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Dopo la fine della guerra del 1812, il comandante britannico dell'isola di Drummond, sul lago Erie, nella penisola nord del Michigan, invitò i Sioux alla sua postazione per tenere un consiglio. Quando gli Indiani arrivarono il comandante li ringraziò per aver combattuto con i Britannici contro gli Stati Uniti. Indicò alcuni abiti e ciondoli di poco valore ammassati sul pavimento e disse che erano doni da parte del Re.
Piccolo Corvo con disprezzo prese a calci il mucchio e i ciondoli si sparpagliarono sul pavimento. "Ora, dopo che abbiamo combattuto per voi, sopportato molte avversità, perso parte della nostra gente, e risvegliato il desiderio di vendetta di un popolo potente, i nostri vicini, voi fate la pace per voi stessi e ci lasciate ad accettare clausole così come possiamo," il capo Sioux disse al comandante di guarnigione. "Voi non avete più bisogno dei nostri servigi e ci offrite questi beni come compenso per averci abbandonati. Ma, no-noi non li prenderemo; terremo voi e loro in ugual disprezzo." Poi si allontanò con gran dignità, seguito in silenzio dai suoi guerrieri. Piccolo Corvo, o Chetañ wakan mañi (Il Sacro Falco-piccione Che Giunge Camminando), fu uno dei capi ereditari della banda Kaposia che diede vita ad una dinastia tra i Sioux. Suo nipote fu il famoso Piccolo Corvo che guidò gli Indiani durante l'insurrezione nel Minnesota del 1862. [...] McKenney considerava Piccolo Corvo "abile, astuto, e infido," ma Schoolcraft lo riteneva magnanimo. Nelle sue memorie l'etnologo racconta come il capo Sioux avesse scoperto un Chippewa a derubare le sue trappole. Nelle selvagge foreste la punizione per un crimine del genere era la morte, ma Piccolo Corvo consegnò al ladro le sue trappole e il suo fucile. "Vengo a regalarti la trappola, di cui vedo hai bisogno," disse. "Prendi
anche il mio fucile e torna dalla tua gente...non indugiare qui, altrimenti
alcuni dei miei giovani uomini potrebbero scoprire le tue orme."
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