home page  

FORUMFORUMFORUMFORUM

 
CICLISTI CONTROMANO: PERCHE' DIFENDO L'AMMINISTRAZIONE (Claudio Martinotti, 2 luglio 2000)
Oggi nel TG 5 delle ore 13.00 hanno fatto un servizio di parecchi minuti su  Casale Monferrato, capitale della regione storica "Monferrato", Piemonte. Ero stato preavvisato da tempo, dai miei collaboratori che si aggirava un team del TG 5 per la città e non ho mai dubitato neppure per un attimo che l'argomento prescelto fosse in sintonia col solito cazzeggio estivo e non vertesse sui problemi seri e gravi che assillano la località. Infatti, anziché affrontare ad esempio il problema dell'amianto, degli ex stabilimenti Eternit, del fatto che nonostante gli avvenuti stanziamenti ci siano gravissimi ritardi nell'esecuzione delle bonifiche ambientali, per i soliti cavilli giuridici, contenziosi legali, burocrazia patologica, ecc., per cui ogni anno muoiono di mesotelioma pleurico (rara forma di tumore alla pleura causato dall'amianto) circa una cinquantina di persone di ogni età, contro una media nazionale che in proporzione agli abitanti dovrebbe essere di 3 o 4 al massimo (e gli studi scientifici prevedono che perduri con punte massime fino al 2025), il TG 5 ha affrontato il "temibile e prioritario" problema estivo dei ciclisti che vengono multati dalla Polizia Municipale perché viaggiano contromano. Sicuramente una notizia degna degli onori delle cronache nazionali.  Purtroppo per me, sono uno che per amore di verità non guarda in faccia a nessuno, ed in questa occasione ho il dovere di intervenire a difesa dell'Amministrazione Comunale (mio malgrado, perché ne avrei fatto volentieri a meno, alla luce delle penalizzazioni che ho subito da essa), per denunciare il modo osceno in cui è stata prodotta la notizia, anche se si tratta di cazzeggio estivo, in quanto è significativo ed emblematico di come agiscono molti mass media e di quanto siano poco attendibili ed obiettivi. In primo luogo dai filmati mandati in onda sembrava che la città fosse una sorta di "novella Ferrara", dalla fortissima coscienza ecologica, perché sembrava animata da una miriade di ciclisti. La qual cosa è assolutamente falsa, in quanto i ciclisti solitamente sono pochissimi e spesso maleducati e pericolosi per il modo prepotente ed irresponsabile con cui percorrono le strade cittadine, io stesso ho rischiato di investirne alcuni che svoltano all'improvviso contromano, e se mi è andata bene è solo perché guido con prudenza a velocità modesta. Quindi è probabile che siano stati richiamati dalla presenza delle telecamere e su richiesta di chi ha voluto e predisposto il servizio. Infatti mi sono state segnalate numerose telefonate in città, fatte appunto con questo scopo, che invitavano ad inforcare la bicicletta e recarsi in  centro per farsi filmare dalle telecamere. In secondo luogo gli unici due cittadini intervistati, "casualmente" risultavano essere due consiglieri comunali dell'opposizione, che naturalmente non sono stati presentati dal TG 5 in questa loro veste. In terzo luogo si è volutamente fornito un taglio interpretativo dell'intervento repressivo dell'Amministrazione Comunale come fosse antiecologico, cioè contro l'uso della bicicletta, mentre in realtà era finalizzato ad un suo uso più corretto e rispettoso del codice stradale e del buon senso, per ridurre il rischio di incidenti. Insomma, per concludere si è trattata della solita mistificazione mediatica. Un intervento unilaterale, come se avessero girato una fiction, una sorta di pubblicità elettorale occulta. Interpretazione legittimata soprattutto dal fatto che l'amministrazione comunale ha già affrontato alcune crisi politiche con dimissioni di assessori, ecc., e non si prevede possa durare ancora a lungo, per cui è probabile che si perverrà ad elezioni anticipate. Il servizio giornalistico del TG 5 è stato praticamente una montatura, che però poteva essere capita solo dagli abitanti la località e non da tutti. Complimenti a quello che dovrebbe essere il più imparziale TG delle reti del Cavaliere che vorrebbe rinnovare l'Italia. Può esserci una conclusione a questo mio intervento? Forse rivolgendosi ai media alternativi che grazie alla nuova tecnologia delle comunicazioni stanno ampliando enormemente le loro potenzialità. Ed è quello che sto cercando di fare da tempo.
Cordiali saluti
 

TORNA
L'ASSURDA POLI1TICA ENERGETICA DELL'ENEL (Aldo Greppi, socio di Legambiente Casale Monferrato, 14/04/2000)
Negli anni `60 e `70 l'ENEL costruì gli impianti di pompaggio del Chiotaz (Cuneo) e del lago Delio ( sponda varesina del lago Maggiore). Nelle ore notturne si usa l'energia elettrica prodotta con potenza costante dalle centrali termiche per pompare acqua dal lago inferiore a quello superiore. Al mattino dal lago superiore l'acqua cade e produce energia. In questo modo si utilizza l'85% de11'energia che altrimenti dovrebbe essere sprecata.
E’ un vero risparmio energetico.
La Francia copre il 75% del suo fabbisogno elettrico con le centrali nucleari ed ha un enorme surplus nelle ore notturne che vende a basso prezzo. Se l'ENEL utilizzasse come laghi inferiori i Laghi Maggiore, di Como e del Garda, potrebbe realizzare nuovi impianti di pompaggio e fornire energia all'industria a basso prezzo. Invece da 20 anni l'ENEL non costruisce più tali impianti.
Preferisce vendere - anche per scopi futili - l'energia prodotta o comprata di notte.
Ora leggo che l'ENEL sollecita a consumare di più offrendo agevolazioni ai privati per il passeggio di contratto da 3 a 4,5 chilowatt al fine di "utilizzare più elettrodomestici, climatizzare gli ambienti e migliorare l'illuminazione ". Anche il Comune di Casale é invogliato ad illuminare le strade al punto che non si vedono più le stelle.
Leggo ancora che Regione Piemonte ed ENEL hanno stipulato una convenzione per attuare il progetto: "Luce per l'Arte".
Con fondi regionali pari a 12 miliardi si prevede di illuminare tutti i Sacri Monti (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Orta e Varallo ).
Limitandomi al Sacro Monte di Crea, informo che da quando si è letto dei due miliardi in arrivo per Crea, le offerte dei fedeli per il Santuario pare siano crollate. Forse i fedeli pensano che quei soldi vadano al Rettore del Santuario. Invece non vedrà una lira, anzi, probabilmente dovrà pagare la nuova bolletta.
Finirà che non avremo turisti in visita alle cappelle nelle ore notturne oppure il Rettore terrà spente le luci ma allora perché realizzare il progetto?
Con quale potere e quale diritto si spendono in modo assurdo i soldi dei contribuenti?
TORNA
Consorzìo rifluti e ingratitudine nel centro-sinistra (Roberto Stura, 3/12/99)
Ho letto che si sta prospettando una sostituzione di Luisa Minazzi alla presidenza del Consorzio Rifiuti. Ritengo che tale decisione non valorizzi il contributo che il mondo ambientalista, in particolare attraverso l'impegno di Luisa, ha dato per affrontare il problema rifiuti, con scelte concrete e a volte impopolari come l'individuazione del sito per la discarica, la sua corretta gestione, la sistemazione della "Baraccone", l'avvio e l'implementazione della raccolta differenziata.
Spiace che da alcuni politici del centro sinistra questo impegno responsabile venga considerato utile solo quando si tratta di affrontare situazioni difficili e accantonato quando si incominciano a vederne i risultati, senza considerare che una gestione di poco più di un anno non ha potuto ancora mettere in atto tutte le strategie che si era prefissata per una politica dei rifiuti sututto il territorio.
Perché i cittadini dovrebbero essere privati della competenza e della progettualità di Luisa Minazzi alla presidenza del Consorzio?
      TORNA
NON FIRMATE IL REFERENDUM CONTRO GLI IMMIGRATI   (Roberto Stura, aprile 1999)
Con questa lettera vorrei fare un invito:Non firmate il Referendum della Lega Nord contro gli immigrati!Tempo fa ho trovato una lettera indirizzata nell’anno 1927 a mio nonno: alcuni suoi parenti scrivono invitandolo a raggiungerli negli Stati Uniti, dove mio nonno era già stato prima della guerra del 1915, e per farlo suggeriscono di utilizzare la via canadese, ovviamente clandestinamente.Mio nonno non era un criminale e forse oggi ci sono persone di altri paesi che come lui rischiano la clandestinità senza essere delinquenti. Nessun criminale ha paura dell’illegalità, della clandestinità. Sono le persone oneste che vengono danneggiate da una legge restrittiva sull’immigrazione, quelle che lavorano normalmente, che hanno bisogno della sanità, che hanno figli.Perché dovremmo impedire a queste famiglie di dare un contributo alla comunità italiana?Mia figlia va a scuola con alcuni bambini che sono in attesa di essere regolarizzati, non capirebbe perché gli adulti vogliono mandare via i suoi compagni.Con quali valori vogliamo far crescere i nostri figli?Non firmate il Referendum della Lega Nord"..Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare...sono stato forestiero e mi avete accolto...Signore...quando ti abbiamo veduto forestiero e ti abbiamo accolto...ogni volta che l’avete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me.." (Matteo cap. 25)  
TORNA

PROFUGHI ALBANESI 2 (Vittorio Giordano,15/04/97)
Chiedo nuovamente ospitalità per intervenire sulla questione dei profughi albanesi, di cui si è parlato tanto nei giorni scorsi nella nostra città.
Mi rendo conto che l'accusa di razzismo e xenofobia che ho rivolto alla Lega Nord per la fiaccolata contro i profughi albanesi non è certo leggera.
Non mi stupisce, perciò, la reazione del segretario di quel partito, espressa sul Monferrato di venerdì scorso.
Il mio intervento, però, voleva far riflettere sui significati di "gesti" che a livello simbolico dicono sicuramente più di quanto non dicano le dichiarazioni ufficiali.
Un conto infatti è ritenere che esiste una oggettiva difficoltà a realizzare a Casale un campo profughi di una certa dimensione, perché la città ha già sostenuto una precedente ondata di donne e uomini provenienti dall'Albania nel '91, e l'esperienza ha insegnato che chiudere mille persone in una caserma è un modo poco efficace per accoglierle dignitosamente.
Un conto è dire con una manifestazione pubblica che a Casale in quell'anno è successo, per colpa degli albanesi, un disastro sociale, economico e chissà cos'altro, e che da quel momento in poi nella nostra città la convivenza è stata messa decisamente in discussione. Diventa facile, a questo punto, contribuire a creare nell'opinione pubblica l'equazione: albanesi uguale delinquenti.
La mancanza di sicurezza sta alla base di molti dei nostri comportamenti. L'insicurezza è sempre più un problema dei nostri tempi e il "diverso" fa forse ancora più paura di prima, perché spesso si presenta con caratteristiche che ci inquietano: la sua povertà, il suo modo di fare non sempre urbano, la sua richiesta di "avere" un po' di quella ricchezza che noi temiamo forse di perdere. E' così facile valutare singoli casi di persone appartenenti a determinate comunità di stranieri (oggi sono gli albanesi, qualche anno fa erano i marocchini, fra qualche anno chissà...) che compiono azioni contro la legge del nostro Stato, attribuendoli all'intera comunità di appartenenza, costruendo così una forma di generalizzazione che fa sì, ad esempio, che, tra alcuni giovani e meno giovani, "albanese" diventi un insulto. E la storia ci insegna che cosa hanno prodotto certi "luoghi comuni".
Ma se è comprensibile, anche se non condivisibile, lo sfogo di un cittadino che si sente minacciato nella sua sicurezza dagli "albanesi", non è accettabile che una forza politica "usi" determinati sentimenti per i suoi fini, scatenando una campagna "contro" delle persone, i profughi, che fino a prova contraria, hanno dei diritti riconosciuti non solo dalla nostra Costituzione, ma da tutti gli organismi internazionali.
Anche se non è da mettere sullo stesso piano della manifestazione leghista, l'ordine del giorno in cui si sancisce la non disponibilità a ospitare un campo profughi votato recentemente dal Consiglio comunale di Casale, agisce sullo stesso livello emotivo della sicurezza sociale.
In quel documento si afferma che esiste una situazione di disagio, di equilibrio sociale precario, provocata dalla presenza sul nostro territorio di circa trecento cittadini albanesi e si dà come unica risposta la non disponibilità ad accoglierne altri (anche se alcuni consiglieri comunali che hanno votato quell'ordine del giorno, hanno poi precisato che non intendevano rifiutare l'accoglienza di gruppi ridotti di profughi).
Ad un reale problema di integrazione sociale si risponde sempre più spesso con provvedimenti di ordine pubblico e con la richiesta di intervento delle forze dell'ordine.
Ma è davvero improponibile, oggi, un intervento di tipo sociale? Non è possibile puntare ad una politica dell'integrazione tra le varie comunità esistenti nella nostra città? Qualche proposta è stata avanzata: creare un ufficio per gli stranieri, attuare una consulta dei cittadini stranieri residenti a Casale, fare intervenire dei "mediatori culturali", persone appartenenti ad una determinata comunità in grado di costruire collegamenti sociali, creare una "Casa delle culture", un centro in cui far crescere una nuova coscienza multiculturale.
Queste domande non la pongo certamente alle forze politiche che sanno dire solamente "Aiutiamoli a casa loro...", frase del tutto retorica perché nega l'evidenza di un fenomeno, l'immigrazione, generato da una povertà non riconducibile solo alla mancanza di aiuti umanitari, ma alla politica e all'economia attuate dai Paesi ricchi. Se confrontiamo il tenore di vita dei paesi più industrializzati, con quello dei paesi più poveri, non dovremmo meravigliarci se in Italia arrivano 13.000 albanesi ( a proposito: in Germania gli immigrati sono circa il 9 per cento sulla popolazione totale, il 7,4 in Francia, il 6,2 in Gran Bretagna, meno del 2 per cento in Italia ).
Per concludere vorrei dire al segretario cittadino della Lega Nord che mi accusa, come ambientalista, di interessarmi poco o nulla al problema dell'amianto, che si sbaglia: da anni la Legambiente, di cui faccio parte, affronta questo problema, con battaglie, proposte, interventi. La lega Nord, e il sig. Pelizzone, si interessano alla questione da troppo poco tempo per saperlo! A proposito di amianto: nel triste corteo notturno promosso dalla Lega Nord spiccava un cartello con su scritto: "Amianto Profughi, ora basta!". Forse qualcuno dovrebbe vergognarsi di paragonare i profughi albanesi alla polvere che da anni miete vittime nella nostra città!
       TORNA

PROFUGHI ALBANESI 1   (Vittorio Giordano, 2 aprile 1997)
Leggo che la Lega Nord casalese ha indetto una manifestazione contro i profughi albanesi specificando che sarà pacifica (bontà loro...), e la notizia mi inquieta parecchio, ma conoscendo l'anima xenofoba e tutto sommato razzista di questa formazione politica, non mi stupisce. Accanto leggo anche che il Consiglio comunale ha votato quasi all'unanimità (unico contrario il consigliere di Rifondazione comunista, Gagliardini) un ordine del giorno proposto dal consigliere di Alleanza nazionale ed opportunamente emendato nella conferenza dei capigruppo, nel quale si afferma che "... la nostra città deve essere dispensata da nuovi flussi migratori di profughi che romperebbero il delicato equilibrio esistente dovuto alla già difficile integrazione dei numerosi cittadini albanesi presenti...", creando "una situazione di emergenza difficilmente sopportabile per i cittadini di Casale".
Questa seconda notizia mi sconcerta ancora più della prima perché indica una volontà di chiusura nei confronti dell' "altro" che avvalora di fatto l'opinione comune (frutto di molti luoghi comuni e di una campagna di stampa tesa a dipingere i profughi albanesi come delinquenti e mafiosi) che l'immigrazione porti solo criminalità, disordine e disagio per i cittadini.
Questa presa di posizione è ancora più preoccupante in quanto viene avanzata anche dalle forze politiche del centro- sinistra che si sono sempre distinte dalle destre per la sensibilità e lo spirito di solidarietà e di accoglienza dimostrati nei confronti dell'immigrazione.
Credo che di fronte ad una emergenza come quella rappresentata dall'arrivo nel nostro paese di circa tredicimila albanesi, nessuno possa tirarsi indietro, neppure un Comune come quello di Casale che nel 1991, al tempo della prima immigrazione di cittadini albanesi, ha fatto il suo dovere. Evidentemente il "carico" di profughi dovrebbe essere distribuito equamente tra i vari Comuni italiani, ma questa operazione di "distribuzione" è resa difficile, se non impossibile, dall'ostracismo manifestato (in modi non sempre civili) da molte amministrazione di destra, di centro e di sinistra.
Il Consiglio comunale di Casale avrebbe potuto esprimersi, offrendo una disponibilità limitata di accoglienza, ma nel contempo cercando di dare delle risposte ai problemi esistenti con la comunità albanese invece di denunciare solamente una condizione di fragilità, la cui soluzione pare demandata unicamente alle forze di polizia. E' indubbio che a Casale esiste un fenomeno di microcriminalità che investe anche cittadini albanesi, ma è stato lo stesso commissario di Polizia Alberto Bonzano a dichiarare che "...i reati commessi da cittadini albanesi a Casale sono numericamente inferiori alla media nazionale anche a causa del fatto che lavorano tutti,...e in molti casi si trattava di reati minori".
Ciò che l'amministrazione pubblica dovrebbe fare, senza perdere ulteriore tempo, è approntare una struttura permanente (un ufficio per gli immigrati, una consulta sul problema dell'immigrazione, una casa di accoglienza per le situazioni più critiche, una casa delle culture come ha proposto recentemente Alberto Deambrogio,...) in grado non solo di affrontare le emergenze, ma anche di costruire un rapporto con le comunità di cittadini provenienti da altri paesi per favorire la loro integrazione, non lasciando questo compito in mano solo alle associazioni del volontariato.
Forse in questo modo nella nostra città tornerebbe a prevalere lo spirito di solidarietà e di accoglienza che l'ha sempre contraddistinta favorendo la convivenza e l'integrazione di culture e comportamenti diversi.
Per combattere il razzismo e la xenofobia della Lega e delle destre è necessario che le forze democratiche, le associazioni, i sindacati e i cittadini che vogliono costruire un avvenire insieme agli altri e non contro qualcuno ritornino a prendere la parola e non lascino che la città venga illuminata dalle tristi fiaccole dei seguaci di Boso, Borghezio e Bossi.
TORNA