|
|||||||
|
Sequoyah fu un autentico genio indiano che diede al suo popolo il suo più
grande dono - la comunicazione. Sequoyah, o George Guess, come era comunemente chiamato sulla frontiera, era il figlio di un coltivatore bianco itinerante, chiamato Gist, e di una madre mezzosangue. McKenney, che conosceva Sequoyah, lo descriveva come un sognatore, un ragazzo melanconico che non amava il gioco preferito da tutti i giovani Indiani-la guerra. Invece, faceva lunghe camminate nei boschi e costruiva ingegnose case giocattolo con legnetti e fango. [...] Charles Hicks, un Moravo con sangue Cherokee che anni dopo sarebbe diventato un capo influente, scarabocchiò "George Guess" su un pezzo di carta, e Sequoyah faticosamente copiò il suo nome su un conio e lo stampò su tutti i suoi lavori in argento. Fu probabilmemnte il primo marchio di fabbrica indiano. Poi venne l'arte. Egli disegnava schizzi dalla prima mattina alla tarda sera presso il focolare, e nel frattempo arava un campo, radunava le mucche, sparpagliava i cavalli, o disegnava un nuovo pezzo d'argenteria. Fino a quel momento, egli non aveva mai visto un incisione o un dipinto. Nel 1820 Sequoyah visitò alcuni parenti in un villaggio Cherokee sul fiume Tennessee. Durante il pomeriggio il soggetto della conversazione fu l'abilità dell'uomo bianco a scrivere. Un indiano insisteva che solo il Grande Spirito poteva aver dato ai bianchi il dono magico che permetteva a un uomo di metter giù i suoi pensieri sulla carta in modo da poter essere letti da un altro uomo lontano molte miglia. Ci furono cenni di approvazione col capo riguardo l'ingegnosità dell'uomo bianco. Guess fece sussultare tutti quanti deridendo l'idea che la scrittura fosse un dono divino. Piuttosto, egli disse, era un'arte, ed egli era sicuro che avrebbe potuto inventare un tipo di linguaggio scritto così che i Cherokee avrebbero potuto esprimere i loro pensieri e i loro desideri sulla carta gli uni agli altri, anche se fossero stati separati da molte miglia. Il giorno seguente Sequoyah chiese alcuni pezzi di carta, che foggiò in un
libro ed incominciò a tracciare dei "caratteri." McKenney così descrive il
metodo: Egli perfezionò il suo lavoro nel 1821. Quello stesso anno iniziò ad insegnare l'alfabeto agli altri. Dopo che il linguaggio Cherokee potè esser letto e scritto, egli viaggiò per l'Arkansas insegnando il suo alfabeto ai Cherokee che erano stati trasferiti in quel territorio. Nel 1823 lasciò l'Alabama assieme ai Cherokee che avevano accettato l'offerta del governo di trasferirli ad ovest del Mississippi. Egli portava con sé una medaglia d'argento offertagli dalla sua gente. L'inscrizione diceva: "Donata a George Gist dal Consiglio generale della nazione Cherokee, per il suo ingegno nell'invenzione dell'alfabeto Cherokee." Un lato era in inglese, l'altro in Cherokee. Sequoyah trascorse i suoi ultimi anni studiando la possibiltà di inventare un alfabeto generale per tutte le nazioni indiane e cercando una leggendaria tribù di Cherokee "che viveva da qualche parte verso le montagne occidentali." Egli morì nel 1843 vicino al villaggio di San Fernando. Il distretto di Sequoyah della nazione Cherokee fu così chiamato in suo onore così come il grande albero della California, la Sequoia gigantea. Se il territorio indiano fosse stato ammesso nell'Unione come uno stato indipendente dall'Oklahoma, non ci sono dubbi che avrebbe portato il nome di Sequoyah.
|