"TEVERE MIO"

di ANGELO PASTURA(ortano)

Tevere mio, io ben lo ricordo
quando mia madre, ch'era certo saggia,
mi consigliava sempre - ma ero sordo -
di non andar da solo giù in spiaggia.
 
Erano tempi in cui la povertà
tante famiglie non le abbandonava;
in quella mia, a dir la verità,
soltanto l'appetito non mancava.
Durante la chiusura delle scuole (*)
al fine d'iniziarmi in un mestiere
al ciabattino gli batteo le suole
oppure ero aiutante d'un barbiere.
 
Finito il lavoro giornaliero
correvo di filato verso il fiume:
qui mi vedevo come un eroe vero
pur con uno straccio per costume.
 
Ed evitando d'impattar col fondo
giù con un tuffo e poi quanto nuotavo;
ero felice più d'ogni altro al mondo
pure se tardi a casa ritornavo.
 
Ma quanto spasso, qual divertimento
nei giorni di domenica e festivi;
la spiaggia era gremita ogni momento
di giovani e ragazze inver giulivi.
 
Quando noi imberbi facevam dispetti,
dai giovani più grandi e più robusti,
in certi casi venivam costretti
a piegarci nell'acqua come arbusti.
 
E lì, purtroppo, senza compassione,
veniva spesso imposta "l'ingozzata";
ma odio non ve n'era e con ragione
finiva tutto in una gran risata.
 
Ogni anno poi era sempre buono
per far gareggiare i nuotatori;
ciò era per la festa del Patrono
ed impegnava i giovani migliori.
 
Tevere mio, quant'anni son passati,
cinquanta - mezzo secolo di vita -
quanti secoli hai sin qui contati?
E l'era che viviamo è mai esistita?
 
Nei millenni trascorsi è mai successo
che l'uomo t'abbia dato tanti mali?
Che insieme con gli scarichi di cesso
t'inquini con sostanze micidiali?
 
Nella tua storia t'era mai accaduto
che l'uomo per carpirti l'energie,
lì nel tuo letto dove scorri muto
avesse eretto tante paratie?
 
Quanta vitalità l'uomo t'ha tolto:
col suo tecnico ardir t'ha dato addosso
trasformando per intier il tuo volto
sino a ridurti quasi come un fosso!
 
La carpa, il luccio e tant'altro pesce
nell'acque tue inquinate più non vive,
in parte del tuo letto ora sol cresce
inutile erba tra le più cattive.
 
Nessun bagnante oggi più non vedi;
guai se qualcuno facesse "l'ingozzata",
penso che resterebbe poco in piedi
dato che beve l'acqua avvelenata.
 
Qualcuno per lenire l'amarezza
sostiene ch'è un problema generale:
"in tutto il mondo c'è questa schifezza,
non è solo un fenomeno locale".
 
E' proprio questo il vero dramma nostro:
l'inquinamento, che davver è totale,
è da vedere proprio come un mostro
dotato d'un potere ch'è infernale.
 
L'umanità (in prima fil la scienza)
su questo mostro potrà aver vittoria?
Iddio ci darà l'intelligenza
per cambiare in ben la nostra storia?
 
Per annientare tale mostro insano
tutti dobbiamo fare pieni voti
non tanto per il bene di chi è anziano
ma per la sacra vita dei nipoti!
 
(*) Scuole elementari
 
Angelo Pastura
 
Orte 25 Luglio 1989