DICEMBRE 2005

 

31-12-2005 - da "La Repubblica"

La Virtus reagisce alla grande, travolta Udine

di F. Forni

Secondo propria vocazione, ossia facendo canestro, la Virtus mette sotto la Snaidero e torna a vincere, uscendo dalla secca delle tre sconfitte filate e staccando una rivale diretta in proiezione Final Eight. Miglior prova stagionale lontano da Bologna, massimo bottino, tutti in gol, senza ingordigie (record di 18 assist fuori casa) e persino tripla finale di Pelussi. Le ha stappate tutte le bottiglie buone e alla fine Sabatini esulta. «Grande prova, doverosa dopo la brutta figura di mercoledì. Una serata da Virtus, di tutti, grandissimi. Dobbiamo comprare qualcuno? Non l´avevamo mai detto».
Vista ieri, basta e avanza così. Dopo averne fatta una calda e una fredda per 25´, comunque sempre vivo, il gruppo ha sprintato bene nel quarto finale: 32 punti, con un 30-16 in 8´ (da 72-66 a 102-82) che prova il reale doppiaggio. I bei segnali, come l´annullamento del babau Allen, c´erano stati anche prima. Tosta appena rientrata in campo, la Virtus ha fatto cantare subito i suoi cannoni, 13-4 e +15, issandosi sul 64-49, ma senza il tempo di gustarselo fino in fondo, perché in cinque si son dimenticati di difendere per un paio di giri ed è stato subito 0-10, firmato da Kyle Hill.
Latte versato, ma c´è stata anche la birra per rimettere le cose a posto. E pure qui tutti assieme, cercando la logica e il meglio delle proprie corde: in questo caso la tripla di Blu alla terza sirena, restituendo gli sgarbi precedenti. Così, è andata come si sperava, ma soprattutto è finita come la squadra se l´è guadagnata, contro una diretta avversaria. Udine non era l´inferno, ma è stato fatto tutto bene.
Gelo fuori a -7, tiepido dentro il Carnera: riempito, ma sempre quieto, benchè da Lubiana fossero scese le sempre gradite Dragon Ladies. La Virtus ha trovato una Snaidero caricata dal sacco di Milano, ma non cambiata nel Dna. Una squadra con numeri, che lascia giocare (più di Reggio Emilia), contro la quale Markovski ha avuto dai suoi subito cuore e polpa. Attacco sciolto, cercando dentro l´area il perno di Lang, cui Pancotto non ha chili da opporre. Poi, a seguire, una raffica di Blu: la Virtus di un mese fa, avanti 18-10 dopo 6´, prima di cedere alle amnesie, punite da Gigena con due triple consecutive in 20´´, sempre dalla stessa piazzola, e dal cesto-sorpasso di Allen a fine primo quarto. Qualcosa lasciato per strada, non la testa. Udine non scappa, viene tenuta a brevissima distanza e poi messa sotto con una difesa attenta e 18 punti negli ultimi 5´ del primo tempo, frutto di un bel coro. Tutto perfetto, o quasi, 51-42 a 4´´ dal gong, prima che la terza tripla (altra svista) di Sekunda freni motivati entusiasmi. Le montagne russe sarebbero continuate ancora, ma la strada stavolta è stata quella buona, soprattutto presa con convinzione. Un bell´arrivederci al 2006: domenica 8 con Roseto c´è l´imperativo di vincere, ma con molta meno pressione.
Quanto al mercato, per rinforzare il pacchetto di regia e salvaguardare gli extracomunitari, la Virtus un nome ce l´ha. E´ Aleksandar Capin, play di passaporto sloveno (dunque, neo-comunitario) ora alla Viola. Il discorso pareva avviato, finchè non s´è inserito il Barcellona, che ha di nuovo perso Vujanic per un guaio al ginocchio. Il Barça, caduto ieri sera 74-66 a Vitoria (con 7 di Basile, sempre in campo, anche in regia), non avrebbe problemi a rilevarne il contratto, né a pagare alla Viola un buy-out che in Virtus ritengono eccessivo.

LE PAGELLE
RODILLA 6. Tre falli in 8´, in apnea, per poi riprendersi e dimostrarsi tra i più acuti. In 16´, 1/1, 2 assist.
ENGLISH 6. Due capitomboli in attacco, pausa in panca, ma quando risale nel secondo quarto ci mette del buono. Il quarto fallo ad inizio secondo tempo lo toglie dal match. In 11´, 1/2, 1/2, 2 assist.
MILIC 7.5. Mani buone dappertutto, replica la prova sostanziosa di Reggio. Tentacolare quando serve, molto spesso regala ai compagni il secondo possesso. In 31´, 5/7, 8 rimbalzi, 7 assist.
BLUTHENTHAL 7. Qualche lampo, dove si conferma arma automatica. Non letale, ma molto utile. In 31´, 3/6, 4/6, 6 rimbalzi.
LANG 8. Vorace in area, dove è bravo a farsi trovare. La migliore in bianconero, fin dalle primissime giocate. In 22´, 9/14, 6 rimbalzi.
DI BELLA 6.5. Sulle prime s´inceppa, ma poi il passo in più ce l´ha lui. In 29´, 2/4, 1/2.
DREJER 6.5. In costante vantaggio fisico sul marcatore, quando lo sfrutta domina. Chiude bene, con la miglior prova esterna, finalmente. In 19´, 4/5, 2/4, 3 rimbalzi.
LACEY 6.5. C´è della sostanza, finalmente si fa vedere, anche con tiri dalla media. In 22´, 2/3, 7 rimbalzi.
PELUSSI 6.5. Serve eccome, a ridare sangue caldo quando Udine ci prova. In 15´, 1/3, 1/1, 5 rimbalzi, 2 assist.


30-12-2005 - da "virtus.it"

Campionato: Udine-Virtus 84-104

Campionato: Udine - Virtus Bologna 84-104 - Tabellini: Lang 23, Bluthenthal 22, Drejer 18, Milic 12, Di Bella 11, Pelussi 6, Lacey 5, English 5, Rodilla 2, Gugliotta, Vitali ne, Masciadri ne..

Rodilla, English, Milic, Bluthenthal e Lang sono i cinque prescelti di Markovski per affrontare Di Giuliomaria, Sekunda, Allen, Hill e il giovane Antonutti (1986), subito in marcatura su Bluthenthal. Si dimostra sveglia la Virtus, fin dalle prime battute attiva a rimbalzo d'attacco, dove Lang corregge subito due errori, mettendo a segno 6 dei primi 10 punti bianconeri. A metà tempo si accende Bluth, che trasforma in 6 punti i primi due palloni toccati, e con l'aiuto di Milic lancia sul 18-10 la Caffè Maxim, a coronamento di un break di 10-0. Risponde subito Silvio Gigena, due bombe in 20" dallo stesso angolo, per il nuovo -2. Bluth replica con il nono punto in tre possessi, Rodilla con il terzo fallo all' 8', e la Snaidero completa la rimonta sorpassando sulla sirena con il quarto punto di Allen. I friulani tentano la fuga con i giochi a due, ma la Virtus si aggrappa alla buona serata di Kris Lang per restare a contatto, e alla tripla di English per passare di nuovo avanti, contro una Snaidero che schiera in pratica 5 piccoli. Markovski mette a sedere Bluthenthal e dà fiducia a Chirstian Drejer, che ritrova i suoi tiri, realizzando 3 canestri importanti, vedendosi però sanzionare anche tre penalità personali. Con le unghie e con i denti, la Virtus tiene la testa del match negli ultimi 120", con il quattordicesimo di Lang e due liberi a testa di Blu e di Bella, che firmano il nuovo +9. Ultimi 4", e Sekunda chiude la prima parte di gara con una tripla sulla sirena. Si va al riposo sul +6 esterno. Riprende concentrata, la squadra di Markovski, che scappa sul +10, dovendo però annoverare il terzo e quarto fallo di English in 1'30". L'ottimo momento virtussino produce un break di 13-4 con la tripla di Bluth che, al 24', vale il +15. La Snaidero non ci sta e produce un controbreak di 10-0 che riapre la partita nel giro di 180 secondi. Lang interrompe dalla lunetta il trend negativo, e al 27 la Virtus si ritrova con 7 lunghezze di margine. Hill riaffaccia i suoi a sul -5, ma la Caffè Maxim ha la giusta reazione, producendo l'ennesima emozione sulla sirena: Blu spara il suo punto numero 20 al 30', per il 72-63 bianconero. Mian apre l'ultimo periodo dai 6,25 ma la Virtus ribatte con l'efficace gioco a due tra Rodilla e Lang che produce i punti che valgono ossigeno, sotto forma di 12 punti di margine al 33'. E' ancora Mian ad infilare dalla lunga il -8, ma la Virtus ha la ferma intenzione di prendersi i due punti: altro 6-0 con tre grandi giocate, per l'86-72 a 4'40". Udine si aggrappa a Di Giuliomaria e Vetoulas, ma è Drejer ad infilare 7 punti determinanti nel finale: 94-77 per gli ospiti, con soli 2' rimasti sul cronometro. La Virtus gestisce e allunga fino al 102-82 firmato con la prima tripla di Pelussi in campionato, e chiude ottimamente il 2005.

Le parole di Markovski a fine gara:
Già dopo il primo tempo abbiamo posto le giuste basi per la vittoria, controllando meglio le palle perse, che erano state il nostro maggior problema a Reggio Emilia. Lang è stato molto importante, con i suoi 23 punti e 6 rimbalzi, ma ognuno ha dato il suo, ed abbiamo vinto con merito contro una squadra esperta. Eravamo sicuramente tutti più concentrati: era necessario per non perdere come già era successo a Reggio. Siamo stati sempre lucidi contro la zona, trovando buoni passaggi, prima che buoni tiri: per questo ho anche lasciato in campo contemporaneamente i due playmaker, per aumentare la velocità dei passaggi. Si chiude un anno fin qui buono: con alti e bassi, perché come ho sempre detto siamo una squadra giovane, ma credo che siamo sulla strada buona


28-12-2005 - da "virtus.it"

Campionato: Reggio Emilia-Virtus 84-78

Campionato: Reggio Emilia - Virtus Bologna 84-78 - Tabellini: English 22, Bluthenthal 18, Milic 12, Di Bella 7, Rodilla 5, Lang 4, Lacey 4, Gugliotta 4, Drejer 2, Pelussi, Malagoli ne, Masciadri ne.

PalaBigi tutto esaurito, e gremito anche di tifosi bianconeri, giunti in 5 pullman da Bologna. Markovski tiene fuori dai 12 Bonfiglio e inserisce Malagoli e Masciadri, tredicesimo "Primo a scuola" di questa stagione. Lacey, Drejer, Rodilla, Milic, Bluthenthal sono i 5 scelti da Markovski per l'avvio di gara: Frates schiera invece Roberson, Mc Intyre, Gigli, Boscagin e Minard. Fin dalle prime battute la Virtus sembra dover carburare, risultando in difficoltà a trovare la soluzione offensiva, e mostrando gambe non bassissime in difesa. Reggio ne approfitta grazie ad un buon avvio di Minard e Roberson, e vola sul 10-4 dopo 3', ma perde subito Gigli, al 5', per una storta alla caviglia destra. Bluthenthal e soprattutto English si caricano la squadra sulle spalle: con 14 punti del canadese senza errori dal campo, le Vu nere ritrovano la parità a quota 21 al 9', sorpassando a ridosso della sirena in contropiede. Beard, anima da capitano, infila sei punti filati per impedire agli ospiti di scappare, poi il break reggiano si ingrossa proprio nel momento in cui ci si aspetta la fuga bolognese: 12-4 e un +6 che, a 6'20" dall'intervallo, consiglia a Markovski il timeout. La Bipop ne esce con un gioco da tre punti, per il 36-27 a metà quarto che punisce una Virtus troppo poco incisiva in fase difensiva, specie sugli aiuti sui pick'n roll. Un minibreak targato Milic-Lacey lascia ben sperare per il minuto finale, ma la Caffè Maxim spreca i due possessi che la lasciano indietro di sette lunghezze al termine della prima parte del match. L'inerzia non cambia nella prima fase del terzo periodo: la determinazione di Reggio porta Minard e soci a cesti facili, mentre la Virtus suda sette camicie per mantenere un gap inferiore ai 10 punti: sono 7 al 26', ma con una situazione falli non rosea, che vede Rodilla a 4 falli e Drejer a 3. Bluthenthal spara la tripla del -4 al 28', ma, sotto la guida di Carra, i biancorossi si inventano un 8-0 che consegna loro il massimo vantaggio, +12, a 15": Lang ricuce a -10 dalla lunetta. Blizzard apre con la specialità della casa, la bomba frontale che vale il +13, ma la Virtus ha quel sussulto d'orgoglio ormai tipico della squadra plasmata da Markovski: Di Bella e Bluthenthal mettono in cassaforte un 7-0, Milic e Di Bella quattro liberi che valgono il -2 con 6'50" ancora da giocare. Il riaggancio non arriva, e anzi Reggio piazza un controbreak di 5-0 che la lancia sul 73-66 a 5' esatti dall'ultima sirena. Altri minuti di scarsa lucidità, foriera di troppe palle perse (22 a fine gara) non permettono alla Caffè Maxim di restare in partita: Minard chiude la contesa a 1'30" con la tripla del +11, anche se alla fine le lunghezze sono 6. Smaltita la trasferta reggiana, il 30 si tornerà in campo, questa volta a Udine, per l'ultimo match dell'anno solare.


18-12-2005 - da "virtus.it"

Campionato: Virtus-Treviso 74-91

Campionato: Virtus Bologna - Treviso 74-91 - Tabellini: Bluthenthal 22, English 13, Drejer 10, Lang 10, Di Bella 9, Milic 4, Lacey 3, Gugliotta 2, Rodilla 1, Pelussi, Bonfiglio, Ballestri ne.

Record stagionale di affluenze, al PalaMalaguti: 8140 spettatori, 122.000 l'incasso, grazie anche allo straordinario successo delle Star Box di Natale. Parte bene Treviso, sparando subito le cartucce importanti: Nicholas prende subito le misure al ferro di Casalecchio, coadiuvato da un Goree che si fa sentire sotto le plance. Il numero 8 biancoverde infila 14 punti in 7', Siskauskas e Soragna lo imitano dall'arco, e Treviso può scappare sul 26-12, con la Virtus in ambasce fino alla tripla di Blu che, a 1'30", rinvigorisce il Palazzo. Passano 10" e Bargnani delizia tutto il palazzo con un reverse jam per platee d'oltreoceano; poi, Siskauskas chiude il quarto con un cesto che fissa il punteggio sul 30-15 al 10'. Il ritmo cala notevolmente nel secondo parziale: in 3 minuti si vedono solo 3 liberi a segno, poi Bluthenthal si erge a leader assoluto, con le triple che tengono in piedi i bianconeri. Soragna e Nicholas continuano a segnare, e Treviso torna a +16 a 2'30". Lang e Bluthenthal firmano un minibreak per la Caffè Maxim, ma il ventesimo punto di Nicholas ristabilisce un gap di 15 lunghezze: un tecnico a Milic annulla un discreto momento offensivo bianconero, e si va al riposo 53-37 per i veneti, con 21 di Drew Nicholas e 15 di Blu, e con bomba sulla sirena di Bargnani. Treviso abbassa ancora il ritmo, controllando il timing della gara e colpendo con disarmante regolarità con Nicholas, risolutore dei momenti di impasse della squadra di Blatt. La Virtus trova qualche giocata con Drejer e Lang, e accorcia a -13 con English al 28', ma è palesemente impossibilitata a tentare l'aggancio in questa fase del match: Nicholas arriva a 30, e Treviso mantiene 15 lunghezze di margine al 30'. La Virtus prova a rifarsi sotto: Lang e Di Bella aprono le danze, innescando un break di 11-4 che, a 6'30" dal termine, costringe Blatt a parlarci sopra. Siskauskas esce dal time out infilando due triple letali in faccia a Bluthenthal, per il 79-67 a 5'dall'ultima sirena. La squadra di Markovski non trova comunque il feeling con il canestro, e Treviso può gestire con relativa calma i 180" conclusivi. Finisce 74 a 91 per i trevigiani: la prima sconfitta interna della Virtus arriva prima delle feste, davanti al pubblico più numeroso della stagione.

Zare Markovski: Treviso ha giocato una partita perfetta, una partita che noi abbiamo approcciato pensando di essere alla pari. Dal secondo quarto abbiamo aumentato il contatto fisico, togliendogli il gioco dal post basso, ma restava il problema di neutralizzare il loro tiri da fuori in situazioni di cambio sistematico che non abbiamo gestito bene. La partenza forte della Benetton ci ha costretti a cambiare più volte l'assetto difensivo, modificando anche i nostri equilibri d'attacco. Ci è pesata sicuramente la settimana di stop, che Treviso ha invece affrontato con partite di coppa, ma è nelle nostre file che dobbiamo cercare il germe del miglioramento. Non dobbiamo pensare al calendario: oggi ci siamo imborghesiti pensando di giocare la partita del vertice.
Drejer e English oggi si sono dovuti adattare a giocar diversamente, coprendo ruoli che non gli sono propri, cosa che non sarebbe successa con un vero playmaker di ruolo.
Conoscendo i nostri limiti abbiamo cercato di portare Treviso fuori dai giochi che l'hanno condotta in vantaggio, iniziando una breve rimonta, che ho voluto interrompere con un time out, perché sono convinto che per recuperare un gap di 16 punti, lo si debba fare in due mini break da 8. Poi loro però hanno giocato meglio, hanno tirato meglio, anche noi abbiamo vinto quella fetta di partita che comprende rimbalzi e palle recuperate. Loro hanno neutralizzato i giochi per Bluthenthal, come è normale, e noi non siamo riusciti a rendere pericoloso il resto della squadra.
Forse siamo arrivati alle partite contro la Fortitudo e contro Treviso pensando che la vita fosse facile, e che ogni cosa ci fosse dovuta. Invece ogni cosa deve essere meritata, e oggi siamo scesi in campo illusi da un inizio di stagione facile e positivo.


17-12-2005 - da "La Repubblica"

Bluthenthal: "Tiro, segno e mi diverto a me il basket piace così"

di M. Martelli

Il rumore della retina scandisce il tempo come un orologio. Un cesto dopo l´altro, prima cinque, poi dieci, anche quindici di fila. David Bluthenthal non si ferma mai. Guida il campionato, guida la classifica dei marcatori con 22.6 punti e domani guiderà la Virtus contro il suo recente passato, la Benetton (senza Zisis, fuori due mesi). «E senza rivincite da prendermi, però».
Bluthenthal, qual è il segreto dei suoi numeri?
«Allenamento, fiducia, convinzione. Devi credere che ogni tiro andrà dentro, e se sbagli andrà dentro il prossimo. Questa è la mentalità, tiratori si nasce. Sapevo che segnare sarebbe stato il mio ruolo, ma il titolo marcatori non è il mio obiettivo. Voglio sì segnare, ma vincere con la squadra».
Domani c´è la Benetton di David Blatt, suo coach al Maccabi, in Russia e in nazionale.
«Una grande persona, uno degli allenatori più intelligenti per cui ho giocato. Da lui ho imparato il basket all´europea: tagli, blocchi, gioco senza palla. M´insegnava a essere umile: certe volte me ne dimentico, ma ho sempre la sua voce a ricordarmelo».
A Treviso pare non ne siano contenti.
«Treviso è un posto stressante. Lì devi vincere, in Italia come in Europa. In coppa sono 5-2? E allora Blatt è ok. Ma per imparare il suo sistema, un basket di angoli e letture, ci vogliono tempo e testa: se un´opzione non va ce n´è un´altra, e se non va un´altra ancora. Bisogna rimanere tranquilli, convinti che qualcosa di buono uscirà. Di solito accade».
Ha parlato di stress. L´anno scorso non finì bene, Messina la teneva in panchina, la pressione vi eliminò.
«La pressione c´è ovunque: al Maccabi, a Treviso, qui. C´è perché, nel basket come nella vita, se non vinci non riesci. Messina? Non ho pensieri. Il basket è uno sport di squadra, e va seguito il sistema del posto in cui giochi. A Treviso, come nei grandi club, tutti possono segnare 20 punti: basta capire quand´è il tuo turno. Semplicemente, non era il mio. Altri stavano facendo meglio, io stesso voglio che giochino i migliori. E se questa è la strada per vincere, sono contento anch´io».
Gli ultimi suoi quattro allenatori: Blatt, Gershon, Messina, Markovski. Quattro paesi, quattro culture.
«Blatt è quello che mi ha insegnato di più, dalla tecnica allo studio del gioco. Da Pini ho imparato come divertirmi giocando a basket: restando concentrati ma senza prenderlo troppo seriamente. Con Messina ho scoperto l´altra parte, quella più matura: che la pallacanestro è un lavoro, un business, e nel lavoro ci vuole serietà. Zare lo vedo come Pini: divertirsi giocando. In più, m´insegna ad essere più leader. Sì, Markovski me lo ricorda: non nel sistema, ma nella filosofia».
In mezzo, una brutta parentesi a San Pietroburgo, in un club senza tradizione. Reduce da Maccabi e Benetton, quasi modelli Nba, a Bologna che club ha trovato?
«Una società che sta facendo lunghi passi in avanti, imparando e migliorando rapporti e bisogni dei giocatori: è questa la strada per tornare ad essere uno dei club più importanti. E la stanno percorrendo. Le vittorie danno poi una spinta in più».
Pure al pubblico. In casa avete il vostro fortino.
«E´ importante che venga tanta gente, come a Tel Aviv. La differenza sta nelle presenze: al Maccabi, nei match clou, non c´erano posti vuoti, mentre qui c´è quell´ultimo anello vuoto. Un´arena piena sarebbe bellissima. Mi dicono che domenica lo sarà. Bene».
Lei è molto legato alla fidanzata. La Benetton le consentì di volare a Tel Aviv, prima del play-off col Tau, per comprarle un anello di fidanzamento da 30 mila dollari. La famiglia è il suo grande valore?
«Deve esserlo. Crea stabilità, e se ce l´hai fuori dal campo sei tranquillo anche dentro. Lei è qui con me, viviamo bene. Bologna è bellissima, e la Virtus ci ha dato un bell´appartamento sui viali. Non possiamo chiedere di meglio. Religioso? Non troppo, non sono stato cresciuto con questa base. Sono spirituale e credo nel karma: se fai cose giuste, ti accadono cose positive».
Si aspettava gli exploit offensivi della Virtus?
«Siamo un bel gruppo, e questo serve per vincere. Conoscevo Lang dal college, Lacey e Milic dall´ultima stagione, ma sono comunque sorpreso. English si sta ritrovando, ma la prima volta in Europa è difficile per tutti: lo fu anche per me, che non avevo la pressione che ha lui. Ci vogliono tempo e fiducia, che Zare ci trasmette, lasciandoci giocare, restando tranquillo: così, in campo, lo siamo anche noi».
Il suo contratto è un 1+1, ma echeggiano sirene Maccabi e magari Nba. Che farà?
«Non ci penso troppo. Mi sto divertendo e la vita qui mi piace. Poi, come ogni giocatore, a fine stagione guarderò le opzioni. La Nba durò poco: ero nervoso, eccitato di essere là, e non segnavo mai. Potrei essere uno specialista e, dovesse ricapitarmi, ora saprei come approcciarmi. Ma ripeto, adesso non ci penso. Vediamo a giugno. Ora mi godo la Virtus».


04-12-2005 - da "virtus.it"

Campionato: Climamio-Virtus 93-81

Campionato: Climamio - Virtus Bologna 93-81 - Tabellini: Bluthenthal 27, Lang 17, English 14, Drejer 10, Pelussi 4, Di Bella 3, Rodilla 2, Milic 2, Lacey 2, Gugliotta, Bonfiglio, Tommasini ne.

Torna il derby dopo due anni e mezzo, in una Land Rover Arena gremita per l'occasione. Di Bella, English, Milic, Drejer e Lacey sono i cinque prescelti da Markovski per la stracittadina numero 96: Repesa oppone Belinelli, Mancinelli, Garris, Lorbek e Bagaric. Il primo cesto è di Carl English in uscita dal blocco, preludio di un buon avvio della Caffè Maxim, che produce un mini allungo fino al 7-4 dopo 3': in 30", Lorbek e Garris infilano due triple, Belinelli la terza e la F vola sul 14-9 a metà quarto. La Virtus prova a schiarirsi le idee con un time out, ma un altro 5-0 targato Mancinelli-Bagaric lancia i padroni di casa sul +9. Kris Lang è il faro nel momento buio dei bianconeri, ma la Climamio può tenersi avanti grazie alle gite in lunetta (9 falli a 3 al 9'); un buon finale di quarto di Bluth e di Lang vale però il -6 al 10'. L'ispirazione biancoblù dalla lunga distanza prosegue al rientro in campo: Green e Rombaldoni affondano il colpo, ed è proprio l'ex avellinese l'uomo in più di Repesa, con 7 punti che lanciano a +14 i suoi. La Vu tiene con i piazzati di Pelussi, con un paio di flash di Bluthenthal e soprattutto con Kris Lang, che risponde all'ennesima tripla casalinga targata Belinelli. Un plateale fallo di Bagaric con tecnico a seguire, e una protesta di Repesa, mandano in lunetta la Virtus per 8 liberi: 6 realizzati, due cesti di Bluthenthal, ed è di nuovo -5, 49-44, quando si entra nell'ultimo minuto prima dell'intervallo. Ultima palla Virtus a 8", ma Rodilla si vede fischiare uno sfondo a metà campo che annichilisce il tentativo bianconero: il possesso Climamio è finalizzato da Belinelli, per il 53-44 al 20'.
Drejer tinge di nero il proprio tabellino con un'ottima tripla in coast to coast, per il 55-47, ma la F risponde con un 5-0 che arriva in 4 minuti in cui si segna col contagocce, riportando a 13 punti il divario. Un moto d'orgoglio di Bluth dà il via al 5-0 del nuovo -8, ma la Fortitudo accende a turno tutti i suoi effettivi: nella seconda parte del periodo tocca a Lorbek e Becirovic, e infine a Rombaldoni, che infila dalla lunga il +17, ridimensionato a 15 da Blu al 30'. Markovski ordina ai suoi il pressing a tutto campo fin dalla prima palla del quarto periodo, e raccoglie subito frutti succosi: dal 73-56 siglato da Watson, la Virtus infila un 12-1 in 4', con la tripla del -6 firmata Drejer che consiglia il time out a Repesa. La Vu si rivede fino al -4 a 5'40", ma Lorbek sblocca i suoi dopo 4' di astinenza. La Caffè Maxim non è paga e ci prova fino in fondo, gettando su ogni pallone una pressione asfittica per i biancoblù, che si ritrovano sopra solo di 3' al 36', dovendo subire un magic moment offensivo di Bluthenthal. E'ancora Lorbek, il migliore in campo, a sparare il +6 togliendo le castagne dal fuoco alla Climamio a 2'. L'in & out di Di Bella è l'ultimo tentativo di una Virtus mai doma, la bomba di Garris a 1'40" è il cesto che chiude 93-81 questo derby. Finalmente ritrovato.

Le parole di Zare Markovski a fine gara:
Sono stati 40 minuti intensi, in cui siamo stati capaci di rientrare due volte da ampi divari, nel primo come nel secondo tempo. E forse, se non fossimo scesi fino a -17, sarebbe potuto capitare di tutto. Ma loro hanno fatto 4/4 nel momento cruciale, e l'hanno chiusa e vinta. Non abbiamo sofferto a rimbalzo, la vittoria è stata loro come da pronostico, ma io vedo il bicchiere mezzo pieno: abbiamo giocato 2 partite in una, ci siamo vaccinati, ora possiamo dire di averlo provato, questo derby. Alcuni nostri giocatori sono cresciuti durante il match, come Drejer che ha risposto solo al quinto ingresso in campo, ma ha solo 23 anni. Nessuno mi ha deluso: forse non era la partita per Milic, altri potevano dare di più, magari un migliore impatto dei registi, Di Bella ha avuto qualche problema. Ma tanti entravano qui per la prima volta, e ad esempio mi godo la crescita di English. Forse è mancato qualcosa in fase offensiva, specie in un terzo quarto dove abbiamo preso qualche tiro fuori equilibrio.

   

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