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I musei a Sant'Agata

   

Vita artigiana e contadina con personaggi in movimento,

è il titolo della mostra permanente realizzata da Faliero Lepri (per tutti Leprino) che rievoca, con fedeltà di particolari, aspetti e personaggi della vita delle passate generazioni .


La trebbiatura

"E' stato circa 50 anni fa" racconta Leprino "a forza di addobbare per le feste la vetrina del negozio (allora ero proprietario di un negozio di generi alimentari), mi venne il desiderio di creare qualcosa con le mie mani, qualcosa però, che fosse legato al mio paese, al suo passato.La Veglia fu una delle prime scene realizzate, come un ritorno indietro nel tempo, fino alla mia infanzia ..."
Tutti i personaggi sono costruiti con un telaio in legno, all'interno alcuni motorini di recupero, rivestiti di carta pesta, con abiti in stoffa, secondo la foggia dell'epoca. Gli edifici sono in cartone, gli attrezzi e gli utensili in legno o alluminio. Tutti i personaggi sono collegati fra loro da una ragnatela di fili elettrici, in modo da muoversi in sincronia e riprodurre fedelmente i gesti del proprio ruolo.
   


         



"Leprino" e la sua Sant'Agata visti da Giulio Tofanari

Fu nel dicembre del 1997 che la professoressa Lia Brunori Cianti diede alle stampe un suo libro dedicato a Sant'Agata e la sua Pieve.
Un volume ben fatto che descrive il paese con i suoi palazzi Aiazzi e Salviati, i dintorni, le ville legate a nomi celebri... ma è la Pieve il centro di questo libro, una descrizione che invoglia per chi non la conosce di andare a visitarla. Ma descrivendo il suo paese la Brunori non poteva non parlare di un altro paese, quello di "Leprino". È questo il nome che il popolo ha dato a Faliero Lepri, l'esercente che gestiva in paese un negozio posto quasi sotto lo stemma dei Biliotti.
Era usanza in occasione di feste solenni addobbare le vetrine dei negozi con fiori e altre cose ornamentali. Il Lepri invece volle ideare e costruire con le sue mani una scenetta tipicamente familiare composta da alcune figure che, attraverso un piccolo motorino elettrico nel suo interno si muovevano. Quella prima composizione aveva un nome "La Veglia" una cucina con tutti mobili dell'epoca... tegami in terraglia sui fornelli, lumino ad olio sul camino, una vetrinetta con le vecchie fotografie del nonno, perfino la conca per il bucato.
E in quei personaggi a lui tanto cari, ecco raffigurati la mamma, la zia, il nonno. È inutile dire come in quella scena il Lepri vi abbia messo il cuore!
Poi visto come aveva avuto successo "La Veglia" il Lepri iniziò lo studio per altre scenette tutte inerenti a Sant' Agata, nasceva così, pian piano, il "paese di Leprino", case, strade, piazze, botteghe e poi i mestieri, il magnano, il calzolaio, il parrucchiere... un paese dentro il paese come l'ha riproposto il Leprino. Numerosi sono i turisti che arrivano da ogni parte per visitare Sant' Agata e il "regno" di Leprino. Forse deve essere stato il vivo entusiasmo di un turista che nell' aprile del 1981 indusse Enzo Tortora a invitare nella sua tradizionale trasmissione "Portobello" Faliero Lepri di Sant' Agata di Mugello con le sue scenette in movimento spiegandone il loro funzionamento.
Fu quello un vero successo e la stampa ne parlò a lungo.
Alcuni anni dopo in occasione di un Convegno venne invitato, non per parlare, ma per presentare qualche cosa di nuovo, di originale.
E Leprino presentò un arrotino in grandezza naturale che, muovendo le gambe, braccia e la testa, arrotava una lama... Osservandolo da lontano sembrava proprio un vero arrotino al suo abituale lavoro. Fu un secondo successo.
All'arrivo di qualche comitiva o scuola, ne arrivano tante, Leprino attacca la corrente, e tutto il paese di una volta riprende magicamente a vivere davanti agli occhi incantati dei ragazzi e a quelli commossi dei vecchi.
Quando qualche visitatore gli chiede come gli era venuto in mente di ricostruire Sant'Agata in miniatura lui risponde: è stato circa 50 anni fa, con lo scopo di ritrovare e approfondire il senso di una tradizione e di un tipo di vita ormai superato.
È un mondo incredibile di uomini e donne in miniatura, figure alte circa 70 centimetri, con i loro attrezzi. Le case, le piazze, gli interni delle abitazioni. Ed ogni figura si muove secondo le funzioni che deve svolgere. Il calzolaio batte il martello sulle puntine per risuolare le scarpe, il contadino pressa l'uva nella botte, altri fanno funzionare una trebbiatrice, il barbiere affila il rasoio... ma sono i volti che Leprino ha voluto creare avvicinandosi il più possibile a personaggi reali conosciuti in paese quando lui era giovanissimo. Una mostra di "vita paesana" che merita di essere visitata e conosciuta.