Profili: TERRY DRISCOLL


Il Bostoniano

di Gianfranco Civolani - da "I Cavalieri della Vu Nera. I 125 anni della SEF Virtus attraverso i suoi campioni" - Ed. Tempi Stretti, 1996

 

E se con il reverendissimo Coccodrillo del Nilo dovesse mai arrivare anche il magico bostoniano? Gigi Porelli lancia nell'etere il messaggio e in effetti approda a Bologna l'ex Citì azzurro Nello Paratore e di seguito ecco anche la primissima scelta di Detroit, quel Driscoll che sceglie Bologna e comunque l'Europa prima di scozzonarsi con quelle rocce dei pro a casa sua. Terry è un bostoniano dalla testa ai piedi. Ha i genitori ricchi e molto alfabeti, ha una faccina da bimbaccione tirato su a omogeneizzati every day, si esprime con grande proprietà e ovviamente promette di fare sfracelli nel nostro pianetino. E invece il bimbaccione (che ha solo ventuno anni) è un po' troppo timidone e i suoi primi approcci sono troppo labili e così la Virtus con Paratore & Driscoll fa un campionato tremendamente anonimo, settimo posto ex aequo, e insomma meglio cambiare perchè Terry dopo una stagione in altalena (ventuno punti di media, ma qualche vacanza agonistica di troppo) se ne torna a casa e di questo bel giovanottone di squisite maniere resta soprattutto l'indelebile ricordo della sua manina fatata che frega in tromba e allo spasimo la Fortitudo nell'ennesimo derby al calor bianco. Ciao Terry e chissà mai se ci rivedremo più. E invece ci rivediamo quasi subito e ci rivedremo sempre. Passa qualche anno, Terry gioca benino e anche benone nell'NBA e qui a Bologna furoreggia John Fultz detto Mitraglia. Ma nell'anno di grazia settantacinque c'è little Dan Peterson in plancia e a little Dan non par vero di affidarsi a un suo connazionale tanto referenziato. Terry ha fatto un po' cilecca sei anni prima? E va bene, ma adesso Terry ha già ventisette anni. E poi dicono che si è anche fatto parecchio cattivello, provare per credere. Terry dall'America fa sapere che gli piacerebbe riprovare da noi e magari prendersi una bella rivincita. Torna e vince subito. Scudetto con Gigione Serafini e Charly Caglieris, scudetto e magari si inaugura un ciclo, stiamo a vedere. Ma no, non si inaugura nessun ciclo e tre anni dopo succede che tutti capiamo che littie Dan deve cambiare aria e che il suo successore non potrà essere che il divino Terry. In particolare mi ricordo una sera nel Nordovest della Francia, a Caen per un match di Coppa. Little Dan va a letto prestissimo e io e qualche altro collega restiamo a chiacchierare con Terry. Lui ci spiega come dovrebbe e dovrà giocare la Virtus e immediatamente intuiamo che lui Terry di lì a poco sarà il nuovo nume della V nera. E infatti. Due stagioni, due scudetti, record del mondo più o meno omologato. Dicono di Terry che sia soltanto un giocatore che sa tenere unito il gruppo e che sa motivare. Io posso dire che se ogni tanto qualcuno pensa di alzare la voce con l'ex mollaccione, beh, adesso è già grassa se l'ex bambinone e mollaccione non lo prende per i blacchi e non lo appende in doccia. Morale: la Virtus di Terry è davvero invincibile e siamo tutti curiosi di verificare se davvero anche per Terry valga la regola del non c'è due senza tre. Impossibile verificarlo. Accade che dopo i due scudettoni Terry e Porelli d'improvviso si separano. E qui ci sono due versioni, quella ufficiale e quella più ufficiosa. Quella ufficiale dice che Terry si presenta in sede per chiedere un po' di milioni in più e che il Dux gli risponde che pochino sì e un pocone no o altrimenti sgambillare. E Terry conseguentemente sgambilla e saluta. Ma c'è una versione ufficiosa che racconta di madama Driscoll (signora che conta assai) che suggerisce al maritone di chiedere un bel po' perchè se il Dux ci sta evviva o altrimenti meglio così perchè Madama ha una gran voglia di rientrare nel Massachussets. Come è e come non è, Terry questa volta saluta per sempre. Noi non possiamo sballare i nostri bilanci, tuona Porelli, ma resta il fatto che nel dopo Driscoll la Virtus langue e dovrà poi aspettare ben quattro anni per cucirsi un altro scudetto, quello della Stella. E adesso che sono trascorsi più di quindici anni dall'ultima apparizione di Terry con le insegne della V nera, vi dico che l'ex bimbaccione è sempre più spesso a Bologna. L'ex bimbaccione è nel commercio, è ricco, è rimasto un personaggio dello sport e del business dalle sue parti. Lo incrocio puntualmente quando vado in America per una qualche manifestazione sportiva e lo incrocio anche a Bologna perchè un po' per i suoi commerci e molto per nostalgia il divin Terry cala da noi e non manca mai la sacrale e pastorale visita al Palazzarita. Sono tornato, ho visto Andalò con il suo grembiule nero e ho capito che a Bologna non cambia proprio mai niente. Poi sono tornato dopo un anno anche per far vedere a mio figlio dove il papà suo era stato tanto bene. Al palasport Andalò non c'è più ma l'ho ritrovato a Casalecchio e insomma mi chiedo se dalla vostra città io mi sia mai veramente allontanato. L'ultima volta l'ho visto a Modena. Si portava appresso un perticone di vent'anni che è suo figlio e che - suppongo - giocherà a basket o a volley o a football perchè non è pensabile che un Driscoll junior non cerchi di seguire in qualche modo le orme. Terry oggi ha cinquant'anni, ma non ha preso nemmeno un chilo, sembra sempre quel bimbaccione che venne, buscò, rivenne e fece buscare gli altri. E nel frattempo noi di Bologna facciamo sempre i gattopardoni e cioè diciamo di voler cambiare tutto per non cambiare mai un cavolo. Carissimo Terry, hai proprio ragione, noi siamo fatti così.

 

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