Recensione:
Adrian Belew Power Trio, Roma
Serata a
dir poco memorabile... davvero peccato per chi ha perso la performance
di questo gigante del rock progressivo.
Mi sembra
giusto e anzi doveroso, iniziare con gli Heraldry:
accidenti che potenza, e che grinta!! Sì mi aspettavo qualcosa
del genere, ma complimentissimi per la resa... ok ok il volume era decisamente
a livelli spropositati, in effetti anche Belew e soci hanno fracassato
i timpani... però, il sound si riconosce: un power metal davvero
originale, con numerosi stacchi prog e in generale parecchio heavy (almeno
per quella che è la mia cultura metal...). I gruppi che più
spesso mi sono venuti alla mente ascoltando l'esibizione degli Heraldry
sono stati Stratovarius, Iron Maiden, anche Angra... e a tratti, persino
i Dream Theater... Tutti molto bravi; voglio tuttavia sottolineare la
prestazione del batterista... oddio all'inizio, a un certo punto ho fatto
fatica a seguirlo, ma è probabile che mi sia persa io a contare,
dato che gli altri gli sono stati dietro senza problemi!!! Comunque, lavoro
davvero maiuscolo... poi, beh conoscevo bene il chitarrista, conoscevo
di fama il bassista, sicuramente i due che mi hanno impressionato maggiormente...
peccato non si sia potuto apprezzare al meglio il cantante, causa amplificazione
non ottimale (strano, oltretutto, per un locale come Stazione Birra un
problema del genere); comunque, nei rari momenti in cui ci arrivava chiara
e pulita, la voce sembrava essere decisamente all'altezza. E poi... beh
diciamoci la verità... aprire un concerto di un artista del genere...
credo che le gambe sarebbero tremate a chiunque. Invece ho visto la massima
professionalità, e padronanza del palco, da parte del gruppo...
insomma ragazzi, davvero complimenti, spero di sentirvi di nuovo molto
presto e stavolta nella nostra città.
E
veniamo ad Adrian. Lo dico subito:
ho pochi aggettivi, poche definizioni, pochi commenti... per certa
gente non ci sono parole da sprecare; bisogna solo stare in religioso
silenzio e ascoltare. E questa a mio avviso era proprio una di quelle
situazioni... un po' come al concerto di Palmer, per intenderci:
ci si trova davanti a dei veri e propri giganti del prog, a gente
che ha scritto pagine della musica ad inchiostro indelebile... come
si fa a descriverli; è riduttivo!!! E poi, naturalmente si
portano dietro certi fiori di strumentisti... Ma andiamo con ordine.
All'inizio
si è presentato da solo, con la sua chitarra, le sue pedaliere,
e il suo completo rosso fuoco con sotto maglietta bianca, che ha
ben presto sfoggiato.
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Ha iniziato
con una registrazione in diretta di alcuni effetti, poi riproposti all'infinito,
improvvisandoci sopra. Ecco, personalmente amo la chitarra o pulita o
distorta; gli effetti non mi fanno impazzire... ma qui c'era solo da fare
un applauso. Almeno,
a me è piaciuto tanto... e se posso dirlo, ho particolarmente gradito
anche l'atteggiamento: offriva ai fotografi smorfie ed espressioni simpaticissime,
un vero personaggio... beh per carità, anche il suo principale
compagno Krimsoniano è un personaggio di elevata caratura, ma coi
fotografi e coi fans è sicuramente molto più avaro di sorrisi,
e molto meno disponibile!!! Bello invece vedere che si è comportato
così, credo sia il modo giusto di interpretare la situazione. Ah,
poi ha annunciato il secondo pezzo dicendo che dovevamo augurargli di
farcela, perché era un brano per lui davvero difficile da suonare...
e dopo qualche nota, si è fermato e ha detto "infatti non
va bene, così! Vi avevo avvisati!!!" ...e ha ricominciato
da capo. Inutile dire che poi è partito in tromba, e non si è
più placato per tutto il pezzo... l'ha suonato in maniera indiavolata...
sì sicuramente si vedeva che era complicato, ma direi che ci aveva
decisissimamente presi in giro... Poi sono entrati quegli altri due trattori...
c'era veramente da stare con la bocca aperta, a meravigliarsi di ciò
che si ascoltava!!! Avevo ascoltato qualcosa dai suoi album solisti, quindi
sapevo più o meno di cosa si trattava; tuttavia, l'impatto live
è proprio un'altra faccenda... quei due indiavolati a tratti persino
più di lui; e poi i quattro pezzi dei King Crimson... io questi
ultimi sinora non li ho sentiti, ecco diciamo che ho avuto un sostanzioso
assaggio, e ammetto che la presenza di una sola chitarra non ha assolutamente
compromesso la riuscita di questi pezzi, che finora avevo potuto apprezzare
solo sui cd... insomma, un'emozione dopo l'altra!!!
Unica nota
stonata? La fine del concerto arrivata decisamente troppo presto... iniziavo
appena ad abituarmi al volume infernale (eppure ero stata diverse volte
in quel locale... mai sentito niente di così assordante!!!), e
all'illusione che mi facessero un po' tutto il repertorio , tipo Sartori
in Tanger, Discipline, sì insomma mi stavo facendo un sacco di
film... quando lui saluta, e dice che ha finito!!! Ma come!!! Pareva che
avesse appena iniziato... e in effetti, contando anche l'unico bis, in
tutto è stata un'ora e un quarto di concerto... sì decisamente
un po' pochino, soprattutto per quel pubblico così numeroso ed
ebbro delle note di quei tre, e bramosissimo di ulteriori emozioni!!!!!
Niente... finito, punto. Ok... capisco che non tutti possono suonare 3
ore e mezza come i Rush, però insommina... un paio di orette potevano
farle... Finito il concerto, Adrian si è messo un cappelletto in
testa, e si è concesso ai presenti per foto, autografi, e siparietti
divertenti. Su questo devo dire che mi è proprio piaciuto; tra
gli artisti di quello spessore non capita spesso di ottenere così
tanta disponibilità....
Valeria
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