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31-01-2008 - da
"virtus.it"
Federico
Lestini in prestito temporaneo alla Pallacanestro Cantù
Virtus
Pallacanestro Bologna comunica di aver raggiunto un
accordo con Pallacanestro Cantù per il prestito
temporaneo di Federico Lestini fino alla fine della
stagione in corso. La società ringrazia Pallacanestro
Cantù per la collaborazione e augura a Lestini un grosso
in bocca al lupo per il prosieguo di questa stagione in
una società seria che potrà arricchire di esperienza la
sua carriera professionale
31-01-2008
- da "La Repubblica"
Messina non fa
sconti alla Virtus
di F. Forni
Finisce come doveva
l´imbarazzante stagione della Virtus in Eurolega: i
fatti gridano, e non si possono confutare con gli spot.
Massacrata senza remore né sconti, come giusto, dal Cska
di Messina, perfetta replica, crudele e reale, solo a
parti invertite, dei tempi che furono. La VidiVici
attuale subisce sempre e solo lezioni di ogni tipo:
l´ultima, da una delle capoclasse, è stata esemplare.
Il compito di Pasquali rimane lo stesso: racimolare
morale e sostanza dopo una frullata del genere continua
ad essere arduo, sperando che il secondo, impegnativo,
faccia a faccia col suo passato, domenica a Treviso, sia
meno cinico ed impervio. Adesso deve archiviare quella
che gli annuari classificano come la peggior Vu nera da
esportazione dell´era moderna: chiusa l´Europa con 2
vittorie e 12 sconfitte, le ultime 8 filate, la
famigerata Virtus del 2003 straccia il paragone: andò
addirittura alla Top 16, con un record di 6-8 nella fase
regolare, poi sceso a 0-6 dopo l´ingresso fra le
migliori. E se oggi Le Mans batterà Milano, Bologna
sarà l´ultima delle 24 d´Eurolega: anche se solo per
differenza punti, sarebbe l´ennesima umiliazione. Il
record alla rovescia non battuto è il -43 preso a
Glyfada tredici anni fa: ma quella era una squadra che si
giocava la bella per la Final Four. E quel muro non è
crollato iersera solo perché dall´altra parte non
c´era la volontà (e il motivo) per tirare mazzate fino
in fondo.Ma forse è stato peggio, perché l´imbarazzo
del "vorrei ma non posso" ha sempre aleggiato.
Nessuno ha mai pensato che potesse andare diversamente,
ma le legnate che sono arrivate subito non hanno avuto
precedenti nella storia della Virtus.
La Virtus è stata immediatamente incenerita da un
sistema ben diverso per soggetti a disposizione e
svolgimento del tema. Il nulla bianconero, davanti e
dietro, contro una delle corazzate meglio organizzate
viste quest´anno. Il talento del Cska è stato subito e
sempre direttamente proporzionale alla sua efficacia.
Giocoforza la VidiVici non ha avuto nemmeno spazio per i
sospiri in attacco (1/10 iniziale, 2/19 successivo)
incassando un 3-20 in 8´30" già letale. Senza
poter reagire, perché non si poteva. Un primo quarto da
5-24 (41 a -10 l´irreale valutazione): da flagellazione,
e tale da togliere ogni ottica possibile. Anche quella di
provare qualche gioco o recuperare qualcuno.
S´è visto giusto Anderson (10 nel secondo quarto, 7/15,
3 assist), con qualche lampo di dignità, l´unico a
poter cercare di giocare a questi livelli. Ma ha fatto
poco più che il solletico alla foresta di mani e gambe
che sbucavano dalle canotte rosse. Di lui almeno ci si è
accorti, perché dagli altri (con McGrath in rottura
ormai eterna al tiro) non è arrivata nessuna scintilla.
I cesti di Spencer (6/12, 5 triple) hanno avuto la
consistenza dello zucchero filato e i guizzi volenterosi
di Canelo erano solo coreografici, visto l´andazzo,
mentre Giovannoni ha accusato una fitta alla schiena e
andrà rivisto. Ma almeno è finita, questa coppa dei
tormenti. Messina è venuto a staccare la spina. Quasi un
sollievo.
Baci ed abbracci
nell´arena semivuota
I pochi applausi del desolato PalaMalaguti sono stati
tutti per Messina, entrato all´inizio del riscaldamento,
accompagnato da Romano Bertocchi. Qualche minuto ad
assistere alla ruota dei suoi, poi l´invocato abbraccio
con un centinaio di tifosi sotto la curva, che hanno
intonato ripetuti cori: un surrogato affettuoso della
cerimonia che doveva esserci e non c´è stata, perché
Sabatini s´era già negato alla serata celebrativa
dell´Uleb (e Messina l´aveva rimarcato con polemica
amarezza). Il palazzo è però rimasto semivuoto fino a
30´ scarsi dal via (Sabatini è arrivato 2´ dopo
l´inizio), poi ha preso calore per le presentazioni,
nella quale Messina ha incassato un´altra ovazione. Con
lui, David Andersen, mentre Smodis era col gruppo, ma
ancora inutilizzabile, e Lele Molin era rimasto in
ospedale a Mosca (problemi in auspicabile via di
soluzione, auguri). Comunque, non più di tremila i
presenti. Ed ecco Ettore, alla fine: «Serata particolare,
accoglienza commovente e imbarazzante: i miei hanno
giocato una partita seria. Ho piacere che la gente abbia
apprezzato. Che farò? Il mio ciclo di tre anni finisce:
aspetto di vedere cosa succede poi, ma sono sereno».
Bocce ancora ferme infine per Diener, che rimane a metà
del guado tra Bologna e Milano. S´andrà forse a lunedì.
30-01-2008 - da "bolognabasket.it"
Eurolega: Virtus-CSKA 68-92
Eurolega: Virtus Bologna - CSKA 68 - 92 -
Tabellini: Spencer 20, Anderson 19, Di Bella 10, Garri 8,
Chiacig 4, McGrath 3, Canelo 2, Crosariol 2, Michelori,
Giovannoni, Lestini, Da Ros ne.
E così, anche l'Eurolega
bianconera è finita. Termina una competizione nata male
(''gita enogastronomica'') e andata anche peggio,
con due sole vittore e tante scoppole prese in qua e in
là, che hanno contribuito a rendere evidenti i problemi
di costruzione e di gestione della squadra. Ora, 30
gennaio, la squadra è profondamente cambiata, l'allenatore
anche e gli obiettivi pure. A questo punto, per forza di
cose, la massima competizione europea era diventata una
palla al piede, e anche fonte di polemiche varie (non
premazione degli ex). A questo punto Renato Pasquali deve
concentrarsi solo sul campionato, cercando prima di tutto
di trovare altri punti salvezza, e poi di ottenere il
miglior piazzamento possibile. Si comincia domenica a
Treviso, ore 12.
Stasera è stata una partita non diversa da altre viste
nell'ultimo periodo. I bianconeri sono partiti malissimo,
hanno poi lottato ''dignitosamente'' ma ampiamente perso.
Se non altro, è stata una partita utile a Pasquali per
''provare la febbre'' ai suoi. Osservati speciali Spencer
e Crosariol. Ventello a babbo morto per il primo - nell'ambito
della telenovela Diener si è vociferato di un
interessamento del Barcelona (!) per lui e in
ripresa il secondo. 8 rimbalzi catturati e finalmente la
faccia giusta. Durerà? Poi, un uomo solo al comando.
Alan Anderson, stasera l'unico a poter reggere il
confronto contro i marziani vicecampioni d'Europa. 19
punti, 3 assist e 8 falli subiti.
4256 il dato ufficiale presenti: alla presentazione,
ovviamente, ovazioni per Ettore Messina e David Andersen.
C'è pure uno spiritoso striscione firmato Coniglio
Bianconero: ''Ettore, stasera vinci solo perchè non c'è
Conroy''
La partita non ha alcuna storia: già dalla palla a due
la Vidivici viene letteralmente stritolata dalla
spaventosa difesa del CSKA. 5 punti segnati nel primo
quarto, e 41 a -10 di valutazione, tanto per capire che
aria tira. Nel secondo quarto c'è un bel duello a suon
di canestri tra Anderson e Andersen. Poi basta,
sostanzialmente. Spazio ai ragazzi (Canelo di qua,
Zabelin, Shved e Kashirov di là), vantaggio russo anche
oltre il trentello, e timeout ''perfezionisti'' chiamati
di qua e di là anche nell'ultimo periodo. Finisce 68-92,
un arrivederci alla Divoscion.
LE PAGELLE
Spencer - Voto 6 (20 pt, 2/4 da 2, 5/10
da 3) Tre falli a metà, con il poco onorevole
merito di essere stato lunico, insieme ad Anderson,
ad aver segnato su azione nel primo tempo bianconero.
Meglio nella ripresa, quando evita limbarcata ai
suoi con un paio di bombe alla sua maniera.
Anderson - Voto 7 (19 pt, 7/13 da
2, 0/2 da 3) Prova a regger da solo una baracca
che, tolti i suoi quattordici, nella prima metà ne
imbuca in totale dieci, poi ci pensano gli arbitri a
toglierlo dalla partita, con un paio di fischi
tuttaltro che limpidi.
Crosariol - Voto 5,5 (2 pt, 1/3
da 2) Un paio di scarpe da fuori rosa immediato
regalano qualche zompo a rimbalzo, senza che lui riesca a
concretizzar granchè.
Giovannoni - Voto 5 (0 pt, 0/2 da
2, 0/2 da 3) Contro Goree, non ci capisce nula,
sprecando falli immediati, e perdendo strada facendo
anche la mira. Nella seconda metà non si rivede più,
peccato.
Chiacig - Voto 4,5 (4 pt, 2/4 da
2) Mai in valutazione positiva, riporta la sua
prestazione vicina a livelli di decenza sul filo di lana,
con due canestri a un passo dalla sirena finale.
Michelori - Voto 5 (0 pt, 0/1 da
3) Un paio di robine a rimbalzo, ma lo smalto
dello scorso anno è ancora lontano. Nulla di nuovo,
nulla di imprevedibile, la condizione atletica non può
esser quella degli altri.
Di Bella - Voto 5 (10 pt, 4/7 da
2, 0/1 da 3) Falcate degne del miglior Jonathan
Edwards uno dei migliori triplisti del mondo,
ritiratosi qualche anno fa che non portano a
canestro e non mettono in ritmo gli altri.
Lestini - Voto 5 Un
assaggino di campo, tanto per dire arrivederci
allEurolega.
Garri - Voto 5,5 (8 pt, 2/4 da 2,
1/1 da 3) Ritorna a brontolare, stavolta contro i
compagni. Brutto segno.
McGrath - Voto 4,5 (3 pt, 0/1 da
2, 0/5 da 3) Si trova a dover inventare tiri dal
palleggio, non il massimo per uno a cui la mira pare aver
detto addio.
Ettore Messina:
E stata una serata particolare, ringrazio
tutti per laccoglienza molto affettuosa, che non mi
aspetto come dovuta, ma che è commovente e anche a volta
imbarazzante. Sono molto contento che i miei giocatori
abbiano giocato una partita seria, giocando una
pallacanestro piacevole che il pubblico ha apprezzato. Mi
sarebbe dispiaciuto vedere i miei venire qui e giocare
sciolti: invece hanno giocato bene, e siamo riusciti a
dare spazio anche ai nostri giocatori, permettendomi di
dare minuti a Holden e Langdon che di solito giocano
tanto. Ovviamente, per la Virtus è difficile giocare
contro di noi, non è un demerito, ma noi abbiamo una
buona squadra. Credo che anche loro nel secondo tempo
abbiano provato le loro cose, e gli auguro di fare bene
dopo la vittoria di Cantù.
Rispetto al passato, posso dire che sia cambiato il paese.
E innegabile che le squadre italiane un tempo
scegliessero per prime i giocatori, e oggi, vengano dopo
le russe, le greche, e probabilmente le spagnole:
probabilmente, è cambiato il paese, non è cambiato solo
lo sport.
Non ho ancora deciso cosa farò dopo il terzo anno. Ora
finiamo la stagione qui, sono tranquillo, so che, senza
esser presuntuoso, se non sarà qui a Mosca, sarà
comunque una buona squadra. Decidiamo insieme, spero di
trovare una situazione seria, lavorando con chi riuscirà
a darmi una mano come è stato a Bologna, a Treviso e
come è a Mosca.
Renato Pasquali:
Non è facile trovare il punto di partenza. Mi
rendo conto che affrontare una squadra di Cska, mentre si
sta passando da un allenatore a un altro non sia facile,
però non siamo questa squadra qui. Quando
lavversario ha una marcia in più, ha più ritmo di
te, è abbastanza umano dargliela un po su. Mi è
dispiaciuto che i miei non abbiano provato a combattere,
ma abbiano prima consegnato le armi e poi cominciato a
combattere. Ci vuole tempo, ci vuole un po di
pazienza per fare le nostre cose, diciamo che ci siamo
conosciuti un po meglio e che ora mi vengono in
mano problemi di lunga durata di questa squadra. Abbiamo
avuto cose divertenti dagli americani, ma gli italiani,
che qui hanno più spazio perché non abbiamo tre
americani, ci devono dare qualcosa in più e non qualcosa
in meno. Giovannoni ha avuto una fitta alla schiena
allintervallo, rientrando negli spogliatoi, e non
è più uscito.
30-01-2008 - da "La
Repubblica"
Il ritorno di Ettore Messina al
PalaMalaguti
di M. Martelli
La cosa più strana (ma
anche no, vista da qui) è che nella settimana in cui al
PalaMalaguti torna il CSKA Mosca di Messina, Andersen,
Crippa e compagnia bella, dopo un´estate passata ad
immaginarsi un Colbacco-Day e giubilei simili, si parli
di tutto tranne che della partita (diretta su Sky stasera
dalle 20.30) e del ritorno degli ex. C´è molta, troppa
carne al fuoco, di questi tempi, in casa Virtus, e anche
ieri pomeriggio a Casalecchio, nell´allenamento di
rifinitura a cui ha partecipato l´intera Virtus, senza
alcun appiedato, gli argomenti di discussione non
spaziavano molto da: 1) come sta questa squadra?; 2) dove
finisce Drake Diener?; 3) quanto sarà benedetta la fine
di questa sofferta Eurolega?
Il punto due, chiaramente, rimane la storia del giorno. A
ieri sera, le parti non erano molto distanti da lunedì,
e proprio questo favorirebbe l´attesa della Virtus.
Milano aveva dato a Capo d´Orlando 24 ore per scegliere
se accettare il buyout di Corbelli (200 mila euro netti)
o trattenere il giocatore. S´è cercato di arrotondare
la trattativa (con il milanese Aradori in cambio di
Gugliotta, oggi in Sicilia), ma difficilmente andrà in
porto, e la stessa Olimpia ha ribadito ieri che non si
muoverà dai suoi 200 mila euro offerti, di molto più
bassi rispetto ai 300 mila che Sabatini è pronto a
mettere sul piatto.
Il punto morto a cui era arrivata ieri sera la
discussione tra il club siculo e quello lombardo, spinge
a pensare che, alla fine, potrebbe essere la Virtus a
spuntarla, e nel contempo cedere Dewarick Spencer al
Barcellona, club tuttora alla ricerca di una guardia
gradita a Dusko Ivanovic (bocciati mille, il virtussino
piace). Milano, perdesse Diener, virerebbe su Dante
Calabria, o almeno così è filtrato, ieri, dopo una
giornata di continui rimpalli, in cui Capo d´Orlando ha
comunque chiuso un altro accordo: quello con Samuel Mejia,
deputato a prendere il posto di Drake.
«Sono questioni di cui si occupa Sabatini», ha detto
ieri Renato Pasquali, che resta come tutti in attesa e
che il suo assenso all´affare Diener l´aveva già dato.
Lo sguardo del nuovo tecnico, stasera, sarà rivolto solo
al parquet. E all´altra panchina, dove siede Ettore
Messina, suo capo allenatore alla Virtus e alla Benetton,
per la prima volta di fronte in una gara ufficiale.
«Avendo lavorato per anni con lui ha commentato
Pasquali -, è difficile non avere assorbito tanto di
ciò che ho visto fare a lui e che con lui ho condiviso.
Non nego che la mia struttura di allenatore sia
abbastanza improntata al lavoro fatto con Ettore. E ne
vado orgoglioso, perché parliamo di uno dei migliori d´Europa,
un allenatore da tenere sempre d´occhio».
La partita poco, anzi niente. «Ma cercheremo di onorarla.
Sarà strana, perché tornano personaggi storici e
l´atmosfera sarà di festa. Non è gara da esperimenti,
ma una partita da giocare, e proveremo a farlo con
intensità, in modo che ci aiuti a crescere dal punto di
vista tecnico e mentale. In allenamento sto vedendo buona
attenzione e discreta applicazione. Un buon gruppo, che
dopo aver visto più gente dietro la panchina che davanti
sta superando un momento difficile».
28-01-2008 - da "La
Repubblica"
Anderson scaccia la paura
di Walter Fuochi
Alla fine, strappato
il cellophan della sua algida eleganza, salta in mezzo ai
tifosi ebbri pure Alan Anderson: lui che, allevato per la
Nba, forse nemmeno sospettava che tra vincere e perdere,
da ste parti, scorre lo spartiacque del dramma. E
invece è proprio AA quello che l´ha vinta, la partita
della paura, dopo sette batoste di fila: 11 i suoi punti
nell´ultimo quarto, suoi i liberi della resistenza, e
suo infine il canestro, impervio ed ispirato, che ha
scritto il 73-69, a 23´´ dal gong, decapitando le
speranze di Cantù.
La Virtus ha così dato a Pasquali i due punti che tutti
chiedevano a lui, il nuovo coach, da squadra malata, non
arresa, però dubbiosa di tutte le sue scelte. Ha subito
dominato, in un primo tempo anche solido, poi sofferto,
infine sprintato: 20 punti in 5´ scarsi, nel volatone,
se li è pur fatti, dopo aver attraversato il Sahara ed
il Gobi. Cantù ha omesso di giocare mezza partita,
devolvendo coi suoi moracci stonati un primo tempo di
fragilità ed orrori. Ha poi visto di fronte diavoli
teneri come agnelli e, di pura inerzia, è rientrata. E
quando Mazzarino, a 5´ tondi, ha infilato la bomba del
primo vantaggio (58-55, patiti anche dei -16), la fine
della Virtus, già in coma costruttivo, e a secco su
azione, nell´ultimo quarto, per 5´20´´, pareva
scolpita. Lì s´è però manifestato San Bonus, coi
generosi liberi dell´ossigeno, lì Anderson ha preso la
clava e riposto il piumino e Best infilato un gol vitale
(67-65 a 1´30´´). Lo sprint ha sorriso alla vecchia Vu
nera, di nuovo con decisivi rimbalzi d´attacco.
Erano stati, quegli zompi, agevolati pure dalle
complicità della banda rivale, in cui tutti facevano i
pali´, il sugo buono del suo primo tempo di
dominip. Pareva già quella la spaccata definitiva e
invece era un inganno. Eppure lì, sotto i cristalli, è
svoltata questa partita gobba, macchiata da percentuali
povere, sporcata da 45 palle perse (23 a 22, nessun
pianga). 47 a 26 i rimbalzi alla fine, 24 offensivi
concessi da Cantù, 15 nel primo tempo dei solchi scavati.
Qui, tirando almeno due volte ad azione, o segnando dopo
rimbalzo 16 punti dei suoi 43 (il conto l´ha fatto
Dalmonte, compaesano che ringrazio), una Virtus che da
fuori non la metteva mai s´è presa tutto, cercando pure
il gioco interno, per poi perderlo nel secondo tempo, sui
raddoppi di Cantù, che l´hanno mandata in asfissia,
perché nessuno faceva più gol. Dieci punti bianconeri
nella siccità del terzo quarto, quando la Tisettanta
animata da Toure è approdata ad un potabile -4. Oltre 5´
senza gol nel quarto, quando la Vu s´è trovata
sorpassata. E poi 20 punti negli ultimi 5´, già detto.
Così è finito in festa il matinèe che avevamo avviato,
nel foyer di Casalecchio, commentando il Diener preso
nella notte da Milano, e non da Bologna, indagando
sull´odierno Cda della stessa Olimpia, cui Sabatini
presterà orecchie attentissime (se entra là, esce qua,
ma può pure passare la patata in mani familiari),
aspettando il ritorno di Michelori, l´esordio di
Pasquali e contando finalmente in bianconero dodici
titolari adulti e vaccinati. Poi, all´apertura delle
gabbie, la Virtus è partita sbranando. I primi tre
attacchi di Cantù sono stati palloni scippati dai
bianchi, il punteggio è lievitato subito a 8-0, poi a 17-5,
con una sola squadra in campo. Quasi ci si disponeva a
una partita serena: rara, da queste parti. Ma così
filava solo il primo tempo: Fitch e Toure davano linfa a
Cantù, non Wood, tenuto a un anonimo 2/5 finale, e anche
soffrendo di cali seri con l´ingresso dei rincalzi la
Virtus volava. +14 al thè, ma nulla di fatto, visto il
prosieguo. Poco è cambiato, per ora. Forse una sola cosa:
alla salvezza mancano 4 vittorie, non più 5.
LE PAGELLE di
Walter Fuochi
Spencer - Voto 4,5
Panchinaro quando smette di infilare i (pochi) tiri,
visto che tutti difendono meglio di lui, guarda il finale
dalla panca. Si cercava Diener, che va a Milano, si
cercherà qualcun altro. In 30', 2/6, 1/4, 4 perse.
Best - Voto 6,5 Prende in
mano i destini di tutti e li pilota in porto, nei 3'
finali in cui, Pasquali dixit, l'ordine è che tenga la
palla e la usi come vuole. La tripla del 67-65 è oro (ma
subito gliela ribalta Fitch), l'entrata dopo è cieca (ma
a rimbalzo lo salva Garri), poi cerca e trova Anderson
per il gol-partita. Sostanza, comunque. E un gran bell'avvio.
In 27', 3/8, 1/2, 4/4.
Anderson - Voto 7
Impalpabile fino a 5' dalla fine, quando gioca
specchiandosi troppo, le pedalate forti , nella volata,
sono sue. In 31', 6/13, 0/3, 7/10.
Giovannoni - Voto 7,5 Non
si puo' levarlo nemmeno se porta il certificato della
mutua (o se, nel finale, vede doppio). Il meglio passa
dalle sue mani. In 32', 7/10, 1/3, 3/3, 12 rimbalzi.
Chiacig - Voto 6 E' il piu'
grosso nel presidio dell'area, peccato salga in fretta
coi falli. In 22', 2/6, 7 rimbalzi, 4 recuperi.
Michelori - Voto 6
Applausi alla ''chiama'', il mobbing ne fa un martire. La
partita, invece, non ancora un protaognista, anche se si
sbatte. In 11', 1/1, 4 rimbalzi.
Di Bella - Voto 5,5
Sbalestrato in attacco, ripaga da stopper. Poi, il furto
di palla a 50'', con contropiede e assist per il 71-68 a
porta vuota di Anderson, è mezza partita. In 18' , 0/2,
0/1.
Garri - Voto 6 Poca mira,
un rimbalzo d' attacco decisivo nel finale (e 2/2 ai
liberi a 1' 07'': 69-68).
McGrath - Voto 5 In 13'
appannatissimi, solo errori: 0/2, 0/1.
Dedica Pasquali: "Scusa Pillastrini
ci sono meriti tuoi"
«Nessuno parli di nuovo
corso Pasquali, questa vittoria è figlia del lavoro del
mio predecessore, di ciò che, per fortuna, oggi ho
potuto utilizzare per vincere. Lo ringrazio, e mi scuso
pubblicamente con Pillastrini se, da qualche intervista,
sono uscite frasi che ho mal proposto. Me ne prendo la
responsabilità e lo ripeto: non volevo mancar di
rispetto a un collega che è anche un amico». La dedica
di Pasquali dopo la prima vittoria chiude la giornata dei
tormenti a lieto fine, dopo che, alla vigilia, parole non
leggere avevano creato attriti fra i due, una telefonata
di scuse, dopo una mediazione dell´agente, quel Virginio
Bernardi che è lo stesso per entrambi. Pasquali ha poi
analizzato il match. «Tutti hanno lottato, ci sarà da
lavorare, ma intanto questa vittoria ci darà fiducia. I
20 rimbalzi in più sono stati decisivi e dico bravi ai
giocatori che sono andati a prenderli. La vittoria è
nata da due giocate da fuoriclasse di Best e Anderson.
Tiri difficili, però, e vorrei arrivare a giocarci le
partite con tiri preparati in allenamento». Sul n.e. di
Crosariol, non ci sono, secondo il coach, verità velate:
ossia, non è in partenza. «Una rotazione di cinque
lunghi li avrebbe forse accontentati tutti, ma non era
quel che serviva alla squadra. Andrea non era andato bene
a Lubiana, Chiacig qui m´è piaciuto e Michelori era il
più adatto per dinamismo contro Toure». Spencer seduto
alla fine, infine. «Di Bella ci metteva cuore e difesa,
lui aveva perso fiducia. Poi, negli ultimi 3´, mi sono
messo in mano a Best. Fa tu, gli ho detto. E´ andata».
27-01-2008 - da "bolognabasket.it"
Campionato: Virtus-Cantù 75-69
Campionato: Virtus Bologna - Cantù 75-69 - Tabellini:
Giovannoni 20, Anderson 19, Best 13, Spencer 9, Chiacig 7,
Garri 4, Michelori 2, McGrath 1, Di Bella, Lestini,
Crosariol ne, Blizzard ne.
La Virtus ha vinto,
evviva la Virtus. Detto questo però, bisogna prendere
atto che anche dopo il cambio di allenatore restano
alcuni problemi da risolvere. Capitolo lunghi: è
rientrato Michelori con tutta la sua grinta ed è senz'altro
una notizia molto positiva, per motivi tecnici e umani.
Se però Crosariol oggi NE - sarà giubilato anche
da Pasquali (che per ora prende giustamente tempo) un
lungo occorre come il pane. Per quanto riguarda gli
esterni, invece, continua a preoccupare Spencer (non a
caso è stato cercato Diener, che però andrà Milano) e
capitan Di Bella, che oggi a parte l'ultimo
importantissimo recupero è stato deleterio. Vediamo
quando sarà pronto Blizzard, che intanto oggi è tornato
a referto dopo una vita.
Insomma, per Pasquali ci sarà da lavorare tantissimo, a
partire dalla inutile sfida di mercoledì col CSKA,
continuando poi con due trasferte di cui almeno una
sarebbe da vincere per rompere un digiuno che dura
proprio dalla partita di andata a Cantù, datata ottobre.
Detto questo, la Virtus ha vinto all'ultimo tiro una
partita che poteva anche stravincere, visto il primo
tempo: dominio a rimbalzo e tutto facile. Ma in questo
periodo ai bianconeri sono ben poche le cose che riescono
facili. E così nel secondo tempo Cantù è cresciuta e
si è arrivati a giocarsela all'ultimo tiro. Questa volta
è andata bene. Note di merito? Varie, soprattutto Best e
Anderson, decisivi nel finale, e poi Giovannoni,
semplicemente imperiale: 20 punti, 12 rimbalzi e 6 falli
subiti.
Cronaca: la Virtus parte fortissimo, e per una volta gira
tutto bene. Best gestisce, Spencer difende duro (!) su
Fitch e con Giovannoni segna senza problemi. Morale, 17-5.
Cantù reagisce e ricuce qualcosa, soprattutto con Toure.
Alla fine del primo quarto il punteggio è 19-13.
La Tisettanta prova a rifarsi sotto, ma uno sciocco
tecnico preso da Valenti complica le cose. Best e
Giovannoni, imperiosi, riportano La Fortezza a distanza
di sicurezza, con il solo Fitch a provare a limitare i
danni. Da solo è un po' poco, e così al riposo si va
sul 43-29, con anche positivi minuti di Michelori. 25 a 7
l'impressionante dato rimbalzi.
Dopo la pausa Cantù gioca meglio, complice anche un
quintetto ''sperimentale'' bianconero con Michelori da
numero 5 che concede di tutto ai lunghi brianzoli. E
così, soprattutto grazie a Toure, la Tisettanta si
riaffaccia a -4 (51-47) recriminando anche su molti
liberi sbagliati. Un canestro di Giovannoni e un tap-in
sulla sirena di Cukinas non cambiano il distacco: 53-49
al 30°.
C'è aria da psicodramma, e la Virtus non fa niente per
scacciare i guai, anzi. Un 7-0 canturino porta gli ospiti
al primo vantaggio (55-58, tripla di Mazzarino). Si va in
equilibrio fino alla fine. Best spara la tripla del +2 a
1'27, ma Fitch risponde immediatamente. Best penetra, la
perde ma Garri prende fallo e non perdona. Poi c'è l'azione
decisiva: Pasquali chiama la zona, e Di Bella ruba e vola
in contropiede per due facili di Anderson a 50''. Wood
mette un solo libero, ed è ancora Alan Anderson a
mettere il canestro della staffa. Finisce 75-69, e ogni
tifoso bianconero può tirare un bel sospiro di sollievo.
LE PAGELLE
Spencer - Voto 5 (9 pt, 2/6 da 2,
1/4 da 3) Sei punti in un amen, quando Fitch gli
permette di fare quel che gli pare nella metà campo
offensiva, poi il nulla, una volta che Dalmonte gli
appiccica addosso Mazzarino. Così, non può bastare.
Best - Voto 7 (13 pt, 3/8 da 2, 1/2
da 3) Dura sei minuti, i primi, quando è
lassoluto protagonista del break che porta i
bianconeri sul 17-5, prima di accendere la spia della
riserva, e perdere il filo del discorso in attacco per
buona parte della partita. Si rivede nel finale, con la
bomba che accende il pubblico a due minuti dalla fine, e
scuote una squadra fin lì parecchio timorosa.
Anderson - Voto 8 (19 pt, 6/13 da
2, 0/3 da 3) Prima in difesa su Brown, poi in
attacco, quando i suoi non mettono più nulla, riesce ad
essere un fattore a dispetto di uno stato fisico
visibilmente appannato. Undici nel periodo finale,
compresi i canestri che la chiudono. Mvp.
Giovannoni - Voto 8 (20 pt, 7/10
da 2, 1/3 da 3) Sembra tornato quello di un anno
fa, protagonista ogni volta in cui la palla pesava e
cera da sistemare un errorino altrui. Un fattore a
rimbalzo, un fattore in difesa, doppia doppia (18+11)
già alla terza sirena: inutile aggiungere altro.
Chiacig - Voto 7 (7 pt, 2/6 da 2)
Un fattore, al di là delle cifre, in entrambe le
aree colorate, dominando senza problemi sia Cukinas che
Francis. Peccato per qualche problemino di falli
incontrato strada facendo, che lo toglie dalla partita.
Michelori - Voto 6 (2 pt, 1/1 da
2) Qualche chilo di troppo ancora cè, ma la
voglia di lottare non manca mai, e qui, serve come il
pane. Al di là delle vicende contrattuali, fa piacere
rivederlo in campo anche in campionato.
Di Bella - Voto 5,5 (0 pt, 0/2 da
2, 0/1 da 3) Corre a vuoto, e spreca palloni in
serie, pur portando un utile mattoncino a rimbalzo.
Partita storta, riabilitata con il recupero e
lassist che valgono la partita a cinquanta secondi
dal termine.
Lestini - Voto ng
Quarantatre secondi per chiudere il primo tempo.
Garri - Voto 6 (4 pt, 1/4 da 2, 0/1
da 3) Bravo a subire sfondamenti in serie, meno
quando è ora di scaricare dal post basso, per far girare
lattacco bianconero. Bene nel finale, imbucando due
liberi chiave a un minuto dalla fine.
McGrath - Voto 5,5 (1 pt, 0/2 da
2, 0/1 da 3) Se non entra il tiro, resta poca roba.
Le parole di Renato
Pasquali: ''La partita di stasera è anche figlia del
lavoro del mio predecessore. Ho fatto solo tre
allenamenti e non pretendo che si parli già di corso
Pasquali. Come piano partita avevamo pensato di lasciare
un po' più spazio a Toure, che però ci ha punito più
di quanto pensavamo. Abbiamo modificato allora il piano
partita in corso d'opera, e forse questo non siamo stati
bravi a farlo. Però tutti hanno lottato, ho visto gente
che si buttava a terra su ogni pallone, per cui la
mentalità va bene. Non parlo di singoli, dico solo che
ho parlato alla squadra dicendo che abbiamo costruito la
vittoria su due invenzioni, su due tiri difficili di Best
e Anderson, che sono fuoriclasse. Io credo nel collettivo
e nelle cose provate in allenamento, e credo che
arriveremo anche a migliorare come squadra.
Crosariol? Non l'ho bocciato. L'ho provato a Lubiana, non
l'ho visto ancora molto pronto. Ghiaccio oggi ha risposto
presente, e come cambio ho preferito Michelori in quanto
più dinamico. E' difficile far entrare 5 lunghi in
rotazione in una singola partita.
Anderson? Ha bisogno di recuperare condizione fisica, la
squadra ha assolutamente bisogno del suo talento,
soprattutto nel passaggio.
Ultima cosa, mi scuso col mio predecessore su quanto
scritto sui giornali questa settimana. Mi assumo comunque
la responsabilità di frasi da me mal dette e forse sulla
stampa mal interpretate. Stefano è un amico e credo
assolutamente che qui abbia fatto un buon lavoro.''
27-01-2008 - da "La
Repubblica"
Più che Cantù, Pasquali sfida madre
paura
di Walter Fuochi
Drasticamente
disabituata a vincere, 10 sole volte su 33, 6 nelle
ultime 27, zero nelle ultime 6, e mai in questo 2008, se
l´ultimo hurrah risale al 27 dicembre, ospite Scafati,
la Virtus povera in attacco e sdentata in difesa entra
nella sua arena morsicata alle terga da una nemica in
più. Si chiama paura, sarà oggi la madre di tutti gli
umori e potrà farla sanguinare anche più della bella
Cantù tarata da Luca Dalmonte, uno dei tanti cervelli
devoluti alla comunità da Basket City (quand´era tale).
Della paura di perdere ha... paura anche Pasquali, che
l´ha detto chiaro come, alle batoste, ci si abitui:
così, per respingere il torpore di eutanasie annunciate,
questo mezzogiorno di basket diventa ovviamente di svolta,
perché deve spezzare una china e convincere tutti che ci
sarà altra strada da percorrere. Vale per la squadra e
vale pure per la sua gente, caldamente chiamata a
sostenere, benchè tanto si continui a combinare per
dividere, come nell´ultimo penoso pasticcio diplomatico
con l´Uleb e i virtussini di Russia, risolto con
rattoppi peggiori degli strappi.
Così, più che alla vista angosciosa spalancata sulla
Legadue dal quintultimo posto, si dovrebbe badare oggi
all´esordio del vecchio ragazzo che torna nella casa
bianconera quasi vent´anni dopo la sua prima vita da
vice-Messina. E merita una pacca sulla spalla, perché
l´impresa di salvare questa barca sfasciata sarà dura:
in platea, malgrado tutto ancora fitta, si conta in 5
vittorie, sulle 14 partite che mancano, il bottino
necessario per scamparla. Fate voi, se volete, i compiti
a casa, tra le 7 partite interne (Cantù, Pesaro, derby,
Montegranaro, Milano, Varese, Roma) e le 7 esterne (Treviso,
Napoli, Siena, Udine, Rieti, Teramo, Scafati). Al
Palamalaguti i compiti proveranno a farli i giganti,
flaccidi e smarriti, fasciati da questa maglia, guidati
da un tecnico novello e all´ombra d´un proprietario che
insiste a dichiararsi al capolinea e raccontano pensi a
Milano, dove passa molte giornate e ha rivisto Corbelli
dopo le prime avances sulle nevi cortinesi. Se non altro,
casa Olimpia dissiperà domani in un vertice dirigenziale
molte nebbie sul futuro del club, facendo l´appello di
chi ne sarà a bordo. Non rimane che attendere, e così
converrà fare anche in città, finchè eventuali
acquirenti della Vu nera non avranno nomi e volti.
Oggi comanda il campo e farà piacere rivederci anche
Michelori, uno che, là dentro, occulta i suoi limiti
lottando, ed uno che, a questa squadra mollusca, sarebbe
pure servito prima, se cocciute cecità non l´avessero
ostracizzato. Sperando ci venga risparmiato il ping pong
su chi non lo voleva, tra Pillastrini e Sabatini, e
sapendo comunque che nelle scelte societarie
l´aziendalismo del tecnico sposava il dirigismo del
patron, il quadro è abbastanza nitido e resterebbe solo
da chiosare che di contratti in scadenza è pieno lo
sport; di club che, laicamente, impiegano i propri
dipendenti, finchè lo sono; di questi che rispettano chi
li paga, e se stessi, fino all´esaurirsi del rapporto.
Con Michelori (e Anderson, e Best, assenti a Lubiana, e
poi Blizzard, e Bulleri), la Virtus riunirà almeno una
squadra di adulti. Abbastanza per non morir di paura. O
no?
27-01-2008 - da "Il
Resto del Carlino"
Reintegrato Michelori: «Il club ha
fatto la scelta migliore: tocca a me dimostrarlo»
di S. Capitani
Unimmensa voglia
di giocare si legge negli occhi di Andrea Michelori. Oggi
è il suo giorno, latteso debutto in campionato
dopo il part time europeo.
Per avere quel qualcosa in più a rimbalzo, coach
Pasquali si affida al suo reintegro.
«Aspetto questo momento dal giorno dellinfortunio,
ho lavorato tantissimo per tornare in campo e penso di
aver fatto sempre il massimo. Avevo trovato un po
di felicità già due mesi fa, rientrando in squadra e
tornando a essere un giocatore, adesso voglio raccogliere
i frutti del mio impegno».
Il pivot dribbla le domande sul contratto.
«Ho sempre pensato a fare più che a dire: ora
come ora ci sono già abbastanza difficoltà. Penso solo
a giocare».
Miche vuole ripagare linput del coach.
«Lui mi ha comunicato che giocherò, dimostrando una
fiducia nei miei confronti che per me ha grande valore, e
ho letto un in bocca al lupo nel sorriso di
Sabatini».
Dimostrare che puntare su di lui è la scelta
giusta, e non quella della disperazione: la Virtus ha
fatto lacquisto in casa. La parola passa al campo.
«Se tutto avesse funzionato bene non mi troverei qua,
tocca a me dimostrare che la società fatto la scelta
migliore e sono pronto a dare il cento per cento. Sono
grato a me stesso di non aver mai mollato e di aver
sempre creduto nella possibilità di tornare in squadra:
fare allenamento e non poter giocare era una situazione
difficile».
Rispetto alla passata stagione manca esperienza.
«Sia a livello umano sia in quanto a conoscenza di vero
basket. I miei compagni conoscevano la pallacanestro,
cera maturità, intelligenza, voglia di lavorare e
riuscivamo ad affrontare anche le situazioni difficili.
Adesso cè un buon gruppo, con molto talento, a cui
però dobbiamo aggiungere un po di quella
esperienza».
27-01-2008 - da "Il
Resto del Carlino"
Ciclone Blizzard: «Virtus da
playoff»
di S. Capitani
La Virtus dei
rientranti di Renato Pasquali debutta oggi in campionato
(palla a due alle 12, diretta Sky) contro Cantù. Dopo
Anderson e Spencer, si rivedrà per la prima volta Brett
Blizzard; con lui Andrea Michelori, per aggiungere
consistenza a rimbalzo. A Chiacig, Crosariol, Di Bella e
Giovannoni si aggiungono così altri due reduci della
passata stagione: per ritrovare lanima perduta, si
torna allantico. Tempo per esperimenti non ce
nè: se a Pillastrini è stato fatale aver perso
tre sfide dirette in chiave playoff, la Tisettanta è,
col suo ottavo posto e quattro punti in più, uno snodo
importantissimo nel cammino dei bianconeri. Quattro
vittorie consecutive sono il biglietto da visita dei
canturini, la V nera dovrà cercare dal cambio di guida
tecnica e da un organico ormai al completo
linversione di tendenza.
Archiviata in fretta la fatica di Eurolega a Lubiana, il
computo delle sconfitte è intanto salito a otto.
Lentusiasmo di Blizzard è contagioso, parole da
uomo Virtus, spirito vincente e convincente. Oggi ci
sarà spazio per lui, qualche minuto per riassaggiare il
campo, ma per ritrovare la forma occorreranno due
settimane.
Uscito dal tunnel dellinfortunio, il
giocatore vuole trascinare la Virtus ai playoff.
«Questo periodo lontano dal campo è stato molto
frustrante. Non gioco da sette mesi, in questi giorni ho
fatto buoni allenamenti, la caviglia sta migliorando,
come ci aspettavamo, e presto sarà a posto. Dovrò
riprendere il ritmo e lagonismo, in due settimane
conto di essere al top».
Dallinterno dello spogliatoio, Blizzard ha
visto i mutamenti della squadra e sa bene che
lultima Virtus in cui ha giocato è molto lontana.
Però di salvezza non si parla nemmeno.
«Io penso positivo, non temo di andare giù ma credo
fermamente nei playoff. E giusto pensare in grande,
se giochi con la paura di perdere è più difficile
vincere: ci occorre una mentalità vincente».
Basterebbe ritrovare quella dellanno scorso:
gli uomini sono cambiati, però è lintesa di
squadra che manca.
«La passata stagione scendevamo in campo per vincere
ogni partita: eravamo la Virtus e avevamo
lattitudine del killer. Non è cambiato molto a
livello di talento, ne abbiamo molto anche adesso.
Lavoravamo assieme, ci intendevamo a memoria: insomma,
sapevamo ognuno cosa faceva e dove trovare il compagno,
anche senza guardare».
Sul ritorno al passato
«Penso che noi possiamo aiutare ma che non
cambia tutto in un giorno, la chiave è crescere senza
abbattersi: procedere giorno dopo giorno. Dimenticare
quel che è passato e andare avanti».
Il «lasciateci perdere» di inizio stagione è
roba passata.
«Ogni giocatore ha capito che assieme possiamo cambiare
la squadra che è la cosa più importante, abbiamo tutto
il necessario per migliorare: tutte le sfide saranno
toste ma dovremmo leggere bene le opportunità che ci
concederanno gli avversari. Possiamo fare di più, i
playoff sono un obiettivo perseguibile: amiamo il basket,
vogliamo vincere».
26-01-2008 - da "La
Repubblica"
Pasquali: "Virtus, non siamo così
tristi"
di M. Martelli
«Alcuni giocatori non
possono essere questi, sfiduciati e abbattuti. Davvero,
non possono. La peggior cosa possibile è che tutte le
sconfitte abbiano portato questa malattia. Ma non sono
uno psicanalista, né un mago. Certo che adesso, dopo una
partita in balia di questo sistema, capisco perché la
Virtus m´ha chiesto la salvezza...». Il freddo sloveno
è ancora polare, un paio di gradi sottozero, quando la
Virtus risale sul bus e da Lubiana rientra a casa. Renato
Pasquali ci ha messo una ventina di minuti, tra
conferenza ufficiale e chiacchiere del post-partita, a
cercarle un verso: a giudicare dagli occhi, interrogativi
e pessimisti, e dalle parole distaccate, glaciali, da
osservatore esterno più che da tecnico, non deve averlo
trovato. Così, il suo è un ritorno denso di dubbi.
Dalla costruzione del team al sistema all´assortimento
dei giocatori: nella testa di Pasquali rimbalza tutto a
velocità troppo elevata per esser frenata, anche
sfidando le regole non scritte che, tra colleghi
allenatori, dovrebbero sussistere. Di solito, si pensa e
non si dice.
«Rispetto i dettami del mio predecessore - attacca lui -,
ma non riesco a guidare una squadra con questo tipo di
gioco. Pillastrini avrà avuto le sue ragioni, come i 4
americani che non si passavano la palla, ma per il
momento non le vedo. E poi gli americani neppure ci sono
più. Ci vuole tempo perché io possa portare un sistema,
e non restare in balia dei giocatori». Il lavoro di
Pilla ne esce molto ammaccato, e pure la squadra. Prima i
lunghi: «Nell´intero primo tempo hanno preso due
rimbalzi. Dico 2. E la differenza tra prenderli o non
prenderli è solamente andarci. Abbiamo anche provato
tanto il post-basso, ma per far collassare la difesa e
riaprire: Chiacig e Crosariol, invece, andavano sempre
uno contro uno. E chissà se adesso la palla gliela
daranno più
». Gli esterni, ora («Spencer ha
fatto un paio di passaggi: mi dicono sia una novità»,
«Di Bella corre, ma per se stesso»). Quindi Michelori:
«Spesso fuori posizione, e con la condizione tipica di
chi non gioca la partita. O s´allena senza sapere di
giocare, quindi con scarsa attenzione». Eppure, domani
finalmente riapparirà pure in campionato. Ce n´è
troppo bisogno: e così la lunga querelle di
un´esclusione che sfiorava il mobbing s´avvia
all´epilogo.
Il pacchetto lunghi ha morfologia e atletismo simili («Appunto»,
dice Pasquali), gli esterni sono poveri («Siamo senza
talento per battere l´uomo»), la circolazione
congestionata («per 20 secondi non facciamo nulla»):
gli esperimenti da fare sono pochi. Il primo è sulla
fiducia, «cercando una nuova verginità, perché
l´unica cosa che mi interessa è veder sorridere,
lottare, combattere: tutti sono migliori di quello che
han mostrato». E visto pure di peggio di quel che
pensava, la preoccupazione s´avverte, e forse pure il
vuoto circostante, anche se ieri si sono infittiti i
colloqui con la proprietà sul mercato. Su Diener,
Sabatini è andato deciso, cercando di sorpassare Milano
(che poi girerebbe Conroy alla sua terza squadra: Napoli).
Capo d´Orlando verrà soddisfatta (sia da Bologna che da
Milano), l´offerta al giocatore è più alta da qui,
dove si confida di far cassa dando Spencer al Barcellona.
Resta invece, per Pasquali, il lavoro grosso da fare in
palestra e alla lavagna, al video e in panchina. O sul
lettino: «Se a una squadra entra dentro la sconfitta, si
spaventa e non si risolleva più. Bisogna fare in tempo
prima che accada a noi. Anche perché il calendario è
difficile: le più dure in casa, le agguerrite fuori». E
Cantù domenica, dopo il viaggio in Slovenia. «Almeno
qui ho conosciuto i miei giocatori, e pensato già cosa
fare in questi due allenamenti». Pausa. «Sperando che
basti, almeno domenica». L´ultima: operato ieri il
giovane Stojkov, al ginocchio, dal dottor Lelli. Non si
può che fargli gli auguri. E mica solo a lui.
26-01-2008 - da "Il
Resto del Carlino"
Virtus, è lora di Michelori e
Blizzard
di G. Cristofori
I primi colpi di
mercato la Virtus li fa in casa, ma sono comunque
rinforzi importanti, anche se restano validi i dieci
giorni che Claudio Sabatini e il neo allenatore Renato
Pasquali si sono presi per verificare lorganico
della squadra. Domani a mezzogiorno, nella sfida con
Cantù che Sky trasmetterà in diretta, farà infatti il
suo esordio stagionale in campionato Andrea Michelori e
rientrerà nei dodici, pur con mille precauzioni, anche
Brett Blizzard.
Mentre per Blizzard, fermo da fine estate, si è trattata
di una semplice convalescenza, per Michelori si è
trattato anche di un problema tecnico-burocratico in
quanto la sua presenza anche nei referti della Lega
italiana avrebbe fatto rientrare automaticamente
Michelori nel totale dei tesserati che, si sa, è di 18
per società. A convincere la società bianconera a
compiere questo passo è stata probabilmente la facilità
con cui, soprattutto negli ultimi tempi, gli avversari
hanno banchettato nellarea dove, per esempio,
domenica scorsa, lAir Avellino ha raccolto qualcosa
come 46 rimbalzi.
Michelori, a cui lEurolega è servita soprattutto
per riprendere confidenza con le partite dopo
linfortunio subito a Milano durante i playoff
dellanno scorso, dovrebbe non solo dare più
consistenza al pacchetto di lunghi bianconeri, ma offrire
anche una valida alternativa sia ai due centri puri (lo
stanchissimo Chiacig di questi ultimi impegni e lo
svagato Crosariol che faceva infuriare anche Pillastrini),
sia ai numeri quattro (anche Giovannoni ha bisogno di un
attimo di tregua e Garri non riesce ad infilare due
partite positive).
La Virtus, rientrata da Lubiana giovedì notte, dopo la
partita con lOlimpia, ieri si è ritrovata subito
in palestra perchè loperazione rilancio passa
attraverso un vero e proprio tour de force fino a quando,
mercoledì prossimo, lEurolega sarà ufficialmente
archiviata con la sfida al Cska di Ettore Messina.
Pasquali non ha però ritrovato soltanto i reduci dalla
Slovenia più Blizzard, che da giorni ormai si allenava
con il gruppo, ma anche Travis Best e Alan Anderson.
Domani ci saranno anche loro pur non al massimo della
condizione. Lex playmaker di Indiana si porta
infatti indietro qualche acciacco e lex Bobcats non
ha ancora perfettamente recuperato dal malanno alla
schiena che lha tenuto fermo parecchie settimane.
I due americani, dovrebbero, anche se non al meglio, dare
un tocco di fluidità a un gioco offensivo spesso
macchinoso e che è stato, dopo una breve parentesi al
momento dellinserimento di Best al posto di Conroy,
uno dei motivi della scarsa confidenza mostrata con i
canestri avversari (giovedì a Lubiana, per esempio,
soltanto 60 punti segnati con percentuali bassissime).
Poi forse anche Blizzard, uomo di grandi equilibri
tattici, potrebbe dare, anche solo per qualche minuto, il
proprio contributo.
Unico assente, dunque, in attesa dellesordio di
Bulleri, domani sarà Stevan Stojkov operato ieri al
ginocchio dal dottor Lelli.
Recuperati lentamente quasi tutti gli effettivi, non
resta adesso che vincere. Cantù non è lavversario
più morbido e viene da quattro successi consecutivi, ma
già allandata, nel bel mezzo della querelle legata
ai tre americani della Virtus che avevano passato la sera
in discoteca, Cantù riuscì, pur da capolista imbattuta,
a scaldare il cuore bianconero. Non è tanto, ma in certi
momenti, ci si aggrappa un po a tutto.
25-01-2008 - da "La
Repubblica"
Messina: "Che amarezza se a
Casalecchio non si festeggia"
Unico club
dell´Eurolega ad aver declinato l´invito dell´Uleb per
l´allestimento della serata revival con la premiazione
dei grandi del passato (c´è da organizzare la
Coppitalia, la motivazione addotta da Sabatini), la
Virtus ha scelto di non festeggiare, la sera in cui
arriverà il Cska, mercoledì 30, i propri ex Messina,
Smodis ed Andersen, oggi in Russia e ieri protagonisti a
Bologna di un Grande Slam. Irritati e silenziosi a
Barcellona, da Mosca ha affilato la polemica Messina.
«Sono amareggiato, ma sono pure sorpreso da chi, avendo
dichiarato di considerare l´Eurolega un tour
enogastronomico, si dimentichi ora di chi erano i
commensali qualche anno fa. Pazienza, anche se credo che
cinque minuti di festa non fossero dovuti tanto a noi,
quanto alla storia e alla tradizione di una grande
società e al rispetto per un pubblico che a quei trofei,
e a tanti altri, negli anni ha sempre generosamente
contribuito».
25-01-2008 - da "La
Repubblica"
Pasquali, la prima Virtus non va
di M. Martelli
Va bene l´inutilità
della partita, va bene l´assenza di due americani su tre,
e va bene pure il freddo gelido che ti entra dentro nella
vecchia Hala Tivoli, ma una reazione così fioca, da una
squadra che ha appena cambiato allenatore, s´era vista
davvero poche volte. Le facce, ed è quel che conta oggi,
non sembrano cambiate di una virgola, e ne servono altre,
diametralmente opposte, se domenica con Cantù non si
vuole precipitare.
Così, scuote spesso la testa Renato Pasquali, che al 12´
ha già finito la rotazione (Canelo e Michelori ad
entrare per ultimi), e più volte s´è girato,
guardandosi alle spalle, senza trovare l´uomo giusto per
un ennesimo cambio. La prima è andata male, o comunque
peggio di quel ch´era lecito attendersi. Persa la
settima trasferta su sette di coppa, la pochezza del
primo tempo (32 punti, con 6 negli ultimi 40´´) è
stata perfino perdonata dall´Olimpija, un plotone di
vecchi leoni (Hukic, Milic), che mischiati a virgulti di
giovani speranze, da Goran Dragic all´"ex"
Begic, con gli americani ridotti a semplici comparse,
restano una banda di livello medio, ma a tratti piacevole
e pericolosa, soprattutto da queste parti. E soprattutto
se, di là, sembrano birilli.
Senza alcuna claque societaria al seguito, il nuovo
tecnico, tiratissimo in volto, ha provato di tutto, già
dall´inizio. Partito con Crosariol, il tentativo di
rianimare il centro è durato 5´10´´, tempo in cui ha
toccato più palloni che in un campionato intero, ma
sbattendo contro le chele di Begic. Uno stoppone
tramortente l´ha spedito in panchina, nonostante una
degna posizione difensiva, e s´è rivisto solo a inizio
ripresa: al primo pallone, s´è stampato di nuovo contro
il perticone, poi ha commesso passi, infine Begic l´ha
infilato con una morbida piroetta. In campo ha dato solo
11´, sorpassato poi dalla solida prova di Michelori, su
cui il dibattito è ancora aperto, verso un auspicabile
reintegro: intanto, ha sfruttato al meglio i suoi 20´,
con 6 rimbalzi.
Pasquali ha voluto esplorare l´area, disegnando giochi
per portare in post-basso sia i lunghi che i piccoli (visti
Spencer e Lestini), nel tentativo di giocare su mis-match
o tagli e backdoor. Tentativo naufragato presto, con la
porta chiusa da Begic (4 punti, 7 rimbalzi e 3 stoppate
nei primi 11´) e giochi rotti diventati ingestibili. Il
primo cesto 5-contro-5 arrivava dopo 5´ (tripla di
Spencer, dal palleggio), mentre Lubiana, di là, quando
non buttava il pallone (7 perse in 7´), trovava un´area
irrealmente tenera, massacrata di "prilli" da
Dragic e dominata a rimbalzo da Milic. Dopo 10´, sotto
19-13, numeri già significativi: 4/15 al tiro, 70% da
due concesso (65% alla fine, contro il 32% di un povero
attacco anemico), 23-2 la valutazione.
Lubiana ha macinato benone anche in seguito, e pure dopo
l´uscita di Begic (6 punti, 9 rimbalzi e 4 stoppate alla
fine), quando Hukic passava sopra a Giovannoni e il
dominio a rimbalzo s´allargava fino al 17-8 di metà (35-25
al 40´). Pasquali aveva chiesto presenza, ma l´attitudine
al tagliafuori non s´inventa in un giorno. E nemmeno una
squadra. Rientrata nella notte, la Virtus torna in
palestra oggi, si guarderà dentro e parlerà forse di
mercato. Che in uscita, per ora, è congelato. Ha giocato
Crosariol, è andato bene Michelori, malissimo Garri, ma
si guardano gli esterni. La Virtus vuole inserirsi,
contro Milano e Siena, nella corsa a Drake Diener, che
può lasciare Capo d´Orlando. Non è detto che non la
spunti.
24-01-2008
Eurolega: Lubiana-Virtus 75-60
Eurolega: Lubana - Virtus Bologna 75-60 - Tabellini:
Spencer 14, McGrath 8, Giovannoni 8, Lestini 8, Michelori
7, Chiacig 5, Garri 5, Di Bella 4, Crosariol 1, Canelo,
Da Ros ne.
24-01-2008 - da "La
Repubblica"
Virtus, la prima di Pasquali a Lubiana
di M. Martelli
L´ultima partita
europea da lui disputata, Renato Pasquali la visse male:
con grande amarezza, scuro in volto, attribuendosi alla
fine la colpa della sconfitta. Davanti a cinquemila
tifosi, in casa, perse la semifinale di Eurocup, la coppa
della Fiba che Kiev avrebbe voluto intascarsi. Travolto
dal troneggiante finale di Rudy Fernandez, quel match
fece passare Badalona, che poi vinse il titolo. Fu quello
il saluto di Pasquali, che stasera (20.45, diretta Sky)
sale a Lubiana: per la prima volta in Eurolega, per la
prima volta con la Virtus.
Il suo è un debutto assoluto, e se il coach veneto conta
un bilancio diametralmente opposto fra Italia ed Ucraina,
18-25 qui (tra Forlì e Reggio Emilia), 117-29 a Kiev,
sarà, quella di oggi contro l´Olimpija, la sua partita
numero 190 da capo allenatore professionista. O forse la
prima, se davvero sta iniziando una nuova vita.
Di tanti numeri, però, la Virtus se ne fa poco. Se
l´obiettivo è la salvezza in campionato, la tabella di
marcia dice che 5 vittorie, sulle 14 giornate che restano,
bastano per non sudare: e vista così, non sembrerebbe
imponderabile. Pasquali, però, ha da mettere le mani su
un gruppo scollegato, ultimamente anche acciaccato, e la
curiosità, stasera, nell´ormai inutile coppa, sarà
vedere chi, dalla rotazione, guadagnerà e sfrutterà
meglio lo spazio. L´ex vice di Messina e D´Antoni, che
ha mantenuto lo stesso duo di assistenti scelto da
Pillastrini (Cavicchi e Ferrari), dice che partiranno
tutti allo stesso piano, ma è chiaro che, con poco tempo
a disposizione, e l´infiammabile Cantù alle porte, una
gerarchia di massima va trovata anche su carta. Per
questo, le condizioni fisiche in miglioramento aiuteranno
il nuovo tecnico: avrebbero aiutato anche Pillastrini, ma
la pagina, per la società, andava evidentemente girata.
Dopo una settimana di rodaggio, soprattutto in palestra,
Pasquali traccerà i primi consuntivi, e il mercato, ora
bloccato, potrà ripartire, in attesa di sapere se
Michelori rientrerà. Chiesta presenza ai lunghi, Andrea
Crosariol, finito ai margini dei minutaggi bianconeri,
sballottato dal quintetto di Biella al "non entrato"
contro Avellino, è il primo uomo che Pasquali osserverà
da vicino. Lubiana, da opporgli, non ha moltissimo, e
può così diventare lo sparring-partner ideale per molti.
Squadra imperniata sugli esterni (il 22 enne Dragic su
tutti), con un´ala forte tiratrice temibile come Hukic e
un encomiabile lottatore come Zupan, è lontana dai fasti
che, due mesi fa, le consentivano di piegare Olympiacos e
Cska nel giro di una settimana. Non c´è più il coach
Memi Becirovic (dimessosi per problemi con la dirigenza),
ma riappare, rispetto alla gara d´andata, quel Mirza
Begic che la Virtus, nel 2004, liberò con 50 mila euro
proprio dall´Olimpija e poi firmò con un quinquennale a
salire (da 40 a 200 mila euro). I problemi fisici del
ragazzo, che nel 2005 stupiva gli scout agli Europei
Under 20, inasprirono la vicenda, da lui impugnata con
ingiunzione di pagamento dei primi mesi della stagione
2005-2006 e risolta, con accordo tra le parti, un anno fa
in tribunale.
23-01-2008 - da "La
Repubblica"
Pasquali già in palestra: "Adesso
pensiamo a salvarci"
di M. Martelli
Intappato in una
camicia bianca dal collo alto, le spalle contratte e uno
sguardo fermo quasi fosse una copia sdrucita
dell´Humphrey Bogart di Casablanca, Renato Pasquali
affronta i primi passi da allenatore della Virtus come un
uomo solo in balia della buriana. Parla, davanti a
cronisti e fotografi, con pragmatismo e cognizione di
causa, ma senza un punto di riferimento, lasciato infatti
nudo da Claudio Sabatini, patron che l´accompagna al
tavolo, lo introduce con ritmo sostenuto e poi, terminata
l´ouverture, lascia in fretta e furia la sala, evadendo
domande e dubbi, evitando quella protezione che un nuovo
tecnico, imbracciata una sfida complessa e delicata,
avrebbe meritato e auspicato.
Pasquali è solo, ovviamente emozionato. «Ringrazio
Sabatini per la fiducia ha attaccato -. Tornare
alla Virtus era un sogno: pensavo non s´avverasse. Ho
lavorato con orgoglio in questa società, capendo cos´è
la Virtus, e per questo sono orgoglioso di proseguire
questo lavoro. Essere qui non è come lavorare in altre
società: c´è una storia, una società, un passato e un
presente di persone importanti, e sentirmi parte
integrante mi inorgoglisce e mi emoziona. C´è voluto
poco: mi hanno chiamato ieri pomeriggio (lunedì, ndr)
alle 14.30, sono tornato a casa e ho dormito poco.
Stamattina sono tornato, ho lasciato 36 sms e 24 chiamate
senza risposta, ma ora sono qui».
Ieri il primo allenamento, oggi la partenza per Lubiana.
Il cammino inizia in salita. E l´obiettivo, quattro mesi
dopo l´inizio del campionato, è secco: «La società mi
ha chiesto la salvezza. Ed è la cosa più intelligente,
oltreché l´obiettivo più vicino. Ecco, con questo non
dico che, una volta raggiunto, si va tutti a casa...».
Il contratto è fino a fine stagione, senza vincoli.
«Per ora gli abbiamo chiesto di lavorare su quest´anno
- aveva detto Sabatini cercando di continuare il
progetto. La speranza è che accetti anche per la
prossima stagione». Ma è chiaro: nessuno guarda più in
là di domenica. Se non Pasquali. «Io sono venuto per
starci 10 anni dice convinto -. Io inizio il mio
lavoro, se poi non finirà chi viene dopo dovrà comunque
trovare qualcosa già fatto». L´ex allenatore di Kiev,
lasciato l´incarico di scout per i Toronto Raptors, e
lasciate cadere panchine come Novara e Montecatini, ha
iniziato ieri a scoutizzare i suoi. «Pilla ha certamente
fatto cose buone. Qualcosa non ha funzionato, ma ora
conto in una ripartenza collettiva. Riazzeriamo tutto:
chi ha fatto bene deve confermarsi, chi ha fatto male
riprendersi». Finora, l´ha vista solo in video, e in
Coppa. «La prima cosa che ho pensato è che non giocava
come una squadra di Pillastrini. Forse qualche giocatore
non rispondeva alle caratteristiche volute, o è venuto
con altre idee. Poi gli americani, cui si leggeva in
faccia l´inesperienza. Un altro problema è la mancanza
di un leader. Best ha carisma, parla poco ma si fa
intendere: con certi minutaggi può esserlo lui. O
Giovannoni, che a Kiev avevo portato per avere
personalità». A Pasquali viene data carta bianca nei
movimenti. Per Crosariol e Michelori si riaprono spiragli.
«Mi sembra una squadra un po´ sbilanciata sui lunghi.
C´è bisogno di presenza a rimbalzo. Michelori? Voglio
fare qualche allenamento, ho bisogno di farmi un´idea.
Ma ci fosse qualcosa sul mercato, Sabatini non si
tirerebbe indietro. Anche se abbiamo solo due
sostituzioni». Sarebbero tre. Oppure, Michelori è già
dentro. «Ripeto, è presto. E comunque, quattordicesimi
come siamo, bisogna fare tutto in fretta. Poca poesia,
pochi esperimenti: andiamo per tentativi, senza tante
cartucce. Ma tiro una riga bianca. Da oggi ripartono
tutti dallo stesso punto. Cambiare allenatore può
servire per dare la possibilità di ripresentarsi in
chiave diversa».
23-01-2008 - da "La
Repubblica"
Il congedo di Pillastrini: "Molta
faciloneria, ci credevamo infallibili"
di M. Martelli
L´allenatore
esonerato parla, all´indomani della cacciata, in un
luogo della società, con tanto di ufficio stampa e
patron nei paraggi. Succede anche questo, al Cierrebi,
dove Pillastrini molla gli ormeggi. Sabatini, non
annunciato, alla fine gli gironzola attorno. Parole di
circostanza ("Lo ringrazio", "Lo
riprenderei"), poi via, lasciando nuovamente la
scena a Pilla. Monologo.
RISALITA. «Dispiace finisca così. La
squadra, giocate le ultime in condizioni impossibile, era
in ripresa e alla vigilia di un´esplosione. Con i
rientri, mi sarebbe piaciuto raccogliere i frutti. Non
dico che i risultati fossero soddisfacenti, ma nemmeno
così disastrosi come si dipingono. E l´Eurolega non la
conto».
SABATINI. «Non sputo nel piatto dove ho
mangiato. Personalmente nulla da dire. Professionalmente
ho preso e ho avvallato scelte molto rischiose, contando
di non temere nulla dall´opinione pubblica. Alla fine il
club non è riuscito a garantire questa impermeabilità,
ma il rapporto personale non cambia. Perdevo, sapevo di
rischiare, ma non mi sono sentito in discussione, nemmeno
dopo Prokom, quando Sabatini mi disse: "Lei sta qui
fino al 2009". Per il suo bene e anche il mio dico
che sarebbe stato meglio proseguire e arrivarci. Ma non
gli rinfaccio nulla. Voleva continuare, ma non si è
sentito in grado di controbattere».
FEELING. «E´ falso dire che la squadra
non facesse quello che chiedevo. Anzi, con questo
organico non dico stessimo giocando bene, ma di certo con
grande dignità. Crosariol? Ogni coach può avere qualche
problema con qualcuno».
AZIENDALISMO. «La mia non era
remissività, ma una scelta. Sono sempre stato
aziendalista: sposo la filosofia societaria e ho
risultati positivi. Solo a Modena, nel ´96, ebbi
problemi e mi esonerarono. Ma io credo e crederò sempre
in questo modo di fare. Nessuno mi ha mai chiesto di
allinearmi. Io sposo le scelte. E in pubblico è giusto
che si senta una voce unica».
MICHELORI. «Al tempo gli disse che io
quell´offerta l´avrei accettata. Ma aveva tutti i
diritti di non farlo. Così s´è puntato su altri.
Nell´ultimo periodo un pensiero ce lo facevo. Ma le
scelte societarie erano troppo rigide».
ERRORI. «Due tecnici: la scelta del
play e il crack di Blizzard. Sul primo c´è stata
sfortuna, anche se Pozzecco avrebbe cambiato le cose. Su
Brett abbiamo perso i riferimenti cercando un giocatore
complementare. Dispiace non esserci quando rientra. Il
mio errore? Pazientare quando mi sono accorto che Conroy
non era il play giusto, e che il livello in palestra non
era alto. Ma io sono così: ho pazienza, cambio poco e
raccolgo i frutti».
ONNIPOTENZA. «Quando si vince si pensa
di essere infallibili. La Virtus veniva da tre finali, io
da un grande risultato: abbiamo pensato di trasformare
tutto in oro. Questo ha condizionato le scelte, fatte con
faciloneria, senza pensare ai rischi».
FORTITUDINO. «Mai avuto la sensazione
di essere considerato tale, o inviso alla folla. Né ho
sentito contestazioni o sfiducia nei miei confronti. Ho
fatto errori, ma sono stato accolto bene. Qualcuno mi ha
criticato con scorrettezze, altri con dignità e serietà.
Per questo è stata un´esperienza importante. Ora non ho
paura: sono già sceso in B due volte. Una cosa mi frena,
che si pensi che con 2 soldi e 3 giovani si vinca. Non è
così. Sono orgoglioso di quel che ho fatto, ma non ho la
bacchetta magica».
22-01-2008 - da "bolognabasket.it"
Virtus, le prime parole di Renato
Pasquali
di M. De Giuli
Claudio Sabatini:
Ringrazio Pasquali, che ho chiamato ieri alle 14 e
che alle 18 era già a Bologna. Non cè bisogno di
presentarlo, solo ringraziarlo per aver accettato questa
sfida, per cercare di continuare il progetto a metà del
campionato. E la speranza è che accetti di restare con
noi anche per la prossima stagione.
Renato Pasquali: Ringrazio subito Sabatini
per avermi dato fiducia; per me tornare alla Virtus è un
sogno che non pensavo si sarebbe potuto realizzare, dopo
aver lavorato in questa società con grande orgoglio e
capendo cosa vuol dire fare parte della Virtus. E
per questo sono stimolato davanti al progetto da portare
avanti; essere in Virtus è diverso dallessere in
altre società, perché cè una storia da difendere,
ed essere parte di questo mi inorgoglisce e mi emoziona.
I tempi per capire dove sono stato proiettato sono stati
brevi: ieri mi hanno telefonato, sono tornato a casa, ho
dormito poco pensando alle tante cose da mettere a posto,
sono subito ripartito malgrado tantissime persone mi
abbiano cercato telefonicamente e non abbia ancora avuto
modo di rispondere. Ora sono qui, in una piazza che ha
visto grandi campioni e che ha raggiunto grandi traguardi
e obiettivi importanti, altra cosa che mi fa sentire
emozionato. Penso che il compito che mi è stato chiesto
di portare avanti non sarà facile, chi mi ha preceduto
ha fatto il meglio che si poteva fare, con tutto quello
che è capitato, e io cercherò di capire cosa si può
modificare e cosa si deve portare avanti delle cose buone
rimaste, perché penso che Pillastrini abbia fatto cose
buone, mentre ci sono state tante problematiche
imprevedibili. Conto molto sul fatto che per alcuni
giocatori questa possa essere una ripartenza, quindi un
azzeramento dei fatti precedenti, positivi e negativi:
chi ha fatto bene dovrà riconfermarsi, chi non è
partito con il passo giusto avrà la possibilità di
mettersi in pari con gli altri. E queste sono le parole
che dirò alla squadra: tutti, ora, potranno riproporsi.
Che idea si è fatto di questa Virtus?
Intanto lho guardata da addetto ai lavori, e
non da possibile allenatore: vedevo che non giocava come
una squadra di Pillastrini, in cui qualche giocatore non
stava rispondendo come lui pensava, poi cera la
mancanza di un leader che nei momenti di difficoltà
fosse faro per i compagni e potesse prendersi le giocate
importanti. Alcuni americani poi, avevano scritta in
faccia la loro inesperienza in un basket diverso da
quello praticato negli States. Con il tempo ho visto dei
passi in avanti, qualche modifica verso quelle che erano
le idee dellallenatore, e oggi come oggi vedo
sbilanciamento tra i lunghi, dove servirà più presenza
difensiva. I casi Michelori e Crosariol? Sabatini mi ha
già fatto presente la situazione, per cui prima di
valutare personalmente aspetto gli allenamenti, non
sminuendo il panorama che mi è stato descritto.
Non vengo qui pensando che ci siano macerie da
ricostruire, e il quattordicesimo posto ci va stretto:
poi, se Pillastrini avesse vinto domenica, ci sarebbe una
situazione diversa e io non sarei qui. Penso che il
cambio dellallenatore serva più che altro per
permettere ai giocatori di ripresentarsi in una chiave
diversa, perché alcuni sono venuti qui con idee che
hanno condizionato lambiente e che ora necessitano
di un interlocutore diverso, indipendentemente dal fatto
che questi abbiano ragione o no.
Chi deve essere il mio leader?
Mi hanno parlato molto bene di Best, che comunica
poco ma si fa intendere abbastanza: molto professionale,
ha dato un messaggio di carisma a cui i suoi compaesani
si sono già allineati. Parametrato al minutaggio che
potrà avere, dovrà essere lui il leader. Poi ho un
ottimo rapporto con Giovannoni, che a Kiev ho avuto
perché volevo un giocatore di personalità e senza paura
negli ultimi minuti delle partite. Diversamente da altri
allenatori gli ho chiesto di fare quanto era nelle sue
corde, cercando di nascondere i suoi difetti, e a lungo
mi ha accontentato. Qui lo scorso anno giocava e aveva
questo ruolo, ma in un contorno diverso; adesso, forse
perché stanco dallestate con la Nazionale, può
non aver trovato una struttura di squadra adeguata a
lui.
Quanto starà qua?
Io vorrei starci dieci anni, ma quello che conta è
che chi verrà al posto mio possa trovare un buon lavoro
già fatto.
Quale sarà la prima mossa di Pasquali?
Prima cosa, capire di cosa ha bisogno questa
squadra. A livello dei singoli, molti li conosco già e
li ho allenati, non conosco gli americani ma so quale è
il loro modo di giocare. I tempi stretti non ci
permettono di fare molta poesia, dovremo andare per
tentativi sapendo che le cartucce da sparare sono poche,
e gli esperimenti non sono tanti. Andare a Lubiana è
modo per dare la possibilità ai singoli di redimersi. Io
posso dire che questa è una opportunità che tutti gli
allenatori sarebbero orgogliosi di avere, quella di
allenare la Virtus: a me è capitato quando mai pensavo
che ci sarebbe stato spazio, dato che di sostituzioni non
se ne parlava e le grandi in difficoltà sembravano in
ripresa. Tanto che nelle settimane precedenti avevo avuto
contatti con squadre di A2, B, o in Germania: ma io
voglio progetti, non stipendi, e non mi sono fatto
prendere dallangoscia di non avere una squadra da
allenare, altrimenti avrei avuto una occupazione già da
due mesi. Ho valutato le offerte senza pensare che ero
disoccupato, e questo mi ha portato, a ieri, a ricevere
la telefonata di Sabatini.
Pensa al mercato?
In questo momento il parco giocatori è ampio,
anche se qualcuno è ai box con tempi di recupero diversi:
prima di sfoltire bisogna pensare alle necessità odierne.
Sostituire, invece, deve partire dal presupposto che
tante mosse non ne abbiamo, avendo due tesseramenti, che
diventano tre se non consideriamo Michelori. Certo, se ci
fosse un rimbalzista sul mercato, ci penseremmo, ma per
adesso miglioriamo chi cè: poi, nel caso, Sabatini
ha detto che non si tirerà indietro.
Il contratto è 1+1, che obbiettivi ci sono ora?
La società mi ha chiesto la salvezza, in modo
intelligente, e poi penseremo ai passi successivi. Questo
non vuol dire che, una volta salvi, tireremo i remi in
barca: piuttosto, meglio non essere superficiali e non
pensiamo a semifinali o qualificazione allEurolega,
problemi lontani da quella che è la nostra situazione
attuale. Per meritare la riconferma, valuteremo da quanto
sarò gradito e ne riparleremo a fine stagione, ma non ci
sono per adesso altri obiettivi.
22-01-2008 - da "La
Repubblica"
Crisi Virtus, via Pillastrini
di M.
Martelli
Stefano Pillastrini
non è più l´allenatore della Virtus. Il coach e il
"progetto tecnico" cadono nel pomeriggio, con
una telefonata che Claudio Sabatini, di rientro in
Eurostar da un blitz romano, indirizza al suo ormai ex
coach. Silurato. Già oggi, è in arrivo in città Renato
Pasquali, 53 anni: un ritorno, poiché fu alla Virtus dal
1989 al 1993 (assistente di Messina e responsabile del
settore giovanile). Sabatini l´ha scelto per traghettare
la squadra alla tranquillità, perché è questo che,
oggi, ne tormenta il futuro prossimo. Le pericolanti
corrono, la squadra stenta: la salvezza rischia di
diventare l´unico obiettivo, come già accadde alla
Fortitudo un anno fa, presa a schiaffi per un´intera
stagione e costretta a "spareggiare", e
sopravvivere, in 40´ drammatici a Teramo.
La protezione di Pillastrini, ostentata dal patron fin
dai primi cigolii stagionali, è dunque crollata ieri
pomeriggio, con poche righe sul sito societario. Almeno
in termini ufficiali, perché già nel post-gara contro
Avellino la posizione del coach era parsa, per la prima
volta, seriamente pericolante. Complici i risultati,
complici gli errori commessi nella conduzione della gara
con l´Air, il patron aveva storto il naso, proprio nel
giorno in cui era tornato a sedersi sul suo scranno. La
faccia con cui era entrato nello stanzino degli
allenatori, anziché nello spogliatoio, preannunciava
tempesta. Da tempo, il boss stava picchiando il tasto su
gare ampiamente alla portata e poi buttate a mare: quella
di domenica, con la rimonta poi abortita, s´è aggiunta
alla lista, e ha fatto traboccare il vaso della pazienza.
Ieri, di primissimo mattino, Sabatini lasciava Bologna
per Roma e dal treno iniziava a setacciare gli eventuali
sostituti, rifugiandosi nei consigli dei dirigenti da lui
più stimati, da Gherardini (il primo a spingere per
Pasquali, per i comuni e corposi trascorsi trevigiani),
ad Arrigoni, a Crippa. A metà pomeriggio, vagliate più
ipotesi, tra cui Giovanni Perdichizzi (accasatosi a
Brindisi) e Giordano Consolini (impraticabile, per indole
ed incarichi interni), la Virtus ha virato su Pasquali.
In serata ne attendeva un sì pressoché scontato: l´ex
vice di Messina sta lavorando dall´Italia per i Toronto
Raptors (sempre di Gherardini), ma si conoscevano le sue
voglie di tornare in panchina.
«Virtus Pallacanestro Bologna e Stefano Pillastrini -
questo il comunicato - annunciano di aver interrotto il
rapporto di collaborazione. La decisione è stata presa
con grande rammarico dopo aver preso atto che la mancanza
di serenità e di tempo rendono impossibile il
proseguimento di un percorso comune. Claudio Sabatini
esprime grande riconoscenza a Stefano Pillastrini sia per
il valore professionale sia per le sue doti umane». E´
metà pomeriggio, quando esce, prim´ancora delle
chiacchiere approfondite col sostituto. Segno che, per
Sabatini, non si può continuare. La stesura è di
maniera, ma stona in parte con la filosofia da sempre
sbandierata. Quella "mancanza di tempo" (per
fare cosa?) leva il velo sul progetto a lungo termine,
sul "lasciateci perdere", sul (Sabatini dixit)
"i giocatori s´arrangino, Pillastrini sarà il
nostro tecnico per i prossimi tre anni". Quinto
allenatore caduto in altrettante stagioni (dopo Ticchi,
le non conferme di Bucci e soprattutto Consolini,
chiudendo con Markovski), "Pilla" frana come
qualsiasi tecnico cui mancano i risultati.
Quelli della Virtus non c´erano stati dall´inizio,
zavorrati da una gestione isterica e da un ribaltone mai
davvero solido, nella linea di pensiero, nel grottesco
mercato condotto, nelle gerarchie interne. Da tempo,
intorno a Sabatini, si soffiava per l´esonero, e si
rimpianse la volta in cui, date le dimissioni dal coach,
il patron non le accettò. Stavolta, l´epilogo non è
per nulla sorprendente, visto il trend dei risultati,
benchè lo sia, forse, nei tempi, ora che alla buriana e
ai limiti strutturali, tecnici e tattici noti da
settimane, s´è aggiunta pure la sfortuna. Oggi, con un
mercato allenatori mai così scarno, il cambio svela più
la speranza di invertire la rotta che la convinzione
nelle capacità di chi ci proverà. I segnali c´erano da
tempo, e il giorno in cui Pillastrini rassegnò le
dimissioni (14 novembre), e Sabatini lo propalò urbi et
orbi, la posizione del tecnico precipitò, soprattutto
nella credibilità agli occhi del pubblico e della
squadra. Che ha faticato, nel corso delle settimane, a
credere in entrambe le gestioni, sia societaria che
sportiva. Da oggi, la Virtus prova a girare pagina.
Inutile riempirsi la bocca di "progetto". Qui
va solo messa una pezza.
22-01-2008 - da "La
Repubblica"
E più del "peccato originale"
potè la paura di retrocedere
di
Walter Fuochi
Imprevedibile come
sempre, negli scarti d´umore come nelle strategie di
lunga gittata, Claudio Sabatini s´è deciso a vedere,
ieri mattina, ciò che ormai era sotto gli occhi di tutti.
Tra Pillastrini e la Virtus non funzionava nulla, i
progressivi scollamenti fra tecnico e squadra, tecnico e
pubblico, erano ormai ignorati solo dal proprietario,
isolato e risoluto nella cocciuta negazione ad ammettere
quello che, di questa disgraziata stagione bianconera,
era stato il peccato originale. Tutto suo, beninteso:
cacciare Markovski, finalista tricolore, e pigliare
Pillastrini, pur fresco della bella stagione marchigiana,
era stato l´inizio della fine. Il ribaltone ha avuto
solo alchimie sballate, e stava ora inclinando al
disastro: questa Virtus che non sa più vincere è oggi
ostaggio d´una paralizzante paura di retrocedere.
Quintultima in classifica, 10 gare vinte su 32, crocevia
di divorzi, scazzi, assenze più o meno giustificate,
scommesse assortite, e condannata pure, per editto
padronale, a non usare uomini che qualche coccio potevano
incollarlo, stava filando verso il baratro, complice
anche la passività con cui "Pilla" aveva
avallato ogni scelta del capo, non tutte condivise, e
"coperto" perfino le fughe in avanti politiche,
solo nocive per chi andava in campo. Tocca ora a Pasquali,
pescato nell´arido orto di gennaio. Esperienze, in
carriera, contrastanti. Caratterino ispido, nel ricordo
dei tempi da vice di Messina. Detto qui, e ora, navigare
in questi mari non gli sarà facile.
22-01-2008 - da "La
Repubblica"
Sabatini: "Decisione sofferta, non
potevamo ripresentarlo domenica"
di
Walter Fuochi
Sabatini,
quando ha deciso?
«Lunedì mattina. Non c´erano più le condizioni
ambientali perché Pillastrini andasse avanti».
Per responsabilità sue?
«Non c´erano più le condizioni, punto e basta. Io
Pilla lo ritengo un buon allenatore, prima e adesso. Ma
non poteva più lavorare qui».
Ha deciso da solo o sentito pareri in società?
«La società sono io, lo sanno tutti».
Lei è stato anche, fino all´ultimo, il
difensore più strenuo del tecnico. Altri, intorno a lei,
l´avrebbero mandato via prima.
«Io no. Ma raccontiamocela giusta: lui, fin dal primo
giorno in cui arrivò in Virtus, fu percepito come un
fortitudino».
Discutibile. Nel caso, però, non era una
sorpresa.
«E infatti io lo riprenderei, oggi come allora. E´ una
persona perbene e un buon allenatore».
E allora perché va via?
«Perché oggi va creata intorno alla squadra una maggior
serenità. E questo spetta alla società. Inutile far
finta di non vedere: al palasport c´era più
contestazione nei confronti di Pillastrini che nei miei».
Lei è ricomparso domenica, ma per un mesetto
s´era defilato.
«Sì, ma era così anche un mese fa. Al punto che non so
come sarebbe stato possibile ripresentare, domenica con
Cantù, lo stesso allenatore. Abbiamo eliminato un
fattore di tensione. Perché, se alla prima palla con
Avellino, Chiacig sbaglia un tiro tutto solo, non è
certo colpa di Pilla, ma di un clima che crea problemi a
tutti».
Pillastrini compreso. Non ha condotto
impeccabilmente la sua ultima partita.
«Diciamo pure che era nel pallone anche lui. Credo si
possa, a stima immutata».
Chi verrà?
«Ho contattato Renato Pasquali, aspetto un sì».
Sabatini, la cronaca viva scavalca tutto il resto,
ma c´è chi la dà al galoppo, sul vialone d´uscita
della Virtus, e anche su quello di entrata a Milano.
«Si galoppa, a vendere e a comprare, quando girano gli
assegni. Io non ne ho ancora visti, per la Virtus, né
firmati, per Milano».
Questo esonero taglia la testa al toro, per ora.
Da proprietario della Virtus, ha esonerato il tecnico
della Virtus. O no?
«Ecco, proprio così. Non vedevo altre strade».
21-01-2008 - da "virtus.it"
Virtus Bologna e Pillastrini si
separano
Virtus Pallacanestro
Bologna e Stefano Pillastrini annunciano di aver
interrotto il rapporto di collaborazione. La decisione è
stata presa con grande rammarico dopo aver preso atto che
la mancanza di serenità e di tempo rendono impossibile
il proseguimento di un percorso comune. Claudio Sabatini
esprime grande riconoscenza a Stefano Pillastrini sia per
il valore professionale sia per le sue doti umane.
21-01-2008 - da "La
Repubblica"
Ennesima sconfitta, adesso si salvi
chi può
di F. Forni
Male anche questa,
alla Virtus non basta una buona mezza partita, per
ricucire l´altra mezza, orrenda. Avellino passa al
supplementare, con merito, dopo avere dominato, subìto e
non mollato. Stavolta non sono state solo pie intenzioni:
un po´ di sostanza, in una battaglia vera, è emersa.
Non è andata per poco, nessuno ha tirato indietro (a
parte un Best inguardabile), ma la classifica comincia a
piangere in modo inquietante: stando fermi, basta che
dietro si agitino un minimo per accendere il terrore. La
Fortezza è sempre più vicina al girone dei dannati, non
trovata spinta nemmeno con la squadra "buona":
ed è questo il motivo più grave della serata. Così,
l´Air l´ha portata a casa, giustamente, superando il
suo momento più brutto: nel supplementare, quando uno
stoico Giovannoni ha schiacciato il 76-74, unico sorpasso
bianconero in 45´. Un libero di Williams per ripartire,
ma soprattutto due triple di Green e Righetti, per il 78-82
a 32" dal termine. Finita lì, a modo degli altri,
col quintetto, al solito, in doppia cifra, senza paura e
un po´ di testardaggine. Nessuna paura, cioè, a
continuare a martellare da fuori, anche sull´orlo del
baratro. Dopo un 4/20 nel secondo tempo e soprattutto 7
errori filati dai 6.25, quasi da condanna, quelli che
contavano sono entrati.
E la Virtus? E´ scoppiata alla fine, ma s´è vista,
alleluia, "concedendo" però quasi tutto il
primo tempo, 20 rimbalzi d´attacco e 22 palle perse.
Nonostante ciò, la risalita nella ripresa c´è stata,
sulle spalle di un Giovannoni indomito, arrivando a -1 (60-61)
a 6´16". Poi la volata e la battaglia finale dei
liberi, con errori da ambo le parti, e la rincorsa
bianconera completata da un gancione di Guillerme a 2"
dal gong. Morto il terra aria di Green a un palmo dal
ferro, c´erano i pugni al cielo dei 7.000 del palazzo e
anche del rientrante Claudio Sabatini, tornato a un mese
esatto dal Tau, sua ultima presenza.
Prima e dopo però la gioia è stata per i cento saliti
da Avellino, specialmente nel primo, decisivo spezzone.
Qui, la difesa della Virtus è stata davvero ospitale:
ogni volta bastavano due ribaltamenti di palla per
vederla aperta come un fiore. Avellino ha attaccato bene,
e a memoria: bella da vedere, in un imbarazzante
confronto coi singulti bianconeri. I bei tocchi di Smith
hanno fatto cantare il tabellino: in 5´40" 8 cesti
(su 10), ben 6 dei quali arrivati su assist per la prima
botta al cuore: 8-17. Forse erano lame nel burro, ma pure
esecuzioni di prima qualità, a snidare il peggio d´una
squadra non organizzata dietro, statica e prevedibile
davanti, legata, per i punti, solo a iniziative personali:
difficile risalire quando ogni attacco è un´avventura,
il più delle volte senza speranza. E infatti il calvario
è andato avanti: un cesto su tre nel primo tempo (34%
dal campo) e 11 perse. Dramma e sensazione d´impotenza,
con Boniciolli che pure dalla panchina (Cavaliero e Bryan)
spremeva sugo, aprendo la forbice fino a un pesante 26-42.
Handicap pesante, comunque rimontato, ma non fino in
fondo. La Virtus scende a 6 vinte nelle ultime 27. Avanti
così e guardarsi dietro è già un obbligo.
LE PAGELLE di M.
Martelli
BEST 4. Mai in partita, scelte
discutibili, vuoti mentali. L´uomo in meno per la Virtus,
il più impolverato dopo lo stop. In 37´, 1/2, 0/3, 6
perse.
MCGRATH 4.5. Invisibile. In 12´, 0/1, 0/1,
-15 plus-minus.
ANDERSON 6.5. Non ha lo smalto per
tirare sopra i difensori, ma sta in campo bene. Poteva
osare di più (3/6 e 1/1 in 37´), e sbaglia, a 10´´,
il libero per pareggiare i 40´ (Giovannoni lo salva).
Esce, sfinito, a 1´25´´.
GIOVANNONI 7.5. Anima vera,
imprescindibile per squadra e pubblico. Canna il +1 a -40´´,
poi pareggia, splendidamente, a -2´´. Enorme. In 40´,
6/9, 2/6, 4/4 liberi, 9 rimbalzi.
CHIACIG 5.5. Approccio pessimo, lento,
passando più tempo a lamentarsi che a giocare. Bel terzo
quarto: solo quello, però, prima di venire spazzato a
rimbalzo. In 34´, 5/9, 9 rimbalzi.
SPENCER 5.5. Non ha fiato, fa dentro e
fuori. Tiri corti. In 24´, 2/2, 1/5.
GARRI 6. Importante nella rimonta, un
tiro importante gli esce corto. Regge comunque. In 16´,
1/3, 2/3, 5 rimbalzi.
DI BELLA 5.5. Parte centrale densa e
solida. Fatica prima e dopo, brutta la persa a 55´´, in
contropiede, sul pari. In 24´, 3/5, 0/3, 3 assist.
Pillastrini: "Rimbalzi e perse tutti
regali nostri"
E´ dura commentare sempre e solo sconfitte, specialmente
se ogni volta ci si avvicina di più ad uscire dal tunnel.
Stefano Pillastrini prova così ad analizzare le due
facce della medaglia. «La partita è stata condizionata
dal vantaggio iniziale che abbiamo concesso ad Avellino.
I nuovi innesti nei primi minuti ci hanno fatto perdere
intensità difensiva, come temevo. Il supplementare s´è
giocato sugli episodi e qualcuno dei miei era davvero
spremuto. La squadra ha dato tutto, ma c´è mancato un
passo importante. Non riusciamo a imporre il nostro
ritmo». Forse manca anche un po´ di cattiveria. «Non
facciamo falli? Una difesa buona non dev´essere
necessariamente fallosa. Sono altri i particolari che ci
hanno messo al tappeto. I rimbalzi nella nostra area
concessi a Williams (7, ndr) e a tutti gli altri e i
contropiedi sprecati dando palla a loro».
Pilla chiede ancora tempo e non boccia Crosariol, per
quanto tenuto fuori 45´. «Abbiamo messo dentro due
giocatori un giorno fa, cerchiamo di reinserire Blizzard
e recuperare Andrea prima possibile: lo considero uno dei
nostri». La situazione è grigia, inchiodata a 8
vittorie, troppo poche. «Abbiamo perso contro tre
squadre in lotta per i play-off. Può arrivare un momento
di panico? L´abbiamo vissuto anche durante la gara:
quando si perde tanto è normale».
20-01-2008
Campionato: Virtus-Avellino
78-82 dts
Campionato: Virtus Bologna - Avellino 78-82 dts - Tabellini:
Giovannoni 22, Anderson 13, Garri 10, Chiacig 10, Spencer
9, Best 7, Di Bella 7, McGrath, Da Ros ne, Crosariol ne,
Moraschini ne, Lestini ne.
20-01-2008 - da "La
Repubblica"
Virtus quasi al completo, contro Avellino
non ci sono alibi
di F. Forni
Non ci saranno
attenuanti oggi, a coprire eventuali vergogne, se la
Virtus dovesse uscire spezzata dalla "guerra con
Avellino", nell´insolito e truce copyright di
vigilia coniato da Pillastrini. La Fortezza non può
permettersi di rinviare all´infinito il suo momento
buono, anche se con l´Air, al PalaMalaguti (18,15),
l´occasione è ispida: di fronte, la squadra più
acclamata della settimana e quella più abbacchiata degli
ultimi mesi, incapace di passare i 70 punti nelle due
uscite più recenti, tanto volenterosa quanto limitata.
Oggi Pillastrini avrà almeno una squadra, in grado di
cambiare musica, e cioè una Virtus finalmente più
talentuosa e con un organico presentabile. Si riforma, in
un sol colpo, il trio di esterni a stelle e strisce:
dentro Best, Anderson e Spencer, i tre mori saranno
chiamati a dar linfa e sostanza, per non precipitare a
capofitto. Sistemate all´ultimo le rispettive
ammaccature, non saranno al meglio, ma se avessero
marcato visita, per l´ennesima volta la Fortezza sarebbe
scesa in campo priva di qualsiasi prospettiva. La serata
girerà nelle mani dei colorati, dato per acquisito il
rendimento in crescendo di Giovannoni e del resto del
gruppo, unica nota decente nelle ultime occasioni. Sotto
osservazione resta sempre Crosariol (12´ in campo nelle
ultime tre di campionato), ormai ai margini, out rimane
invece Michelori, dati pure sul piede di partenza.
«Con Siena abbiamo fatto bene, ma ora sarà un´altra
cosa, e dovremo farci trovare pronti». La sintesi di
Pilla è esaustiva, ma anche brutale: un conto è giocare
per vincere (come serve oggi), un conto per limitare i
danni e uscire a testa alta o col sorriso sulle labbra (per
chi ci crede): la Virtus dovrà fare argine e mettere
finalmente le mani anche nel vivo di una partita, e non
solo accontentarsi di carezzarla.
Esaltato dalla vittoria con Siena, il collettivo irpino
vanta sostanza vera, un bilancio eccezionale (8 vinte, 2
perse nelle ultime 10 gare) e un primato assoluto. È
l´unico di tutta la serie A a presentare l´intero
quintetto in doppia cifra, dai 19.2 punti di Devin Smith
(col 65% da due, record tra gli esterni) ai 10.7 di
Nikola Radulovic, per quasi 70 punti totali sugli 86
dell´attacco. Dalla panca Burlacu, Ortiz e Cavaliero
qualcosa danno: pare miracolato anche l´ex Fortitudo che
spara dritto (52% da tre), dopo che qui era partito con
un pessimo 3/15. Oltre al tascabile Green, che fa gioco,
tiri chiave e recuperi (primo assoluto a oltre 4 di media),
una delle armi risolutive del duo Boniciolli-Zorzi, è la
fiducia. «Sbagliamo anche 3-4 tiri in fila - dice Matteo
-, ma sto tranquillo, perché poi li mettiamo». Spesso
la Virtus s´è fatta travolgere proprio da parziali
negativi, che oggi rischia, indipendentemente dal suo
impegno e rendimento.
Anche per questo, rispetto all´Air, parte da un passo
indietro. L´applicazione da sola quasi sicuramente non
basterà, ed è legittimo provare timore reverenziale, un
atteggiamento che qualche tempo fa sarebbe stato
considerato oltraggioso. Avellino oggi è più forte, in
tutto, e la storia è lontana anni luce. Sono solo
ricordi i precedenti: dalla vittoria in ottobre in
Irpinia (72-85) all´11-1 nei confronti diretti.
19-01-2008 - da "La
Repubblica"
Tifosi depressi, chiarimento con
Pillastrini
di M. Martelli
«Guardate che così
si retrocede», dice un tifoso bardato, coprendosi dal
freddo, quando la partita tra Virtus e Siena è finita da
ormai un´ora, ma l´animo dei supporters, per la prima
volta in stagione, trasborda fino al parcheggio dei
giocatori e degli allenatori. La contestazione è civile:
anzi, nemmeno può definirsi tale, avendo negli occhi
quella che, nel 2003, arrivò ai gavettoni per Avleev e
Koturovic. Oggi, sembra più una tavola rotonda, che
prima invita gli italiani, da Crosariol a Di Bella, da
Giovannoni a Michelori, ed infine, quando Stefano
Pillastrini sale le scale e s´appropinqua al suo
Mercedes, chiedendo ai suoi giocatori di lasciare il
piazzale, accerchia l´allenatore della Virtus. Il
colloquio, all´aria aperta, dura almeno 40´, in cui i
dubbi dei tifosi sono centinaia, dagli americani alla
"fotta", dalla classifica in campionato
all´Eurolega così (non) giocata. Pilla, che svetta
sopra di loro, non può che ripetere quel che ha detto
poco prima in conferenza, rintanandosi in risposte
scontate, ma ciò che traspare è che il malcontento non
è tanto rabbia, quanto paura (di rotolare giù) e
delusione. Oltreché, per qualcuno, rassegnazione. E´ la
prima volta che i tifosi, alla fine una quarantina,
scelgono di aspettare giocatori ed allenatore per cercare
un dialogo, ed è anche legittimo che sia così, anche se
Pillastrini, alla fine, se ne andrà un po´ scosso.
Perse 20 delle ultime 26 partite, non è astruso dire che,
altrove, la contestazione sarebbe arrivata prima. Così
come non è difficile prevedere, domani contro Avellino,
un clima che, in caso di partita sghemba, rischia di
palesare tutto il malcontento. Poi, abbattersi con le
ultime versioni della Virtus, svuotate di senior e
abbarbicate agli junior, ma non per questo remissiva,
sembra quasi esagerato, ingeneroso. Alla tavola rotonda,
che tale rimarrà, con la civiltà di questo pubblico,
aspettavano un altro commensale. In questo momento,
parlare sarebbe costruttivo.
18-01-2008 - da "La
Repubblica"
Siena doma l´orgoglio Virtus
di F. Forni
Continua a perdere la
Virtus e le avanzano pochi motivi per stare allegra,
anche se il periodo delle umiliazioni svergognate sembra
passato. Con Siena ha tenuto botta, soprattutto con
orgoglio, giocando senza americani e reggendo dopo un -20
iniziale che poteva schiantarla. Invece, era ancora in
partita a 3´30" dalla fine (61-66): lì, i motori
si sono spenti di botto. Non si può parlare di bicchieri
mezzi vuoti, perché qui c´è, soprattutto, mezza
squadra, che ha provato a dare il massimo. Quel che è
tutt´altro che matematico è che a ranghi completi la
musica raddoppi di volume.
Bisognerà aspettare ancora, e aspettare pure Claudio
Sabatini, latitante in un palazzo quasi sgombro, coi
presenti ormai addestrati a incassare rovesci, senza
lagnarsi. Quelli in campo ce ne hanno messa, come s´era
intravisto di recente, trovando una Mps modesta nell´atteggiamento
e nell´esecuzione, e mettendola in qualche difficoltà.
Pianigiani ha visto i suoi segnare 30 punti (a 10) in 7´50"
e poi 26 in 22´, durante i quali Giovannoni (8/11,
impiegato anche da ala piccola), Chiacig (4/7, 6 rimbalzi)
e Di Bella (5/8) hanno dato brio e giocate di livello.
Poi, Lestini ha brillato sul perimetro (non McGrath, 2/9),
centrando da 8 metri la tripla del 53-56 a 11´30".
I veterani hanno tenuto, specialmente sotto: è mancato
il talento per risolvere (solo 6 assist), secondo copione.
Comunque, uno scenario imprevisto, dopo il massacro
iniziale, coi tiratori di Siena che ogni volta potevano
sistemare i piedoni (5/5 da tre in 4´30", 6-17).
Poi, deciso Siena, troppo presto, che la pancia era piena,
la Virtus s´è riaffacciata recuperando, non a caso,
quando Pillastrini ha messo in campo un po´ di chili.
Meglio però Ghiaccione, Garri e Giovannoni, dei due nel
mirino, ovvero Crosariol e Michelori.
Quello è stato il momento più dignitoso, con Di Bella
rapido in contropiede, perché dietro finalmente si
prendevano rimbalzi. Rientro fino al 34-41 a 20"
dalla sirena: va detto, con un secondo quarto orrido di
Siena. Fosse partita meglio, la Vu forse sarebbe durata
di più, ma si resta nell´empirico. Out Anderson e
Spencer, tenuti in naftalina per domenica, ma fuori anche
Canelo (e poi malconcio anche Stojkov). Nonostante la
buona volontà, in Eurolega si chiuderà da ultimi della
classe. Meglio pensare ad Avellino.
17-01-2008
Eurolega: Virtus-Siena 64-77
Eurolega: Virtus Bologna - Siena 64-77 - Tabellini:
Giovannoni 19, Chiacig 12, Di Bella 10, Lestini 9, Garri
6, McGrath 5, Michelori 3, Crosariol, Da Ros, Moraschini,
Stojkov, Novi ne.
15-01-2008 - da "Il
Corriere di Bologna"
Spencer: «Con Pilla conflitti
inevitabili»
di D. Labanti
Spencer, l'esperimento
dei quattro americani sul perimetro della Virtus è
fallito. Perché?
«È strano, siamo tutti bravi, ma eravamo anche in tre
per un ruolo. L'allenatore era nuovo, veniva dalla
seconda divisione (in realtà Montegranaro, in A, ndr) e
doveva capire l'ambiente. Su di lui c'è stata molta
pressione. Ci metteva assieme di fatto nella stessa
posizione, io, Anderson e Holland facciamo cose diverse
ma pestiamo le stesse mattonelle. A tutti servivano più
solidità e più spazi, non si remava dalla stessa
parte».
Quindi c'erano attriti con Pillastrini?
«Era normale che sorgessero dei conflitti. Ma
probabilmente i problemi non erano tra noi e lui ma fra
lui con noi, nel senso che vedeva delle cose e noi no, o
aveva valutazioni diverse dalle nostre, sul gioco, sulle
situazioni. Io sono un realizzatore, forse m'avevano
scoutizzato come tiratore ma non sono quel tipo di
giocatore».
Le divergenze col coach sono però un alibi un po'
debole per giustificare le sconfitte.
«Pillastrini è l'allenatore e non ci sono alibi, non
possiamo giocare pensando che sfortunatamente lui è qui.
Se lui allena è perché la società ha deciso così e io
rispetto la scelta. Dobbiamo continuare a migliorare,
abbiamo perso partite che potevamo vincere, soprattutto
fuori dove siamo poco intensi in difesa. Ora
comprensibilmente siamo frustrati, anche perché le
aspettative erano alte, ma stiamo lavorando per trovare
equilibri, c'è molto da fare e la Final Eight in casa
può ridarci fiducia».
Anche con la proprietà, le storie sono state
tese.
«Con la vicenda della discoteca c'è stato un equivoco,
gli americani quando arrivano in Italia escono la sera,
vogliono conoscere il posto. Ma le regole sono regole e
vanno rispettate, ormai quello è il passato, ma so che s'è
parlato molto e sono uscite diverse storie. Sabatini è
un good guy (un bravo ragazzo, ndr), fa il massimo per la
squadra e non può essere incolpato per questo. Il club
è suo e ci tiene, anch'io farei come lui».
Alla lunga qualcuno ha pagato, via Holland, via
Conroy. Ora va meglio?
«Il management ha fatto delle scelte per correggere gli
errori d'assetto, è arrivato Best, una vera addizione:
esperto, forte, io l'ascolto e imparo. Lui è super, a
Delonte auguro il meglio e non voglio dire che stiamo
bene ora, senza di lui, però dico che Travis è stata
una grande aggiunta per il gruppo».
L'unico «intoccabile» sembra lei.
«Sono felice di restare e rispetto che mi abbiano tenuto.
Vorrei che ora lo spirito fosse per tutti quello di
lavorare duro per finire in crescendo».
14-01-2008 - da "La
Repubblica"
Mezza Virtus non può farcela
di M. Martelli
Claudio Sabatini solca
il campo con il viso plumbeo, greve, quando suona la
sirena e la speranza di vittoria s´è già da un pezzo
dissolta. Era spuntato sotto il tunnel a inizio partita,
tornato a vedere i suoi dopo cinque assenze, ma non è
rientrato a casa contento, bruciata un´occasione che,
visti i primi 25´ di ieri, pareva alla portata. La
Fortezza è caduta anche stavolta, l´ennesima in
trasferta: in campionato non ci vince dal 14 ottobre (Avellino,
quarta giornata) e i ko in fila sono sette. O 13,
contando pure l´Eurolega, in una dimostrazione d´impotenza
preoccupante: a buttare importanti chances, e a
racimolare briciole solo in casa (e pure a fatica), si
rischia di finire risucchiati. Il posto in classifica,
divenuto a sera undicesimo, in un gruppone di gente in
ripresa, suona, dopo 19 gare, come un campanello
d´allarme. E pure forte.
Esclusa una buona (ma tenue) parentesi nel secondo quarto,
la Virtus biellese non ha mai avuto attacco: prima troppo
masticato, poi troppo impreciso, incapace di approfittare
della luna moscia dell´Angelico vista ieri. La luce
s´è spenta subito, nella ripresa, toccato un effimero +5
con l´uomo fin lì migliore (Best) e iniziata una lunga,
estenuante siccità. Dal 35-40, la Virtus spremeva solo 3
punti (tutti liberi) in 6´, centrava il primo canestro
dal campo del quarto dopo 7´40´´ e chiudeva la
frazione girando a 2/15 al tiro. Se la Virtus aveva
perdonato nel primo quarto, con uno 0/6 da tre letale,
contro una Biella sgonfia dopo l´avvio di Bell (11-5),
in seguito non accadeva il contrario.
A soverchiarla, con la raffica chiave, è BJ Elder,
imprendibile sui blocchi e preciso dalla lunga (8 punti
nel quarto), che apre la cataratta, sul 57-46, e fa
montare l´impeto che consente a Cotani, poco dopo, di
firmare, con un´altra tripla, il 60-48 del 30´: mezza
partita. L´altra mezza Biella se la prende nell´ultimo
quarto, quando alla Vu, rientrata a -5 con l´unico cesto
di McGrath (63-58) e riavvicinata da Di Bella (65-60, 34´),
si chiude nuovamente il rubinetto: 5´ senza gol, 0/7 al
tiro, 3 perse. I muscoli di Hunter, schiacciando su Garri
e pizzicando Crosariol, sigillano tutto.
«Per noi era difficilissima - ha detto poi Pillastrini
-. Biella, in questo momento, è nettamente più lunga e
superiore a noi. Atteggiamento e concentrazione sono
andati bene, ma quando sono cresciuti in difesa non
abbiamo trovato soluzioni. O le abbiamo sbagliate. In
questi casi, poi, piove anche sul bagnato, con Best
uscito e McGrath, nostra unica guardia, a 1/8». Corta,
cortissima, la Virtus non ha trovato un esterno che
potesse darle un paio di cesti in più. Anche nel secondo
quarto, condotto fino a 7 punti, le buone geometrie erano
state cancellate, con due bombe di Elder e Cinciarini,
vanificando lo forzo (35-38 al 20´). Dopo, crollate
fiducia e percentuali, la difesa è stata spostata a
piacimento, con le ficcanti penetrazioni di Elder e
Cotani, i balletti di Bell, la baionetta di Cinciarini.
Best è durato un tempo, Lestini nemmeno quello e
Crosariol, spedito in quintetto dopo il ritiro dal
mercato (Sabatini dixit), s´è spento coi minuti. Poco
pugno e amnesie fatali, ancora una volta. Cominciano ad
essere troppe.
LE PAGELLE
di M. Martelli
BEST 6. Insostituibile finchè ne ha.
Perde l´inerzia a inizio ripresa, poi si gira pure una
caviglia. In 27´, 4/11, 1/1.
DI BELLA 5. Non vede mai Bell e davanti
non ripaga. In 31´, 3/6, 1/3, 3 perse, 2 assist.
MC GRATH 4. Stecca fragorosa, dopo
serate calde. In 20´, 0/2, 1/6.
GARRI 5.5. Partenza interessante, poi
una sofferenza (su Hunter, soprattutto). In 21´, 3/3, 0/3.
CROSARIOL 5.5. Buon avvio, frenato dai
falli: e al secondo, non levato, unisce il terzo. Dopo,
nulla. In 18´, 3/3, 2 rimbalzi.
LESTINI 4.5. Invisibile. Anche per Elder,
che lo fa saltare senza neppur fintare
In 17´, 0/1,
0/2.
STOJKOV 5. Eccessivamente arrembante. In
10´, 0/2, 2 perse.
GIOVANNONI 6.5. Rientro sodo, impreciso
ma presente. Stecca tutto nel finale, ormai cotto. In 26´,
3/6, 2/6, 5 rimbalzi.
CHIACIG 6. Solido, il miglior lungo di
giornata. Quando esce, sfoga la sua rabbia. In 15´, 2/4,
11 rimbalzi.
MORASCHINI 6. Tripla contro la zona, una
mano a rimbalzo (2). In 5´, 1/1 da tre.
13-01-2008
Campionato: Biella-Virtus 73-67
Campionato: Biella - Virtus Bologna 73-67 - Tabellini:
Giovannoni 15, Best 13, Di Bella 11, Chiacig 9, Crosariol
7, Garri 6, McGrath 3, Moraschini 3, Lestini, Stojkov, Da
Ros ne.
11-01-2008 - da "bolognabasket.it"
Final Eight di Coppa Italia, la
Virtus affronterà Roma
Nei quarti di finale i
bianconeri dovranno vedersela contro la Lottomatica Roma,
e in caso di successo presumibilmente con la
lanciatissima Montepaschi Siena in semifinale.
Questo il tabellone
completo:
Montepaschi Siena - Scavolini Pesaro
Lottomatica Roma - La Fortezza Bologna
Premiata Montegranaro - Air Avellino
Angelico Biella - Pierrel Capo D'Orlando
11-01-2008 - da "La
Repubblica"
I Bianconeri perdono in Polonia e
salutano l'Europa
di M. Martelli
Il giocatore con più
talento in campo, Milan Gurovic, può giocare anche solo
mezza partita, nemmeno sudare, aspettando lungo l´arco
la boccia buona, e sparare solo quando c´è da lanciarla
e chiuderla, per scavare il canyon. Basta veramente poco,
a decidere una gara che assegna l´ultimo posto in
classifica, quando il livello è questo, abbassato pure
dalla morìa di americani che colpisce l´una e l´altra
rivale, e che lascia appunto a Gurovic (7/12), ma anche a
Slanina (7/10) e al solito, esplosivo Dylewicz (7/10, 9
rimbalzi, 4 assist), il compito di spezzarla.
La Virtus crolla nella ripresa, dice addio alle speranze
di Eurolega (non che ci si fosse illusi), ma, visto il
buonismo imperante, se ne sarà andata dalla Polonia con
qualche nota positiva. La prima, ed è una novità, è
che nessuno s´è fatto male, e il lazzaretto vedrà
stavolta gente uscire e non entrare. La seconda, più
profonda, è che Pillastrini ha avuto quel che cercava
dai suoi giovani, ovvero minuti decorosi: tolto il brutto
avvio di Da Ros (poi più riproposto), Moraschini in 18´
non ha sporcato (esclusa l´ovvia fatica difensiva su
Gurovic) e Canelo, in 24´, ha dimostrato la solita
personalità, tenendo il campo con freddezza, lucidità
ed interessanti ricami. Poi, ci vorrebbe anche una
vittoria, ogni tanto, o almeno non la rituale sconfitta
di venti. Anche ieri i punti non sono arrivati, se non in
un secondo quarto in cui, riabilitati i "goodfellas"
("Quei bravi ragazzi
"), la Virtus s´era
scoperta improvvisamente e insolitamente lunga. E´ stato
quello, un quarto vinto 20-19, con intensità passabile
almeno in attacco, il momento più interessante della
partita virtussina. Pillastrini, partito benino (5-8, 5 a
fila di McGrath), aveva svuotato la panchina, ma in senso
opposto allo standard: fuori i bimbi, che avevano
iniziato, e dentro i senior, i "maledetti"
appunto, da Lestini a Michelori, ma anche Crosariol. La
Virtus è stata lì, e in vista della gara di Biella,
dove riavrà Best e forse Anderson (ma non, a quanto pare,
Spencer e Giovannoni), può essere la nota più lieta. O
la meno peggio. In quello sprazzo, continuando a subire
in difesa (in particolare, tagli sul fondo e riccioli),
non s´è comunque disunita davanti, trovando linfa
inedita da chi, con Capo d´Orlando, non aveva giocato (o
giocato orrendamente): per questo, i 15 punti (su 31 di
squadra) del trio Michelori-Lestini-Crosariol a metà
hanno consigliato Pillastrini a riutilizzarli, più tardi,
e risparmiare i pochi titolari rimasti, con Chiacig molto
impolverato.
Non è servito lo stesso a vincere. Che visto il Prokom
di ieri, corto, senza americani, con VdS in chiara apnea
(1/9) e un evidente clima da fine corsa, non sarebbe
stata un´impresa. Ci voleva di più, anche da qualche
cavallo in prima linea: come Di Bella, visto in forte
affanno. Contava niente, si sa. Domenica, a Biella, conta
eccome. Oggi invece, in Lega, sorteggi di Coppitalia. Che
sia a Casalecchio non è più in discussione. Manca solo
la ratifica.
10-01-2008 - da "bolognabasket.it"
Eurolega: Prokom-Virtus 79-59
Eurolega: Prokom - Virtus Bologna 79-59 - Tabellini:
McGrath 14, Garri 9, Chiacig 8, Crosariol 8, Lestini 7,
Michelori 6, Canelo 5, Di Bella 1, Da Ros, Moraschini,
Novi ne.
In una partita di
fatto amichevole, e giocata da ambo le parti in maniera
molto rilassata, il Prokom ha colto la seconda vittoria
della sua Eurolega, entrambe ottenute contro la Virtus. A
differenza della partita di andata, forse il punto più
basso toccato dai bianconeri questanno, stavolta i
presenti - tutti italiani pù McGrath - hanno fatto
quello che hanno potuto. Ampio spazio ai giovani e
reintegro di Lestini (che ha giocato un ottimo secondo
quarto). Abbastanza bene McGrath, unico in doppia cifra (14),
e belle cose mostrate da Canelo, che in questa eurolega
sta impressionando davvero per un ragazzo della sua età.
Per il resto partita abbastanza impalpabile, con la pecca
del crollo finale, a cui ormai i tifosi bianconeri sono
tristemente abituati. Cè da dire che stasera
contava meno di zero, però.
Il Prokom, altra squadra delusione di questEurolega,
ha fatto il compitino, senza impressionare
particolarmente. In assenza di Wagner hanno giocato in
tre: lottimo attaccante Milan Gurovic (25), che non
doveva giocare, lautoctono Dylewicz (17) e il
cecchino Slanina (18). E bastato e avanzato.
Cronaca: la Virtus parte bene con McGrath, e va subito
sopra 5-10. Poi però, con una pessima difesa e
concedendo parecchi rimbalzi dattacco, i bianconeri
incassano un 11-0. 20-16 a fine primo quarto.
Il secondo quarto è godibile: il Prokom segna con
continuità ma la Vidivici, con Canelo in regia, resta
attaccata alla partita, soprattutto grazie al contributo
di Michelori e del figliuol prodigo (si spera) Lestini.
39-36 a metà, con tripla del pareggio di McGrath
annullata perché fuori tempo massimo.
Dopo la pausa la Virtus fatica parecchio, anche perché
Moraschini (classe 1991!) fa quel che può ma ovviamente
non è ancora pronto per questi livelli. Slanina e
Dylewicz portano il Prokom al +10 (56-46), i bianconeri
limano poi qualcosa con McGrath e con una gran giocata di
Canelo per Crosariol. 58-51 al 30°. Ci sono però i
prodromi del crollo, che arriva puntuale nellultimo
quarto. Milan Gurovic ne ha voglia, ed è giocatore che
se in serata può fare quello che vuole. Così succede, e
la Virtus fa in fretta a crollare. Si vedono alcune belle
cose di Canelo (bel tiro e qualche assist), e poi stop.
Il Prokom raggiunge comodamente il ventello, poi ampio
spazio ai giovani di qua e di là e finisce in fretta 79-59.
Domenica a Biella si fa sul serio, rientrerà qualcuno ma
in ogni caso trattasi di trasferta proibitiva.
LE PAGELLE
Crosariol - Voto 5,5 (8 pt, 4/8 da 2)
Il duello con Van Den Spiegel lo sveglia un
po. Era ora, anche perchè giocare peggio delle
ultime partite, cominciava ad essere effettivamente
complicato.
Chiacig - Voto 4 (8 pt, 2/7 da 2)
La faccia sembra quella di Crosariol, non il
massimo per uno che dovrebbe rappresentare la vecchia
guardia. Dentro da subito, finisce presto a sedere, per
rialzarsi poi poche volte.
Michelori - Voto 5,5 (6 pt, 0/1
da 2, 1/1 da 3) Appannato e sempre un po in
ritardo, eppure non molla un centimetro, soprattutto in
difesa.
Di Bella - Voto 5 (2 pt, 1/6 da 2,
0/1 da 3) Tre rimbalzi subito, poi comincia a
gestirla a modo suo, testa bassa e pedalare. Non
benissimo, stavolta.
Canelo - Voto 6,5 (5 pt, 1/3 da 2)
Sale di tono a cavallo tra il terzo e il quarto
periodo, con una fiammata che tiene su la Virtus in un
momento di difficoltà, facendo vedere che per il futuro,
anche ad alto livello, potrebbe avere qualcosa da dire.
Lestini - Voto 6,5 (7 pt, 2/5 da
2, 1/1 da 3) Smessa la calzamaglia
dordinanza, fa vedere come la ruggine
dellultimo mese non sia riuscita ad intaccar
granchè. Sette nel secondo periodo, con un paio di
movimenti alla Holland, una gran linea di fondo presa e
chiusa schiacciando e una bella stoppata su bomba di
Slanina.
Da Ros - Voto 5 (0 pt, 0/1 da 2,
0/1 da 3) Non bene al tiro, che non entra neppure
piedi per terra. Panchinato presto, non torna più.
Garri - Voto 4,5 (9 pt, 3/7 da 2,
1/3 da 3) Il tabellino gli dà ragione,
limpatto sulla partita, nettamente torto. Un paio
di buone cose, a fare il paio con indecisioni e giocate
sgraziate che dicono che non era la sua serata.
McGrath - Voto 6,5 (14 pt, 4/7 da
2, 2/3 da 3) Ottima partita offensiva, con un paio
di arresti, sia in area che da fuori, decisamente ben
eseguiti.
Moraschini - Voto 6 (0 pt, 0/1 da
2, 0/1 da 3) Quintetto in Eurolega, con lonore
di marcare uno come Milan Gurovic. Rientra a babbo morto,
spicca per voglia di fare, soprattutto dietro.
10-01-2008 - da "Il
Resto del Carlino"
Emergenza e perdono, la Virtus
richiama Lestini
di G. Cristofori
Era fuori squadra dal
disastro di Kaunas datato 13 dicembre. Su di lui e su
Delonte Holland, due giorni dopo, si abbattè la scure di
un Claudio Sabatini infuriato per la figuraccia rimediata
contro lo Zalgiris, ma soprattutto per
latteggiamento dei due giocatori. Ora, dopo sette
partite vissute in tribuna (2 di Eurolega e 5 di
campionato), Federico Lestini ha loccasione della
vita: un po perché, forse, lira del patron
si è attenuata,un po perché lemergenza di
una squadra decimata dagli infortuni ha spalancato le
porte ai pochi senza acciacchi.
FedericoO Lestini stasera alle 19,45 in diretta Sky,
sarà negli undici (tanti ne ha messi insieme Stefano
Pillastrini, con nove si prende la multa) che
affronteranno sulle mattonelle dellOlivia Sport
Hall di Sopot il Prokom, fanalino di coda del girone.
Unica squadra delle otto che compongono il girone A che
sta dietro ai bianconeri, ma anche cenerentola capace di
raccogliere gli unici due punti in classifica al
PalaMalaguti.
Unoccasione in più, per Lestini, di mostrare che
qualcosa è cambiata dentro di lui e dentro la squadra.
Perché la serata del 14 novembre è stato forse il picco
più basso di tutta la mezza stagione bianconera, e ha
spezzato qualcosa nel rapporto tra i tifosi del
PalaMalaguti e una squadra strapazzata da un Prokom privo
dei giocatori più rappresentativi e ancora senza
successi.
Lestini, dunque, torna forse nella partita più inutile
dellEurolega virtussina, ma in quella più
importante sul piano morale.
Difficile giocarsela senza Best, Spencer, Giovannoni, e
Anderson, ma anche relativamente facile farlo senza
pressioni di risultato, perché nessuno crede più che si
possa arrivare alla top 16 anche se, a disposizione, ci
sono ancora otto punti e lo scontro diretto con
lOlimpia Lubiana. Unico obbligo, per il gruppo di
Pillastrini, è di giocare con la faccia giusta e di
reggere il confronto sul piano del coraggio e della
volontà. Un compito più facile per Di Bella, abituato
alle cariche di cavalleria e a sbucciarsi le ginocchia
sul parquet.
Ma è fuori di dubbio che il figliol prodigo Lestini e il
Crosariol sotto accusa non solo per lorrida partita
con Capo dOrlando, dovranno fare qualcosa più
degli altri, non delegando scelte coraggiose e iniziative
alla spavalda gioventù di Jean Carlos Canelo.
E chissà che questo primo passo di avvicinamento
tra la società e il venticinquenne pescarese, non possa
portare a un perdono definitivo nei confronti di un
giocatore sul quale, ad inizio stagione, si è speso un
contratto di quattro anni.
08-01-2008 - da "La
Repubblica"
Dietrofront, Sabatini rifà la Final 8 e
venerdì batterà la concorrente Roma
di M. Martelli
Venerdìì 11
l´assemblea della Legabasket assegnerà definitivamente
la sede della Final Eight di Coppitalia. O meglio, la
confermerà dov´è sempre stata, al di là dei soliti
sussurri e grida, debitamente amplificati: così almeno
s´è chiusa la movimentata giornata di ieri, facendo
capire che Bologna, anzi Casalecchio, sarà quasi
certamente il teatro dell´evento. Questo, dopo ore in
cui era salita la candidatura di Roma, offerta dalla Lega
davanti al rinunciante Sabatini. Che, nella riunione di
ieri mattina, senza il board di saggi ma col solo Sacrati
"esterno" alla faccenda, aveva ammorbidito la
sua posizione, dichiarandosi disposto a organizzarla per
questa stagione e rinunciando per le prossime due, con
Roma a rimorchio. Al termine del meeting, all´ora di
pranzo, la Lega diffondeva «che ogni decisione sulla
Final Eight era demandata all´assemblea di Lega di
venerdì».
Quattro ore più tardi, il comunicato chiave. Lo scrive
la Virtus, confermando «l´organizzazione a Bologna di
"Basket for life", la manifestazione dedicata
al Basket Giovanile Europeo e Italiano», già presentata
in pompa magna a Roma, il 18 dicembre. «Con questa
decisione - si prosegue - Virtus conferma la propria
volontà a lavorare per la promozione del basket e
mantiene l´impegno preso di offrire ai giovani
un´importante occasione di incontro e di visibilità".
Impensabile il doppio evento (a Roma la Final Eight, a
Bologna le iniziative sponsorizzate dalle istituzioni),
la Virtus galoppa verso la definitiva assegnazione.
08-01-2008 - da "La
Repubblica"
Sabatini: "Ora decida la Lega
Basket, io i tornei giovanili li faccio"
di Walter Fuochi
Sabatini, facciamo a
capirci. Ieri mattina lei è deciso a non organizzare
più le finali di Coppa Italia, strappate due mesi fa a
tutti i costi, va in Lega a dirlo ai capoccioni e di là
abbozzano che sta bene così, pronti a sciogliere tutti
gli impegni. Dopodichè lei dovrebbe uscire contento come
una pasqua, liberato da un peso, e invece esce incazzato
nero, più che mai deciso a ripigliarsele.
E´ così o no?
«E´ così».
Adesso ci sarebbe da spiegare.
«Nulla di più semplice, se uno valuta un fatto. Che io,
al mio progetto su queste finali, tirato su mettendoci
faccia, tempo, soldi e organizzazione, ci credevo davvero,
senza la polizia al palasport e con tutto il contorno di
manifestazioni giovanili destinato a diventare il cuore
dell´evento. Mi spiaceva rinunciarvi e anzi non lo farò:
il "Basket for life" noi della Virtus lo faremo
in ogni caso, con o senza Final Eight. Poi, tutto verrà
deciso venerdì in assemblea e io, anche se ieri era
emersa una forte candidatura di Roma, una controproposta
l´ho fatta».
Quale?
«Questa. Ormai sono partito, molti accordi li ho stretti
e posso andare fino in fondo. Anzi, ci vado, perché ho
impegni con la federazione, ho squadre estere in arrivo
che non posso rispedire a casa e così la mia parte la
farò, confermando tutto il cartellone. In Lega ora sanno
che non smonto nulla, e confido che questo gesto di buona
volontà, per il bene del basket, venga apprezzato.
Facciamola, questa Final Eight, quest´anno a Bologna,
così non ci avvitiamo pure in cause infinite, perché io
i miei danni li ho già patiti, e poi, volendo, i
prossimi due anni si cambia, rinunciando all´accordo
triennale. Aspetto venerdì: con più fiducia, in serata,
rispetto ai colloqui, poco incoraggianti, del mattino».
Rifacciamo un passo indietro. Perché non voleva
più organizzare la Final Eight?
«Perché m´avevano detto che Sky e Tim non vogliono
parlare con me, ma solo con la Lega, e allora mi sento
come l´organizzatore di Sanremo che non dialoga con la
Rai e con le case discografiche. Possibile?».
In effetti no. Però, dica la verità: l´affare
la tentava meno perché queste otto finaliste non
muoveranno eserciti di tifosi.
«No, per me è un buon cast».
Altra remora: questa Virtus malridotta non
passerebbe mai il primo turno e, senza pubblico
bianconero, il bagno in gradinata sarebbe ancor più
certo.
«Magari, fra un mese, questa Virtus è messa meglio e va
in finale. E non sarei così pessimista sul pubblico. Ci
sono piazze che porteranno gente. In ogni caso, se non ci
credevo mollavo. Invece sono qui ad insistere. Anche se,
nella chiesa del basket, mi sento sempre più di stare a
dispetto dei santi».
La sua Virtus era pure qualificata, come ottava
in classifica. Il diritto a partecipare era salvo.
«Il diritto c´è, ma la voglia è poca. Si giocasse a
Roma, valuterei se andare o no».
Perdoni, nello sport si va e basta.
«Lo so. Ma posso non trovarmi bene, qualche volta?».
Certo, del resto lei ha messo in vendita la
Virtus e non si fa più vedere alle partite a Casalecchio.
Messaggio: questa non è più la mia chiesa.
«Sì, resto deciso ad uscirne. E confermo che è
arrivata alla banca indicata una manifestazione
d´interesse, da parte di un gruppo industriale bolognese,
noto in città».
Già visto nel basket?
«No. E su questo, basta così».
Diceva: deciso ad uscire. E pure a non tornare al
palazzo?
«Oggi ho una sola risposta. Mai. Domani magari mi torna
voglia. Ma non tollero più, in casa mia, le offese e gli
insulti che 5-6 persone, dietro di me, non mi fanno mai
mancare».
Via, bastano 5-6 persone a far prendere una
decisione così?
«Cinque o sei che ho ben individuato. Più tutto il
resto».
06-01-2008 - da "bolognabasket.it"
Campionato: Virtus-Capo d'Orlando
87-90
Campionato: Virtus Bologna - Capo d'Orlando 87-90 - Tabellini:
Spencer 21, Garri 16, Best 15, Di Bella 13, McGrath 11,
Da Ros 7, Chiacig 2, Crosariol 2, Moraschini, Masciadri
ne, Pederzini ne.
Brutta battuta d'arresto
casalinga per la Virtus, che seppur decimata ha perso una
partita che poteva vincere, e vede ancora una volta
piangere la sua classifica. Ora il settimo posto è a ben
6 punti di distacco, e domenica c'è la temibile
trasferta di Biella ad attendere i bianconeri (dopo la
massacrante trasferta in Polonia). Insomma, la stagione
bianconera, nata sotto una cattiva stella, continua a far
soffrire i tifosi. Visti i tempi che corrono, meglio
volare bassi e guardarsi dietro.
Priva di Giovannoni e di Alan Anderson, La Fortezza ha
fatto quello che ha potuto. Dopo una partenza terribile (5-20)
i bianconeri si sono rialzati, grazie soprattutto a un
Garri davvero super (16+9 e gran difesa), conducendo per
quasi tutto il secondo tempo. Capo D'Orlando però, col
suo attacco stellare, non ha mai mollato, è stata brava
a rimanere attaccata alla partita e nel concitato finale
è stata più fredda. Sono risultati decisivi un errore
in penetrazione del febbricitante Best e soprattutto un
libero sbagliato da Spencer (comunque nettamente meglio
delle ultime uscite) a 20. La provocazione di
stasera è: con Giovannoni out è stato dato tanto spazio
al pur volitivo Da Ros. L'Andrea Michelori visto giovedì
in Eurolega non avrebbe fatto comodo? Questo anche
perchè Andrea Crosariol sta attraversando davvero un
periodo terribile: dannoso in campo e con brutto
atteggiamento , cose che gli hanno causato fischi a
ripetizione da parte del pubblico.
Cronaca: partenza terribile dei bianconeri: errori a
raffica e contropiedi siculi: 0-8 prima, 5-20 poi, con
Slay e Diener onnipotenti. Pillastrini, dopo aver provato
invano i baby Da Ros e Moraschini, è costretto a
schierare il febbricitante Best, e le cose almeno in
parte cambiano. La difesa migliora un po', e Spencer e
Garri propiziano il parziale di 10-2 che tiene la Virtus
in linea di galleggiamento: 15-22 al 10°. La rimonta si
conclude a inizio secondo quarto, che inizia co n un
pererentorio 7-0 per il 22 pari. Pozzecco però non ci
sta, e riporta avanti i suoi a suon di triple. Ma la
Virtus ora c'è, davanti e dietro, a parte il pessimo e
fischiatissimo Crosariol. Spencer e un imperiale Garri
firmano l'aggancio e il primo vantaggio bianconero. La
Virtus tocca anche il +5 (40-35), ma poi si spegne di
nuovo la luce e un indiavolato Poz firma un altro
parzialone per chiudere il tempo: 10-0 paladino e 40-45 a
metà.
Si riprende, Capo torna subito a +7, ma la Virtus
reagisce col suo capitano: Fabio Di Bella firma un 8-0,
poi Pozzecco dopo essersi schiantato contro un fermissimo
Garri protesta per ore e si prende tecnico e fischi a
carrettate. La Fortezza va avanti, ma gli orlandini
restano attaccati alla partita, ringraziando anche due
triple estemporanee di Wojcik e Ndoja. 69-64 al 30°, con
tripla finale di Da Ros. E' ancora Da Ros a firmare il +7:
71-64, ma la Pierrel ricuce immediatamente, e si riporta
anche avanti. Quando Diener firma il 76-81 a 4' si mette
male. Best e Chiacig pareggiano, però. Gli ultimi due
minuti cominciano in parità e sono incandescenti. Dopo
liberi vari, e un errore di Best in penetrazione,
spariglia Slay a 35: 83-85. Spencer ha i liberi del
pareggio, ma ne sbaglia uno. Diener di là non perdona, e
finisce qua: 87-90.
LE PAGELLE
Spencer - Voto 5,5 (21 pt, 3/7 da 2,
2/8 da 3) Non comincia granchè bene, piantando
sul ferro una schiacciata a difesa schierata: panchinato
a furor di popolo, torna con il paio di canestri che
rianima una Vu nera precipitata fin sul -15, prima di
gettare al vento la tripla del potenziale pareggio nei
secondi finali.
Crosariol - Voto 4 (2 pt, 1/1 da
2) Irritante e svogliato ben oltre il tollerabile,
ma non è una novità.
Best - Voto 6,5 (15 pt, 5/7 da 2,
1/2 da 3) Dentro nonostante la febbre, riapre una
partita che nei primi cinque minuti i suoi avevano di
fatto già chiuso, pur concedendo limpossibile a
Pozzecco. Guida lassalto finale, chiudendo stremato:
encomiabile.
Chiacig - Voto 5,5 (2 pt, 0/2 da
2) La giocano gli esterni, il poco spazio che
resta per lui è sfruttato anche male, fino alla stoppata
che zittisce il tentativo di pareggiare di Pozzecco a uno
dalla fine.
Di Bella - Voto 6 (13 pt, 3/7 da
2, 1/2 da 3) Una fiammatona nel terzo periodo, con
otto punti filati tredici nel quarto - che
svegliano i suoi, ma la sua partita è tutta lì.
Moraschini - Voto ng
Quattro minuti stando ben attento a non far danni.
Da Ros - Voto 6 (7 pt, 2/4 da 2,
1/4 da 3) A sorpresa in quintetto base, riesce a
ritagliarsi il suo momento di gloria a cavallo tra terzo
e quarto periodo, con cinque punti nel miglior momento
offensivo dei suoi.
Garri - Voto 7 (16 pt, 3/8 da 2,
3/8 da 3) Sfiora la doppia doppia, mette le mani
ovunque anche cinque recuperi senza
purtroppo risultare decisivo. Degni di nota gli undici
tiri tentati nel solo secondo periodo.
McGrath - Voto 6 (11 pt, 1/2 da 2,
3/5 da 3) Sgravato dai compiti di regista, ha modo
di far male a modo suo, con ottime percentuali dal campo.
Pillastrini:
Al di là dellamarezza per la sconfitta,
vorrei segnalare le condizioni di chi ha giocato con
voglia nonostante i problemi. Siamo partiti male, poteva
essere una partita che ci avrebbe fatto fare il salto di
qualità. Non abbiamo difeso bene in avvio, in un attimo
abbiamo subito tanti canestri, poi abbiamo cominciato a
batterci bene anche in difesa. Siamo saliti di tono con
il passare del tempo, poi ci è mancata lenergia
che ti porta a vincere partite di questo tipo. Non è il
caso di parlare di tecnica, nel finale il nostro problema
è stato fisico, non siamo riusciti a tenere i loro uno
contro uno.
E antipatico parlare delle assenze extrainfortunati:
io non voglio passare per uno che non prende mai
posizione, io sono responsabile delle scelte tecniche. Su
Michelori questestate la società ha preso una
strada e una decisione, mettendo al suo posto altri
giocatori. Ad oggi a livello di tesseramenti non siamo
messi malissimo, visti anche i progressi di Da Ros,
abbiamo deciso di andare avanti con i giocatori che ad
oggi ci sono. Negli ultimi giorni, dopo linfortunio
di Giovannoni, non ho chiesto alla società di far
giocare Michelori. Io sono qui per vincere, ma anche come
parte di un progetto che vuole costruire in casa i
giocatori di alto livello. Chiaramente, tutto può essere,
sia per Lestini che per Michelori, ma questa scelta ha
una logica, condivisibile o meno.
05-01-2008 - da "La
Repubblica"
Final Eight, lunedì si decide; e
Michelori spera nel reintegro
di M. Martelli
Lunedì incontro in
Lega fra Virtus, Siena, Fortitudo, Montegranaro, Roma e
Milano per provare a definire l´organizzazione delle
Final Eight dopo la retromarcia di Sabatini, che ieri sul
sito internet della Virtus ha pubblicato la lettera
privata che il presidente di Lega Corrado aveva inviato a
tutti i club lo scorso 2 gennaio. Una lettera nella quale
Corrado si diceva «estremamente preoccupato per
l´organizzazione del prossimo evento». L´11 è in
programma un´assemblea dei club e una decisione, fra
lunedì e quel giorno, andrà presa. Intanto dopo l´infortunio
di Giovannoni la Virtus è di fronte a un bivio. Ci
vorrebbe poco a reinserire, da domenica, Michelori, che
in Coppa è andato benone. Ma sapete la storia: niente
rinnovo, niente iscrizione a referto. Dove la Virtus,
comunque, ad oggi è solo a 13 giocatori. S´è parlato
di Marcus Melvin ma l´obiettivo numero 1 era Leroy Hurd,
americano di Rieti che Pillastrini conosce benissimo. A
Rieti la Virtus aveva offerto Michelori e Crosariol:
respinta. Ora, il bivio. O temporeggiare, o investire su
un comunitario (perché altri Usa, con visto, non ce ne
sono), o piegarsi alla logica e reinserire Michelori,
privilegiando, per una volta, una scelta sportiva e di
pallacanestro.
04-01-2008 - da "Il
Corriere di Bologna"
Si
stira Giovannoni: salterà Capo D'Orlando
di A.
Beltrama
La stagione storta
della Virtus passa davanti a Pillastrini in un fotogramma:
le ostilità sono appena cominciate, Giovannoni si
accascia. Sospetto stiramento alla coscia per il
brasiliano che, zoppicando, imbocca la porta dello
spogliatoio e contro Capo D'Orlando non ci sarà. A conti
fatti, è questo l'unico episodio che staff e tifosi
bianconeri hanno diritto di rimpiangere. L'Olympiacos si
impone 91-80, ma l'esibizione della Vidivici non è da
buttare, alla luce delle precedenti figuracce europee.
Brillano Stojikov e Canelo, in doppia cifra e invocati a
fine gara dalla curva. «È stata un'emozione incredibile,
ringraziamo il nostro maestro Sanguettoli. Cosa ci manca
per diventare forti? Tutto», dicono all'unisono ai
microfoni di Sky. Peccato che anche questa volta, come
ormai accade da quattro partite consecutive, non ci fosse
il patron Sabatini. Avrebbe apprezzato. Fedele ai
proclami della vigilia, quando non aveva nascosto di
pensare già al match di domenica, Pillastrini preferisce
non rischiare: in tribuna c'è Alan Anderson, Di Bella
non entra nemmeno, Chiacig gioca il minimo indispensabile.
Eppure la Vidivici dei primi minuti gioca sul serio. La
Virtus, piccola per forza, non ha scelta: pressa la palla,
anticipa le linee di passaggio dentro l'area, riesuma un
cinque fuori da Propaganda. I bianconeri giocano 4'
minuti di pallacanestro davvero pregevole, essenziale e
sciolta, che valgono il 18-14 del primo quarto e gli
applausi convinti del palazzo. Non si sentono più i
«meritiamo di più» che avevano echeggiato lugubri
durante la partita con il Tau . Normale che poi, quando
si fa sul serio, i greci vadano via comodi, spinti dai
muscoli di Marc Jackson, dai voli di Qyntel Woods e dalla
accelerazioni di Lyn Greer. Talenti che, allo stato
attuale delle cose, sono al di sopra delle possibilità
di questa Virtus. Sul vantaggio in doppia cifra di fine
primo la gara è virtualmente conclusa, l'Olympiacos
amministra, la Virtus continua a sbucciarsi su ogni palla.
E finalmente lo scarto finale è quello di una partita di
pallacanestro, non di una mattanza
03-01-2008 - da "bolognabasket.it"
Eurolega: Virtus-Olympiacos
80-91
Eurolega: Virtus Bologna - Olympiacos 80 -
91 - Tabellini: Spencer 17, Canelo 11, McGrath 10,
Stojkov 10, Garri 9, Michelori 8, Chiacig 7, Giovannoni 5,
Crosariol 3, Da Ros, Novi, Di Bella ne.
Nel giorno dell'ennesima
provocazione di Claudio Sabatini (ancora assente), che
minaccia di non organizzare le final8 di Coppa Italia per
disaccordi con la Lega sulla gestione pubblicitaria, la
Virtus è uscita sconfitta per 91 a 80 contro un
Olympiacos con svariate assenze, ma comunque strabordante
di talento offensivo. I rossi pireoti in pratica hanno
giocato in tre: lo straniero di coppa Woods (17), Lynn
Greer (23 al rientro) e Marc Jackson (16). Per gli altri
serata di riposo, ma è bastato e avanzato per la prima
vittoria esterna stagionale in Europa.
Per la Virtus, alla fine dei possibili 5 assenti ne sono
mancati due: Alan Anderson e Fabio Di Bella, nei 12 solo
per onor di firma. Dopo soli 4 minuti si è poi
infortunato Giovannoni (problema muscolare), le cui
condizioni andranno rivalutate. La Vidivici, come aveva
promesso il suo allenatore, ha comunque giocato una
partita più che dignitosa, dando ampio spazio ai giovani.
Stevan Stojkov (10 e 7 assist) e Juan Carlos Canelo (11),
impiegati a turno in regia, hanno giocato decisamente
bene, e sono la nota più lieta di stasera: doppia cifra
per entrambi i ragazzi classe 1989. Altra nota lieta è
Andrea Michelori, apparso in buona forma e impiegato per
22': 8 punti, 7 rimbalzi e la grinta che tutti i tifosi
ricordano e amano. Schierandolo anche in campionato la
Virtus potrebbe forse risolvere in casa il problema del
cambio del 4: al momento è un vero peccato
che motivi extracestistici gli impediscano di giocare.
Male invece Dee Spencer, davvero male. Ha talento
offensivo, certo, ma gioca sempre e comunque da solo,
perde palloni (5) in maniera banale, e in difesa lascia
passare chiunque, persino il lentissimo Papamakarios. Non
è una novità, purtroppo: a oggi il suo atteggiamento è
irritante.
Cronaca: si gioca in un palazzo piuttosto vuoto (3765 il
dato ufficiale, generoso). Palla a due, partenza 0-6 e
Spencer fa due falli subito, andandosi curiosamente a
sedere sulla transenna. Ampio spazio a Michelori e ai
bimbi: Stojkov gioca benone, e porta addirittura avanti i
suoi (18-14). Woods però non è d'accordo, e propizia un
8-0 pireota: 20-25 alla prima sirena, quindi. Nel secondo
quarto, nonostante Spencer e Crosariol procurino più
danni che vantaggi, i bianconeri la buttano sulla bagarre
e provano a tenere botta, ma prendono un parzialone poco
prima dell'intervallo, condito dal canestro di
Macijauskas sulla sirena dopo scippo a un attonito
Chiacig: 40-50 a metà.
Nel terzo quarto, che scorre liscio, per i bianconeri in
particolare impressiona Canelo, che scippa Lynn Greer e
infila un canestro difficilissimo. 59-71 al 30°. Anche
nell'ultimo quarto niente di particolare da segnalare, se
non il raggiungimento della doppia cifra per entrambi i
cinni. Finisce 80-91. Domenica arriva Capo D'Orlando:
lì conta per davvero, e si spera di recuperare qualche
pezzo.
LE PAGELLE
Spencer - Voto 5 (17 pt, 2/5 da 2,
2/5 da 3) Si adegua allandazzo svagato e
sufficiente degli avversari, trovando qualche canestro
estemporaneo tra un pallone gettato alle ortiche e
clamorosi buchi difensivi.
Crosariol - Voto 5 (3 pt, 0/3 da
2) Una stoppatona su Woods dopo avere subito di
tutto e di più da Tsakalidis, prima di riscoprire una
buona mano dalla lunetta.
Giovannoni - Voto ng (5 pt, 1/1
da 2, 1/1 da 3) Finisce kappao nel primo quarto
con problemi muscolari a una coscia, dopo una buona
partenza. Peccato.
Chiacig - Voto 5,5 (7 pt, 2/8 da
2) Tanti falli e tanta fatica, finisce
meritatamente panchinato.
Michelori - Voto 7 (8 pt, 1/2 da
2) Picchia come forse mai prima doggi,
raccogliendo rimbalzi e qualche punto dalla spazzatura.
E ancora visibilmente indietro, ma la voglia di
giocare è di quelle che non possono non piacere.
Canelo - Voto 7 (11 pt, 4/8 da 2,
1/1 da 3) Non ha paura di niente e di nessuno,
specialmente se deve attaccare il canestro. Piacevole,
piacevolissima sorpresa.
Da Ros - Voto 6 (0 pt, 0/1 da 2,
0/1 da 3) Più minuti oggi che nel resto della sua
stagione, non esattamente poco.
Garri - Voto 6,5 (9 pt, 2/2 da 2,
1/4 da 3) Limpegno cè, i risultati
meno, ma non sono comunque da buttare.
McGrath - Voto 5 (10 pt, 0/1 da 2,
2/6 da 3) Fuori ruolo, sbaglia quasi tutto lo
sbagliabile.
Stojkov - Voto 7,5 (10 pt, 2/2 da
2, 2/4 da 3) Il quintetto lo galvanizza, lui ci
mette il piglio e i punti che mancando Anderson
avrebbe dovuto metterci Spencer e tiene a galla la
Vu nera nella prima metà. Doppia cifra per lui,
soddisfazione ampiamente meritata.
03-01-2008 - da "Il
Resto del Carlino"
Virtus in vendita, cè già chi sta
bussando alla porta
La prima
dichiarazione di interesse per
lacquisto della Virtus Pallacanestro è arrivata
negli uffici della Neos Banca. Si tratta
dellistituto di credito il direttore
generale è Maria Lucia Candida al quale Claudio
Sabatini ha affidato lincarico per la vendita del
club. Per evitare speculazione e troppa pubblicità.
Lannuncio choc del 23 dicembre scorso non è dunque
caduto nel vuoto. La Virtus è in vendita
aveva detto il patron, senza precisare la cifra richiesta
per lacquisto, ma ricordando una volta di più come
il club bianconero spenderà per questa stagione 7
milioni di euro, incassando una cifra leggermente
superiore. Ancora top secret il gruppo interessato
allacquisto che, a questo punto, potrebbe fare un
ulteriore passo, bussando alla porta di Stefano Nannucci,
commercialista di fiducia del gruppo Sabatini
insieme con Claudio cè il fratello Fabio
per leggere le carte.
Sabatini è proprietario del marchio bianconero dal
settembre 2003, da quando cioè evitò il fallimento del
club, facendolo ripartire dalla Legadue (dopo che la
federazione lo aveva cancellato) grazie allintesa
raggiunta con il Progresso Castel Maggiore.
Virtus prossima alla vendita? Sabatini, che ha disertato
le ultime tre uscite della prima squadra (ma ieri sera
era a San Lazzaro per assistere allesordio della
formazione bianconera allenata da Giordano Consolini
nello storico torneo), dallantivigilia di Natale
sè concesso un po di riposo, con la famiglia,
a Cortina. Nessun commento da parte della proprietà, ma
gli amici sostengono che il patron non ha cambiato idea:
la Virtus è in vendita.
E se la dichiarazione di interesse sarà valutata
sufficiente, il club potrebbe cambiare proprietà. Da
lunedì, secondo i bene informati, si comincerà a
giocare a carte scoperte. Unocchiata al mercato,
infine: Delonte Holland potrebbe tornare a Varese.
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