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10 SETTEMBRE 2007: LA DOMENICA DELLA MORTE E DELLA VIOLENZA, L'ENNESIMA NEL CALCIO ITALIANO


Un giovane di 26 anni, Gabriele Sandri, è morto colpito da un colpo d'arma da fuoco esploso da un agente della Polizia stradale nella parte posteriore del collo, mentre si trovava in auto, una Megane, nell'area di servizio di Badia al Pino, dove si sono scontrati ultras della Lazio, diretti a Milano per la partita con l'Inter, e bianconeri in viaggio verso Parma. Il proiettile avrebbe infranto il lunotto posteriore sinistro. L'auto è stata poi portata alla caserma della polizia stradale di Arezzo, con all'interno la salma. Il corpo di Sandri è stato poi rimosso intorno alle 13.30. La vittima era un noto dj della capitale e animatore, tra gli altri, del locale "Jackie 'O" e pare fosse anche amico di alcuni giocatori biancocelesti. Il giovane aveva anche un negozio di abbigliamento a Roma.

FUOCO DALL'AUTOSTRADA - Si è poi svolto in procura ad Arezzo l'interrogatorio dell'agente della Polizia stradale che ha sparato. L'agente avrebbe una trentina di anni e diversi anni di esperienza in polizia. Sembrerebbe che l'agente fosse in auto con un collega nella corsia opposta a quella dove si trova l'autogrill. Accortisi della rissa, i poliziotti avrebbero fermato la macchina e attraversato l'autostrada. L'agente avrebbe sparato due colpi, da una lunga distanza, uno dei quali avrebbe colpito il tifoso della Lazio. «E' stato un tragico errore»: ha detto il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe . «Il nostro agente era intervenuto per evitare che i tafferugli tra due esigui gruppi di persone, che non erano stati individuati come tifosi, degenerassero con gravi conseguenze».
«Le responsabilità saranno accertate senza reticenze» ha detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato. «Ancora una volta, però - ha proseguito il ministro - un giovane è morto in circostanze legate alla violenza che ruota intorno al calcio». Una violenza, conclude il ministro «che costringe tutti i fine settimana migliaia di uomini e donne delle forze dell'ordine a presidiare autostrade e città per evitare il peggio».
SCONTRI A RIPETIZIONE - Si sono registrati scontri tra tifosi e forze dell'ordine a Bergamo che hanno portato prima alla sospensione e poi al rinvio della partita, , è stato deciso il rinvio a data da destinarsi della partita Inter-lazio. Le altre partite sono cominciate con 10 minuti di ritardo e il lutto al braccio dei giocatori. Dopo otto minuti è stata sospesa Atalanta-Milan. Nel pomeriggio il prefetto di Roma ha annunciato anche il rinvio di Roma-Cagliari, in programma alle 20,30 all'Olimpico.La decisione è stata presa dal presidente della Lega calcio, Antonio Matarrese, dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, in accordo con il ministro dell'Interno, Giuliano Amato e dopo un colloquio con il capo della polizia, Paolo Manganelli, e con i presidenti di Inter e Lazio, Massimo Moratti e Claudio Lotito.In serata scontri anche a Roma davanti allo stadio Olimpico e assalto alla caserma del reparto Volanti.
VIOLENZE IN VARIE PARTI D'ITALIA. Le violenze sono comincite a Bergamo alle 13, quando un gruppo di ultras atalantini ha preso a sassate una jeep della polizia a poche centinaia di metri dallo stadio. A bordo del mezzo c'erano due poliziotti, feriti. Gli ultras milanisti si sono uniti agli scontri , ripresi con particolare violenza davanti allo stadio attorno alle 14. Gli atalantini che erano sotto la curva sud hanno attaccato di nuovo la polizia, che ha risposto lanciando lacrimogeni ma è stata poi costretta momentaneamente ad arretrare sotto la furia di pietre e bastoni . Si è poi impedito dopo 7' la prosecuzione della partita, nonostante il tentativo di sedare la protesta dei giocatori Doni e Bellini mentre veniva abbattuto il muro antisfondamento attorno al campo.
Alta la tensione anche nei pressi di San Siro prima di Inter-Lazio. Sul piazzale di San Siro circa 200 ultras nerazzurri hanno intonato ripetuti cori contro le forze dell'ordine. «Amato dimettiti», «Per Raciti fermate il campionato, la morte di un tifoso non ha significato». Con questi due striscioni in testa è partito successivamente dallo stadio Meazza un corteo composto da diverse centinaia di ultras che si è poi fermato di fronte al commissariato di polizia di via Novara. I manifestanti hanno occupato le due carreggiate e dalla folla, qualcuno ha lanciato sassi verso il commissariato. Al corteo si sono aggiunti una cinquantina di ultras del Varese noti anche come estremisti di destra. Quindi gli ultras si sono diretti verso la sede Rai di corso Sempione presidiata da un ingente schieramento di carabinieri in assetto antisommossa. Sulla strada accesi un paio di falò. Due cronisti sono stati aggrediti a calci e pugni e di fronte al commissariato di via Novara, un cameraman della Rai è stato aggredito: gli hanno distrutto la telecamera e rubato la videocassetta con le riprese della manifestazione. Sorte peggiore è capitata a un suo collega del Tg4 picchiato, preso a calci e pugni alle spalle nel primo pomeriggio di fronte allo stadio. Anche la partita Taranto-Massese, della serie C-1 è stata sospesa. L'arbitro lo ha deciso al 13' del secondo tempo viste le intemperanze dei tifosi che hanno tentato un'invasione di campo.SASSARI - Un petardo è esploso poco dopo le 19,30 contro un'auto della polizia parcheggiata all'interno del palazzetto dello sport a Sassari, mentre era in corso la partita di Lega2 di basket tra il Banco di Sardegna-Sassari e Imola.

Nella giornata triste del calcio, una prova di civiltà a Cremona

(a.l.) -Nella giornata triste del calcio, c'è qualcosa da dire in positivo qui all'ombra del Torrazzo. Ed è il comportamento del pubblico di Cremona, persino della tifoseria più esasperata, compresa quella novarese. Qualche grido che non ha superato le mura dello stadio, non condivisibile, certo, ma che ha neutralizzato l'ira, le ritorsioni, i pugni, gli assalti che si sono visti altrove e interrogano sulle radici di una violenza endemica .
Anzi, la partita allo "Zini" si è svolta quasi nel totale silenzio delle curve, come si deve di fronte a un ragazzo di 26 anni che ha perso la vita , quando lutto è così grande da pretendere soltanto dignità. Noi vogliamo sottolineare tutto questo. Cremona, nella giornata dell'odio, ha dato prova di civiltà. E' un'illusione o la Cremonese comincia ad esprimere il sogno di un calcio diverso? L'USC è oggi una piccola realtà, ma anche un piccola stella brilla nella notte ed indica la rotta ai naviganti.



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di Lun, 12 nov 2007