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Supermarine S6b -1931- 1/83

Un S6b ritratto nel 1931, qualche mese prima della gara.
Fotografia pubblicata su gentile concessione di Schneider Trophy and vintage seaplane

Per l'edizione del 1931 del trofeo Schneider, tenutasi a Croydon che avrebbe potuto assegnare definitivamente la prestigiosa coppa alla Gran Bretagna furono preparati dalla squadra inglese tre S6b.
Questo idrocorsa non era altro che la ricostruzione del precedente S6 che aveva gareggiato e vinto a Calshot nel 1929, Reginald Mitchell, il progettista, aveva irrobustito i piani di coda per via di gravi fenomeni di flutter che avevano quasi provocato la morte di un pilota e aveva approfittato del generale irrobustimento della cellula per eliminare le doppie controventature sulle ali e sugli scarponi, inoltre aveva modificato le carenature delle teste dei cilindri rendendole meno spigolose.
La Rolls Royce dal canto suo,aveva fornito una nuova versione del suo motore "R", papà del piu' famoso Merlin, in grado di erogare 2300 CV.
La squadra Italiana che stava preparando il nuovissimo Macchi MC 72 non potè prendere parte alla gara per via del ritardo di messa a punto dell'idrocorsa e anche a causa della morte del suo pilota di punta, Monti. La squadra francese non riusci' a completare i suoi idro e alla fine Italia e Francia chiesero un anno di rinvio, come avvenuto già nel 1929, il Royal Aero Club rifiutò. Il 12 settembre del 1931 quindi, piu' che di una competizione si trattò di una esibizione, il capitano J.N.Botham decollo' con il suo S6b per una gara senza concorrenti, terminò il numero di giri previsti e naturalmente vinse alla media di 547,297 kmh, nuovo record del mondo di velocità. La Gran Bretagna si sarebbe tenuta per sempre il trofeo Schneider.
L'aereo è attualmente esposto al museo della Scienza e Tecnica di Londra.

Il modello

Come scatola c'era poco da scegliere, l'unica esistente era la vecchia Airfix. Le stampate sono allineate con gli standar del 1970, i pezzi sono puliti e con poche sbavature, tutti i pannelli sono in rilievo. Nonostante l'età è un kit piacevole ma sicuramente non adatto ad un principiante anche se i pezzi da montare sono davvero esigui, circa venti, includendo una orribile sagoma di pilota e un cubetto di plastica trasparente che avrebbe dovuto simulare, almeno nelle intenzioni, il parabrezza.
Anche se la scatola recita scala 1/72, in realtà il modello e in 1/83, con questa considerazione riportando i disegni dell'aereo alla scala del modello, sia la sagoma della fusoliera sia quella di ali ed impennaggi sono esatte, lo scafo degli scarponi invece, risulta purtroppo di pura fantasia. Cio' mi ha fatto proprendere decisamente per mettere il pezzo finito "a mollo"! L'elica risulta corretta ma un po spessa, una passata di carta abrasiva mettera' a posto le cose, le bugne delle teste dei cilindri sono corrette come dimensioni ma portano quelli che dovrebbero essere stati nelle intenzioni gli scarichi, proposti come semplici protuberanze, pergiunta nel posto sbagliato, vanno quindi eliminati e riaperti sul lato con una punta da 0,3 aiutandosi con la documentazione. Dico di puntare a riprodurre l'esemplare di una certa foto, perchè questi idrocorsa, essendo dei veri e propri laboratori volanti, venivano modificati in continuazione, quindi non stupitevi se confrontando le foto trovate sempre piccole differenze. Le ali sono "giuste", non ho indagato oltre, l'abitacolo completamente inesistente ho optato per un pilota in piedi che nascondesse tutto, tutti i pannelli in rilievo, peraltro corretti, sono stati carteggiati e reincisi.
Assemblate le due semifusoliere, bisogna eliminare la bozza di plastica che avrebbe dovuto essere la parte fissa del parabrezza e rifarla in plasticard, la parte mobile trasparente e stata ottenuta stampandola a caldo su un pezzo di legno sagomato, a questo punto conviene anche assemblare immediatamente ali e piani di coda. Per tutte le giunzioni l'uso dello stucco e' inevitabile ed abbondante, lo stesso discorso vale per gli scarponi. Le bugne dei cilindri, sono state montate sulla fusoliera dopo aver finito di carteggiare lo stucco, bisogna prestare attenzione perchè non esistono praticamente incastri, occhio a disegni e foto per trovare l'allineamento esatto, la giunzione è stata rifinita con colla vinilica rapida. Gli scarponi si uniscono alla fusoliera con molta difficoltà, nel senso che tenere insieme il tutto fa rimpiangere di non disporre di una terza ed anche una quarta mano che sicuramente avrebbero fatto comodo, ho evitato di usare il cianoacrilato per l'incollaggio, ho preferito una normale colla liquida che asciugando piu' lentamente mi avrebbe permesso di correggere l'allineamento di tutto il complesso scarponi/traliccio/fusoliera, sugli scarponi vanno aggiunti gli anelli di ormeggio, rifatti con del filo di rame.
Quando tutto è assemblato e stuccato, ho passato prima una mano di grigio come primer e per cercare difetti di stuccatura, poi ho passato il color argento, attenzione perchè l'aereo reale non era in metallo naturale, ma verniciato in alluminio, tutti e due a spruzzo, poi data l'eseguita delle superfici da coprire, dopo aver mascherato tutto con una certa difficoltà, ho dato il blu a pennello. Tutti i colori usati sono acrilici. Per ottenere la finitura lucida, ho spruzzato su tutto il modello della normale cera per pavimenti liquida, questa tecnica che ha dato risultati molto soddisfacenti mi è stata suggerita da alcuni frequentatori del forum di QWS che ringrazio. Le controventature sono realizzate con del filo di rame, le sezioni sono state rese dritte semplicemente strofinando un righello di metallo sul filo di rame spellato, tecnica pure questa acquisita sul forum di QWS. Le decals sono ridotte all'osso, ma sono sature e stampate a registro, peccato che si siano rifiutate di reagire ai soliti emollienti, alla fine ho dovuto rinforzarle con del vinavil sciolto in acqua per farle stare su'. Non ho fatto nessun lavaggio, anche perchè dalle foto d'epoca si vede bene che gli aerei erano tenuti "a specchio".
La basetta è stata ottenuta da una vecchia custodia di CD, dopo che il modello era stato finito, l'ho deposto nella "vasca" che avevo creato e con molto sangue freddo ho cominciato a colare il Vinavil per simulare l'acqua, secondo la tecnica che ho già descritto sulla pagina dedicata al Tazzoli, i figurini sono in plastica morbida e vengono dalla scatola dell'Airfix dedicata al personale della RAF durante la Seconda Guerra Mondiale. sono stati un poco modificati, al pilota è stato tolto il paracadute, purtroppo risultano sovradimensionati ma fanno il loro colpo d'occhio, e poi mi piaceva l'idea di poter dare vita al modello.

Documentazione.

Libri

Mach 1 Enciclopedia dell'aviazione, ed. EDIPEM, qualche foto e la storia.
Take Off, Enciclopedia dell'aviazione, ed De Agostini, molto materiale, la ricerca storica e tecnica è accurata ci sono anche delle ottime tre viste a colori.
Storia dell'Aviazione, ed F.lli Fabbri.
In rete

Schneider Trophy and vintage seaplane sito francese molto bello, è stato utile per un confronto con i dati riportati dai libri
Aircraft Resource Center , nella sezione dei Walkaround, ci sono delle belle foto a colori dell'esemplare conservato (maluccio in verità) al museo della Scienza e Tecnica di Londra.