ORIGINI DEL ROMANZO
Rhode se ne occupò, egli pensava che
il romanzo derivasse dai racconto di viaggio unito alla elegia erotica
alessandrina, di epoca sofistica quindi intorno al 2° sec. d.C.
Sosteneva che le Declamationes avessero
dato la spinta al genere del romanzo ma l’ipotesi crolla dato che è stato
trovato un romanzo del 1° sec. d.C.
Lavagnini invece pensava che le origini
fossero da ricercare nelle leggende e cronache locali, da cui Callimaco aveva
tratto spunto. Il linguaggio era in prosa perché era diretto ad un pubblico non
dotto.
Kerenyi pensava che il romanzo avesse
origine sacrale, cioè isiaca (per il culto di Iside e Osiride) perché c’era
la coppia di amanti che erano messe alla prova con imprevisti, difficoltà morte
e resurrezione. Erano il richiamo umano di quelle peripezie.
Ebbe poco successo questa tesi perché
l’elemento religioso era in primo piano mentre nel romanzo ha una posizione
marginale.
Questa teoria fu ripresa da Merkerbach,
che sosteneva che il rapporto misteri-romanzo fosse strettissimo; il romanzo era
inteso come un testo religioso che definisce itinerari mistico spirituali per
gli iniziati ai vari culti di Iside.
Il contesto è pubblico, non più
privato, ma della comunità, guidati da ministeri, sacerdoti capaci di cercare
valori simbolici.
Cataudella riprende Rhode sostiene che
l’uso delle Declamationes poteva essere anticipato di qualche secolo
(dall’epoca sofistica) ma questo non è possibile perché l’ambiente di quel
periodo era troppo arido e non poteva generare opere di tema così fresco e
vivace.
Impossibile quindi dare origini del
romanzo in un preciso modello ma è generato da una fusione di vari generi:
epos, storiografia, dramma e poesia amorosa.
[ Anche nell’Odissea possiamo vederne
le origini: re e regina separati, prove e difficoltà].
La spinta che fa nascere il genere va
ricercata nelle condizioni dell’uomo ellenistico.
Caduta la polis, l’uomo si ritrova
solo davanti a se stesso; ciò porta alla scoperta della propria individualità,
di un mondo privato, fatto di
affetti familiari e passioni.
Non parliamo più di cittadino ma di
individuo, proiettato in un mondo di sentimenti e passioni; perde la patria ma
guadagna il mondo, è arbitro di se stesso, trova l’autarkeia cioè
l’autosufficienza interiore nei valori etici. Sembra in pace ma in realtà
l’uomo risente di essere emarginato dalla vita politica e si rifugia nelle
religioni soteriche (cioè che ricercano la felicità). La ricerca della pace si
raggiunge quindi attraverso la fuga dalla realtà.
Il libro diventa personale, il romanzo
rappresenta lo specchio dell’uomo ellenistico; quindi i temi principali sono
amore, avventura e religione.
La struttura ruota attorno a 2 temi:
amore e fortuna.
Due giovani nobili bellissimi si
incontrano per caso e si innamorano subito ma poi vengono bruscamente separati.
Ma alla fine trionfa la purezza e l’amplesso finale viene legittimato dal
matrimonio.
L’avventura narra soprattutto di
viaggi per terra e per mare, ci sono i tipici temi quali la tempesta, il
naufragio, i morti apparenti e le conseguenti resurrezioni, magie e sogni
premonitori.
Il tempo è immutevole, non si matura
col tempo, i sentimenti non cambiano, gli avvenimenti non lasciano le cicatrici,
la vicenda è priva di spessore storico e psicologico (tutto il contrario dei
promessi sposi dove vediamo nel corso del romanzo una formazione interiore dei
personaggi).
Lo spazio è indefinito e astratto, il
panorama geografico è enorme, ci sono numerose descrizioni di piante e animali
strani. L’ambiente è tutto il mediterraneo orientale; così il narratore può
avere maggiore libertà narrativa.
L’ elemento vago e irreale ha una
funzione sociologica perché nessuno dei paesi interferisce con il quadro
storico, può quindi farli propri. L’ uomo è smarrito e si appropria di quel
luogo inesistenze. I sentimenti costituiscono un rifugio, un segno d’amore;
l’ uomo è in balia degli eventi e ha visto cadere i valori pubblici, fa
quindi dell’amore un punto di forza e grazie all’amore e alla fedeltà
scopre una nuova visione di se stesso, più intima e più dotata di forza.