Denominazione delle popolazioni indigene delle Americhe. Il termine risale a Cristoforo Colombo che, alla scoperta del Nuovo Mondo, era falsamente convinto che il continente e le isole americane facessero parte delle Indie asiatiche. Gli indiani d'America sono detti anche amerindi, amerindiani o nativi d'America; i gruppi centromeridionali, di lingua spagnola o portoghese, vengono generalmente chiamati indios.

Le origini

È ipotesi ormai quasi unanime che gli indiani d'America discendano da popolazioni asiatiche giunte in Alaska dalla Siberia nordorientale nel periodo glaciale, attraversando lo stretto di Bering, allora coperto di ghiacci, con successive ondate migratorie. Gli studiosi non concordano, invece, sulla data delle prime migrazioni, che alcuni fanno risalire a 30.000 anni fa. Pescatori e cacciatori nomadi di mammut e di renne, i primi abitatori del continente, spostandosi in gruppo alla ricerca di cibo, diedero vita a una pluralità di gruppi etnici, con culture e tradizioni differenti.

Principali aree culturali

Nella divisione del continente americano per aree culturali, ne vengono qui identificate nove nell'America settentrionale, una nella Mesoamerica (Messico e America centrale) e quattro nell'America meridionale.

America settentrionale (vedi anche: Indiani del nord America )

Il sud-ovest

Gli abitanti dell'area comprendente l'Arizona, il New Mexico, il Colorado meridionale e l'adiacente Messico settentrionale, dapprima cacciatori di mammut e poi del bisonte, diedero origine a una cultura, definita arcaica, sviluppatasi tra l'8000 a.C. e il 300 ca. a.C. Intorno al 300 a.C. alcune popolazioni del Messico, a economia basata sulla coltivazione di mais, fagioli e cucurbitacee in terreni irrigati, emigrarono nell'Arizona meridionale. Chiamati hohokam, furono gli antenati degli odierni pima e papago. I loro discendenti sono gli attuali pueblo, cui si aggiunsero in seguito gli attuali navajo e vari gruppi di apache. Risalgono al 1000 a.C. le prime caratteristiche tombe coperte da tumuli sepolcrali, diventate in seguito centri di culto, tipiche della prima civiltà hopi.

Le foreste orientali

Originariamente coperta da fitte foreste, questa vasta area, comprendente le regioni temperate degli Stati Uniti e del Canada orientali, dal Minnesota e Ontario fino all'oceano Atlantico a est e fino alla Carolina del Nord a sud, era abitata inizialmente da cacciatori: intorno al 7000 a.C. vennero introdotte l'agricoltura, la pesca, la lavorazione della pietra e, nella zona dei Grandi Laghi, del rame. Agli indiani di quest'area appartenevano gli irochesi e popolazioni di lingua algonchina, tra cui i lenape o delaware, i micmac, i narragansett, gli shawnee, i potawatomi, i menominee, gli illinois. Alcune di queste popolazioni emigrarono a ovest nel IX secolo, altre rimasero nella regione, generalmente raccolte in piccole comunità.

Il sud-est

Gran parte dell'area che occupa la regione semitropicale a nord del golfo del Messico, estendendosi dalle coste dell'Atlantico al Texas centrale, era un tempo coperta di foreste di pini e popolate da daini. Nel 3000 a.C. l'introduzione dell'agricoltura determinò un incremento demografico. Risale al 1400 a.C. la costruzione di città, fino all'arrivo degli europei, quando le epidemie cominciarono a decimare la popolazione. Le popolazioni che includevano i cherokee, i creek e i seminole erano conosciute anche come le Cinque Nazioni Civilizzate, perché la loro economia e organizzazione sociale erano più articolate e affini a quelle europee. Nella stessa area erano insediati anche i natchez, la cui elaborata cultura fu distrutta dagli europei alla fine del XVIII secolo.

Le Pianure

Nell'area delle Pianure, cioè delle praterie che si estendono dal Canada centrale fino al Messico e dal Midwest alle Montagne Rocciose, la caccia al bisonte costituì la principale risorsa alimentare fino al 1890. La maggior parte delle popolazioni viveva in piccoli gruppi nomadi al seguito delle grandi mandrie. Forme di agricoltura stanziale erano presenti lungo il Missouri e altri fiumi delle pianure centrali. Tra i primi abitanti delle praterie vi furono i piedi neri (cacciatori), i mandan e gli hidatsa (agricoltori); quando poi i coloni europei conquistarono le foreste orientali, molte popolazioni del Midwest si spostarono nelle Pianure: tra questi i sioux, i cheyenne e gli arapaho, che erano stati preceduti dagli shoshoni e dai comanche, i quali si dedicarono al commercio dei cavalli, quando questi furono introdotti dagli spagnoli.

La California intermontana

Nell'area comprendente le catene montuose e le vallate dello Utah, del Nevada e della California, le popolazioni più conosciute furono i paiute, gli ute e gli shoshoni, insieme ai klamat, ai modoc e agli yurok; il loro stile di vita arcaico rimase quasi invariato fino al 1850.

L'altopiano

Nelle foreste sempreverdi e sulle montagne di Idaho, Oregon orientale, Washington, Montana occidentale e dell'adiacente Canada vivevano, tra gli altri, i nez percé (nasi bucati), i wallawalla, gli yakima, i flathead e i cayuse. Anche la loro cultura arcaica durò a lungo.

L'area subartica

Nell'area subartica, comprendente la maggior parte del Canada (dall'Atlantico al Pacifico e dalla tundra fino a 300 km dal confine con gli Stati Uniti), per la rigidità del clima che rende impossibile l'agricoltura, le popolazioni vivevano nomadi, in tende o in case interrate, dedite alla pesca e alla caccia di alci e caribù. A est vivevano popolazioni di lingua algonchina, tra cui i cree e gli ojibwa o chippewa; a ovest, gruppi di lingua athabaska. Molti di loro sono ora sedentari e continuano a vivere di caccia e pesca.

La costa nordoccidentale

La costa nordoccidentale americana presenta un'area abitabile ristretta, limitata a est dalle montagne ed estesa tra l'oceano Pacifico e i pendii montuosi. Il ricco habitat marino e delle colline (pecore, capre, tuberi e piante commestibili) consentì l'incremento della popolazione, che si organizzò in ampi villaggi con grandi case in legno e diede vita a una cultura relativamente elaborata, caratterizzata da ricche cerimonie e da un raffinato artigianato del legno, tuttora fiorente. Tra i gruppi di quest'area, sono da segnalare i tlingit, gli tsimshian, gli haida, i kwakiutl, i nootka e i chinook.

La regione artica

Anche nella regione artica (coste dell'Alaska e Canada settentrionale), che fu sempre scarsamente popolata, l'agricoltura è impossibile, per cui le popolazioni vivevano cacciando foche, caribù e, in alcune zone, balene. In estate abitavano in tende e in inverno in capanne costruite con blocchi di ghiaccio o blocchi di terra ricoperti di pelli. Tuttora, i gruppi presenti sono scarsamente integrati e mantengono vive molte delle loro tradizioni. In Alaska vivono gli inuit (eschimesi), una parte dei quali emigrò intorno al 1000 d.C. in Groenlandia; la zona sudoccidentale è abitata dagli yuit, presenti anche in Siberia; gli aleutini, infine, vivono nelle isole omonime.

Mesoamerica

Il Messico e la parte settentrionale dell'America centrale videro fiorire raffinate civiltà già dal 1400 a.C. Sulla costa orientale del Messico, la civiltà degli olmechi, che eresse templi e palazzi imponenti, cadde in declino intorno al 400 a.C.. Emersero allora nel Messico centrale la civiltà di Teotihuacán, che dominò per duecento anni il paese, e nel sud-ovest e nello Yucatán l'impero maya. Intorno al 1000, il Messico era controllato dai toltechi, che furono seguiti dagli aztechi e, infine, dagli spagnoli. Il Messico, il Guatemala, il Salvador e la parte occidentale dell'Honduras e del Nicaragua erano abitati da popolazioni che, con la loro produzione agricola, alimentavano grandi mercati cittadini. Dotate di strutture sociali complesse, queste popolazioni elaborarono un'arte e una cultura raffinate, in gran parte distrutte negli anni della conquista spagnola. I sudditi dell'impero azteco, insieme a quelli degli stati controllati dai mixtechi, dai maya, dai tarascani e dagli zapotechi e molti altri gruppi indipendenti furono trasformati in contadini al servizio degli spagnoli.

America meridionale

Questa regione comprende anche parte dell'America centrale e può essere suddivisa in quattro aree culturali.

L'area settentrionale e i Caraibi

Le popolazioni di quest'area, che comprende ambienti molto vari (giungle, savane, zone aride e la parte settentrionale delle Ande) viveva in piccole comunità sin dall'era arcaica. I chibcha, della Colombia, erano famosi per l'oreficeria; piccoli gruppi quali i mischito del Nicaragua, i cuna di Panamá, gli arawak e i caribi dei Caraibi conducevano una vita più semplice, coltivando e pescando.

Le Ande centrali e meridionali

La sezione delle Ande che attraversa la parte occidentale dell'America meridionale, insieme alle strette valli tra i monti e il Pacifico, ospitarono grandi civiltà indigene. Dopo il 2000 a.C., le popolazioni dei villaggi delle valli costiere del Perù centrale edificarono grandi templi di pietra e mattoni. Al crollo degli stati di Huari, Tiahuanaco e Chimú, tutto il Perù fu conquistato dagli inca, che si espansero dall'Ecuador al Cile e all'Argentina. Indebolito dalle lotte interne, quest'impero fu poi facilmente conquistato dagli spagnoli. Attualmente sopravvivono popolazioni di lingua quechua, integrate nella cultura ispano-americana.

Le foreste tropicali

Probabilmente questa regione amazzonica non fu abitata prima del 3000 a.C. Le popolazioni indigene, che lavoravano il cotone e si dipingevano il corpo, mantengono tuttora gran parte dei costumi tradizionali. Il loro habitat, tuttavia, è minacciato dallo sfruttamento intensivo delle miniere e del legname. Tra i numerosi gruppi dell'area figurano i makiritare, i tupinamba e quelli che parlano le lingue degli arawak e dei caribi.

La regione meridionale

In Uruguay, Argentina e Cile, popolazioni contadine quali i mapuche, del gruppo araucano del Cile, vivono ancora in villaggi, coltivando mais, patate e cereali. Dopo le invasioni spagnole cominciarono ad allevare bestiame e cavalli. Più a sud, nelle Pampas, dove era impossibile praticare l'agricoltura, le popolazioni vivevano cacciando o pescando; anche qui la caccia fu trasformata dall'introduzione del cavallo. Intorno allo stretto di Magellano, le popolazioni vivevano prevalentemente pescando foche e leoni marini.

Costumi e tradizioni

Organizzazione politica e sociale

L'organizzazione sociale degli indiani d'America fu quasi ovunque incentrata sulla famiglia. Dove il cibo scarseggiava, come nelle zone artiche e nella Terra del Fuoco, si svilupparono le società più ristrette; dove era presente l'agricoltura, le comunità erano più ampie, da qualche centinaio ad alcune migliaia di persone. Le popolazioni vivevano in villaggi alleati con quelli vicini; l'alleanza e ogni villaggio erano governati da consigli di capi, cui partecipavano tutte le famiglie. In molte aree, le famiglie erano legate in clan, solitamente con possesso comune di terra e diritti di pesca. In epoca precolombiana, nella Mesoamerica e nella regione andina centromeridionale, forme di organizzazione politica molto più complesse si estesero a vasti territori e imposero a intere popolazioni i propri apparati sociali, militari, religiosi e amministrativi.

Economia

La maggioranza degli indiani d'America cominciò a vivere di raccolta, pesca e caccia di piccoli animali; l'agricoltura fu introdotta a partire dal 2000 a.C. Solo nelle praterie e nelle pampas era diffusa la caccia ad animali di taglia maggiore. In alcuni gruppi erano sviluppate anche attività commerciali.

Abitazioni e costruzioni

Abitazioni in apparenza semplici, quali l'igloo degli inuit o il tepee dei gruppi delle praterie, erano il frutto di sapienti tecnologie. Nel Messico e nella regione andina vennero eretti imponenti palazzi di pietra, legno e mattoni.

Religione

Gli indiani d'America presentavano una grande varietà di credenze religiose. La maggior parte di loro credeva in una forza spirituale, origine di tutte le cose. In molte aree, questa forza veniva riconosciuta nella luce e nel potere del sole, nella terra, nel giaguaro, nell'orso, nel serpente. Quasi ovunque, per provocare visioni venivano somministrati allucinogeni, in associazione con canti e digiuni. Importante era il culto dei morti, amministrato in genere da sciamani. Presso alcune popolazioni le funzioni sacerdotali erano occasionali e non esistevano luoghi di culto fissi. Le popolazioni messicane andine, quelle meridionali dell'America settentrionale e della costa nordoccidentale del Pacifico avevano invece santuari o templi e sacerdoti permanenti.

Le lingue

Delle migliaia di lingue indiane d'America, parlate prima della colonizzazione europea, ne sopravvivono attualmente alcune centinaia. In molte aree, le popolazioni parlano più lingue o una lingua serve come veicolo di comunicazione interetnica. In alcune regioni si sono sviluppate lingue commerciali o pidgin, costituite da un gergo semplificato o da una mescolanza di idiomi diversi.

Arti e tecnologie

Quasi tutte le maggiori tecnologie conosciute in Europa, Asia e Africa nel XVI secolo erano note anche agli indiani d'America, benché non tutte avessero la stessa applicazione. La prima arte conosciuta fu il taglio della selce. Il lavoro di pietre semipreziose si sviluppò soprattutto in Mesoamerica. Le prime ceramiche risalgono al 3500 a.C. La tessitura era praticata con varie tecniche, fra cui il ricamo con piume, perle e conchiglie; i tessuti più pregiati, di cotone e lana, erano quelli prodotti dagli artigiani peruviani. La lavorazione del metallo ebbe origine attorno al 900 a.C. in Perù, da dove si diffuse in Mesoamerica. Presso le popolazioni di cacciatori, per realizzare abiti, tende e contenitori venivano utilizzate le pelli. L'intaglio del legno era molto diffuso: nella costa nordoccidentale del Pacifico venne elaborato uno stile particolare, di cui sono esempi i totem.

Musica e danza

Il relativo isolamento dei gruppi dell'America settentrionale, e in parte dell'America meridionale, ha consentito la conservazione delle loro tradizioni musicali. Scarse sono invece le notizie sulla musica delle civiltà precolombiane: quanto sopravvive è stato profondamente modificato dall'influenza spagnola. Il canto è l'espressione musicale dominante, con accompagnamneto ritmico di strumenti quali tamburi, sonagli, flauti e zufoli. Le melodie e i testi sono generalmente brevi (ripetuti e combinati in serie). Le danze comprendevano assolo per uomini e danze rituali di coppia o di gruppo.

Storia

L'arrivo degli europei

Non esistono cifre attendibili sul numero degli indiani che abitavano l'America prima dell'arrivo degli europei; quando vennero eseguiti i primi censimenti, le popolazioni indigene erano già state decimate da guerre, carestie, lavoro forzato. Alcuni studiosi contemporanei hanno proposto stime di decine di milioni, ma non c'è uniformità neppure tra loro. Nel 1492, i Caraibi, il Messico, l'America centrale e la regione andina erano tra le zone più densamente popolate dell'emisfero. Il successivo forte calo demografico è da attribuire principalmente, oltre alle già citate cause, alle infezioni microbiche trasmesse dagli europei che provocarono vere e proprie epidemie: vaiolo e infezioni polmonari e gastrointestinali, malattie contro le quali le popolazioni indigene erano prive di anticorpi. Probabilmente le infezioni non furono altrettanto letali in Canada, dove la popolazione indigena, costituita in gran parte di cacciatori-raccoglitori, conduceva vita nomade; gli uroni del lago Ontario furono tuttavia decimati da malattie trasmesse dai gesuiti che là avevano fondato delle missioni. Le popolazioni indigene dell'America centromeridionale vissero drammaticamente la conquista militare spagnola. Lungo le coste atlantiche del Nord America, invece, le popolazioni locali seppero sfruttare, sia a fini commerciali sia in funzione di alleanze politiche, i contrasti fra le due potenze coloniali europee, Francia e Inghilterra, sbarcate nel Nuovo Mondo. Gli inglesi crearono ampi insediamenti sulle rive atlantiche degli attuali Stati Uniti e forzarono molti indiani ad abbandonare i propri territori, spingendoli in aree delimitate, a ovest dei monti Appalachi.

Relazioni con gli Stati Uniti

Con la formazione degli Stati Uniti d'America, al termine della guerra d'Indipendenza, si impose alla nuova nazione il problema del rapporto con gli indiani. Alla fine del XVIII secolo, molti nuovi americani si spinsero a ovest, attraverso i monti Allegheny e il Blue Ridge, alla ricerca di terra nelle valli dell'Ohio, del Kentucky e del Tennessee, dove numerosi gruppi di indiani erano ancora forti e compatti. Ne derivò una guerra, il cui esito fu la definizione di un confine preciso tra il "Territorio Indiano" e gli insediamenti dei bianchi. Il Congresso degli Stati Uniti approvò allora una serie di inefficaci programmi volti a risolvere pacificamente le rivendicazioni territoriali avanzate dagli indiani, approdando nel 1830 all'unilaterale promulgazione del Removal Act: gli Stati Uniti costrinsero gli indiani orientali nel Territorio Indiano (l'odierna Oklahoma). A questa migrazione, fece seguito il confino nelle riserve, che provocò le guerre indiane della fine del XIX secolo. Soltanto nel 1924 fu accordata la cittadinanza statunitense agli indiani.

Gli indiani d'America oggi

Dall'inizio del XX secolo la popolazione degli indiani d'America degli Stati Uniti, compresi gli aleutini e gli inuit, ha registrato un progressivo incremento, raggiungendo nel 1990 i due milioni di persone, circa lo 0,8% della popolazione statunitense. Un terzo vive nelle riserve, situate in 35 stati; i rimanenti nelle aree urbane, spesso vicino alle riserve. Nel Canada, gli indiani costituiscono circa il 2% della popolazione del paese e appartengono ai gruppi linguistici algonchino, irochese, athabasko, inuit; un gruppo consistente è costituito da popolazioni miste, soprattutto meticci di lingua francese. Nell'America latina vivono 26,3 milioni di indios, di cui 24 in Bolivia, Ecuador, Guatemala, Messico e Perù. Classificati generalmente come campesinos (contadini), vivono perlopiù in estrema povertà, in remote aree rurali. Mestizos (meticci europei e indiani) sono inoltre la maggioranza dei latinoamericani che formano l'85% delle popolazioni di Messico, Bolivia, Panamá e Perù, il 90% di quella dell'Ecuador e percentuali ancora maggiori in Cile, Honduras, Salvador e Paraguay. Solo l'1,5% della popolazione totale indigena dell'America meridionale viene designata come tribale. Si tratta soprattutto di gruppi che abitano la foresta amazzonica, dove, nonostante la minaccia dell'industria mineraria, della deforestazione e della costruzione di autostrade, vivono ancora di caccia, pesca e raccolta di manioca e altre radici. Complessivamente, la popolazione indigena dell'America meridionale conta 400 gruppi, con lingue o dialetti distinti.

Stati con nome indiano

- ALABAMA coloro che sfoltiscono le macchie
- ARIZONA la piccola fonte
- CONNECTICUT all'imbocco della lunga valle
- IDAHO "salve"
- ILLINOIS gli uomini coraggiosi
- INDIANA terra indiana
- KENTUCHY il suolo sanguinante
- MASSACHUSETTS gli abitanti della Grande Collina
- MICHIGAN colui che purifica
- MISSISSIPPI il grande Fangoso
- MISSOURI il grande fiume
- OHIO il bel fiume
- OKLAHOMA il popolo rosso
- TEXAS "amici"
- UTAH coloro che vivono sulle montagne
- WYOMING le grandi pianure  

Parchi e riserve