Un Paese che di sfiducia in sfiducia va verso il baratro: tutti gli stremi di una denuncia che va ben oltre i confini del ComuneUn milione per piazza Marconi: perché noi cittadini dobbiamo pagare? Che colpa abbiamo d'una scelta indicata come sbagliata, arrogante e ostinata?Il parcheggio coperto è stata soltanto una scelta a sfondo elettoralistico la cui intera responsabilità ricade sui partiti: bisognava parare la cattiva gestione del centro storico, rincorrere i bottegai per farsi perdonare l'appoggio dato all'insediamento del centro commerciale Cremona Po - Quanto di questo ed altro l'uomo della strada potrà ancora tollerare? |
Corada chiede soccorso al ministero |
La preferenza politica viene pagata a caro prezzo (come dimostra il successo dei ricorsi al consiglio di stato di Cardaminopsis e della impresa Bonetti di Trescore Cremasco: altre somme dirottate dalle tasche dei cittadini cremonesi che avrebbero preferito ben diversi impieghi del bene pubblico) e non trova l'entusiasmo dei residenti nella compensazione di piazza Marconi, dove in ben modesto numero hanno sottoscritto l'affitto dei box . Peggio, riporta le auto in centro attraverso una via cruciale di collegamento al parcheggio come via Gaetano Tibaldi, nella più totale contraddizione rispetto ai principi acclamati di ridurre le PM10 prodotte dalle auto. La coerenze è decisamente l'optional più contraddetto dalla partitocrazia.
E, parlando di esiti dannosissimi, non ci si ferma neppure qui. Se piazza Marconi costa, il Comune affamato di soldi può vendere i suoi gioielli di famiglia, come l'area Snum, a 300 metri dal centro, luogo ideale per un giardino ed anche per un parcheggio. Non solo l'ondata di PM10 ma anche la sostituzione del verde con il cemento e la cancellazione di una zona strategica per... ricavarne altri condomini. Complimenti.
Se non altro potrebbero dire i nostri inossidabili amministratori, abbiamo scoperto alcuni tesori archeologici. Non era nei piani, ma di fatto è avvenuto.
Giusto. Allora dovremmo conoscere qual è il futuro di palazzo dell'Arte. Per ora sappiamo soltanto che non è morta un'altra brillante trovata, il museo del calcio, che dimostra quanta ignoranza ci fosse sulla archelogia della piazza. E l'archeologia più illustre del Nord ? I nostri amministratori si smentiscono subito. Sono tutti contenti dei ritrovamenti ma non si preoccupano affatto di che fine faranno. Buio totale. Eppure sono anni che Lynn Passi Pitcher tira fuori reperti e ci scrive sopra i suoi saggi. Complimenti bis. Complimenti a tutti, destra e sinistra: il peccato macchia tutti questi signori. Dicono che rappresentano la città. Non è vero affatto, rappresentano loro stessi e gli apparati. Il Comune paga con i soldi di chi non ha colpa e che ha un solo torto: aver votato per spirito civico.
Nella foto satellitare, Piazza Marconi ed il reticolo urbano circostante: è per questa strade che si faranno passare migliaia di auto quando sarà attivo il parcheggio coperto sotterraneo su più piani.
Piazza Marconi fotografata dopo un temporale: è evidente la naturale propensione verso il centro
storico e le sue evidenze, un patrimonio anche paesaggistico che non si è voluto valorizzare.
La fotografia è di Antonio Leoni ©
Caro Direttore,
ho una richiesta da sottoporre a “Il Vascello”. Ogni volta che leggo gli aggiornamenti sul vostro quotidiano relativi a P.za Marconi rimango sempre sorpreso e mi ritrovo a chiedermi perchè stia succedendo tutto questo.
In qualsiasi altra città, anche con minori rilevanze storiche, un patrimonio archeologico sarebbe subito valorizzato come area a disposizione dei cittadini e dei turisti, noi ci facciamo un parcheggio, in pieno centro, con l'inevitabile (e ovvio) aumento delle auto in strade piccole e intasate, un peggioramento della qualità dell'aria e della vita dei residenti.
Non ho mai visto un Piano così strampalato come quello proposto per il centro storico di Cremona: nelle altre città lo si valorizza il più possibile, lo si rende accogliente, fruibile con serenità da tutti, da noi non si capisce più quale sia il progetto, viene tutto mischiato senza criterio, una dei centri storici più belli al mondo sembra abbandonato al suo destino, non è nemmeno possibile fotografare il Palazzo Comunale, rivestito da cartelloni pubblicitari (comunali, ma sempre di pubblicità si tratta...).
Un'altro argomento che mi lascia stupito, relativo a P.za Marconi ma valido in generale per tutte le decisioni importanti, è che i partiti (e spesso le associazioni) sono sempre tutti d'accordo, non solo manca l'opposizione”, ma addirittura la sana passionale critica, la curiosità, l'interesse per le vicende di questa città. Mi chiedo perchè si vuole umiliare in questo modo la nostra città, possibile che non ci si renda conto del visibile declino nel quale stiamo affondando? Ecco quindi la richiesta: non avendo le competenze e le capacità, che invece voi avete, non è possibile organizzare un incontro pubblico, con storia, foto, reperti storici, proposte su P.za Marconi? Sarebbe molto interessante, sono sicuro che i cittadini gradirebbero.
La ringrazio per l'attenzione, un caro saluto e un augurio a tutti i lettori di buon anno nuovo.
Carlo Inzaghi
Ps - Secondo me il prossimo sondaggio sarà su P.za Marconi, qualche domanda ben posta e si arriva al 70-80 % di gradimento delle scelte comunali, tutti soddisfatti, avanti così...
Dopo la protesta per la ulteriore spesa di un milione a carico del Comune, ecco chi subito approfitta della situazione, scoprendo quel che la città dice e sostiene da anni - "La Provincia" si è accorta che piazza Marconi è un giacimento archeologico. Forse perché ai suoi lettori come a tutti i cittadini cremonesi girano le scatole che il Comune debba spendere un milione dei loro soldi per la propria improvvidenza. Così continuano ad apparire, adesso, interviste a sostegno della valorizzazione dei reperti.
E le lacrime di coccodrillo si sprecano. In primis quelle del direttore, l'ineffabile Pironda che si è completamente dimenticato di aver definito tiràa indrèe coloro che proponevano soluzioni per questo autentico tesoro cremonese ed anche nella sua veste più congeniale, quella di Rigoletto, di aver quasi insultato Lynn Passi Pichter quando con il conforto di un illustre archeologo di fama mondiale sostenne che in piazza Marconi potevano essere finiti brani artistici della Domus Aurea. Tuttavia piovono non solo le lacrime del Pironda, ma anche quelle della consigliera di Forza Italia Laura Carlino che in un'ampia intervista sullo stesso giornale, propone che Palazzo dell'Arte diventi il museo contenitore ed espositore dei tesori archelogici (non bastando più San Lorenzo).
Poichè noi stiamo scrivendo da qualche anno della medesima cosa e tanti lettori ci hanno seguito sulla medesima strada, siamo soddisfatti della illuminazione che sulla via di Damasco finalmente raggiunge anche una galvanizzata Laura Carlino, anche se ovviamente, ancora una volta notiamo che si ragiona sul contigente e non su una idea progettuale (va bene mettiamo da parte San Lorenzo... ma cosa ne facciamo? La politica della mortadella, la città governata a fette).
Comunque, bene, benissimo, meglio tardi che mai. Resta però un sospetto, sempre a proposito di mortadella: il giornale e Forza Italia non si erano schierati per il museo delle mutande a Palazzo dell'Arte e per l'inverecondo scempio dell'opera di Cocchia, contro il quale si mobilitò persino la cultura europea? Non sarà che bisogna rimettere in pista cavallo elettorale? La prossima volta ci diranno che cacciare in cantina i pittori cremonesi è un'altra offesa alla città. Noi non lo avevamo capito.
Il mosaico del cardo . Il fotoservizio è de "Il Vascello"©
di Luca Serra**
Leggendo il titolo di questo scritto, immediatamente, ci balza alla mente l’idea di qualche fatto di cronaca, pubblicato da un qualsiasi quotidiano locale inerente ad atti poco leciti compiuti nella piazza centrale di una qualsiasi cittadina italiana. Inevitabilmente si pensa ad un gruppo di giovani locali, o ancor più probabilmente, proteggendo i propri amici e parenti di sempre, ad un gruppo d’extracomunitari, che in seguito ad una serata, forse, “sopra le righe” hanno commesso qualcosa di sbagliato.
Potrebbero aver rotto vetrine con dei sassi, sporcato e danneggiato l’arredo urbano della piazza stessa, o ancora imbrattato di scritte, e quindi degradato, un qualsiasi muro o molto peggio un monumento presente. Mi riferisco proprio agli oltraggi compiuti nei confronti dei monumenti, che ricoprono il territorio nazionale, e in particolare le piazze di tutte le nostre città. Il problema è che non intendo un gruppo di ragazzini adolescenti, italiani e non, che per ragioni forse legate alla crescita compiono atti di vandalismo, bensì a tutte quelle amministrazioni che dovrebbero totalmente opporsi a questi stessi comportamenti. Mi riferisco in primo luogo agli Organi comunali, alle Soprintendenze dei Beni Architettonici e Paesaggistici, e alle Soprintendenze dei Beni Archeologici che dovrebbero impegnarsi totalmente nella difesa e conservazione del patrimonio storico-artistico.
Spesso, nonostante le lezioni del passato, non si limitano a danneggiare i monumenti, ma compiono vere e proprie distruzioni. Il caso a cui mi riferisco, è solo uno dei tanti esempi contemporanei che costellano il territorio nazionale. Nonostante la serie di battaglie compiute durante tutto il secolo da numerosi personaggi, fra cui indubbiamente spicca Antonio Cederna, (tramite una serie di denunce raccolte nel testo “I vandali in casa”), grazie al quale possiamo ancora godere di alcuni esempi del nostro inestimabile patrimonio, le distruzioni risultano essere un chiodo fisso di alcune delle nostre amministrazioni.
Il caso sotto accusa riguarda Piazza Marconi a Cremona, situata a due passi dalla Cattedrale e dal noto Torrazzo ( simbolo cittadino), praticamente nel centro storico. La Piazza non ha origini molto antiche, nasce infatti fra il 1930-40 in seguito al nuovo piano Regolatore della città che porta la firma degli architetti Gamba e Renzi e rimarrà in vigore fino agli anni ‘50.
Testimonianza di una vera e propria fabbrica per la realizzazione di oggetti in osso per la cura dei capelli e in genere per l'abbigliamento. sotto, il mosaico dell'oca
La creazione è il risultato della demolizione di un intero isolato,( già realizzato in seguito ad uno sventramento dell’ottocento con distruzione della Chiesa di San Giorgio;compreso tra le vie Bella Chioppella, Ribaldi, Ripa Fredda, vicolo Basolaro), l'eliminazione di un tratto di un vicolo esistente (vicolo Basolaro, appunto) e di edifici preesistenti(come il Convento di Sant'Angelo). Con la Piazza, e il nuovo assetto cittadino, nasce un nuovo grande edificio fascista, il Palazzo dell'Arte. Non mi soffermo di più su tale intervento perché, nonostante sia anch'esso segnato da terribili distruzioni, non è quello interessato, anche perché legato al periodo fascista quando le amministrazioni non avevano potere decisionale.
Dal 1983-84 la Piazza Marconi, diventa centro di importanti scoperte archeologiche. Gli scavi, che si protraggono fino al 2002, portano alla luce una serie di edifici produttivi, costruiti con strutture portanti lignee, legati alla lavorazione dei metalli e delle ossa animali. I reperti ritrovati sono datati intorno al I secolo a.C, e sono una serie di edifici distrutti all'epoca augustea per la realizzazione di una nuova domus, che visse fino al IV secolo d.C, di cui viene ritrovato un solo mosaico.
Gli scavi continuano nella parte adiacente della piazza e come previsto sono state rinvenute le fondazioni del Convento di Sant'Angelo, demolito negli anni trenta, ma anche una serie di cantine post medievali e la trama fognaria della città antica. Si è protesa, in questa ventina di anni, una serie di scoperte che hanno portato alla luce la trama romana della città di Cremona, provocando un grande interesse da parte di studiosi ma anche di cittadini comuni, curiosi e orgogliosi dei ritrovamenti della propria città.
Probabilmente tutto ciò non ha destato il minimo interesse alla Giunta Comunale.
L'intervento prevede la costruzione di tre piani, per 500 posti totali, adagiati praticamente sui reperti archeologici in modo, secondo loro, da non “danneggiarli”. Ciò risolverebbe il “problema” dei parcheggi nel centro storico e trasformerebbe Cremona, facendola diventare come le altre “moderne” città lombarde. E' pressoché ridicolo pensare che una colata di cemento sopra un qualsiasi reperto archeologico non crei alcun danno, e non si eviterebbe comunque l'oltraggio se il parcheggio fosse realizzato a fianco dei ritrovamenti. E' altrettanto ironico pensare di omologarsi alla modernità delle altre città andando a distruggere, semplicemente coprendolo, un così importante tassello della storia cittadina e umana.
Le indicazioni fornite nel 2003, prevedevano la realizzazione di un solo piano di parcheggio e si aggiungeva il progetto di un nuovo riassetto che dia una qualità migliore alla piazza in tutto il suo aspetto, orientandola verso il Palazzo dell'Arte.
Addirittura si promuove, oltre alla distruzione della memoria storica della città in epoca romana, una modifica dell'orientamento della piazza e quindi della trama della città risalente agli inizi del secolo. Nel 2004 la Giunta comunale, con il nulla osta della Soprintendenza, approva il progetto definitivo. Vincitore dell'appalto la ditta S.A.B.A. Italia di Roma che nella relazione di progetto prevede: “la costruzione di un piano interrato, che non intacchi i giacimenti archeologici...”; “un secondo piano, decisamente ridotto rispetto al primo...che però potrà essere espanso”; “un rialzo della piazza di circa 80 cm...a ridosso del Palazzo dell'Arte”.
La concessione della Soprintendenza, risultava già impensabile, ma ovviamente da un primo piano si è arrivati ad un secondo, di cui è già tenuta in conto un'espansione. Interessante è il punto che si riferisce al rapporto con le preesistenze: “ è stato il condizionamento più importante per il progetto che viene adagiato sopra lo strato archeologico, lasciandone libera ed eventualmente visibile, la parte maggiormente superficiale che è anche quella più antica”.
Senza quindi alcun impedimento il parcheggio viene, comunque, realizzato, come dicono i costruttori ovviamente tenendo conto dei reperti archeologici più importanti che saranno lasciati visibili; tanto, sempre secondo loro, dei reperti meno antichi e quindi “meno” importanti non interessa a nessuno.
Nel maggio del 2005 riprendono quindi gli scavi abbandonati e naturalmente le scoperte continuano: con grande stupore si ritrovano pezzi di oggetti in porfido, ricondotti al “corredo di rappresentanza” dell'Imperatore Nerone, mai ritrovati nella Domus Aurea. E' incredibile, ma tutto ciò è una minima parte di quello che è stato ritrovato a due passi dal Torrazzo.
Dalla voragine è emersa una domus di 60 m di lato, con mosaici e suppellettili di finissima fattura. Di grande pregio sono i “locali di rappresentanza”: in cui un affresco azzurro con rappresentati dei volatili, ha fatto sì che l'edificio prendesse il nome di domus degli uccelli. E' stato ritrovato anche il giardino, in cui giaceva la testa di una statua di Venere, rassomigliante alla più famosa Venere Capitolina. Lo scavo “propedeutico” per la costruzione del parcheggio ha portato alla luce scoperte inimmaginabili una sorta di “Pompei lombarda”, come qualcuno ha definito Cremona, che sicuramente si espande sottoterra al di là dell'area degli scavi.
Probabilmente i ritrovamenti recenti non sono stati considerati importanti dalla Soprintendenza e dalla Giunta comunale, e quindi lo scavo preparatorio è servito a verificare che il contesto fosse adatto alla realizzazione. I lavori per la costruzione del maxiparcheggio non si sono fermati e la “Pompei lombarda” viene ricoperta, come previsto dal progetto per i resti considerati meno interessanti. La più remota possibilità era quella di trasportare parte dei reperti, in particolare i frammenti degli oggetti d'arredo ritrovati, all'interno delle sale espositive del Palazzo dell'Arte. Anche questa proposta vanifica, in quanto per ora la Giunta Corada non ha contraddetto la volontà della Giunta Bodini 8e di gran parte del consiglio comunale: che si machcia così della ennesima vergogna culturale, di una insipienza tecnica e amministrativa che scorre da sinistra a destra, una immagine della città più becera) di trasformare il Palazzo in un museo del calcio.
Proprio le amministrazioni competenti si comportano come i peggior vandali che imbrattano, non degradando ma distruggendo, i monumenti. Il problema fondamentale è che di Piazza Marconi non ne esiste una sola, essa è semplicemente rappresentante di una serie di numerosi vandalismi.
Nei fatti, come aveva facilmente previsto il nostro intervento, i lavori non si sono fermati, procedono inesorabilmente, un intoppo dopo l'altro, perché la zona archelogica in qualche modo difende se stessa, rivelando le sue evidenze. Adesso , ad esempio, si lavora intorno alla chiesa di san Giorgio, ovviamente già circondata dalle inesorabile paratie di cemento del futuro parcheggio sotterraneo. La foto è di Sandro Rizzi.