CON LA V NEL CUORE


Con la V nel cuore

di Gianfranco Civolani - prefazione de "I Cavalieri della Vu Nera. I 125 anni della SEF Virtus attraverso i suoi campioni"- Ed. Tempi Stretti, 1996

 

Noi passiamo e trapassiamo. La Virtus no, mai.

Spiego come, quando e perché quella V mi è entrata nel cuore e così rendo anche omaggio alla memoria di mio padre.

Gli anni Quaranta, subito nel dopoguerra. A Porta d'Azeglio giocavano a pallacanestro i ragazzi della sezione socialista Matteotti, ricordo i fratelli Bertelli, Rinaldi e uno dei Sangirardi. Quei ragazzi spesso vincevano. Non erano grandi sfide, ma comunque meglio vincere. Poi una sera mio padre mi disse che potevo anche stare a casa perché contro la Matteotti c'era nientepopodimeno che la Virtus, la grande Virtus. E l'indomani ancora mio padre mi raccontò che ovviamente non c'era stata partita, peccato e pazienza, ma insomma era la grande Virtus e amen.

Ecco, così mi entrò nel midollo quella V. E subito cominciai ad andare in sala Borsa e poi in via Valeriani alla Virtus tennis perché lì si giocava anche la Davis con i fratelli Del Bello di biancovestiti e di azzurro fasciati.

Il resto è storia e appunto felice memoria. E adesso non chiedetemi quanti e quali allori in centoventicinque anni la V nera abbia conquistato. Mille, diecimila, centomila.

Che cos'è la Virtus? Un'idea, una Grande Idea. E così abbiamo cercato di raccontare una gioriosissima storia attraverso le gesta di una ventina di personaggi (i Cavalieri) che sono diventafi un simbolo, l'Alfa e l'Omega di una galassia già tanto esplorata e ancora così imperscrutabile se è vero che noi passiamo e trapassiamo e la Virtus no, mai.

 

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