Per conoscere la storia di questo "grande"
gruppo bisogna cominciare conoscendo le sue
umili origini che risalgono a qualche anno
prima dell'uscita del loro primo lavoro
(The piper at the gates of dawn - 1967).
Tutto inizia quando, più o meno nel 1960,
vivono a Cambridge cinque adolescenti che
frequentano la stessa scuola d'arte.
Mentre
David Jon Gilmour
e
Roger Keith Barrett,
ribattezzato "Syd" dagli amici,
cominciano già a fare i primi passi con la
chitarra, suonando vecchi blues,
George Roger Waters,
Richard William Wright e
Nicholas Berkeley Mason
avrebbero trascorso questi anni di scuola lontano
dalla musica, se non fosse stato per qualche
sporadica lezione di chitarra o pianoforte
(clicca sul link del nome di ciascun
componente del gruppo per vederne una foto).
Mason, Wright e Waters si rincontrano
qualche tempo dopo a Londra e fondano un
gruppo di R&B in cui Waters suona la
chitarra solista, Wright la chitarra ritmica e
Mason la batteria, che rimarrà il suo
strumento definitivo; il bassista è un certo
Metcalf, le voci sono di Keith Noble e
Juliette Gale che diventerà moglie di Wright,
ed in seguito a questo evento il nucleo
originale scomparirà.
Si arriva all'anno 1965, quando Waters forma
un altro gruppo con Barrett, Mason, Wright e
Bob Close, discreto chitarrista jazz. Waters
comincia a suonare il basso (i chitarristi
erano già due) e Wright acquista un organo
Farfisa; il gruppo si chiama "The Pink Floyd
Sound" a causa del fatto che a Barrett
piacessero Pink Anderson e Floyd Council,
noti bluesmen statunitensi.
Dopo un periodo di incomprensioni con
Barrett, Close lascia il gruppo, Syd comincia
a comporre musica propria e il gruppo
esordisce al Countdown Club, suonando sette
ore e guadagnando quindici sterline.
Siamo all'anno 1966, i Pink Floyd suonano al
Marquee di Londra, locale portabandiera
della cultura underground londinese che ha
già visto gli esordi di gruppi come i Rolling
Stones e i Who, dove un pubblico stravagante
si riunisce non tanto per ascoltare buona
musica, quanto per viaggiare con l'LSD.
I Floyd propongono qualcosa di nuovo, con
le lunghe, interminabili suites che incantano
il pubblico avvolto dai magici suoni carichi di
feedback, di cui Barrett si era innamorato,
dopo che aveva acquistato, poco tempo
prima, una camera d'eco, con cui aveva
sperimentato nuove soluzioni.
Qui il gruppo incontra colui che sarebbe
diventato il loro primo manager, Peter Jenner,
che procura ai Floyd un contratto settimanale
con la London Free School. E proprio in una
di queste serate nasce una delle caratteristiche
più innovative ed originali del gruppo:
il light show, quasi per caso, quando due
giovani americani si divertono a proiettare
delle diapositive sul gruppo in sincronia con
la musica.
La fama dei Floyd inizia a crescere, e di
molto, cominciano le serate all' "Ufo Club",
locale che diverrà leggendario a Londra, la
stampa inizia ad interessarsi a questo nuovo
sound della band, innalzando ancora di più le
prospettive dei quattro, che così ottengono
dalla EMI un vantaggiosissimo contratto.
Così l'11 marzo del 1967 esce il primo 45 dei
Pink Floyd, Arnold Lane
/Candy and a
Currant Bun; è scandalo, il testo di Arnold
Lane parla esplicitamente di travestitismo e il
disco viene bandito dalle radio, ma non da
quelle pirata, ovviamente, che avvicinano
sempre più giovani a questa musica
"psichedelica", convincendoli, anche se non
volontariamente, del fatto che la musica e i
testi dei Floyd fossero il prodotto delle
esperienze di Barrett con gli allucinogeni; la
EMI corre ai ripari e cerca di pubblicizzare
un’immagine più pulita del gruppo. Fatto sta
che poco dopo la band riceve nuovi consensi
al "14 Hours Technicolor Dream", il più
grande raduno underground, in cui tutti
facevano uso di acido, dagli organizzatori ai
partecipanti, e nel quale i Floyd suonano per
ultimi; la loro partecipazione verrà
considerata come "la giusta celebrazione
dell'aurora dopo una notte di festa e acido".
Le caratteristiche dei primi Pink Floyd si
sono ormai delineate, con Barrett leader e con
un light show sempre più accurato e
sofisticato.
A maggio suonano alla "Queen Elizabeth
Hall" con grandi risultati; per l'occasione
viene studiato un sistema di quadrifonia
all'avanguardia, per cui le casse che
diffondono la loro musica sono disposte
tutt'intorno alle persone, che così si sentono
al centro del concerto. In questa performance
live viene presentata in anteprima una
canzone dal titolo "Games for May", (che era
anche il titolo del concerto), la quale verrà
inserita poco dopo col titolo
"See Emily Play"
in un 45 giri; la canzone, ispirata da un
sogno, riscuote grande successo e i Floyd
cominciano a comparire in show televisivi.
Gli esiti di queste apparizioni non sono
sempre dei migliori ed è proprio in una di
queste occasioni, infatti, che si evidenzia la
debolezza psicologica di Barrett che a volte
non vuole saperne di suonare o altre volte si
rifiuta di indossare i costumi confezionati
appositamente per la tv.
Il 5 Agosto viene pubblicato
"The piper at the
gates of dawn", composto quasi
esclusivamente da Barrett in pochissimo
tempo, contenente
"Astronomy Domine"
scritta in pochi minuti utilizzando
un'enciclopedia astronomica e "Interstellar
Overdrive", due canzoni che sarebbero state
per anni tra le più trascinanti.
"Era impressionante la velocità con cui
scriveva", ricorderà Mason.
Ad Ottobre comincia la prima tournée
americana che si conclude disastrosamente
per le difficili condizioni psicologiche di
Barrett.
Poco dopo, Barrett, e siamo nel 1968,
smetterà di comporre e non sarà più in grado
di fare una apparizione in pubblico. Il resto
del gruppo decide allora di trovare un altro
chitarrista, pensando di tenere Barrett per la
fase compositiva, ma la formazione a cinque
dura poco, (clicca qui per
vedere una foto della formazione a cinque)
il 2 marzo Barrett lascia il gruppo
e con lui va via anche Jenner, loro manager, è
un periodo disastroso, si pensa allo scioglimento,
anche l'"Ufo Club" chiude.
I Pink Floyd perdono la fiducia di tutti, senza
Syd sarebbe stato tutto diverso, pensava la
gente, nessuno è disposto più ad ingaggiarli,
ma i quattro superstiti insistono e preparano
un nuovo Lp,
"A saucerful of secrets"
che vede Waters nella nuova veste di
compositore; scrive infatti tre canzoni,
ognuna a suo modo eccezionale.
Rimane nell'album il conclusivo Jugband
blues scritto da Barrett, presente nell'album
anche come chitarrista in Remember a day.
Siamo arrivati al 1969, la psichedelia muore e
i Pink floyd rinascono. In luglio esce
"More"
colonna sonora dell'omonimo film diretto da
Barbet Schroeder. In questo lavoro vengono
proposti brani acustici in contrasto con la
strada che il gruppo sembrava aver scelto con
il disco precedente.
Il 25 ottobre viene pubblicato
"Ummagumma"
che a detta di molti è il
capolavoro del gruppo; è un doppio, con un
disco registrato dal vivo e l'altro in studio,
diviso in quattro parti, incise individualmente
da ciascuno dei Floyd.
1970. Ancora una colonna sonora; in giugno
infatti il gruppo si reca a Roma per registrare
la colonna sonora di Zabriskie Point di
Michelangelo Antonioni. Non si rivela un
successo e solo tre brani vengono scelti dal
regista.
In ottobre mentre il gruppo è in tour in
America esce
"Atom heart mother" che è in
assoluto l'opera più ambiziosa della band. La
prima facciata contiene un solo pezzo, una
lunghissima suite che dà il nome all'intero
disco, nella quale sono stati abilmente inseriti
un coro e una sezione fiati incredibili.
Siamo al 1971, in giugno i Pink Floyd
intraprendono una tournée europea e suonano
anche a Brescia e a Roma.
In novembre esce "Meddle",
in cui viene ripetuta l'esperienza della suite che occupa
un'intera facciata, questa volta la facciata B.
Nella suite di questo album,
Echoes, non
sono più presenti il coro e l'orchestra, che
davano un connotato orchestrale e barocco,
ma vengono proposti interessanti effetti
elettronici.
Il 1972 comincia con un grande tour inglese,
in cui vengono presentati un rivoluzionario
light show e un nuovo impianto quadrifonico.
A giugno esce
"Obscured by clouds",
colonna sonora del film "La Vallée" di
Shroeder, ma sia il film che il disco non
ripetono il successo di "More". Per i Pink
Floyd si tratta di una parentesi da
dimenticare.
Ancora in questo anno esce il film
documentario "Live at Pompeii" nel quali
vengono suonati dal vivo nell'anfiteatro
dell'antica Pompei alcuni pezzi tra i più
famosi del gruppo, che riceve grandissimi
consensi.
1973, l'anno di
"Dark side of the Moon",
l'album di maggiore successo dei Floyd. Esce
in marzo, dopo nove mesi di sala di
registrazione.
Questo disco rappresenta un po' una svolta
per il gruppo; ci si allontana dalla psichedelia
dei primi anni, i testi parlano di problemi
contemporanei, compaiono, per la prima
volta, sintetizzatori, sassofono e voci
femminili.
In giugno parte il secondo tour americano
dell'anno e al ritorno, in novembre, è la volta
del tour inglese.
Dopo il successo di "Dark side of the Moon"
bisognerà aspettare due anni e mezzo per
ritrovare un album dei Pink Floyd. Infatti,
"Wish you were here"
esce nel settembre del
1975, non raggiunge il successo del disco che
lo ha preceduto ma rimane un ottimo lavoro.
Il disco è totalmente dedicato a Roger "Syd"
Barrett e i temi dei testi sono l'assenza
mentale dell'uomo, intrappolato nella
macchina, simbolo del potere.
Un anno di pausa e poi, nel gennaio del 1977
viene pubblicato "Animals",
che mostra già sulla copertina, i segni del clima opprimente
in cui è stato concepito.
Si completa con questo lavoro la trilogia
iniziata con "Dark side of the Moon",
sull'alienazione umana e sulla follia della
società tecnologica.
Con l'uscita del disco comincia anche una
tournée mondiale che dura sei mesi, con una
scenografia sempre più imponente. Questa
tournée sarà molto logorante per il gruppo, e
nelle ultime date si verificheranno incidenti
spiacevoli; Waters addirittura sputerà
addosso ad uno spettatore delle prime file.
Il 16 novembre 1979 esce
"The Wall", dopo
quasi tre anni di silenzio. Il disco è quasi
totalmente opera di Waters, ed è qui che si
manifesta tutto il pessimismo del bassista del
gruppo nei confronti della società.
L'individuo, oppresso dall'educazione, dalle
repressioni e dalle frustrazioni che è costretto
a subire, durante tutto il corso della propria
vita, si rifugia dietro ad un "muro".
Intorno a questo tema si sviluppa tutto il
disco che, con tratti di autobiografia, racconta
la storia di una rockstar che sempre di più si
allontana dal mondo reale.
Per quanto riguarda il lato delle vendite
bisogna dire che "The Wall" è stato un
grandissimo successo, meritato per
l'accuratezza delle registrazioni e la
ricercatezza degli effetti sonori.
Quest’opera era stata concepita da Waters,
originariamente, come un lavoro teatrale, ed è
per questo motivo che si è pensato in un
secondo momento di realizzare un film.
Passano quattro anni, e nel 1983 esce
"The
final cut", che doveva essere la colonna
sonora del film "The Wall".
Il disco è un solo di Waters, nel senso che nessuno degli
altri componenti ha partecipato, o per meglio dire, Waters
non ha permesso che patrecipassero.
Wright esce ufficialmente dal gruppo.
Si nota in tutto il lavoro una totale dipendenza della
musica nei confronti dei testi che non sempre si rivela
piacevole.
Waters decide di abbandonare il gruppo per intraprendere
la carriera solista.
Nel 1987 viene pubblicato dai restanti Floyd, dopo che Waters
ha tentato di tutto per impedirlo, comprese le vie legali,
"A momentary lapse of reason".
Non sono i Pink Floyd a cui tutti si erano abituati, l'assenza
di Waters è certamente incolmabile, ma il lavoro è piacevole
ed originale, vengono rievocate le magiche atmosfere di
"Wish you were here" con ottimi assoli di chitarra.
Il lavoro è quasi totalmente di Gilmour che insieme a Mason
convince Wright a tornare in studio per registrare le
nuove canzoni.
Parte il tour mondiale che riscuote grandissimi consensi,
suonano anche a Venezia e la musica si può fondere nel
meraviglioso scenario della laguna.
Devono passare ben sette anni prima che esca il loro
ultimo lavoro "The division bell"
L'album è un buon lavoro, ci sono spunti anche molto interessanti.
Suonano con i tre Floyd vecchie e nuove conoscenze. Ritorna al sassofono
Dick Parry, che ha già suonato in "Dark side of the Moon",
viene confermato al basso il giovane Guy Pratt e alle chitarre, insieme a
Gilmour suona il suo vecchio amico Tim Renwick.
Nel 1994 partono per un tour mondiale che tocca anche l'Italia con molte
date e con un'ottima affluenza di pubblico.
Oggi siamo ancora in attesa che almeno una delle tante voci di un loro
imminente ritorno sulle scene venga confermata.