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MONASTERO S.PIETRO - MARSALA

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viste del mostero dalla corte interna

 

 

 

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Il restauro del Monastero S.Pietro

Marsala (TP)

 

Progettista e Direttore dei Lavori:

Prof. Ing. Umberto Di Cristina

 

Collaboratore alla progettazione e direzione dei lavori, misura e contabilità:

Dott. Ing. Vincenzo Giacchino

 

Il grande complesso monacense di S. Pietro occupa una vasta area dell'antico ghetto ebraico di Marsala, una insula tra il Cassaro e via Frisella, delimitata dalle vie D'Anna e Pannieri (oggi Ludovico Anselmi Correale), la strada della Giudecca ove avveniva la lavorazione e il commercio della seta e dei tessuti (i panni) cui era dedita una parte consistente della comunità ebraica. Il Monastero delle Benedettine ha un impianto di modulo quadrato (ml. 68x68) e racchiude una grande corte secondo i canoni propri dell'architettura monumentale cinquecentesca. La cortina edilizia verso via XI Maggio, che è la strada principale dell'antica città murata di Marsala, esprime con grande vigore i caratteri claustrali del complesso edilizio. La grande torre, detta il belvedere di S. Pietro o la Specola, ha assunto, nel tempo, valori di espressione simbolica dell'intera città murata, percepibili da ogni dove e comunicanti la centralità dell'ambiente socio-urbano che essa contribuisce a determinare in modo rilevante. Il corpo di fabbrica adiacente la Chiesa, lungo la via D'Anna, pur notevolmente alterato, rivela apparati iconologici di grande rilievo storico: possono notarsi due archi ogivi di notevole fattura uno dei quali immette in un cortile, dal quale si accede alla serie dei corpi di fabbrica che chiudevano l'intero complesso verso il ghetto. Nella parte opposta a via XI Maggio il complesso edilizio è caratterizzato da varie fabbriche; una  era destinata alle cucine, la cui copertura era costituita da due singolari camini, ed un'altra, che spezzava la corte interna in due parti, aveva a piano terreno una grande sala con due volte a padiglione, un tempo probabilmente, refettorio delle monache; un analogo ambiente si trovava al piano superiore, in stato di rovina. Il progetto di restauro è stato volto alla valorizzazione dell'intero complesso monacense nel più assoluto rispetto dei valori espressivi degli apparati iconologici. Ogni vestigia è stata conservata e rimessa in luce, mentre sono state ricostruite, sulla base di indagini filologiche, le parti mancanti o deturpate.

 

 

Tutte le immagini di questo sito sono state realizzate da Vincenzo Giacchino.

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