Accettare una cosa con beneficio d'inventario |
Accettare qualcosa (una notizia, un'informazione, una proposta), riservandosi di controllarne la fondatezza o la validità. L'espressione deriva dal linguaggio giuridico, e riguarda l'accettazione dei beni ereditati, da parte dell'erede, con riserva di decidere se tenerli o meno, dopo aver fatto l'inventario del patrimonio, in modo da evitare brutte sorprese. |
Acqua in bocca |
Tacere accuratamente su qualcosa, conservare bene un segreto |
Ad usum delphini |
Preparare qualcosa (un testo, una relazione) modificando la sua forma originale, spurgandola o addirittura falsificandola, per raggiungere un determinato scopo. |
Al tempo che Berta filava |
In tempi antichi, molto lontani, quando le cose andavano in un certo modo. L'espressione può indicare che è finito un periodo nero, ma anche, in senso più generico, che si è chiusa un'epoca e ne è iniziata un'altra completamente diversa. |
Andare a Canossa |
Chiedere umilmente perdono, sottomettersi nel modo più incondizionato. |
Andare a monte |
Veder fallire un progetto, concludere un'operazione con un nulla di fatto, non risolvere una situazione |
Audaces fortuna iuvat |
La fortuna aiuta gli audaci. |
Avere il bernoccolo di qualcosa |
Essere naturalmente predisposti per una determinata materia, arte, scienza, ecc. |
Buttare polvere negli occhi |
Produrre un annebbiamento della vista con illusioni e falsità, fare in modo che altri non si accorgano di qualcosa che conviene tenergli nascosto |
Capire l'antifona |
Intendere il succo di un discorso pur velato da parole caute ed esitanti, afferrare un'allusione, un avvertimento nascosto, un'intenzione non apertamente dichiarata. |
Cherchez la femme |
Cercate la donna. Questa frase è stata resa popolare da A Dumas padre, che la fa pronunciare ad un poliziotto parigino nel dramma Les Mohicans de Paris. Il poliziotto, ad un certo punto dice: "In ogni affare c'è sempre una donna; quando i miei subordinati mi presentano un rapporto su un certo reato, io dico loro: Cherchez la femme! E infatti una volta trovata la donna, non si tarda a scoprire il colpevole: l'uomo". |
Chi non lavora non mangia |
La costituzione dell'Unione Sovietica, approvata e promulgata in occasione del V congresso dei Soviet del 10 luglio 1018, all'art. 18, div. II, cap. V dice letteralmente: "L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche decreta il lavoro obbligatorio per tutti i cittadini della Repubblica e proclama il principio: Chi non lavora non mangia. Ma non è ai russi che si fa risalire il concepimento di questo concetto. La massima era già nota agli antiche ebrei, che la usavano come proverbio spicciolo, e venne consacrata da S. Paolo nelle sue lettere ai Tessolonicesi: Si quis non vult operari, nec manducet (Se qualcuno non vuole lavorare, non mangi.) |
Chiudersi in una torre d'avorio |
Indica la solitudine sdegnosa e aristocratica di chi si astrae dalla realtà per chiudersi nella contemplazione del suo mondo interiore. |
Comprare la gatta nel sacco |
Comprare qualcosa senza prima averne verificato la natura, in genere lasciandosi ingannare. |
Dare a Cesare quel che è di Cesare |
Dare a ciascuno il suo, quel che gli spetta o s'è guadagnato. Ma anche non dare più di questo, non quello che spetta ad altri |
Dare il calcio dell'asino |
Insultare, quand'è in una condizione da non poter più nuocere, un potente che ci si è umiliati ad adulare |
De gustibus non est disputandum |
Sui gusti non si discute |
Deus ex machina |
Rappresenta qualcuno o qualcosa che interviene a risolvere una situazione apparentemente senza via d'uscita, o qualcuno che manovra una determinata situazione politica, economica o d'altro genere. |
Do ut des |
Do perché tu dia. Si usa per indicare accordi in cui i reciproci vantaggi pressa poco si equivalgono |
Eminenza grigia |
Colui che, agendo nell'ombra, consiglia qualche persona, in genere un capo, o dirige qualcosa |
Essere come la moglie di Cesare |
Essere al di sopra di ogni sospetto. |
Essere come l'arabe fenice |
Essere una rarità, un pezzo unico al mondo; ma anche qualcosa di introvabile |
Essere come l'ebreo errante |
Cambiare spesso casa, non trovare mai pace, andare sempre in giro. |
Essere il cavallo di battaglia |
Si dice per indicare qualcosa che consente di fare sfoggio del proprio talento, come il pezzo preferito di un cantante, la recita di un attore, ecc. |
Essere povero in canna |
Essere in miseria, non avere neanche di che vivere. |
Essere sotto l'egida di qualcuno |
Godere della protezione di una persona, o delle leggi, ecc. Più esteso, sentirsi al sicuro, essere al riparo da ogni male. |
Essere sul libro nero |
Si dice di un individuo sospetto, o che comunque ha dei conti da regolare con la legge o con altre persone. |
Essere un alto papavero |
Essere un'autorità, in qualunque settore, uno che conta. |
Essere un altro paio di maniche |
Si dice quando una situazione ci si presenta diversa da come ci era stata prospettata. |
Essere un anfitrione |
Si dice di un ospite generoso e accogliente, presso il quale si mangia bene, abbondantemente e in allegria. |
Essere un codino |
Essere retrogrado, arretrato, sostenere idee superate, essere nemico delle innovazioni. |
Essere un franco tiratore |
Mandare a monte i progetti di qualcuno, approfittando dell'anonimato, senza manifestarsi apertamente. |
Essere un parassita |
Vivere alle spalle di altri, senza fare un lavoro produttivo. |
Fabbricare castelli in Spagna |
Fare progetti inattuabili |
Fare berlicche e berlocche |
Mancare ad una parola data, non mantenere una promessa, fare il voltafaccia. |
Fare come gli antichi |
Usare mezzi drastici per risolvere una questione o arrivare ad un certo risultato, sproporzionati al fine che si vuole ottenere, eccessivi tanto da produrre un effetto negativo ben maggiore. |
Fare come l'asino di buridano |
Non saper scegliere tra due cose, finendo magari col perderle tutt'e due. L'asino di Buridano, non sapendo decidersi da quale di due fasci di fieno incominciare, finì col morire di fame. |
Fare come la volpe con l'uva |
Disprezzare o far mostra di disinteresse per qualcosa che si desidera ma si capisce di non poter avere. |
Fare da capro espiatorio |
Vedersi addossare le colpe di tutti, essere l'unico a pagare per tutti, magari senza aver commesso nessun reato. |
Fare il buon samaritano |
Saper aiutare chi soffre o è in difficoltà, con disinteresse e altruismo. |
Fare il diavolo a quattro |
Si dice di chi fa un gran chiasso, mette disordine e scompiglio. |
Fare la gatta morta |
Fingere di non capire, in una determinata situazione, o di mostrarsi distratto, per poi approfittare e agire a proprio vantaggio. |
Fare le parti del leone |
Prendersi ingiustamente la parte migliore o più abbondante di qualcosa da dividere con altri, usando la forza. Più generalmente, e non solo in una spartizione, abusare del proprio potere per impadronirsi di quello che appartiene ad altri. |
Fare occhi da basilisco |
Fare gli occhiacci, occhi terribili, fulminare con lo sguardo. |
Fatica di sisifo |
Si dice di un lavoro inutile, una fatica che non produce nessun risultato. |
Fatiche d'ercole |
Si dice di un lavoro straordinario, sproporzionato alle forze di un uomo, e in generale di un ostacolo che appare insuperabile. |
Filarsela all'inglese |
Andarsene senza salutare, o comunque senza farsi notare |
Governo ladro, piove |
Secondo un'edizione del Dizionario Moderno del Panzini, questa frase è apparsa per la prima volta sul giornale umoristico Il Pasquino, nel 1861, in occasione di una dimostrazione organizzata dai mazziniani e fallita a causa della pioggia. Il giornale pubblicò in quell'occasione una vignetta firmata dal suo direttore, Casimiro Teja, che raffigurava tre mazziniani che si riparavano dalla pioggia sotto un ombrello. Uno di loro diceva: Governo ladro, piove! |
Il Busillis |
Si dice: ecco il busillis, qui sta il busillis, questo è il busillis, per indicare il nodo di una questione, la difficoltà, l'inciampo. |
Il filo di Arianna |
Si dice di una cosa che fa trovare la via d'uscita in una situazione intricata, fa vedere o anche fornisce il modo di risolverla. |
Il gioco non vale la candela |
C'era l'uso, un tempo, che i giocatore lascissero una piccola parte del loro guadagno al padrone di casa per la spesa della candela. Così, con questo modo di dire, s'intende che non vale la pena di andare incontro ad un sacrificio, se non farà ottenere un utile proporzionato. |
Il pomo della discordia |
Si dice di una cosa che è l'oggetto d'una disputa, che mette le persone una contro l'altra. |
Il re è morto, viva il re |
Questa frase si usa per indicare l'immortalità di un'idea, di un concetto, di un'istituzione, il suo perpetuarsi nel tempo, malgrado sia impersonata o rappresentata da una creatura mortale. |
Il re travicello |
Si dice di chi occupa un posto di comando solo per figura senza avere l'autorità necessaria. |
Il supplizio di tantalo |
Indica una situazione in cui si ha sotto gli occhi qualcosa che si desidera, e da cui ci si deve astenere. |
Indorare la pillola |
Presentare una cosa che può fare dispiacere o danno con dell'artificio che la renda d'aspetto migliore, o anche opporre un rifiuto ma con parole che lo mascherino e perfino la facciano apparire a vantaggio del richiedente inascoltato. |
La camicia di nesso |
Rappresenta una cosa che tormenta, costringe, rende furiosi, e da cui non si riesce a liberarsi |
Legarsela al dito |
Ripromettersi di non dimenticare qualcosa, soprattutto un'offesa, per vendicarsi al momento opportuno. |
Levare la castagne dal fuoco |
Far correre ad altri i rischi e i pericoli di un'impresa, per poi godersene i frutti |
Litigare per l'ombra dell'asino |
Litigare per una cosa futile, insignificante |
L'uovo di colombo |
Si dice di una cosa facile, alla quale però nessuno pensa |
Mangiare a ufo |
Gratuitamente, senza pagare |
Menare il can per l'aia |
Portare le cose per le lunghe, senza concluderle |
Menare per il naso |
Far credere a qualcuno quello che si vuole, prendere in giro. |
Nascere con la camicia |
Essere fortunati, portare a buon termine qualunque tipo di operazione intrapresa. |
Non avere ne arte ne parte |
Non conoscere un mestiere e non avere né beni né appoggi. |
Non sapere a che santo votarsi |
Non sapere come cavarsela, che espediente trovare o a chi raccomandarsi in caso di difficoltà |
Paganini non ripete |
Questa frase ormai storica venne effettivamente pronunciata da N. Paganini, nel 1825, al regio teatro del Falcone. Ma era già proverbiale il fatto che l'artista non concedesse bis, non tanto, per una questione di cattiva volontà, quanto perché spesso improvvisava e quindi si trovava nell'impossibilità di ripetere un lungo brano inventato dal suo inimitabile genio artistico sotto l'influsso dell'ispirazione del momento. |
Pantalone paga |
Cosi si dice per indicare che il popolo paga gli errori e le colpe dei governanti, o anche semplicemente le tasse. |
Parlare di corda in casa dell'impiccato |
Ricordare a qualcuno qualcosa di spiacevole |
Perdere la tramontana |
Non sapere più quello che si fa, disorientarsi, perdere il controllo di sé. |
Per un punto martin perse la cappa |
Per dire che basta un niente, a volte, a provocare un disastro, il fallimento di un progetto meditato, d'una lunga fatica. |
Pezzo da novanta |
Si dice per indicare una personalità molto influente, in tutti i settori, con particolare riferimento alla malavita. |
Piangere lacrime di coccodrillo |
Lacrime di un pentimento vano e tardivo, dopo che il male è fatto e irrimediabile. Secondo un pregiudizio popolare, il coccodrillo verserebbe lacrime dopo avere ucciso e divorato i propri figli. Si dice anche che questo avvenga perché la grossa preda, che il coccodrillo può ingoiare intera, crea poi dei problemi di digestione. Il modo di dire viene usato anche col significato di piangere lacrime false, di falso dolore. |
Piantare in asso |
Lasciare qualcuno nel momento meno opportuno, magari in una situazione scabrosa, di fronte ad un pericolo, o comunque in stato di necessità. |
Prendere in contropiede |
Cogliere qualcuno alla sprovvista, quando meno se lo aspetta, per sfruttare la situazione a proprio vantaggio. |
Prendere un granchio |
Sbagliarsi, credere di aver fatto un affare e invece si è stati beffati; raggiungere un risultato notevolmente inferiore a quello sperato. |
Prendere soldi a babbo morto |
Incassare un credito con molto ritardo, senza una scadenza precisa. Quando i rampolli di certi signorotti perdevano denaro al gioco, nei tempi scorsi, o dovevano fare regali alle loro amichette, erano costretti a ricorrere agli strozzini, i quali erano ben felici di prestare soldi a chi, con la morte del padre, avrebbe riscosso una ricca eredità. E, del resto, più tempo passava, più aumentavano gli interessi sulla somma prestata. Ma prima di ottenere la restituzione, dovevano aspettare che il giovane ereditasse, e quindi che morisse il genitore. |
Questioni bizantine |
Sono rimaste celebri la vane discussioni teologiche che avvenivano a Bisanzio mentre i maomettani procedevano alla conquista dell'impero romano d'Oriente. Erano, per esempio: Gesù, alla destra del Padre, sta seduto o in piedi? Nell'Ostia consacrata, Gesù è in corpo o in spirito? ecc. Così discussioni bizantina significa non solo discussione inutile e vuota, ma anche pericolosa, perché si fa in un momento in cui invece si dovrebbe agire. |
Reggere il moccolo |
Favorire, con la propria presenza, o con la propria influenza, il gioco di qualcuno, in qualsiasi settore, dall'amore agli affari, alla politica. |
Restare sull'albero a cantare |
Restare delusi, perdere un'occasione, lasciarsi scappare qualcosa a beneficio di altri. |
Rimandare alle calende greche |
Rimandare qualcosa ad un tempo che non verrà mai, perché nel calendario greco non c'erano calende. |
Rivedersi a filippi |
Rivedersi in un'altra occasione, ben precisa, in cui avverrà un confronto, una gara, una vendetta |
Salire al settimo cielo |
Provare una grande gioia, impazzire per la contentezza. |
Salvare capra e cavolo |
Brigare in modo da ottenere due vantaggi che parevano escludersi, o anche far si da accontentare tutti. |
Sapere dove il diavolo tiene la coda |
Essere molto furbi, capire immediatamente dove sta l'inganno |
Sciogliere un nodo gordiano |
Risolvere a proprio vantaggio una situazione difficile, ricorrendo a metodi decisi. |
Tarpare le ali |
Impedire che uno abbia quello che desidera e che è nelle sue possibilità d'ottenere, esercitando una costrizione, paralizzando la volontà, creando ostacoli. |
Tenere uno sulla corda |
Non dare una risposta definitiva, tenere qualcuno in ansia |
Troppa grazia sant'Antonio |
Ottenere più di quanto si desidera, con risultati spesso non del tutti positivi. |