Descrittione del Lago Vadimone di ORFEO d'Orta nel "sue amorose fiamme"

Vedrai di Vadimonis il picciol lago

Che siede nel gran Pian di Lucignano

Cinto di case in loco ameno e vago

di forma tonda e largo un tior di mano

Ma per narrar di questo un dotto mago

Vi converria ne questo dico in vano

Perchè nel tempo chiaro d’hora in hora

cresce, e par cenerata tutta fuora

 

Et hora l’acqua negra come inchiostro

Diventa tutta, e hor par che rosseggi

Si vede in varie foggie al tempo nostro

Li par la bocca del inferno veggi

Pur meglio abonda al tempo chiaro e lustro

E cala al suon di pioggiosi lampeggi

Non aspettar ch’è per altr’acqua scampi

E questo non fa sempre a certi tempi

 

Tal’hor tranquillo un tempo chiaro giace

Intanto ch’un sol neo li non appare,

e par con l’audo dica pace, pace

Per questo mai nessun v’entrò a notare

Della profondità mia lingua tace

Bench’è l’habia veduta misurare

Di questo quanto a me voglio tacere

Perchè sott’acqua non si può vedere

 

Sopra di quelle chiare e limpid’onde

Giuran solevano gl’antiqui soldati

Li fuor d’intorno vicino alle sponde

Vi stavan quattro tempi edificati

Ornati di colonne alte e profonde

Di molti vasi nobili adornati

Ove solevan dentro i vasi lisci

Sacrificare i popoli Falisci

 

Era dei quattro tempi un di Nettuno

l’altro di Giove, il terzo era di Marte

il quarto delle ninfe che lì furno

e già vergate di ciò son più carte

va di tal lago il grido vagatunno

per fino alla giornata in ogni parte

ogn’un vederlo brusar piacer piglia

questo bel lago pien di maraviglia

 

E l’acqua chiara è come cristallo

Di zolfo sa bevendo; pare amara

Pesce non v’è; nè di questo non sallo

E cresce qualche volta ad acqua chiara

Ma v’ò por fine, Apollo, a questo ballo

Perchè non faccia con veruno a gara

Per le contrade voglio scorra via

Basta ch’il lago è nella Patria mia