Non stetti molto tempo dal
Sig Bettini perché la mamma col chiodo fisso che io avrei
dovuto imparare un mestiere, trovò da mettermi in una
officina, lì presso il "Ponte di Ferro" vicino
all'inizio di Viale Michelangelo, nella quale si facevano anche
stampi per imballaggi. Questi stampi erano su lastre di zinco
traforati con le seghette a mano, di diverse grandezze che avrebbero
servito per essere poi stampigliati sugli imballaggi.
Era con me a lavorare un
vecchio operaio di Rovezzano che aveva combattuto con Garibaldi
e che riceveva dallo Stato una pensione di Lit. 90 all'anno,
mi pare.
Neppure lì rimasi
molto che la mamma mi portò presso un vero incisore già
famoso che si chiamava Farnesi e che aveva laboratorio in Borgo
San Jacopo lì sull'Arno al n. 50. Era di Lucca, figlio
di un incisore a sua volta, che aveva incise per il Vaticano
alcune medaglie. A Lucca stessa gli avevano dedicato una raccolta
dei suoi lavori.
Il Farnesi, dal quale ero
da qualche tempo, mi consigliò di iscrivermi a una Scuola
di disegno e mi indicò la "Scuola per le Arti Decorative
in Santa Croce" L'entrata della Scuola era fra la Biblioteca
e il lato destro della Basilica dove ora si entra per andare
alla Cappella dei Pazzi. La Scuola era solo alla mattina. C'insegnavano,
plastica, disegno e teoria geometrica. La dirigeva lo scultore
Augusto Passaglia anche lui di Lucca, autore delle due porte
centrale e destra del Duomo. Gli altri insegnanti erano per le
teorie il Prof. Corinti, per la plastica lo scultore Romagnoli
e per il disegno un pittore di cui non ricordo il nome.
In quel tempo andavo qualche
volta dal prof. Sodini, amico di mio fratello, scultore molto
conosciuto e stimato in Inghilterra per aver eseguiti ritratti
a personaggi specie politici, a fargli vedere delle mie esercitazioni
di modellatura in creta, bassorilievi e ritratti come quello
della mamma. Egli mi dava consigli e mi correggeva i lavori.
Dal Farnesi ci rimasi fino
al 1912 anno in cui andai a fare il soldato. Fui mandato a Napoli
al 40° Fanteria. Nel 1915 partimmo per il fronte. Vi stetti
fino al 1917 anno in cui fui ferito là sul Carso. Mi ricoverarono
in diversi ospedali. Prima a Padova, poi a Cupramontana e infine
a Firenze. Uscii dall'ospedale nel 1918 e fui mandato in congedo.
Tornato a casa ripresi a
incidere per mio fratello che dirigeva una rivista musicale la
"Critica Musicale" e mi chiese di fare per la rivista
la copertina e delle iniziali e finalini.
Ora alla Scuola di Santa
Croce avevano chiamato a dirigerla il Prof. Balsamo Stella, bravo
incisore che lavorava molto per Ditte tedesche, il quale trasformò
un po' la Scuola mettendo appunto come materia d'insegnamento
anche l'incisione. Questo Prof. dopo un po' di tempo fu mandato
a Monza a dirigere quella Scuola e a Firenze gli subentrò
Direttore il Comm. Mario Salvini, scultore di poca rilevanza,
figlio del grande attore.
Il Prof. Balsamo mentre
era qui mi aveva mandato a chiamare perché insegnassi
la xilografia che lui non conosceva e rimasi nella Scuola anche
sotto al Comm. Salvini nuovo direttore.
Da Santa Croce la Scuola
passò a Porta Romana, alle scuderie, col nome di "Istituto
d'Arte Statale". Più tardi venne a dirigerla il Pittore
Ferruccio Pasqui. Io insegnavo nella sezione incisione col Prof.
Francesco Chiappelli, titolare come Maestro d'Arte.
Dopo alcuni anni fui mandato
all'Istituto d'Arte di Perugia dopo aver vinto il concorso bandito
dal Ministero nel 1954 e rimasi nell'Istituto fino al '62.
Qui a Perugia mi trovai
bene in tutto e con tutti cominciando dal Direttore Architetto
Frenguelli ai colleghi e ai ragazzi. La città è
bellissima.
Tornato a casa ripresi in
pieno il mio lavoro di incisione. Ho lavorato per diversi Editori
che già conoscevano il mio lavoro apparso su libri e riviste.
Tutto si può vedere, meravigliosamente ordinato da Padre
Rosito, in un bel locale del Convento lì accanto alla
Cappella dei Pazzi a disposizione del pubblico tutti i giorni
del passo ai monumenti. |