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mare d'estate

Internet

 fine di una libecciata

 e... un ricordo
   


Mare d'estate
   
Azzurro confuso
con il cielo lontano
spine bianche
cullate dalla docile brezza
voli rotondi di bianchi
gabbiani
gorgoglii striscianti
di flussi irrequieti
brusii indistinti di voci
intrecciate
calda luce
sparsa
sui corpi abbandonati
pensieri
sopiti dal dolce far niente

 
Franco Frangioni

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INTERNET
   

Serpente infinito di fili magliati
montagne scalate, abissi solcati.

Tentacoli spinti in scrigni celati,
desideri appagati da siti violati.

Crepitio di tasti, di click pizzicati,
ansiose attese per quesiti inoltrati.

Pensieri affidati a curiosi congegni,
parole intrecciate con strani disegni.

Colloqui silenti con mondi lontani,
termini nuovi, vocaboli arcani.

Pensieri attinti da scaffali infiniti
... nostalgiche voglie di libri ingialliti.

 

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Fine di una libecciata
   

Il volo del gabbiano si è abbassato
e intorno tutto quanto si è placato

stanca ormai l'onda batte sullo scoglio,
sempre più aguzzo, sempre più spoglio.

Dondolano sulle irte pendici
le nere e tortuose tamerici

si rincorrono, nel cielo cristallino,
strane nubi color cenerino.

Ondeggiano scomposti i tuoi capelli
mossi dall'ultimi refoli ribelli.

E' bello stare lì, sull'amica sponda,
ad ammirare il rincorrersi dell'onda

a farsi schiaffeggiare dal libeccio
accanto l'uno all'altra, ... sottobraccio.

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La scalata
   

Senti la scuola è bella e poi mi piace,
c'è 'na 'osa però che un mi s'addice

lo voi sapé cos'è

son quelle scale
che tutte le mattine devo fare.

Qui bisogna andà dan ministro o dar questore,
a sentì se ci mettan l'ascensore

Oh! la mattina all'otto,
ti fai tre piani e sei bell'e cotto;

e quando in cima sei, tutto sudato,
c'hai anche i' rischio dèsse interrogato;

e se ar preside ne' dici, per dispetto,
ti ci fa n'antro piano sopra ar tetto.