Ufologia: tra cielo, rivelatori e cospirazioni politiche internazionali.

Se mai mi fosse chiesto per quali motivi è cominciato, ormai diversi anni or sono, il mio interesse per il mondo dell’ufologia, considerato spesso da qualcuno (per non dire dai più) come qualcosa di futile e poco interessante da ignorare a priori, dovrei senz’altro rispondere per il suo alone di mistero, di ignoto che ovviamente la caratterizza, ma non per questo la bandisce come se fosse una banale “scienza” del paranormale e dintorni. E in effetti dietro quell’aspetto dell’ufologia, che io definirei classico, “puro” e che si risolverebbe nell’osservazione e nell’archiviazione di fenomeni aerei anomali, collegati per lo più ad ospiti interplanetari (ma questa è solo la principale delle varie teorie), è emersa ed è diventata quasi coscienza comune agli ufologi la teoria dei presunti accordi segreti tra alte personalità della politica (soprattutto americane) che dovevano evidentemente rimanere nell’anonimato e presunti alieni provenienti da pianeti non meglio noti ma a quanto pare in avviata decadenza, che, in cambio della possibilità di effettuare esperimenti di vario tipo su esseri umani, avrebbero fornito al governo “ombra” della tecnologia avanzata in loro possesso. Sarà poi questa l’origine dell’esponenziale avanzamento tecnologico americano? 

A quanto pare ciò sarebbe un qualcosa che va avanti sin dal caso di “ufo crash” Roswell del 1947,  ma consolidatosi soltanto a partire dagli anni ottanta, da quando cioè sono cominciati ad apparire sulla scena alcuni rivelatori veri o solo in cerca di notorietà, ma che pur sempre hanno almeno sfiorato la verità, rischiando talora anche la loro vita e quella della loro famiglia per le loro allusioni. È questo il caso di Robert Lazar (si veda “Notiziario Ufo” di settembre-ottobre 2000) che venne alla ribalta fra il 1989 e il 1990, quando, in un’intervista rilasciata ad una rete televisiva di Las Vegas, descrisse dettagliatamente quali fossero stati i suoi compiti nella base militare segreta americana Area 51 in Nevada e nell’annesso sito S4,  asserendo di aver dovuto studiare il sistema di propulsione di alcuni velivoli alieni, giungendo ad ipotesi quali ad esempio il possibile sfruttamento di cunicoli spazio-temporali di cui la scienza moderna ha solo recentemente confermato l’esistenza in particolari condizioni. Certo è difficile appoggiare in pieno le dichiarazioni di un personaggio su cui si è cercato spesso di buttare del fango, ma non è possibile nemmeno restare indifferenti, in quanto certamente qualcosa di quel che Lazar o altri “ribelli” come l’ex-colonello del Pentagono Philip Corso hanno rivelato ha fatto scattare automaticamente contro di loro il sistema immunitario della più grande potenza economica del mondo. Certo da ciò non consegue subito che siano vittime del sistema, ma, al di là delle abduzioni, del contattismo e di veri o ben architettati video riguardanti autopsie di presunti alieni, ci deve essere per forza di cosa qualcosa da chiarire, da dover rivelare adeguatamente prima o poi, se perfino l’ormai nuovo Presidente degli Usa Bush ha detto in campagna elettorale che se fosse stato eletto avrebbe vuotato il sacco. Semplice trucco per attirarsi molti voti di più o reale conoscenza dei fatti? Ciò da augurarsi è che almeno lui sappia quel che troverebbe nell’Area 51, se mai la dovesse visitare in casi estremi di emergenza, e non faccia la medesima figura del suo sostituto hollywoodiano del film INDIPENDENCE DAY che scopre di essere praticamente tenuto all’oscuro di tutto (“Notiziario Ufo” di novembre 2000).  

Certo è che alla luce dei drammatici eventi dell'11 settembre 2001 il successore di Bill Clinton ha avuto altro a cui pensare, ha dovuto iniziare a preoccuparsi e anche a confrontarsi con una minaccia che non veniva da migliaia di anni luce di distanza, bensì da ben più vicino, da zone della terra che, spinte forse dal fanatismo religioso o forse dall'odio nato dalle evidenti disparità economiche internazionali, vorrebbero spodestare gli USA e con loro tutta la cultura occidentale dal ruolo di prima potenza mondiale, con il chiaro scopo di spezzare degli "equilibri" che, con il crollo delle torri gemelle di New York, sono divenuti molto più fragili e instabili di prima.

E, quasi immancabilmente, c'è quella parte di ufologi "cospirazionisti" che vede tra le torri al momento del crollo un oggetto luminoso e vuole che sia un ufo tornato indietro nel tempo per assistere a quell'evento di portata storica senza interferire, oppure che vuole che gli ambiente legati al terrorismo internazionale siano spinti ad agire contro le potenze occidentali da un intelligenza extraterrestre che cercherebbe forse di smuovere gli assetti del mondo, così come li conosciamo adesso e che d'altra parte non ci appaiono più così forti, per spianarsi la strada per una rapida ascesa verso il controllo definitivo e completo del pianeta. Il mio parere è che con certe congetture bisogna andarci con i piedi di piombo, attenendosi ai fatti e cercando di discernere le "bufale" ben architettate da chi ci guadagna dal seminare panico, dalle notizie vere e fondate. D'altra parte, però, bisogna riconoscere che al di là degli stessi fatti dell'undici settembre vi è sempre stato nell'opinione pubblica occidentale un clima di sospetto nelle istituzioni, che sembrano, con il loro fare un po' alla "Men in Black" maniera, voler mascherare la verità non solo riguardo agli ufo e ai fenomeni correlati, ma anche verso problemi più tangibili e che sfiorano molto più da vicino la vita del cittadino che si ritrova sempre più disorientato dagli eventi. 

Comunque è forse proprio questa trama di intrighi, complotti che sembrano caratterizzare l’ufologia, ma che ne costituiscono solo un aspetto secondario (però, non per questo da trascurare), che spingono la gente a diffidarne. Che ognuno giudichi secondo coscienza e valuti da sé, in particolar modo, cosa sta succedendo in questo determinato frangente "storico". D’altra parte, come dice la sigla di quello che è stato un vero fenomeno "cult" degli anni novanta, e cioè "X-Files":  la verità è là fuori. 

Vincenzo Vestita