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Selocta

Dipinto da:
Charles Bird King
Washington, 1825

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A Fort Mims, l'intera guarnigione dall'uomo più anziano al bambino più giovane era stata massacrata dai guerrieri Creek sotto il comando di William Wheaterford, il capo mezzosangue. Quando il generale Jackson si recò nella terra dei Creek, li trovò divisi in fazioni a favore e contro gli Americani.

Chinnaby, un capo eminente, e suo figlio, Selocta, comandavano i guerrieri che sostenevano gli Americani, mentre Wheaterford, da parte sua, giurò davanti al consiglio che non avrebbe mai venduto un acro di terra agli Americani e che li avrebbe rigettati in mare.

Jackson incontrò per la prima volta Selocta quando il giovane guerriero si presentò al suo campo e supplicò i soldati di aiutarlo a respingere le forze di Wheaterford, le quali avevano circondato il piccolo forte di legno di suo padre, sul fiume Coosa.

Jackson gli concesse alcuni uomini della fanteria leggera, e l'assedio fu tolto. In seguito Selocta divenne la guida principale e il consigliere indiano di Jackson. Egli fu l'interprete del governo quando Wheaterford si arrese a Jackson.

[...]

Jackson, certo non un amante degli Indiani, ebbe sempre rispetto di un coraggioso avversario. Disse a Wheaterford che era libero di lasciare il campo, ma lo mise in guardia che, se fosse stato ricatturato, sarebbe stato impiccato.

Il mezzosangue scosse la testa e tramite Selocta disse a Jackson: " Un tempo ti avrei potuto rispondere; allora potevo scegliere, ma ora no-anche la speranza è finita.... Io non posso richiamare in vita i morti. I miei guerrieri non possono più sentire la mia voce. .. Fino a quando ci fu una possibilità di vittoria, non lasciai mai il mio posto, né chiesi la pace. Ma la mia gente non c'è più, e ora chiedo la pace per il mio popolo e per me stesso. ... Coloro che ancora resisteranno possono farlo solo per uno spirito di vendetta; ma in nome di questo non dovrebbero, e non lo faranno, sacrificare quello che resta del loro popolo. Tu ci hai detto dove dobbiamo andare per stare al sicuro. Sono buone parole ed essi dovrebbero ascoltarle."

Poco dopo la resa di Wheaterford, Jackson subito convocò un consiglio riunito dei capi per trasferire le loro genti nelle terre dell'ovest concesse loro dagli Stati Uniti.

Questa volta fu Selocta a supplicare Jackson, ricordando al generale come egli e suo padre avessero combattuto con gli Americani contro il loro stesso popolo, e che per il bene della pace si erano uniti a Wheaterford e agli altri capi. John Henry Eaton nel suo Vita del Generale jackson, pubblicato nel 1824, ricorda il discorso del Creek e aggiunge:
"Non c'era nessuno infatti la cui opinione dovesse essere sentita prima di quella di Selocta. Nessuno aveva reso servigi più grandi, e nessuno era stato più fedele. Poteva protestare in nome di una lealtà che pochissimi altri avevano."

Selocta scoprì subito che la lealtà aveva poco significato per l'uomo bianco. Nell'inverno del 1825-1826 egli era tra i capi Creek che furono costretti infine a cedere le loro terre e trasferirsi all'ovest.

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