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Intervista: Gary Husband
a cura di Marco Machera

 

Ha all'attivo una carriera densa di nomi importanti, come Allan Holdsworth, Level 42, Billy Cobham, John McLaughlin e molti altri. Gary Husband è un famoso multi-strumentista inglese, principalmente conosciuto come batterista e pianista. L'abbiamo contattato per una bella intervista, in cui si parla di passato, presente, futuro, maestri di pianoforte insopportabili e giovani musicisti...

Gary, è nota la tua capacità di suonare sia la batteria che il pianoforte molto bene, ma ciò che incuriosisce è che sono strumenti molto diversi tra loro. Hai iniziato studiando il pianoforte: cosa ti ha poi indotto a diventare anche batterista?

Diciamo che ho iniziato a suonare la batteria per "infastidire" la mia insegnante di pianoforte, che era semplicemente insopportabile. Non fraintendermi, era una brava insegnante, ed anche una grande artista, ma era veramente un mostro di donna! Ho scelto la batteria anche come un segno di "ribellione", per andare contro il mondo e la mentalità della musica classica, che odiavo. Ancora oggi la odio. Tutta l'enfasi sembrava concentrarsi sull'aspetto tecnico dei musicisti, sfociando spesso in vere e proprie competizioni tra gli studenti, del tutto insensate. Ugh. Non ci posso pensare. Quella è musica? A me non sembrava. Comunque, c'è sempre stato dentro di me un gran desiderio di suonare la batteria, fin da quando ero molto piccolo. Arrivai ad un punto per il quale non pensavo fosse stato giusto abbandonare uno strumento in favore di un altro, così iniziò la mia carriera di multi-strumentista. Sono molto contento di questo e penso di essere uno dei pochi al mondo che suona la batteria e il pianoforte come strumenti principali. Nessuno dei due è più importante dell'altro per me, è tutto perfettamente bilanciato. Forse mi sento così a mio agio in questa situazione perchè sono del segno dei Gemelli. E' un aspetto tipico della vita di chi è del segno dei Gemelli. Chi lo sa!

Il fatto di suonare il pianoforte, ha avuto una qualche influenza sul tuo modo di suonare la batteria? O viceversa...

Si, indubbiamente... credo! Voglio dire, non lo so! (risate, nda). E' difficile da dire quando suoni da sempre due strumenti. Non ci sono stati molti momenti in cui ho suonato più uno che l'altro, a parte quando ero molto giovane e stavo appunto iniziando a studiare il piano.

Come hai conosciuto Allan Holdsworth?

L'ho incontrato al Ronnie Scott (famoso Jazz Club di Londra, nda). E' passato molto tempo. Credo fosse il 1978, o 1979. Ero già un suo grande ammiratore, mi piacevano i dischi dei Tony Williams Lifetime etc, ed ero felicissimo di conoscerlo. Siamo sempre stati molto vicini, sia geograficamente, sia come persone e musicisti. E' divertente. Sono stato molto fortunato ad instaurare una simile collaborazione così presto. Non esagero dicendo che ho iniziato a trovare un mio stile, una mia "voce" come batterista, proprio lavorando con lui. Semplicemente, mi lasciava andare, mi lasciava sperimentare all'interno della sua musica. Mi sono sempre sentito molto fortunato riguardo a questo.

E invece com'è stato suonare con un altro grande batterista come Billy Cobham?

E' stato bellissimo aver avuto la possibilità di suonare con Billy. Lo è ancora oggi, quando ricapita di suonarci assieme. Ovviamente, ha sempre rappresentato una grande influenza per me, quando ero un ragazzino. Ero veramente affascinato da Billy Cobham, che riassume magnificamente tutto quello che ho sempre cercato nella musica: la potenza, la ricerca sonora, e "l'attacco"... per non dire il potere che avuto su di me!

E' vero che è pronto un nuovo album dei Level 42 di Mark King?

Si, ho suonato su un nuovo disco dei Level 42 la scorsa estate. Più avanti nel corso dell'anno credo che mi unirò nuovamente a loro per delle date, in vista della promozione dell'album e del nuovo materiale. Da quel che so, Mark ha scritto tutte le musiche, e Boon Gould, il chitarrista storico della band, ha scritto i testi. Spero per Mark che il disco sia un successo.

A quali progetti stai lavorando al momento?

Ho completato un album di solo pianoforte del quale sono molto orgoglioso. Il migliore che ho fatto, senza dubbio. Si intitola "A Meeting Of Spirits - Interpretations Of The Music Of John McLaughlin", e sarà pubblicato presto dalla Alternity Records. Ultimamente ho anche suonato le tastiere per dei concerti con John (McLaughlin, appunto, nda), e l'anno scorso la batteria e l'electric piano per il suo nuovo CD che uscirà per la Universal, "Industrial Zen". E' un vero piacere lavorare con lui, ha sempre rappresentato una grande influenza e fonte d'ispirazione per me. Si tratta di un grande album - il mio amico Dennis Chambers è sul disco, così come Zakir Hussain... c'è anche una performance spettacolare di Vinnie Colaiuta su un pezzo. Tanti ospiti, persone meravigliose. John suona alla grande... è un vero amico, e una persona squisita con la quale lavorare.

Questa è una cosa che chiedo a tutti i "touring musicians" come te. Hai qualche divertente aneddoto della vita on the road da raccontarci?

Ricordo che, nei primi anni della mia carriera, suonavo in giro per Londra con Allan Holdsworth. Avevamo una band, si chiamava IOU. Comunque, eravamo in un club e stavamo sistemando la strumentazione perchè avremmo cominciato lo spettacolo di li a poco. Quando cominciammo a suonare il primo brano, il gestore del locale si avvicinò al palco scuotendo le braccia, chiedendoci quando avremmo iniziato e se ci fossimo accorti che il pubblico fosse già in sala. Ahahah. Fantastico. Beh, quella musica doveva essere così "inusuale" per lui, che non gli era neanche passato per la mente che effettivamente avevamo già cominciato a suonare!

Svogli attività d'insegnamento?

Si, attraverso delle clinics o delle dimostrazioni occasionali. Mi piace quest'area, perchè sento di poter essere d'aiuto. Mi piacerebbe essere qualcuno che, per esempio, possa incoraggiare dei ragazzi a suonare in un modo non troppo "cervellotico". Francamente, sento che in molti dei musicisti professionisti e non di oggi, vengano troppo spesso a mancare il cuore e l'anima, e ciò mi preoccupa. C'è molta roba tecnicamente ineccepibile in giro, ma cosa riescono a comunicare veramente il più delle volte? Mi deprime sul serio, e non voglio ascoltare materiale del genere. Molti giovani musicisti sono attratti da un aspetto molto superficiale della musica... i cosiddetti "power chops" e questo atteggiamento ad avere il turbo sempre innestato. Vorrei vedere questi ragazzi impegnarsi a raggiungere qualcosa di significativo in termini musicali. Per cui, la tecnica può rimanersene a casa durante le mie clinics! Io voglio parlare di MUSICA. Io amo l'intensità e la potenza, ma questi elementi devono comunque significare qualcosa. Devono essere applicati in un contesto dove realmente possano significare qualcosa. In qualche modo, sembra che molta gente si sia dimenticata di questo. Ma non voglio condannare tutti. Ci sono buone cose in giro. Non tutto è interessante per me, ma c'è ancora molta energia nella musica, e finchè ci sarà quella, assieme a una profonda e sincera motivazione, nutrirò speranze per il mondo musicale.

Che tipo di musica ti piace ascoltare quando sei a casa?

Ascolto tanta musica differente. Personalmente, mi ritrovo spesso a suonare differenti stili musicali, e fortunatamente mi trovo a mio agio in qualsiasi contesto. Sento che ciò mi arricchisce. Qualcuno che conosce bene la mia musica, può aspettarsi che io ascolti molte cose diverse, come la musica classica, la musica indiana, tanti artisti jazz, tanta pop music, big band, colonne sonore, molti cantanti... voglio dire, c'è così tanta musica li fuori. Quando ascolto qualcosa voglio essere trasportato, ispirato. Raramente mi soffermo sull'aspetto tecnico, quasi mai. Se mi capita di assistere a uno show incentrato su quello, cerco di andarmene il prima possibile. Voglio avere un'esperienza musicale, voglio che le persone rivelino se stesse nella musica. Voglio sentire la loro storia in quello che suonano, you know? Quindi sinceramente non mi importa che tipo di musica è, se mi trascina e mi coinvolge.

Cosa ne pensi del music business odierno? Pensi sia più difficile fare il musicista professionista oggi piuttosto che vent'anni fa?

Si, lo è. Credo che tutti abbiano attraversato dei momenti difficili, ma oggi è veramente tutta un'altra storia. La mia patria... (l'Inghilterra, nda) veramente non riesco a sostenere il governo qui (chissà perchè ha tirato fuori il governo... mah! nda). Improvvisamente mi sento di nuovo vivo quando è possibile visitare l'Europa, e fortunatamente, riesco a farlo piuttosto spesso. In termini musicali, sono dispiaciuto di perdermi alcuni dei migliori e rinomati studi di registrazione, ma al giorno d'oggi puoi registrare la tua musica su un computer portatile, se vuoi. Io ho registrato e mixato il mio album di solo pianoforte sul portatile! Addirittura è stato masterizzato su un altro portatile. Fantastico. Inoltre Internet ha aperto molte porte. Le case discografiche non sono più assolutamente necessarie come un tempo. Tante cose sono cambiate. A questo punto non so neanche quanto rimarrano in circolazione i CD! Ma sono contento di potermi costruire una vita con la musica. E' sempre stata la mia salvezza, e continuerà ad esserlo, anche di più. Ho la sensazione che niente cambierà, e il mio unico obiettivo è quello di produrre musica sempre migliore. Sempre più articolata, sempre più accattivante, di qualità sempre superiore. E' questo più o meno il pronostico della mia vita!

 

Gary Husband, sito ufficiale: http://www.garyhusband.com

 




 

 

 

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