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CASALE MONFERRATO: DALL’ EMERGENZA AL PROGETTO
di Luisa Minazzi (già Assessore alla Tutela dell'Ambiente del Comune di Casale Monferrato)
RELAZIONE PRESENTATA DAL COMUNE DI CASALE AGLI "STATI GENERALI" DEL PIEMONTE - AREA AMBIENTE (Alessandria 21-22 maggio 1998)

UNO SGUARDO AL PASSATO
Casale, antica capitale del Monferrato, è una città rocca di storia e di arte, nata da un primo insediamento romano sulla sponda del Po, sviluppatasi nei secoli intorno ad un pregevole centro storico delimitato da una cinta muraria che aveva, come baluardi fortificati, da un lato il Castello e, dall’altro lato, la Cittadella militare.
Agli inizi del Novecento Casale è passata da una economia prevalentemente agricola ad una industriale; appena concluso l’abbattimento delle mura di cinta, che per lungo tempo avevano condizionato la vita urbana, limitandone lo sviluppo, la città, si è aperta e ha preso lentamente corpo una ben diversa cinta consistente nell’insediamento dei primi stabilimenti industriali. È nata l’industria del cemento e, con lo stabilimento Eternit, si è affermata una nuova produzione: quella del cemento-amianto. La città è cresciuta e si sviluppa intorno alle fabbriche del settore cementifero, in particolare alla Eternit (attiva per circa 80 anni), che è arrivata a impiegare, nel corso dei decenni, fino a cinquemila operai, tra uomini e donne. Nella seconda metà del secolo la produzione industriale si è diversifica con l’affermazione delle industrie meccaniche e del freddo.
La monoindustria del cemento è entrata in crisi nel corso degli anni Settanta; nello stesso periodo la citta’ ha attraversato una fase di ristrutturazione nelle industrie meccaniche. Attualmente, pur rimanendo uno dei poli industriali piu’ importanti del Piemonte, la citta’ si interroga sulle prospettive di sviluppo economico.
Dal punto di vista ambientale, l’urbanistica della citta’ è stata fortemente improntata alla presenza dell’industria (e del cemento in particolare). Sul finire degli anni Settanta è stata creata la zona industriale, lasciando tuttavia nel centro cittadino una notevole quantita’ di aree dismesse da risistemare.
IL PRESENTE
Come nelle altre città, anche a Casale l’industrializzazione ha portato crescita economica e sviluppo, ma, nello stesso tempo, ha creato notevoli problemi ambientali e di salute per i cittadini.
Emblematico in questo senso è il caso della Eternit. Il costo ambientale e umano pagato dalla città a causa della lavorazione del cemento-amianto è stato ed è altissimo: la percentuali di morti per patologie legate all’amianto è, a casale, enormemente superiore rispetto alla media nazionale; il territorio casalese, inoltre, è disseminato di manufatti in amianto o in cemento amianto che costituiscono una fonte di rischio permanente per la salute. L’inquinamento da amianto è sicuramente il problema ambientale e sanitario più grave per la città.
Solo nei primi anni Ottanta, ad opera di un gruppo di medici, si diffonde in città l’idea dell’elevata nocività di tale produzione e, di conseguenza, vengono avviati i primi studi epidemiologici a conferma di questa ipotesi Si comincia quindi a intravedere la vastità, la complessità e, soprattutto, la drammaticità del problema, dovuta alle morti sempre più numerose per mesotelioma pleurico (tumore causato dalle fibre d’amianto), che non colpiscono solamente persone esposte professionalmente all’amianto. Il sindaco, nel 1987, emette un’ordinanza con la quale vieta l’uso di manufatti in cemento amianto in territorio comunale.
Sempre a metà degli anni Ottanta, in concomitanza alla presa di coscienza della novità dell’amianto, i casalesi sperimentano da vicino un grande disastro ambientale collegato allo smaltimento abusivo di rifiuti tossico nocivi: vengono inquinate tre aree del territorio comunale, in una di queste le sostanze nocive raggiungono la falda acquifera provocando l’inquinamento e la conseguente chiusura dell’acquedotto comunale; è l’inizio di un periodo di emergenza tuttora molto vivo nella memoria dei cittadini.
Cresce in città la coscienza per i problemi ambientali e la tutela del territorio, le associazioni ambientaliste si rafforzano e diventano interlocutrici dell’amministrazione comunale. La domanda dei casalesi non è più solamente quella di benessere economico, ma emerge in concetto di "qualità della vita".
Agli inizi degli anni Novanta si profila una nuova emergenza, sempre legata al problema dello smaltimento dei rifiuti, questa volta solidi - urbani, collegata all’esaurimento della discarica consortile. Il Consorzio, pur dopo vari tentativi, non riesce ad individuare un luogo adatto per la costruzione di un nuovo impianto. L’Amministrazione casalese si fa allora portavoce di una nuova politica dei rifiuti: indica una precisa metodologia per il reperimento del sito consistente nella comparazione tra varie aree con criteri oggettivi individuati a priori e nella consultazione della popolazione interessata; concepisce inoltre l’impianto non più solo come discarica, ma come area per la selezione e la valorizzazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata; dà l’avvio ad una politica di raccolta differenziata su tutta la città; propone l’educazione ambientale a tutte le scuole di base del territorio.
Il Consorzio rifiuti casalese, dopo un lungo e difficile iter, nel 1996 realizza la discarica con annesso impianto di selezione e valorizzazione dei materiali riciclabili e pone le basi per evitare, in futuro, nuove emergenze, attraverso la sottoscrizione tra i comuni di regole precise.
Anche per quanto riguarda l’inquinamento da amianto, negli anni Novanta si assiste all’intervento progettuale dell’amministrazione comunale. Viene effettuata la prima grande bonifica dall’amianto con la sostituzione delle coperture degli ex Magazzini Eternit (22000 mq) e vengono realizzati molti altri interventi sui locali pubblici.
L’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’allora USSL 76 elabora progetti volti alla bonifica e monitoraggio del territorio. Sono del 1994 il progetto "Urban" e il progetto "Cemento-amianto 3", che indicano le linee di intervento per effettuare la bonifica. Sulla base di questi e successivi progetti, Regione Piemonte e Ministero dell’Ambiente finanziano i costosissimi interventi necessari. È a tutt’oggi imminente l’avvio della bonifica dello stabilimento Eternit.
Un altro progetto ambientale realizzato dall’Amministrazione comunale negli anni Novanta, è quello riguardante il Piano Urbano del Traffico, con il quale si intende dare una risposta al congestionamento e all’inquinamento provocato dal traffico nel centro storico. Nel 1994 viene attuata la chiusura del traffico automobilistico nel centro cittadino.
I casalesi, negli anni Novanta, sono sempre più attenti alla qualità della vita in città, dall’altro lato l’amministrazione si pone il problema del loro coinvolgimento, dell’informazione, della partecipazione. In quest’ottica viene ulteriormente potenziata l’educazione ambientale nelle scuole; per un certo periodo viene istituito il periodico Ambiente Casale, che tratta i più importanti problemi ambientali della città.
Se gli anni Ottanta, per i problemi ambientali, rappresentano la fase dell’emergenza, cui necessariamente vengono date risposte - tampone, gli anni Novanta costituiscono l’avvio di una iniziale progettualità ambientale, anche se in risposta a emergenze.
PROGETTARE IL FUTURO
a qualità della vita e la salvaguardia dell’ambiente si possono conseguire solo a patto di porsi il problema di uno sviluppo sostenibile. Per questo occorre una rinnovata progettualità condivisa dalle forze politiche, sociali economiche, dai cittadini, dalle associazioni, progettualità che non sia più una risposta alle emergenze, ma che sia in grado di governare il territorio e curarne lo sviluppo, evitando interventi distruttivi. Lo sviluppo sostenibile deve essere inteso come un processo che viene ridefinito strada facendo.
Le strategie
Occorrono dunque nuove strategie politiche, sociali, amministrative quali:

I progetti
Cittadinanza attiva
. L’informazione, la consultazione, la partecipazione dei cittadini alle scelte politico amministrative devono diventare una prassi comune, obiettivo raggiungibile se, inizialmente, si elabora un progetto complessivo che integri l’Ufficio relazioni con il pubblico, il progetto di Città digitale e i vari progetti di educazione ambientale e di informazione della popolazione.
Bonificare il territorio
.

Le bonifiche non sono solo occasioni per il recupero e la risistemazione del territorio, ma costituiscono anche opportunità di occupazione e di formazione professionale.
Rifiuti: la raccolta differenziata del materiale organico. Pensare che il problema dei rifiuti solidi urbani sia stato risolto con la realizzazione della discarica è illusorio. La discarica infatti è stata progettata con l’intento di collocarvi, progressivamente, solo i rifiuti non riciclabili.
Accanto ad una politica di riduzione dei rifiuti e di informazione ed educazione ambientale, l’obiettivo principale da adottare in questo campo è quello di un decisivo incremento della raccolta differenziata. Tale salto è possibile se si progetta e attua la raccolta differenziata del materiale organico, con la separazione secco - umido dei rifiuti, a cominciare dalle grandi utenze e da un quartiere campione per estendere quindi l’esperienza a tutta la città.
Riprogettare la città per la qualità della vita. Lo sviluppo della città in termini urbanistici non può più configurarsi come nuova urbanizzazione del territorio, bensì come recupero e riqualificazione urbana. Un piano di recupero urbano e manutenzione della città rappresenta sicuramente un volano per occupazione, ambiente e qualità della vita. Molti sono gli interventi necessari che possono vedere la compartecipazione di pubblico e privato:

Casale città d’arte, polo turistico del Monferrato, città di fiume. Casale, ricca di monumenti artistici, collocata tra pianura, collina e fiume, è al centro di un territorio naturalisticamente molto vario e ricco, può quindi costituire una forte attrazione turistica, anche in considerazione al notevole patrimonio artistico. A tal fine operano l’Ente manifestazioni e la neonata società Mondo. Va salvaguardato l’ambiente naturale, vanno protette e mantenute le diversità e varietà delle specie esistenti. Si possono progettare itinerari turistici da percorrere a piedi, in bicicletta , a cavallo. La creazione del Parco Fluviale del Po ha permesso di porre le basi per un progetto di recupero ambientale e naturalistico della zona. Occorre risistemare le rive del Po nel tratto urbano, con collegamenti ai percorsi extraurbani, attraverso sentieri pedonali e piste ciclabili. Vanno valorizzati i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’allevamento, con marchi di qualità. Anche in questo campo vanno create sinergie con i privati, ad esempio, per evitare un uso indiscriminato di diserbanti e pesticidi nelle coltivazioni, favorendo un’agricoltura controllata o, meglio ancora, biologica.
Verde urbano: dalla manutenzione al progetto. Il verde urbano è considerato uno degli indicatori più importanti dello stato di salute di una città, per questo va progettato, curato e incrementato, mentre spesso la tendenza è quella di tagliare gli alberi in modo indiscriminato a favore di parcheggi, marciapiedi, palazzi. Essendo un bene prezioso non basta effettuare una manutenzione dell’esistente, ma, considerati malattie e degrado di molte piante, occorre sviluppare un progetto a breve, medio e lungo termine, dopo aver effettuato un censimento e uno studio sull’esistente.
Da una recente indagine dell’Amministrazione comunale sul traffico è emerso che i casalesi sono soddisfatti di vivere a Casale, ma pongono tra le priorità su cui intervenire i problemi ambientali e il verde, molto spesso ascoltando i cittadini si può intravedere la strada da percorrere.