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di Jacopo Volpe:

 La valigia  Foresta

ritorno a "Accademia di Talia"

 

La valigia


Dall'altra parte del marciapiede Olga osservava quella valigia appoggiata in terra accanto al cassonetto della spazzatura. Quel giorno, nel suo consueto giro, non aveva trovato nulla. Si sentiva stanca ed affamata. Tirò di lungo. Che poteva farsene di una valigia? Ma arrivata all'angolo, lo girò e tornò indietro. Si guardò intorno (ancora provava tanta vergogna) e prese la piccola valigia di fibra.
A casa la pulì diligentemente di fuori. E la mise ad asciugare. Si sentiva invadere da una grande nostalgia per i bei tempi passati e nello stesso tempo si sentiva stupida. Era un oggetto che non avrebbe mai potuto utilizzare: non sarebbe mai più andata da nessuna parte! E non aveva niente da metterci dentro! Pensò domani la riporto dove l'ho trovata.
Al mattino, prima di partire per il giro aprì la valigia. Era tutta rivestita di stoffa verde scura ancora in buono stato, tranne che per una tasca con un piccolo taglio laterale. E proprio da quel taglio spuntava un piccolissimo oggetto che luccicava. Olga tirò: in mano si trovò un sontuoso collier che nemmeno nei bei tempi quand'era ricca aveva mai posseduto. Questo era troppo, pensò; io cercavo solo qualcosa da mettere sotto i denti.
Avrebbe potuto venderlo. Ma a parte che sarebbe stato difficile per lei ormai una barbona, trovare chi glielo comprasse se non mettendosi nei guai, le venne in mente quanto era rimasta male quando (milioni di anni fa le parve) aveva perso una piccola collana.
Con la valigia in mano ed il collier dentro, suonò al portiere del palazzo di fronte al cassonetto. Non era di nessuno del suo palazzo ma gli pareva di ricordare che…..e le dette una indicazione per andare a chiedere notizie. Intanto facesse colazione con lui ed accettasse dei soldi: Olga rimase sorpresa ed accettò l'una e gli altri.
All'indirizzo che le aveva dato il portiere c'era una curiosa e graziosa palazzina liberty. No! Non era loro ma riconoscevano la mano del gioielliere che l'aveva fabbricato, poteva rivolgersi là. E la rivestirono da capo ai piedi, anzi misero della biancheria nella valigia e qualche soldo. Andava premiata, dissero, l'onestà…di questi tempi e poi da una che si trovava nel bisogno.
Olga cominciò a pensare di stare sognando e di passo svelto, per non svegliarsi si disse, andò alla gioielleria. Quanto tempo era che non ci metteva piede in un negozio simile?
Il gioielliere riconobbe subito e disse che era un oggetto di gran valore. Ma era ora di pranzo; andasse a pranzo lì alla trattoria con lui poi avrebbero consultato i suoi libri. Olga arrossì, si sentiva nell'imbarazzo…ma accettò. Durante il pranzo si raccontarono la loro vita e lei si ritrovò con altri soldi in dono.
La proprietaria del collier risultava stare dall'altra parte della città. Ma quando Olga dopo più di un ora arrivò là, scoprì che non ci abitava più e per farsi dare il nuovo indirizzo dovette raccontare tutta la storia. Ed anche lì, commossi, le regalarono qualcosa per la cena e dei soldi. La ricerca non ebbe successo nemmeno nel nuovo posto: ed altri soldi le furono regalati. Ormai si era fatto buio ed era stanca. E non sapeva più dove andare a cercare.
Si ritrovava vestita a nuovo, saziata e con tanti soldi come non aveva mai visto da anni.
Domani avrebbe ricominciato a cercare, ma da dove?
A casa aprì la valigia: il collier non c'era più!!! Olga quasi svenne.
Al suo posto c'era un'altra cosa ; Olga rise e capì.

 

 

Foresta


Personaggi:
Anna - impiegata
Paolo - capo ufficio
Maria - contabile
Marco - arredatore
Sonia - architetto
Due poliziotti
Un computer
Un coccodrillo


Fummo tutti d'accordo: l'urlo e poi i tonfi e rumore di mobili spostati provenivano dal terreno; dallo studio di architettura per interni.
Anna rimase impietrita e terrea alla scrivania. Io mi precipitai per le scale afferrando prima di uscire uno dei bastoni da passeggio che tenevamo, per bellezza, nell'anticamera. Paolo mi seguiva ansante continuando a macinare ipotesi su ipotesi…………
La porta dello studio di architettura era spalancata. Brutto segno.
Non c'ero mai entrata.
Eh, si, appariva ovvio che ci fosse la mano di esperti: ambienti aperti, ma con angoli riservati; mobili di legno dal caldo calore, singolari ma funzionali, tavoli asimmetrici ricoperti, mi parve, di ardesia. Vi si respirava un chè di arioso, giovanile, dinamico, accogliente. Aveva poco del nostro "affogato" e grigio ufficio di Amministrazione Condomini.
Purtroppo tutto era sottosopra in un disordine preoccupante.
In terra vicino alla scrivania di destra giaceva uno dei due soci. Un rivolo di sangue appariva sotto la testa. Paolo mi fermò.
"Non toccarlo! Deve pensarci la polizia. Non puoi toccare il morto. Potresti sviare le prove, lasciare impronte……"
"Ho fatto un corso di pronto soccorso ".
Avevo afferrato dalla tasca il fazzoletto e avvoltolo intorno alla mano mi sono avvicinata.
"E' solo svenuto. Presto chiama un'ambulanza". Ma Paolo aveva visto uno strano "pasticcio" in terra di roba verde e grumi: forse cervello e sangue e inginocchiato accanto vomitava a più non posso.
L'uomo in terra cercava di alzarsi e continuava a pronunciare: Foresta! Foresta! Foresta!

"Al muro, al muro metterei tutti quei cretini che tornano dal viaggio esotico con il souvenir animalesco e poi si stufano. Marco, Marco ho portato la bestia in cortile, l'ho coperta con un sacco di plastica e ho chiamato la polizia col cellulare".
Era entrata furiosa e ansante, l'architetto Sonia Marini con la sua chioma bionda e ricciolosa; il tailleur bordeaux munito di minigonna. Mi ha vista (ci conoscevamo dai tempi delle superiori ) e sgranando gli occhi ha sussurrato:
"Maria, ma cosa gli è successo al mio socio?"
"Non so; l'ho trovato così"

Foresta, foresta continuava a farfugliare

Sonia si gira e vede Paolo: rimette anche quello che ha mangiato tre giorni prima ed ha una faccia di un verde incredibile su un giovane sportivo come lui.
Si è messa a ridere Sonia.
"Meno male ci avevano detto che sono gli uomini che vanno a caccia!"
Con il cellulare ha chiamato anche un'ambulanza.
Sono arrivati due poliziotti. Giovani e ben piantati. Ci hanno guardate da capo a piedi con quello sguardo.… Era l'eterno incontro tra Adamo ed Eva. E per il proseguimento della specie non sembravano esserci problemi. I problemi in quel momento erano altri.
Uno sguardo agli uomini a terra; uno in giro e poi il più anziano ha chiesto:
"Dunque com'è questa storia del coccodrillo?" Pareva incredulo.
Ma in cortile c'era il corpo dell'animale che Sonia dopo averlo rincorso per tutto lo studio, aveva appiccicato al pavimento usando il computer portatile.
Tecnologia moderna per un animale preistorico.