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Giornalismo Investigativo

sotto lo pseudonimo di Cato due eminenti whighs pubblicarono sul London Journal, il primo resoconto particolareggiato della commissione parlamentare d'inchiesta che aveva ricevuto l’incarico di analizzare  uno scandalo economico dell'epoca. La data diventa simbolicamente assai significativa perché contemporaneamente mette insieme scandali politico economici in una società di tipo liberale, appelli delle  minoranze alla giustizia, nascita del giornalismo (e in particolare del giornalismo investigativo), commissioni parlamentari d'inchiesta. Mentre l'Inghilterra è la madre patria del giornalismo, gli Stati Uniti sono la madre patria del giornalismo investigativo, in cui troviamo una parte dell'eredità culturale puritana apportata dai Padri Fondatori: L'originario rigorismo morale prende anche questa forma.

Il giornalismo Muckraking sin dal suo nascere rappresenta una componente irrinunciabile nella quotidianità degli Americani. E' impensabile immaginare gli U.S.A. in un modo diverso da quello che in realtà sono, con i loro scandali politici, con le denunce sulla conservazione dei cibi e su tanto altro ancora, se  non si fosse messa in moto la stampa di denuncia e il giornalismo di prima linea che in vario modo hanno contribuito a dare una svolta al modo di pensare degli americani.

Dove; cosa; chi; quando e perché sono le cinque W che stanno alla base di chi vuole acquisire notizie e trasmetterle con qualunque mezzo al resto del mondo, piccolo o grande che sia. Gli americani e nella fattispecie gli investigatori ufficiali, aggiungono How. Quindi five W and one H
 
Sei domande a cui dare una risposta, per potere raccontare in modo obiettivo un qualunque fatto che esce dalla normalità e che valga la pena divulgare al lettore interessato e soprattutto curioso, per "costringerlo" a comprare una copia del giornale, oppure inchiodarlo davanti alla tv di casa durante il telegiornale  e propinargli, fra una notizia e l'altra, una sequenza di spots pubblicitari. 
Fuori da una ristretta cerchia di professionisti che contano su stipendi rilevanti, frutto di contratti collettivi nazionali milionari riservati ai professionisti dell'informazione, esiste un genere particolare di giornalismo, quello più romantico, quello più pericoloso, quello più difficile, quello pagato poco.
Quello che tutti hanno sognato da piccoli quando hanno deciso che, cascasse il mondo, da grandi avrebbero fatto i giornalisti. Quelli che con la penna prima e con la tastiera dopo, pennellano su un foglio di carta un dato avvenimento, importante e fuori dal comune, offrendo una visione più che realistica di tante verità nascoste.
Lo svolgono nella maggior parte dei casi i free-lance per proprio conto e ha un nome e delle regole molto particolari.
Si chiama giornalismo investigativo e va al di fuori di ogni contratto: perché costa tanto (giorni, settimane, mesi, di lavoro) e produce poco (quantitativamente pochi "pezzi"); perché utilizza fonti non ufficiali e cerca di travalicare la notizia tradizionale, alla ricerca di fatti eclatanti che vanno scavati fino in fondo, nel più profondo.
Un buon cronista lavora basandosi sull’apporto di una nutrita agenda di fonti e scrive in modo chiaro e conciso, adattando il fatto allo spazio concesso dal giornale.
Il giornalista investigativo deve essere indipendente dalle fonti tradizionali, possedere un buon spirito d’osservazione, ottime capacità di ricerca e saper elaborare articoli dettagliati e complessi.
Per reperire notizie utili egli è sempre in contatto con:
- i nemici: per conoscere i politici;
- le vittime: se si tratta dell'esito negativo di una riforma educativa. I genitori e gli studenti sono la fonte migliore.
 Se si investiga sulla mala-sanità
- i pazienti e le loro famiglie sono le fonti migliori.
 

Il free-lance è indipendente e gestisce la fonte, non il contrario. Pertanto, chi sceglie di optare per il giornalismo investigativo, deve essere principalmente autonomo e libero da impegni, cosa che non è possibile se si lavora in una redazione dove, purtroppo, esistono forti limitazioni dettate dagli orari impossibili e soprattutto dal contratto di lavoro e anche dall'editore.

Il 2 giugno 1976 a Phoenix in Arizona, Don Bolles, giornalista di Arizona Republic, che seguiva una pista di corruzione, e per questo fu punito facendolo esplodere assieme alla sua auto. Il suo assassinio scatenò una reazione imprevista da parte dei colleghi che significò una delle più famose e meglio realizzate operazioni di giornalismo investigativo.
La IRE (Investigative Reporters and Editors), associazione raggruppante numerosi giornalisti e direttori che si occupano di giornalismo d'indagine, inviò una squadra di cinquanta giornalisti che riuscì a far scoprire l'esecutore materiale dell'attentato e pubblicò un lavoro demolitore dell'allora senatore Goldwater, ritenuto il mandante dell'omicidio, denunciando i legami presenti tra la classe politica dell'Arizona e la mafia di Las Vegas. L'unica risposta ragionevole alla morte del giornalista fu continuare il suo lavoro.
Questo genere di giornalismo rappresenta per chi lo esercita: indipendenza, autonomia, libertà di gestire le fonti e di non essere gestiti da loro. Anche i professionisti a volte sono contagiati da questo modo di fare e di agire che è estremamente pericoloso: Maria Grazia Cutuli e Ilaria Alpi sono lì a ricordarcelo, ma anche Giuseppe Fava e Beppe Alfano caduti sul fronte come la collega russa Anna Politkovskaya, rimasta vittima di un agguato mortale, nei giorni scorsi. Un riconoscimento è dovuto anche a “Striscia la Notizia”, per l'impegno profuso in questi anni, ma si potrebbe continuare citando "Report", "Anno zero"o "Le Iene" etc., che ci propongono servizi e spaccati della società altrimenti difficili da scoprire. Non è facile fare una scelta di vita, che potrebbe condurre a chiare ed estreme conseguenze, ma la continua ricerca della Verità, porta spesso ad intraprendere una strada disagevole e ricca di insidie. I colleghi caduti sul campo sono li a ricordarcelo, incitandoci a continuare, affinché il loro sacrificio non sia stato inutile.

Salvo Vitale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 
 

 


[Assunti]

Un assunto del mio Maestro, il Prof. Francesco Bruno: "Sapere di non sapere, conoscere se stessi,    falsificare ogni ipotesi e.....non innamorarsi di esse"

E' meglio lasciare che accadano ingiustizie piuttosto che rimuoverle commettendo illegalità

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