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Cavalier F51 D Mustang -Bardhal II- 1/72 -

Finalmente il mio primo Pylon Racer.
Mi piacciono molto i racer della classe Unlimited, sia per le loro vivaci colorazioni sia per un aspetto squisitamente tecnico.
Ho scelto questo Mustang perchè ero attratto dalla sua livrea (ma ho trovato anche uno splendido racer giallorosso....) e perchè mi permetteva, con pochissime modifiche, partendo da un qualsiasi P51D di ottenere la riproduzione.
L'N355 è un Pylon Racer della classe Unlimited, cioè mono o bimotori rigorosamente a pistoni, propulsi da una piu' eliche, senza limite di potenza e cilindridata di costruzione metallica, in parole povere delle autenche belve. Ha cambiato durante la sua carriera corsaiola fra il 1960 e il 1980 diversi proprietari, configurazioni aereodinamiche e livree, la livrea che ho scelto è quella del 1967 quando era di proprietà di Ed Weiner. L'idea di base è stata sempre quella di una livrea scacchi bianchi e neri estesi solo sulla fusoliera, ma la configurazione sia delle targhe porta numero che quella delle zone coperte dagli scacchi, ed anche la dimensione di questi ultimi, sono cambiate molto spesso. Acquistato come Cavalier biposto fu riportato allo standard monoposto

Il modello

Quando sono stato preso dal raptus del Bardhal II, ho subito pensato bene di non comprare una nuova scatola ma di vedere cosa avevo sul soppalco. Ho trovato solo l'Airfix in 1/72 che tanti anni fa, a prima vista era carino....... Va beh, fare la lista dei difetti sarebbe lungo, i piu' gravi sono a mio avviso: la fusoliera troppo lunga e non del solito millimetro, qui ne sono scappati almeno cinque equamente ripartiti fra cabina e muso, il radiatore ventrale molto approssimativo e troppo schiacciato. Se si volesse tiare fuori da questa scatola un P51 che puzza di polvere da sparo meglio lasciare perdere, ma invece per il Bardhal si prestava bene. Perchè? A parte il muso, il radiatore troppo schiacciato andave bene senza ulteriori modifiche, visto che questo particolare era una delle modifiche che questo Mustang aveva subito, la scatola offre due eliche, una con le cuffie e una senza, nessun Racer monte le cuffie, quindi ho evitato una noiosa modifica. L'aereo vero, come tutti i Racer del resto, appare molto levigato, quindi ho eliminato senza troppi patemi la pannellatura del kit ed ho reinciso solo le linee principali, ho anche eliminato qulasiasi tipo di armamento ed antenna, stuccando i fori delle mitragliatrici e quelli di espulsione dei bossoli. L'abitacolo sarebbe carino e anche dettagliato, ma visto che la dotazione del Bardhal era quella del pacifico Cavalier, è da rifare completamente, il seggiolino non è attendibile nè per il militare nè per civile, va rifatto. Almeno la mia scatola era piena di sbavature e i pezzi combaciavano maluccio, in pratica ho dovuto stuccare ogni giunzione. Il carrello è accettabile mancano i soliti cavetti, brutte le ruote ed il ruotino, i vani sono drammaticamte spogli, vanno almeno chiuse le pareti laterali per un minimo di decenza. Gli scarichi sono stampati a parte non precisi ma accettabili. Il canopy è in un pezzo solo ed anche abbastanza limpido, se si lascia chiuso non è un problema. Causa una orribile linea di giunzione e basandomi sulle foto del veivolo in parcheggio, ho abbassato i flap e disassato leggermete il timone. Il foglio di decals è bello, include anche diversi stencils, offre due esemplari uno della RAF mimetico operante in Italia nel 1944 l'altro svedese post-bellico che la confezione definisce come P51K, le uniche decals che si possono utilizzare sono le due walkways.
Per la colorazione ho usato come base il bianco opaco Tamya, successivamente trattato con una mano di cera per pavimenti prima delle decals. Gli scacchi sono stati ottenuti con pazienza certosina tagliando 164 quadrati di 4 mm per lato da un foglio di decals nero aiutato da una dima metallica fotoincisa, all'inizio può sembrare pazzesco, ma con il passare del tempo diventa divertente.
La scritta ed il numero di gara sono stati ottenuti con decals stampate con la mia ink-jet.
Stampare quei maledetti cosi, ha richiesto una ventina di tentativi e centinaia di sacramenti. Alla fine ho ottenuto un risultato soddisfacente utilizzando un pezzo di decal abbastanza ampio da contenere le scritte dipinto ad aereografo con una mano di bianco opaco, dopo aver stampato ho fissato l'inchiostro con un'altra mano di trasparente semilucido Humbrol a smalto, ho quindi staccato la decals dal supporto senza immergerla direttamente nell'acqua ma appoggiandola sopra una spugna di quelle per lavare i piatti intrisa d'acqua. Ovviamente, queste decals self-made non hanno reagito ai soliti liquidi, per farle stare sul modello le ho dovute spennellare sul retro con una soluzione di acqua e vinavil al 50 percento, poi le ho rifinite con la solita mano di cera per pavimenti. Resta comunque un gradino, ma penso che sia dovuto al fatto che ho usato come colore di fondo l'acrilico Tamya, se avessi usato i Gunze che sono molto piu' fini, forse avrei avuto meno problemi. Alla fine il colpo d'occhio resta comunque notevole e sono soddisfatto del risultato finale, non sarà un pezzo da concorso ma i miei due giudici insindacabili, cioè i miei bambini, dicono che è bellissimo, quindi va bene così.
La base è stata ottenuta da una custodia di un CD d'avanzo, ed è stata dipinta con il German Grey della Tamya ed invecchiata con ul lavaggio di tempera nera gentilmente prestata dai pargoli.
Se volete saperne di più sui racer vi consiglio vivamente questo link:Pylon 1
Nel 1957 una piccola ditta americana, la Trans Florida Aviation iniziò a revisionare cellule e motori di molti P/F51 Mustang ancora in circolazione, realizzò anche una variante executive dotando il veivolo di un abitacolo biposto in tandem, trasformando in bagagliai i vani delle armi e delle munizioni e applicando serbatoi amovibili d'estremità alle ali. Mutato il nome della ditta in Cavalier Aircraft Corporation ottenne dall'USAF un contratto per lo sviluppo di una variante COIN del suo executive, ed effettuò la conversione di parecchi esemplari con parti costruite ex-novo e un piano di coda piu' alto simile a quello del P51H. Dopo la costruzione di diversi velivoli il contratto con L'USAF non si concretizzò e le macchine prodotte furono smistate in Sudamerica. Continuò ancora per qualche tempo invece, la produzione della variante biposto. Uno di questi velivoli con la matricola I-BILL arrivò in Italia nel 1968 acquistato da Giorgio Billi, andò distrutto nel luglio del 1977 durante una manifestazione aerea in Svizzera.