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Ogni nazione indiana vantava un uomo o una donna che affermavano di possedere poteri soprannaturali, che potevano parlare con i buoni e con i cattivi spiriti, che potevano predire il futuro e allontanare i demoni da un corpo malato. I Dakota li chiamavano wakan witshasha, "uomini del mistero"; i Navaho khathali, "cantori, salmodianti"; gli Apache li conoscevano come taiyin, "prodigiosi," o semplicemente ize, "medicine." Keesheswa, o il Sole, era il più potente uomo di medicina della nazione Sauk e Fox. Durante un consiglio veniva sempre sollecitamente supplicato di spiegare i suoi sogni, e nessun gruppo di guerra partì mai senza la sua benedizione. Man mano che la nazione si abituava alla vita coll'uomo bianco e diventava più sofisticata, il potere di Sole diminuì fino a quando i guerrieri più giovani incominciarono a ridere delle sue pozioni, dei suoi sonagli e dei suoi canti. Non furono i poteri soprannaturali di Sole, ma il suo modo di fumare che affascinò il colonnello McKenney. Come scrisse: "Mentre si gode la sua pipa con la soddisfazione di un vero amante del tabacco, nessuno che abbia visto i riti iniziatici con cui l'accende, lo sospetterebbe di fumare per puro piacere. Lui lo fa con una serietà che dimostra che egli considera ciò un fatto di non poca importanza; e che, per quanto possa essere piacevole l'effetto sedativo del tabacco, l'atto di inalare il fumo è strettamente legato alle sue credenze religiose. Egli è uno schietto e onesto fumatore".
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