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1. Rifiuta le buste di plastica ogni volta che puoi.

Ogni cittadino britannico consuma fino a 134 buste di plastica all'anno, per un totale di otto miliardi di sacchetti che finiscono abbandonati in discariche sterminate.
2. Leggi una favola a un bambino.
Ricordi quant'erano avvincenti le favole? Ora tocca a te comunicare quella sensazione.
......

(Tratto da Internazionale del 23.12.2004)Per scoprire le altre 48 cose da fare leggi l'articolo
Se vuoi aggiungerne altre, inviale a verdeblu@quipo.it Saranno pubblicate sul sito.

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La nostra società si autodistrugge.
Non vogliamo cooperare a preparare una società portatrice di morte per i nostri figli.
La persona
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La scuola
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Il potere
spadroneggia indisturbato
L'ambiente
distrutto dai veleni che produciamo
Le guerre
non risolvono i problemi
sviluppano violenza tra le persone e tra gli stati
Proponiamo una società
Conviviale
dove si stia bene
Solidale
con libero accesso di tutti alle
risorse necessarie ad una crescita armoniosa
Sobria
senza sprechi
senza privilegi per pochi
Educante
che formi cittadini coscienti, responsabili e liberi
Pacifica
senza guerre e senza conflitti
L'iniziativa è promossa dal coordinamento
Inmarciaperlapace

IL PANIERE
mercatino mensile di prodotti bioogici e della biodiversità
PIAZZA MAZZINI CASALE MONFERRATO
3° sabato del mese

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COMITATO CONTRO LA SUPERSTRADA
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Il "Comitato contro la superstrada e per la salvaguardia del Monferrato Casalese" si è costituito per dare voce a tutti quei cittadini che si oppongono alla realizzazione della cosiddetta "bretella lunga" di collegamento tra Casale e Ozzano. Un'opera inutile, costosa e devastante per l'ambiente.

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ARCHIVIO...

 

Casale Monferrato
lunedì 10 novembre 2008

ASSEMBLEA e FIACCOLATA
CONTRO L'AMIANTO

Amianto a Casale Monferrato
Lunedì assemblea sul processo

di GIAMPIERO CARBONE

Casale Monferrato continua la sua battaglia contro l’amianto, la fibra killer che ha ucciso e continua a uccidere troppa gente. Lunedì 10 novembre è infatti prevista un’assemblea generale sulla vertenza amianto, organizzata da Associazione familiari vittime amianto di Casale, Cgil, Cisl e Uil. Alle 15,30, al salone Tartara di Piazza Castello, si ritroveranno i familiari delle persone scomparse, gli ex lavoratori Eternit e i cittadini vittime dell'amianto.
“Dovremo esprimere una valutazione unitaria – spiega Bruno Pesce, della Cgil – rispetto al procedimento penale richiesto alla procura di Torino nei confronti dei vertici della Eternit, accusati di disastro ambientale doloso e inosservanza volontaria delle norme sulla sicurezza”. Un maxi procedimento che, se avviato, come tutti auspicano, riguarderà oltre 2.000 morti e 1.000 ammalati (tra lavoratori e cittadini) in realtà quali Casale, Cavagnolo (To), Bagnoli (Na) e Reggio Emilia.
“È ormai prossima la decisione del gup – prosegue Pesce – il problema riguarda la comunicazione a tutti gli interessati, compresi i famigliari delle vittime, molti dei quali non facili da ritrovare essendo passati anche molti anni, per la costituzione di parte civile. La nostra posizione è che il processo parta con chi si è costituito attualmente”. L’altra questione è la valutazione dell’offerta di alcune decine di milioni di euro di uno degli imputati, Stephan Schmidheiny, rivolta ai singoli lavoratori.
“Secondo noi”, afferma Pesce, “l’offerta è discriminatoria ma se qualcuno vorrà valutarla forniremo ugualmente l’assistenza”. La giornata si chiuderà alle 18 con la fiaccolata silenziosa per le vie di Casale per chiedere, ancora una volta, di fermare la strage causata dall’amianto, che ancora oggi, con lo stabilimento chiuso da tempo, miete molte vittime.

da la nuova ecologia.it

 

 

COMUNICATO STAMPA
31 ottobre 2008

Legambiente Casale/Associazione Monferrato Pulito
CENTRALE A BIOMASSE DI CERESETO: SI PROFILA UNO SCIPPO ALLA PROVINCIA
Le nostre Associazioni in mesi di mobilitazioni, contestazioni e produzione di documentazione hanno dimostrato che la Centrale ad olio di palma di Cereseto, proposta dalla Società ER srl di Casale Monferrato è:

1) dannosa alla salute ed all’ambiente, con le sue 920.000 tonnellate di fumi e le centinaia di tonnellate di inquinanti dannosissimi emesse nell’atmosfera, con le 100 tonnellate al giorno di combustibili bruciati pari a 30.000 tonnellate all’anno: come dichiara l’ARPA “per quanto vengano adottate le migliori tecnologie disponibili per il contenimento delle emissioni, l’impianto così come è stato concepito costituisce obiettivamente, per la propria potenzialità, una sorgente non indifferente di inquinanti atmosferici”:
2) a bilancio ambientale negativo perché, per produrre energia elettrica grazie al contributo determinate dei finanziamenti pubblici, importa dall’Africa e dall’Asia gli olii spesso derivanti da deforestazione (e quindi ad alto danno ambientale) ed anche l’anidride carbonica che, risparmiata nei luoghi di produzione, viene scaricata nel nostro territorio in enormi quantità;
3) a bilancio energetico passivo, perché spreca ogni anno almeno 37.000 MW di calore che dovrebbero essere utilmente impiegate con un effettivo teleriscaldamento;
4) illegittima dal punto di vista urbanistico perché poggia su una delibera comunale dichiarata inesistente dalla Regione;
5) illegittima anche nella nuova e posticcia versione del progetto perché poggia su un’altra delibera comunale approvata in violazione di precise norme di legge e con motivazione pretestuosa;
6) priva di ogni valida attestazione sulla provenienza degli olii vegetali da coltivazioni non su zone deforestate e con procedimenti di coltivazione (pesticidi, sfruttamento manodopera locale ecc.) compatibili con l’ambiente ed i diritti delle popolazioni locali.
E’ proprio su questa motivazioni che la Conferenza dei Servizi ha sollevato perplessità sul progetto che l’hanno portata ad esprimere addirittura un chiaro NO su una pregiudiziale che blocca in partenza il progetto, riservandosi di analizzare le restanti e gravi criticità solo al superamento di tale pregiudiziale.
Cosa sta succedendo invece ora? Che a dispetto di quanto chiaramente e correttamente accertato dalla Provincia, in base ad una recente norma di legge nazionale, la cui interpretazione però non condividiamo, si scippa la decisione all’organo che dovrebbe adottare il provvedimento di rifiuto, per trasferire il tutto alla Regione: in tal modo si esautora il vero organo locale che conosce la realtà del territorio e della sua gente e che quindi può bilanciare gli interessi particolari con quelli generali e controllare perciò che le norme esistenti siano correttamente interpretate ed applicate.
Invece no, la Provincia avrebbe potere solo se dice sì ai progetti di centrale, se dice no tutto passa alla Regione: bella prova di democrazia e decentramento!
Ma noi ci opponiamo a questa soluzione in quanto:
- la norma di legge citata consente alle Regioni che hanno già stabilito diversamente di lasciare il potere decisionale alla Provincia, ed a nostro avviso la Regione Piemonte tali norme ha già approvato, tanto è vero che la procedura è stata affidata alla Conferenza dei Servizi Provinciale già nel 2007;
- la Provincia è un organo politico chiamato alla tutela dei diritti e degli interessi delle comunità di appartenenza, non può lavarsi le mani e nascondersi dietro una dubbia interpretazione di una norma su cui tra l’altro non esiste giurisprudenza consolidata: deve avere il coraggio civile e politico, oltre che il dovere di affermare una diversa interpretazione di tale norma, opporsi in tutte le sedi, anche quelle amministrative, allo scippo di poteri e funzioni che essa rappresenta ed emanare la determina che è il frutto consapevole e meditato di ben 3 conferenze dei servizi durate oltre un anno!
Se così non facesse si assumerebbe una grave responsabilità: dopo essersi comportata correttamente e legittimamente in tutti questi mesi nei suoi organi politici e tecnici, in pratica accetterebbe di disconoscere la legittimità di questo suo ruolo, rinunciando alla sua funzione di legame e difesa delle popolazioni del suo territorio.
Come si giustificherebbe la Provincia se l’interpretazione finora data alla norma in questione fosse smentita dal Consiglio di Stato ? Le migliaia di cittadini che saranno invasi da fumi e scarichi inquinanti non perdonerebbero una grave decisione di rinuncia alla legittima difesa del suo territorio e della sua gente: gli amministratori possono cambiare, ma fumi e inquinanti di una Centrale costruita anche in base ad un atteggiamento rinunciatario, resterebbero su bambini, anziani e cittadini tutti per almeno 15 anni se non di più!
Per questa ragione le nostre due Associazioni hanno deciso di inviare una precisa INTIMAZIONE AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA, PAOLO FILIPPI, ALL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE, DAVIDE SANDALO, AL DIRIGENTE DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI, perché, rivendicando la pienezza e legittimità dei loro poteri, come finora del resto hanno coerentemente fatto, EMANINO LA DETERMINA come stabilito nella conferenza dei servizi del 30 luglio scorso, difendendo il provvedimento in tutte le sedi opportune, in nome dei diritti e degli interessi della loro comunità.
Le nostre Associazioni si riservano, in mancanza di tale provvedimento, di agire in tutte le sedi, in primo luogo davanti ai cittadini, deplorando questo atteggiamento rinunciatario che finisce con il tollerare le molte irregolarità del progetto, in secondo luogo anche in sede legale, convinti come siamo della giustezza delle nostre posizioni.

Legambiente Casale-Circolo Verdeblu
Associazione Monferrato Pulito

Testo della diffida inviata alla Provincia di Alessandria

 

 

 

 

ARCHIVIO

Comunicato stampa
Legambiente Casale su ex Piemontese 

Trovo doveroso, a scanso di equivoci, ribadire la posizione di netta opposizione di Legambiente alla delibera che consentirebbe di avviare la procedura di permesso a costruire sull'ex Piemontese prima che siano disponibili i risultati dell'intervento di caratterizzazione di quell'area.
I motivi di tale presa di posizione penso di averli sufficientemente espressi nella suddetta riunione e li riassumo qui:
1 - non è possibile iniziare qualsivoglia procedura senza prima aver espletato tutte le operazioni di verifica dello stato dell'ambiente in questione, con l'eventuale e, secondo me, inevitabile bonifica; solo dopo sarà possibile richiede e ottenere una certificazione di idoneità all'edificazione di edifici privati e pubblici;
2 - i risultati di tali operazioni vanno discussi in modo altamente partecipato con gli abitanti del quartiere, le associazioni ambientaliste e quelle di categoria, i tecnici ARPA e ASL;
3 - la criticità dell'area in oggetto è talmente alta che non è comunque possibile avviare un'opera di riqualificazione proprio da quel punto, con case e scuola, senza prima aver avviato la bonifica ambientale più generale dell'ex area industriale Ronzone;
4 - in ogni caso la riqualificazione dovrebbe toccare in primo luogo tutta via XX Settembre e poi l'ex area industriale, magari iniziando con l'abbattimento e l'eventuale bonifica degli edifici industriali della “Bargero”.

 

 

 

 

 




La Legambiente di Casale
a favore della scelta della raccolta differenziata “porta a porta”

leggi documento del 2 luglio 2007
leggi documento del 25 giugno2008

leggi documento Legambiente Piemonte

 

IL PANIERE  
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mercatino dei prodotti biologici
P.zza Mazzini - Casale Monferrato
IL TERZO SABATO
DEL MESE

 

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