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[ Nudo di Donna ]   

Alla fine Vincent sposò una straniera. Probabilmente era nel suo DNA, visto il nome che gli avevano affibbiato i suoi genitori.
Ed io rimasi... al palo!
Mi era piaciuto da sempre. Visto che, aperti gli occhi, già me lo ero trovato di fronte ragazzotto sui dieci anni. Che aveva di speciale?
Fisico, baldanza, genialità e tanta irresponsabilità che chissà perché alle donne piace, salvo poi lamentarsene a non finire " perché di quello non ci si può fidare ".
Ne inventai di tutti colori; di fronte a lui mi presentavo sempre più svestita che vestita. Fino a far finta di dimenticare la porta aperta dello spogliatoio della palestra mentre facevo la doccia.
E si! Che ero uno schianto e non mi mancavano gli ammiratori. Che ne inventavano di tutti colori, a loro volta, per attirare la mia attenzione.
I loro abbracci di sorpresa mi infastidivano; un semplice sfioramento di Vicent mi accendeva tutta.
Ovviamente Vincent, con quel fisico e quel carattere, finì per fare l'artista di teatro ed insegnare (per avere un introito su cui contare!) non so cosa in una scuola privata. Scriveva anche testi teatrali.
Anche la sua consorte insegnava ed ingannava. Nel senso che vedendola la prendevi per una tessana rubiconda e ben piantata forse di origine irlandese per i suoi capelli rossi e le lentiggini. Per di più parlava inglese con accento americano. E invece, no! Veniva dalla Svezia con antenati svedesi al cento per cento. Che aveva di speciale?
Allegria, bonomia e tanta pazienza, oltre si intende ai capelli rossi e le lentiggini.
Anche lei insegnava qualcosa da qualche parte in città. E suonava svariati strumenti, e raccoglieva fiori ed erbe di campo per farne quadretti.
Si cercarono casa, ovviamente, in campagna in un posto sperduto sopra un fiume, in un mulino in rovina. All'inizio vi abitarono così senza nessuna comodità! Poi, con le loro mani, cominciarono giorno dopo giorno, sfacchinando come pochi, a ristrutturare il tutto. Devo dire in maniera geniale e gradevole.
Trovarono il tempo di mettere al mondo due splendidi bambini: ovviamente un maschio ed una femmina.
Quando tutto fu a posto… vendettero e si avvicinarono alla città comprando un altro appartamento curioso assai. Malridotto. E ricominciarono a sfacchinare.
E qui li persi di vista.
Ed io? Mi sono sposata, un po' tardi, con uno che lavora nel pubblico; ho lasciato da poco il mio impiego e sto dietro a casa e due figli , più piccoli di quelli di Vincent.
Non mi sono mancati e non mi mancano gli ammiratori; ma li ho sempre ignoriati.. da un po' di tempo in qua, invece..

Tutto questo rimescolio, dentro di me, è iniziato all'inaugurazione del restauro di Villa Carlini.
200 invitati; sera di fine giugno e temperatura ideale; parco da favola; servizio inappuntabile e bevande e menù all'altezza di re. Tanti tavoli apparecchiati sontuosamente per otto, in fiandra oro fiammante. Musica in sordina. Bella gente. Ne conosco pochi, ma abbastanza da stare in buona compagnia.
Vago per il parco con un bel calice di spumantino ed ecco dal viale dei tigli incedere una mole vestita di bianco con un borsalino in testa di paglia. Da sotto spuntano vaghi riccioli pepe e sale.
Mi si para di fronte Vincent che si è fatto crescere un accenno di barba e baffi e mi sussurra che sono una visione paradisiaca; che trova il mio corpo perfetto e vibrante.
Avrà bevuto? Non è possibile è appena arrivato.
Mi guardo. Sono "coperta" dal collo fino alle caviglie di un abito (con maniche lunghe e polsini abbottonati!) di seta pesante, ampio. Sopra uno scialle marrone bruciato mi "copre" ancor più.
Non è un vestito che passa inosservato, d'accordo, ma solo per il colore: un arancio acceso che fa tanto seguace di Buddha.
Come avrà fatto a vedere il corpo perfetto e vibrante? Glielo domando e mi rispondo da sola:
" E' una bella licenza poetica! Da artista"
" Lo sai che ora dipingo? Ho fatto molte mostre, vinto premi: non sei mai venuta! "
E come avrei potuto, penso.
" Ti dipingerò. Sei splendida. Il tuo nudo sarà da mozza fiato."
" Ma se non mi vedi nemmeno un centimetro di pelle!? Perfino i capelli li ho nascosti sotto un turbante."
" Per questo! Proprio per questo. Seducente è indovinare, togliere e "vedere" solo tu ciò che è nascosto a tutti. Ricordare, anzi, rimembrare!"
Brutalmente, perché mi pare di essere presa in giro, gli chiedo:
" E tua moglie?"
" Eccola là! Ci siamo divisi: la casa e i figli a lei; a me studio e casa tutto in uno. Da solo. Ti ricordi dove è il mio studio?"
" Ma se non sapevo nemmeno che facevi il pittore, ora!" Gli replico un po' seccata guardando la moglie. E' ancora più grassa; ha un impossibile vestitino a quadretti da contadinella e scarpe da ginnastica. Capelli cortissimi, arruffati. Saluta un sacco di gente con il suo radioso e sereno sorriso. Mi trovo ad invidiarla. Si sente guardata e si gira di scatto. Fa un cenno, pieno di allegria, a Vicent che la raggiunge. Si baciano, parlottano poi lui va al tavolo degli aperitivi e lei con uno squillante:
" Arrivederci a tutti. Buona festa!" Infila il cancello laterale ed esce di scena.
Vengo a sapere che tutta la sceneggiatura e l'organizzazione della festa è opera sua. Anche lei ha cambiato mestiere. Mi trovo ad invidiarla di nuovo.

La festa va avanti a ondate: tra pietanze, musica, brindisi, chiacchiere in qua e in la. Con mio marito facciamo commenti, ridiamo, ci divertiamo, ci scambiamo assaggi e consigli; siamo molto complici.
Con Vincent ci sfioriamo continuamente. Ad un tratto, passando vicina al suo tavolo, mi afferra alla vita e mi costringe a soffermarmi. Il calore della sua mano mi fa avvampare e lo trovo… piacevole, maledettamente piacevole. Mi svincolo; ma da quel momento in poi non penso ad altro che a riprovare quell'emozione.
Eccola l'occasione! Qualcuno reclama il fotografo per una foto ricordo. Mi trovo di nuovo, afferrata, con il suo braccio intorno alla vita. Non mi ero mai accorta che fosse un punto così… eccitante…. molto più del braccio intorno alle spalle come fa mio marito.
Ahi!Ahi! Mi dico.
Vicent si azzarda a palparmi il fondo schiena; il suo audace gesto è coperto dagli altri invitati che ci stanno davanti per la foto. Lo guardo inferocita: più che altro sono arrabbiata con me di essermi fatta sorprendere.
Lui mi dice, all'orecchio, l'indirizzo del suo studio e che sarà felice di una mia telefonata.
" Sono sull'elenco." Dice candidamente e se ne va dalla festa.
Qualcuno gli strilla dietro:
" Così presto?"
Torna indietro.
" Sì! Non devo farmi fuggire l'ispirazione!" E ride, baciandomi la mano e facendo l'occhiolino.

Non l'ho chiamato anche se …….. Mi ha mandato, con uno stratagemma curioso, a far vedere il quadro che aveva fatto: uno splendido nudo di donna…… proprio io!!! Ma come avrà fatto? Certi particolari….
Non l'ho rivisto anche se…… Ma è come se avesse risvegliato in me un qualcosa e non disdegno, ora, di provare piccoli, sottili (innocenti?) piaceri con gli ammiratori.
Tutto questo alla mia età. O forse a causa della mia età. O forse …chi lo sa!

   

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 di Giuliana Parigi

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