Non so proprio
da dove cominciare. Troppe persone, posti, abitudini che mi hanno fatto inserire a
forza. Soprattutto
troppi bambini. Decisamente troppi bambini. In ogni caso
sono contento di essere qui, e questo é qualcosa che ha
dell'inspiegabile. Quello che intendo é che mi sento a casa,
nonostante sia tutto cosí diverso, strano, povero e rumoroso.
Non c'é nemmeno il sole, da giorni. Merito di tante persone,
Sere innanzitutto, ma forse anche un po' mio e del mio spirito di
adattamento (di cui tra l'altro ignoravo l'esistenza). Casa Uai Brasil
é molto grande e comoda, decisamente migliore delle altre case
della zona, che non é una favela, ma che é sicuramente
povera e piena di problemi. Me ne accorgo persino io... Il quartiere
é piú o meno a mezz'ora a piedi dal centro, per cui si
cammina o si prende il pullman, che tra l'altro é comodo. Non ho
ancora sperimentato i mototaxi, con la scusa che siamo in due. E
francamente non ci tengo, vedendo le strade. Teofilo é
come me l'avevano descritta (mia sorella in particolare). Vi risparmio
i dettagli. Peró non é che si é qui a fare i
turisti, perció va bene. Non ho ancora trovato una libreria, ma
sono fiducioso... Casa
Nazaré funziona molto
bene, la nostra presenza é quindi solo un
supporto. Il nostro compito é canalizzare l'energia dei bambini
in una direzione positiva e costruttiva, all'insegna di un corretto
sviluppo psico-fisico e nell'educazione alla socialitá. Esatto,
li facciamo giocare. Tra l'altro sono molto deluso dalle
capacitá calcistiche dei bambini brasiliani. Inoltre nessuno va
in giro con la maglietta di Pinga. Il che é frustrante. Oltre a stare a
casa Nazaré io e Sere giriamo con Tina a visitare i vari asili,
teniamo il corso di Italiano per i dipendenti della Casa e uno di
inglese per i ragazzi del quartiere. Io poi accompagno Sere a Capoeira,
sorreggendola al ritorno, dopo le varie centinaia di addominali che
é costretta a fare.
So cosa state
pensando, toglietevelo dalla testa: io questi sport
estremi non li faccio. Dopotutto ho quasi 30 anni.