"Lo scoglio d'oro" di Alessandro Camilli (ortano)
Come una dea brillar d'aureo splendore
La dotta Rinascenza
Ti vede; e con un titol d'alto onore
Riunì de le tue lodi la sequenza.
Allor tra le tue mura la bellezza
De le memorie antiche
Ancor mostrava tutta la vivezza;
Ed arte e nobiltà t'erano amiche.
Le ardite torri de' palagi austeri,
I colonnati e gli archi
Ne le fughe de' portici severi
Ornavan le tue strade e gli erti varchi.
E le chiese da l'agil capriate
Su porfidi lucenti
Tra le affrescate volte e le navate
Dicean la fede ardente di tue genti.
L'età moderna t'ha cangiata faccia;
Per renderti più bella,
De la vera bellezza ha sperso traccia
Tra ripetuti strappi a la gonnella.
E invan gli amanti de la storia e l'arte
Che traggono al tuo soglio
Cercano i segni impressi su le carte
De' fasti antichi de l'aurato scoglio!(1)
Eppur tra le vestigia del passato
Io colgo spesso un fiore:
Ed umil menestrello innamorato
Accordo la mandola del mio core.
(1) - Orte fu detta, nel periodo della Rinascita: "Insula aurea" o "Lo scoglio d'oro". Tanta ricchezza e nobiltà e fasto - come ebbe a scrivere il poeta Fausto Salvatori - fiorirono tra le torri quadrate dell'evo medio e le belle architetture del Rinascimento.
Alessandro Camilli