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Claudia nel sogno - scena terza
di Giuliana Parigi

 


Altro se mi ricordo la strada... A parte il bel rustico, in quella località c'è una vecchia abbazia, meta di molte gite in banda.... quando eravamo giovani. In una di queste gite caddi malamente: rimasi immobile per molti molti giorni. Veramente troppi. Il mio matrimonio fu rimandato ed anche il nostro appartamentino rimase sistemato per metà. Parlo del mio matrimonio con Carlo Vettori, neo-ingegnere di belle speranze e di bellissimo aspetto. Quel matrimonio non si celebrò più, per lo meno con me!
Claudia lasciò Pietro e sposò nel giro di un mese Carlo; avevano fatto un viaggio insieme all'estero perché all'improvviso aveva cambiato anche lavoro. Ora Carlo lavorava all'estero.
Pietro venne a piangere da me che ero ancora immobilizzata. Io reagii facendo delle memorabili (in tutta la città) scenate e partacce a Claudia. Lei continuava a venirmi a trovare, lui era sempre via. Si sposarono fuori città, alla chetichella. Fu vero amore? Ai posteri l'ardua sentenza!
A furia di consolarci, Pietro ed io finimmo per sposarci: a detta di tutti "stavamo proprio bene insieme" "siete fatti l'uno per l'altro". In effetti sono stati anni sereni, attorniati sempre da tanti amici e conoscenti. Ricchi di tante cose di valore.
E' per questo che non vorrei vedere sciuparsi il nostro matrimonio e mi preoccupo dell'aria strana di mio marito. Ma forse ha ragione Alessio, è solo stanchezza: in fondo, anche lui, come me, è un uomo di mezza età. E' un'età di bilanci, malinconie, tempo che sfugge, sogni che pensi rimarranno per sempre nel cassetto.....

Pietro era restio a ricominciare con quelle riunioni.
-Ci vogliono idee nuove! E poi non abbiamo più l'entusiasmo di qualche anno fa. I tempi sono cambiati, bisogna uscire dai salotti anche per discutere, credimi.-
-Ma in attesa di idee nuove, riproviamo. Verifichiamo se davvero non funzionano più. Non sempre le "cose vecchie" sono da buttare, anzi!-
Ne discutemmo a lungo; e anche di altri problemi, di politica, di fede, della gioventù di oggi, di economia, della TV.... mi pareva un sogno. Mi ero proprio sbagliata sullo stato d'animo di mio marito.
Ma il sereno durò giusto due giorni. Poi le cose peggiorarono.
La mattina del sabato non sapevo ancora se Pietro sarebbe venuto o no. Da parte mia avevo deciso che sarei andata comunque.
Sono stata tempestata per tutta la mattina dalla telefonate di persone che incontrerò fra poche ore. Il mio rapporto con il telefono è di amore-odio. Non potrei farne a meno di averlo: mi rivolgo a lui non solo per le normali incombenze, ma anche quando sono giù di corda. La voce di qualcuno che mi arriva è un tonico favoloso per me.
Mi accade però di odiarlo quando squilla in casa mia: squilla sempre nel momento sbagliato! O sono nel bagno, o ho già chiusa la porta perché sto uscendo; peggio ancora sono dietro a qualche maledettissimo "mangiarino" che non mi riesce e se lo lasci, plaf, si siede e non si rialza più. Drammatico è anche quando stai lavando con i guanti e quelli proprio non vogliono sfilarsi!
Per Pietro è sempre un supplizio e lo toglierebbe di casa volentieri, soprattutto il sabato e la domenica all'ora del pisolino.
Eccomi pronta: pantaloni e lupetto in tinta, mocassini e secchiello. Mi metterò il giaccone con la pelliccia, fa di nuovo freddo e poi non credo funzioni ancora il riscaldamento. Mi attardo a dare una ritoccata al trucco ed alla pettinatura: tanta gente è un po' che non la vedo: ci osserveremo molto attentamente, sia pur con benevolenza! Sono agitata ed emozionata. Non sono mai più ritornata a Fontebruna da ventisei anni. Roba da matti; so che tutto è cambiato ed è diventato un piacevole luogo di villeggiatura con tante graziose villette. Anche l'abbazia è stata parzialmente ristrutturata e d'estate è aperta al culto.
Pietro non mi è certo d'aiuto: è addirittura terreo, ma che diavolo gli succede? Decide di andare con due macchine farfugliando qualche scusa. Che barba! Ho deciso di godermi la serata e quindi faccia un po' quello che gli pare. Buffo! è cambiata anche la strada. L'hanno allargata e cambiato tragitto; è meno ripida ora e decisamente più panoramica. Carlo diceva sempre che in quel posto c'era della stoffa. Qualcuno ci aveva fatto davvero un bel vestito! Le villette sono perfettamente mimetizzate dentro il verde del bosco, non sono uguali ma seguono uno stesso stile.
Il rustico rimane fuori e intorno ha prati invece di bosco. Sono già arrivati in tanti. Dora in salopette e camiciona a scacchi ci introduce nella sala. Ride divertita dicendomi che è l'unica stanza arredata.
Mi manca il fiato entrando nella sala; temo che qualcuno se ne accorga del mio stato. Ma nessuno bada, siamo nel momento in cui tutti salutano tutti; si rincorrono frasi sul passato sul presente e talvolta sul futuro. La sala è la stessa che ho visto nel mio sogno. La guardo e la riguardo: non c'è dubbio.
Ma il panico mi assale quando Dora mi presenta il relatore: l'ho già visto nel sogno! Ora non mi resta che attendere l'arrivo di Claudia...... Sarei tentata di chiedere a Dora dove ci offrirà lo spuntino, ma ho la gola secca e la lingua incollata al palato dallo spavento.
Cerco Pietro, ma non è ancora arrivato.
-Sediamo e incominciamo- dice Dora
Automaticamente vado sul divano bianco al posto dove nel sogno stava Claudia, per esorcizzarne l'arrivo.
-Il tema che mi è stato dato è l'Amore. Bellissimo e difficilissimo tema. Con tante sfaccettature, implicazioni, comprensioni ed incomprensioni. Ognuno ha un'idea sua di amore ma esiste anche una definizione oggettiva . Vi porrò molte domande e voi sarete cortesemente sinceri nel rispondere! Solo così questo incontro potrà avere un valore e poi portare ad un agire come mi è stato detto avete sempre fatto.-
Il professore prese dalla borsa gli occhiali, li pulì diligentemente..... io ho ricominciato a tremare e ne avevo ben ragione.
Sulla porta è apparsa lei, con a fianco Pietro. Sfavillava di bellezza e sotto indossava l'abito blu elettrico setoso e lucido. Non ho capito più nulla, mi sono alzata perché mi mancava l'aria; al mio posto sul divano si è seduta Claudia accavallando le gambe che terminavano in vertiginosi tacchi a spillo.
La relazione del professore si è arenata alla prima domanda perché ha preso la parola lei. Come non sono riuscita a starle dietro nel sogno, così mi succede lo stesso nella realtà. Giravo lo sguardo intorno e scorgevo solo facce sconvolte, esterrefatte, rigide e livide.
Siamo poi passati davvero nella stanza per una cenetta. Qui per fortuna è tutto diverso, mi rilasso e cerco Pietro. Non c'è, manca anche Claudia, il professore ed il suo aiutante. Anche Dora li cerca, vuol fare un brindisi alla nuova casa e cercare di togliere la tensione che si è creata per le parole di Claudia.
Mi sento la testa girare...... ooo no, no! non è possibile.... e invece sì.
Arriva agghiacciante l'urlo di Claudia.
 


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