Amarcord: Induno Olona, 23/10/2085


Siamo alle solite. Adesso che ho deciso di appendere al chiodo la mia specialissima mi tornano in mente, anche se ho la bell'età di 121 anni tanti ,tantissimi ricordi legati indissolubilmente alla mia gioventù e soprattutto a quante ne ho fatte e passate con la bicicletta.
Sembra ieri che fuori dal negozio di Pippo Piccione ,noto ciclista della zona ho addocchiato la bellissima "Verdi" montata "Contadino" che troneggiava nella vetrina e che da lì a poco sarebbe diventata il mio cancello pardon ,cavallo di battaglia. Una volta capita l'estrema difficoltà di infilare le tacchette delle scarpe nei pedalini parto orgoglioso come il generale Badoglio e giungo dopo circa mezz'ora a casa dell'allora mia fidanzata, distante circa 3 KM da casa mia. Le cosce e i polpacci hanno un tremolio tipo panna cotta e il copino e tutta la schiena hanno un doloretto che mi passerà solamente dopo un mese.
Alla finestra ci sono tutti: morosa, zii, nonni, cugini, perfino amici di famiglia (alla partenza del Titanic probabilmente c'era meno gente) e la loro attenzione è completamente concentrata sul mio arrivo. A parte la scia di sudore che brilla sull'asfalto come la stella cometa per i Magi e l'allegro sventolio della mia mano destra in segno di doveroso saluto avviene l'irreparabile. Stacco il piede sinistro dal pedalino e mi rilasso senza accorgermi che la bicicletta piega esattamente dalla parte opposta. L'impatto al suolo provoca il boato di un'esplosione atomica che è sopraffatto solo dall'eco delle risa di tutti quelli che sarebbero diventati miei parenti: penso di non esserci più stato in bicicletta a casa loro e comunque ci sono tornato solo quando si sono staccate dal viso e dal gomito le ultime croste.
Dopo lo sfortunato arrivo e le sue ovvie conseguenze sono ripartito a piedi inforcando la bici solo fuori dal loro campo visivo e una volta presa velocità ho assaporato per la prima volta la brezza leggera tra i capelli (allora ne avevo tanti ) e il piacere è diventato cosi' esaltante che non ho fatto caso alla strada che ho percorso : la gamba girava intensamente, la bici filava che era un piacere , il respiro era ancora regolare quando all'improvviso mi appare davanti la Madonna Nera di Oropa che mi informa che ho sbagliato strada.
Mi fermo di colpo e stando moooolto attento allo sgancio rapido dei pedali mi rendo conto che probabilmente, anzi sicuramente sono troppo lontano da casa . Adesso sono esausto , distrutto, e dopo aver chiesto informazioni ad un cartello segnaletico particolarmente simpatico decido che anche se poco onorevole il ritorno sarà con la corriera di linea.
Per la seconda uscita decido che la stanchezza della prima volta sia dovuta al fatto che non ho mangiato né bevuto niente durante la pedalata : poco male , chiedo a mia mamma di prepararmi il sacchettino della merenda e me lo metto in tasca . Parto , evito accuratamente di passare vicinoalla casa della morosa e riassaporo il piacere del vento nei capelli. E' come una droga e sto diventando un tossicodipendente. La giornata è bella, fa un caldo boia e il sudore ormai ha descritto con i suoi cristalli la cartina geografica del continente africano sulla mia maglietta.La Madonna di Oropa è puntuale come le tasse ma questa volta ho l'antidoto: estraggo la merenda e senza neanche guardarla metto in bocca tutto il contenuto del sacchetto. Hai presente quei dolci pasquali in marzapane che tutti regalano e nessuno mangia perché troppo zuccherati e asciutti? E sai cosa vuol dire tentare di staccarli dal palato e dai denti soprattutto quando ti sei accorto che la borraccia dell'acqua è già finita? I tentativi finiscono per togliere l'attenzione alla guida e nel "cogliere l'attimo " per fermarsi risuccede l'irreparabile della volta prima: stavolta sul pullman del ritorno dovrò anche cercare con poderose manate di ridare un senso alla forma del manubrio. E' ovvio che tutte queste vicissitudini resteranno più misteriose del 3° segreto della Madonna di Fatima : la bicicletta è e resta la mia più bella scoperta e mi diverto come un matto.
Cosi' torno da Pippo Piccione e compro anche l'abbigliamento adatto : l'immagine di Luigi Ganna a cui inevitabilmente somiglio sarà solo un lontano ricordo. La splendida salopette con la pelle di daino ( ma non serviva per asciugare la macchina ? ) , la maglietta multicolore modello arlecchino e un cappellino inconfondibile fanno parte del mio nuovo look. Anche i percorsi si fanno più audaci : la prima al Sacro Monte non la scorderò mai più e il conforto delle Madonne di Oropa e Fatima una certezza su cui costruire un futuro .
Ma ce la faccio arrivando al piazzale tanto cotto che anche stavolta non colgo l'attimo fuggente e risuccede l'irreparabile : l'atterraggio sull'asfalto richiama l'attenzione di due signore che prendono il sole sedute su una panchina e che , scuotendo la testa si voltano dall'altra parte facendosi il segno della croce. L'avvilimento è tale che prendo a sudare come un blocco di ghiaccio al centro del deserto del Sahara : devo subito scappare e continuare il mio giro . La discesa è fantastica : all'altezza del Ceppo sto viaggiando a 50 all'ora e uno spasmo mi coglie poco prima del tornante al bivio per il Campo dei Fiori. Forse è l'emozione di aver scalato il Sacro Colle e invece è un colpo d'aria che mi ha repentinamente raffreddato la pancia . Il praticello di fianco al successivo tornante è la mia ancora di salvezza : scendo senza cadere, il tempo sta per scadere, mi abbasso , sono quasi pronto . Perché i calzoni non scendono ? Lo spasmo è ormai incontenibile ! Porc.. la salopette !!!!
Più veloce di un ghepardo tolgo la maglia, più feroce di un leone abbasso la salopette e …..più maculato di un leopardo finalmente mi rilasso.
Riparto ma prima della Prima Cappella le sensazioni degli spasmi sono ancora in agguato e così anche stavolta il ritorno sarà con il pullman . Salendo incrocio lo sguardo delle 2 signore ora abbronzate che ho incontrato sul piazzale : il mio color bianco sporco maculato deve essere veramente speciale . A casa tolgo il mio fantastico abbigliamento : l'elastico del cappello ha scavato una trincea tra la faccia e la fronte e la pelle riprenderà la sua normale consistenza solo dopo una settimana. La maledetta cucitura centrale della pelle di daino della salopette ha conseguito l'obiettivo del seghetto alternativo : la zona del soprasella è devastata e
l'infiammazione delle emorroidi una dolorosissima conseguenza . Solo la maglia non ha apparentemente provocato danni : peccato che per molto tempo incrociando le 2 signore al Sacro Monte il loro dito puntato toglieva ogni dubbio sul fatto che mi avessero immediatamente riconosciuto. C'è inoltre da puntualizzare che non ho mai classificato come danno la depilazione automatica del petto col cursore e i pezzetti di pelle della gola incastrati nelle maglie della cerniera.
Ma la passione incalza e le spese aumentano : un caschetto al posto dell'odiatissimo cappellino ha la peculiarietà che molto spesso venga calzato al rovescio in quanto il davanti somiglia moltissimo al di dietro . Anche la bici ha adesso bisogno di qualche miglioria : i cerchi ad alto profilo " fanno volare " ma dopo aver bucato a 100 km da casa ed esserti accorto che la camera d'aria di scorta ha la valvola di gonfiaggio troppo corta ti fanno volare davvero con un aereo per il sacrosanto ma mesto rientro.
Ricordo altrettanto bene la prima uscita invernale con la temperatura sottozero : l'immagine del bibendum su un triciclo ha più o meno le stesse fattezze . Il piumino i guanti gli occhiali e i pantaloni da sci ( sigh ) , gli scarponi con dentro il pelo con le tacchette dei look avvitate alla gomma del carrarmato sono molto efficaci ma molto , molto , molto , molto , molto ridicoli . E al rientro scopro l'effetto del sudore che ghiaccia sulla pelle delle gambe e sul sedere. Il colore viola -barolo riserva speciale mi fanno somigliare ad una melanzana
fuori stagione; tornerò quello di prima solo allo scioglimento dei ghiacci . Il successivo tentativo , peraltro ignobile di provare a calzare le collant più pesanti di mia moglie ottengono il solo effetto di un'immagine molto ambigua di peli schiacciati dal nylon e la loro distruzione nel tentativo di toglierli prima che mi vedesse qualcuno.
Ma il tempo passa , torna la primavera e la passione spinge : il sopraggiungere di un gruppo di ciclisti con età media intorno ai 75 anni provoca un irrefrenabile desiderio di competizione che si placherà solo 15 km più avanti , percorsi alla media di 60 km/h vedendo allontanarsi il mozzo dell'ultimo della fila davanti a me e col rischio di incastrare la lingua nei raggi della mia ruota davanti . Ma è sempre Lei , la Madonna di Nera che mi sospinge sulle ali del conforto e previa autorizzazione di un bel miracolo torno a casa . Peccato che non ricordo che i nuovi vicini sono proprietari del cane più grosso del mondo : un bulldog-sanbernardo-alano-terranova mi obbliga ad uno scatto che provoca una deformazione plastica del telaio e una nuvola di fumo con l'attrito della gomma posteriore come quella che fa Valentino Rossi con la moto alla fine di un gran premio.
Eh,.... quanti ricordi e quanti ce ne sarebbero ancora.... quante soddisfazioni, e poi... dov'è quella foto dove ci sono tutti....eccola ! ; guarda...c'è Celio Tappelli, il cronomen che non ne vinceva una , c'è Sauro , impeccabile nel suo abbigliamento e sempre profumato , Verdi , che guarda l'ora perché è già tardi , Frutti , con un comodino sul manubrio , Dario con la onnipresente maglia della Maratona delle Dolomiti; Pino che anche nella foto riesce a stare in scia , Gio' Cocco con la salopette rosa-grigia da urlo , Augusto in una sua rara apparizione ( deve essere la foto dopo la crono che ha vinto ) ,Aldo Massini , in formissima da quando è in pensione , P.Pedalator , granda mulinatore del 53/11 , il Granduca buon pedalatore con il vizio del fumo , i 2 fratelli Tambrogini , l'uno posato e l'altro no e Toni che si è sposato proprio quell'anno . Che gruppo ! Che bella foto.
Quasi quasi anche stavolta non appendo la bici al chiodo e faccio il giro della salute tanto o la Madonna di Oropa , o quella di Fatima o quella del Brinzio mi aiuteranno a tornare indietro.

Uberto DeRosa


N.B. :riferimenti a fatti e personaggi realmente esistiti sono puramente casuali e assolutamente involontari

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