Non avrebbe saputo dire
Deiva cosa stava sognando e se stesse sognando ma all'inizio
scambiò quello che le stava succedendo proprio per un
sogno. Per questo tardò ad urlare ma poi ce la mise tutta...gli
urli erano quasi disumani.
Qualcuno la stava tirando giù dal letto in modo brusco
e decisivo...Non vedeva nulla...ma nemmeno chi la trascinava
vedeva qualcosa e qualcosa lo fermò....Emise un sibilo
ed ecco avvicinarsi un'altra figura con una piccola pila tascabile.
" Porca miseria ladra e zozza, ma non è lei!"
Deiva fu lasciata cadere a terra come un sacco. E qualcuno le
fu sopra ad armeggiare. Fece a tempo a distinguere sotto un cappello,
buttato all'indietro, dei capelli color arcobaleno e sopra una
spalla che sbucava da una canottiera un tatuaggio: una conchiglia.
Fu un lampo. Collegò tutto: cercavano Serena ed erano
i ragazzi che aveva visto fuori dai garage. Lei li aveva avvertiti
con il telefonino. Ma quella notte avevano scambiato i posti
letto!! In un lampo capì e in un lampo si mise ad urlare...prima
che loro facessero in tempo a tapparle la bocca con del nastro.
Successe di tutto.
Ma il comportamento di Serena fu determinante. Probabilmente
ci aveva ripensato e non voleva più andare con quella
masnada; non oppose resistenza, però, anzi guidò
il gruppo fuori per la porta principale urlando di stare tranquille...
inutilmente.... tutte le donne, suore e no, tentavano di sottrarla
E quei balordi a dar botte e spaccare e minacciare che sarebbero
tornati a prender una per una e a dar un sacco di legnate alle
suore.
Si udirono da fuori ancora imprecazioni e trambusto.
Deiva si tolse il cerotto. Suor Teresa accese tutte le luci:
Sara era a terra semisvenuta e le si erano rotte le acque. Cominciò
un'altro momento di concitazione. Si chiamò l'ambulanza,
si prese la valigina con il corredino e via, con Suor Marta,
verso il più vicino ospedale.
Lola se la venne a riprendere il tipo che l'aveva portata e con
loro andò Mercedes e Suor Lodovica.
Suor Teresa aveva chiamato Salvo che si venisse a prendere, in
fretta, Deiva e la portasse a casa.
Rimaneva da sistemare Martina con il piccolo. Finalmente Deiva
trovò il coraggio.
" Potrebbero venire a casa mia... momentaneamente o per
quanto vogliono... c'è tanto posto. Io potrei guardare
il bambino mentre Martina riprende il lavoro... è vicino
a casa sapete...."
Deiva era rossa e affannata e aspettava a capo chino la risposta.
" E' una buona idea... per il momento... non c'è
tempo da perdere. Accetti Martina?"
" Per ora..." si limitò a dire Martina. Deiva
ci rimase male, ma dette una mano a preparare, vicino alla porta,
il minimo necessario per il piccolo.
E così, quando arrivò, Salvo trovò che doveva
portare via anche Martina e Fabio.
Non disse nulla e caricò velocemente. Fabio non si era
svegliato!
" Mia sorella mi ha detto che l'idea è stata tua...
voglio dire di ospitare loro due.... Sei stata gentile, generosa.
Te che dici Martina?"
Deiva si sentiva in paradiso alle parole di Salvo, ma provvide
Martina a ributtarla all'inferno.
" Non avevo altra scelta, mi sa. Ma quella casa.... è
la casa di un boss... morto ammazzato e lei è la sua mantenuta...
Non so se mi spiego..."
Una coltellata, pensò Deiva, una coltellata. E Salvo non
aprì bocca... nemmeno uno straccio di difesa.
Il viaggio era finito; la casa, che anche lei non avrebbe più
voluto rivedere, era lì. Per di più ricominciò
a tuonare e a diluviare.
Le tremavano le mani nell'infilare
la chiave, ma tutto sommato quando, entrata, la luce sfolgorante
dette risalto alle belle cose conosciute, si sentì a casa,
al sicuro. E le parve di esservi tornata dopo un tempo interminabile.
Non ci fu tempo per tanti convenevoli con la pioggia che spingeva
dentro alla svelta per non bagnarsi e bagnare i bagagli.
Deiva passava da una stanza all'altra accendendo le luci e sentiva
l'ansia , il disagio aumentarle a dismisura. Per fortuna c'era
da pensare a Fabio! Fu appoggiato sul letto matrimoniale: era
una meraviglia vederlo continuare a dormire sereno e fiducioso..........
Salvo montò il lettino nella stanza degli ospiti dove
c'era già pronto un letto singolo che sarebbe servito
a Martina che ne restò stupita.
" Dario, il mio compagno, amava molto ricevere gli amici
e trattenerli. Nel salone c'è un divano letto che può
essere singolo o matrimoniale. Pronto. Del resto questa è
una casa in affitto ammobiliata per ospitare 6 persone. Prima
di noi veniva affittata agli stranieri... di un certo livello..."
La voce di Deiva era quasi un soffio e la sua faccia rossa e
piegata verso il basso, vergognosa.
Martina
tornò verso l'ingresso per prendere l'ultimo borsone.
" Che splendidi fiori! E che mobile! Sono freschi; com'è
possibile?"
" Oggi è il giorno che viene Carmela a metter in
ordine... e poi non è passata una settimana dalla mia
assenza....."
"Accipicchia anche la servitù!"
Poi la voce di Martina arrivò dalla cucina con molti accenti
di meraviglia per come era accessoriata e disse:
" A questo Dario piaceva anche mangiar bene. Non si faceva
mancar nulla."
" Te l'ho detto è una casa in affitto. Ammobiliata"
Deiva ebbe un moto di rivolta dentro di sé: non avrebbe
continuato a scusarsi!
Salvo si era eclissato in bagno ;quando ne uscì guardò
l'orologio con l'idea di andarsene.
" Scusa visto che è tardi non potrei dormire qui
sul divano?"
" Certo." Deiva si sentì sollevata e si mise
ad armeggiare per trasformare il divano in letto.
" Non importava. Grazie sei proprio un tesoro."
Pigiò un pulsante sulla parete e dall'alto scesero dei
leggerissimi pannelli ad isolare il letto.
Martina prima rimase a bocca aperta dallo sbalordimento poi emise
un suono di meraviglia poi fece la faccia che Deiva cominciava
a conoscere.
" Pensaci bene prima di dire qualsiasi cosa. Potresti ferirmi.
Ora dormiamoci su. Da domani comincerai a pensare cosa vuoi fare.
Voglio dire se stare qui o meno per il tempo che l'affitto è
pagato... da Dario..." E Deiva, augurando la buonanotte,
sparì dietro la porta della camera matrimoniale.
La sentirono singhiozzare.
" Perché hai il dente avvelenato?"
" Forse sono invidiosa di tutto questo ben di Dio... in
mano ad un boss e ad una..."
" Non lo dire. Non serve a nessuno. Il boss è morto...
ammazzato. E lei è in balia dell'onda come te.
Fra pochi mesi tutto questo non ce l'avrà più nemmeno
lei. A me era parsa una buona idea...."
Salvo aggiunse un buonanotte. Era stanco morto e si accorse di
essere anche fortemente emozionato. Martina l'aveva deluso, ma.....
Dopo poco lo raggiunse la voce di Deiva.
" Scusa. Mi sono dimenticata di chiederti a che ora vuoi
essere svegliato. A che ora devi essere a lavoro?"
" Domani sono libero."
" Allora ti lascerò dormire."
" Grazie."
" Che cosa vuoi per colazione?"
" Quante premure! Mi metti in confusione; non sono abituato."
Negli occhi asciugati dal pianto le vide una luce che lo fece
trasalire. Era bella Deiva che se ne ritornava in camera avvolta
in una vestaglia di seta luccicante color mauve.
Per quanto girasse e si
desse da fare, Martina non riusciva a trovare un posto dove portare
Fabio e neanche un piccolo alloggio o una camera con uso di cucina.
Mancava sempre qualcosa o al contrario c'era sempre qualcosa
che aveva di troppo come, per esempio il bambino! Quanta burocrazia,
quante chiusure, quante prevenzioni... lo sapeva, lo sapeva...
c'era già passata.
Deiva non aveva più fatto nessun accenno: la irritava
questa sua pazienza e bontà! Ma ogni giorno che passava
si rendeva sempre più conto che avrebbe dovuto accettare
l'ospitalità e quel che peggio dirle Grazie!
C'era da valutare che quella casa era proprio comoda, bella e
vicina al lavoro. E Deiva ci sapeva fare con il bambino.
Scelse la giornata di libertà
per dire a Deiva che si arrendeva. Usò proprio questa
parola.
Non si aspettava quel che Deiva le disse.
" Bene. Ecco l'accordo. Mi pagherai per guardarti il bambino
e divideremo le spese del vitto e delle bollette."
Deiva avrebbe detto un'altra cosa, se Martina non avesse usato
la parola - arrendersi -
Ci rimase male, Martina, ma dopo un attimo si sentì sollevata
e a mo' di tacito accordo chiese:
" E Carmela?"
" Il suo compenso è già incluso nell'affitto."
La voce di Deiva era una folata di gelo.
Tuttavia ora che si erano chiarite, filarono lisce come l'olio
le giornate e loro due tornarono ad essere amiche e a ridere
insieme.
Fabio si affezionava sempre più a Deiva.
Salvo aveva fatto qualche sporadica apparizione.
Era attratto dal bambino, si era innamorato di Martina che non
lo ricambiava anzi lo scansava e si era accorto di aver fatto
breccia su Deiva. Un bel pasticcio. Meglio stare alla larga ed
aspettare. Ma si sa come vanno le cose... l'uomo propone e Dio
dispone... come diceva sua sorella suora. |