GENNAIO 2008

 

31-01-2008 - da "virtus.it"

Federico Lestini in prestito temporaneo alla Pallacanestro Cantù

Virtus Pallacanestro Bologna comunica di aver raggiunto un accordo con Pallacanestro Cantù per il prestito temporaneo di Federico Lestini fino alla fine della stagione in corso. La società ringrazia Pallacanestro Cantù per la collaborazione e augura a Lestini un grosso in bocca al lupo per il prosieguo di questa stagione in una società seria che potrà arricchire di esperienza la sua carriera professionale


31-01-2008 - da "La Repubblica"

Messina non fa sconti alla Virtus

di F. Forni

Finisce come doveva l´imbarazzante stagione della Virtus in Eurolega: i fatti gridano, e non si possono confutare con gli spot. Massacrata senza remore né sconti, come giusto, dal Cska di Messina, perfetta replica, crudele e reale, solo a parti invertite, dei tempi che furono. La VidiVici attuale subisce sempre e solo lezioni di ogni tipo: l´ultima, da una delle capoclasse, è stata esemplare. Il compito di Pasquali rimane lo stesso: racimolare morale e sostanza dopo una frullata del genere continua ad essere arduo, sperando che il secondo, impegnativo, faccia a faccia col suo passato, domenica a Treviso, sia meno cinico ed impervio. Adesso deve archiviare quella che gli annuari classificano come la peggior Vu nera da esportazione dell´era moderna: chiusa l´Europa con 2 vittorie e 12 sconfitte, le ultime 8 filate, la famigerata Virtus del 2003 straccia il paragone: andò addirittura alla Top 16, con un record di 6-8 nella fase regolare, poi sceso a 0-6 dopo l´ingresso fra le migliori. E se oggi Le Mans batterà Milano, Bologna sarà l´ultima delle 24 d´Eurolega: anche se solo per differenza punti, sarebbe l´ennesima umiliazione. Il record alla rovescia non battuto è il -43 preso a Glyfada tredici anni fa: ma quella era una squadra che si giocava la bella per la Final Four. E quel muro non è crollato iersera solo perché dall´altra parte non c´era la volontà (e il motivo) per tirare mazzate fino in fondo.Ma forse è stato peggio, perché l´imbarazzo del "vorrei ma non posso" ha sempre aleggiato. Nessuno ha mai pensato che potesse andare diversamente, ma le legnate che sono arrivate subito non hanno avuto precedenti nella storia della Virtus.
La Virtus è stata immediatamente incenerita da un sistema ben diverso per soggetti a disposizione e svolgimento del tema. Il nulla bianconero, davanti e dietro, contro una delle corazzate meglio organizzate viste quest´anno. Il talento del Cska è stato subito e sempre direttamente proporzionale alla sua efficacia. Giocoforza la VidiVici non ha avuto nemmeno spazio per i sospiri in attacco (1/10 iniziale, 2/19 successivo) incassando un 3-20 in 8´30" già letale. Senza poter reagire, perché non si poteva. Un primo quarto da 5-24 (41 a -10 l´irreale valutazione): da flagellazione, e tale da togliere ogni ottica possibile. Anche quella di provare qualche gioco o recuperare qualcuno.
S´è visto giusto Anderson (10 nel secondo quarto, 7/15, 3 assist), con qualche lampo di dignità, l´unico a poter cercare di giocare a questi livelli. Ma ha fatto poco più che il solletico alla foresta di mani e gambe che sbucavano dalle canotte rosse. Di lui almeno ci si è accorti, perché dagli altri (con McGrath in rottura ormai eterna al tiro) non è arrivata nessuna scintilla. I cesti di Spencer (6/12, 5 triple) hanno avuto la consistenza dello zucchero filato e i guizzi volenterosi di Canelo erano solo coreografici, visto l´andazzo, mentre Giovannoni ha accusato una fitta alla schiena e andrà rivisto. Ma almeno è finita, questa coppa dei tormenti. Messina è venuto a staccare la spina. Quasi un sollievo.

Baci ed abbracci nell´arena semivuota
I pochi applausi del desolato PalaMalaguti sono stati tutti per Messina, entrato all´inizio del riscaldamento, accompagnato da Romano Bertocchi. Qualche minuto ad assistere alla ruota dei suoi, poi l´invocato abbraccio con un centinaio di tifosi sotto la curva, che hanno intonato ripetuti cori: un surrogato affettuoso della cerimonia che doveva esserci e non c´è stata, perché Sabatini s´era già negato alla serata celebrativa dell´Uleb (e Messina l´aveva rimarcato con polemica amarezza). Il palazzo è però rimasto semivuoto fino a 30´ scarsi dal via (Sabatini è arrivato 2´ dopo l´inizio), poi ha preso calore per le presentazioni, nella quale Messina ha incassato un´altra ovazione. Con lui, David Andersen, mentre Smodis era col gruppo, ma ancora inutilizzabile, e Lele Molin era rimasto in ospedale a Mosca (problemi in auspicabile via di soluzione, auguri). Comunque, non più di tremila i presenti. Ed ecco Ettore, alla fine: «Serata particolare, accoglienza commovente e imbarazzante: i miei hanno giocato una partita seria. Ho piacere che la gente abbia apprezzato. Che farò? Il mio ciclo di tre anni finisce: aspetto di vedere cosa succede poi, ma sono sereno». Bocce ancora ferme infine per Diener, che rimane a metà del guado tra Bologna e Milano. S´andrà forse a lunedì.


30-01-2008 - da "bolognabasket.it"

Eurolega: Virtus-CSKA 68-92

Eurolega: Virtus Bologna - CSKA 68 - 92 - Tabellini: Spencer 20, Anderson 19, Di Bella 10, Garri 8, Chiacig 4, McGrath 3, Canelo 2, Crosariol 2, Michelori, Giovannoni, Lestini, Da Ros ne.

E così, anche l'Eurolega bianconera è finita. Termina una competizione nata male (''gita enogastronomica'') e andata anche peggio, con due sole vittore e tante scoppole prese in qua e in là, che hanno contribuito a rendere evidenti i problemi di costruzione e di gestione della squadra. Ora, 30 gennaio, la squadra è profondamente cambiata, l'allenatore anche e gli obiettivi pure. A questo punto, per forza di cose, la massima competizione europea era diventata una palla al piede, e anche fonte di polemiche varie (non premazione degli ex). A questo punto Renato Pasquali deve concentrarsi solo sul campionato, cercando prima di tutto di trovare altri punti salvezza, e poi di ottenere il miglior piazzamento possibile. Si comincia domenica a Treviso, ore 12.
Stasera è stata una partita non diversa da altre viste nell'ultimo periodo. I bianconeri sono partiti malissimo, hanno poi lottato ''dignitosamente'' ma ampiamente perso. Se non altro, è stata una partita utile a Pasquali per ''provare la febbre'' ai suoi. Osservati speciali Spencer e Crosariol. Ventello a babbo morto per il primo - nell'ambito della telenovela Diener si è vociferato di un interessamento del Barcelona (!) per lui – e in ripresa il secondo. 8 rimbalzi catturati e finalmente la faccia giusta. Durerà? Poi, un uomo solo al comando. Alan Anderson, stasera l'unico a poter reggere il confronto contro i marziani vicecampioni d'Europa. 19 punti, 3 assist e 8 falli subiti.
4256 il dato ufficiale presenti: alla presentazione, ovviamente, ovazioni per Ettore Messina e David Andersen. C'è pure uno spiritoso striscione firmato Coniglio Bianconero: ''Ettore, stasera vinci solo perchè non c'è Conroy''
La partita non ha alcuna storia: già dalla palla a due la Vidivici viene letteralmente stritolata dalla spaventosa difesa del CSKA. 5 punti segnati nel primo quarto, e 41 a -10 di valutazione, tanto per capire che aria tira. Nel secondo quarto c'è un bel duello a suon di canestri tra Anderson e Andersen. Poi basta, sostanzialmente. Spazio ai ragazzi (Canelo di qua, Zabelin, Shved e Kashirov di là), vantaggio russo anche oltre il trentello, e timeout ''perfezionisti'' chiamati di qua e di là anche nell'ultimo periodo. Finisce 68-92, un arrivederci alla Divoscion.

LE PAGELLE
Spencer
- Voto 6 (20 pt, 2/4 da 2, 5/10 da 3) – Tre falli a metà, con il poco onorevole merito di essere stato l’unico, insieme ad Anderson, ad aver segnato su azione nel primo tempo bianconero. Meglio nella ripresa, quando evita l’imbarcata ai suoi con un paio di bombe alla sua maniera.
Anderson - Voto 7 (19 pt, 7/13 da 2, 0/2 da 3) – Prova a regger da solo una baracca che, tolti i suoi quattordici, nella prima metà ne imbuca in totale dieci, poi ci pensano gli arbitri a toglierlo dalla partita, con un paio di fischi tutt’altro che limpidi.
Crosariol - Voto 5,5 (2 pt, 1/3 da 2) – Un paio di scarpe da fuori rosa immediato regalano qualche zompo a rimbalzo, senza che lui riesca a concretizzar granchè.
Giovannoni - Voto 5 (0 pt, 0/2 da 2, 0/2 da 3) – Contro Goree, non ci capisce nula, sprecando falli immediati, e perdendo strada facendo anche la mira. Nella seconda metà non si rivede più, peccato.
Chiacig - Voto 4,5 (4 pt, 2/4 da 2) – Mai in valutazione positiva, riporta la sua prestazione vicina a livelli di decenza sul filo di lana, con due canestri a un passo dalla sirena finale.
Michelori - Voto 5 (0 pt, 0/1 da 3) – Un paio di robine a rimbalzo, ma lo smalto dello scorso anno è ancora lontano. Nulla di nuovo, nulla di imprevedibile, la condizione atletica non può esser quella degli altri.
Di Bella - Voto 5 (10 pt, 4/7 da 2, 0/1 da 3) – Falcate degne del miglior Jonathan Edwards – uno dei migliori triplisti del mondo, ritiratosi qualche anno fa – che non portano a canestro e non mettono in ritmo gli altri.
Lestini - Voto 5 – Un assaggino di campo, tanto per dire arrivederci all’Eurolega.
Garri - Voto 5,5 (8 pt, 2/4 da 2, 1/1 da 3) – Ritorna a brontolare, stavolta contro i compagni. Brutto segno.
McGrath - Voto 4,5 (3 pt, 0/1 da 2, 0/5 da 3) – Si trova a dover inventare tiri dal palleggio, non il massimo per uno a cui la mira pare aver detto addio.

Ettore Messina: “E’ stata una serata particolare, ringrazio tutti per l’accoglienza molto affettuosa, che non mi aspetto come dovuta, ma che è commovente e anche a volta imbarazzante. Sono molto contento che i miei giocatori abbiano giocato una partita seria, giocando una pallacanestro piacevole che il pubblico ha apprezzato. Mi sarebbe dispiaciuto vedere i miei venire qui e giocare sciolti: invece hanno giocato bene, e siamo riusciti a dare spazio anche ai nostri giocatori, permettendomi di dare minuti a Holden e Langdon che di solito giocano tanto. Ovviamente, per la Virtus è difficile giocare contro di noi, non è un demerito, ma noi abbiamo una buona squadra. Credo che anche loro nel secondo tempo abbiano provato le loro cose, e gli auguro di fare bene dopo la vittoria di Cantù.
Rispetto al passato, posso dire che sia cambiato il paese. E’ innegabile che le squadre italiane un tempo scegliessero per prime i giocatori, e oggi, vengano dopo le russe, le greche, e probabilmente le spagnole: probabilmente, è cambiato il paese, non è cambiato solo lo sport.
Non ho ancora deciso cosa farò dopo il terzo anno. Ora finiamo la stagione qui, sono tranquillo, so che, senza esser presuntuoso, se non sarà qui a Mosca, sarà comunque una buona squadra. Decidiamo insieme, spero di trovare una situazione seria, lavorando con chi riuscirà a darmi una mano come è stato a Bologna, a Treviso e come è a Mosca”.

Renato Pasquali: ”Non è facile trovare il punto di partenza. Mi rendo conto che affrontare una squadra di Cska, mentre si sta passando da un allenatore a un altro non sia facile, però non siamo questa squadra qui. Quando l’avversario ha una marcia in più, ha più ritmo di te, è abbastanza umano dargliela un po’ su. Mi è dispiaciuto che i miei non abbiano provato a combattere, ma abbiano prima consegnato le armi e poi cominciato a combattere. Ci vuole tempo, ci vuole un po’ di pazienza per fare le nostre cose, diciamo che ci siamo conosciuti un po’ meglio e che ora mi vengono in mano problemi di lunga durata di questa squadra. Abbiamo avuto cose divertenti dagli americani, ma gli italiani, che qui hanno più spazio perché non abbiamo tre americani, ci devono dare qualcosa in più e non qualcosa in meno. Giovannoni ha avuto una fitta alla schiena all’intervallo, rientrando negli spogliatoi, e non è più uscito”.


30-01-2008 - da "La Repubblica"

Il ritorno di Ettore Messina al PalaMalaguti

di M. Martelli

La cosa più strana (ma anche no, vista da qui) è che nella settimana in cui al PalaMalaguti torna il CSKA Mosca di Messina, Andersen, Crippa e compagnia bella, dopo un´estate passata ad immaginarsi un Colbacco-Day e giubilei simili, si parli di tutto tranne che della partita (diretta su Sky stasera dalle 20.30) e del ritorno degli ex. C´è molta, troppa carne al fuoco, di questi tempi, in casa Virtus, e anche ieri pomeriggio a Casalecchio, nell´allenamento di rifinitura a cui ha partecipato l´intera Virtus, senza alcun appiedato, gli argomenti di discussione non spaziavano molto da: 1) come sta questa squadra?; 2) dove finisce Drake Diener?; 3) quanto sarà benedetta la fine di questa sofferta Eurolega?
Il punto due, chiaramente, rimane la storia del giorno. A ieri sera, le parti non erano molto distanti da lunedì, e proprio questo favorirebbe l´attesa della Virtus. Milano aveva dato a Capo d´Orlando 24 ore per scegliere se accettare il buyout di Corbelli (200 mila euro netti) o trattenere il giocatore. S´è cercato di arrotondare la trattativa (con il milanese Aradori in cambio di Gugliotta, oggi in Sicilia), ma difficilmente andrà in porto, e la stessa Olimpia ha ribadito ieri che non si muoverà dai suoi 200 mila euro offerti, di molto più bassi rispetto ai 300 mila che Sabatini è pronto a mettere sul piatto.
Il punto morto a cui era arrivata ieri sera la discussione tra il club siculo e quello lombardo, spinge a pensare che, alla fine, potrebbe essere la Virtus a spuntarla, e nel contempo cedere Dewarick Spencer al Barcellona, club tuttora alla ricerca di una guardia gradita a Dusko Ivanovic (bocciati mille, il virtussino piace). Milano, perdesse Diener, virerebbe su Dante Calabria, o almeno così è filtrato, ieri, dopo una giornata di continui rimpalli, in cui Capo d´Orlando ha comunque chiuso un altro accordo: quello con Samuel Mejia, deputato a prendere il posto di Drake.
«Sono questioni di cui si occupa Sabatini», ha detto ieri Renato Pasquali, che resta come tutti in attesa e che il suo assenso all´affare Diener l´aveva già dato. Lo sguardo del nuovo tecnico, stasera, sarà rivolto solo al parquet. E all´altra panchina, dove siede Ettore Messina, suo capo allenatore alla Virtus e alla Benetton, per la prima volta di fronte in una gara ufficiale. «Avendo lavorato per anni con lui – ha commentato Pasquali -, è difficile non avere assorbito tanto di ciò che ho visto fare a lui e che con lui ho condiviso. Non nego che la mia struttura di allenatore sia abbastanza improntata al lavoro fatto con Ettore. E ne vado orgoglioso, perché parliamo di uno dei migliori d´Europa, un allenatore da tenere sempre d´occhio».
La partita poco, anzi niente. «Ma cercheremo di onorarla. Sarà strana, perché tornano personaggi storici e l´atmosfera sarà di festa. Non è gara da esperimenti, ma una partita da giocare, e proveremo a farlo con intensità, in modo che ci aiuti a crescere dal punto di vista tecnico e mentale. In allenamento sto vedendo buona attenzione e discreta applicazione. Un buon gruppo, che dopo aver visto più gente dietro la panchina che davanti sta superando un momento difficile».


28-01-2008 - da "La Repubblica"

Anderson scaccia la paura

di Walter Fuochi

Alla fine, strappato il cellophan della sua algida eleganza, salta in mezzo ai tifosi ebbri pure Alan Anderson: lui che, allevato per la Nba, forse nemmeno sospettava che tra vincere e perdere, da ‘ste parti, scorre lo spartiacque del dramma. E invece è proprio AA quello che l´ha vinta, la partita della paura, dopo sette batoste di fila: 11 i suoi punti nell´ultimo quarto, suoi i liberi della resistenza, e suo infine il canestro, impervio ed ispirato, che ha scritto il 73-69, a 23´´ dal gong, decapitando le speranze di Cantù.
La Virtus ha così dato a Pasquali i due punti che tutti chiedevano a lui, il nuovo coach, da squadra malata, non arresa, però dubbiosa di tutte le sue scelte. Ha subito dominato, in un primo tempo anche solido, poi sofferto, infine sprintato: 20 punti in 5´ scarsi, nel volatone, se li è pur fatti, dopo aver attraversato il Sahara ed il Gobi. Cantù ha omesso di giocare mezza partita, devolvendo coi suoi moracci stonati un primo tempo di fragilità ed orrori. Ha poi visto di fronte diavoli teneri come agnelli e, di pura inerzia, è rientrata. E quando Mazzarino, a 5´ tondi, ha infilato la bomba del primo vantaggio (58-55, patiti anche dei -16), la fine della Virtus, già in coma costruttivo, e a secco su azione, nell´ultimo quarto, per 5´20´´, pareva scolpita. Lì s´è però manifestato San Bonus, coi generosi liberi dell´ossigeno, lì Anderson ha preso la clava e riposto il piumino e Best infilato un gol vitale (67-65 a 1´30´´). Lo sprint ha sorriso alla vecchia Vu nera, di nuovo con decisivi rimbalzi d´attacco.
Erano stati, quegli zompi, agevolati pure dalle complicità della banda rivale, in cui tutti facevano i ‘pali´, il sugo buono del suo primo tempo di dominip. Pareva già quella la spaccata definitiva e invece era un inganno. Eppure lì, sotto i cristalli, è svoltata questa partita gobba, macchiata da percentuali povere, sporcata da 45 palle perse (23 a 22, nessun pianga). 47 a 26 i rimbalzi alla fine, 24 offensivi concessi da Cantù, 15 nel primo tempo dei solchi scavati. Qui, tirando almeno due volte ad azione, o segnando dopo rimbalzo 16 punti dei suoi 43 (il conto l´ha fatto Dalmonte, compaesano che ringrazio), una Virtus che da fuori non la metteva mai s´è presa tutto, cercando pure il gioco interno, per poi perderlo nel secondo tempo, sui raddoppi di Cantù, che l´hanno mandata in asfissia, perché nessuno faceva più gol. Dieci punti bianconeri nella siccità del terzo quarto, quando la Tisettanta animata da Toure è approdata ad un potabile -4. Oltre 5´ senza gol nel quarto, quando la Vu s´è trovata sorpassata. E poi 20 punti negli ultimi 5´, già detto.
Così è finito in festa il matinèe che avevamo avviato, nel foyer di Casalecchio, commentando il Diener preso nella notte da Milano, e non da Bologna, indagando sull´odierno Cda della stessa Olimpia, cui Sabatini presterà orecchie attentissime (se entra là, esce qua, ma può pure passare la patata in mani familiari), aspettando il ritorno di Michelori, l´esordio di Pasquali e contando finalmente in bianconero dodici titolari adulti e vaccinati. Poi, all´apertura delle gabbie, la Virtus è partita sbranando. I primi tre attacchi di Cantù sono stati palloni scippati dai bianchi, il punteggio è lievitato subito a 8-0, poi a 17-5, con una sola squadra in campo. Quasi ci si disponeva a una partita serena: rara, da queste parti. Ma così filava solo il primo tempo: Fitch e Toure davano linfa a Cantù, non Wood, tenuto a un anonimo 2/5 finale, e anche soffrendo di cali seri con l´ingresso dei rincalzi la Virtus volava. +14 al thè, ma nulla di fatto, visto il prosieguo. Poco è cambiato, per ora. Forse una sola cosa: alla salvezza mancano 4 vittorie, non più 5.

LE PAGELLE di Walter Fuochi
Spencer - Voto 4,5 – Panchinaro quando smette di infilare i (pochi) tiri, visto che tutti difendono meglio di lui, guarda il finale dalla panca. Si cercava Diener, che va a Milano, si cercherà qualcun altro. In 30', 2/6, 1/4, 4 perse.
Best - Voto 6,5 – Prende in mano i destini di tutti e li pilota in porto, nei 3' finali in cui, Pasquali dixit, l'ordine è che tenga la palla e la usi come vuole. La tripla del 67-65 è oro (ma subito gliela ribalta Fitch), l'entrata dopo è cieca (ma a rimbalzo lo salva Garri), poi cerca e trova Anderson per il gol-partita. Sostanza, comunque. E un gran bell'avvio. In 27', 3/8, 1/2, 4/4.
Anderson - Voto 7 – Impalpabile fino a 5' dalla fine, quando gioca specchiandosi troppo, le pedalate forti , nella volata, sono sue. In 31', 6/13, 0/3, 7/10.
Giovannoni - Voto 7,5 – Non si puo' levarlo nemmeno se porta il certificato della mutua (o se, nel finale, vede doppio). Il meglio passa dalle sue mani. In 32', 7/10, 1/3, 3/3, 12 rimbalzi.
Chiacig - Voto 6 – E' il piu' grosso nel presidio dell'area, peccato salga in fretta coi falli. In 22', 2/6, 7 rimbalzi, 4 recuperi.
Michelori - Voto 6 – Applausi alla ''chiama'', il mobbing ne fa un martire. La partita, invece, non ancora un protaognista, anche se si sbatte. In 11', 1/1, 4 rimbalzi.
Di Bella - Voto 5,5 – Sbalestrato in attacco, ripaga da stopper. Poi, il furto di palla a 50'', con contropiede e assist per il 71-68 a porta vuota di Anderson, è mezza partita. In 18' , 0/2, 0/1.
Garri - Voto 6 – Poca mira, un rimbalzo d' attacco decisivo nel finale (e 2/2 ai liberi a 1' 07'': 69-68).
McGrath - Voto 5 – In 13' appannatissimi, solo errori: 0/2, 0/1.

Dedica Pasquali: "Scusa Pillastrini ci sono meriti tuoi"
«Nessuno parli di nuovo corso Pasquali, questa vittoria è figlia del lavoro del mio predecessore, di ciò che, per fortuna, oggi ho potuto utilizzare per vincere. Lo ringrazio, e mi scuso pubblicamente con Pillastrini se, da qualche intervista, sono uscite frasi che ho mal proposto. Me ne prendo la responsabilità e lo ripeto: non volevo mancar di rispetto a un collega che è anche un amico». La dedica di Pasquali dopo la prima vittoria chiude la giornata dei tormenti a lieto fine, dopo che, alla vigilia, parole non leggere avevano creato attriti fra i due, una telefonata di scuse, dopo una mediazione dell´agente, quel Virginio Bernardi che è lo stesso per entrambi. Pasquali ha poi analizzato il match. «Tutti hanno lottato, ci sarà da lavorare, ma intanto questa vittoria ci darà fiducia. I 20 rimbalzi in più sono stati decisivi e dico bravi ai giocatori che sono andati a prenderli. La vittoria è nata da due giocate da fuoriclasse di Best e Anderson. Tiri difficili, però, e vorrei arrivare a giocarci le partite con tiri preparati in allenamento». Sul n.e. di Crosariol, non ci sono, secondo il coach, verità velate: ossia, non è in partenza. «Una rotazione di cinque lunghi li avrebbe forse accontentati tutti, ma non era quel che serviva alla squadra. Andrea non era andato bene a Lubiana, Chiacig qui m´è piaciuto e Michelori era il più adatto per dinamismo contro Toure». Spencer seduto alla fine, infine. «Di Bella ci metteva cuore e difesa, lui aveva perso fiducia. Poi, negli ultimi 3´, mi sono messo in mano a Best. Fa tu, gli ho detto. E´ andata».


27-01-2008 - da "bolognabasket.it"

Campionato: Virtus-Cantù 75-69

Campionato: Virtus Bologna - Cantù 75-69 - Tabellini: Giovannoni 20, Anderson 19, Best 13, Spencer 9, Chiacig 7, Garri 4, Michelori 2, McGrath 1, Di Bella, Lestini, Crosariol ne, Blizzard ne.

La Virtus ha vinto, evviva la Virtus. Detto questo però, bisogna prendere atto che anche dopo il cambio di allenatore restano alcuni problemi da risolvere. Capitolo lunghi: è rientrato Michelori con tutta la sua grinta ed è senz'altro una notizia molto positiva, per motivi tecnici e umani. Se però Crosariol – oggi NE - sarà giubilato anche da Pasquali (che per ora prende giustamente tempo) un lungo occorre come il pane. Per quanto riguarda gli esterni, invece, continua a preoccupare Spencer (non a caso è stato cercato Diener, che però andrà Milano) e capitan Di Bella, che oggi a parte l'ultimo importantissimo recupero è stato deleterio. Vediamo quando sarà pronto Blizzard, che intanto oggi è tornato a referto dopo una vita.
Insomma, per Pasquali ci sarà da lavorare tantissimo, a partire dalla inutile sfida di mercoledì col CSKA, continuando poi con due trasferte di cui almeno una sarebbe da vincere per rompere un digiuno che dura proprio dalla partita di andata a Cantù, datata ottobre.
Detto questo, la Virtus ha vinto all'ultimo tiro una partita che poteva anche stravincere, visto il primo tempo: dominio a rimbalzo e tutto facile. Ma in questo periodo ai bianconeri sono ben poche le cose che riescono facili. E così nel secondo tempo Cantù è cresciuta e si è arrivati a giocarsela all'ultimo tiro. Questa volta è andata bene. Note di merito? Varie, soprattutto Best e Anderson, decisivi nel finale, e poi Giovannoni, semplicemente imperiale: 20 punti, 12 rimbalzi e 6 falli subiti.
Cronaca: la Virtus parte fortissimo, e per una volta gira tutto bene. Best gestisce, Spencer difende duro (!) su Fitch e con Giovannoni segna senza problemi. Morale, 17-5. Cantù reagisce e ricuce qualcosa, soprattutto con Toure. Alla fine del primo quarto il punteggio è 19-13.
La Tisettanta prova a rifarsi sotto, ma uno sciocco tecnico preso da Valenti complica le cose. Best e Giovannoni, imperiosi, riportano La Fortezza a distanza di sicurezza, con il solo Fitch a provare a limitare i danni. Da solo è un po' poco, e così al riposo si va sul 43-29, con anche positivi minuti di Michelori. 25 a 7 l'impressionante dato rimbalzi.
Dopo la pausa Cantù gioca meglio, complice anche un quintetto ''sperimentale'' bianconero con Michelori da numero 5 che concede di tutto ai lunghi brianzoli. E così, soprattutto grazie a Toure, la Tisettanta si riaffaccia a -4 (51-47) recriminando anche su molti liberi sbagliati. Un canestro di Giovannoni e un tap-in sulla sirena di Cukinas non cambiano il distacco: 53-49 al 30°.
C'è aria da psicodramma, e la Virtus non fa niente per scacciare i guai, anzi. Un 7-0 canturino porta gli ospiti al primo vantaggio (55-58, tripla di Mazzarino). Si va in equilibrio fino alla fine. Best spara la tripla del +2 a 1'27, ma Fitch risponde immediatamente. Best penetra, la perde ma Garri prende fallo e non perdona. Poi c'è l'azione decisiva: Pasquali chiama la zona, e Di Bella ruba e vola in contropiede per due facili di Anderson a 50''. Wood mette un solo libero, ed è ancora Alan Anderson a mettere il canestro della staffa. Finisce 75-69, e ogni tifoso bianconero può tirare un bel sospiro di sollievo.

LE PAGELLE
Spencer - Voto 5 (9 pt, 2/6 da 2, 1/4 da 3) – Sei punti in un amen, quando Fitch gli permette di fare quel che gli pare nella metà campo offensiva, poi il nulla, una volta che Dalmonte gli appiccica addosso Mazzarino. Così, non può bastare.
Best - Voto 7 (13 pt, 3/8 da 2, 1/2 da 3) – Dura sei minuti, i primi, quando è l’assoluto protagonista del break che porta i bianconeri sul 17-5, prima di accendere la spia della riserva, e perdere il filo del discorso in attacco per buona parte della partita. Si rivede nel finale, con la bomba che accende il pubblico a due minuti dalla fine, e scuote una squadra fin lì parecchio timorosa.
Anderson - Voto 8 (19 pt, 6/13 da 2, 0/3 da 3) – Prima in difesa su Brown, poi in attacco, quando i suoi non mettono più nulla, riesce ad essere un fattore a dispetto di uno stato fisico visibilmente appannato. Undici nel periodo finale, compresi i canestri che la chiudono. Mvp.
Giovannoni - Voto 8 (20 pt, 7/10 da 2, 1/3 da 3) – Sembra tornato quello di un anno fa, protagonista ogni volta in cui la palla pesava e c’era da sistemare un errorino altrui. Un fattore a rimbalzo, un fattore in difesa, doppia doppia (18+11) già alla terza sirena: inutile aggiungere altro.
Chiacig - Voto 7 (7 pt, 2/6 da 2) – Un fattore, al di là delle cifre, in entrambe le aree colorate, dominando senza problemi sia Cukinas che Francis. Peccato per qualche problemino di falli incontrato strada facendo, che lo toglie dalla partita.
Michelori - Voto 6 (2 pt, 1/1 da 2) – Qualche chilo di troppo ancora c’è, ma la voglia di lottare non manca mai, e qui, serve come il pane. Al di là delle vicende contrattuali, fa piacere rivederlo in campo anche in campionato.
Di Bella - Voto 5,5 (0 pt, 0/2 da 2, 0/1 da 3) – Corre a vuoto, e spreca palloni in serie, pur portando un utile mattoncino a rimbalzo. Partita storta, riabilitata con il recupero e l’assist che valgono la partita a cinquanta secondi dal termine.
Lestini - Voto ng – Quarantatre secondi per chiudere il primo tempo.
Garri - Voto 6 (4 pt, 1/4 da 2, 0/1 da 3) – Bravo a subire sfondamenti in serie, meno quando è ora di scaricare dal post basso, per far girare l’attacco bianconero. Bene nel finale, imbucando due liberi chiave a un minuto dalla fine.
McGrath - Voto 5,5 (1 pt, 0/2 da 2, 0/1 da 3) – Se non entra il tiro, resta poca roba.

Le parole di Renato Pasquali: ''La partita di stasera è anche figlia del lavoro del mio predecessore. Ho fatto solo tre allenamenti e non pretendo che si parli già di corso Pasquali. Come piano partita avevamo pensato di lasciare un po' più spazio a Toure, che però ci ha punito più di quanto pensavamo. Abbiamo modificato allora il piano partita in corso d'opera, e forse questo non siamo stati bravi a farlo. Però tutti hanno lottato, ho visto gente che si buttava a terra su ogni pallone, per cui la mentalità va bene. Non parlo di singoli, dico solo che ho parlato alla squadra dicendo che abbiamo costruito la vittoria su due invenzioni, su due tiri difficili di Best e Anderson, che sono fuoriclasse. Io credo nel collettivo e nelle cose provate in allenamento, e credo che arriveremo anche a migliorare come squadra.
Crosariol? Non l'ho bocciato. L'ho provato a Lubiana, non l'ho visto ancora molto pronto. Ghiaccio oggi ha risposto presente, e come cambio ho preferito Michelori in quanto più dinamico. E' difficile far entrare 5 lunghi in rotazione in una singola partita.
Anderson? Ha bisogno di recuperare condizione fisica, la squadra ha assolutamente bisogno del suo talento, soprattutto nel passaggio.
Ultima cosa, mi scuso col mio predecessore su quanto scritto sui giornali questa settimana. Mi assumo comunque la responsabilità di frasi da me mal dette e forse sulla stampa mal interpretate. Stefano è un amico e credo assolutamente che qui abbia fatto un buon lavoro.''


27-01-2008 - da "La Repubblica"

Più che Cantù, Pasquali sfida madre paura

di Walter Fuochi

Drasticamente disabituata a vincere, 10 sole volte su 33, 6 nelle ultime 27, zero nelle ultime 6, e mai in questo 2008, se l´ultimo hurrah risale al 27 dicembre, ospite Scafati, la Virtus povera in attacco e sdentata in difesa entra nella sua arena morsicata alle terga da una nemica in più. Si chiama paura, sarà oggi la madre di tutti gli umori e potrà farla sanguinare anche più della bella Cantù tarata da Luca Dalmonte, uno dei tanti cervelli devoluti alla comunità da Basket City (quand´era tale). Della paura di perdere ha... paura anche Pasquali, che l´ha detto chiaro come, alle batoste, ci si abitui: così, per respingere il torpore di eutanasie annunciate, questo mezzogiorno di basket diventa ovviamente di svolta, perché deve spezzare una china e convincere tutti che ci sarà altra strada da percorrere. Vale per la squadra e vale pure per la sua gente, caldamente chiamata a sostenere, benchè tanto si continui a combinare per dividere, come nell´ultimo penoso pasticcio diplomatico con l´Uleb e i virtussini di Russia, risolto con rattoppi peggiori degli strappi.
Così, più che alla vista angosciosa spalancata sulla Legadue dal quintultimo posto, si dovrebbe badare oggi all´esordio del vecchio ragazzo che torna nella casa bianconera quasi vent´anni dopo la sua prima vita da vice-Messina. E merita una pacca sulla spalla, perché l´impresa di salvare questa barca sfasciata sarà dura: in platea, malgrado tutto ancora fitta, si conta in 5 vittorie, sulle 14 partite che mancano, il bottino necessario per scamparla. Fate voi, se volete, i compiti a casa, tra le 7 partite interne (Cantù, Pesaro, derby, Montegranaro, Milano, Varese, Roma) e le 7 esterne (Treviso, Napoli, Siena, Udine, Rieti, Teramo, Scafati). Al Palamalaguti i compiti proveranno a farli i giganti, flaccidi e smarriti, fasciati da questa maglia, guidati da un tecnico novello e all´ombra d´un proprietario che insiste a dichiararsi al capolinea e raccontano pensi a Milano, dove passa molte giornate e ha rivisto Corbelli dopo le prime avances sulle nevi cortinesi. Se non altro, casa Olimpia dissiperà domani in un vertice dirigenziale molte nebbie sul futuro del club, facendo l´appello di chi ne sarà a bordo. Non rimane che attendere, e così converrà fare anche in città, finchè eventuali acquirenti della Vu nera non avranno nomi e volti.
Oggi comanda il campo e farà piacere rivederci anche Michelori, uno che, là dentro, occulta i suoi limiti lottando, ed uno che, a questa squadra mollusca, sarebbe pure servito prima, se cocciute cecità non l´avessero ostracizzato. Sperando ci venga risparmiato il ping pong su chi non lo voleva, tra Pillastrini e Sabatini, e sapendo comunque che nelle scelte societarie l´aziendalismo del tecnico sposava il dirigismo del patron, il quadro è abbastanza nitido e resterebbe solo da chiosare che di contratti in scadenza è pieno lo sport; di club che, laicamente, impiegano i propri dipendenti, finchè lo sono; di questi che rispettano chi li paga, e se stessi, fino all´esaurirsi del rapporto. Con Michelori (e Anderson, e Best, assenti a Lubiana, e poi Blizzard, e Bulleri), la Virtus riunirà almeno una squadra di adulti. Abbastanza per non morir di paura. O no?


27-01-2008 - da "Il Resto del Carlino"

Reintegrato Michelori: «Il club ha fatto la scelta migliore: tocca a me dimostrarlo»

di S. Capitani

Un’immensa voglia di giocare si legge negli occhi di Andrea Michelori. Oggi è il suo giorno, l’atteso debutto in campionato dopo il part time europeo.
Per avere quel qualcosa in più a rimbalzo, coach Pasquali si affida al suo reintegro.
«Aspetto questo momento dal giorno dell’infortunio, ho lavorato tantissimo per tornare in campo e penso di aver fatto sempre il massimo. Avevo trovato un po’ di felicità già due mesi fa, rientrando in squadra e tornando a essere un giocatore, adesso voglio raccogliere i frutti del mio impegno».
Il pivot dribbla le domande sul contratto.
«Ho sempre pensato a fare più che a dire: ora come ora ci sono già abbastanza difficoltà. Penso solo a giocare».
Miche vuole ripagare l’input del coach.
«Lui mi ha comunicato che giocherò, dimostrando una fiducia nei miei confronti che per me ha grande valore, e ho letto un ’in bocca al lupo’ nel sorriso di Sabatini».
Dimostrare che puntare su di lui è la scelta giusta, e non quella della disperazione: la Virtus ha fatto l’acquisto in casa. La parola passa al campo.
«Se tutto avesse funzionato bene non mi troverei qua, tocca a me dimostrare che la società fatto la scelta migliore e sono pronto a dare il cento per cento. Sono grato a me stesso di non aver mai mollato e di aver sempre creduto nella possibilità di tornare in squadra: fare allenamento e non poter giocare era una situazione difficile».
Rispetto alla passata stagione manca esperienza.
«Sia a livello umano sia in quanto a conoscenza di vero basket. I miei compagni conoscevano la pallacanestro, c’era maturità, intelligenza, voglia di lavorare e riuscivamo ad affrontare anche le situazioni difficili. Adesso c’è un buon gruppo, con molto talento, a cui però dobbiamo aggiungere un po’ di quella esperienza».


27-01-2008 - da "Il Resto del Carlino"

Ciclone Blizzard: «Virtus da playoff»

di S. Capitani

La Virtus dei rientranti di Renato Pasquali debutta oggi in campionato (palla a due alle 12, diretta Sky) contro Cantù. Dopo Anderson e Spencer, si rivedrà per la prima volta Brett Blizzard; con lui Andrea Michelori, per aggiungere consistenza a rimbalzo. A Chiacig, Crosariol, Di Bella e Giovannoni si aggiungono così altri due reduci della passata stagione: per ritrovare l’anima perduta, si torna all’antico. Tempo per esperimenti non ce n’è: se a Pillastrini è stato fatale aver perso tre sfide dirette in chiave playoff, la Tisettanta è, col suo ottavo posto e quattro punti in più, uno snodo importantissimo nel cammino dei bianconeri. Quattro vittorie consecutive sono il biglietto da visita dei canturini, la V nera dovrà cercare dal cambio di guida tecnica e da un organico ormai al completo l’inversione di tendenza.
Archiviata in fretta la fatica di Eurolega a Lubiana, il computo delle sconfitte è intanto salito a otto. L’entusiasmo di Blizzard è contagioso, parole da uomo Virtus, spirito vincente e convincente. Oggi ci sarà spazio per lui, qualche minuto per riassaggiare il campo, ma per ritrovare la forma occorreranno due settimane.
Uscito dal tunnel dell’infortunio, il giocatore vuole trascinare la Virtus ai playoff.
«Questo periodo lontano dal campo è stato molto frustrante. Non gioco da sette mesi, in questi giorni ho fatto buoni allenamenti, la caviglia sta migliorando, come ci aspettavamo, e presto sarà a posto. Dovrò riprendere il ritmo e l’agonismo, in due settimane conto di essere al top».
Dall’interno dello spogliatoio, Blizzard ha visto i mutamenti della squadra e sa bene che l’ultima Virtus in cui ha giocato è molto lontana. Però di salvezza non si parla nemmeno.
«Io penso positivo, non temo di andare giù ma credo fermamente nei playoff. E’ giusto pensare in grande, se giochi con la paura di perdere è più difficile vincere: ci occorre una mentalità vincente».
Basterebbe ritrovare quella dell’anno scorso: gli uomini sono cambiati, però è l’intesa di squadra che manca.
«La passata stagione scendevamo in campo per vincere ogni partita: eravamo la Virtus e avevamo l’attitudine del killer. Non è cambiato molto a livello di talento, ne abbiamo molto anche adesso. Lavoravamo assieme, ci intendevamo a memoria: insomma, sapevamo ognuno cosa faceva e dove trovare il compagno, anche senza guardare».
Sul ritorno al passato…
«Penso che noi possiamo aiutare ma che non cambia tutto in un giorno, la chiave è crescere senza abbattersi: procedere giorno dopo giorno. Dimenticare quel che è passato e andare avanti».
Il «lasciateci perdere» di inizio stagione è roba passata.
«Ogni giocatore ha capito che assieme possiamo cambiare la squadra che è la cosa più importante, abbiamo tutto il necessario per migliorare: tutte le sfide saranno toste ma dovremmo leggere bene le opportunità che ci concederanno gli avversari. Possiamo fare di più, i playoff sono un obiettivo perseguibile: amiamo il basket, vogliamo vincere».


26-01-2008 - da "La Repubblica"

Pasquali: "Virtus, non siamo così tristi"

di M. Martelli

«Alcuni giocatori non possono essere questi, sfiduciati e abbattuti. Davvero, non possono. La peggior cosa possibile è che tutte le sconfitte abbiano portato questa malattia. Ma non sono uno psicanalista, né un mago. Certo che adesso, dopo una partita in balia di questo sistema, capisco perché la Virtus m´ha chiesto la salvezza...». Il freddo sloveno è ancora polare, un paio di gradi sottozero, quando la Virtus risale sul bus e da Lubiana rientra a casa. Renato Pasquali ci ha messo una ventina di minuti, tra conferenza ufficiale e chiacchiere del post-partita, a cercarle un verso: a giudicare dagli occhi, interrogativi e pessimisti, e dalle parole distaccate, glaciali, da osservatore esterno più che da tecnico, non deve averlo trovato. Così, il suo è un ritorno denso di dubbi. Dalla costruzione del team al sistema all´assortimento dei giocatori: nella testa di Pasquali rimbalza tutto a velocità troppo elevata per esser frenata, anche sfidando le regole non scritte che, tra colleghi allenatori, dovrebbero sussistere. Di solito, si pensa e non si dice.
«Rispetto i dettami del mio predecessore - attacca lui -, ma non riesco a guidare una squadra con questo tipo di gioco. Pillastrini avrà avuto le sue ragioni, come i 4 americani che non si passavano la palla, ma per il momento non le vedo. E poi gli americani neppure ci sono più. Ci vuole tempo perché io possa portare un sistema, e non restare in balia dei giocatori». Il lavoro di Pilla ne esce molto ammaccato, e pure la squadra. Prima i lunghi: «Nell´intero primo tempo hanno preso due rimbalzi. Dico 2. E la differenza tra prenderli o non prenderli è solamente andarci. Abbiamo anche provato tanto il post-basso, ma per far collassare la difesa e riaprire: Chiacig e Crosariol, invece, andavano sempre uno contro uno. E chissà se adesso la palla gliela daranno più…». Gli esterni, ora («Spencer ha fatto un paio di passaggi: mi dicono sia una novità», «Di Bella corre, ma per se stesso»). Quindi Michelori: «Spesso fuori posizione, e con la condizione tipica di chi non gioca la partita. O s´allena senza sapere di giocare, quindi con scarsa attenzione». Eppure, domani finalmente riapparirà pure in campionato. Ce n´è troppo bisogno: e così la lunga querelle di un´esclusione che sfiorava il mobbing s´avvia all´epilogo.
Il pacchetto lunghi ha morfologia e atletismo simili («Appunto», dice Pasquali), gli esterni sono poveri («Siamo senza talento per battere l´uomo»), la circolazione congestionata («per 20 secondi non facciamo nulla»): gli esperimenti da fare sono pochi. Il primo è sulla fiducia, «cercando una nuova verginità, perché l´unica cosa che mi interessa è veder sorridere, lottare, combattere: tutti sono migliori di quello che han mostrato». E visto pure di peggio di quel che pensava, la preoccupazione s´avverte, e forse pure il vuoto circostante, anche se ieri si sono infittiti i colloqui con la proprietà sul mercato. Su Diener, Sabatini è andato deciso, cercando di sorpassare Milano (che poi girerebbe Conroy alla sua terza squadra: Napoli). Capo d´Orlando verrà soddisfatta (sia da Bologna che da Milano), l´offerta al giocatore è più alta da qui, dove si confida di far cassa dando Spencer al Barcellona. Resta invece, per Pasquali, il lavoro grosso da fare in palestra e alla lavagna, al video e in panchina. O sul lettino: «Se a una squadra entra dentro la sconfitta, si spaventa e non si risolleva più. Bisogna fare in tempo prima che accada a noi. Anche perché il calendario è difficile: le più dure in casa, le agguerrite fuori». E Cantù domenica, dopo il viaggio in Slovenia. «Almeno qui ho conosciuto i miei giocatori, e pensato già cosa fare in questi due allenamenti». Pausa. «Sperando che basti, almeno domenica». L´ultima: operato ieri il giovane Stojkov, al ginocchio, dal dottor Lelli. Non si può che fargli gli auguri. E mica solo a lui.


26-01-2008 - da "Il Resto del Carlino"

Virtus, è l’ora di Michelori e Blizzard

di G. Cristofori

I primi colpi di mercato la Virtus li fa in casa, ma sono comunque rinforzi importanti, anche se restano validi i dieci giorni che Claudio Sabatini e il neo allenatore Renato Pasquali si sono presi per verificare l’organico della squadra. Domani a mezzogiorno, nella sfida con Cantù che Sky trasmetterà in diretta, farà infatti il suo esordio stagionale in campionato Andrea Michelori e rientrerà nei dodici, pur con mille precauzioni, anche Brett Blizzard.
Mentre per Blizzard, fermo da fine estate, si è trattata di una semplice convalescenza, per Michelori si è trattato anche di un problema tecnico-burocratico in quanto la sua presenza anche nei referti della Lega italiana avrebbe fatto rientrare automaticamente Michelori nel totale dei tesserati che, si sa, è di 18 per società. A convincere la società bianconera a compiere questo passo è stata probabilmente la facilità con cui, soprattutto negli ultimi tempi, gli avversari hanno banchettato nell’area dove, per esempio, domenica scorsa, l’Air Avellino ha raccolto qualcosa come 46 rimbalzi.
Michelori, a cui l’Eurolega è servita soprattutto per riprendere confidenza con le partite dopo l’infortunio subito a Milano durante i playoff dell’anno scorso, dovrebbe non solo dare più consistenza al pacchetto di lunghi bianconeri, ma offrire anche una valida alternativa sia ai due centri puri (lo stanchissimo Chiacig di questi ultimi impegni e lo svagato Crosariol che faceva infuriare anche Pillastrini), sia ai numeri quattro (anche Giovannoni ha bisogno di un attimo di tregua e Garri non riesce ad infilare due partite positive).
La Virtus, rientrata da Lubiana giovedì notte, dopo la partita con l’Olimpia, ieri si è ritrovata subito in palestra perchè l’operazione rilancio passa attraverso un vero e proprio tour de force fino a quando, mercoledì prossimo, l’Eurolega sarà ufficialmente archiviata con la sfida al Cska di Ettore Messina. Pasquali non ha però ritrovato soltanto i reduci dalla Slovenia più Blizzard, che da giorni ormai si allenava con il gruppo, ma anche Travis Best e Alan Anderson. Domani ci saranno anche loro pur non al massimo della condizione. L’ex playmaker di Indiana si porta infatti indietro qualche acciacco e l’ex Bobcats non ha ancora perfettamente recuperato dal malanno alla schiena che l’ha tenuto fermo parecchie settimane.
I due americani, dovrebbero, anche se non al meglio, dare un tocco di fluidità a un gioco offensivo spesso macchinoso e che è stato, dopo una breve parentesi al momento dell’inserimento di Best al posto di Conroy, uno dei motivi della scarsa confidenza mostrata con i canestri avversari (giovedì a Lubiana, per esempio, soltanto 60 punti segnati con percentuali bassissime). Poi forse anche Blizzard, uomo di grandi equilibri tattici, potrebbe dare, anche solo per qualche minuto, il proprio contributo.
Unico assente, dunque, in attesa dell’esordio di Bulleri, domani sarà Stevan Stojkov operato ieri al ginocchio dal dottor Lelli.
Recuperati lentamente quasi tutti gli effettivi, non resta adesso che vincere. Cantù non è l’avversario più morbido e viene da quattro successi consecutivi, ma già all’andata, nel bel mezzo della querelle legata ai tre americani della Virtus che avevano passato la sera in discoteca, Cantù riuscì, pur da capolista imbattuta, a scaldare il cuore bianconero. Non è tanto, ma in certi momenti, ci si aggrappa un po’ a tutto.


25-01-2008 - da "La Repubblica"

Messina: "Che amarezza se a Casalecchio non si festeggia"

Unico club dell´Eurolega ad aver declinato l´invito dell´Uleb per l´allestimento della serata revival con la premiazione dei grandi del passato (c´è da organizzare la Coppitalia, la motivazione addotta da Sabatini), la Virtus ha scelto di non festeggiare, la sera in cui arriverà il Cska, mercoledì 30, i propri ex Messina, Smodis ed Andersen, oggi in Russia e ieri protagonisti a Bologna di un Grande Slam. Irritati e silenziosi a Barcellona, da Mosca ha affilato la polemica Messina. «Sono amareggiato, ma sono pure sorpreso da chi, avendo dichiarato di considerare l´Eurolega un tour enogastronomico, si dimentichi ora di chi erano i commensali qualche anno fa. Pazienza, anche se credo che cinque minuti di festa non fossero dovuti tanto a noi, quanto alla storia e alla tradizione di una grande società e al rispetto per un pubblico che a quei trofei, e a tanti altri, negli anni ha sempre generosamente contribuito».


25-01-2008 - da "La Repubblica"

Pasquali, la prima Virtus non va

di M. Martelli

Va bene l´inutilità della partita, va bene l´assenza di due americani su tre, e va bene pure il freddo gelido che ti entra dentro nella vecchia Hala Tivoli, ma una reazione così fioca, da una squadra che ha appena cambiato allenatore, s´era vista davvero poche volte. Le facce, ed è quel che conta oggi, non sembrano cambiate di una virgola, e ne servono altre, diametralmente opposte, se domenica con Cantù non si vuole precipitare.
Così, scuote spesso la testa Renato Pasquali, che al 12´ ha già finito la rotazione (Canelo e Michelori ad entrare per ultimi), e più volte s´è girato, guardandosi alle spalle, senza trovare l´uomo giusto per un ennesimo cambio. La prima è andata male, o comunque peggio di quel ch´era lecito attendersi. Persa la settima trasferta su sette di coppa, la pochezza del primo tempo (32 punti, con 6 negli ultimi 40´´) è stata perfino perdonata dall´Olimpija, un plotone di vecchi leoni (Hukic, Milic), che mischiati a virgulti di giovani speranze, da Goran Dragic all´"ex" Begic, con gli americani ridotti a semplici comparse, restano una banda di livello medio, ma a tratti piacevole e pericolosa, soprattutto da queste parti. E soprattutto se, di là, sembrano birilli.
Senza alcuna claque societaria al seguito, il nuovo tecnico, tiratissimo in volto, ha provato di tutto, già dall´inizio. Partito con Crosariol, il tentativo di rianimare il centro è durato 5´10´´, tempo in cui ha toccato più palloni che in un campionato intero, ma sbattendo contro le chele di Begic. Uno stoppone tramortente l´ha spedito in panchina, nonostante una degna posizione difensiva, e s´è rivisto solo a inizio ripresa: al primo pallone, s´è stampato di nuovo contro il perticone, poi ha commesso passi, infine Begic l´ha infilato con una morbida piroetta. In campo ha dato solo 11´, sorpassato poi dalla solida prova di Michelori, su cui il dibattito è ancora aperto, verso un auspicabile reintegro: intanto, ha sfruttato al meglio i suoi 20´, con 6 rimbalzi.
Pasquali ha voluto esplorare l´area, disegnando giochi per portare in post-basso sia i lunghi che i piccoli (visti Spencer e Lestini), nel tentativo di giocare su mis-match o tagli e backdoor. Tentativo naufragato presto, con la porta chiusa da Begic (4 punti, 7 rimbalzi e 3 stoppate nei primi 11´) e giochi rotti diventati ingestibili. Il primo cesto 5-contro-5 arrivava dopo 5´ (tripla di Spencer, dal palleggio), mentre Lubiana, di là, quando non buttava il pallone (7 perse in 7´), trovava un´area irrealmente tenera, massacrata di "prilli" da Dragic e dominata a rimbalzo da Milic. Dopo 10´, sotto 19-13, numeri già significativi: 4/15 al tiro, 70% da due concesso (65% alla fine, contro il 32% di un povero attacco anemico), 23-2 la valutazione.
Lubiana ha macinato benone anche in seguito, e pure dopo l´uscita di Begic (6 punti, 9 rimbalzi e 4 stoppate alla fine), quando Hukic passava sopra a Giovannoni e il dominio a rimbalzo s´allargava fino al 17-8 di metà (35-25 al 40´). Pasquali aveva chiesto presenza, ma l´attitudine al tagliafuori non s´inventa in un giorno. E nemmeno una squadra. Rientrata nella notte, la Virtus torna in palestra oggi, si guarderà dentro e parlerà forse di mercato. Che in uscita, per ora, è congelato. Ha giocato Crosariol, è andato bene Michelori, malissimo Garri, ma si guardano gli esterni. La Virtus vuole inserirsi, contro Milano e Siena, nella corsa a Drake Diener, che può lasciare Capo d´Orlando. Non è detto che non la spunti.


24-01-2008

Eurolega: Lubiana-Virtus 75-60

Eurolega: Lubana - Virtus Bologna 75-60 - Tabellini: Spencer 14, McGrath 8, Giovannoni 8, Lestini 8, Michelori 7, Chiacig 5, Garri 5, Di Bella 4, Crosariol 1, Canelo, Da Ros ne.


24-01-2008 - da "La Repubblica"

Virtus, la prima di Pasquali a Lubiana

di M. Martelli

L´ultima partita europea da lui disputata, Renato Pasquali la visse male: con grande amarezza, scuro in volto, attribuendosi alla fine la colpa della sconfitta. Davanti a cinquemila tifosi, in casa, perse la semifinale di Eurocup, la coppa della Fiba che Kiev avrebbe voluto intascarsi. Travolto dal troneggiante finale di Rudy Fernandez, quel match fece passare Badalona, che poi vinse il titolo. Fu quello il saluto di Pasquali, che stasera (20.45, diretta Sky) sale a Lubiana: per la prima volta in Eurolega, per la prima volta con la Virtus.
Il suo è un debutto assoluto, e se il coach veneto conta un bilancio diametralmente opposto fra Italia ed Ucraina, 18-25 qui (tra Forlì e Reggio Emilia), 117-29 a Kiev, sarà, quella di oggi contro l´Olimpija, la sua partita numero 190 da capo allenatore professionista. O forse la prima, se davvero sta iniziando una nuova vita.
Di tanti numeri, però, la Virtus se ne fa poco. Se l´obiettivo è la salvezza in campionato, la tabella di marcia dice che 5 vittorie, sulle 14 giornate che restano, bastano per non sudare: e vista così, non sembrerebbe imponderabile. Pasquali, però, ha da mettere le mani su un gruppo scollegato, ultimamente anche acciaccato, e la curiosità, stasera, nell´ormai inutile coppa, sarà vedere chi, dalla rotazione, guadagnerà e sfrutterà meglio lo spazio. L´ex vice di Messina e D´Antoni, che ha mantenuto lo stesso duo di assistenti scelto da Pillastrini (Cavicchi e Ferrari), dice che partiranno tutti allo stesso piano, ma è chiaro che, con poco tempo a disposizione, e l´infiammabile Cantù alle porte, una gerarchia di massima va trovata anche su carta. Per questo, le condizioni fisiche in miglioramento aiuteranno il nuovo tecnico: avrebbero aiutato anche Pillastrini, ma la pagina, per la società, andava evidentemente girata.
Dopo una settimana di rodaggio, soprattutto in palestra, Pasquali traccerà i primi consuntivi, e il mercato, ora bloccato, potrà ripartire, in attesa di sapere se Michelori rientrerà. Chiesta presenza ai lunghi, Andrea Crosariol, finito ai margini dei minutaggi bianconeri, sballottato dal quintetto di Biella al "non entrato" contro Avellino, è il primo uomo che Pasquali osserverà da vicino. Lubiana, da opporgli, non ha moltissimo, e può così diventare lo sparring-partner ideale per molti. Squadra imperniata sugli esterni (il 22 enne Dragic su tutti), con un´ala forte tiratrice temibile come Hukic e un encomiabile lottatore come Zupan, è lontana dai fasti che, due mesi fa, le consentivano di piegare Olympiacos e Cska nel giro di una settimana. Non c´è più il coach Memi Becirovic (dimessosi per problemi con la dirigenza), ma riappare, rispetto alla gara d´andata, quel Mirza Begic che la Virtus, nel 2004, liberò con 50 mila euro proprio dall´Olimpija e poi firmò con un quinquennale a salire (da 40 a 200 mila euro). I problemi fisici del ragazzo, che nel 2005 stupiva gli scout agli Europei Under 20, inasprirono la vicenda, da lui impugnata con ingiunzione di pagamento dei primi mesi della stagione 2005-2006 e risolta, con accordo tra le parti, un anno fa in tribunale.


23-01-2008 - da "La Repubblica"

Pasquali già in palestra: "Adesso pensiamo a salvarci"

di M. Martelli

Intappato in una camicia bianca dal collo alto, le spalle contratte e uno sguardo fermo quasi fosse una copia sdrucita dell´Humphrey Bogart di Casablanca, Renato Pasquali affronta i primi passi da allenatore della Virtus come un uomo solo in balia della buriana. Parla, davanti a cronisti e fotografi, con pragmatismo e cognizione di causa, ma senza un punto di riferimento, lasciato infatti nudo da Claudio Sabatini, patron che l´accompagna al tavolo, lo introduce con ritmo sostenuto e poi, terminata l´ouverture, lascia in fretta e furia la sala, evadendo domande e dubbi, evitando quella protezione che un nuovo tecnico, imbracciata una sfida complessa e delicata, avrebbe meritato e auspicato.
Pasquali è solo, ovviamente emozionato. «Ringrazio Sabatini per la fiducia – ha attaccato -. Tornare alla Virtus era un sogno: pensavo non s´avverasse. Ho lavorato con orgoglio in questa società, capendo cos´è la Virtus, e per questo sono orgoglioso di proseguire questo lavoro. Essere qui non è come lavorare in altre società: c´è una storia, una società, un passato e un presente di persone importanti, e sentirmi parte integrante mi inorgoglisce e mi emoziona. C´è voluto poco: mi hanno chiamato ieri pomeriggio (lunedì, ndr) alle 14.30, sono tornato a casa e ho dormito poco. Stamattina sono tornato, ho lasciato 36 sms e 24 chiamate senza risposta, ma ora sono qui».
Ieri il primo allenamento, oggi la partenza per Lubiana. Il cammino inizia in salita. E l´obiettivo, quattro mesi dopo l´inizio del campionato, è secco: «La società mi ha chiesto la salvezza. Ed è la cosa più intelligente, oltreché l´obiettivo più vicino. Ecco, con questo non dico che, una volta raggiunto, si va tutti a casa...».
Il contratto è fino a fine stagione, senza vincoli. «Per ora gli abbiamo chiesto di lavorare su quest´anno - aveva detto Sabatini – cercando di continuare il progetto. La speranza è che accetti anche per la prossima stagione». Ma è chiaro: nessuno guarda più in là di domenica. Se non Pasquali. «Io sono venuto per starci 10 anni – dice convinto -. Io inizio il mio lavoro, se poi non finirà chi viene dopo dovrà comunque trovare qualcosa già fatto». L´ex allenatore di Kiev, lasciato l´incarico di scout per i Toronto Raptors, e lasciate cadere panchine come Novara e Montecatini, ha iniziato ieri a scoutizzare i suoi. «Pilla ha certamente fatto cose buone. Qualcosa non ha funzionato, ma ora conto in una ripartenza collettiva. Riazzeriamo tutto: chi ha fatto bene deve confermarsi, chi ha fatto male riprendersi». Finora, l´ha vista solo in video, e in Coppa. «La prima cosa che ho pensato è che non giocava come una squadra di Pillastrini. Forse qualche giocatore non rispondeva alle caratteristiche volute, o è venuto con altre idee. Poi gli americani, cui si leggeva in faccia l´inesperienza. Un altro problema è la mancanza di un leader. Best ha carisma, parla poco ma si fa intendere: con certi minutaggi può esserlo lui. O Giovannoni, che a Kiev avevo portato per avere personalità». A Pasquali viene data carta bianca nei movimenti. Per Crosariol e Michelori si riaprono spiragli. «Mi sembra una squadra un po´ sbilanciata sui lunghi. C´è bisogno di presenza a rimbalzo. Michelori? Voglio fare qualche allenamento, ho bisogno di farmi un´idea. Ma ci fosse qualcosa sul mercato, Sabatini non si tirerebbe indietro. Anche se abbiamo solo due sostituzioni». Sarebbero tre. Oppure, Michelori è già dentro. «Ripeto, è presto. E comunque, quattordicesimi come siamo, bisogna fare tutto in fretta. Poca poesia, pochi esperimenti: andiamo per tentativi, senza tante cartucce. Ma tiro una riga bianca. Da oggi ripartono tutti dallo stesso punto. Cambiare allenatore può servire per dare la possibilità di ripresentarsi in chiave diversa».


23-01-2008 - da "La Repubblica"

Il congedo di Pillastrini: "Molta faciloneria, ci credevamo infallibili"

di M. Martelli

L´allenatore esonerato parla, all´indomani della cacciata, in un luogo della società, con tanto di ufficio stampa e patron nei paraggi. Succede anche questo, al Cierrebi, dove Pillastrini molla gli ormeggi. Sabatini, non annunciato, alla fine gli gironzola attorno. Parole di circostanza ("Lo ringrazio", "Lo riprenderei"), poi via, lasciando nuovamente la scena a Pilla. Monologo.
RISALITA. «Dispiace finisca così. La squadra, giocate le ultime in condizioni impossibile, era in ripresa e alla vigilia di un´esplosione. Con i rientri, mi sarebbe piaciuto raccogliere i frutti. Non dico che i risultati fossero soddisfacenti, ma nemmeno così disastrosi come si dipingono. E l´Eurolega non la conto».
SABATINI. «Non sputo nel piatto dove ho mangiato. Personalmente nulla da dire. Professionalmente ho preso e ho avvallato scelte molto rischiose, contando di non temere nulla dall´opinione pubblica. Alla fine il club non è riuscito a garantire questa impermeabilità, ma il rapporto personale non cambia. Perdevo, sapevo di rischiare, ma non mi sono sentito in discussione, nemmeno dopo Prokom, quando Sabatini mi disse: "Lei sta qui fino al 2009". Per il suo bene e anche il mio dico che sarebbe stato meglio proseguire e arrivarci. Ma non gli rinfaccio nulla. Voleva continuare, ma non si è sentito in grado di controbattere».
FEELING. «E´ falso dire che la squadra non facesse quello che chiedevo. Anzi, con questo organico non dico stessimo giocando bene, ma di certo con grande dignità. Crosariol? Ogni coach può avere qualche problema con qualcuno».
AZIENDALISMO. «La mia non era remissività, ma una scelta. Sono sempre stato aziendalista: sposo la filosofia societaria e ho risultati positivi. Solo a Modena, nel ´96, ebbi problemi e mi esonerarono. Ma io credo e crederò sempre in questo modo di fare. Nessuno mi ha mai chiesto di allinearmi. Io sposo le scelte. E in pubblico è giusto che si senta una voce unica».
MICHELORI. «Al tempo gli disse che io quell´offerta l´avrei accettata. Ma aveva tutti i diritti di non farlo. Così s´è puntato su altri. Nell´ultimo periodo un pensiero ce lo facevo. Ma le scelte societarie erano troppo rigide».
ERRORI. «Due tecnici: la scelta del play e il crack di Blizzard. Sul primo c´è stata sfortuna, anche se Pozzecco avrebbe cambiato le cose. Su Brett abbiamo perso i riferimenti cercando un giocatore complementare. Dispiace non esserci quando rientra. Il mio errore? Pazientare quando mi sono accorto che Conroy non era il play giusto, e che il livello in palestra non era alto. Ma io sono così: ho pazienza, cambio poco e raccolgo i frutti».
ONNIPOTENZA. «Quando si vince si pensa di essere infallibili. La Virtus veniva da tre finali, io da un grande risultato: abbiamo pensato di trasformare tutto in oro. Questo ha condizionato le scelte, fatte con faciloneria, senza pensare ai rischi».
FORTITUDINO. «Mai avuto la sensazione di essere considerato tale, o inviso alla folla. Né ho sentito contestazioni o sfiducia nei miei confronti. Ho fatto errori, ma sono stato accolto bene. Qualcuno mi ha criticato con scorrettezze, altri con dignità e serietà. Per questo è stata un´esperienza importante. Ora non ho paura: sono già sceso in B due volte. Una cosa mi frena, che si pensi che con 2 soldi e 3 giovani si vinca. Non è così. Sono orgoglioso di quel che ho fatto, ma non ho la bacchetta magica».


22-01-2008 - da "bolognabasket.it"

Virtus, le prime parole di Renato Pasquali

di M. De Giuli

Claudio Sabatini: ”Ringrazio Pasquali, che ho chiamato ieri alle 14 e che alle 18 era già a Bologna. Non c’è bisogno di presentarlo, solo ringraziarlo per aver accettato questa sfida, per cercare di continuare il progetto a metà del campionato. E la speranza è che accetti di restare con noi anche per la prossima stagione”.
Renato Pasquali: ”Ringrazio subito Sabatini per avermi dato fiducia; per me tornare alla Virtus è un sogno che non pensavo si sarebbe potuto realizzare, dopo aver lavorato in questa società con grande orgoglio e capendo cosa vuol dire fare parte della Virtus. E’ per questo sono stimolato davanti al progetto da portare avanti; essere in Virtus è diverso dall’essere in altre società, perché c’è una storia da difendere, ed essere parte di questo mi inorgoglisce e mi emoziona. I tempi per capire dove sono stato proiettato sono stati brevi: ieri mi hanno telefonato, sono tornato a casa, ho dormito poco pensando alle tante cose da mettere a posto, sono subito ripartito malgrado tantissime persone mi abbiano cercato telefonicamente e non abbia ancora avuto modo di rispondere. Ora sono qui, in una piazza che ha visto grandi campioni e che ha raggiunto grandi traguardi e obiettivi importanti, altra cosa che mi fa sentire emozionato. Penso che il compito che mi è stato chiesto di portare avanti non sarà facile, chi mi ha preceduto ha fatto il meglio che si poteva fare, con tutto quello che è capitato, e io cercherò di capire cosa si può modificare e cosa si deve portare avanti delle cose buone rimaste, perché penso che Pillastrini abbia fatto cose buone, mentre ci sono state tante problematiche imprevedibili. Conto molto sul fatto che per alcuni giocatori questa possa essere una ripartenza, quindi un azzeramento dei fatti precedenti, positivi e negativi: chi ha fatto bene dovrà riconfermarsi, chi non è partito con il passo giusto avrà la possibilità di mettersi in pari con gli altri. E queste sono le parole che dirò alla squadra: tutti, ora, potranno riproporsi.
Che idea si è fatto di questa Virtus?
”Intanto l’ho guardata da addetto ai lavori, e non da possibile allenatore: vedevo che non giocava come una squadra di Pillastrini, in cui qualche giocatore non stava rispondendo come lui pensava, poi c’era la mancanza di un leader che nei momenti di difficoltà fosse faro per i compagni e potesse prendersi le giocate importanti. Alcuni americani poi, avevano scritta in faccia la loro inesperienza in un basket diverso da quello praticato negli States. Con il tempo ho visto dei passi in avanti, qualche modifica verso quelle che erano le idee dell’allenatore, e oggi come oggi vedo sbilanciamento tra i lunghi, dove servirà più presenza difensiva. I casi Michelori e Crosariol? Sabatini mi ha già fatto presente la situazione, per cui prima di valutare personalmente aspetto gli allenamenti, non sminuendo il panorama che mi è stato descritto”.
”Non vengo qui pensando che ci siano macerie da ricostruire, e il quattordicesimo posto ci va stretto: poi, se Pillastrini avesse vinto domenica, ci sarebbe una situazione diversa e io non sarei qui. Penso che il cambio dell’allenatore serva più che altro per permettere ai giocatori di ripresentarsi in una chiave diversa, perché alcuni sono venuti qui con idee che hanno condizionato l’ambiente e che ora necessitano di un interlocutore diverso, indipendentemente dal fatto che questi abbiano ragione o no”.
Chi deve essere il mio leader?
”Mi hanno parlato molto bene di Best, che comunica poco ma si fa intendere abbastanza: molto professionale, ha dato un messaggio di carisma a cui i suoi compaesani si sono già allineati. Parametrato al minutaggio che potrà avere, dovrà essere lui il leader. Poi ho un ottimo rapporto con Giovannoni, che a Kiev ho avuto perché volevo un giocatore di personalità e senza paura negli ultimi minuti delle partite. Diversamente da altri allenatori gli ho chiesto di fare quanto era nelle sue corde, cercando di nascondere i suoi difetti, e a lungo mi ha accontentato. Qui lo scorso anno giocava e aveva questo ruolo, ma in un contorno diverso; adesso, forse perché stanco dall’estate con la Nazionale, può non aver trovato una struttura di squadra adeguata a lui”.
Quanto starà qua?
“Io vorrei starci dieci anni, ma quello che conta è che chi verrà al posto mio possa trovare un buon lavoro già fatto”.
Quale sarà la prima mossa di Pasquali?
“Prima cosa, capire di cosa ha bisogno questa squadra. A livello dei singoli, molti li conosco già e li ho allenati, non conosco gli americani ma so quale è il loro modo di giocare. I tempi stretti non ci permettono di fare molta poesia, dovremo andare per tentativi sapendo che le cartucce da sparare sono poche, e gli esperimenti non sono tanti. Andare a Lubiana è modo per dare la possibilità ai singoli di redimersi. Io posso dire che questa è una opportunità che tutti gli allenatori sarebbero orgogliosi di avere, quella di allenare la Virtus: a me è capitato quando mai pensavo che ci sarebbe stato spazio, dato che di sostituzioni non se ne parlava e le grandi in difficoltà sembravano in ripresa. Tanto che nelle settimane precedenti avevo avuto contatti con squadre di A2, B, o in Germania: ma io voglio progetti, non stipendi, e non mi sono fatto prendere dall’angoscia di non avere una squadra da allenare, altrimenti avrei avuto una occupazione già da due mesi. Ho valutato le offerte senza pensare che ero disoccupato, e questo mi ha portato, a ieri, a ricevere la telefonata di Sabatini”.
Pensa al mercato?
“In questo momento il parco giocatori è ampio, anche se qualcuno è ai box con tempi di recupero diversi: prima di sfoltire bisogna pensare alle necessità odierne. Sostituire, invece, deve partire dal presupposto che tante mosse non ne abbiamo, avendo due tesseramenti, che diventano tre se non consideriamo Michelori. Certo, se ci fosse un rimbalzista sul mercato, ci penseremmo, ma per adesso miglioriamo chi c’è: poi, nel caso, Sabatini ha detto che non si tirerà indietro”.
Il contratto è 1+1, che obbiettivi ci sono ora?
“La società mi ha chiesto la salvezza, in modo intelligente, e poi penseremo ai passi successivi. Questo non vuol dire che, una volta salvi, tireremo i remi in barca: piuttosto, meglio non essere superficiali e non pensiamo a semifinali o qualificazione all’Eurolega, problemi lontani da quella che è la nostra situazione attuale. Per meritare la riconferma, valuteremo da quanto sarò gradito e ne riparleremo a fine stagione, ma non ci sono per adesso altri obiettivi”.


22-01-2008 - da "La Repubblica"

Crisi Virtus, via Pillastrini

di M. Martelli

Stefano Pillastrini non è più l´allenatore della Virtus. Il coach e il "progetto tecnico" cadono nel pomeriggio, con una telefonata che Claudio Sabatini, di rientro in Eurostar da un blitz romano, indirizza al suo ormai ex coach. Silurato. Già oggi, è in arrivo in città Renato Pasquali, 53 anni: un ritorno, poiché fu alla Virtus dal 1989 al 1993 (assistente di Messina e responsabile del settore giovanile). Sabatini l´ha scelto per traghettare la squadra alla tranquillità, perché è questo che, oggi, ne tormenta il futuro prossimo. Le pericolanti corrono, la squadra stenta: la salvezza rischia di diventare l´unico obiettivo, come già accadde alla Fortitudo un anno fa, presa a schiaffi per un´intera stagione e costretta a "spareggiare", e sopravvivere, in 40´ drammatici a Teramo.
La protezione di Pillastrini, ostentata dal patron fin dai primi cigolii stagionali, è dunque crollata ieri pomeriggio, con poche righe sul sito societario. Almeno in termini ufficiali, perché già nel post-gara contro Avellino la posizione del coach era parsa, per la prima volta, seriamente pericolante. Complici i risultati, complici gli errori commessi nella conduzione della gara con l´Air, il patron aveva storto il naso, proprio nel giorno in cui era tornato a sedersi sul suo scranno. La faccia con cui era entrato nello stanzino degli allenatori, anziché nello spogliatoio, preannunciava tempesta. Da tempo, il boss stava picchiando il tasto su gare ampiamente alla portata e poi buttate a mare: quella di domenica, con la rimonta poi abortita, s´è aggiunta alla lista, e ha fatto traboccare il vaso della pazienza.
Ieri, di primissimo mattino, Sabatini lasciava Bologna per Roma e dal treno iniziava a setacciare gli eventuali sostituti, rifugiandosi nei consigli dei dirigenti da lui più stimati, da Gherardini (il primo a spingere per Pasquali, per i comuni e corposi trascorsi trevigiani), ad Arrigoni, a Crippa. A metà pomeriggio, vagliate più ipotesi, tra cui Giovanni Perdichizzi (accasatosi a Brindisi) e Giordano Consolini (impraticabile, per indole ed incarichi interni), la Virtus ha virato su Pasquali. In serata ne attendeva un sì pressoché scontato: l´ex vice di Messina sta lavorando dall´Italia per i Toronto Raptors (sempre di Gherardini), ma si conoscevano le sue voglie di tornare in panchina.
«Virtus Pallacanestro Bologna e Stefano Pillastrini - questo il comunicato - annunciano di aver interrotto il rapporto di collaborazione. La decisione è stata presa con grande rammarico dopo aver preso atto che la mancanza di serenità e di tempo rendono impossibile il proseguimento di un percorso comune. Claudio Sabatini esprime grande riconoscenza a Stefano Pillastrini sia per il valore professionale sia per le sue doti umane». E´ metà pomeriggio, quando esce, prim´ancora delle chiacchiere approfondite col sostituto. Segno che, per Sabatini, non si può continuare. La stesura è di maniera, ma stona in parte con la filosofia da sempre sbandierata. Quella "mancanza di tempo" (per fare cosa?) leva il velo sul progetto a lungo termine, sul "lasciateci perdere", sul (Sabatini dixit) "i giocatori s´arrangino, Pillastrini sarà il nostro tecnico per i prossimi tre anni". Quinto allenatore caduto in altrettante stagioni (dopo Ticchi, le non conferme di Bucci e soprattutto Consolini, chiudendo con Markovski), "Pilla" frana come qualsiasi tecnico cui mancano i risultati.
Quelli della Virtus non c´erano stati dall´inizio, zavorrati da una gestione isterica e da un ribaltone mai davvero solido, nella linea di pensiero, nel grottesco mercato condotto, nelle gerarchie interne. Da tempo, intorno a Sabatini, si soffiava per l´esonero, e si rimpianse la volta in cui, date le dimissioni dal coach, il patron non le accettò. Stavolta, l´epilogo non è per nulla sorprendente, visto il trend dei risultati, benchè lo sia, forse, nei tempi, ora che alla buriana e ai limiti strutturali, tecnici e tattici noti da settimane, s´è aggiunta pure la sfortuna. Oggi, con un mercato allenatori mai così scarno, il cambio svela più la speranza di invertire la rotta che la convinzione nelle capacità di chi ci proverà. I segnali c´erano da tempo, e il giorno in cui Pillastrini rassegnò le dimissioni (14 novembre), e Sabatini lo propalò urbi et orbi, la posizione del tecnico precipitò, soprattutto nella credibilità agli occhi del pubblico e della squadra. Che ha faticato, nel corso delle settimane, a credere in entrambe le gestioni, sia societaria che sportiva. Da oggi, la Virtus prova a girare pagina. Inutile riempirsi la bocca di "progetto". Qui va solo messa una pezza.


22-01-2008 - da "La Repubblica"

E più del "peccato originale" potè la paura di retrocedere

di Walter Fuochi

Imprevedibile come sempre, negli scarti d´umore come nelle strategie di lunga gittata, Claudio Sabatini s´è deciso a vedere, ieri mattina, ciò che ormai era sotto gli occhi di tutti. Tra Pillastrini e la Virtus non funzionava nulla, i progressivi scollamenti fra tecnico e squadra, tecnico e pubblico, erano ormai ignorati solo dal proprietario, isolato e risoluto nella cocciuta negazione ad ammettere quello che, di questa disgraziata stagione bianconera, era stato il peccato originale. Tutto suo, beninteso: cacciare Markovski, finalista tricolore, e pigliare Pillastrini, pur fresco della bella stagione marchigiana, era stato l´inizio della fine. Il ribaltone ha avuto solo alchimie sballate, e stava ora inclinando al disastro: questa Virtus che non sa più vincere è oggi ostaggio d´una paralizzante paura di retrocedere. Quintultima in classifica, 10 gare vinte su 32, crocevia di divorzi, scazzi, assenze più o meno giustificate, scommesse assortite, e condannata pure, per editto padronale, a non usare uomini che qualche coccio potevano incollarlo, stava filando verso il baratro, complice anche la passività con cui "Pilla" aveva avallato ogni scelta del capo, non tutte condivise, e "coperto" perfino le fughe in avanti politiche, solo nocive per chi andava in campo. Tocca ora a Pasquali, pescato nell´arido orto di gennaio. Esperienze, in carriera, contrastanti. Caratterino ispido, nel ricordo dei tempi da vice di Messina. Detto qui, e ora, navigare in questi mari non gli sarà facile.


22-01-2008 - da "La Repubblica"

Sabatini: "Decisione sofferta, non potevamo ripresentarlo domenica"

di Walter Fuochi

Sabatini, quando ha deciso?
«Lunedì mattina. Non c´erano più le condizioni ambientali perché Pillastrini andasse avanti».
Per responsabilità sue?
«Non c´erano più le condizioni, punto e basta. Io Pilla lo ritengo un buon allenatore, prima e adesso. Ma non poteva più lavorare qui».
Ha deciso da solo o sentito pareri in società?
«La società sono io, lo sanno tutti».
Lei è stato anche, fino all´ultimo, il difensore più strenuo del tecnico. Altri, intorno a lei, l´avrebbero mandato via prima.
«Io no. Ma raccontiamocela giusta: lui, fin dal primo giorno in cui arrivò in Virtus, fu percepito come un fortitudino».
Discutibile. Nel caso, però, non era una sorpresa.
«E infatti io lo riprenderei, oggi come allora. E´ una persona perbene e un buon allenatore».
E allora perché va via?
«Perché oggi va creata intorno alla squadra una maggior serenità. E questo spetta alla società. Inutile far finta di non vedere: al palasport c´era più contestazione nei confronti di Pillastrini che nei miei».
Lei è ricomparso domenica, ma per un mesetto s´era defilato.
«Sì, ma era così anche un mese fa. Al punto che non so come sarebbe stato possibile ripresentare, domenica con Cantù, lo stesso allenatore. Abbiamo eliminato un fattore di tensione. Perché, se alla prima palla con Avellino, Chiacig sbaglia un tiro tutto solo, non è certo colpa di Pilla, ma di un clima che crea problemi a tutti».
Pillastrini compreso. Non ha condotto impeccabilmente la sua ultima partita.
«Diciamo pure che era nel pallone anche lui. Credo si possa, a stima immutata».
Chi verrà?
«Ho contattato Renato Pasquali, aspetto un sì».
Sabatini, la cronaca viva scavalca tutto il resto, ma c´è chi la dà al galoppo, sul vialone d´uscita della Virtus, e anche su quello di entrata a Milano.
«Si galoppa, a vendere e a comprare, quando girano gli assegni. Io non ne ho ancora visti, per la Virtus, né firmati, per Milano».
Questo esonero taglia la testa al toro, per ora. Da proprietario della Virtus, ha esonerato il tecnico della Virtus. O no?
«Ecco, proprio così. Non vedevo altre strade».


21-01-2008 - da "virtus.it"

Virtus Bologna e Pillastrini si separano

Virtus Pallacanestro Bologna e Stefano Pillastrini annunciano di aver interrotto il rapporto di collaborazione. La decisione è stata presa con grande rammarico dopo aver preso atto che la mancanza di serenità e di tempo rendono impossibile il proseguimento di un percorso comune. Claudio Sabatini esprime grande riconoscenza a Stefano Pillastrini sia per il valore professionale sia per le sue doti umane.


21-01-2008 - da "La Repubblica"

Ennesima sconfitta, adesso si salvi chi può

di F. Forni

Male anche questa, alla Virtus non basta una buona mezza partita, per ricucire l´altra mezza, orrenda. Avellino passa al supplementare, con merito, dopo avere dominato, subìto e non mollato. Stavolta non sono state solo pie intenzioni: un po´ di sostanza, in una battaglia vera, è emersa. Non è andata per poco, nessuno ha tirato indietro (a parte un Best inguardabile), ma la classifica comincia a piangere in modo inquietante: stando fermi, basta che dietro si agitino un minimo per accendere il terrore. La Fortezza è sempre più vicina al girone dei dannati, non trovata spinta nemmeno con la squadra "buona": ed è questo il motivo più grave della serata. Così, l´Air l´ha portata a casa, giustamente, superando il suo momento più brutto: nel supplementare, quando uno stoico Giovannoni ha schiacciato il 76-74, unico sorpasso bianconero in 45´. Un libero di Williams per ripartire, ma soprattutto due triple di Green e Righetti, per il 78-82 a 32" dal termine. Finita lì, a modo degli altri, col quintetto, al solito, in doppia cifra, senza paura e un po´ di testardaggine. Nessuna paura, cioè, a continuare a martellare da fuori, anche sull´orlo del baratro. Dopo un 4/20 nel secondo tempo e soprattutto 7 errori filati dai 6.25, quasi da condanna, quelli che contavano sono entrati.
E la Virtus? E´ scoppiata alla fine, ma s´è vista, alleluia, "concedendo" però quasi tutto il primo tempo, 20 rimbalzi d´attacco e 22 palle perse. Nonostante ciò, la risalita nella ripresa c´è stata, sulle spalle di un Giovannoni indomito, arrivando a -1 (60-61) a 6´16". Poi la volata e la battaglia finale dei liberi, con errori da ambo le parti, e la rincorsa bianconera completata da un gancione di Guillerme a 2" dal gong. Morto il terra aria di Green a un palmo dal ferro, c´erano i pugni al cielo dei 7.000 del palazzo e anche del rientrante Claudio Sabatini, tornato a un mese esatto dal Tau, sua ultima presenza.
Prima e dopo però la gioia è stata per i cento saliti da Avellino, specialmente nel primo, decisivo spezzone. Qui, la difesa della Virtus è stata davvero ospitale: ogni volta bastavano due ribaltamenti di palla per vederla aperta come un fiore. Avellino ha attaccato bene, e a memoria: bella da vedere, in un imbarazzante confronto coi singulti bianconeri. I bei tocchi di Smith hanno fatto cantare il tabellino: in 5´40" 8 cesti (su 10), ben 6 dei quali arrivati su assist per la prima botta al cuore: 8-17. Forse erano lame nel burro, ma pure esecuzioni di prima qualità, a snidare il peggio d´una squadra non organizzata dietro, statica e prevedibile davanti, legata, per i punti, solo a iniziative personali: difficile risalire quando ogni attacco è un´avventura, il più delle volte senza speranza. E infatti il calvario è andato avanti: un cesto su tre nel primo tempo (34% dal campo) e 11 perse. Dramma e sensazione d´impotenza, con Boniciolli che pure dalla panchina (Cavaliero e Bryan) spremeva sugo, aprendo la forbice fino a un pesante 26-42. Handicap pesante, comunque rimontato, ma non fino in fondo. La Virtus scende a 6 vinte nelle ultime 27. Avanti così e guardarsi dietro è già un obbligo.

LE PAGELLE di M. Martelli
BEST 4. Mai in partita, scelte discutibili, vuoti mentali. L´uomo in meno per la Virtus, il più impolverato dopo lo stop. In 37´, 1/2, 0/3, 6 perse.
MCGRATH 4.5. Invisibile. In 12´, 0/1, 0/1, -15 plus-minus.
ANDERSON 6.5. Non ha lo smalto per tirare sopra i difensori, ma sta in campo bene. Poteva osare di più (3/6 e 1/1 in 37´), e sbaglia, a 10´´, il libero per pareggiare i 40´ (Giovannoni lo salva). Esce, sfinito, a 1´25´´.
GIOVANNONI 7.5. Anima vera, imprescindibile per squadra e pubblico. Canna il +1 a -40´´, poi pareggia, splendidamente, a -2´´. Enorme. In 40´, 6/9, 2/6, 4/4 liberi, 9 rimbalzi.
CHIACIG 5.5. Approccio pessimo, lento, passando più tempo a lamentarsi che a giocare. Bel terzo quarto: solo quello, però, prima di venire spazzato a rimbalzo. In 34´, 5/9, 9 rimbalzi.
SPENCER 5.5. Non ha fiato, fa dentro e fuori. Tiri corti. In 24´, 2/2, 1/5.
GARRI 6. Importante nella rimonta, un tiro importante gli esce corto. Regge comunque. In 16´, 1/3, 2/3, 5 rimbalzi.
DI BELLA 5.5. Parte centrale densa e solida. Fatica prima e dopo, brutta la persa a 55´´, in contropiede, sul pari. In 24´, 3/5, 0/3, 3 assist.

Pillastrini: "Rimbalzi e perse tutti regali nostri"
E´ dura commentare sempre e solo sconfitte, specialmente se ogni volta ci si avvicina di più ad uscire dal tunnel. Stefano Pillastrini prova così ad analizzare le due facce della medaglia. «La partita è stata condizionata dal vantaggio iniziale che abbiamo concesso ad Avellino. I nuovi innesti nei primi minuti ci hanno fatto perdere intensità difensiva, come temevo. Il supplementare s´è giocato sugli episodi e qualcuno dei miei era davvero spremuto. La squadra ha dato tutto, ma c´è mancato un passo importante. Non riusciamo a imporre il nostro ritmo». Forse manca anche un po´ di cattiveria. «Non facciamo falli? Una difesa buona non dev´essere necessariamente fallosa. Sono altri i particolari che ci hanno messo al tappeto. I rimbalzi nella nostra area concessi a Williams (7, ndr) e a tutti gli altri e i contropiedi sprecati dando palla a loro».
Pilla chiede ancora tempo e non boccia Crosariol, per quanto tenuto fuori 45´. «Abbiamo messo dentro due giocatori un giorno fa, cerchiamo di reinserire Blizzard e recuperare Andrea prima possibile: lo considero uno dei nostri». La situazione è grigia, inchiodata a 8 vittorie, troppo poche. «Abbiamo perso contro tre squadre in lotta per i play-off. Può arrivare un momento di panico? L´abbiamo vissuto anche durante la gara: quando si perde tanto è normale».


20-01-2008

Campionato: Virtus-Avellino 78-82 dts

Campionato: Virtus Bologna - Avellino 78-82 dts - Tabellini: Giovannoni 22, Anderson 13, Garri 10, Chiacig 10, Spencer 9, Best 7, Di Bella 7, McGrath, Da Ros ne, Crosariol ne, Moraschini ne, Lestini ne.


20-01-2008 - da "La Repubblica"

Virtus quasi al completo, contro Avellino non ci sono alibi

di F. Forni

Non ci saranno attenuanti oggi, a coprire eventuali vergogne, se la Virtus dovesse uscire spezzata dalla "guerra con Avellino", nell´insolito e truce copyright di vigilia coniato da Pillastrini. La Fortezza non può permettersi di rinviare all´infinito il suo momento buono, anche se con l´Air, al PalaMalaguti (18,15), l´occasione è ispida: di fronte, la squadra più acclamata della settimana e quella più abbacchiata degli ultimi mesi, incapace di passare i 70 punti nelle due uscite più recenti, tanto volenterosa quanto limitata.
Oggi Pillastrini avrà almeno una squadra, in grado di cambiare musica, e cioè una Virtus finalmente più talentuosa e con un organico presentabile. Si riforma, in un sol colpo, il trio di esterni a stelle e strisce: dentro Best, Anderson e Spencer, i tre mori saranno chiamati a dar linfa e sostanza, per non precipitare a capofitto. Sistemate all´ultimo le rispettive ammaccature, non saranno al meglio, ma se avessero marcato visita, per l´ennesima volta la Fortezza sarebbe scesa in campo priva di qualsiasi prospettiva. La serata girerà nelle mani dei colorati, dato per acquisito il rendimento in crescendo di Giovannoni e del resto del gruppo, unica nota decente nelle ultime occasioni. Sotto osservazione resta sempre Crosariol (12´ in campo nelle ultime tre di campionato), ormai ai margini, out rimane invece Michelori, dati pure sul piede di partenza.
«Con Siena abbiamo fatto bene, ma ora sarà un´altra cosa, e dovremo farci trovare pronti». La sintesi di Pilla è esaustiva, ma anche brutale: un conto è giocare per vincere (come serve oggi), un conto per limitare i danni e uscire a testa alta o col sorriso sulle labbra (per chi ci crede): la Virtus dovrà fare argine e mettere finalmente le mani anche nel vivo di una partita, e non solo accontentarsi di carezzarla.
Esaltato dalla vittoria con Siena, il collettivo irpino vanta sostanza vera, un bilancio eccezionale (8 vinte, 2 perse nelle ultime 10 gare) e un primato assoluto. È l´unico di tutta la serie A a presentare l´intero quintetto in doppia cifra, dai 19.2 punti di Devin Smith (col 65% da due, record tra gli esterni) ai 10.7 di Nikola Radulovic, per quasi 70 punti totali sugli 86 dell´attacco. Dalla panca Burlacu, Ortiz e Cavaliero qualcosa danno: pare miracolato anche l´ex Fortitudo che spara dritto (52% da tre), dopo che qui era partito con un pessimo 3/15. Oltre al tascabile Green, che fa gioco, tiri chiave e recuperi (primo assoluto a oltre 4 di media), una delle armi risolutive del duo Boniciolli-Zorzi, è la fiducia. «Sbagliamo anche 3-4 tiri in fila - dice Matteo -, ma sto tranquillo, perché poi li mettiamo». Spesso la Virtus s´è fatta travolgere proprio da parziali negativi, che oggi rischia, indipendentemente dal suo impegno e rendimento.
Anche per questo, rispetto all´Air, parte da un passo indietro. L´applicazione da sola quasi sicuramente non basterà, ed è legittimo provare timore reverenziale, un atteggiamento che qualche tempo fa sarebbe stato considerato oltraggioso. Avellino oggi è più forte, in tutto, e la storia è lontana anni luce. Sono solo ricordi i precedenti: dalla vittoria in ottobre in Irpinia (72-85) all´11-1 nei confronti diretti.


19-01-2008 - da "La Repubblica"

Tifosi depressi, chiarimento con Pillastrini

di M. Martelli

«Guardate che così si retrocede», dice un tifoso bardato, coprendosi dal freddo, quando la partita tra Virtus e Siena è finita da ormai un´ora, ma l´animo dei supporters, per la prima volta in stagione, trasborda fino al parcheggio dei giocatori e degli allenatori. La contestazione è civile: anzi, nemmeno può definirsi tale, avendo negli occhi quella che, nel 2003, arrivò ai gavettoni per Avleev e Koturovic. Oggi, sembra più una tavola rotonda, che prima invita gli italiani, da Crosariol a Di Bella, da Giovannoni a Michelori, ed infine, quando Stefano Pillastrini sale le scale e s´appropinqua al suo Mercedes, chiedendo ai suoi giocatori di lasciare il piazzale, accerchia l´allenatore della Virtus. Il colloquio, all´aria aperta, dura almeno 40´, in cui i dubbi dei tifosi sono centinaia, dagli americani alla "fotta", dalla classifica in campionato all´Eurolega così (non) giocata. Pilla, che svetta sopra di loro, non può che ripetere quel che ha detto poco prima in conferenza, rintanandosi in risposte scontate, ma ciò che traspare è che il malcontento non è tanto rabbia, quanto paura (di rotolare giù) e delusione. Oltreché, per qualcuno, rassegnazione. E´ la prima volta che i tifosi, alla fine una quarantina, scelgono di aspettare giocatori ed allenatore per cercare un dialogo, ed è anche legittimo che sia così, anche se Pillastrini, alla fine, se ne andrà un po´ scosso. Perse 20 delle ultime 26 partite, non è astruso dire che, altrove, la contestazione sarebbe arrivata prima. Così come non è difficile prevedere, domani contro Avellino, un clima che, in caso di partita sghemba, rischia di palesare tutto il malcontento. Poi, abbattersi con le ultime versioni della Virtus, svuotate di senior e abbarbicate agli junior, ma non per questo remissiva, sembra quasi esagerato, ingeneroso. Alla tavola rotonda, che tale rimarrà, con la civiltà di questo pubblico, aspettavano un altro commensale. In questo momento, parlare sarebbe costruttivo.


18-01-2008 - da "La Repubblica"

Siena doma l´orgoglio Virtus

di F. Forni

Continua a perdere la Virtus e le avanzano pochi motivi per stare allegra, anche se il periodo delle umiliazioni svergognate sembra passato. Con Siena ha tenuto botta, soprattutto con orgoglio, giocando senza americani e reggendo dopo un -20 iniziale che poteva schiantarla. Invece, era ancora in partita a 3´30" dalla fine (61-66): lì, i motori si sono spenti di botto. Non si può parlare di bicchieri mezzi vuoti, perché qui c´è, soprattutto, mezza squadra, che ha provato a dare il massimo. Quel che è tutt´altro che matematico è che a ranghi completi la musica raddoppi di volume.
Bisognerà aspettare ancora, e aspettare pure Claudio Sabatini, latitante in un palazzo quasi sgombro, coi presenti ormai addestrati a incassare rovesci, senza lagnarsi. Quelli in campo ce ne hanno messa, come s´era intravisto di recente, trovando una Mps modesta nell´atteggiamento e nell´esecuzione, e mettendola in qualche difficoltà. Pianigiani ha visto i suoi segnare 30 punti (a 10) in 7´50" e poi 26 in 22´, durante i quali Giovannoni (8/11, impiegato anche da ala piccola), Chiacig (4/7, 6 rimbalzi) e Di Bella (5/8) hanno dato brio e giocate di livello. Poi, Lestini ha brillato sul perimetro (non McGrath, 2/9), centrando da 8 metri la tripla del 53-56 a 11´30". I veterani hanno tenuto, specialmente sotto: è mancato il talento per risolvere (solo 6 assist), secondo copione. Comunque, uno scenario imprevisto, dopo il massacro iniziale, coi tiratori di Siena che ogni volta potevano sistemare i piedoni (5/5 da tre in 4´30", 6-17). Poi, deciso Siena, troppo presto, che la pancia era piena, la Virtus s´è riaffacciata recuperando, non a caso, quando Pillastrini ha messo in campo un po´ di chili. Meglio però Ghiaccione, Garri e Giovannoni, dei due nel mirino, ovvero Crosariol e Michelori.
Quello è stato il momento più dignitoso, con Di Bella rapido in contropiede, perché dietro finalmente si prendevano rimbalzi. Rientro fino al 34-41 a 20" dalla sirena: va detto, con un secondo quarto orrido di Siena. Fosse partita meglio, la Vu forse sarebbe durata di più, ma si resta nell´empirico. Out Anderson e Spencer, tenuti in naftalina per domenica, ma fuori anche Canelo (e poi malconcio anche Stojkov). Nonostante la buona volontà, in Eurolega si chiuderà da ultimi della classe. Meglio pensare ad Avellino.


17-01-2008

Eurolega: Virtus-Siena 64-77

Eurolega: Virtus Bologna - Siena 64-77 - Tabellini: Giovannoni 19, Chiacig 12, Di Bella 10, Lestini 9, Garri 6, McGrath 5, Michelori 3, Crosariol, Da Ros, Moraschini, Stojkov, Novi ne.


15-01-2008 - da "Il Corriere di Bologna"

Spencer: «Con Pilla conflitti inevitabili»

di D. Labanti

Spencer, l'esperimento dei quattro americani sul perimetro della Virtus è fallito. Perché?
«È strano, siamo tutti bravi, ma eravamo anche in tre per un ruolo. L'allenatore era nuovo, veniva dalla seconda divisione (in realtà Montegranaro, in A, ndr) e doveva capire l'ambiente. Su di lui c'è stata molta pressione. Ci metteva assieme di fatto nella stessa posizione, io, Anderson e Holland facciamo cose diverse ma pestiamo le stesse mattonelle. A tutti servivano più solidità e più spazi, non si remava dalla stessa parte».
Quindi c'erano attriti con Pillastrini?
«Era normale che sorgessero dei conflitti. Ma probabilmente i problemi non erano tra noi e lui ma fra lui con noi, nel senso che vedeva delle cose e noi no, o aveva valutazioni diverse dalle nostre, sul gioco, sulle situazioni. Io sono un realizzatore, forse m'avevano scoutizzato come tiratore ma non sono quel tipo di giocatore».
Le divergenze col coach sono però un alibi un po' debole per giustificare le sconfitte.
«Pillastrini è l'allenatore e non ci sono alibi, non possiamo giocare pensando che sfortunatamente lui è qui. Se lui allena è perché la società ha deciso così e io rispetto la scelta. Dobbiamo continuare a migliorare, abbiamo perso partite che potevamo vincere, soprattutto fuori dove siamo poco intensi in difesa. Ora comprensibilmente siamo frustrati, anche perché le aspettative erano alte, ma stiamo lavorando per trovare equilibri, c'è molto da fare e la Final Eight in casa può ridarci fiducia».
Anche con la proprietà, le storie sono state tese.
«Con la vicenda della discoteca c'è stato un equivoco, gli americani quando arrivano in Italia escono la sera, vogliono conoscere il posto. Ma le regole sono regole e vanno rispettate, ormai quello è il passato, ma so che s'è parlato molto e sono uscite diverse storie. Sabatini è un good guy (un bravo ragazzo, ndr), fa il massimo per la squadra e non può essere incolpato per questo. Il club è suo e ci tiene, anch'io farei come lui».
Alla lunga qualcuno ha pagato, via Holland, via Conroy. Ora va meglio?
«Il management ha fatto delle scelte per correggere gli errori d'assetto, è arrivato Best, una vera addizione: esperto, forte, io l'ascolto e imparo. Lui è super, a Delonte auguro il meglio e non voglio dire che stiamo bene ora, senza di lui, però dico che Travis è stata una grande aggiunta per il gruppo».
L'unico «intoccabile» sembra lei.
«Sono felice di restare e rispetto che mi abbiano tenuto. Vorrei che ora lo spirito fosse per tutti quello di lavorare duro per finire in crescendo».


14-01-2008 - da "La Repubblica"

Mezza Virtus non può farcela

di M. Martelli

Claudio Sabatini solca il campo con il viso plumbeo, greve, quando suona la sirena e la speranza di vittoria s´è già da un pezzo dissolta. Era spuntato sotto il tunnel a inizio partita, tornato a vedere i suoi dopo cinque assenze, ma non è rientrato a casa contento, bruciata un´occasione che, visti i primi 25´ di ieri, pareva alla portata. La Fortezza è caduta anche stavolta, l´ennesima in trasferta: in campionato non ci vince dal 14 ottobre (Avellino, quarta giornata) e i ko in fila sono sette. O 13, contando pure l´Eurolega, in una dimostrazione d´impotenza preoccupante: a buttare importanti chances, e a racimolare briciole solo in casa (e pure a fatica), si rischia di finire risucchiati. Il posto in classifica, divenuto a sera undicesimo, in un gruppone di gente in ripresa, suona, dopo 19 gare, come un campanello d´allarme. E pure forte.
Esclusa una buona (ma tenue) parentesi nel secondo quarto, la Virtus biellese non ha mai avuto attacco: prima troppo masticato, poi troppo impreciso, incapace di approfittare della luna moscia dell´Angelico vista ieri. La luce s´è spenta subito, nella ripresa, toccato un effimero +5 con l´uomo fin lì migliore (Best) e iniziata una lunga, estenuante siccità. Dal 35-40, la Virtus spremeva solo 3 punti (tutti liberi) in 6´, centrava il primo canestro dal campo del quarto dopo 7´40´´ e chiudeva la frazione girando a 2/15 al tiro. Se la Virtus aveva perdonato nel primo quarto, con uno 0/6 da tre letale, contro una Biella sgonfia dopo l´avvio di Bell (11-5), in seguito non accadeva il contrario.
A soverchiarla, con la raffica chiave, è BJ Elder, imprendibile sui blocchi e preciso dalla lunga (8 punti nel quarto), che apre la cataratta, sul 57-46, e fa montare l´impeto che consente a Cotani, poco dopo, di firmare, con un´altra tripla, il 60-48 del 30´: mezza partita. L´altra mezza Biella se la prende nell´ultimo quarto, quando alla Vu, rientrata a -5 con l´unico cesto di McGrath (63-58) e riavvicinata da Di Bella (65-60, 34´), si chiude nuovamente il rubinetto: 5´ senza gol, 0/7 al tiro, 3 perse. I muscoli di Hunter, schiacciando su Garri e pizzicando Crosariol, sigillano tutto.
«Per noi era difficilissima - ha detto poi Pillastrini -. Biella, in questo momento, è nettamente più lunga e superiore a noi. Atteggiamento e concentrazione sono andati bene, ma quando sono cresciuti in difesa non abbiamo trovato soluzioni. O le abbiamo sbagliate. In questi casi, poi, piove anche sul bagnato, con Best uscito e McGrath, nostra unica guardia, a 1/8». Corta, cortissima, la Virtus non ha trovato un esterno che potesse darle un paio di cesti in più. Anche nel secondo quarto, condotto fino a 7 punti, le buone geometrie erano state cancellate, con due bombe di Elder e Cinciarini, vanificando lo forzo (35-38 al 20´). Dopo, crollate fiducia e percentuali, la difesa è stata spostata a piacimento, con le ficcanti penetrazioni di Elder e Cotani, i balletti di Bell, la baionetta di Cinciarini. Best è durato un tempo, Lestini nemmeno quello e Crosariol, spedito in quintetto dopo il ritiro dal mercato (Sabatini dixit), s´è spento coi minuti. Poco pugno e amnesie fatali, ancora una volta. Cominciano ad essere troppe.

LE PAGELLE di M. Martelli
BEST 6. Insostituibile finchè ne ha. Perde l´inerzia a inizio ripresa, poi si gira pure una caviglia. In 27´, 4/11, 1/1.
DI BELLA 5. Non vede mai Bell e davanti non ripaga. In 31´, 3/6, 1/3, 3 perse, 2 assist.
MC GRATH 4. Stecca fragorosa, dopo serate calde. In 20´, 0/2, 1/6.
GARRI 5.5. Partenza interessante, poi una sofferenza (su Hunter, soprattutto). In 21´, 3/3, 0/3.
CROSARIOL 5.5. Buon avvio, frenato dai falli: e al secondo, non levato, unisce il terzo. Dopo, nulla. In 18´, 3/3, 2 rimbalzi.
LESTINI 4.5. Invisibile. Anche per Elder, che lo fa saltare senza neppur fintare… In 17´, 0/1, 0/2.
STOJKOV 5. Eccessivamente arrembante. In 10´, 0/2, 2 perse.
GIOVANNONI 6.5. Rientro sodo, impreciso ma presente. Stecca tutto nel finale, ormai cotto. In 26´, 3/6, 2/6, 5 rimbalzi.
CHIACIG 6. Solido, il miglior lungo di giornata. Quando esce, sfoga la sua rabbia. In 15´, 2/4, 11 rimbalzi.
MORASCHINI 6. Tripla contro la zona, una mano a rimbalzo (2). In 5´, 1/1 da tre.


13-01-2008

Campionato: Biella-Virtus 73-67

Campionato: Biella - Virtus Bologna 73-67 - Tabellini: Giovannoni 15, Best 13, Di Bella 11, Chiacig 9, Crosariol 7, Garri 6, McGrath 3, Moraschini 3, Lestini, Stojkov, Da Ros ne.


11-01-2008 - da "bolognabasket.it"

Final Eight di Coppa Italia, la Virtus affronterà Roma

Nei quarti di finale i bianconeri dovranno vedersela contro la Lottomatica Roma, e in caso di successo presumibilmente con la lanciatissima Montepaschi Siena in semifinale.

Questo il tabellone completo:
Montepaschi Siena - Scavolini Pesaro
Lottomatica Roma - La Fortezza Bologna
Premiata Montegranaro - Air Avellino
Angelico Biella - Pierrel Capo D'Orlando


11-01-2008 - da "La Repubblica"

I Bianconeri perdono in Polonia e salutano l'Europa

di M. Martelli

Il giocatore con più talento in campo, Milan Gurovic, può giocare anche solo mezza partita, nemmeno sudare, aspettando lungo l´arco la boccia buona, e sparare solo quando c´è da lanciarla e chiuderla, per scavare il canyon. Basta veramente poco, a decidere una gara che assegna l´ultimo posto in classifica, quando il livello è questo, abbassato pure dalla morìa di americani che colpisce l´una e l´altra rivale, e che lascia appunto a Gurovic (7/12), ma anche a Slanina (7/10) e al solito, esplosivo Dylewicz (7/10, 9 rimbalzi, 4 assist), il compito di spezzarla.
La Virtus crolla nella ripresa, dice addio alle speranze di Eurolega (non che ci si fosse illusi), ma, visto il buonismo imperante, se ne sarà andata dalla Polonia con qualche nota positiva. La prima, ed è una novità, è che nessuno s´è fatto male, e il lazzaretto vedrà stavolta gente uscire e non entrare. La seconda, più profonda, è che Pillastrini ha avuto quel che cercava dai suoi giovani, ovvero minuti decorosi: tolto il brutto avvio di Da Ros (poi più riproposto), Moraschini in 18´ non ha sporcato (esclusa l´ovvia fatica difensiva su Gurovic) e Canelo, in 24´, ha dimostrato la solita personalità, tenendo il campo con freddezza, lucidità ed interessanti ricami. Poi, ci vorrebbe anche una vittoria, ogni tanto, o almeno non la rituale sconfitta di venti. Anche ieri i punti non sono arrivati, se non in un secondo quarto in cui, riabilitati i "goodfellas" ("Quei bravi ragazzi…"), la Virtus s´era scoperta improvvisamente e insolitamente lunga. E´ stato quello, un quarto vinto 20-19, con intensità passabile almeno in attacco, il momento più interessante della partita virtussina. Pillastrini, partito benino (5-8, 5 a fila di McGrath), aveva svuotato la panchina, ma in senso opposto allo standard: fuori i bimbi, che avevano iniziato, e dentro i senior, i "maledetti" appunto, da Lestini a Michelori, ma anche Crosariol. La Virtus è stata lì, e in vista della gara di Biella, dove riavrà Best e forse Anderson (ma non, a quanto pare, Spencer e Giovannoni), può essere la nota più lieta. O la meno peggio. In quello sprazzo, continuando a subire in difesa (in particolare, tagli sul fondo e riccioli), non s´è comunque disunita davanti, trovando linfa inedita da chi, con Capo d´Orlando, non aveva giocato (o giocato orrendamente): per questo, i 15 punti (su 31 di squadra) del trio Michelori-Lestini-Crosariol a metà hanno consigliato Pillastrini a riutilizzarli, più tardi, e risparmiare i pochi titolari rimasti, con Chiacig molto impolverato.
Non è servito lo stesso a vincere. Che visto il Prokom di ieri, corto, senza americani, con VdS in chiara apnea (1/9) e un evidente clima da fine corsa, non sarebbe stata un´impresa. Ci voleva di più, anche da qualche cavallo in prima linea: come Di Bella, visto in forte affanno. Contava niente, si sa. Domenica, a Biella, conta eccome. Oggi invece, in Lega, sorteggi di Coppitalia. Che sia a Casalecchio non è più in discussione. Manca solo la ratifica.


10-01-2008 - da "bolognabasket.it"

Eurolega: Prokom-Virtus 79-59

Eurolega: Prokom - Virtus Bologna 79-59 - Tabellini: McGrath 14, Garri 9, Chiacig 8, Crosariol 8, Lestini 7, Michelori 6, Canelo 5, Di Bella 1, Da Ros, Moraschini, Novi ne.

In una partita di fatto amichevole, e giocata da ambo le parti in maniera molto rilassata, il Prokom ha colto la seconda vittoria della sua Eurolega, entrambe ottenute contro la Virtus. A differenza della partita di andata, forse il punto più basso toccato dai bianconeri quest’anno, stavolta i presenti - tutti italiani pù McGrath - hanno fatto quello che hanno potuto. Ampio spazio ai giovani e reintegro di Lestini (che ha giocato un ottimo secondo quarto). Abbastanza bene McGrath, unico in doppia cifra (14), e belle cose mostrate da Canelo, che in questa eurolega sta impressionando davvero per un ragazzo della sua età. Per il resto partita abbastanza impalpabile, con la pecca del crollo finale, a cui ormai i tifosi bianconeri sono tristemente abituati. C’è da dire che stasera contava meno di zero, però.
Il Prokom, altra squadra delusione di quest’Eurolega, ha fatto il compitino, senza impressionare particolarmente. In assenza di Wagner hanno giocato in tre: l’ottimo attaccante Milan Gurovic (25), che non doveva giocare, l’autoctono Dylewicz (17) e il cecchino Slanina (18). E’ bastato e avanzato.
Cronaca: la Virtus parte bene con McGrath, e va subito sopra 5-10. Poi però, con una pessima difesa e concedendo parecchi rimbalzi d’attacco, i bianconeri incassano un 11-0. 20-16 a fine primo quarto.
Il secondo quarto è godibile: il Prokom segna con continuità ma la Vidivici, con Canelo in regia, resta attaccata alla partita, soprattutto grazie al contributo di Michelori e del figliuol prodigo (si spera) Lestini. 39-36 a metà, con tripla del pareggio di McGrath annullata perché fuori tempo massimo.
Dopo la pausa la Virtus fatica parecchio, anche perché Moraschini (classe 1991!) fa quel che può ma ovviamente non è ancora pronto per questi livelli. Slanina e Dylewicz portano il Prokom al +10 (56-46), i bianconeri limano poi qualcosa con McGrath e con una gran giocata di Canelo per Crosariol. 58-51 al 30°. Ci sono però i prodromi del crollo, che arriva puntuale nell’ultimo quarto. Milan Gurovic ne ha voglia, ed è giocatore che se in serata può fare quello che vuole. Così succede, e la Virtus fa in fretta a crollare. Si vedono alcune belle cose di Canelo (bel tiro e qualche assist), e poi stop. Il Prokom raggiunge comodamente il ventello, poi ampio spazio ai giovani di qua e di là e finisce in fretta 79-59. Domenica a Biella si fa sul serio, rientrerà qualcuno ma in ogni caso trattasi di trasferta proibitiva.

LE PAGELLE
Crosariol
- Voto 5,5 (8 pt, 4/8 da 2) – Il duello con Van Den Spiegel lo sveglia un po’. Era ora, anche perchè giocare peggio delle ultime partite, cominciava ad essere effettivamente complicato.
Chiacig - Voto 4 (8 pt, 2/7 da 2) – La faccia sembra quella di Crosariol, non il massimo per uno che dovrebbe rappresentare la vecchia guardia. Dentro da subito, finisce presto a sedere, per rialzarsi poi poche volte.
Michelori - Voto 5,5 (6 pt, 0/1 da 2, 1/1 da 3) – Appannato e sempre un po’ in ritardo, eppure non molla un centimetro, soprattutto in difesa.
Di Bella - Voto 5 (2 pt, 1/6 da 2, 0/1 da 3) – Tre rimbalzi subito, poi comincia a gestirla a modo suo, testa bassa e pedalare. Non benissimo, stavolta.
Canelo - Voto 6,5 (5 pt, 1/3 da 2) – Sale di tono a cavallo tra il terzo e il quarto periodo, con una fiammata che tiene su la Virtus in un momento di difficoltà, facendo vedere che per il futuro, anche ad alto livello, potrebbe avere qualcosa da dire.
Lestini - Voto 6,5 (7 pt, 2/5 da 2, 1/1 da 3) – Smessa la calzamaglia d’ordinanza, fa vedere come la ruggine dell’ultimo mese non sia riuscita ad intaccar granchè. Sette nel secondo periodo, con un paio di movimenti alla Holland, una gran linea di fondo presa e chiusa schiacciando e una bella stoppata su bomba di Slanina.
Da Ros - Voto 5 (0 pt, 0/1 da 2, 0/1 da 3) – Non bene al tiro, che non entra neppure piedi per terra. Panchinato presto, non torna più.
Garri - Voto 4,5 (9 pt, 3/7 da 2, 1/3 da 3) – Il tabellino gli dà ragione, l’impatto sulla partita, nettamente torto. Un paio di buone cose, a fare il paio con indecisioni e giocate sgraziate che dicono che non era la sua serata.
McGrath - Voto 6,5 (14 pt, 4/7 da 2, 2/3 da 3) – Ottima partita offensiva, con un paio di arresti, sia in area che da fuori, decisamente ben eseguiti.
Moraschini - Voto 6 (0 pt, 0/1 da 2, 0/1 da 3) – Quintetto in Eurolega, con l’onore di marcare uno come Milan Gurovic. Rientra a babbo morto, spicca per voglia di fare, soprattutto dietro.


10-01-2008 - da "Il Resto del Carlino"

Emergenza e perdono, la Virtus richiama Lestini

di G. Cristofori

Era fuori squadra dal disastro di Kaunas datato 13 dicembre. Su di lui e su Delonte Holland, due giorni dopo, si abbattè la scure di un Claudio Sabatini infuriato per la figuraccia rimediata contro lo Zalgiris, ma soprattutto per l’atteggiamento dei due giocatori. Ora, dopo sette partite vissute in tribuna (2 di Eurolega e 5 di campionato), Federico Lestini ha l’occasione della vita: un po’ perché, forse, l’ira del patron si è attenuata,un po’ perché l’emergenza di una squadra decimata dagli infortuni ha spalancato le porte ai pochi senza acciacchi.
FedericoO Lestini stasera alle 19,45 in diretta Sky, sarà negli undici (tanti ne ha messi insieme Stefano Pillastrini, con nove si prende la multa) che affronteranno sulle mattonelle dell’Olivia Sport Hall di Sopot il Prokom, fanalino di coda del girone. Unica squadra delle otto che compongono il girone A che sta dietro ai bianconeri, ma anche cenerentola capace di raccogliere gli unici due punti in classifica al PalaMalaguti.
Un’occasione in più, per Lestini, di mostrare che qualcosa è cambiata dentro di lui e dentro la squadra. Perché la serata del 14 novembre è stato forse il picco più basso di tutta la mezza stagione bianconera, e ha spezzato qualcosa nel rapporto tra i tifosi del PalaMalaguti e una squadra strapazzata da un Prokom privo dei giocatori più rappresentativi e ancora senza successi.
Lestini, dunque, torna forse nella partita più inutile dell’Eurolega virtussina, ma in quella più importante sul piano morale.
Difficile giocarsela senza Best, Spencer, Giovannoni, e Anderson, ma anche relativamente facile farlo senza pressioni di risultato, perché nessuno crede più che si possa arrivare alla top 16 anche se, a disposizione, ci sono ancora otto punti e lo scontro diretto con l’Olimpia Lubiana. Unico obbligo, per il gruppo di Pillastrini, è di giocare con la faccia giusta e di reggere il confronto sul piano del coraggio e della volontà. Un compito più facile per Di Bella, abituato alle cariche di cavalleria e a sbucciarsi le ginocchia sul parquet.
Ma è fuori di dubbio che il figliol prodigo Lestini e il Crosariol sotto accusa non solo per l’orrida partita con Capo d’Orlando, dovranno fare qualcosa più degli altri, non delegando scelte coraggiose e iniziative alla spavalda gioventù di Jean Carlos Canelo.
E’ chissà che questo primo passo di avvicinamento tra la società e il venticinquenne pescarese, non possa portare a un perdono definitivo nei confronti di un giocatore sul quale, ad inizio stagione, si è speso un contratto di quattro anni.


08-01-2008 - da "La Repubblica"

Dietrofront, Sabatini rifà la Final 8 e venerdì batterà la concorrente Roma

di M. Martelli

Venerdìì 11 l´assemblea della Legabasket assegnerà definitivamente la sede della Final Eight di Coppitalia. O meglio, la confermerà dov´è sempre stata, al di là dei soliti sussurri e grida, debitamente amplificati: così almeno s´è chiusa la movimentata giornata di ieri, facendo capire che Bologna, anzi Casalecchio, sarà quasi certamente il teatro dell´evento. Questo, dopo ore in cui era salita la candidatura di Roma, offerta dalla Lega davanti al rinunciante Sabatini. Che, nella riunione di ieri mattina, senza il board di saggi ma col solo Sacrati "esterno" alla faccenda, aveva ammorbidito la sua posizione, dichiarandosi disposto a organizzarla per questa stagione e rinunciando per le prossime due, con Roma a rimorchio. Al termine del meeting, all´ora di pranzo, la Lega diffondeva «che ogni decisione sulla Final Eight era demandata all´assemblea di Lega di venerdì».
Quattro ore più tardi, il comunicato chiave. Lo scrive la Virtus, confermando «l´organizzazione a Bologna di "Basket for life", la manifestazione dedicata al Basket Giovanile Europeo e Italiano», già presentata in pompa magna a Roma, il 18 dicembre. «Con questa decisione - si prosegue - Virtus conferma la propria volontà a lavorare per la promozione del basket e mantiene l´impegno preso di offrire ai giovani un´importante occasione di incontro e di visibilità". Impensabile il doppio evento (a Roma la Final Eight, a Bologna le iniziative sponsorizzate dalle istituzioni), la Virtus galoppa verso la definitiva assegnazione.


08-01-2008 - da "La Repubblica"

Sabatini: "Ora decida la Lega Basket, io i tornei giovanili li faccio"

di Walter Fuochi

Sabatini, facciamo a capirci. Ieri mattina lei è deciso a non organizzare più le finali di Coppa Italia, strappate due mesi fa a tutti i costi, va in Lega a dirlo ai capoccioni e di là abbozzano che sta bene così, pronti a sciogliere tutti gli impegni. Dopodichè lei dovrebbe uscire contento come una pasqua, liberato da un peso, e invece esce incazzato nero, più che mai deciso a ripigliarsele.
E´ così o no?
«E´ così».
Adesso ci sarebbe da spiegare.
«Nulla di più semplice, se uno valuta un fatto. Che io, al mio progetto su queste finali, tirato su mettendoci faccia, tempo, soldi e organizzazione, ci credevo davvero, senza la polizia al palasport e con tutto il contorno di manifestazioni giovanili destinato a diventare il cuore dell´evento. Mi spiaceva rinunciarvi e anzi non lo farò: il "Basket for life" noi della Virtus lo faremo in ogni caso, con o senza Final Eight. Poi, tutto verrà deciso venerdì in assemblea e io, anche se ieri era emersa una forte candidatura di Roma, una controproposta l´ho fatta».
Quale?
«Questa. Ormai sono partito, molti accordi li ho stretti e posso andare fino in fondo. Anzi, ci vado, perché ho impegni con la federazione, ho squadre estere in arrivo che non posso rispedire a casa e così la mia parte la farò, confermando tutto il cartellone. In Lega ora sanno che non smonto nulla, e confido che questo gesto di buona volontà, per il bene del basket, venga apprezzato. Facciamola, questa Final Eight, quest´anno a Bologna, così non ci avvitiamo pure in cause infinite, perché io i miei danni li ho già patiti, e poi, volendo, i prossimi due anni si cambia, rinunciando all´accordo triennale. Aspetto venerdì: con più fiducia, in serata, rispetto ai colloqui, poco incoraggianti, del mattino».
Rifacciamo un passo indietro. Perché non voleva più organizzare la Final Eight?
«Perché m´avevano detto che Sky e Tim non vogliono parlare con me, ma solo con la Lega, e allora mi sento come l´organizzatore di Sanremo che non dialoga con la Rai e con le case discografiche. Possibile?».
In effetti no. Però, dica la verità: l´affare la tentava meno perché queste otto finaliste non muoveranno eserciti di tifosi.
«No, per me è un buon cast».
Altra remora: questa Virtus malridotta non passerebbe mai il primo turno e, senza pubblico bianconero, il bagno in gradinata sarebbe ancor più certo.
«Magari, fra un mese, questa Virtus è messa meglio e va in finale. E non sarei così pessimista sul pubblico. Ci sono piazze che porteranno gente. In ogni caso, se non ci credevo mollavo. Invece sono qui ad insistere. Anche se, nella chiesa del basket, mi sento sempre più di stare a dispetto dei santi».
La sua Virtus era pure qualificata, come ottava in classifica. Il diritto a partecipare era salvo.
«Il diritto c´è, ma la voglia è poca. Si giocasse a Roma, valuterei se andare o no».
Perdoni, nello sport si va e basta.
«Lo so. Ma posso non trovarmi bene, qualche volta?».
Certo, del resto lei ha messo in vendita la Virtus e non si fa più vedere alle partite a Casalecchio. Messaggio: questa non è più la mia chiesa.
«Sì, resto deciso ad uscirne. E confermo che è arrivata alla banca indicata una manifestazione d´interesse, da parte di un gruppo industriale bolognese, noto in città».
Già visto nel basket?
«No. E su questo, basta così».
Diceva: deciso ad uscire. E pure a non tornare al palazzo?
«Oggi ho una sola risposta. Mai. Domani magari mi torna voglia. Ma non tollero più, in casa mia, le offese e gli insulti che 5-6 persone, dietro di me, non mi fanno mai mancare».
Via, bastano 5-6 persone a far prendere una decisione così?
«Cinque o sei che ho ben individuato. Più tutto il resto».


06-01-2008 - da "bolognabasket.it"

Campionato: Virtus-Capo d'Orlando 87-90

Campionato: Virtus Bologna - Capo d'Orlando 87-90 - Tabellini: Spencer 21, Garri 16, Best 15, Di Bella 13, McGrath 11, Da Ros 7, Chiacig 2, Crosariol 2, Moraschini, Masciadri ne, Pederzini ne.

Brutta battuta d'arresto casalinga per la Virtus, che seppur decimata ha perso una partita che poteva vincere, e vede ancora una volta piangere la sua classifica. Ora il settimo posto è a ben 6 punti di distacco, e domenica c'è la temibile trasferta di Biella ad attendere i bianconeri (dopo la massacrante trasferta in Polonia). Insomma, la stagione bianconera, nata sotto una cattiva stella, continua a far soffrire i tifosi. Visti i tempi che corrono, meglio volare bassi e guardarsi dietro.
Priva di Giovannoni e di Alan Anderson, La Fortezza ha fatto quello che ha potuto. Dopo una partenza terribile (5-20) i bianconeri si sono rialzati, grazie soprattutto a un Garri davvero super (16+9 e gran difesa), conducendo per quasi tutto il secondo tempo. Capo D'Orlando però, col suo attacco stellare, non ha mai mollato, è stata brava a rimanere attaccata alla partita e nel concitato finale è stata più fredda. Sono risultati decisivi un errore in penetrazione del febbricitante Best e soprattutto un libero sbagliato da Spencer (comunque nettamente meglio delle ultime uscite) a 20“. La provocazione di stasera è: con Giovannoni out è stato dato tanto spazio al pur volitivo Da Ros. L'Andrea Michelori visto giovedì in Eurolega non avrebbe fatto comodo? Questo anche perchè Andrea Crosariol sta attraversando davvero un periodo terribile: dannoso in campo e con brutto atteggiamento , cose che gli hanno causato fischi a ripetizione da parte del pubblico.
Cronaca: partenza terribile dei bianconeri: errori a raffica e contropiedi siculi: 0-8 prima, 5-20 poi, con Slay e Diener onnipotenti. Pillastrini, dopo aver provato invano i baby Da Ros e Moraschini, è costretto a schierare il febbricitante Best, e le cose almeno in parte cambiano. La difesa migliora un po', e Spencer e Garri propiziano il parziale di 10-2 che tiene la Virtus in linea di galleggiamento: 15-22 al 10°. La rimonta si conclude a inizio secondo quarto, che inizia co n un pererentorio 7-0 per il 22 pari. Pozzecco però non ci sta, e riporta avanti i suoi a suon di triple. Ma la Virtus ora c'è, davanti e dietro, a parte il pessimo e fischiatissimo Crosariol. Spencer e un imperiale Garri firmano l'aggancio e il primo vantaggio bianconero. La Virtus tocca anche il +5 (40-35), ma poi si spegne di nuovo la luce e un indiavolato Poz firma un altro parzialone per chiudere il tempo: 10-0 paladino e 40-45 a metà.
Si riprende, Capo torna subito a +7, ma la Virtus reagisce col suo capitano: Fabio Di Bella firma un 8-0, poi Pozzecco dopo essersi schiantato contro un fermissimo Garri protesta per ore e si prende tecnico e fischi a carrettate. La Fortezza va avanti, ma gli orlandini restano attaccati alla partita, ringraziando anche due triple estemporanee di Wojcik e Ndoja. 69-64 al 30°, con tripla finale di Da Ros. E' ancora Da Ros a firmare il +7: 71-64, ma la Pierrel ricuce immediatamente, e si riporta anche avanti. Quando Diener firma il 76-81 a 4' si mette male. Best e Chiacig pareggiano, però. Gli ultimi due minuti cominciano in parità e sono incandescenti. Dopo liberi vari, e un errore di Best in penetrazione, spariglia Slay a 35“: 83-85. Spencer ha i liberi del pareggio, ma ne sbaglia uno. Diener di là non perdona, e finisce qua: 87-90.

LE PAGELLE
Spencer
- Voto 5,5 (21 pt, 3/7 da 2, 2/8 da 3) – Non comincia granchè bene, piantando sul ferro una schiacciata a difesa schierata: panchinato a furor di popolo, torna con il paio di canestri che rianima una Vu nera precipitata fin sul -15, prima di gettare al vento la tripla del potenziale pareggio nei secondi finali.
Crosariol - Voto 4 (2 pt, 1/1 da 2) – Irritante e svogliato ben oltre il tollerabile, ma non è una novità.
Best - Voto 6,5 (15 pt, 5/7 da 2, 1/2 da 3) – Dentro nonostante la febbre, riapre una partita che nei primi cinque minuti i suoi avevano di fatto già chiuso, pur concedendo l’impossibile a Pozzecco. Guida l’assalto finale, chiudendo stremato: encomiabile.
Chiacig - Voto 5,5 (2 pt, 0/2 da 2) – La giocano gli esterni, il poco spazio che resta per lui è sfruttato anche male, fino alla stoppata che zittisce il tentativo di pareggiare di Pozzecco a uno dalla fine.
Di Bella - Voto 6 (13 pt, 3/7 da 2, 1/2 da 3) – Una fiammatona nel terzo periodo, con otto punti filati – tredici nel quarto - che svegliano i suoi, ma la sua partita è tutta lì.
Moraschini - Voto ng – Quattro minuti stando ben attento a non far danni.
Da Ros - Voto 6 (7 pt, 2/4 da 2, 1/4 da 3) – A sorpresa in quintetto base, riesce a ritagliarsi il suo momento di gloria a cavallo tra terzo e quarto periodo, con cinque punti nel miglior momento offensivo dei suoi.
Garri - Voto 7 (16 pt, 3/8 da 2, 3/8 da 3) – Sfiora la doppia doppia, mette le mani ovunque – anche cinque recuperi – senza purtroppo risultare decisivo. Degni di nota gli undici tiri tentati nel solo secondo periodo.
McGrath - Voto 6 (11 pt, 1/2 da 2, 3/5 da 3) – Sgravato dai compiti di regista, ha modo di far male a modo suo, con ottime percentuali dal campo.

Pillastrini: ”Al di là dell’amarezza per la sconfitta, vorrei segnalare le condizioni di chi ha giocato con voglia nonostante i problemi. Siamo partiti male, poteva essere una partita che ci avrebbe fatto fare il salto di qualità. Non abbiamo difeso bene in avvio, in un attimo abbiamo subito tanti canestri, poi abbiamo cominciato a batterci bene anche in difesa. Siamo saliti di tono con il passare del tempo, poi ci è mancata l’energia che ti porta a vincere partite di questo tipo. Non è il caso di parlare di tecnica, nel finale il nostro problema è stato fisico, non siamo riusciti a tenere i loro uno contro uno.
E’ antipatico parlare delle assenze extrainfortunati: io non voglio passare per uno che non prende mai posizione, io sono responsabile delle scelte tecniche. Su Michelori quest’estate la società ha preso una strada e una decisione, mettendo al suo posto altri giocatori. Ad oggi a livello di tesseramenti non siamo messi malissimo, visti anche i progressi di Da Ros, abbiamo deciso di andare avanti con i giocatori che ad oggi ci sono. Negli ultimi giorni, dopo l’infortunio di Giovannoni, non ho chiesto alla società di far giocare Michelori. Io sono qui per vincere, ma anche come parte di un progetto che vuole costruire in casa i giocatori di alto livello. Chiaramente, tutto può essere, sia per Lestini che per Michelori, ma questa scelta ha una logica, condivisibile o meno.”


05-01-2008 - da "La Repubblica"

Final Eight, lunedì si decide; e Michelori spera nel reintegro

di M. Martelli

Lunedì incontro in Lega fra Virtus, Siena, Fortitudo, Montegranaro, Roma e Milano per provare a definire l´organizzazione delle Final Eight dopo la retromarcia di Sabatini, che ieri sul sito internet della Virtus ha pubblicato la lettera privata che il presidente di Lega Corrado aveva inviato a tutti i club lo scorso 2 gennaio. Una lettera nella quale Corrado si diceva «estremamente preoccupato per l´organizzazione del prossimo evento». L´11 è in programma un´assemblea dei club e una decisione, fra lunedì e quel giorno, andrà presa. Intanto dopo l´infortunio di Giovannoni la Virtus è di fronte a un bivio. Ci vorrebbe poco a reinserire, da domenica, Michelori, che in Coppa è andato benone. Ma sapete la storia: niente rinnovo, niente iscrizione a referto. Dove la Virtus, comunque, ad oggi è solo a 13 giocatori. S´è parlato di Marcus Melvin ma l´obiettivo numero 1 era Leroy Hurd, americano di Rieti che Pillastrini conosce benissimo. A Rieti la Virtus aveva offerto Michelori e Crosariol: respinta. Ora, il bivio. O temporeggiare, o investire su un comunitario (perché altri Usa, con visto, non ce ne sono), o piegarsi alla logica e reinserire Michelori, privilegiando, per una volta, una scelta sportiva e di pallacanestro.


04-01-2008 - da "Il Corriere di Bologna"

Si stira Giovannoni: salterà Capo D'Orlando

di A. Beltrama

La stagione storta della Virtus passa davanti a Pillastrini in un fotogramma: le ostilità sono appena cominciate, Giovannoni si accascia. Sospetto stiramento alla coscia per il brasiliano che, zoppicando, imbocca la porta dello spogliatoio e contro Capo D'Orlando non ci sarà. A conti fatti, è questo l'unico episodio che staff e tifosi bianconeri hanno diritto di rimpiangere. L'Olympiacos si impone 91-80, ma l'esibizione della Vidivici non è da buttare, alla luce delle precedenti figuracce europee. Brillano Stojikov e Canelo, in doppia cifra e invocati a fine gara dalla curva. «È stata un'emozione incredibile, ringraziamo il nostro maestro Sanguettoli. Cosa ci manca per diventare forti? Tutto», dicono all'unisono ai microfoni di Sky. Peccato che anche questa volta, come ormai accade da quattro partite consecutive, non ci fosse il patron Sabatini. Avrebbe apprezzato. Fedele ai proclami della vigilia, quando non aveva nascosto di pensare già al match di domenica, Pillastrini preferisce non rischiare: in tribuna c'è Alan Anderson, Di Bella non entra nemmeno, Chiacig gioca il minimo indispensabile. Eppure la Vidivici dei primi minuti gioca sul serio. La Virtus, piccola per forza, non ha scelta: pressa la palla, anticipa le linee di passaggio dentro l'area, riesuma un cinque fuori da Propaganda. I bianconeri giocano 4' minuti di pallacanestro davvero pregevole, essenziale e sciolta, che valgono il 18-14 del primo quarto e gli applausi convinti del palazzo. Non si sentono più i «meritiamo di più» che avevano echeggiato lugubri durante la partita con il Tau . Normale che poi, quando si fa sul serio, i greci vadano via comodi, spinti dai muscoli di Marc Jackson, dai voli di Qyntel Woods e dalla accelerazioni di Lyn Greer. Talenti che, allo stato attuale delle cose, sono al di sopra delle possibilità di questa Virtus. Sul vantaggio in doppia cifra di fine primo la gara è virtualmente conclusa, l'Olympiacos amministra, la Virtus continua a sbucciarsi su ogni palla. E finalmente lo scarto finale è quello di una partita di pallacanestro, non di una mattanza


03-01-2008 - da "bolognabasket.it"

Eurolega: Virtus-Olympiacos 80-91

Eurolega: Virtus Bologna - Olympiacos 80 - 91 - Tabellini: Spencer 17, Canelo 11, McGrath 10, Stojkov 10, Garri 9, Michelori 8, Chiacig 7, Giovannoni 5, Crosariol 3, Da Ros, Novi, Di Bella ne.

Nel giorno dell'ennesima provocazione di Claudio Sabatini (ancora assente), che minaccia di non organizzare le final8 di Coppa Italia per disaccordi con la Lega sulla gestione pubblicitaria, la Virtus è uscita sconfitta per 91 a 80 contro un Olympiacos con svariate assenze, ma comunque strabordante di talento offensivo. I rossi pireoti in pratica hanno giocato in tre: lo straniero di coppa Woods (17), Lynn Greer (23 al rientro) e Marc Jackson (16). Per gli altri serata di riposo, ma è bastato e avanzato per la prima vittoria esterna stagionale in Europa.
Per la Virtus, alla fine dei possibili 5 assenti ne sono mancati due: Alan Anderson e Fabio Di Bella, nei 12 solo per onor di firma. Dopo soli 4 minuti si è poi infortunato Giovannoni (problema muscolare), le cui condizioni andranno rivalutate. La Vidivici, come aveva promesso il suo allenatore, ha comunque giocato una partita più che dignitosa, dando ampio spazio ai giovani. Stevan Stojkov (10 e 7 assist) e Juan Carlos Canelo (11), impiegati a turno in regia, hanno giocato decisamente bene, e sono la nota più lieta di stasera: doppia cifra per entrambi i ragazzi classe 1989. Altra nota lieta è Andrea Michelori, apparso in buona forma e impiegato per 22': 8 punti, 7 rimbalzi e la grinta che tutti i tifosi ricordano e amano. Schierandolo anche in campionato la Virtus potrebbe forse risolvere in casa il problema del cambio del “4“: al momento è un vero peccato che motivi extracestistici gli impediscano di giocare. Male invece Dee Spencer, davvero male. Ha talento offensivo, certo, ma gioca sempre e comunque da solo, perde palloni (5) in maniera banale, e in difesa lascia passare chiunque, persino il lentissimo Papamakarios. Non è una novità, purtroppo: a oggi il suo atteggiamento è irritante.
Cronaca: si gioca in un palazzo piuttosto vuoto (3765 il dato ufficiale, generoso). Palla a due, partenza 0-6 e Spencer fa due falli subito, andandosi curiosamente a sedere sulla transenna. Ampio spazio a Michelori e ai bimbi: Stojkov gioca benone, e porta addirittura avanti i suoi (18-14). Woods però non è d'accordo, e propizia un 8-0 pireota: 20-25 alla prima sirena, quindi. Nel secondo quarto, nonostante Spencer e Crosariol procurino più danni che vantaggi, i bianconeri la buttano sulla bagarre e provano a tenere botta, ma prendono un parzialone poco prima dell'intervallo, condito dal canestro di Macijauskas sulla sirena dopo scippo a un attonito Chiacig: 40-50 a metà.
Nel terzo quarto, che scorre liscio, per i bianconeri in particolare impressiona Canelo, che scippa Lynn Greer e infila un canestro difficilissimo. 59-71 al 30°. Anche nell'ultimo quarto niente di particolare da segnalare, se non il raggiungimento della doppia cifra per entrambi i “cinni“. Finisce 80-91. Domenica arriva Capo D'Orlando: lì conta per davvero, e si spera di recuperare qualche pezzo.

LE PAGELLE
Spencer - Voto 5 (17 pt, 2/5 da 2, 2/5 da 3) – Si adegua all’andazzo svagato e sufficiente degli avversari, trovando qualche canestro estemporaneo tra un pallone gettato alle ortiche e clamorosi buchi difensivi.
Crosariol - Voto 5 (3 pt, 0/3 da 2) – Una stoppatona su Woods dopo avere subito di tutto e di più da Tsakalidis, prima di riscoprire una buona mano dalla lunetta.
Giovannoni - Voto ng (5 pt, 1/1 da 2, 1/1 da 3) – Finisce kappao nel primo quarto con problemi muscolari a una coscia, dopo una buona partenza. Peccato.
Chiacig - Voto 5,5 (7 pt, 2/8 da 2) – Tanti falli e tanta fatica, finisce meritatamente panchinato.
Michelori - Voto 7 (8 pt, 1/2 da 2) – Picchia come forse mai prima d’oggi, raccogliendo rimbalzi e qualche punto dalla spazzatura. E’ ancora visibilmente indietro, ma la voglia di giocare è di quelle che non possono non piacere.
Canelo - Voto 7 (11 pt, 4/8 da 2, 1/1 da 3) – Non ha paura di niente e di nessuno, specialmente se deve attaccare il canestro. Piacevole, piacevolissima sorpresa.
Da Ros - Voto 6 (0 pt, 0/1 da 2, 0/1 da 3) – Più minuti oggi che nel resto della sua stagione, non esattamente poco.
Garri - Voto 6,5 (9 pt, 2/2 da 2, 1/4 da 3) – L’impegno c’è, i risultati meno, ma non sono comunque da buttare.
McGrath - Voto 5 (10 pt, 0/1 da 2, 2/6 da 3) – Fuori ruolo, sbaglia quasi tutto lo sbagliabile.
Stojkov - Voto 7,5 (10 pt, 2/2 da 2, 2/4 da 3) – Il quintetto lo galvanizza, lui ci mette il piglio e i punti che – mancando Anderson – avrebbe dovuto metterci Spencer e tiene a galla la Vu nera nella prima metà. Doppia cifra per lui, soddisfazione ampiamente meritata.


03-01-2008 - da "Il Resto del Carlino"

Virtus in vendita, c’è già chi sta bussando alla porta

La prima ‘dichiarazione di interesse’ per l’acquisto della Virtus Pallacanestro è arrivata negli uffici della Neos Banca. Si tratta dell’istituto di credito – il direttore generale è Maria Lucia Candida – al quale Claudio Sabatini ha affidato l’incarico per la vendita del club. Per evitare speculazione e troppa pubblicità. L’annuncio choc del 23 dicembre scorso non è dunque caduto nel vuoto. ’La Virtus è in vendita’ aveva detto il patron, senza precisare la cifra richiesta per l’acquisto, ma ricordando una volta di più come il club bianconero spenderà per questa stagione 7 milioni di euro, incassando una cifra leggermente superiore. Ancora top secret il gruppo interessato all’acquisto che, a questo punto, potrebbe fare un ulteriore passo, bussando alla porta di Stefano Nannucci, commercialista di fiducia del gruppo Sabatini – insieme con Claudio c’è il fratello Fabio – per leggere le carte.
Sabatini è proprietario del marchio bianconero dal settembre 2003, da quando cioè evitò il fallimento del club, facendolo ripartire dalla Legadue (dopo che la federazione lo aveva cancellato) grazie all’intesa raggiunta con il Progresso Castel Maggiore.
Virtus prossima alla vendita? Sabatini, che ha disertato le ultime tre uscite della prima squadra (ma ieri sera era a San Lazzaro per assistere all’esordio della formazione bianconera allenata da Giordano Consolini nello storico torneo), dall’antivigilia di Natale s’è concesso un po’ di riposo, con la famiglia, a Cortina. Nessun commento da parte della proprietà, ma gli amici sostengono che il patron non ha cambiato idea: la Virtus è in vendita.
E se la dichiarazione di interesse sarà valutata sufficiente, il club potrebbe cambiare proprietà. Da lunedì, secondo i bene informati, si comincerà a giocare a carte scoperte. Un’occhiata al mercato, infine: Delonte Holland potrebbe tornare a Varese.


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