Mano guidoniana, di Guido d'Arezzo
(980 circa - 1050)

 Il canto gregoriano, forse l'espressione più alta dell'arte romanica, tenne viva in Italia l'attività musicale liturgica per secoli e favorì molteplici innovazioni.
Il monaco benedettino Guido d'Arezzo, teorico e insegnante di musica, fu il primo ad identificare le sei note nella scala musicale con le sillabe UT, RE, MI, FA, SOL, LA.

Esse erano le sillabe iniziali di un inno a San Giovanni:

UT queant laxis
REsonare fibris
MIra gestorum
FAmuli tuorum
SOLve polluti
LAbii reatum,
Sancte Joannes

(Assolvi, San Giovanni, il peccato di un labbro contaminato, perché i sacerdoti possano far echeggiare con voce leggera le tue gesta meravigliose)
A Guido d'Arezzo si deve anche l'invenzione di questo ingegnoso espediente mnemonico per insegnanti e allievi cantori: la suddivisione in note di una mano permetteva, non soltanto di dirigere correttamente un coro, ma anche di interpretare a prima vista un motivo musicale.
Dice infatti il testo in basso al palmo della mano:
"Impara a leggere la tua mano, se vuoi imparare il bel canto. Senza questo sistema, studierai per moltissimi lustri senza alcun risultato"

 

 Ritorno