Italia: adozione del sistema metrico decimale

 

 
In questa pagina cercheremo di ripercorrere rapidamente l'introduzione del sistema metrico decimale nel nostro Paese. Lo specifico percorso legislativo segue inevitabilmente la storia dell'unità d'Italia.
Il sistema metrico ebbe origine dalla Rivoluzione Francese e arrivò in Italia al seguito delle campagne napoleoniche. Nell'Italia settentrionale il 29 giugno 1797 nacque la Repubblica Cisalpina che comprendeva principalmente la Lombardia e l'Emilia Romagna, marginalmente Veneto e Toscana. Dal 1802 al 1805 la Repubblica Cisalpina prese il nome di Repubblica Italiana e dal 1805 al 1814 divenne Regno d'Italia. Nel 1803 la Repubblica Italiana con la legge del 31 ottobre 1803 introdusse il sistema metrico decimale.
 
Con la caduta dell'impero napoleonico la Restaurazione riportò al potere le vecchie monarchie che tornarono ad adottare gli antichi sistemi di misura. Una vicenda analoga si ebbe per il Regno di Sardegna ma il 1 luglio 1844, con regio editto, Carlo Alberto di Savoia reintrodusse il sistema metrico decimale che era stato abolito dalla Restaurazione. L'adozione fu dal primo luglio 1844 per la Sardegna e 11 settembre 1845 per Piemonte e Liguria. L'effettiva adozione del sistema di misura non fu immediata, era previsto un periodo di transizione, e gli assestamenti da un punto di vista amministrativo si possono ancora vedere in un decreto di Vittorio Emanuele II del 1850.
 
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L'espansione del sistema metrico decimale seguì le vicende politiche del Piemonte impegnato nel processo che condusse all'unità d'Italia. Il 17 maggio 1848 con dei plebisciti ci fu l'annessione al Piemonte dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla e circa un mese dopo, il 19 giugno 1848, al Parlamento di Torino fu presentato un disegno di legge per l'estensione a quei territori del sistema di misure. L'operazione fu tempestiva ma le vicende belliche della prima guerra d'indipendenza la resero vana perché l'Armata Sarda fu sconfitta dagli austriaci a Custoza il 27 luglio 1848 e definitivamente a Novara il 23 marzo 1849. I ducati in questione ritornarono ai vecchi regnanti e alle antiche usanze.
   
Nel 1859 la seconda guerra di indipendenza ebbe un esito diverso. Come conseguenza delle acquisizioni territoriali dovute alla campagna militare, alle annessioni a seguito di plebisciti e nel 1860 con l'aggiunta dei territori del Regno delle due Sicilie, il neonato Regno d'Italia (17 marzo 1861) ebbe la necessità di uniformare il sistema di misure. Il Parlamento si impegnò in tal senso approvando la legge del 28 luglio 1861.
   
     
   
Restavano ancora sotto il dominio austriaco il Veneto e la parte della Lombardia posta oltre la "frontiera del Mincio" cioè la città di Mantova e tutta la parte est dell'attuale provincia compreso il territorio a sud del Po. Bisognerà attendere il 1866 con la terza guerra d'indipendenza perché anche queste regioni entrino a far parte del Regno d'Italia e con una legge del 1869 ad esse vengono estese le norme relative ai sistemi di misura.
   
Il 21 maggio 1875 anche in una piccola città come Mantova giunse la notizia che il giorno prima, 20 maggio 1875, a Parigi c'era stata la firma della convenzione internazionale riguardante il metro e l'Italia fu uno dei primi paesi che aderirono a questo trattato che prevedeva la creazione del «Bureau international des poids et mesures» con sede a Parigi.
   
   
Subito dopo la firma della Convenzione il 16 giugno 1875 il Governo presentò al Parlamento una proposta di legge per la ratifica delle Convenzione stessa. La proposta verrà votata il 6 dicembre 1875 e approvata con una schiacciante maggioranza.
   
 
   
La legge del 6 dicembre 1875 comparve sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia del 23 dicembre 1875 mentre l'intero trattato internazionale sulle unità di misura compare, con il testo in Francese, sulla Gazzetta Ufficiale 11 gennaio 1876.