BOLLETTINO N°9

SETTEMBRE 1996


 

Presentazione

di Gabriele Baldan

Questo numero del Bollettino e stato ‘covato’ a lungo: in autunno c’è la selezione dei riproduttori per la rimonta del nuovo anno ma è anche la stagione dei nuovi progetti.

Ed è soprattutto per questi ultimi che mi sono attardato, mi sono infatti proposto di considerare l’esperienza fatta in questo anno e valutando i futuri sviluppi del nostro Istituto immaginare con realismo l’evoluzione del Progetto di conservazione.

Il Lettore troverà più avanti (pagina 7) un articolo a questo riguardo che prego di leggere e richiamo qui l’invito, che là faccio, ad un incontro domenica 27 ottobre alle ore 10,30 per discutere assieme sull’attuale impostazione del Progetto, su proposte innovative inerenti ad esso e sulle aspettative degli allevatori ma anche dei simpatizzanti.

Sempre con questo numero ripropongo la cessione di soggetti riproduttori agli allevatori vecchi e nuovi secondo le modalità indicate.

In questo periodo sono state spedite in Germania e Svizzera lettere ad allevatori di gallina Padovana con la richiesta di informazioni sulle varietà che allevano, ringrazio il Sig. Brunello che mi ha tradotto nella lingua tedesca la lettera.

E’ giunta anche una gradita lettera dai Sig.ri Spada di Alano di Piave che ci danno notizie sull’andamento dell’allevamento delle loro galline Padovane, da aggiungere al quadro pubblicato nel Bollettino di maggio’96. In particolare informano che stanno allevando 35-40 pulcini ottenuti da 49 uova deposte da 3 femmine di un ceppo con caratteristiche di argentata. Sottolineano con giusto orgoglio che una loro gallina Padovana ha covato e allevato dieci pulcini che in estate hanno avuto la fortuna di alpeggiare nelle montagne sopra Feltre.

Sono risultati e attenzioni che esprimono anche lo spirito che fino ad ora ha accompagnato l’attività del Progetto e di cui c’è da augurarsi non si perda.

Il Professor Fracanzani ci invita a conoscere il Combattente inglese nano, razza bantam di originale bellezza ed eleganza, in altro articolo ci informa della schiusa in Italia di Combattenti brasiliani e in Brasile di galline Padovane, chiude questo suo contributo con la consueta rubrica sui lavori del mese.


sgussete de ovo - frammenti di avicoltura rurale -

1. Sig.ra Occhi (Brusadure di Bovolenta -PD)

Capitava in campagna che le galline fossero tutte occupate a covare nel proprio nido o ad accompagnare i pulcini oltre il tempo necessario cosicché la massaia si trovava senza uova, occorreva allora "dis-ciocàre", cioè annullare l’istinto alla cova di alcune di esse.

Il metodo consisteva nell’immergere e ben bagnare con acqua fresca il soggetto scelto e poi legarlo per una zampa ad un "palo di vigna" per due o tre giorni. Il fresco e la scomodità del legaccio erano tali da far passare la ‘cotta’ istintiva e l’animale ritornava alla deposizione delle uova.

2. Civiltà rurale di una valle veneta - la Val Leogra (Accademia Olimpica Vicenza, 1976)

Un altro metodo per "dis-ciocàre". Si metteva la gallina in una bacinella nella quale c’erano 8-10 cm di acqua che le bagnavano le zampe, e la si ricopriva poi con un panno. (...) la gallina per non bagnarsi non si accovacciava e finiva per rinunciare alla cova.


Lettera al lettore

le notizie del Progetto

a cura di Baldan Gabriele

Gentile Signora, gentile Signore

il prossimo autunno è stagione di selezione dei capi in allevamento o di sostituzione di qualcuno di essi o ancora di acquisizione di un nuovo gruppo di giovani riproduttori: è la stagione in cui si ricompone il gruppo (o i gruppi) dei riproduttori per l’anno 1997.

Ci sono state altre adesioni al "Progetto di conservazione", l’attuale gruppo di allevatori-conservatori raggiunge 23 nominativi, ciò rende possibile la diversificazione dei patrimoni genetici delle specie e razze sono oggetto del Progetto e diventa così più concreta la salvaguardia di questi animali domestici e il loro miglioramento produttivo e estetico .

Anche quest’anno l’aviario dell’Istituto "San Benedetto" cede agli allevatori, vecchi e nuovi, aderenti al Progetto i giovani riproduttori alle condizioni di seguito illustrate.

Raccolta delle preferenze degli allevatori aderenti riguardo gli animali disponibili in Istituto o presso altri allevatori

Se aderisce al Progetto Le chiedo di compilare la scheda di prenotazione allegata, nel caso unita al modulo di adesione se non l’ha fatto in passato, in modo da programmare la cessione degli animali. Può spedirci la scheda anche per fax (049/620536) indirizzandola al sottoscritto, o telefonando e lasciando un messaggio con il proprio numero di telefono per eventuali chiarimenti.

L’epoca di cessione degli animali

Prevedendo entro ottobre di raccogliere le richieste degli allevatori potrà ritirare gli animali nell’ultima settimana dello stesso mese e in quelle successive.

Le potrà anche tornare utile informarsi sul mio orario di servizio al 049/620274 presso la Segreteria dell’Istituto.

Il Listino prezzi

Polli

mese di schiusa

prezzo a capo

sigla da riportare nel questionario

 

marzo

16.000

MR

 

aprile

15.000

A

 

maggio

14.000

MG

 

giugno

13.000

G

Oche venete

La disponibilità è di circa cinque-sette capi al prezzo di 20.000 £ cadauno.

 

Tacchini dei Colli Euganei

I capi disponibili sono circa 25 -30 al prezzo di 20.000 £ cadauno.

 

L’albo degli allevatori

In maggio dell’anno scorso ai primi allevatori aderenti ho sottoposto un modulo di adesione che comprendeva una convenzione di pochi punti con obiettivi e impegni dell’Istituto e dell’allevatore, a questa era unito un tagliando per la firma di sottoscrizione. Da allora non ho più richiesto ai nuovi aderenti quel semplice atto di impegno che ora invece allego al Bollettino e di cui chiedo rispedisca o consegni in Istituto il modulo di adesione in attesa di formalizzare le relazioni tra Istituto e allevatori e tra allevatori stessi con una formula più ufficiale.

 

nominativo

in

allevamento

 
 

specie

razza

varietà

Istituto

"SanBenedetto"

Pollo Padovana bianca

nera

dorata

camosciata

    Ancona argentata
    Livorno dorata
  Tacchino   DeiColliEug
  Oca   Veneta
Bia Rino * Pollo    
Berti Claudio * Pollo Padovana  
Bertin Galileo * Pollo Padovana  
Bizzotto Leonardo Pollo Padovana camosciata
Brunello Giuseppe * Pollo Padovana

Livorno

Ancona

dorata
Cavalletto Giovanni * Pollo Padovana  
Dal Corso Livio      
De Marchi Angelo * Pollo Padovana  
FracanzaniC.Lodovico Pollo Padovana  
Franceschetto Giorgio Pollo

Tacchino

Padovana bianca

Colli Eug. nero

Holzer Franco Pollo

Oca

Padovana veneta
Lovato Dino Pollo combattente ind.  
Michelazzo Lorenza * Pollo Padovana dorata
Padovan Manlio * Tacchino   Colli Eug. Nero
Pasquinelli Giorgio * Pollo Padovana dorata
Pastorello Carlo * Pollo Padovana nera
Pasut Ennio * Pollo Padovana

Livorno

camosciata

dorata

Pelloso Narciso * Pollo Padovana

Livorno

Ancona

dorata
Romanato Donatella * Pollo Padovana  
Romanato Giuseppe * Pollo Padovana  
Spada Ermanno e Mirta * Pollo Padovana argentata

nera

Spinelli Diego * Pollo Padovana nera
Troyer Francesco * Pollo Padovana nera

* L’asterisco indica gli allevatori che hanno aderito al Progetto in un secondo tempo e con i quali non c’è stata ancora occasione di formalizzare il rapporto con una convenzione, sottoscritta invece dagli allevatori della prima ora. Pongo la convenzione alla pagina seguente come promemoria e documento di riferimento per i possibili sviluppi futuri.

La saluto cordialmente.


le notizie del Progetto

a cura di Gabriele Baldan

Dal ‘Progetto di conservazione delle razze avicole locali’ 

ad una Associazione?

argomento di discussione al prossimo incontro con allevatori e simpatizzanti il 27ottobre1996

La dedizione dimostrata dagli allevatori fin dall’avvio del Progetto, confermata in questi mesi nell’allevare gli animali acquisiti e, seppure con alterni risultati, i pulcini nati; così come a registrare le uova deposte o ad annotare osservazioni sul comportamento degli animali; gli inviti espliciti degli stessi allevatori ma anche di altri ospiti, all’incontro di marzo e in altre occasioni, a perseverare nell’impegno che abbiamo assunto, mi inducono a proporre una tappa che a maggio del ’95 sembrava lontana: e cioè che il gruppo di allevatori aderenti e dei simpatizzanti si aggreghi in una Associazione.

E’ un argomento di riflessione da discutere assieme prima di essere una proposta vincolante.

A capo della esperienza conseguita in questo anno di attività propongo alcune personali considerazioni sugli sviluppi del Progetto, con l’auspicio che ogni lettore le esamini e ne tragga le più sagge conclusioni.

La prima è relativa alle potenzialità che sono emerse in questi mesi da parte degli allevatori e delle persone simpatizzanti, sono potenzialità che andrebbero valorizzate e gratificate con opportune iniziative che consentano di garantire la prosecuzione del Progetto e la divulgazione dell’iniziativa attraverso l’informazione e manifestazioni appropriate. L’Istituto si riconosce dei limiti nell’affrontare e rispondere adeguatamente a tali prospettive e pensa che una struttura associativa possa costituire un complemento innovativo e propositivo all’attuale impostazione del Progetto.

In secondo luogo il ‘San Benedetto’ è sottoposto negli ultimi quattro anni a frequenti e progressivi mutamenti sia nei corsi di qualifica che vi si attuano sia nella riduzione della popolazione scolastica, per le conosciute dinamiche demografiche dell’Italia. Ciò lo rende suscettibile di una evoluzione scolastica che procede verso assetti a tutt’oggi non del tutto prevedibili, quindi una associazione diventerebbe una previdente scelta di garanzia per la continuità del Progetto.

Una terza riflessione mi porta a evidenziare altri ruoli che una struttura associativa può ricoprire, oltre alla conservazione e alla diffusione: la organizzazione di mostre di giovani riproduttori (autunno) o di soggetti adulti (inverno-primavera) con l’obiettivo però di proporre un buon livello di qualità morfologica e produttiva dei soggetti presentati; la ricerca e la produzione di nuove conoscenze storiche e culturali; la promozione di iniziative gastronomiche; la produzione di materiale fotografico. Ci sono quindi attività a cui e soprattutto anche l’aderente non allevatore, ma appassionato di questi argomenti, può contribuire in maniera preziosa.

Mi auguro che queste considerazioni possano essere ulteriormente discusse insieme ai Lettori del Bollettino, allevatori e simpatizzanti, per compiere la scelta più opportuna per il prossimo futuro, ecco perché rivolgo al Lettore l’invito ad un incontro presso il "San Benedetto" domenica 27 ottobre alle ore 10,30.

L’invito è rivolto anche agli allevatori che già aderiscono ad associazioni avicole (Friuli, Romagna, Veneto) sia perché credo che il loro contributo possa essere importante sia perché un Progetto di conservazione può essere recepito da più associazioni se condividono gli obiettivi dello stesso.


Lavori stagionali

nei mesi di settembre e ottobre

rubrica

a cura di Carlo Lodovico Fracanzani

Galline ovaiole

L’anno avicolo inizia in ottobre dato che in questo mese le pollastre dell’anno sono in piena deposizione. Quelle di buon ceppo accasata in pollaio confortevole ed opportunamente alimentate danno produzioni degne di nota. Nella grande pratica i soggetti di media produttività depongono uova per due giorni di seguito, poi saltano un giorno, riprendono la deposizione per altri due giorni, per poi riposarsi ancora. Con un ritmo di questo tipo difficilmente arrivano a superare le 180-200 uova nell’arco dell’anno. Quelle di buona ed eccellente attitudine alla deposizione hanno invece cicli caratterizzati da 3,4,5 giorni in cui depongono l’uovo, cui segue un giorno di riposo, conseguentemente deporranno in media 25 uova al mese vale a dire 250 uova l’anno tenendo che un paio di mesi si perdono per la muta delle penne. Le pollastre che da poco hanno iniziato la produzione di uova, hanno piumaggio perfetto e sono in piena forma ed adatte per essere portate alle mostre. All’estero la partecipazione alle mostre da parte dei piccoli allevatori che possiedono sì e no una diecina di polli, è frequente, ma anche da noi va facendosi strada da qualche anno. E’ un fenomeno interessante un buon impiego del tempo libero e che permette ad un tempo di ottenere produzioni animali (uova e carne avicole di qualità). E’ opportuno ricordare che per ottenere produzioni di uova elevate non basta curare l’alimentazione degli animali ma occorre anche un complemento di illuminazione artificiale del pollaio in ragione di tre ore giornaliere. Approfittando della larga disponibilità di mais giallo appena raccolto, se ne farà abbondante distribuzione ai capponi ed alle galline scartate destinate alla pentola.

Anatre e Oche

Le anatre Corritrici indiane e Kaki Campbell dell’annata sono ormai in piena produzione. E’ buona norma lasciarle libere nei campi, onde evitare perdite di uova, si dovranno lasciare libere non prima delle ore dieci del mattino. La sera al ritorno nella corte è buona norma farle rientrare nel pollaio ben fornito di paglia asciutta, mettendo a loro disposizione granella di mais giallo in un recipiente pieno d’acqua; le Anatre mangiano anche al buio nella notte. Le anatre muschiate (Mute) schiuse nelle diverse covate, dopo i due mesi di età, vengono pure esse alimentate con granella di mais giallo per garantire un ottimo finissaggio dei soggetti da macello; le ochette nate nelle prime covate son già pronte per il consumo (oca arrosto), volendo invece produrre fegati grassi occorre attendere, iniziando l’ingozzamento forzato ai primi giorni di novembre, detta pratica ha la durata di una ventina di giorni.

Pavoni

I pavoncini schiusi a maggio sono già pronti per essere sacrificati, offrono carni di non comune squisitezza. I soggetti destinati alla riproduzione vanno invece conservati considerando che le femmine di due anni producono poche uova, circa mezza dozzina per stagione, mentre a cominciare dal terzo anno sale a 12-18 pezzi per annata. I maschi adulti che già ad agosto hanno perso le penne dello strascico (coda) stanno rifacendo le penne nuove. I pavoncini delle ultime covate vanno allevati al chiuso per impedire che si bagnino le penne il mattino, seguendo la madre nei prati.

Fagiani e Faraone

I fagiani riproduttori hanno cessato da tempo la deposizione che normalmente non va oltre il mese di luglio, mentre le faraone continuano fino a settembre. Di conseguenza si approfitta sin d’ora a fare i gruppi riproduttori che serviranno nella prossima annata scegliendo le fagiane che si sono distinte per una ottima deposizione per farne gruppi di 7 soggetti cui sarà affidato un maschio dell’annata ben sviluppato. I gruppi riproduttori di Faraone invece non verranno toccati e le uova prodotte saranno destinate alla incubazione per avere faraoncini fino a tardi. Le giovani faraone delle prime covate sono già pronte per lo spiedo, conviene lasciarle libere nei campi dove trovano insetti da cacciare e semi di erbe infestanti.

Colombi

I piccioncini di 25-28 giorni vengono tolti dal nido prima che lo abbandonino e destinati al consumo familiare od al mercato. Dopo, quando cominciano a volare, si stenta a distinguerli dagli adulti e creano confusione nella piccionaia. Dal settembre è bene che nei nidi le coppie dispongano di fieno o di paglia e non più di sabbia come nei periodi estivi. Nella miscela di granaglie propinata ai piccioni, la percentuale di mais in granella sarà innalzata date le maggiori esigenze caloriche conseguenti alla diminuzione delle temperature ambientali stagionali.

Il mais per la alimentazione degli avicoli

In questi mesi viene praticata la raccolta del mais, cereale largamente impiegato nella alimentazione degli avicoli sia sottoforma di granella che di farina. La preferenza deve darsi agli ibridi semivitrei che assicurano buone produzioni unitarie (circa 70 q di granella secca ad ettaro) un maggior tasso proteico in confronto dei farinosi, ed un alto livello di xantofille (pigmenti naturali che danno il giallo) e carotene (sostanza base della vitamina A). Per ottenere uova dal tuorlo di color giallo arancio i mais vitrei e semivitrei sono superlativi.

Ottimi servigi sono offerti dal semivitreo Hibisco, con ciclo di 105 giorni, dal seme minuto e intensamente colorato. Molto importante è la conservazione della granella che deve effettuarsi in granai asciutti e ben ventilati ad evitare lo sviluppo di muffe (Penicillium glaucum), occorre immagazzinare granella a basso titolo di umidità, che non deve superare il 14%. Utilizzando piccoli mulini a martelli si possono preparare in azienda ottimi mangimi bilanciati aggiungendo alla farina di mais un 30-40% dei così detti nuclei proteico-vitaminico-minerali del commercio.


Uova trasvolatrici dell’oceano

curiosità in penna

di Carlo Lodovico Fracanzani

Si dice che il Baco da seta (Bombix mori) sia giunto dall’oriente in Europa con un semplicissimo stratagemma, operato da dei monaci che nascosero nell’incavo del loro bastone le uova del prezioso lepidottero.

Ai tempi nostri e precisamente il 17 marzo 1996 fu possibile far giungere in Brasile 12 uova di gallina Padovana a gran ciuffo, approfittando del fatto che una nostra conoscente doveva recarsi in Mato Grosso, la cui capitale è Cuiabà, in località Poxoreo utilizzando l’aereo nel tragitto Milano Malpensa - San Paolo. Le uova giunte a destinazione furono subito incubate e schiusero dopo 21 giorni 8 pulcini, fra le meraviglie dei brasiliani che mai avevano veduti pulcini di gallina, caratteristici per una cupola rivestita da fitto piumino sulla sommità del capo. La stessa ritornata in Italia, dopo un breve periodo di ferie in Sud - America, ci consegnò il 3 aprile 1996 12 uova di Combattenti brasiliani che schiusero nella nostra incubatrice a Padova. I Combattenti brasiliani in numero di 5 e precisamente 3 maschi e 2 femmine, ora ormai promettenti pollastrelli, sono da noi allevati con particolare cura e costituiscono un primo nucleo di riproduttori unico in Italia. Il riuscito gemellaggio fra Padova e Poxoreo, in materia di scambio di razze avicole autoctone, pensiamo possa interessare gli appassionati di avicoltura. Per l’occasione ci premurammo di fare giungere in Brasile anche una copia della nostra pubblicazione: " L’allevamento familiare degli animali da cortile" nella edizione tradotta in spagnolo, dalle Edagricole di Bologna.

Ma non è finita: a luglio un’altra persona portò, in una cittadina di emigrati italiani, una partita di uova di gallina Padovana dal gran ciuffo e ... . Ci auguriamo di conoscere i particolari in un prossimo numero del Bollettino.


Razze avicole

a cura di Carlo Lodovico Fracanzani

Il Combattente inglese nano di tipo moderno

viene allevato in voliera per abbellire il giardino

Molti sono gli amanti dei polli nani: si può dire che un tempo in ogni casa un galletto e una o due gallinette nane non mancavano mai.

Perché si allevavano? Quasi sempre per avere delle chiocce cui affidare i pulcini dato che le galline nane, lasciate libere nella corte, hanno l’abitudine di cercarsi un luogo appartato per farsi il nido e, deposte 8-10 uova, di mettersi covare. Nella generalità dei casi risultano delle ottime incubatrici e conducono i pulcini con molta cura.

Le massaia impiegavano sovente anche i capponcini nani per condurre i pulcini, arrivando persino ad ubriacare il piccolo cappone con zuppa di pane e vino per indurre ad esercitare le cure parentali "sull’altrui covata".

Ma oggi le cose sono cambiate, le massaie guidano l’automobile e vanno a visitare le mostre, dove rimangono colpite dalla presenza di numerose razze nane di polli, caratteristiche per il colore del piumaggio e della forma. Certamente fra queste graziose miniature, i combattenti inglesi nani di tipo moderno, possono dirsi veramente fuori dal comune per le loro caratteristiche di esteriore conformazione. Una bella collezione fu esposta a Verona alla Mostra Europea (XIX Eurocunavi), ed è per questo che desideriamo palarne.

E’ un minuscolo pollo chiamato dagli inglesi "Modern English game Bantam". La sua selezione fu iniziata a metà del 19° secolo in Gran Bretagna e portò passo passo, dopo un lungo lavoro di pazienza operato dagli allevatori sotto la guida dei giudici delle mostre, all’ottenimento di soggetti a collo lungo come la testa e le gambe, corpo corto, coda piccola e serrata, somiglianti più a dei trampolieri che a dei polli. I combattenti nani inglesi, dal tronco quasi verticale, largo davanti e a punto verso il posteriore hanno una testa allungata e affilata che ricorda quella del serpente. Becco lungo leggermente ricurvo, occhi grandi, vivaci ad iride rosso arancio e bruna a seconda delle varietà. Cresta semplice, piccola, finemente dentellata che viene tagliata nel gallo. Bargigli piccoli e sottili, schiacciati ed arrotondati. Orecchioni piccoli, insignificanti, rossi. Collo lungo formante con la testa una curva graziosa, mantellina appena accennata. Ali corte curve ben serrate al corpo. Dorso corto, piatto, a forma triangolare. Coda piccola, serrata, portata quasi orizzontalmente. Petto piatto non sporgente. Zampe lunghe, sottili, quasi senza piumaggio. Dita in numero di quattro, lunghe, ben distanziate; il dito posteriore deve essere ben appoggiato al suolo e posto sullo stesso asse del dito medio. Il galletto pesa appena 650 grammi e la gallina 570 grammi. Le uova pesano da 30 a 35 grammi ed il guscio è bianco.

Molte sono le varietà dei combattenti inglesi nani perché i loro creatori si sono sbizzarriti per ottenere i piumaggi più vari. La più comune è la dorata (Black Red) da cui sono derivate l’argentata (Silver Duckwing), la bruna-dorata ( Brown Red), la fuocata (Pile) e le più rare unicolori: nera, bianca, blu.

I maschi vanno scartati perché così assumono, in seguito all’operazione, un aspetto tipico, testa aggressiva con profilo del tutto caratteristico che non possono presentare i soggetti con la cresta. Di solito la cresta viene tolta ai galletti di sette-otto mesi di vita. Operandoli prima si ha l’inconveniente di avere creste che si allungano e più tardi di andare incontro ad emorragie. Si impiega una forbicetta a punte ricurve, dopo aver lasciato i galletti a digiuno. Pure i bargigli vanno tolti. Come emostatico per arrestare il sangue, si usa pennellare con percloruro di ferro al 10%. Poi si lasciano liberi i galli in locale oscuro per circa dieci ore e si alimentano.

Date le minuscole dimensioni dei soggetti della razza in causa, piccoli pollaietti trasportabili su tappeto erboso offrono i migliori servigi. Alcuni preferiscono tenere i combattenti inglesi nani in voliera come i fagiani. Comunque vale la pena di sistemarli in maniera che si possano vedere come abbellimento del giardino, cui daranno una nota di non comune eleganza.


 


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