Profili: JOHN FULTZ


Gionmitraglia

di Gianfranco Civolani - da "I Cavalieri della Vu Nera. I 125 anni della SEF Virtus attraverso i suoi campioni" - Ed. Tempi Stretti, 1996

 

Kociss Mitraglia, owero Gionfulz, owero FuIz e basta così. Arriva in Virtus John Fultz nell'anno 71 e la povera Virtus si è appena salvata allo spasimo e con la scoppola (vedi spareggi). John eccetera era stato l'ottimo straniero di Coppa dell'lgnis Varese. Bene, arriva Fultz e subito si pone come contraltare del mitico Baron Schull della emergente Fortitudo. Fultz è anche Kociss per via della zazzerona e della banda da indiano. Poi sono io che gli appiccico addosso il nomignolo di Gionmitraglia perché lui, Fultz, spaniera alla grandissima e  porta subito la Virtus a vincere il derby, e a fine campionato la Virtus di Kociss Mitraglia risale al quinto posto assoluto perché allo spento Tracuzzi è subentrato il battagliero Nico Messina e più tardi negli anni la Virtus è sempre discretamente assestata (dominano incontrastate Varese e Milano) e con l'awento di Din-Don-Dan (Peterson) Fultz rifulge e in un certo senso prefigura lo scudetto numero sette che poi arriverà qualche anno dopo con Terry Driscoll stranierissimo doc. Com'era l'uomo Gionfulz. Una persona squisitissima, elegante nel porgere e comunque intelligentemente fuori dal coro, una specie di hippy che peraltro mai mancava ai suoi doveri professionali e che si curava come un certosino. Com'era il giocatore. Sapeva fare di tutto, ma aveva un tiro che spaccava da ogni zona del campo, uno stupendo tiro in elevazione o in sospensione, insomma uno dei jump più mortiferi che io abbia mai visto in carriera. E cito numeri: John Fultz il dodicesimo cecchino della Virtus di tutti i tempi e comunque il terzo fra gli stranieri di sempre. E il sesto rimbalzista in assoluto, come dire uno che prima la prendeva e poi la imbucava anche se giocava numero tre o quattro e rigorosamente mai cinque con i due metri o pressappoco che si ritrovava. Poi ho continuato a incontrare John sui campi quando lui allenava i bimbi gli adulti. Gionfulz era un figlio dei fiori che finì di  giocare in Svizzera e in Portogallo, ma si è sposato a Bologna, ha allenato qui e là e ancor oggi Mitraglia smitraglia i panieri quando lui cinquantenne si esibisce con gli Over eccetera e il canestro avversario ancora gli si dischiude voluttuosamente. Non so esattamente cosa stia facendo il mio bel Mitraglia oggidì. Spero che se la passi discretamente e gli auguro sempre ogni bene perché io del giocatore e dell'uomo ho un buonissimo ricordo e insomma per me Gionfulz è sempre stato qualcosa che valeva tanto. E se qualcuno mi chiede dove io collocherei Mitraglia fra chi ha giocato a Bologna e in assoluto, be', non ci penso e dico fra i primi venti, pardon, fra i primi quindici, pardon fra i primissimi che hanno illuminato e infiammato il nostro amatissimo Madison.  

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