SATYRICON

Il Satyricon ci è giunto molto mutilo; sono pervenuti infatti solo il 15° e il 16° libro ordinati in 141 capitoli con altri frammenti vari.

La storia è narrata in prima persona da Encolpio che racconta le avventure durante un viaggio intrapreso con Gitone, un giovane ragazzo.

In una pinacoteca Encolpio è alle prese con un maestro di retorica, Agamennone, con il quale ha una discussione sulla decadenza dell’oratoria.

Una parte del discorso di Agamennone è in versi.

Un terzo personaggio, Ascilto, si unisce al viaggio dei due ragazzi; Compare in scena Quintilla, una sacerdotessa che accusa i ragazzi di aver violato i culti del dio Priapo e li punisce.

Riescono a fuggire e si trovano al banchetto di Trimalchione, un ricco liberto; la cena è descritta in modo particolare. I vari liberti commensali di Trimalchione dominano la scena insieme al padrone di casa e alla moglie Fortunata. E’ il frammento del romanzo più lungo e costituisce anche un documento importante di conversazione in terra campana e compaiono alcuni termini rustici.

Trimalchione è un uomo volgarissimo, predilige le cose pesanti come ferro e mattoni al posto invece del cristallo (per lui troppo fragile), come dimostra la descrizione del suo palazzo che è espressione architettonica del suo modo di fare.

Ai muri sono appesi alcuni quadri che rappresentano le tappe della vita di Trimalchione.

Possiede due biblioteche, fa poesia anche se i suoi versi non sono molto rilevanti, apprezza gli spettacoli teatrali e anche la moglie è volgare come lui; magari lei cerca di darsi un contegno ma infondo condivide gli atteggiamenti volgari del marito.

I convitati sono travolti da Trimalchione e spesso parlano anche tra di loro, raccontando ognuno la sua storia.

Il racconto si conclude con la lettura del testamento da parte del padrone di casa che avendo bevuto troppo si lascia prendere dall’ubriachezza.

Escono dalla cena. Successivamente Gitone sceglierà di stare con Ascilto mentre Encolpio incontra un vecchio uomo colto, Eumolpo, con il quale ha una discussione sulla decadenza dell’arte e il vecchio racconta la storia della presa di Troia (TROIAE HALOSIS)

Encolpio riesce a recuperare Gitone ma si deve portare dietro anche Eumolpo.

Da Napoli si imbarcano su una nave di proprietà di Lica di Taranto, accompagnato da una donna di strani costumi, il quale nutre antipatie verso i protagonisti.

Eumolpo narra una storia sulla matrona di Efeso (una delle storie più lunghe, nella quale la figura della donna rappresenta lo specchio della moralità) per evitare che Lica si vendichi su Encolpio.

Scoppia la tempesta e Lica affoga in mare, la nave cola a picco mentre i tre uomini si ritrovano su una riva sconosciuta, vicino a Crotone. Viaggiano dalla costa alla riva. Viene recitato un Bellum Civile su Pompeo e Cesare.

 

Il racconto è unificato dal rapporto autore-materia trattata: Petronio si diverte a trattare quel mondo ma il suo atteggiamento è distaccato, superiore, ironico, scettico e disinteressato, osserva con spregiudicatezza e lucidità

Il Satyricon è considerato il capolavoro di comicità: l’umorismo più raffinato è alternato alle battutacce oscene.

Tratta dei ceti sociali più bassi in quanto la letteratura antica usava collegare la comicità alla vita quotidiana della gente comune.

Con Petronio parliamo quindi di realismo comico.