Altro se mi ricordo la strada...
A parte il bel rustico, in quella località c'è
una vecchia abbazia, meta di molte gite in banda.... quando eravamo
giovani. In una di queste gite caddi malamente: rimasi immobile
per molti molti giorni. Veramente troppi. Il mio matrimonio fu
rimandato ed anche il nostro appartamentino rimase sistemato
per metà. Parlo del mio matrimonio con Carlo Vettori,
neo-ingegnere di belle speranze e di bellissimo aspetto. Quel
matrimonio non si celebrò più, per lo meno con
me!
Claudia lasciò Pietro e sposò nel giro di un mese
Carlo; avevano fatto un viaggio insieme all'estero perché
all'improvviso aveva cambiato anche lavoro. Ora Carlo lavorava
all'estero.
Pietro venne a piangere da me che ero ancora immobilizzata. Io
reagii facendo delle memorabili (in tutta la città) scenate
e partacce a Claudia. Lei continuava a venirmi a trovare, lui
era sempre via. Si sposarono fuori città, alla chetichella.
Fu vero amore? Ai posteri l'ardua sentenza!
A furia di consolarci, Pietro ed io finimmo per sposarci: a detta
di tutti "stavamo proprio bene insieme" "siete
fatti l'uno per l'altro". In effetti sono stati anni sereni,
attorniati sempre da tanti amici e conoscenti. Ricchi di tante
cose di valore.
E' per questo che non vorrei vedere sciuparsi il nostro matrimonio
e mi preoccupo dell'aria strana di mio marito. Ma forse ha ragione
Alessio, è solo stanchezza: in fondo, anche lui, come
me, è un uomo di mezza età. E' un'età di
bilanci, malinconie, tempo che sfugge, sogni che pensi rimarranno
per sempre nel cassetto.....
Pietro era restio a ricominciare
con quelle riunioni.
-Ci vogliono idee nuove! E poi non abbiamo più l'entusiasmo
di qualche anno fa. I tempi sono cambiati, bisogna uscire dai
salotti anche per discutere, credimi.-
-Ma in attesa di idee nuove, riproviamo. Verifichiamo se davvero
non funzionano più. Non sempre le "cose vecchie"
sono da buttare, anzi!-
Ne discutemmo a lungo; e anche di altri problemi, di politica,
di fede, della gioventù di oggi, di economia, della TV....
mi pareva un sogno. Mi ero proprio sbagliata sullo stato d'animo
di mio marito.
Ma il sereno durò giusto due giorni. Poi le cose peggiorarono.
La mattina del sabato non sapevo ancora se Pietro sarebbe venuto
o no. Da parte mia avevo deciso che sarei andata comunque.
Sono stata tempestata per tutta la mattina dalla telefonate di
persone che incontrerò fra poche ore. Il mio rapporto
con il telefono è di amore-odio. Non potrei farne a meno
di averlo: mi rivolgo a lui non solo per le normali incombenze,
ma anche quando sono giù di corda. La voce di qualcuno
che mi arriva è un tonico favoloso per me.
Mi accade però di odiarlo quando squilla in casa mia:
squilla sempre nel momento sbagliato! O sono nel bagno, o ho
già chiusa la porta perché sto uscendo; peggio
ancora sono dietro a qualche maledettissimo "mangiarino"
che non mi riesce e se lo lasci, plaf, si siede e non si rialza
più. Drammatico è anche quando stai lavando con
i guanti e quelli proprio non vogliono sfilarsi!
Per Pietro è sempre un supplizio e lo toglierebbe di casa
volentieri, soprattutto il sabato e la domenica all'ora del pisolino.
Eccomi pronta: pantaloni e lupetto in tinta, mocassini e secchiello.
Mi metterò il giaccone con la pelliccia, fa di nuovo freddo
e poi non credo funzioni ancora il riscaldamento. Mi attardo
a dare una ritoccata al trucco ed alla pettinatura: tanta gente
è un po' che non la vedo: ci osserveremo molto attentamente,
sia pur con benevolenza! Sono agitata ed emozionata. Non sono
mai più ritornata a Fontebruna da ventisei anni. Roba
da matti; so che tutto è cambiato ed è diventato
un piacevole luogo di villeggiatura con tante graziose villette.
Anche l'abbazia è stata parzialmente ristrutturata e d'estate
è aperta al culto.
Pietro non mi è certo d'aiuto: è addirittura terreo,
ma che diavolo gli succede? Decide di andare con due macchine
farfugliando qualche scusa. Che barba! Ho deciso di godermi la
serata e quindi faccia un po' quello che gli pare. Buffo! è
cambiata anche la strada. L'hanno allargata e cambiato tragitto;
è meno ripida ora e decisamente più panoramica.
Carlo diceva sempre che in quel posto c'era della stoffa. Qualcuno
ci aveva fatto davvero un bel vestito! Le villette sono perfettamente
mimetizzate dentro il verde del bosco, non sono uguali ma seguono
uno stesso stile.
Il rustico rimane fuori e intorno ha prati invece di bosco. Sono
già arrivati in tanti. Dora in salopette e camiciona a
scacchi ci introduce nella sala. Ride divertita dicendomi che
è l'unica stanza arredata.
Mi manca il fiato entrando nella sala; temo che qualcuno se ne
accorga del mio stato. Ma nessuno bada, siamo nel momento in
cui tutti salutano tutti; si rincorrono frasi sul passato sul
presente e talvolta sul futuro. La sala è la stessa che
ho visto nel mio sogno. La guardo e la riguardo: non c'è
dubbio.
Ma il panico mi assale quando Dora mi presenta il relatore: l'ho
già visto nel sogno! Ora non mi resta che attendere l'arrivo
di Claudia...... Sarei tentata di chiedere a Dora dove ci offrirà
lo spuntino, ma ho la gola secca e la lingua incollata al palato
dallo spavento.
Cerco Pietro, ma non è ancora arrivato.
-Sediamo e incominciamo- dice Dora
Automaticamente vado sul divano bianco al posto dove nel sogno
stava Claudia, per esorcizzarne l'arrivo.
-Il tema che mi è stato dato è l'Amore. Bellissimo
e difficilissimo tema. Con tante sfaccettature, implicazioni,
comprensioni ed incomprensioni. Ognuno ha un'idea sua di amore
ma esiste anche una definizione oggettiva . Vi porrò molte
domande e voi sarete cortesemente sinceri nel rispondere! Solo
così questo incontro potrà avere un valore e poi
portare ad un agire come mi è stato detto avete sempre
fatto.-
Il professore prese dalla borsa gli occhiali, li pulì
diligentemente..... io ho ricominciato a tremare e ne avevo ben
ragione.
Sulla porta è apparsa lei, con a fianco Pietro. Sfavillava
di bellezza e sotto indossava l'abito blu elettrico setoso e
lucido. Non ho capito più nulla, mi sono alzata perché
mi mancava l'aria; al mio posto sul divano si è seduta
Claudia accavallando le gambe che terminavano in vertiginosi
tacchi a spillo.
La relazione del professore si è arenata alla prima domanda
perché ha preso la parola lei. Come non sono riuscita
a starle dietro nel sogno, così mi succede lo stesso nella
realtà. Giravo lo sguardo intorno e scorgevo solo facce
sconvolte, esterrefatte, rigide e livide.
Siamo poi passati davvero nella stanza per una cenetta. Qui per
fortuna è tutto diverso, mi rilasso e cerco Pietro. Non
c'è, manca anche Claudia, il professore ed il suo aiutante.
Anche Dora li cerca, vuol fare un brindisi alla nuova casa e
cercare di togliere la tensione che si è creata per le
parole di Claudia.
Mi sento la testa girare...... ooo no, no! non è possibile....
e invece sì.
Arriva agghiacciante l'urlo di Claudia.
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