"29 Agosto 1943" di Luciana Rossi (ortana)

 

Ricordando la seconda guerra mondiale,

a questa data mi viene da pensare.

Portava lutto e disperazione,

fra gli abitanti della stazione.

 

Non ero nata e quel che posso raccontare,

da mio padre sentivo narrare.

Era di domenica: a parte le circostanze,

sembrava una delle tante.

 

I treni viaggiavano col tram tram abituale,

nessun presagio si sentiva aleggiare.

Le dieci e trenta: la campana festosa,

chiamava per la funzione religiosa.

 

La chiesa si gremiva di persone ignara,

quando per sei volte: la sirena si sentì suonare.

Lo scompiglio; il fuggi fuggi generale,

verso la collina sovrastante, iniziarono a scappare.

 

Poi il silenzio e si era pensato

che il pericolo fosse scongiurato.

Un rombo cupo, il cielo squarciava,

boati alterni, la terra tremava.

 

Attimi interminabili, colmi di terrore,

urla sovrumane, strazi di dolore.

Infine lo spettrale scenario, i superstiti si cercavano,

genitori che i propri figli chiamavano.

 

Il racconto del babbo si spezzava,

una breve pausa, poi ricominciava.

C'era una donna inginocchiata, lo sguardo atterrito,

presso cinque degli otto figli ed il marito.

 

Non aveva più lacrime da versare,

neanche la forza per pregare.

Nella metà del sessanta l'avevo conosciuta,

a trovare la consuocera era venuta.

 

La vidi apparire sulla soglia,

Chiamai << Madre coraggio>>, la signora Broglia!

 

                                                           Orte, 25 Aprile 2001

     Luciana Rossi