo starti vicino e sorriderti, ma solamente tu stai male, solo tu sai quant'è acuto il dolore che provi per la mancanza di una persona e che solo allora ti fa capire quanto fosse importante.Il dolore fa parte di noi in maniera arida e a volte quasi maleducata, e dilaga nel cuore, nei ricordi, crea solitudine e infelicità. Ma poi il dolore bisogna saperlo trasformare in qualcosa di utile per la nostra vita, per la nostra crescita, non bisogna permettergli di bloccarci ad uno stadio di dipendenza. Il dolore va vinto.

Perché ha deciso di scrivere il seguito di Tre metri sopra il cielo? Non ha paura che non le riesca di ripetere quel miracolo?
Ci sono scrittori che si fermano al primo romanzo come fece il fantastico Salinger, io invece nel mio piccolo ho pensato che sarebbe stato assurdo non scrivere il seguito, soprattutto perche ce l'avevo già in mente. Nelle ultime pagine di Tre metri sopra il cielo c'è, infatti, un richiamo a una continuazione della storia.

Non è un'operazione furba per cavalcare l'onda del successo del primo?
No, non si tratta assolutamente di un'operazione furba per guadagnare. Ho voluto solo dare un seguito più realistico alla prima parte della storia.

Qualcuno l'ha avvicinato a Liala, una delle più grandi scrittrici rosa italiame. È un accostamento che la disturba?
Non ho mai letto i romanzi di Liala, ma non mi dispiace essere paragonato a lei.

Il teppista e Babi: l’amore continua. Intervista a Federico Moccia
Ci sono voluti dodici anni per arrivare tre metri sopra il cielo, sei mesi per conquistare il territorio nazionale ed entrare nella classifica dei top ten. Da quando in febbraio è stata pubblicata (ora è alla quattordicesima edizione), questa grande storia d’amore adolescenziale tra il teppista Step e la liceale di buona famiglia Babi ("Lei era una ragazza romantica, lui un tipo violento. Il destino un giorno li fece incontrare e cominciarono i guai per tutti...") ha venduto 500 mila copie portando alla ribalta anche il suo autore. Federico Moccia - figlio di Giuseppe, il Pipolo che in coppia con Castellano è stato l’autore di numerosi film di Celentano - oggi ha 41 anni, scrive per la televisione e per il cinema.

Come è nato Tre metri sopra il cielo?
Quando l’ho scritto, nel ‘91, non c’erano ancora i vari Brizzi, Ammaniti. Mi mancava quell’atmosfera da romanzo intimo, minimalista. Sentivo il bisogno di un racconto che facesse rivivere le atmosfere della mia adolescenza, che raccontasse cose che io avevo vissuto. Allora me lo sono scritto.

E l’ha pubblicato?
Prima l’ho inviato alle varie case editrici, ma l’hanno respinto tutte.

Anche la Feltrinelli?
No, a loro non l’avevo mandato. È una casa editrice di sinistra. Il mio libro racconta un altro mondo, con altre tonalità.

Un mondo di destra?
La politica non c’entra nulla, questa è soprattutto una storia d’amore, ma sì, l’ambientazione sociale è più di quel genere, prevalgono quei valori, rispecchiano un mio modo di vedere, per esempio il bisogno di ordine.

Torniamo al ‘91. Che cosa è successo dopo quel rifiuto generale?
Lo pubblicai da un piccolo editore romano, il Ventaglio. Gli diedi tre milioni del vecchio conio, loro tirarono 2.500 copie.

Che andarono subito a ruba. Sì, a Roma funzionò il passaparola. Quando finirono, l’editore aveva chiuso i battenti e io rimisi il mio sogno nel cassetto. Non sapevo che i ragazzi avevano cominciato a fotocopiarlo, se lo scambiavano, girava nelle scuole. A mia insaputa, diventò un libro cult. In tutto ciò naturalmente non vidi una lira.

Nel ‘98 ci fu un’altra edizione, sempre a Roma, stampata da Capasso. Fino al 2001...
Quando in una copisteria del Nomentano capitò Riccardo Tozzi, della casa di produzione Cattleya, che vide una pila di fotocopie del romanzo. Ne comprò una, ne parlò con sua nipote Margherita che gli disse: ma certo tutti i ragazzi a Roma l’hanno letto... E così decise di farne un film. Quando mi chiamò pensavo fosse uno scherzo. E dopo il film gli editori che dieci anni prima l’avevano rifiutato si fecero avanti. Io scelsi Feltrinelli. Ho rivisto un po’ il romanzo, ho adeguato ai tempi la colonna sonora, i loghi, le marche dei vestiti e ho tagliato una novantina di pagine.

Quale spiegazione si è dato del successo del libro?
È un esempio vero, in cui ci si può riconoscere. Lo slogan del libro è "una storia d’amore, quella vera, la tua". O almeno quella che si vorrebbe vivere. Oggi tra i giovani vedo fragilità, solitudine, indifferenza, un modo tiepido di vivere le emozioni. Quella che io racconto è una storia romantica: Step fa di tutto per Babi, è un modo totale di vivere l’amore, di soffrire, anche se si tratta di adolescenti. Credo che oggi manchi questo.

Il libro però lo leggono anche gli adulti.
Quelli della mia generazione forse si riconoscono in quelle atmosfere. Per i genitori è un modo per riflettere sui loro figli, vedere le cose con i loro occhi.

Che cosa le chiedono più spesso i lettori?
Poiché il libro finisce piuttosto male, mi chiedono se ci sarà un seguito, se Babi e Step torneranno insieme.

E ci sarà un seguito?
Lo sto scrivendo, ma vorrei che i ragazzi capissero che nella vita non c’è sempre l’happy end.

L’amore a sedici anni. Intervista a Federico Moccia
Una sedicenne perbene molto carina, che pensa solo alla scuola si innamora perdutamente di un borgataro ruvido, che corre in moto e fa a botte. Poteva essere una storia banale; invece l'autore, Federico Moccia, ci ha messo cosi tanto cuore, emozioni vere e dettagli, oggetti, strade, marche e marchi della vita quotidiana degli adolescenti romani (e non solo) che il suo romanzo, piano piano, ha superato le 400mila copie ed è pure diventato un film di successo, con la regia di Luca Lucini. Tre metri sopra il cielo ha una storia speciale: uscito a spese dell'autore in poche migliaia di copie nel 1992, subito esaurito, poi fotocopiato e passato di mano in mano, ripubblicato da Feltrinelli "attualizzato" nel 2004, uscito infine nella "versione del 1992" in questi giorni. Piace ai ragazzi e ai loro genitori, che leggendolo si sentono più vicini ai figli. E ha conquistato persino la generazione dei trentenni cui ricorda la stagione magica dei 16 anni.
Federico Moccia, 41 anni (29 quando ha scritto la prima versione del romanzo), è anche sceneggiatore, autore di testi per Domenjca in, tiene un blog visitatissimo e ha un seguito degno di una rockstar alle continue presentazioni del libro.

"Io e te: tre metri sopra il cielo" è la scritta che Step fa trovare a Babi. su un muro: titolo inventato o copiato?
No, non l'ho letto su un muro: l'ho inventato io! Anche se, in effetti, come molti adolescenti, a 16 anni avevo scritto con la bomboletta spray su un muro, per una ragazza, una frase simile.

Aveva funzionato?
Sì, Il romanticismo non ti tradisce mai.

Il titolo del suo libro si è trasformato in un marchio per i ragazzini alloro primo amore che si scambiano in sms "io e te 3msc".
Ne sono orgoglioso e felice.

Come è riuscito a raccontare cosi bene le emozioni dell'adolescenza?
Rivivendo la mia. Ho scritto il romanzo per non dimenticare certe sensazioni, quando ti innamori e non sai cosa accadrà di quel tuo amore, quando cominci ad avere le sensazioni del tuo corpo, del corpo dell'altra, quando tutto è nuovo, assoluto, sconvolgente; E, ovviamente, bellissimo.

E adesso che è accaduto?
Quando mi capita di presentare il libro in qualche scuola e a un certo punto un ragazzo si nvolge a me dicendo "Lei", ho un attimo di smarrimento, Mi riportano al mio posto, Perché per un attimo, in mezzo agli adolescenti, mi sento uno di loro.

Che idea si è fatto dei ragazzi che incontra alle presentazioni, quelli che scrivono al suo blog?
Le ragazze sono straordinarie, hanno una marcia in più, sono vivaci, curiose, intelligenti, romantiche; i maschi spesso sono opachi, meno capaci di cogliere le sfumature. Anche nel modo di vestire. Le ragazze sono più divertite, sanno remventare questo ritorno agli anni ‘70, hanno cappellini creativi in lana, fasce, pantaloni a zampa, ma anche etnici. I ragazzi più che jeans a vita bassa e grandi cinture non sanno mettere insieme.

Ai suoi tempi era diverso?
Direi di si. Sarebbe bello se i sedicenni di oggi imparassero a rispettare la bellezza delle donne, a essere sicuri senza far pesare la loro sicurezza, ma mettendola al servizio della ragazza che amano.

Parla come un cavaliere del Medioevo! È un fautore dell'amore cortese anche nella vita?
Si. Sono sposato da 3 anni e amo moltissuno mia moglie. Non abbiamo, per ora, figli. Quando li avrò e saranno adolescenti metterò loro in mano Tre metri sopra il cielo e dirò: “Papà ha scritto questo…”.

Quali sono stati i caposaldi della sua adolescenza?
Il tempo delle mele, Porci con le ali, il libro e il film, La febbre del sabato sera. E tutto quello che racconto nel mio libro, Oggi mi sembra che i ragazzi abbiano solo il telefonino e gli sms.
Scusa ma ti chiamo amore
Niki e le sue amiche sono all’ultimo anno di scuola. Malgrado abbiano la maturità ne combinano ogni giorno di tutti i colori. Sfilate, feste, rave e tutti i possibili eventi anche fuori Roma. Alex è un “ragazzo” di quasi trentasette anni. Si è lasciato da poco e senza un vero perché con la sua fidanzata storica. Intorno a lui ruota un mondo complicato e divertente: i suoi genitori, le sue sorelle sposate e con figli e poi i suoi tre amici Enrico, Flavio e Pietro, anche loro tutti già sposati ma ognuno con le proprie particolarità. Enrico è geloso, Flavio metodico, Pietro invece è in fissa con tutte le donne del mondo. Alex è un pubblicitario e ha delle grandi responsabilità all’interno della sua azienda. Ma è appena arrivato un giovane rampante che mette a repentaglio il suo lavoro. E tutto questo non sarebbe niente se quella mattina Alex non incontrasse Niki. O meglio, se i due non si scontrassero. Niki è una bella ragazza, è divertente, è intelligente, è spiritosa, è allegra. C’è solo un piccolo dettaglio. Ha diciassette anni. Vent’anni meno di Alex. E dopo l’incontro di quella mattina, nulla sarà più come prima. Il mondo adulto si scontra con quello degli adolescenti. Ed ecco mamme e figlie in una discussione continua, papà che sono ancora ragazzini e ragazzi giovanissimi che sono già troppo adulti. E ancora ragazze sognatrici, ragazze deluse, ragazze romantiche e ragazze troppo folli. E adulti che invece hanno messo da parte tutti i loro sogni e vivono, o meglio sopravvivono, senza avere il coraggio di fermarsi a riflettere. Questo romanzo è la voglia di ritrovare la propria libertà, la voglia di avere sentimenti veri, di amare senza convenzioni e senza troppi perché. È la quotidianità ma è anche il sogno. È la voglia di dire basta a quel domani che ogni giorno ci raccontiamo, nel quale siamo sempre sicuri che faremo qualcosa di speciale. Ma intanto i giorni passano e quel domani non arriva. Di lui non c’è traccia. E allora ecco la nostra fuga, la più bella, la più folle, la più pazza. Una fuga d’amore. E poi quel faro... Insomma, un tuffo dove l’acqua è più blu. Niente di più.

Leggiamo insieme…scusa ma ti chiamo amore…
NOTTE
Notte. Notte incantata. Notte dolorosa. Notte folle, magica e pazza. E poi ancora notte. Notte che sembra non passare mai. Notte che invece a volte passa troppo in fretta.
Queste sono le mie amiche, cavoli... Forti. Sono forti. Forti come Onde. Che non si fermano. Il problema sarà quando una di noi s’innamorerà sul serio di un uomo. «Ehi, aspettate ci sono anch’io!» Niki le guarda, una dopo l’altra. Sono a via dei Giuochi Istmici. Hanno la miniauto Aixam con gli sportelli aperti e, con la musica a palla, improvvisano una sfilata di moda. «E dai, vieni allora!» Olly cammina come una pazza su e giù per la strada. Volume al massimo e occhiali a fascia. Sembra Paris Hilton. Un cane abbaia a distanza. Arriva Erica, grande organizzatrice. Prende quattro bottiglie di Corona. Appoggia i tappi sul bordo di una ringhiera e, dando dei cazzotti, li fa saltare via uno dopo l’altro. Tira fuori un limone dallo zainetto e lo taglia.
«Ehi, Erica, ma quel coltello, se ti beccano, è meno di quattro dita?...»
Niki ride e l’aiuta. Prende e infila un pezzetto di limone all’interno di ogni Corona e, pum!, brindano sbattendole forte e le alzano alle stelle. Poi si sorridono quasi chiudendo gli occhi, sognando. Niki finisce di bere per prima. Un fiato lungo e si riprende. Forti le mie amiche, e si asciuga la bocca. È bello poter contare su di loro. Lecca con la lingua quell’ultima goccia di Corona.
«Ragazze, siete bellissime... Sapete che c’è? Mi manca l’amore.»
«Ti manca una scopata, vorrai dire.»
«Quanto sei bora» dice Diletta, «ha detto che le manca l’amore.»
«Sì, l’amore» riprende Niki, «quello splendido mistero a te sconosciuto...»
Olly alza le spalle.
Sì, pensa Niki. Mi manca l’amore. Ma ho diciassette anni, diciotto a maggio. C’è ancora tempo per me... «Aspettate, aspettate, ora sfilo io, eh...»
E procede spedita su quello strano marciapiede-passerella Niki, tra le sue amiche che fischiano e ridono e si divertono per quella strana, splendida, pantera bianca che, almeno per adesso, non ha ancora picchiato nessuno.

«Amore, amore ci sei? Scusami se non ti ho avvisato, ma non ce la facevo a tornare domani.»
Alessandro entra nella sua casa e si guarda in giro. È tornato apposta con la voglia di lei ma anche con la voglia di scoprirla con qualcuno. È troppo tempo che non fanno l’amore. E quando non c’è sesso a volte vuol dire solo che c’è un altro. Alessandro gira per casa ma non trova nessuno, anzi non trova proprio più niente. Oddio, ma che, sono venuti i ladri? Poi un biglietto sul tavolo. La sua scrittura.
“Per Alex. Ti ho lasciato qualcosa da mangiare in frigo. Ho telefonato in albergo per avvisarti ma mi hanno detto che eri già partito. Forse volevi scoprirmi. No. Mi dispiace. Non c’è niente da scoprire purtroppo. Me ne sono andata. Me ne sono andata e basta. Per favore non cercarmi almeno per un po’. Grazie. Rispetta le mie scelte come io ho sempre rispettato le tue. Elena.”
No, Alessandro posa il biglietto sul tavolo, non sono venuti i ladri. È stata lei. Lei ha rubato la mia vita, il mio cuore. Lei che dice di aver rispettato le mie scelte. Ma quali scelte, poi? Gira per casa. Gli armadi sono ormai vuoti. Scelte, eh? Perfino la mia casa non era mia.
Alessandro vede il led della segreteria che lampeggia. Che c’abbia ripensato? Che stia tornando? Preme il tasto speranzoso.
«Ciao. Come stai? È un po’ che non ti fai sentire, eh... Non si fa così. Perché non venite una sera qui da noi a cena, tu ed Elena? Ci farebbe molto piacere! Chiamami presto, ciao!»
Alessandro cancella il messaggio. Anche a me farebbe piacere, molto piacere, mamma. Ma temo che mi toccherà subire una delle tue cene da solo, questa volta. E tu mi domanderai, allora, ma quand’è che vi sposate tu ed Elena, eh? Ma che cosa aspettate? Hai visto che bello, le tue sorelle hanno già dei figli. E quando ce lo darai un nipotino tutto tuo? E io forse non saprò cosa rispondere. Non riuscirò a dirti che Elena se n’è andata. E allora mentirò. Mentire a mia madre. Certo, non è bello. A trentasei anni poi, trentasette a giugno... È veramente brutto.

Una giovane diciassettenne e il suo mondo, i suoi sogni, la sua rabbia, le sue paure ma anche la sua favola... Poi un “ragazzo” maturo, i suoi amici, il mondo del lavoro, le invidie, le cattiverie, la voglia di arrivare ma anche di trovare di nuovo il piacere del tempo... I due si incontreranno o meglio si scontreranno. E allora cosa diranno gli amici di lui ormai tutti sposati e, soprattutto, cosa diranno le loro mogli? E i genitori di lei? E il suo ex ragazzo? Alex e Niki: una storia d’amore pericolosamente e dolcemente immatura!


Buongiorno, mondo. Niki si stiracchia. Oggi me lo fai un regalo? Vorrei alzarmi dal letto e trovare una rosa. Non rossa. Bianca. Pura. Tutta da scrivere come fosse una pagina nuova. Una rosa lasciata da qualcuno che mi pensa e che non conosco ancora. Lo so. Un controsenso. Ma mi farebbe sorridere. La prenderei e la porterei a scuola.
L’appoggerei sul banco, così, senza dire nulla. Le Onde arriverebbero tutte curiose.
«Ehi! Chi te l’ha regalata?»
«Fabio?»
«Che ci riprova?»
«Seee, lui una rosa, semmai un cardo secco!»
E giù a ridere. E io che non rispondo ancora. La lascerei lì per tutta la mattina. Poi all’ultima ora staccherei un petalo alla volta e con un pennarello blu scriverei, una lettera alla volta, la frase di quella bellissima canzone: “C’è un principio di allegria, fra gli ostacoli del cuore, che mi voglio meritare...” e poi lancerei quei petali dalla finestra. Il vento se li porterebbe via. Magari qualcuno li troverebbe. Li rimetterebbe in ordine. Leggerebbe la frase. E mi verrebbe a cercare. Forse lui. Già. Ma lui chi?

Alessandro si sveglia di soprassalto e poi si gira di botto nel letto. La sveglia è già suonata.
Ma porca miseria, no. Cavoli, cavoli, cavoli. Scende al volo dal letto, inciampa nelle pantofole. Ma quando l’ho spenta? O non l’ho proprio sentita? O ieri nel gran casino ho finito per non programmarla? Non è possibile. Entra quasi in scivolata in cucina. Prepara la moka, la mette sul fuoco e accende il fornello. Poi corre in bagno, prende il rasoio elettrico e mentre si fa la barba gira per la stanza. Cerca di sistemare alla meglio i segni della sera prima. Tanto oggi viene la signorina. Cavoli, fammi controllare un po’ qua... Entra nella camera degli ospiti. Trova una ciotola. Ancora ciliegie. Non è possibile. Le prende e butta tutto nel secchio della cucina. Poi rientra nel bagno degli ospiti, controlla bene nel water, nel lavandino, per terra, in ogni angolo. Bene. Nessuna traccia. E ci mancherebbe solo questo. Famoso pubblicitario arrestato per droga. Proprio io, antidroga per eccellenza. E certo, nel nostro ambiente... Non ci crederebbe nessuno. E così, nel dubbio, tira di nuovo lo sciacquone ed esce dal bagno. Mette della musica in salotto e su un pezzo di Julieta Venegas ritrova un po’ di buonumore. Si mette quasi a ballare. Tiene il tempo radendosi. Ma sì, cavolo, devo essere felice. Ho ancora trentasei anni, ho un sacco di successi alle spalle, ho vinto diversi premi nella pubblicità. Va be’, mio padre e mia madre vorrebbero tanto che mi sposassi e questo forse accadrà. O forse no. In ogni caso sono uno che può piacere. Tranquillamente. Anzi. Si guarda un po’ meglio nello specchio del salotto, si avvicina e si controlla il viso. Non poco. Anzi. Posso piacere e molto. Attenti. Attenti... Cara Elena, sarai tu a soffrire, a mangiarti le mani. Tornerai e io, con grande eleganza, ti farò entrare e trovare dei fiori. E con questa grande certezza, anche perché è l’unica che ha a disposizione, prende il caffè. Alessandro ci aggiunge un po’ di latte freddo. Poi sulle note di And It’s Supposed To Be Love di Ayo s’infila sotto la doccia e si lascia andare sotto un getto d’acqua bello fresco. Ma su che sarà il colloquio di oggi? Cavoli, sono in ritardo... troppo in ritardo. E preso dall’ansia esce rapido dalla doccia e comincia ad asciugarsi. Devo far presto, presto.

«Ma Niki, non hai fatto colazione.»
«Sì, mamma, ho preso il caffè.»
«E non mangi niente?»
«No, non ce la faccio. Sono in ritardo. In fottuto ritardo.»
«Niki, t’ho detto mille volte di non parlare in quel modo.»
«Oh, mamma, ma neanche quando sono in ritardo?»
«No, neanche. Ma vai in motorino?»
«Sì...»
«Vai piano, eh, vai piano.»
«Mamma, me lo dici ogni mattina. Vuoi vedere che alla fine porti sfiga?»
«Niki, queste parole!»
«Ma se uno porta sfiga porta sfiga. Se preferisci posso dire sfortuna, ma sempre sfiga è.»
«Ma scusa, ti pare poi che se tua madre ti dice d’andar piano vuole il tuo male? E poi te lo dico ogni mattina e finora non hai fatto nessun incidente, quindi “vai piano” è buono, va bene.»
«Ok, ok. Ciao, bacio!»
Niki bacia la mamma quasi al volo. S’infila le cuffie nelle orecchie e via, giù per le scale, saltando gli ultimi gradini. Tanto che una cuffietta si sfila dall’orecchio destro. Lei pronta la rinfila subito per sentire ancora meglio Bop To The Top di High School Musical. Esce dal portone, va in garage, sale al volo sul suo SH50, dà una botta alla pedalina e una volta acceso esce a tutta velocità dal cortile. Si ferma un attimo, guarda a sinistra e a destra, vedendo che non arriva nessuno, dà gas e s’infila nel traffico della mattina.

Alessandro procede spedito con la sua nuova Mercedes. Ha appena comprato alcuni giornali. Tenersi informati è importante. Magari alla riunione mi chiedono qualcosa sulle ultime notizie, e io non lo so... Non me lo posso permettere. Così, ogni tanto, rallentando per una fila, a un semaforo rosso, dà un’occhiata al “Messaggero” aperto sul sedile accanto. Poi riparte. Il traffico comunque scorre. Alessandro mantiene, quando può, un’andatura veloce. È in ritardo. È in ritardo... ma dà lo stesso un’occhiata al giornale.

Anche Niki è veramente in ritardo. Un ritardo fottuto. Ha ancora le cuffiette alle orecchie, ascolta la musica e accelera. Ogni tanto balla, cercando di andare a tempo. Guarda l’orologio al polso sinistro, cercando di capire se sta recuperando qualcosa, se ce la potrà fare prima che quel rompiscatole precisino del custode della scuola chiuda definitivamente il cancello dell’entrata. E così giù a tutta velocità per viale Parioli, accelerando, superando auto in doppia fila. Poi prova a fare una curva per rientrare.

Alessandro arriva dalla Moschea. Non c’è nessuno, bene. S’immette nel traffico di viale Parioli leggendo quella notizia incredibile sul “Messaggero”. Giovani ragazzi rubano cinque auto per darsi a un autoscontro molto particolare. Il BumBumCar, il Bbc, il nuovo e pericoloso gioco dei giovani ricchi e annoiati. Non ci posso credere. Sul serio fanno di queste cose... Ma non fa in tempo a finire la frase. Sterza di botto. Cerca di evitarla. Niente da fare. Ma quella ragazza sparata a duemila gli arriva proprio addosso col motorino, spiaccicandosi contro la fiancata destra. Bum. Un urto pazzesco. La ragazza scompare all’altezza del vetro, va giù. Alessandro frena di botto, chiude gli occhi, stringe i denti, i giornali scivolano giù, sul tappetino. E per il contraccolpo il volume del lettore cd sale da solo all’improvviso. La musica inonda la macchina. She’s The One. Alessandro si blocca un istante sul sedile. A occhi chiusi, stringendo il volante. Sospeso. Qualche clacson inizia a suonare, qualcun altro sorpassa nervoso. Qualcuno curioso, uno distratto, un altro cinico, figlio di troppa fretta. Alessandro scende preoccupato. Lentamente fa il giro della Mercedes mentre la musica continua. Poi la vede. Là, a terra, distesa, ferma, immobile. La testa rovesciata. Ha gli occhi chiusi, sembra svenuta. Oddio, pensa Alessandro, che le sarà successo... Si sporge un po’ in avanti. Niki piano piano apre gli occhi. Lo vede sottosopra. Poi gli sorride.
«Oddio, un angelo.»
«Magari, sono il guidatore.»
«Ma che cavolo» Niki si tira piano piano su, «ma dove cavolo guardi, guidatore? A che cavolo pensi quando vai?»
«Lo so, ma scusa, io avevo la precedenza.»
«Ma di che, ma che stai a dì? Ho visto che avevi lo stop, non mi hai visto arrivare? Ahia, mi fa malissimo il gomito.»
«Fai vedere... macché, non è neanche sbucciato. Guarda che hai fatto alla fiancata, invece.»
Niki si gira e guarda dietro, storcendosi tutta.
«E guarda che mi hai fatto tu qui. Ho i pantaloni strappati sul sedere.»
«Ma se li portate tutti così.»

Ecco, si sono conosciuti e già stanno litigando. Ma non è niente rispetto a tutto quello che ancora accadrà. Già, non era previsto. Nulla di quello che tra poco accadrà era previsto… Che strano. Nella vita ci abituiamo troppo spesso che tutto debba andare per forza in un certo modo, in quel senso prestabilito, che una storia non possa che essere quella e con quella persona. Ma a volte ci possiamo sbagliare. E allora restiamo sorpresi, non troviamo le parole. E sorridiamo. È vero. Non c’è niente di più bello di quell’errore che si chiama amore.

Biografia approfondita di federico moccia…
Federico Moccia (Roma, 1963), è autore di romanzi di successo di stampo giovanilistico.
Ha frequentato a Roma il 'Liceo Classico Villa Flaminia'.
Figlio d'arte, suo padre Giuseppe Moccia -meglio conosciuto come Pipolo-, è stato primo sceneggiatore cinematografico, assieme a Castellano, di vari pellicole di Totò, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia ed altri comici nostrani, e poi regista di alcuni tra i maggiori successi commerciali della commedia all'italiana a cavallo tra gli anni '70 e '80, come 'Il bisbetico domato', 'Attila flagello di Dio', 'Il ragazzo di campagna' o 'Scuola di ladri'.
Proprio 'Attila flagello di Dio' segna anche l'esordio nel mondo del cinema di Federico, che vi partecipa, appena diciannovenne, come aiuto regista. Nel 1987 ci prova quindi da solo, ma 'Palla al centro' passa completamente inosservato, costringendolo a passare alla tv: nel 1989 partecipa così sia come regista che come sceneggiatore al progetto di 'College', telefilm giovanile e giovanilista con Federica Moro. In tv rimane a lungo anche in qualità di autore, scrivendo i testi di molte trasmissioni di successo nel campo dell'intrattenimento come, recentemente, 'Domenica In'.
Nel 1992 ha scritto il suo primo libro romanzo Tre metri sopra il cielo. In un primo momento Federico Moccia ebbe dei problemi nel trovare una casa editrice che fosse disposta a pubblicare il suo romanzo d'esordio, poi la Feltrinelli decise di pubblicarlo, ma con una tiratura di poche copie. In seguito accadde un fenomeno piuttosto strano: le poche copie del libro vennero fotocopiate dai giovani lettori che si appassionavano sempre di piu.
Intanto, nel 1998, fa un altro tentativo nel cinema col film 'Classe mista 3A', da lui scritto e diretto, che si avvale anche della partecipazione di Paolo Bonolis: è però un altro fiasco.
Ritorna quindi dietro le quinte televisive, per uscirne però a sorpresa nel 2004, a quarantuno anni, quando il suo libro Tre metri sopra il cielo, dopo il boom di diffusione tra i licei romani, viene rivisto dalla Feltrinelli in una nuova edizione ridotta: il successo è immediato e porta anche ad una riduzione cinematografica, con tanto di ripubblicazione della versione originale ed integrale del 1992. Con il libro Tre metri sopra il cielo, Moccia ha vinto il Premio Torre di Castruccio, sezione Narrativa 2004 e il Premio Insula Romana, sezione Giovani Adulti 2004. Il romanzo è stato venduto in tutti i paesi d'Europa e persino in Giappone e Brasile.
Nel 2006 esce il suo secondo romanzo Ho voglia di te (Feltrinelli), seguito del libro precedente, da cui viene tratto l'omonimo film l'anno seguente.
Nel 2007 nelle librerie regna Scusa ma ti chiamo amore edito da Rizzoli, e il personaggio di Federico Moccia è diventata tanto celebre che è stato imitato più volte da Fiorello nella trasmisione Viva Radio 2 dal 5 marzo 2007.

Una notizia…
Continua inarrestabile il fenomeno Tre metri sopra il cielo: il libro di Federico Moccia che ha letteralmente conquistato le adolescenti, infatti diventerà presto anche una fiction televisiva che dovrebbe andare in onda su Italia 1. Secondo Riccardo Tozzi della Cattleya, però il ruolo di Step non sarà affidato a Riccardo Scamarcio, che invece era protagonista della versione cinematografica del libro di Moccia. Scamarcio però, secondo Tozzi, potrebbe apparire in un cameo. Confermata invece la presenza di Katy Louise Saunders nel ruolo di Babi.


Lo strepitoso successo di Ho voglia di te, sequel del cult adolescenziale Tre metri sopra il cielo ha convinto il produttore Riccardo Tozzi ha sfornare un altro film del fortunatissimo franchise, magari con Riccardo Scamarcio ancora una volta nei panni di Step.
"La formula Step-Scamarcio è un mix fortissimo, e con Federico Moccia stiamo pensando di fare un terzo film - ha detto Tozzi - spero che il successo di Ho voglia di te non spinga a fare altri cento film, ma ad utilizzare i ricavati per realizzare meglio i film d'autore".
Al suo debutto nelle sale Ho voglia di te ha incassato circa sei milioni di euro.

Citazioni:
Step: "Vorrei dirti una cosa ma non so se è sbagliata.. Ti amo" Babi: "Ridimmelo" Step: "Ti amo" Babi: "Non smettere mai di dirmelo" Step: "Ti amo ti amo ti amo.." Babi: "Non mi sono mai sentita così felice in vita mia" Step: "Anch'io" Babi: "Così felice da toccare il cielo con un dito?" Step: "No, di più, almeno tre metri sopra il cielo"

Voi non sapete giustificare, non sapete perdonare. L'unica cosa che siete in grado di fare è giudicare. Decidete la vita dei vostri figli sui vostri desideri, su quello che pensate voi. Senza sapere minimamente cosa ne pensiamo noi. Per voi la vita è come giocare a gin, tutto quello che conoscete è una carta scomoda che non vorreste aver mai pescato. Non sapete che farci, vi scotta tra le mani. Ma non vi chidete perchè è un violento, perchè uno è drogato, che vi frega, tanto non è vostro figlio, non vi riguarda.

E tutto quello che devi fare è metterti le cuffie, sdraiarti e ascoltare il cd della tua vita, traccia dopo traccia, nessuna è andata persa. Tutte sono state vissute e tutte, in un modo o nell'altro, servono ad andare avanti. Non pentirti non giudicarti, sei quello che sei e non c'è niente di meglio al mondo. Pause, rewind play e ancora, ancora, ancora. Non spegnere mai il tuo campionatore, continua a registrare e a mettere insieme i suoni per riempire il caos che hai dentro, e se scenderà una lacrima quando riascolti, bè, non aver paura. É come la lacrima di un fan quando riascolta la sua canzone preferita.

Teneteveli stretti i vostri pezzi di ricordi, vi capiterà di averne bisogno una volta senza loro, quando tutto vi sembrerà inutile e avrete la sensazione di essere davvero su questo pianeta ma per fortuna in una posizione privilegiata per guardare le stelle...
Frasi 3msc
1 “Quello k preferisco sta tra i 60 e i 90, quello k devi sempre fermarti ad ascoltare, quello k ti dà il ritmo, k ti fa girare la testa se sale a 120. Il battito su cui si basano tutti i battiti del mondo: il BPM del cuore, ascoltalo fratello è la tua traccia personale, non smettere mai di ballarci sopra. A volte sta lì dietro, altre volte avanti. Ma non smettere mai di sognare nuovi suoni, campionare nuovi bit, nuovi rombi di motore da mixare con i suoni del caos k ti senti dentro. Ridi fratello. FM107.3 radio caos. Il tuo BPM.
2 “….Bisogna stare molto attenti a quello k ci circonda perkè alle volte, improvvisamente, qualcosa zucchera la nostra giornata…. Questa k state per sentire non è una canzone, è la voce della neve k si scioglie in acqua pura”
3 “Fuori dalla mia finestra vedo solo macchine veloci, moto impazzite, scooter che si lasciano il traffico alle spalle. Guardo e credo di aver imparato una piccola verità: k il mondo ti vuole veloce perkè tu possa sempre arrivare in orario, ti vuole veloce per ricordare solo il rumore del tuo passaggio. È per questo k quando davvero ti accorgi k non stai andando da nessuna parte, allora acceleri.”
4 “C’è un filo k lega cose apparentemente lontane, alcuni lo chiamano coincidenza, ma è un filo invisibile…beh, la canzone k arriva per qualcuno di voi è un filo invisibile.”
5 “Revolution rock cantavano i chrash, la rivoluzione di un disco k gira al contrario e diventa skrech…il rumore k diventa suono, il battito k diventa ritmo, forza fratellini, spingete la vostra vita a tutta velocità e non smettete mai di fare rivoluzioni…la luna diventa il sole, la notte il giorno, perkè dietro ogni persona se ne nasconde un’altra, forse più bella, forse più nuova…Forse la tua.”
6 “E cosa c’è da dire di più?Fm107.3 radio caos. All you need is love.”
7 “Sapete qual’è la cosa a cui si dedicano più canzoni? Esatto fratellini, l’amore. Bello, brutto, triste, allegro, forte, debole, sexy, casto, porno, violento, sognato, dimenticato, violato, antico moderno…FM107.3 radio caos. Love is all you need.”
8 “Ho visto un graffito sta mattina, una bella donna diceva: “Ci sono solo due gironi a cui non penso mai: ieri e domani”
9 “Teneteveli stretti i vostri pezzi di ricordi, vi capiterà di averne bisogno una notte senza luna, quando tutto vi sembrerà inutile e avrete la sensazione di essere davvero su questo pianeta, ma per fortuna in una posizione privilegiata per guardare le stelle”
10 “Avete presente la maionese? Sì, la maionese, quella nei fast-food, quella k spremi i tubi e viene fuori. Credo k non ci sia niente di più difficile da fare, mettere insieme le uova, il limone, il sale e l’olio…beh, credetemi, in confronto forse è più facile innamorarsi di qualcuno k non pensavi mai e poi mai ti sarebbe piaciuto. Davvero, la maionese è così, può impazzire da un momento all’altro, un istante sembra perfetta e l’istante dopo tutti gli ingredienti se ne stanno per i fatti loro… Ma se ci riuscite non c’è niente k vi potrà fermare”
11 “…E tutto quello che devi fare è metterti le cuffie, sdraiarti per terra e ascoltare il cd della tua vita, traccia dopo traccia, nessuna è andata persa: tutte sono state vissute e tutte, in un modo o nell’altro servono ad andare avanti. Non pentirti, non giudicarti, sei quello che sei e non c’è niente di meglio al mondo. Pausa, rewind, play, e ancora e ancora e ancora, non spegnere mai il tuo campionatore, continua a registrare, a mettere insieme i suoni per riempire il caos che hai dentro. E se scenderà una lacrima quando li ascolti, beh, non avere paura, è come la lacrima di un fan che ascolta la sua canzone preferita…”
Colonne sonore:
Intro (Dj Bu$)
Sere Nere (Tiziano Ferro)
Gabriel (Lamb)
He's Simple, He's Dumb, He's The Pilot (Grandaddy)
Interludio #1 (Dj Bu$)
Radio Caos (Orchestra Di Roma)
Can You Do That? (Orchestra Di Roma)
Your Deepest Dream (Orchestra Di Roma)
Are You In Love? (Orchestra Di Roma)
Nina (Comedy Of Life)
Centosessanta Caratteri (Orchestra Di Roma)
Interludio #2 (Dj Bu$)
Beyond Your Darkest Dreaming (Orchestra Di Roma)
By My Side (Comedy Of Life)
For The First Time (Orchestra Di Roma)
Faster Than Life (Orchestra Di Roma)
Aqui Otra Vez (Comedy Of Life)
Wheeling (La Menade)
Your Hypnotic Eyes (Orchestra Di Roma)
002:12 Am (Orchestra Di Roma)
Il Lungo Addio (Orchestra Di Roma)
Outro (Dj Bu$)
E Se Ne Va (Le Vibrazioni)
Cast
Babi (Katy Saunders):
Babi è Katy Saunders, ha già recitato in "Un viaggio chiamato amore" di Michele Placido. Nel film ha 18 anni, è la classica ragazza di buona famiglia, che va bene a scuola, non dà mai pensieri ai genitori. E' onesta e altruista, ma soprattutto molto forte e orgogliosa. Con la sua migliore amica Pallina trascorre le giornate tra le lezioni in un istituto vecchio stampo (tutte in divisa!), la palestra, le feste altolocate dei suoi amici, ma in fondo le manca qualcosa, sta aspettando il principe azzurro e lo incontra in maniera un po' stramba e inaspettata. Per com'è fatta le risulta un po' difficile ammettere, forse anche con sé stessa, di essersi innamorata di uno che al primo incontro la trascina nella vasca da bagno per farle la doccia (con i vestiti addosso) e che non assomiglia per niente al principe azzurro delle favole, ma l'amore è più forte dell'orgoglio ...
Step (Riccardo Scamarcio):
Step è Riccardo Scamarcio, 25 anni nella vita, 19 nel film. Ha interpretato Andrea ne "La meglio gioventù" di Marco Tullio Giordana e Biri in "Ora o mai più" di Lucio Pellegrini. In 3MSC interpreta un ragazzo di buona famiglia, che si è messo a frequentare cattive compagnie e mostra una certa predisposizione a mettersi nei casini.Dopo essersi beccato una denuncia per aver spaccato il muso a un povero malcapitato (ma aveva le sue buone ragioni...) se n'è andato di casa e vive col fratello maggiore, manager rampante ma simpatico. Insieme al suo amico Pollo e a un gruppo di amici teppistelli si diverte a rischiare la vita nelle corse di moto clandestine e a piombare alle feste di adolescenti benestanti per dare spettacolo. Nel senso che mettono tutto sottosopra, svuotano borsette e portafogli, molestano le ragazze e seminano il panico se qualcuno ostacola i loro piani. Ma è proprio a una di queste feste che la vita di Step prenderà un'altra piega ...
Pollo (Mauro Meconi):
Pollo é Mauro Meconi, 24 anni. Ha vinto il premio come "Miglior attore protagonista" al Festival du film Italien di Ajaccio, edizione 2003, con il film "Fate come noi". Nel film é il miglior amico di Step, meno fortunato di lui, nel senso che anche lui se n’é andato di casa, ma la sua famiglia non é affatto benestante come quella dell’amico. Ogni volta che si trova nei guai, dai debiti di gioco ai conti da saldare, Pollo ricorre a Step, che in qualche modo lo salva sempre dai pasticci. Alla festa in cui Step incontra Babi, Pollo, in circostanze altrettanto bizzarre, conoscerà Pallina e ...
Pallina (Maria Chiara Augenti):
Pallina è Maria Chiara Augenti, 22 anni. Ha già recitato in "Ricordati di me", di Gabriele Muccino, nel ruolo della migliore amica della Romanoff. Anche in 3msc interpreta il ruolo dell?amica del cuore di Babi, quella che la trascina e la coinvolge nelle avventure, come in quella della folle corsa in moto. Quella che si butta nelle cose senza tanto pensarci e che ci metterà lo zampino per far sì che l'orgoglio dell'amica non faccia morire sul nascere una stupenda storia d'amore.
Frasi tratti da 3MSC…
Step: Mi farò perdonare...
Babi: Vaffanculo!
Step: Buona notte amore mio.

Love is all you need.
L'amore è tutto ciò di cui hai bisogno.

Anche io ho paura Paolo. Ho paura dei giorni che verranno, di quello che non ho più, di quello che sarà preda dei venti. Levò un po' di gas. Scalò dolcemente.
Per un attimo gli sembrò di sentire la risata di Pollo. Quella risata forte e allegra. Rivide la sua faccia, sentì la sua voce amica.

Bpm, beats per minutes, battiti al minuto, senza sosta, tieni il ritmo, la puntina scorre sulla traccia...
Jungle 170 bpm... Techno 140 bpm... House 120 bpm...
Quello che preferisco sta tra i 60 e i 70, quello che devi sempre fermarti ad ascoltare, quello che ti da il ritmo e che ti fa girare la testa se sale a 120... il battito su cui si basano tutti i battiti del mondo, il bpm del cuore, ascoltalo fratello, è la tua traccia personale, non smettere mai di ballarci sopra, a volte stagli dietro altre volte avanti, non smettere mai di sognare nuovi suoni, campionare nuovi Bit, nuovo rombi di motore da mixare con i suoni del caos che ti senti dentro... ridi fratello, FM 107.3, Radio Caos il tuo bpm.

Step: É colpa mia se Pollo è morto?
Babi: Si! È colpa tua e dei tuoi amici... e della vita che fate. Basta, stavolta è veramente finita!

Babi: "Devo dirti una... confessarti una cosa."
Step: "Cosa?"
Babi: "Non l'ho mai fatto prima."
Step: "Lo faresti con me?"
Babi: "Sì."
Step: "È la cosa più bella che mi potessi mai dire!"

E siamo lì, in alto, irraggiungibile, lì dove solo gli innamorati arrivano... io e te, tre metri sopra il cielo.

Ho visto un graffito stamattina, una bella donna diceva: ci sono due giorni a cui non penso mai, ieri e domani.

Prova un senso di sollievo. Ha bisogno di stare solo. Poi una strana sofferenza lo prende. Non ne ha bisogno. È solo.

Si chiede che cosa gliene importa a Dio di uno come me, di uno così. Niente. Dio è felice. Lui ha le stelle.

E giù birra e giù nottate, sempre insieme e sempre allegri con la voglia di vivere, di fare a botte, con una siga a mezzo e tanti sogni.

Qualcuno ha detto che a volare troppo in alto si rischia di farsi male cadendo... può essere. Ma quello che ho visto lassù, vale ogni dolore ricevuto precipitando a terra; vale che io sia qui, a vincere i miei giorni tra un ricordo passato e uno sguardo al futuro.

Pollo: Non sono come te che da quando ti sei innamorato non pensi neanche più alle corse... perché ti sei innamorato? Non pensi sempre a lei? Non vedi l'ora che ti telefoni? Non ti batte il cuore quando la vedi?
Step: Pollo... mi sa che mi sono innamorato.

Entrano in classe così. Una bionda e slanciata, l'altra bruna e piccoletta. Bella e preparata la prima, buffa e ignorante la seconda, ma con una grande cosa in comune: la loro amicizia.

Attraverso il vetro Step non può sentire quello che dice, ma lo legge facilmente sulle sue labbra. Gli consiglia, o meglio gli ordina, di andare in un certo posto. Step la guarda allontanarsi. Certo, se quel posto è bello come quello che ha lei, non gli dispiacerebbe visitarlo.

Di una cosa sono sicuro. Non potrà amarla come l'amavo io, non potrà adorarla in quel modo, non saprà accorgersi di tutti i suoi dolci movimenti, di quei piccoli segni del suo viso. È come se solo a lui fosse concesso vedere, conoscere il vero sapore dei suoi baci, il reale colore dei suoi occhi. Nessun uomo mai potrà vedere ciò che ho visto io. Lui meno di tutti. Lui reale, crudo, desideroso solo del suo corpo, incapace di vederla veramente, di capirla, di rispettarla. Lui non si divertirà a quei dolci capricci. Lui non amerà anche la sua piccola man, le sue unghie mangiate, i suoi piedi leggermente cicciotti, quel piccolo neo nascosto, non poi cosi tanto. Forse lo vedrà si, che terribile sofferenza, ma non sarà mai capace di amarlo. Non in quel mod. La tristezza si impadronisce dei suoi occhi.

Revolution rock cantavano i Clash, la rivoluzione di un disco che gira al contrario e diventa scratch, il rumore che diventa suono, il battito che diventa ritmo. Forza fratellini, spingete la vostra vita a tutta velocità e non smettete mai di fare rivoluzioni. La luna diventa il sole, la notte il giorno, perché dietro a ogni persona se ne nasconde un'altra... forse più bella, forse piu nuova, forse la tua!

Il sole sta salendo, è una bella mattinata. Babi sta andando a scuola, Step non è ancora a andato a dormire dalla notte prima. Un giorno come un altro. Ma al semaforo si trovano uno accanto all'altra. E allora quello non sarà un giorno come tutti gli altri.

Se una persona ti manca, non piangere... alza gli occhi e ricorda che è sotto il tuo stesso cielo...

E quella mattina decidi di non essere più te stesso, decidi di essere diverso per te stesso e per lui che è lì che ti guarda e ti sorride. E nei suoi occhi tu vedi il mare, quel mare da cui farti travolgere e cullare; vedi l'inferno ed il paradiso dell'amare e dell'essere amati. Ma nei suoi occhi c'è la magia di quel sogno che nonostante tutto è ancora lì latente dentro di te che grida per venire fuori. E tu lo ascolti allora quel grido, lo ascolti per non essere più uno di quelli che cammina per le vie di questa città troppo ferito per ammettere che un fiore può ancora nascere dalle ceneri di un dolore. Decidi di avere il coraggio di amare per arrivare lassù dove solo chi osa può arrivare, lassù, tre metri sopra il cielo.

Era veloce e forte, ma con lui il Signore non è stato poi un gran signore, non ha voluto dargli la rivincita: gli amici.

Perché dietro a ogni persona se ne nasconde un'altra... forse piu bella, forse piu nuova, forse la tua.

E quando ti accorgi che non vai da nessuna parte... allora acceleri...

Sapete qual è la cosa a cui si dedicano più canzoni? Esatto fratellini, l'amore. Bello, brutto, triste, allegro, forte, debole, sexy, casto, porno, violento, sognato, dimenticato, violato, antico, moderno... fm 107,3 radio caos, love is all you need.
Ho visto un graffitto stamattina, c'era una donna che diceva: "Ci sono solo 2 giorni a cui non penso mai, ieri e domani"... fm 107,3 radio caos, ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare...

Bisogna stare molto attenti a quello che ci circonda perché a volte qualcosa zucchera la nostra giornata. Quella che state per leggere non è una dedica ma è la voce della neve che si scioglie in acqua pura.
Fuori dalla mia finestra vedo solo macchine veloci, moto impazzite, scooter che si lasciano il traffico alle spalle, guardo e credo di aver imparato una piccola verità, che il mondo ti vuole rapido perché tu possa sempre arrivare in orario, ti vuole veloce per ricordare solo il rumore del tuo passaggio, è per questo che quando ti accorgi che non stai andando da nessuna parte, allora acceleri, fm 107.3 Radio Caos, vado a farmi vedere, ma da uno bravo...

Non pentirti, non giudicarti, sei quello che sei e non c'è niente di meglio al mondo!

Tutto capita per un motivo.

Tre metri sopra il cielo, il posto degli innamorati.

Avete presente la maionese? Si la maionese, quella nelle vaschette dei fast food, quella che spremi il tubetto ed esce fuori. Credo che non ci sia niente di più difficile da fare, mettere insieme le uova, il limone, il sale e l'olio bè credetemi, in confronto è più facile innamorarsi di qualcuno che non pensavi mai e poi mai che ti sarebbe piaciuto. Davvero, la maionese è così, fa impazzire da un momento all'altro. Un istante sembra perfetta e l'istante dopo tutti gli ingredienti se ne stanno per i fatti loro. Ma se ci riuscite non c'è niente che vi potrà fermare.

Apri gli occhi e inizia a sognare.

Step: "Ho paura di dirti qualcosa di sbagliato.. Ti amo"
Babi: "Ridimmelo"
Step: "Ti amo"
Babi: "Non smettere mai di dirlo"
Step: "Ti amo ti amo ti amo.."
Babi: "Non sono mai stata così felice in vita mia"
Step: "Neanch'io"
Babi: "Così felice da toccare il cielo con un dito?"
Step: "No, molto di più, almeno tre metri sopra il cielo".

E tutto quello che devi fare è metterti le cuffie, sdraiarti e ascoltare il cd della tua vita, traccia dopo traccia, nessuna è andata persa. Tutte sono state vissute e tutte, in un modo o nell'altro, servono ad andare avanti. Non pentirti non giudicarti, sei quello che sei e non c'è niente di meglio al mondo. Pause, rewind, play e ancora, ancora, ancora. Non spegnere mai il tuo campionatore, continua a registrare e a mettere insieme nuovi suoni per riempire il caos che hai dentro, e se scenderà una lacrima quando lo ascolti, beh, non aver paura: è come la lacrima di un fan che ascolta la sua canzone preferita.

Teneteveli stretti i vostri pezzi di ricordi, vi capiterà di averne bisogno una notte senza luna, quando tutto vi sembrerà inutile e avrete la sensazione di essere davvero su questo pianeta ma per fortuna in una posizione privilegiata per guardare le stelle.
FM 107.3 Radio Caos: dall’altra parte della Luna.
Frasi tratti da HVDT…
Anche nel mio cuore è scritto che: ho voglia di te...

Riuscirò mai a tornare lì, dove solo gli innamorati vivono, tre metri sopra il cielo?

Paolo: "Ehi, Step, fatti un po' vedere? Mazza come stai bene. Sei dimagrito?"
Step: "Sì. In America fanno un altro tipo di allenamento in palestra. Moltissimo pugilato. Ai primi incontri ho capito quanto siamo lenti qui a Roma."
Paolo: "Sei definitissimo."
Step: "E da quando in qua ti sei imparato 'sti termini?"
Paolo: "Mi sono iscritto in palestra."
Step: "Non credo alle mie orecchie. Era ora! Ma come, mi facevi tutte quelle storie. Ma che perdi tempo in palestra, che ti importa del fisico e tutte... E alla fine che fai?"
Paolo: "Mi ha convinto Fabiola."
Step: "Ah, ecco. Vedi, Fabiola già mi piace."
Paolo: "Ha detto che stavo seduto troppo e che un uomo deve decidere chi è fisicamente a trentatré anni."
Step: "A trentatré anni?"
Paolo: "Ha detto così."
Step: "Allora avevi ancora due anni di libertà."
Paolo: "Ho preferito non essere nella regola perfetta."
Step: "E brava Fabiola... E dove ti sei iscritto?"
Paolo: "Alla Roman Sport Center."
Step: "Anche questo l'ha deciso Fabiola?"
Paolo: "No... Io... beh, la verità è che anche lei era già iscritta là."
Step: "Ah, ecco..."

Pallina: "Cavoli, ti devo raccontare mille cose. Oh, m'avessi scritto due righe, una telefonata, una cartolina. Ma almeno il numero mio te lo ricordi?"
Step: "È lì che cercavo sempre Pollo"
Pallina: "Ciao Andrea. Che, ci fai entrare?"
Andrea: "Certo Pallina, stai sola con il tuo amico?"
Pallina: "Sì, ma sai chi è lui? Dai, è Step, ti ricordi, ti ho raccontato..."
Andrea: "Come no... Cazzo, ma sono vere tutte le cose che ho sentito su di te?"
Step: "Riduci al sessanta per cento e qualcosa di buono c'è."
Pallina: "E modesto... Grazie Andrea".
Step: "Certo che sono proprio cambiati i tempi..."
Pallina: "Perché?"
Step: "Ma è così che li prendono i buttafuori adesso?"
Pallina: "Ma guarda, Step, che quello è uno preciso."
Step: "Sì, preciso. Che vuol dire preciso? Ai bei tempi, prima di stare su una porta ti facevano vedere i sorci verdi per capire se te la cavavi o no. Sai che una volta al Green Time mi hanno detto di consegnare i soldi in una stanza in fondo... Sono entrato e mi sono piombati addosso in tre... Insomma, col cavolo che mi hanno preso i soldi. Mi sono tolto la cinghia al volo e pum! In faccia a tutti e tre. A uno l'ho preso con la fibbia e gli ho spaccato uno zigomo. Gli altri due poca roba. Ma certe sganassate in faccia. E da quel giorno ho fatto quattro mesi filati sulla porta del Green Time. 100 a sera. Era un sogno e rimorchiavi che era una meraviglia."
Pallina: "Pollo aveva un segno sulla faccia sotto lo zigomo sinistro. Mi ha detto che era stata una cinghiata."
Step: "Forse sarà stato il padre."
Pallina: "Bugiardo. Non sei cambiato."

Raffaella: "Ma che hai fatto!"
Babi: "Come che ho fatto?"
Raffaella: "Sì, hai fatto tardi e in più hai tagliato i capelli!"
Babi: "Oddio mamma, mi hai fatto prendere un colpo! Chissà che pensavo! Sì, me li sono tagliati stamattina. Sto bene? Ha detto Arturo, che me li ha fatti, che così mi donano molto di più."
Raffaella: "Sì... ma avevamo impostato un po' tutto sui tuoi capelli lunghi!"
Babi: "Mamma, ma sono solo scalati... lo sapevo che avresti detto così. Guarda... Ecco, ho fatto apposta i provini. Allora? Non sto meglio?"
Raffaella: "Sì, stai bene. Ma la scelta che avevamo fatto mi sembrava più giusta... quella coi capelli lunghi."
Babi: "Ma dai, non fare la difficile! Mamma, vedrai che per allora saranno anche ricresciuti. Piuttosto, sono tornata prima perché stasera abbiamo la cena da Mangili, giusto?"
Raffaella: "No, l'ho spostata alla settimana prossima."
Babi: "Ma mamma, scusa, allora potevi avvisarmi! Ho fatto presto apposta perché dovevamo andare da lui! Fammi una telefonata, no? Ho sempre il telefonino dietro! Mi chiami per le cose più stupide e poi non mi chiami per questo!"
Raffaella: "Non ti chiamo mai per cose stupide."
Babi: "Sì, lo so, ma ci tenevo un sacco a risolvere questo problema."
Raffaella: "Babi, non fare così, dai, da Mangili ci andiamo la settimana prossima..."
Babi: "Sì, ma subito! Io voglio essere sicura di questo Mangili, non lo abbiamo mai provato. Non lo conosce nessuno."
Raffaella: "Ma se organizza pure le cene per il Vaticano."
Babi: "Sì, lo so, ma quelli non escono mai, non sono abituati a mangiare! Che ne sanno se è buono o no quello che gli passano lì in convento?"
Raffaella: "Babi, non fare così. Vedrai che andrà tutto benissimo... E una semplice cena..."
Babi: "Sì, ma è la mia cena e per me è importante! E uno si augura che non sia l'ultima cena ma che, in questo caso, sia almeno l'unica cena!"

Pallina: "Step, non ci posso credere!"
Step: "Pallina...Cazzo, ma sei diventata una strafiga!"
Pallina: "Oh, ce l'hai fatta a capirlo!"

Paolo: "È impressionante come somigli a mamma. Chiamala, la farai felice."
Step: "Sì, più tardi."

Step: "E chi ti riconosceva!"
Pallina: "Allora come sto? Sono dimagrita eh, e il capello corto ti piace? Che ne dici? Questo taglio lo conosci?"
Step: "No assolutamente."
Pallina: "Cazzo! Ma dai, questa è l'ultima moda! Ma come, proprio tu che sei stato in America e non lo sai! Sono fashion! L'ho copiato da Cosmopolitan e Vogue. Hai presente Angelina Jolie e Cameron Diaz, ecco, le ho mischiate e superate! Quanto mi sei mancato, Step."
Step: "Anche tu."
Pallina: "Ehi, pure tu stai una favola. Fatti vedere. Sei dimagrito. Questi ci sono ancora? Eccome se ci sono... E più che mai!"
Step: "Ahia, ferma."
Pallina: "Mazza come stai messo. Vieni che ti presento. Questa è la mia amica Giada."
Step: "Ciao."
Pallina: "Lui è Giorgio e lei Simona... Andiamo bene. Manco sei arrivato che già fai una strage... Mah... Eccola lì... È andata. Andiamo anche noi, và. Noi entriamo a farci una birra. Oh, caso mai dopo ci raggiungete, eh? Che dobbiamo parlare dei tempi passati."

Step: "Allora come stai?"
Pallina: "Benissimo e tu?"
Step: "Bene. Bene."
Pallina: "Aspetta, fammi indovinare. Una Corona con una fettina di limone."
Step: "No, adesso Bud".
Pallina: "Ma dai, anche a me piace un casino. Due Bud, grazie."

Step: "Si può fumare qui dentro?"
Paolo: "Preferirei di no... Ma che fai, l'accendi lo stesso?"
Step: "È il preferirei che ti ha fregato."
Paolo: "Vedi... Sei cambiato. E in peggio."

Paolo: "Allora che ne dici, ti piace?... Oh, guarda che questo è l'ultimo modello: un Nokia fantastico."
Step: "Un telefonino?"
Paolo: "Forte, eh? Prende dappertutto. Pensa che l'ho avuto grazie a un amico, perché ancora non si trova nei negozi. È un N70, ha tutto ed è pure piccolo. Entra nella tasca della giacca."
Step: "Certo che ne hai di amici attivi, eh?"
Paolo: "Et voilà, visto? E poi si apre così e si può escludere il suono e vibra soltanto. Tieni."
Step: "Grazie... Un telefonino mi mancava proprio."
Paolo: "Hai già il numero: 335 808080, facile no? Sempre il mio amico della Telecom."
Step: "Bellissimo, ora però devo assolutamente fare una doccia."

Ciao mitico! Ma come stai? Oh, che piacere assurdo sentire la tua voce, anche se solo in segreteria. Non sai quanto mi manchi... Da morire. Roma è vuota senza di te. Ma mi hai riconosciuto, vero? Sono Pallina. Certo ormai la mia voce è un po' più da donna. Allora, ti devo raccontare una marea di cose. Da dove cominciamo? Vediamo un po'... Tanto me la posso prendere comoda, i miei stanno fuori, telefono da casa e spendo che è una meraviglia visto che mi hanno pure fatto arrabbiare. Così li punisco un po', va...

Non ci posso credere... Step. Lo sapevo, lo sapevo, ero sicura che tornava oggi. Non ci posso credere. Mamma mia, certo che è dimagrito un sacco. Però sorride. Sì, mi sembra che stia bene. Sarà felice? Magari è stato bene fuori. Troppo. Ma che, sono cretina? Mi faccio prendere dalle gelosie. Ma che diritto ne ho poi? Nessuno... E allora? Mamma, come sto messa. Sul serio, sto troppo male, troppo. Cioè, io sono troppo felice. Troppo. È tornato. Non ci posso credere. Oddio, sta guardando verso di me!

Paolo: "Ecco, lo sapevo, lo sapevo! Ma come mai con te finisce sempre così?"
Step: "Ma che dici! Se la macchina l'ho appena presa!"
Paolo: "Volevo dire che con te non si può mai stare tranquilli!"
Step: "Ok... Va bene adesso?"
Paolo: "Niente da fare, con te non c'è mai un attimo di tranquillità."
Step: "Ma dai, lo sai benissimo che stavo scherzando. Non stare lì a preoccuparti, sono cambiato."
Paolo: "Ancora? Ma quanto sei cambiato?"
Step: "Questo non lo so, sono tornato a Roma per verificarlo."

Step: "Grazie delle birre."
Eva (hostess): "Dovere."
Step: "Se hai dei problemi... c'è il mio numero di Roma... È stato il mio esame al corso di grafica."
Eva (hostess): "È andato bene?"
Step: "Erano tutti molto soddisfatti. Hanno trovato geniale dividerlo in bianco e azzurro."
Eva (hostess): "Carino."

Step: "Allora, vuole sapere perché sono partito?"
Signora: "Si."
Step: "Guardi che è una storia lunga... Si chiamava Pollo, ecco. Strano nome, vero? Ecco, è l'amico che ho perso più di due anni fa. Stava sempre insieme alla sua ragazza, Pallina. Una persona troppo forte, occhi vispi, sempre allegri, fortissima, dalla battuta facile e pungente... Io invece stavo con Babi, che era la migliore amica di Pallina."

Step: "È nervosa?"
Signora: "Da morire."
Step: "Tanto, signora, se è destino è destino."
Signora: "Che vuol dire?"
Step: "Quello che ho detto."
Signora: "Sì, ma cosa ha detto?"
Step: "Ha capito benissimo."
Signora: "Sì, ma speravo di non capire. Ho il terrore degli aerei."
Step: "Non si era capito... Pensi che la maggior parte dei disastri aerei avviene alla partenza oppure..."
Signora: "Oppure?"
Step: "All'atterraggio. Cioè fra poco."
Signora: "Ma che sta dicendo?"
Step: "La verità, signora, bisogna sempre dire la verità."

Step: "È buonissima, grazie, perfetta, fredda al punto giusto. Portata da lei poi, sembra proprio quella birra della pubblicità."
Eva (hostess): "Ma mi tolga una curiosità, qual è la prima cosa che dimenticherà?"
Step: "Forse com'era vestita..."
Eva (hostess): "Non le piace la nostra divisa?"
Step: "Molto. È che la immaginerò in maniera diversa..."

Signora: "Vede, allora è facile. Quando a una ragazza le si dice che è gnocca, vuol dire che è 'buona' come quelli che ha mangiato lei."
Step: "Sì, ma mi fa ridere pensarla come uno gnocco. Mi sa di... come si dice... ecco: goffo!"
Signora: "E no! Lei deve pensare a quegli gnocchi con sopra il sugo caldo, quel pomodoro dolce, quelli che si sciolgono in bocca, quasi si incollano tanto che la lingua poi li deve staccare dal palato."
Step: "Sì, insomma ho capito. A lei piacciono da morire gli gnocchi."
Signora: "Abbastanza."
Step: "Li mangia spesso?"
Signora: "A Roma molto spesso. A New York non ho mai mangiato italiano, che ne so, così, per principio."
Step: "Strano, dicono che ci sono un sacco di ristoranti italiani buonissimi. Oh, ecco, sta tornando la... 'gnocca'."

Step: "Eva è un bellissimo nome."
Eva (hostess): "Grazie."
Step: "Lei è un po' come la prima Eva, lei mi tenta... Ma è una tentazione lecita. Posso avere un'altra birra?"
Eva (hostess): "Ma è la terza..."
Step: "E certo, se continua a passare così... Io bevo per dimenticarla... Ma conta sempre quello che bevono tutti, o sono io che le sono
rimasto particolarmente impresso?"
Eva (hostess): "Decida lei. Sappia che è l'unico che ha chiesto una birra."

E le cose più stupide quando sei innamorato te le ricordi come le più belle, perché la loro semplicità non ha paragoni.

Nessuno fa caso all'acqua che evapora dopo le piogge, quando torna il sole, poco importa se in quell'acqua ci sono anche le lacrime spese a piangere per amore, per dolore. L'acqua evapora torna nell'aria e torna nei nostri polmoni, respirando il vento che ci investe il viso, e le lacrime tornano dentro di noi, come le cose che abbiamo perso; ma nulla si perde davvero. Ogni secondo che passa ogni luna che sorge non fanno altro che dirti "vivi, vivi e ama quello che sei comunque tu sia, ovunque tu sia. Guarda in alto verso il sole, chiudi gli occhi e non stancarti mai di sognare"
la vita è troppo breve per non essere felici... insieme.

Step: "Oggi l'ho rivista."
Madre Step: "E come è stato? Ancora tre metri sopra il cielo?"
Step: "No... tre metri sotto terra."

... e sono felice, come non ero da tanto... colpevole solo di quella scritta. Immensa. Su tutto il suo palazzo di fronte. Splendida diretta, vera. E ora non ho più dubbi. Non ho rimorsi, non ho più ombre. Non ho peccato, non ho più passato. Ho solo una grande voglia di ricominciare. E di essere felice. Con te gin. Sono sicuro. Sì, è proprio così. Vedi, l'ho anche scritto. Ho voglia di te!