Lettere immaginarie / Bettino Craxi ad Antonio Di Pietro (il Velino)
Roma, 14 feb (Velino) - Caro Tonino. – Ho appena letto che il mio vecchio, caro compagno Boselli trova scandaloso e inspiegabile che il partito di Walter Veltroni, anziché allearsi con lui e col suo nuovo Partito Socialista, abbia preferito allearsi con te e con la tua Italia dei Valori.
Ma tu e io sappiamo molto bene che questa scelta è al contrario comprensibilissima. Anzi logica e necessaria. Direi persino obbligata.
Inspiegabile, piuttosto, a me sembra il fatto che a tanti miei vecchi compagni sfugga ancora quasi del tutto l’evidente, la nobilissima ragione per la quale tutti i comunisti del nostro paese – ex, post e neo –, compresi ovviamente quelli attualmente alloggiati sotto le simpatiche tende del Partito Democratico, mentre possono benissimo fare a meno dei miei orfanelli, a me sempre cari sebbene spesso infedeli e spergiuri, non possono assolutamente fare a meno di te e dei tuoi Valori.
Questa ragione – tu lo sai meglio di me – è la Gratitudine che essi provano, e sempre dovranno provare, per te. È infatti proprio a te, soprattutto a te, quasi esclusivamente a te, che essi devono, né più né meno, la loro sopravvivenza. Anzi la loro resurrezione. Insomma la loro stessa presente esistenza.
Non pensare che questo io lo dica per adularti. E meno che mai per prenderti in giro. Quello che sto affermando è la pura verità, e questo forse nessuno può saperlo come te. Ma se in proposito hai qualche dubbio provvederò tosto a fugarli con una succinta apologia della tua massima impresa storica.
Ricordi? Suppergiù vent’anni fa il grande partito burocratico di massa inventato da Togliatti, e allora finito fra le braccia di un certo Achille Occhetto, sembrava ormai destinato a un definitivo decesso.
Fra gli innumerevoli, imprevedibili effetti degli eventi epocali che accaddero fra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta (la caduta del muro di Berlino, il collasso dell’Unione Sovietica, l’evidente fallimento dell’esperimento comunista in tutti i regimi che lo avevano tentato), sembrò allora a molti ragionevole aspettarsi anche un’abbastanza rapida estinzione del Pci. Invece il Bottegone si salvò.
E a salvarlo, in effetti, fosti proprio tu.
Giacché esattamente nel momento in cui stava per essere travolto dalle convulsioni del comunismo mondiale, tu gli offristi una ciambella provvidenziale: quella pretesa rivoluzione giudiziaria, detta di Mani Pulite, che permise ai comunisti di casa nostra di occultare immediatamente le tracce del loro disastroso fallimento storico e politico sotto le nebbie della cosiddetta Questione Morale.
Come vedi, pur essendo stato la principale delle tante vittime di quella tua memorabile battaglia tribunalesca, non esito a riconoscerti la statura che ti compete, che è quella di una ormai leggendaria figura storica. So bene, tuttavia, che l’orgoglio che ti deriva dalla consapevolezza del tuo rango non ti rende del tutto privo di una certa attitudine alla cordialità e alla gentilezza.
Permettimi perciò di chiederti un piccolo piacere. Fa’ un salto dai miei poveri orfanelli attualmente rifugiati sotto le ali del carissimo Boselli e spiega loro che il grande nuovo partito creato da Walter Veltroni, ancorché si definisca, molto pudicamente, “democratico”, essendo in larga, larghissima misura composto da capi, capetti e gregari del vecchio Pci, che a suo tempo fu il solo partito risparmiato dalla tua furia moralizzatrice, ha il dovere di onorarti come il suo Salvatore e Redentore. O, se la tua nota modestia lo preferisce, come il suo Santo protettore.
Il che ovviamente comporta l’obbligo di incoraggiarti a continuare a servire generosamente la sua causa cercando di impedire qualsiasi tentativo di riformare quella Giustizia che ti ha permesso di diventare un Eroe nazionale.
fonte:http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=494081#news_id_494081