CURIGLIA E LA VAL DUMENTINA
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Località di Partenza: Induno Olona metri 365
Località di Arrivo: Curiglia metri 670
Distanza: 41 Km
Grado di Difficoltà: medio

La salita: Colmegna - Curiglia
Lunghezza: 13 Km
Dislivello: 460 m
Pendenza Media: 3,5 %

Descrizione: Partenza da Induno e attraverso la Valganna e poi la Val Travaglia si arriva sul lungolago di Luino, che si sviluppa all’ombra di maestosi platani secolari. Da qui, idealmente, si va alla scoperta della Val Dumentina, ed in particolare dei piccoli centri di Curiglia e Monteviasco.
Si segue ancora il lago fino a Colmegna (da superare anche una lunga galleria però con ottimo fondo e ben illuminata) per lasciare poi la statale 394 e prendere le indicazioni per Dumenza, centro posto tra ampi pascoli che si allargano dall’Alpe Cortesel fino al Prato Bernardo e Pian di Runo.
L'ascesa, che misura in totale 13 Km, presenta anche lunghi tratti pianeggianti e di respiro, ed ha il suo troncone più impegnativo proprio all'inizio, lungo 4,5 Km e con una pendenza media del 5,5 %. La strada si fa subito stretta ed il fondo è spesso sconnesso ed in pessime condizioni. Si sale a tornanti e da subito si hanno bei panorami sul Lago Maggiore.
Al Km 1,5 si entra nel bosco e la pendenza si assesta all'8%. Occorre proseguire anche fuorisella, ma per poco visto che un pianoro al Km 3.7 annuncia la fine di questo primo tratto: siamo in località Runo.
Sulla destra scorgiamo Dumenza; noi seguiamo le indicazioni per Agra / Due Cossani. La strada sale ancora ma la pendenza è tuttaltro che impegnativa. Si prosegue in tutta tranquillità e da qui il percorso sarà molto "piacevole"!
Prati, villette, boschi, baite ... si superano in tutta tranquillità immersi in questa perduta valle luinese!
Al Km 7 un cartello sulla destra segnala la direzione dell'Alpe Pradecolo. Consiglio la massima attenzione al ciclista che volesse tentare l'ascesa: da questo punto fino all'alpe mancano altri 7,5 Km, con un dislivello di 600 m circa ed una pendenza media del 8%!!!!
La salità non mollerà mai e sono presenti passaggi fino al 14%. A mio avviso questa è forse la più dura salita della provincia; fortunatamente noi proseguiamo per Curiglia. Qualche saliscendi ed infine entriamo nel bosco con pendenza sempre modesta, 3-5%. Poi, sulla nostra sinistra scorgiamo la Val Veddasca ed alcuni dei sui paesini: Cadero, Graglio, Armio mentre davanti a noi, ancora lontano, Curiglia. Al Km 11 arriviamo ad una sorta di scollinamento ma il paese è in alto, arroccato alle roccie. Scendiamo fino al fondo della valle e poi attacchiamo l'ultimo tratto, poco meno di 1 Km al 7/8%.
Eccoci infine a Curiglia (siamo al Km 41 dalla partenza), piccolo centro montano salvato dall'abbandono per la sua vocazione turistica, immerso tra boschi alla base di importanti montagne quali il Monte Tamaro e il Monte Lema.
Consiglio, per il ritorno, di avventurarsi sul percorso: Curiglia, Dumenza, Valico Palone, si entra in territorio elvetico, Sessa e poi discesa verso il fiume Tresa; lo si costeggia fino al Valico di Pontre Tresa dove si rientra in territorio italiano. Poi attraverso Brusimpiano, Porto Ceresio e Bisuschi si giunge a Induno (Varese) dove si conclude l'anello dopo 81 Km.
Anche quest'ultimo tratto riserva diversi passaggi piacevoli e tipici scorci prealpini. Da non perdere!!

Monteviasco: È un abitato al di fuori del tempo,ultima propagine del Varesotto e dell’Italia verso la Confederazione Elvetica. Al di fuori del tempo, perchè ci si arriva solo a piedi, dopo aver salito circa 2000 gradoni, la maggior parte scavati nella roccia viva e superato un dislivello di circa quattrocento metri (da poco una piccola funivia permette di giungere in paese comunque). Si rimane immersi nel silenzio, a gustare un panorama da sogno a mezza costa tra cielo e lago. La leggenda (ma forse del tutto leggenda non è) vuole che in tempo di dominazione spagnola (secolo XVII) alcuni disertori, per non farsi acciuffare si rifugiassero nella parte più accidentata e fredda dell’alta Val Veddasca e vi costruissero qualche casa. Poichè per formar famiglia mancavano le donne decisero di “rubarle” nel vicino paese di Biegno, causando un’ovvia quanto comprensibile reazione. Dopo un certo tempo, furono proprio le “rapite” a concludere di restare ed a sedare la controversia.

 

Salendo verso Dumenza

La Val Veddasca

 

 

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