Il Diario

 

"Spero che potrò confidarti tutto, come non ho ancora potuto fare con nessuno e spero che sarai per me un gran sostegno."

Anne Frank, 12 giugno 1929

 

 

Il regalo più bello.

Il 12 giugno 1942, un venerdì mattina, Anne si sveglia alle sei. Non succede spesso, ma oggi è comprensibile: è il suo compleanno. Oggi compie tredici anni. Deve alzarsi; non può aspettare un minuto di più. Alle sette va in camera da letto del padre e della madre. Poi tutta la famiglia si ritrova in salotto per aprire i regali. Quel giorno Anne ne riceverà moltissimi ma il regalo più bello è un diario che lei stessa ha scelto con la complicità del padre.
Si tratta di un diario con la copertina di stoffa imbottita a quadretti rossi e bianchi.
Non ha mai avuto un diario. Ha tante amiche ma con loro parla solo di cose comuni. Subito decide che quel diario sarà la sua migliore amica e quell'amica si chiamerà "Kitty".
Subito la prima pagina prende forma con un proposito di vita e una speranza:

"Spero che potrò confidarti tutto, come non ho ancora potuto fare con nessuno e spero mi sarai di grande conforto"

Sul lato interno della copertina andrà una sua foto, con a lato uno scherzoso commento:

"Carina questa foto, eh?!"

Due giorni dopo, domenica 14 giugno, Anne inizia a scrivere il suo diario. Naturalmente, non può certo immaginare che presto la vita per lei cambierà totalmente. Per più di due anni confiderà i suoi pensieri a quel diario, senza minimamente sospettare che un giorno milioni di persone lo leggeranno.

«Spero che potrò confidarti tutto, come non ho ancora potuto fare con nessuno e spero che sarai per me un gran sostegno ». Quanto basta, si direbbe, per dare inizio a un segreto confronto con se stessi. Ma la penna di Anne, che probabilmente rileggeva spesso il suo diario, il 28 settembre 1942 ritorna su quel foglio ancora una volta, e ne nasce un'aggiunta: «Fino ad ora ho trovato in te un grande sostegno, come nel nostro caro club, al quale scrivevo regolarmente, mi piace molto di più questo modo di scrivere nel mio diario e ora faccio fatica ad aspettare il momento di ritrovarti per scrivere. Oh, come sono contenta di averti portato con me». (Anne Frank, 28 sett. 1942.)

Tra la prima annotazione e la seconda sono trascorsi poco più di tre mesi, ma molto è cambiato. Sebbene già dal 10 maggio 1940 i nazisti avessero invaso l'Olanda e molte forme di persecuzione e di restrizione della libertà personale colpissero gli ebrei che vi risiedevano, il 12 giugno del 1942 Anne viveva ancora in libertà. Quando il 28 settembre aggiunge quelle poche righe di pacata nostalgia, la famiglia Frank vive rinchiusa nell'Alloggio segreto, con la speranza di non essere scoperta dalla polizia nazista o dalle schiere di collaborazionisti olandesi che percorrono le vie di Amsterdam in cerca di ebrei.

Nella seconda pagina del diario, Anne, sempre in data 28 settembre 1942, scrive: «Qui, faccio un elenco di sette o dodici tratti di bellezza (attenzione, non i miei!), in questo modo potrò segnare quelli che ho oppure no ! (l'ho fatto da sola).

1. Occhi blu, capelli neri, (no)
2. Fossette sulle guance, (si)
3. Fossetta al mento, (si)
4. Triangolo sulla fronte, (no)
5. Pelle bianca, (si)
6. Denti regolari, (no)
7. Bocca piccola, (no)
8. Ciglia arcuate, (no)
9. Naso diritto, (si) (sino a ora)
10. Bei vestiti, (a volte) (troppo poco spesso per i miei gusti)
11. Belle unghie, (a volte)
12. Intelligente, (a volte)
».

La pagina successiva, datata domenica 14 giugno 1942, ci riporta nei giorni della vita libera di Anne e comincia con questa annotazione: «Le pagine che seguono saranno tutte, penso, della stessa data perché devo metterti al corrente di tutto».

Dunque vita libera e vita clandestina si intrecciano inscindibilmente nelle prime annotazioni del diario rompendo, fin da subito, l'unità lineare del tempo, cosi da farci cogliere in tutta la sua pacata rassegnazione, anche la voglia e il desiderio di Anne di lottare per ritornare di nuovo in libertà. Ma una seconda considerazione si impone: mentre Anne pensava e scriveva questa prima redazione del suo diario, in lei non era ancora maturata l'idea di consegnarla al pubblico. Non c'è dunque mediazione alcuna tra il racconto dei fatti e dei sentimenti, dei pensieri e delle riflessioni, e un ipotetico uditorio, per il quale sistemare, selezionare e ampliare o ridurre (censurare ?) le proprie parole, frasi, pagine. Ciò che importa ad Anne è che il diario sia lo specchio della sua anima e un luogo segreto in cui ritrovarsi sola e in silenzio con se stessa, per cercare quel sostegno che gli eventi esterni e le inquietudini della sua età, quasi, le farebbero mancare. Un sostegno che le permetta di aprirsi al mondo, con quel sorriso sereno che spesso ritroviamo in molte delle fotografie incollate qua e là, a interrompere il flusso dei ricordi e del suo appassionato racconto.

 

La prima redazione del diario.

Anne Frank ci ha lasciato due diverse versioni del suo diario, sulle quali sarà opportuno soffermarci per dar conto della complessità (e difficoltà) di una loro completa riduzione a un unico testo, accessibile al pubblico.

Il diario a quadretti rossi e bianchi diventerà il suo primo diario, coprendo un periodo che va dal 12 giugno 1942 al 5 dicembre 1942 incluso. Anne, lo abbiamo già rilevato, non si limitò a compilarlo in modo lineare e, qualche volta, utilizzando spazi e pagine lasciate bianche, apportò alcune modifiche o aggiunte (nel 1942, nel 1943 e nel 1944) a quanto aveva già scritto. Ciò testimonia di come il suo diario fosse uno strumento di rinnovata lettura e forse anche di verifica dei progressi compiuti o di ripensamento delle ore vissute. Un modo per rievocare momenti di vita, luoghi, persone, eventi lontani, sentimenti e, insieme, raccogliersi in se stessi, ricostruire uno spazio vitale per affrontare il presente e il pensiero del futuro. Considerazioni che rimandano a quel pacato moto di nostalgia ricordato all'inizio (Oh, come sono contenta di averti portato con me) e che solo in parte spiegano la forza evocativa e di testimonianza universale delle pagine di Anne Frank.

Un'immagine del diario
di Anne aperto.

 

Esaurito il primo album, Anne scrive un secondo quaderno/diario, andato perduto (ma potrebbero essere più di uno i quaderni smarriti).

Il terzo, un quaderno di scuola con la copertina nera, comincia con la data del 22 dicembre 1943 e come annota la stessa Anne si interrompe il 17 aprile 1944.
Sulla prima pagina di questo quaderno, Anne scrive: «Alloggio segreto, mercoledì 22-12-1943. Cara Kitty, Una volta di più, papa è riuscito comunque a scovare un nuovo quaderno e tu avrai tutto il tempo di accorgerti che è di uno spessore apprezzabile. Devo ancora farti delle scuse per non averti dato mie notizie per tutto questo tempo, ma ho delle buone ragioni. Da sabato della settimana scorsa, fino a ieri, martedì, ero a letto. Martedì passato mi sono alzata tutta la giornata ma con il solo risultato che ho peggiorato ancor più il mio raffreddore. Mi sono ritrovata con mal di gola, sudori, coperte, pastiglie ecc. ecc. Ora mi sento un po' meglio, ma non sono ancora completamente guarita».

Infine, la prima pagina dell'ultimo quaderno che ci è pervenuto (dalla copertina maculata verde e oro) comincia con la data del 17 aprile del 1944, senza fare alcuna menzione al termine, che sarà il 1 ° agosto del 1944, giorno in cui Anne scriverà senza saperlo l'ultima annotazione sul suo diario (da qui, un vuoto di parole fino all'arresto, avvenuto il 4 agosto del 1944 e poi fino alla morte, sopraggiunta al campo di Bergen-Belsen nel febbraio-marzo 1945).
Come nel caso del precedente quaderno, Anne fa una prima annotazione, nella quale ringrazia chi le ha fornito la possibilità di scrivere ancora (in data 18 aprile 1944. Martedì): «Cara Kitty, una volta di più, c'è un amore che ha strappato per me le pagine di un quaderno di chimica, per procurarmi un nuovo diario, e questa volta è Margot».

L'album e i due quaderni successivi, rappresentano dunque ciò che è stato ritrovato della prima redazione del diario di Anne Frank.

Occorre aggiungere che nel 1943 (forse a partire dal 23 marzo) e nei primi periodi del 1944 Anne scrive anche un libro di racconti ed episodi di vita nell'Alloggio segreto, che forse pensava di pubblicare una volta conclusa positivamente l'esperienza di quella lunga segregazione. Un segno ulteriore della sua aspirazione a diventare scrittrice e giornalista, che Anne confida al suo diario in data 11 maggio 1944: «...come sai già il mio desiderio più grande è diventare giornalista e, in seguito, una scrittrice famosa. Si vedrà, se riuscirò mai a realizzare queste manie di grandezza (follie ?), ma per il momento ho ancora molti argomenti».

Un lavoro parallelo al diario e che forse contribuisce a far maturare in Anne l'idea di una possibile revisione dei suoi materiali privati.

 

La seconda redazione del diario.

Se ora dovessimo schematizzare il periodo di tempo coperto dalla prima redazione del diario, potremmo tracciare una linea che lascia un vuoto abbastanza ampio tra il 6 dicembre 1942 e il 21 dicembre 1943.
Proprio questo vuoto viene colmato da una seconda redazione del diario, che modifica e trasforma la prima, in vista di una possibile (e comunque desiderata) pubblicazione. Il pretesto esterno a questo nuovo lavoro di Anne è un appello inviato attraverso Radio Orange dal Governo olandese in esilio a Londra, perché non vadano disperse testimonianze e racconti privati della guerra.

L'appello è lanciato il 28 marzo 1944 e Anne, il giorno successivo, scrive: «Cara Kitty, ieri sera a Radio Orange ha parlato il ministro Bolkestein e ha detto che alla fine della guerra sarà fatta una raccolta di diari e lettere di questa guerra. Naturalmente tutti si sono buttati sul mio diario. Pensa quanto sarebbe interessante se pubblicassi un romanzo sull'Alloggio segreto. Già dal titolo, la gente penserebbe che si tratti di un giallo. Scherzi a parte, già una decina d'anni dopo la guerra sarà divertente sentire come noi ebrei abbiamo vissuto, mangiato e parlato qui. Anche se ti racconto molte cose di noi, tu non conosci che una piccola parte della nostra vita».

E' dunque con la seconda redazione (tre cartelle contenenti dei fogli volanti spesso scritti su ambo i lati) che Anne Frank si propone di rendere di dominio pubblico i suoi segreti, la sua vita nell'alloggio clandestino, i moti del suo animo, con ogni probabilità, consapevole di essere ormai portatrice di un'esperienza che travalica il privato.

Questo lavoro di rielaborazione del diario corre parallelo con la prima redazione e Anne dà notizia di averlo cominciato in data 20 maggio 1944. «Cara Kitty, al termine di lunghe tergiversazioni, ho finalmente cominciato il mio "Nell'Alloggio segreto (Het Achterhuis)". Nella mia testa ho già finito, ma in realtà le cose andranno molto meno in fretta, cosi che non finirò mai».

Anne si mise al lavoro con tagli, riscritture, fusioni di racconti scritti sotto date differenti in un unico testo, ma anche con ampliamenti e aggiunte, stilando inoltre un elenco di pseudonimi per tutti i protagonisti delle vicende menzionate.

Di seguito diamo l'elenco completo cosi come lo scrisse Anne:

«Anne = Anne Aulis Robin
Margot = Betty Aulis Robin
Papà = Frederik Aulis Robin
Mamma = Nora Aulis Robin
G. V. Pels = Petronella V. Daan
H. V. Pels = Hans V. Daan
P. V. Pels = Alfred V. Daan
F. Pfeffer = Albert Dussel
J. Kleiman = Simon Koophuis
V. Kugler = H. Kraler
Bep = Elly
Kuilmans Miep = Anne V. Santen
Jan = Henk V. Santen
Gies&C. = Kolen&Cie
Opekta = Travies».

Quando la polizia fece irruzione nell'Alloggio segreto, Anne era arrivata a riscrivere gli avvenimenti del 29 marzo 1944. Così, anche la seconda redazione, che comincia con la data del 20 giugno 1942, risulta incompleta, vale a dire non copre tutto il periodo di clandestinità della famiglia Frank e non ci da una rielaborazione, destinata a un eventuale pubblico di lettori, delle giornate che vanno dal 31 marzo 1944 al 10 agosto 1944.
Si può dunque, a buon diritto, parlare non tanto del diario di Anne Frank ma dei diari di cui solo un'edizione critica che abbia l'avvertenza di mettere le varie redazioni in parallelo tra loro può dar conto in modo esauriente.
Quanto alla definizione di un'edizione rivolta a un pubblico più vasto di lettori, lo stesso cui forse Anne si sarebbe rivolta, e a cui non si addice certo un volume di 700 pagine annotato e pieno di rimandi, si pongono una serie di problemi, sui quali è opportuno soffermarci, senza in tal modo voler esaurire l'argomento.

 

Il lavoro di Otto Frank sul diario della figlia.

Quale versione del diario ci è stata consegnata dal padre.

Fu Miep Gies, la donna che aiutò la famiglia Frank quando viveva in clandestinità, a ritrovare i diari di Anne, qualche ora dopo l'arresto degli otto clandestini.

In seguito, Miep Gies mise tutto il materiale appartenente ad Anne in un cassetto chiuso a chiave e lo consegnò, l'anno successivo, a Otto Frank soltanto dopo aver appreso che Anne non sarebbe mai più ritornata dalla prigionia.
Otto Frank, che era rientrato dalla prigionia il 3 giugno 1945, fu dunque il primo ad avere la possibilità di leggere e ordinare i materiali lasciati da Anne.
Lo fece certamente con la consapevolezza che essi erano parte della vita interiore di sua figlia, la sua voce, ma anche, ora lo sappiamo, senza riuscire a trovare in sé il distacco necessario a valutarne per intero tutta la portata, non soltanto documentaria. Otto Frank, dopo avere letto i diari di Anne, decise di farne una copia dattiloscritta, riprendendone l'essenziale, cosi come doveva dichiarare in seguito" al fine di portarla a conoscenza dei parenti e degli amici. «Tralasciò i brani che giudicò privi di interesse. Inoltre tralasciò quei brani che parlavano di persone tuttora viventi o contenevano commenti sulla madre di Anne che "non riguardavano" gli altri».

Questa prima copia dei diari di Anne, selezionata e dattiloscritta da Otto Frank, andò perduta.

In seguito, il signor Frank si mise al lavoro per redigere una nuova copia dattiloscritta dei testi di Anne e si basò essenzialmente sulla seconda redazione, inserendo qua e là passi presi dall'album, dai quaderni (prima redazione) e dal libro di racconti (da cui trasse quattro episodi), secondo un criterio che lui stesso definì ancora una volta essenziale. Soltanto per il periodo seguente al 29 marzo 1944 e fino al 1° agosto, poiché Anne non aveva terminato la sua revisione, utilizzò esclusivamente la prima redazione.

Come aveva già fatto in precedenza, lavorando al diario della figlia, Otto Frank operò tagli e omissioni: a) per considerazioni di rispetto verso terzi riconoscibili o viventi; b) per ragioni private e familiari, omettendo alcuni passaggi in cui apparivano evidenti i contrasti con la madre e con lui; c) per motivi più generalmente culturali, circa certe posizioni della figlia, per esempio, sulla condizione della donna nella società; d) per questioni di «decenza», in relazione a certi passi che si soffermavano su questioni amorose e sessuali; e, da ultimo, eliminando alcune parti che giudicò di scarso interesse come ad esempio una storia sul club di ping-pong di Anne o i poemi letti la domenica sera 5 dicembre 1943 e dedicati ad alcuni degli ospiti dell'Alloggio segreto.
In ogni caso, ciò che Otto Frank mostrò di rispettare appieno furono la forma del testo e il lessico di Anne, ai quali apportò qualche rara e insignificante modifica (per dare un solo esempio, egli sostituì all'espressione «America del Nord», la dizione più usuale «Stati Uniti»).

Compiuto questo lavoro, e sentendosi assai poco sicuro delle sue possibilità, Otto Frank affidò il dattiloscritto al suo amico Albert Cauvern, marito della sua vecchia segretaria Isa Cauvern, incaricandolo di revisionare il materiale di Anne, con particolare attenzione a: 1) errori grammaticali; 2) forme sintattiche poco corrette; 3) germanismi da sostituire con espressioni adeguate in olandese.

Cauvern, tuttavia, andò oltre l'incarico che gli era stato assegnato, e alla fine il dattiloscritto predisposto da Otto Frank presentava innumerevoli correzioni e modificazioni: 1) di punteggiatura; 2) di sintassi; 3) di grammatica; 4) inoltre certe frasi trovarono uno sviluppo non previsto da Anne; 5) altre vennero invece soppresse, senza ragione.

Per fare un solo esempio, riportato nel saggio di Van der Stroom, il passo: «ma è ancora più difficile essere soli a volere e a sperare, e a conservare tutta la propria fermezza» (giovedì, 6 luglio 1944), diventa: «ma è ancora più difficile diventare indipendenti e coscienti della propria libertà. Perché in quei momenti è due volte più penoso trovare il proprio cammino attraverso un oceano di problemi». Ancora, questo passo del io novembre 1942, venne soppresso: «Fritz Pfeffer. Egli vive con una cristiana, una donna carina molto più giovane di lui e con la quale molto probabilmente non è sposato, ma è un dettaglio».
Albert Cauvern, secondo gli storici che hanno curato l'edizione critica olandese dei diari di Anne Frank, non fu il solo a intervenire sul dattiloscritto approntato da Otto Frank. Altre segnature e correzioni sembrano nondimeno destinate a rimanere anonime.

Il dattiloscritto così corretto e modificato non parve più facilmente leggibile e Isa Cauvern lo prese in consegna per farne una copia pulita e presentabile all'eventuale attenzione di una casa editrice. Ciò accadde all'incirca all'inizio del 1946.

Fin da subito la pubblicazione si rivelò essere molto difficile e non pochi furono gli editori che vi opposero diniego.
Sarà l'editore Contact a farsi avanti, in seguito a un lungo articolo molto elogiativo di Jan Romein, apparso il 3 aprile 1946 sul quotidiano «Het Parool».

Ma le vicissitudini del diario di Anne Frank, giunto sul tavolo dei redattori della casa editrice, non sembrano finite. In casa editrice si taglia ancora: i passaggi riguardanti la crescita di Anne vengono esclusi, cosi come la parola «mestruazioni»; e si procede anche a molte modifiche lessicali e formali: ad esempio, «due giorni» diviene «qualche giorno», «mercoledì» diventa «la scorsa settimana», «punti di conflitto» si trasforma in «punti di discordia» ecc. In altre parti il testo viene ampliato per dare spiegazioni. Quando Anne cita «Albert Dussel», si aggiunge «la cui moglie soggiorna felicemente all'estero». Venticinque passaggi vengono cancellati. Lavoro di editing editoriale consueto?

Quello che sembra chiaro in tutta questa vicenda, complicata da esigenze di natura diversa (affettive, familiari, culturali, etiche, linguistiche ed economico-editoriali, delle quali siamo oggi disposti ad ammettere la buona fede) è che la voce di Anne Frank, pur uscendo dal segreto del suo cuore non modificata nella sostanza del messaggio, ne risultò fortemente ridotta e manipolata; nel tono, nella forza comunicativa, nella materialità stessa del segno (il suo modo di stare dentro le parole e con le parole di rappresentare il mondo) che perdendo in molte parti i suoi connotati originali ci ha consegnato la storia di una ragazza troppo perfetta, consapevole da subito del compito che il destino le aveva affidato, vittima fin dall'inizio della sua storia. Nella versione che oggi il Fondo Anne Frank ci mette a disposizione (e sulla quale torneremo), il diario ce ne mostra certamente un'immagine più completa, restituendoci anche un'idea chiara della forma espressiva con cui Anne scriveva.

 

La pubblicazione del diario.

Quando la casa editrice Contact terminò il suo lavoro editoriale, Otto Frank lo prese in esame e lo approvò, cosi che il diario di Anne con il titolo che lei stessa si era proposta di dare al suo lavoro Het Achterhuis potè vedere la luce il 25 giugno 1947, con una tiratura di 1500 esemplari.
La fortuna del diario di Anne Frank non fu immediata e bisognerà aspettare il 1950 perché il libro venga tradotto in Francia e poi nei paesi di lingua anglosassone (Inghilterra e Stati Uniti - 1952), in Italia (Einaudi 1954) e in Germania (1955) dove ottenne un buon successo (complessivamente, il libro, nella versione del 1947, oggi è tradotto e conosciuto in più di quaranta paesi del mondo).

La versione tedesca e inglese, meritano alcune brevi annotazioni a parte. Esse, infatti, differiscono per diverse ragioni da tutte le altre edizioni in commercio dai primi anni Cinquanta.
Si deve ad Anneliese Schiitz il lavoro di traduzione che consentirà un'edizione del diario in tedesco. Giornalista berlinese emigrata in Olanda durante la guerra, amica della famìglia Frank e insegnante di Margot (in quell'occasione sembra avere conosciuto anche Anne), Anneliese Schiitz si mette all'opera con il consenso di Otto Frank e sul dattiloscritto ribattuto da Isa Cauvern (non dunque sull'edizione di Contact).

Qualche tempo dopo, lo stesso Otto Frank che sorvegliava il suo lavoro, dovette ammettere che la signora Schiitz, «troppo avanti in età» non era certo la traduttrice più adatta per il diario di sua figlia. Molte espressioni tipicamente giovanili furono rese in modo letterario favorendo cosf un allontanamento del lettore dallo stile di Anne, già notevolmente insidiato dal lavoro di Albert Cauvern. Inoltre, la Schiitz, in modo consapevole e non, fece molte variazioni, che si possono cosi riassumere: a) interpretò male alcuni passaggi compiendo errori di traduzione; b) adattò il testo di Anne alla sensibilità culturale e (aggiungiamo noi) politica del pubblico tedesco. Per fare solo alcuni esempi: 1) la frase «non esistono emittenti proibite fermo restando che le emittenti tedesche possono essere ascoltate soltanto in casi eccezionali, per es. quando trasmettono musica classica e simili» è cancellata; 2) la frase «parlare sempre a voce bassa, e sono consentite tutte le lingue di cultura, quindi niente tedesco», diventa «tutte le lingue di cultura... ma a voce bassa»; 3) «eroismo in guerra o contro i tedeschi», diventa «eroismo in guerra e nella lotta contro l'oppressione» ecc; e) da ultimo, inseri alcune frasi non necessarie alla comprensione del testo. Diamo anche in questo caso alcuni esempi indicativi: 1) la frase «Fece portare a Miep addirittura un libro proibito» è stata tradotta cosi: «Fece portare a Miep - che naturalmente non ne aveva idea - un libro proibito»; 2) la frase «Dimenticò la minestra sul fuoco, che si attaccò talmente che i piselli diverntarono neri come il carbone, impossibile staccarli dalla pentola» è stata completata in tedesco con un'aggiunta «Peccato che io non possa raccontare questo episodio a Keplero... la teoria dell'ereditarietà!» dove la traduttrice, fra l'altro, confonde l'astronomo Keplero con Mendel, il genetista che ha formulato la teoria dell'ereditarietà a partire da esperimenti sui piselli.

Quanto all'edizione inglese (edita anche negli Stati Uniti nel 1952), essa contiene sette passaggi in più rispetto all'edizione olandese, per altro già contenuti nel dattiloscritto predisposto da Isa Cauvern e cassati dall'editore Contact per ragioni editoriali (avrebbero fatto uscire il libro dal numero di pagine prestabilite, rischiando anche di provocare certe suscettibilità cattoliche o puritane degli olandesi): tali passi si riferiscono alle giornate del 3 agosto 1943 e del 15 aprile 1944; e ancora ad alcuni accenni alle mestruazioni, allo sfioramento del seno; una nota su Franz Liszt, compresa la frase «i tedeschi hanno certi mezzi per far parlare la gente» inserita nella giornata del 22 maggio 1944 e la cui origine rimane misteriosa, non figurando in nessun testo manoscritto di Anne.

I diari di Anne

 

 

Il metodo usato da Anne nel trascrivere il diario.

Come ha lavorato Anne Frank, per passare dalla prima alla seconda redazione del suo diario.

Per non incorrere nella trascrizione di un diario parallelo, abbiamo scelto di soffermarci su quelle parti che ci consentono, almeno a grandi linee, di dare un'esemplificazione del metodo di lavoro usato da Anne, nella fase della riscrittura dei suoi materiali.
Innanzitutto, l'inizio: mentre la prima redazione del diario comincia in data 12 giugno 1942, la seconda porta la data del 20 giugno, con due testi scritti nella stessa giornata. Già in quest'occasione, occorre sottolineare l'uso della sintesi che mostra come Anne vedesse il suo lavoro in una prospettiva assai diversa da quella storico-documentaria. Dato che ci pare confermato dalla presenza di un dettagliato elenco di nomi inventati che avevano la funzione di sostituire quelli dei veri protagonisti (vedi supra, nota 9). Ci sembra infatti di poter affermare che gli pseudonimi non servissero soltanto a preservare la privacy delle persone coinvolte nel racconto (cosa frequente nei diari pubblicati in vita), se si pensa, in particolar modo, al cognome dell'autrice e dei suoi familiari, facilmente individuabile anche se mutato da Frank in Aulis Robin.

Ma c'è un altro rilievo da fare. Proprio a poche righe dall'inizio del primo testo in data 20 giugno 1942, Anne scrive: «Mah, tutto sommato non importa. Ho voglia di scrivere e, soprattutto, di sfogarmi una volta tanto su diverse questioni. "La carta ha più pazienza degli uomini". Questo modo di dire mi è tornato in mente un giorno che ero un po' triste e malinconica e me ne stavo con la testa appoggiata sulle mani, a pensare a se uscire o meno». Ebbene, non è forse vero che queste parole assumono un sapore diverso se le pensiamo scritte in condizioni di libertà ? Non dimentichiamo che al momento della seconda redazione Anne viveva nell'Alloggio segreto da circa due anni. Inoltre queste parole non trovano un pensiero simile o corrispondente nei testi di prima redazione. Sono dunque il frutto di una lunga stagione di reclusione e non solo delle normali inquietudini dell'adolescenza. Eccoci cosi posti di fronte al lavoro più difficile da registrare, fatto da Anne in fase di revisione: la rielaborazione e l'aggiunta di frasi o pagine che non si limitano a informazioni, descrizioni, sintesi o spiegazioni ulteriori di passaggi già scritti, ma comportano un denso intreccio tra presente e passato, lo dicevamo anche all'inizio, cosi da rompere l'impostazione lineare del racconto. Del resto, se all'inizio Anne non sa ancora cosa il destino le riserverà in futuro, in fase dì riscrittura conosce assai bene ciò che ha già vissuto. Sorge spontanea una domanda: e cioè se la seconda redazione del suo album e dei suoi quaderni, possa allora essere considerata un diario nel vero senso del termine.

Subito Anne aggiunge: «Già, la carta è davvero paziente, e visto che comunque non ho intenzione di far leggere a nessuno questo quaderno cartonato che porta il nome altisonante di "diario", a meno di non avere nel corso della mia vita un amico o un'amica che siano davvero degni di questo nome, credo che probabilmente non gliene importi niente a nessuno».

Eccoci posti di fronte alla solitudine di Anne, al suo desiderio malinconico di amicizia, ma anche a un sottile avvertimento per i lettori: qui si entra anche in un regno che è quello del cuore, dell'anima, dove privato e storia si confondono. E forse non è troppo azzardato leggere in queste frasi, soppesate nel contesto di tutto il materiale diaristico di Anne, una sorta di progetto che ripropone il singolo come soggetto attivo della storia. Se non fosse cosi, probabilmente, Anne non avrebbe mai pensato di rendere pubblica la sua esperienza, dopo averla rielaborata.

Il 27 settembre 1942, in modo assai più radicale che non nella prima redazione (scelta invece dalla Pressler per questa edizione), Anne scrive: «Litigio con mamma, per l'ennesima volta in questi ultimi tempi, le cose tra noi non vanno affatto bene, disgraziatamente, e io non mi capisco bene nemmeno più con Margot». Anche qui Anne lavora di sintesi ma nel contempo rielabora e interpreta. Due anni di vita nell'Alloggio segreto hanno, con tutta evidenza acutizzato le tensioni e le incomprensioni tra madre e figlia, che pur altrove emergono, sebbene in questi pensieri lapidari si ricavi l'impressione di una rottura che si stava facendo sempre più profonda (non legata solo all'età). La sofferenza della vita segregata traspare qui in tutta la sua drammaticità. Essa produce contrasti, tensioni, incomprensioni, acutizza i difetti e le miserie dei singoli che a tratti si sentono braccati e, giorno dopo giorno, sempre meno sicuri della loro personale salvezza.

Le giornate del mese di ottobre 1942, invece, danno luogo a un procedimento diffuso di elisione: il diario in prima redazione segnala avvenimenti e pensieri che si dilungano in molti dettagli e spiegazioni concernenti, tra l'altro, osservazioni (nel doppio senso di pensieri e sguardi) che Anne fa sui cambiamenti del proprio corpo. In particolare in queste date: 30 settembre, ancora 30 settembre, 3-4-5 ottobre, 7 ottobre, io ottobre; ancora io ottobre, 14-15-16-18 ottobre la ragazza si dilunga in molti dettagli (non sempre selezionati dal padre e oggi dalla Pressler). Ebbene la seconda redazione si sofferma soltanto su tre date: quella del io ottobre in cui il testo corrisponde all'inarca alle annotazioni in prima redazione scritte in data 30 settembre; quella del 9 ottobre, che rielabora testi scritti in precedenza sotto la data del 18 ottobre; e, infine, la data del 20 ottobre, con testi corrispondenti all'in-circa a quelli già scritti il 15 ottobre. Queste corpose elisioni di testo si colgono anche nel periodo che va dal 6 dicembre 1942 al 21 dicembre dell'anno successivo, periodo di tempo per il quale non disponiamo dei materiali di prima redazione, andati perduti. Cosi si capisce come mai Anne, senza commenti o spiegazioni di sorta, scriva in data i° e 2 aprile 1943 e poi salti al 27 aprile, o anche in data io maggio 1943, per riprendere le sue note il 18 maggio e poi soltanto il 13 giugno.

Si pensi invece che, in prima redazione, Anne il 10 ottobre 1942 annota: «Cara Kitty, che vergogna, vero, che non abbia dato notizie da così gran tempo, e tuttavia sono accadute molte cose, ma io non avevo semplicemente il tempo di scriverti». Ebbene, l'annotazione precedente a questa risale alla data del 7 ottobre e tre giorni di lontananza dal diario diventano un «così gran tempo» (un'altra conferma, se ancora servisse, a dimostrare la diversità profonda tra le due redazioni che per Anne svolgono due differenti funzioni: la prima, privata; la seconda, almeno nelle intenzioni, pubblica).

Nella giornata del 6 gennaio 1944, Anne riscrivendo il suo diario rielabora quasi tutto, tant'è che prima il padre, poi M. Pressler, per dare quasi tutto il pensiero della ragazza, operano un collage delle due scritture (come accade spesso), riportando due testi sotto la stessa data. Ma alla fine della sequenza dei suoi pensieri (seconda redazione), Anne scrive: «E ora, Peter, mio caro Peter, non ho bisogno di sue foto, lo vedo assai chiaramente davanti a me»; frase con la quale sostituisce quella invece prescelta dai curatori che appartiene alla redazione precedente: «E adesso Peter, il mio amato Peter, non l'avevo mai visto cosi nitido, con gli occhi della mente, non ho una sua foto, ma l'ho visto cosi bene, così perfetto». Eccoci, ancora una volta, posti di fronte a un'espressione più netta e meno allusiva: quel «davanti a me» infatti è assai più eloquente dei passo corrispondente in prima redazione («L'ho visto cosi bene, cosi perfetto»).

Questo, forse, ci suggerisce che Anne ha imparato a soppesare le parole, a decidere quel che è meglio comunicare agli altri e, probabilmente grazie al maggiore distacco dal quotidiano accadere, che una revisione dei suoi testi le consente. Ma altresi che, a distanza di pochi mesi, Anne non teme più di far conoscere il suo amore per Peter. Il 7 gennaio scrive, tra l'altro: «Il suo viso mi è apparso cosi chiaramente e so che nessun altro lascerà in me una simile impronta. Dopo questo sogno, sono completamente sconvolta. Come uscirne ? Non ho che da continuare a vivere e a pregare Dio di mettere Peter sul mio cammino, se uscirò di qui, e di fare in modo che leggendo i miei sentimenti nei miei occhi, egli mi dica: Oh, Anne, se avessi saputo, sarei venuto a cercarti da molto tempo» (frase che modifica quella in prima redazione: Oh, Anne, se me ne fossi accorto, ti avrei chiesto in moglie da molto tempo!)

Ancora: rispetto ai materiali di prima redazione, Anne taglia una lunga parte di commento, di spiegazioni e di ulteriori espressioni d'amore verso Peter (che va da: «Una volta papà...» fino a «Oh, Peter, vieni da me, pensa a me, mio caro Peter! »). Non sapremo mai se li giudicasse superflui, troppo privati o scritti male. Quel che sembra certo è che, lavorando alla nuova redazione del suo racconto dall'Alloggio segreto, Anne vuole dosare parole e quantità di informazioni destinate al pubblico.

Nel caso seguente, invece, Anne varia di poco quanto ha già scritto a proposito dei Van Pels e di Pfeffer (keggi Van Daan e Dussel), ma il padre decide di non riportarlo nel suo dattiloscritto: "La maggioranza della gente sarà così egoista e rapace? Il metodo dei Van Pels: Se ne abbiamo a sufficienza per noi, gli altri hanno anche il dirittto di approfittarne, ma a noi il meglio, la prima scelta e il più! Pfeffer spinge il ragionamento ancor più lontano: Mi servo di tutto e fino a che ne ho voglia, non guardo affatto se ne resta a sufficienza e racconto a tutti che io mi faccio da parte davanti agli altri! Sono soddisfatta di aver leggermente approfondito la mia conoscenza della specie unama..." (in data 15 gennaio 1944).

A distanza di tempo, dunque, Anne non valuta superfluo il suo pesante giudizio sui compagni di sventura, e si limita a qualche limatura lessicale e sintattica (non così la pensava il padre!)

A proposito del gennaio 1944, occorre rilevare che sono assai poche le modifiche apportate da Anne alla sua prima redazione, poi invece in data 17 febbraio, un testo di poche pagine riassume tutti gli avvenimenti scritti in precedenza tra il 15 e il 28 febbraio (tralasciando di soffermarsi sui pensieri e i fatti di giornate come il 16-17-18-19-27 e 28 febbraio). Stesso criterio per il mese di marzo (non esistono infatti testi della seconda redazione corrispondenti ai materiali del 2-4-6-8-10 e di parte del 12 marzo, cosi come delle giornate del 17-18-19-20 del 22 e ancora del 24-25-28 dello stesso mese inseriti con molti tagli) per il quale a partire dal 31 disponiamo soltanto della prima redazione del diario.

A chiusura di questo breve e incompleto sondaggio intorno al lavoro di riscrittura svolto da Anne sui suoi quaderni, ci pare utile sottolineare alcune esclusioni macroscopiche che il padre, Otto Frank, operò sull'ultimo periodo (a partire dalla giornata del 15 aprile 1944, non risultante nella versione edita in precedenza).

In data 17 aprile, dopo avere constatato felicemente che non c'erano stati ladri, Anne aggiunge:
«L'affare del catenaccio dimenticato è dunque finito, Kugler (leggi Kraler) è stato estremamente accomodante; ha inchiodato un pezzo di legno al vetro rotto della cucina. Ti rendi conto, il portiere di casa Keg era già andato a cercare una scala per penetrare nella casa attraverso la finestra dalla parte di Pfeffer (leggi Dussel). Kugler ha potuto impedirlo giusto in tempo, perché la scala era fortunatamente troppo corta.Si è litigato con Pfeffer, non io, ma il signor Van Pels (leggi Van Daan) e papà, malgrado i loro divieti, la domenica, è ugualmente ritornato a istallarsi nell'ufficio di Kugler. Ormai è fatta perché gli si è concesso un ufficio privato. È profondamente vessato e non è apparso nemmeno per ascoltare alla radio un concerto di Handel.Il signor Van Pels scoppiava di collera, la signora, esattamente come mamma, vuole che interrompa la sua corrispondenza con la signora Pfeffer, a mio parere non accadrà domani, anche se in effetti ciò comporta rischi inutili. Le nostre finestre non si aprono più prima delle nove, anche quest'estate non volevamo più lasciarle aperte giorno e notte. Anche il piccolo bastone di Pfeffer è stato vietato, e ciò ha dato luogo allo stesso modo a dei litigi.Zia R. è certamente al limite della sua depressione, sua figlia e suo genero sono attualmente in Polonia, suo figlio e sua nuora sono stati arrestati e L. è morto. Non resta che P. (F).Miep è molto afflitta da questo affare. Anche l'infermiera Van S. si è fatta prendere. Disgraziatamente Miep non può farci nulla in questo affare.Sabato abbiamo avuto la visita di Kleiman (leggi Koophuis). Kugler e lui sono rimasti qui da noi fino alle quattro meno un quarto. Ora Kleiman si rimette lentamente. La tua Anne. Devo studiare, è troppo tardi.»

Ancora frammenti di vita dell'Alloggio segreto, pensieri, propositi, perché non riportarli?

Anche le due giornate del 21 e del 25 aprile 1944 non vennero riprodotte nella versione curata da Otto Frank, cosi come le prime quattro pagine dell'ultimo quaderno, in data 11 maggio 1944 (ora inserite). Ma su questa linea si potrebbero segnalare molte cancellature. Per non ricorrere a un lungo elenco, ci limiteremo a indicarne alcune, ora reintegrate: in data 16 maggio la parte che comincia con «i centri di interesse della famiglia nell'Alloggio segreto», fino alla fine; in data 23 maggio 1944 tutto il testo, cosi come in data 31 maggio e 2 giugno, mentre il 5 e il 9 giugno furono riprodotti dal padre con notevoli censure.

In particolare va segnalato uno scritto abbastanza lungo, in cui Anne riporta le sue idee sulla condizione della donna nella società (qui a pp. 294-95) che sembra molto significativo per comprendere l'evoluzione del suo pensiero, così come la sua maturazione di ragazza, e che inspiegabilmente il padre ritenne non essere essenziale.

 

La versione odierna del diario.

Come si configura la nuova versione del «diario» di cui disponiamo oggi.

Lo si legge nelle prime pagine di questa edizione einau-diana: per volontà del Fondo Anne Frank, unico detentore dei diritti della famiglia Frank, si è deciso di ripristinare il testo compilato dal padre Otto, senza gli interventi successivi di Albert Cauvern, della casa editrice Contact ecc, optando anche per il reinserimento di molti dei passaggi esclusi a suo tempo, per ragioni di moralità, culturali e in parte familiari. Questo lavoro, affidato alla scrittrice e traduttrice tedesca Mirjam Pressler, è stato successivamente approvato dalla direzione del Fondo e ora è considerato l'unico che può essere messo a disposizione del grande pubblico. Come a dire: non c'è altra versione del diario di Anne Frank che il mondo possa conoscere (a esclusione di quella critica con le varie stesure in parallelo, di lettura assai disagevole al non specialista). Ricordiamone, per comodità i criteri ispiratori: a) il testo di base è la seconda redazione del diario, che Anne cominciò a riscrivere nel maggio 1944; b) tale redazione è integrata con alcuni passaggi della prima che, a un'analisi dettagliata, risultano essere particolarmente presenti nei periodi 12 giugno 1942 - 5 novembre 1942; e 22 dicembre 1943 - 23 febbraio 1944. Da quest'ultima data, prevalgono i passaggi che si rifanno alla prima redazione; e) inserimento di quattro episodi tratti dal volume di racconti (in data 13 luglio 1943, io e 23 agosto 1943); d) dal 31 marzo del 1944 utilizzo della prima redazione del diario, l'unica disponibile. Come si ricorderà Anne, al momento dell'arresto, si era fermata con la sua revisione alla data del 29 marzo 1944.

Questa versione del diario, accresciuta in termini di contenuti del venticinque per cento rispetto alla precedente, ha il pregio di restituirci la voce di Anne, il suo stile, dandoci una visione certamente più completa della sua vita e della sua esperienza. Ma proprio nel rispetto della volontà del padre, che «fino alla sua morte Otto Frank restò convinto della sua posizione: era stato pubblicato l'essenziale, e tanto gli bastava» trascura di nuovo (inspiegabilmente?) di inserire alcuni passaggi. Forse perché, ancora una volta, allo scopo di rendere più leggibile e più lineare (nel senso della successione temporale) il testo di Anne, si pensa che l'essenziale sia stato cosi finalmente pubblicato ?

Gli stessi curatori dell'edizione critica, nel predisporre l'edizione completa dei dìari dall'Alloggio segreto affermano: «la frase inserita nell'epilogo sotto la sua [di Otto Frank] responsabilità: "Salvo alcune parti di scarso interesse per il lettore, è stato pubblicato il testo originale", deve tuttora essere considerata ben più di una decisa attenuazione del vero».

Ciò significa che, con il passare degli anni, e la morte del signor Otto Frank (avvenuta nel 1980), si è ritenuto non offensivo alla memoria della famiglia Frank e di Anne far conoscere tutti i materiali che riguardano i diari nelle diverse redazioni. Quanto basta per autorizzarci a dar conto dei brani che la scrittrice Mirjam Pressler, come un tempo il padre, ha ritenuto non essenziali alla completezza del testo destinato ai non specialisti (anche se appartenenti alla seconda redazione).

La prima edizione del diario di Anne Frank pubblicata nel 1947 ad Amsterdam si intitolò: "Het actherhuis" (Il retrocasa), il titolo che Anne aveva scelto per la pubblicazione del suo manoscritto.

Le prime pubblicazioni
del diario di Anne


 

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