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Ferrari 312 B3 - 1974 -

Cenni tecnici

La 312 B3 del 1974 era senza ombra di dubbio la vettura migliore della stagione di F1 del 1974, la coppia di pilota composta da Clay Regazzoni e Niki Lauda era forte e affiatata, provendendo entrambi dalla BRM, per cui avevano gareggiato l'anno precedente.
Comunque non vinse il titolo, Regazzoni lo perse per un soffio all'ultima gara, a favore della McLaren-Ford M23 di Emerson Fittipaldi. L'ultima gara si disputava nel mitico, veloce e pericoloso circuito americano di Watkins Glen, arrivarono in quella gara in testa alla classifica con 52 punti, Ragazzoni e Fittipaldi, terzo Jody Schekter, sulla Tyrrell-Ford 007 con 45, e teoricamente in grado di vincere il titolo.
La gara per la Ferrari fu un disastro, vinse la Brabham-Ford BT 44 di Carlos Reutman, Fittipaldi fu quarto, Ragazzoni solo undicesimo, Scheckter ritirato.
Inspiegabilmente sia durante le prove che in gara, entrambe le monoposto furono afflitte da problemi agli ammortizzatori e alle gomme.
Il 1974 fu l'anno del ritorno alla competitività della Ferrari, l'anno del debutto di Luca Montezemolo come Direttore Sportivo, del ritorno di Mauro Forghieri alla direzione tecnica della squadra, della scelta di impegnarsi solo sulla F1, dell'ingaggio di un giovane austriaco, un certo Niki Lauda. In quella stagione il binomio Lauda/Ferrari si dimostro quello piu' veloce, l'austriaco infatti, vantava il record dei numeri di giri in testa, 338 in quindici gare, ma in solo due occasioni Lauda riusci a vincere, diversi furono i ritiri dovuti alla sua irruenza, alla fine fu solo quarto in classifica.
Regazzoni fu secondo con 80 giri in testa, una vittoria, ed un numero impressionante di piazzamenti, Fittipaldi campione del mondo con appena 67 giri in testa ma con ben tre gare vinte, Scheckter vinse due gare, fece 77 giri al comando e fu terzo.
La 312 B3 del 1974, era frutto di una estesa riprogettazione della B3 del 1973, era propulsa da un motore boxer a 12 cilindri da 490 CV, il telaio originario era di tipo monoscocca progettato e costruito in Inghilterra per conto della Ferrari da John Thompson, Forghieri lo riprogettò completamente e tornò alla tipica soluzione costruttiva Ferrari, un telaio in tubi di alluminio irrobustito con fazzoletti di lamiera chiodata. I radiatori che nella B3 originaria erano nel muso, furono allungati, e disposti trasversalmente sulle fiancate, la presa d'aria del motore venne rialzata e profilata, in modo da non interferire con l'alettone.
Questa vettura permise di acquisire tutta una serie di esperienze che culminarono nelle successive vetture della serie "T", che fra il 1975 e il 1980 portarono a Maranello quattro titoli mondiali costruttori e tre piloti.

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Il modello - la costruzione


Sono entrato in possesso, durante una visita da Criel Model a Roma, di un modello in metallo bianco della CAR, risalente credo agli anni 80. Sono rimasto positivamente sorpreso dalla pulizia dello stampo e dalla finezza dei pezzi, all'altezza nonostante gli anni, dei modelli attuali, in modo particolare dagli interni e dal blocco motore, le bave di stampaggio sono ridotte al minimo, e comunque nulla che non possa eliminato con limetta e carta abrasiva, l'uso dello stucco è nullo, assolutamente zero.
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Con una buona documentazione fotografica, facilmente reperibile su internet, è possibile fare un ottimo lavoro di superdettaglio degli interni e del motore, mancano i vari cavetti elettrici di cui io mi sono limitato a rifare in filo di rame e sprue filato solo quelli principali, e un paio di scatole nella zona motore, ma comunque nulla di stratosferico, ho sostituito i dischi dei freni con altri in plasticard realizzati con una fustellatrice, e i terminali dei tubi di scarico con dei tubicini ricavati dalla guaina esterna di un doppino telefonico.
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C'è anche un minuscolo foglio di fotoincisioni, relativo alle paratie esterne delle ali, quattro pezzi in tutto, ben fatti e coretti come il resto.
Molto belle le ruote in gomma, ottimo nonostante gli anni il foglio di decals della Cartograf, stampato a registro e molto nitido, le decals si sono staccate tranquillamente dal loro supporto e hanno reagito bene ai soliti emollienti. Per posizionare le varie scritte ed altri dettagli minori, conviene fare affidamento sulle foto, le scritte ed alcuni particolari aerodinamici cambiavano di Gran Premio in Gran Premio, quindi occhio!!!!
Data l'eseguità delle superfici, il modello è stato dipinto a pennello utilizzando gli ottimi acrilici della Gunze, e lucidato con una mano di cera per pavimenti pure a pennello.
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Le ali in metallo naturale sono state lucidate prima con del polish per metalli, e poi trattate con la cera.
Il modello adesso non è nella mia vetrina ma fa parte di una collezione privata.
Considerata la qualità di questo pezzo, sto cercando di procurami anche il resto della produzione della CAR, sicuramente all'altezza di questa Ferrari.