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[ Margherita Guidacci ]    Le poesie di Margherita Guidacci


   

  Anelli del tempo

Degli anelli del tempo, che si aggiungono
sempre nuovi, furono alcuni così stretti
che ne ricordo solo l'orrore di soffocare.
In altri, larghi e informi, vagai smarrita
senza un sostegno a cui aggrapparmi. I più,
pallidamente indifferenti, si ammucchiavano
gli uni sugli altri, subito saldandosi
senza nemmeno un segno di sutura.
Solo a pochi e per poco è tollerabile
riandare. Ma almeno questo, l'ultimo,
di cui oggi si chiude il cerchio, resta perfetto
nel mio cuore: cornice d'oro intorno
a uno specchio di gioia. Chiedo solo
di serbar quest'immagine. E che a te
uno stesso fulgore la riveli
e la circondi, allo scadere dell'ora,
nel tuo specchio gemello.

 

Hugo Van Der Goes - Trittico Portinari - Galleria degli Uffizi

 

   All' Ipotetico Lettore

Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido. Essa non vuole altro
che riposare in te.
Ma schiudile se un giorno
la sentirai fuggire. Fa' che siano
allora come foglie e come vento,
assecondando il suo volo.
E sappi che l'affetto nell'addio
non è minore che nell'incontro. Rimane
uguale e sarà eterno. Ma diverse
sono talvolta le vie da percorrere
in obbedienza al destino.

   

   Guado

L'anno contiene quest'unico guado
verso di te. Ogni volta
lo trovo un poco più sommerso, l'onda
più gonfia, la corrente
più minacciosa. Eppure
io t'ho raggiunto ancora, ed ogni breve
istante che trascorro accanto a te
diviene un "sempre" e se ne nutrirà
anche il tempo deserto. Se una dura
legge c'imporrà un "mai", noi condannati
ed immobili sulle opposte rive
intrecceremo tuttavia i richiami
di un desiderio tramutato in splendore.
Così la Tessitrice ed il Pastore
si rispondono: Vega ed Altair
tra cui si snoda l'alto
stellato fiume.

 
   

   Tomba lucana

La figura
piumata e con artigli (uccello e demone)
si tiene indietro, ma pronta
a balzare. La sente
senza vederla il giovane soldato
che l'ha alle spalle. La sente
e forse anche la vede l'avversario
che, giavellotto in pugno, si prepara a vibrare
il colpo micidiale. Non v'è odio
nei loro volti solo una profonda
attenzione perché si compia presto
quello che deve compiersi e, in entrambi,
una cosciente tristezza per l'amaro
fato dell'uomo in guerra. Al vincitore
nulla assicura che domani, ad opera
d'altri, non sia lui il vinto, lui l'ucciso.
Dal condannato d'oggi rifluisce
l'anima con il sangue. Misterioso
come la sua Parca, un suonatore
di flauto dà il segnale. Con le braccia
strette al petto o levate
inutilmente il cielo, ora le donne
incominciano il pianto.